Ora capisco

 

Quando ero più giovane (o meno anziana…) giudicavo con disappunto le persone ‘aged’ che ricorrevano alla ‘pastiglietta’ per calmarsi, per dormire, per farsi coraggio…ecc…
Adesso che sono diventata una di loro, capisco.
Quando diventa difficile affrontare la giornata, la notte,
le situazioni…
quando hai già provato tutto, artifizi mentali, musiche rilassanti, film comici o truculenti, social, blog, passeggiate …ecc…
e niente funzione.
Niente che allenti quella morsa che ti stringe lo stomaco
appena dopo che hai aperto gli occhi la mattina (ammesso tu sia riuscita a chiuderli la notte…)
quando tutto diventa un ostacolo angosciante
che percepisci come pericoloso e insormontabile
quando intorno a te avverti un ambiente ostile e che, magari
lo è solo nella tua testa.
E cerchi, e scandagli, esplori, ogni angolo della tua mente in cerca di rimedi
e non trovi proprio niente che funzioni.
Cosa puo’ rendere sopportabile la tua giornata?
Tu che vuoi solo ‘spegnere’ quei pensieri distruttivi
allentare quell’oppressione tra stomaco e testa?
Cosa?
La ragione si sente offesa, vessata, da certi pensieri.
Ma ecco che arriva il ‘ma’!
Devi pur andare avanti, in qualche modo!
Se la vita non puo’ essere bella, devi almeno renderla sopportabile.
Ciò che da sempre hai aborrito, diventa l’unica via di fuga
l’unica ancora, l’unico rifugio
dal mostro che ti segue come un’ombra sinistra.
Eh sì…..ora capisco…

 

 

Stanchezza

Voglia di niente

Estrema stanchezza

svogliatezza

il tutto condito con sentimenti di

malinconia e un pizzico di inanità.

E’ una costante, ormai

che non riesco a scollarmi di dosso.

Lo so…lo so…..altra pesantezza.

Potrei non scrivere.

Ma, dopotutto, è casa mia…

Ho voglia di …

……..di intesa, di complicità.

Di silenzi che parlano

Di vuoti colmi di significato.

Di sentirmi bene vicino a qualcuno.

Di lasciare entrare il respiro liberamente

di sciogliere i freni.

Di guardarmi intorno con calma

senza inibire le percezioni

per soffrire di meno.

Di smetterla di inghiottire veleno.

Ho voglia di quello che non è

da troppo tempo.

Pensieri

 

Leggo storie di vite diverse dalla mia.
Simili forse a un tempo passato. Altri luoghi, altre situazioni.
Mi capita di pensare a cosa farei, adesso, se mi ritrovassi
in quelle situazioni, luoghi, compagnie.
Mi rivedo con la testa di adesso, come mi osservassi
dall’esterno.
Vedo un’altra me, com’ero, e la guardo con gli occhi di oggi, come farei con un’estranea.
Non provo niente, o quasi.
Quell’essere mi è del tutto indifferente, quasi fosse la protagonista di un film, mediocre, con cui non ho niente a che spartire.
Eppure per me è stata vita. Tanto tempo vissuto.
Mi fa tristezza il pensiero di quanto possa essere insignificante con gli occhi di adesso, quello che magari allora poteva rappresentare un dramma.
Sì, mi fa tristezza pensare al nulla che lascerò dopo di me.

Sospesi

 

Durante le ferie il nostro ‘menage’ viene totalmente stravolto.
Chiusa la parentesi vacanziera, i giorni trascorsi a casa,
a meno di avere una famiglia di cui occuparsi,
devono essere riempiti in qualche modo.
Dopo un ragionevole periodo dedicato alle faccende domestiche
rimane un lasso di tempo vuoto.
Ecco che arrivano riflessioni esistenziali
alle quali mi dedico istintivamente
che mi portano verso lidi
che sarebbe più salutare non esplorare.
deriva