Hai detto la cosa giusta!
Da cosa si capisce? Dal sollievo che provi rileggendo.
Ma succede raramente. Sembrano così vane, vuote, quelle parole!
Si accartocciano in te prima ancora di uscire.
Ha senso? Sì, se vuoi solo imbrattare un foglio.
Meglio ‘leggiucchiare’ in giro, nella speranza di incrociare qualcosa che un po’ ti rappresenta.
Capita, raramente, di trovare un concetto che sembra cucito addosso a te.
Un sarto sconosciuto è riuscito a confezionare il vestito che ti sta a pennello.
Ma è uno di quelli dove non puoi tornare.
Uno di quei treni che passano una volta sola.
Ti sembra di avere tanto tempo.
E in effetti è così, se prendi le giornate una ad una.
Ore interminabili e impossibili da riempire.
Eppure la testa è così piena di cose da fare…
I problemi logistici si risolveranno, prima o poi.
Qualcuno lo farà per te, probabilmente.
Di quell’altro fardello, invece, te ne dovrai occupare tu.
Come si dice: un gradino alla volta e col respiro affannoso, arriverai in cima.
Anche se adesso non ci credi.
Sai che c’è? Ad un certo punto, la pazienza finisce, sono momenti in molti casi, ma quel diritto a non sentirsi adeguati a non essere per forza nel giusto, diventa una necessità, e allora, vaffanculo…. Vaffanculo alle parole, alle risposte, ai problemi. Essere sempre perfetti, perché questo sono io, questa sei tu, diventa una catena pesante. Il dovere a volte diventa odioso. Dover essere come ci siamo dipinti. Non sia mai faccio qualcosa che non ci si aspetti da me. Lo scrivo, lo scrivi anche tu, qui. Quel che sentiamo a volte è crudele.
A volte vorrei non essere così, lungimirante e perbenista. Viviamo da essere umani, quanto vorrei vivere da animale? Forse ho forviato nel discorso. Ma leggemdo la tua riflessione. Concludi bene. Questo basta a tenere a bada l’insoddisfazione. Un saluto.
Ti dirò, il concetto di giusto o ingiusto/inadatto (comincio a pensare di non essermi espressa bene) in questo caso è a mio personale giudizio. Quando leggo qualcosa, o metto nero su bianco, capita che lo senta adatto al mio particolare momento. Che si tratti, appunto, di qualcosa espresso dalle mie parole o trovato ‘a casa’ di qualcun altro. Ad esempio mi succede quando leggo da te, di trovare un concetto che mi rappresenta e che io non avrei saputo dire meglio. Era questo che intendevo. Ma quella parola “giusto” nel mio post ha forse portato fuori strada il lettore. Un saluto a te
Personalmente mi capita spesso d’esser frainteso, ma nel tuo caso, può essere una rarità, e quindi non essere abituata, non ci trova però nulla di sbagliato. Anzi riuscire ad aprire altre porte può essere un’opportunità di conoscenza. c’è tanto in ogni parola.
Se fosse solo questione
di giusto o sbagliato,
saremmo tutti santi o colpevoli.
Ma lo sbaglio suona piano,
finché non diventa sirena
che non ti lascia dormire.
Il giusto non si cerca,
matura in silenzio
mentre coltivi i tuoi bisogni più veri.
È in ciò che non si vede,
la salute di un arbusto
che riflette la gloria delle sue radici.
Questa è la dualità dell’universo. Santi e/o colpevoli lo siamo, infatti, a fasi alterne. Coltivare i bisogni più veri? Hai ragione su tutto. Se però ti trovi in una fase in cui i tuoi bisogni sono difficili da inquadrare e, quando li intravedi, l’immagine si sfuoca subito, e dici ‘ma no…!’.
E passi oltre. E oltre c’è una finestra sul nulla. L’attesa di qualcosa che si sgretola non appena stai per raggiungerlo. Lo so….è complicato.
Sì, è complicato, soprattutto quando i bisogni sembrano fantasmi che svaniscono appena proviamo a guardarli in faccia. Ma anche il vuoto, a volte, è solo silenzio che prepara la terra a una nuova voce.
Tu non sei persa: forse sei solo in ascolto.
Come scrive Rainer Maria Rilke:
“Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e cerca di amare le domande stesse… Non cercare ora le risposte che non possono esserti date perché non saresti in grado di viverle.”
Anche l’attesa ha senso. E tu, anche ora, sei già molto di più di quello che pensi.
Bellissimo testo e riflessione
Grazie!
Come dicevo da me con Venditti … e quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita … serena giornata, spero giri un pò e arrivi il sereno 🙂
Può capitare di avvertire la sensazione di adeguatezza per ciò che hai scritto, a me è capitato ed è molto confortante. Non capisco invece il motivo di non tornare in un contesto in cui sei stata bene, paura di delusioni, cambiamenti d’umore, cinismo? Ognuno conosce le sue proprie ragioni e se le tiene care. Non mi pare che questo luogo sia pieno di scarabocchi.
Non parlo di questo luogo. Qui penso tornerò sempre a cercare conforto. Lo troverò, a volte. Altre volte no. E così andrò a cercarlo altrove, da un altro ‘sarto’.
Le cose giuste son sopravvalutate, e poi giuste per chi? Ritagliarsi uno spazio in cui respirare è non solo giusto ma indispensabile..tanto le cose accadono e le soluzioni arrivano con te o senza di te.Sali i gradini che ti senti di salire.
Le parole giuste. Di questo parlavo. Leggere e provare conforto, sentirsi capiti. E’ una sensazione soggettiva, che capita. Raramente, ma capita.
Per quanto fai le cose giuste per qualcuno sbaglierai sempre Ciao Lieta serata
Che se inizi a scriverlo, anche se non ci credi, qualche gradino lo stai già salendo..
Forse hai ragione. Buone cose
Già, alla fine un gradino alla volta, si riesce ad arrivare in cima. Vincendo anche le nostre resistenze.