Futuro

 

Mi verrai incontro, di nuovo.

Col tuo sorriso un po’ forzato, dissimulando (male)
stanchezza e pensieri.

Ma nessuno come me ti sa leggere dentro.

Vorresti uno scenario diverso, lo so.

Ed io che, al solito, cercherò di non fartelo pesare.

Camminerò sulle uova, per non ferirti.

Farò lo slalom tra gli argomenti da evitare.

E passeranno in fretta, quelle poche ore.

Troppo.

Alla fine me ne tornerò a casa. Lontano da te.

Riprenderò la mia solita vita, fino alla prossima volta.

E intanto ci sforzeremo di non pensare ad un futuro
che non possiamo cambiare.

 

 

La cosa giusta

 

Hai detto la cosa giusta!

Da cosa si capisce? Dal sollievo che provi rileggendo.

Ma succede raramente. Sembrano così vane, vuote, quelle parole!

Si accartocciano in te prima ancora di uscire.

Ha senso?  Sì, se vuoi solo imbrattare un foglio.

Meglio ‘leggiucchiare’ in giro, nella speranza di incrociare qualcosa che un po’ ti rappresenta.

Capita, raramente, di trovare un concetto che sembra cucito addosso a te.
Un sarto sconosciuto è riuscito a confezionare il vestito che ti sta a pennello.

Ma è uno di quelli dove non puoi tornare.
Uno di quei treni che passano una volta sola.

Ti sembra di avere tanto tempo.
E in effetti è così, se prendi le giornate una ad una.

Ore interminabili e impossibili da riempire.
Eppure la testa è così piena di cose da fare…

I problemi logistici si risolveranno, prima o poi.

Qualcuno lo farà per te, probabilmente.

Di quell’altro fardello, invece, te ne dovrai occupare tu.

Come si dice: un gradino alla volta e col respiro affannoso, arriverai in cima.

Anche se adesso non ci credi.