Dopo

Leggo le parole degli altri.

Lo faccio spesso. E mi verrebbe da dire la mia, talvolta.

O di raccogliere il ‘la’ per iniziare ad argomentare.

Ma poi arriva una sorta di melma che inghiotte i pensieri.

“Loro rendono bene l’idea. Dicono quello che sento anch’io, a volte”.

Una volta mi veniva facile esprimere ciò che avevo dentro.

Più per iscritto, che a voce.

Ora le parole naufragano nella melma. Annegano, senza imparare a respirare.

E così leggo, rifletto e concordo. Ma taccio.

Salvo rare volte.

Un presente invadente ruba la volontà, il significato e l’utilità di ogni gesto.

Peso e calcolo per non far danni. Anche se la reazione mi verrebbe, la soffoco.

E penso “Non sarai qui per sempre. Il problema si risolverà da solo,   dopo” .