Scrivere di sé

Parlare di sé non è semplice.
C’è il forte rischio di non essere obiettivi (ovvio).
Sbagli (per qualcuno) se resti in superficie
se vai troppo in profondità
se sei troppo criptico (allora che scrivi a fare?)
Se ti apri troppo, ti esponi al giudizio (ma dopotutto è questo che vuoi)
se parli in codice ci sarà chi si lancia in interpretazioni
che magari ‘ci prende’,  oppure ci legge del suo.
E poi ci sarà sempre chi lo userà contro di te.
Scrivere di se stessi è un rischio.
Ma a non farlo si vanifica un po’ il senso dell’esistenza di un blog.

 

Mandala

Uno scoperta che feci alcuni anni fa, allorché il covid ci cambiò la vita

e quando, come non fosse bastato lui

mi ammalai di una cosa strana e che non voglio ricordare,

furono i  cosiddetti ‘mandala’.

Acquistai un libro da colorare che, per chi non lo sapesse,

non è una cosa da bambini.

Stasera, annoiata da un pomeriggio in casa

freddo e piovoso, ho ripreso in mano il libro

e, armata di pastelli colorati, ho ripreso il lavoro

Con un sottofondo di musica soffice

ho vergato con i colori quelle sagome floreali vuote.

Ne ho completato uno che avevo iniziato il 1° gennaio di quest’anno.

Ma guardando indietro alla prima pagina del libro, datata luglio 2020

mi sono resa conto di aver annotato delle frasi

alle quali adesso non so dare un senso.

Le riporto di seguito.

 

Penso a te, e spunta la parte migliore.

Mi porterai tu dove ti ho chiesto.

Solo alberi e cielo.

Come un giocattolo rotto.

Ho apprezzato quella finestra per guardare oltre le nuvole.

 

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Semplice … complicato

Per essere semplici, si diventa complicati.

Fantasticare di fare, provare, essere altrove…

Magari…

Trovare nuovi stimoli

Scorrendo le pagine web

Luccicanti e accattivanti

Piene di gente che fa un sacco di cose.

E tu…

“Vorrei…farei… andrei…”

Ma lo desideri davvero?

O solo perché bisogna dare un senso?

La verità è che ogni giorno non vedi l’ora di buttarti su quel divano.

La tua “comfort zone”.

Mentre le ore passano lentamente

E un’altra giornata è andata

Con un niente di fatto.

Il solito schema.

Il lunedì….uff…speriamo passi presto!

Il sabato ….. finalmente è finita!

Poi la domenica….che noia però!

E si ricomincia.

Pensi a quanto è inutile la tua vita.

Il malumore sale, come un appuntamento fisso.

Ogni giorno alla stessa ora.

Cambiare vita?

Sì, magari!

Ma quanto è complicato!

Date di scadenza

Lo so sono pesante.

Ma questo foglio ha lo scopo di accogliere le mie riflessioni.
Ultimamente penso ricorrentemente a…  ‘date di scadenza’.
Lo riferisco al tempo che mi resta da vivere.
E subito dopo arriva la seconda riflessione, che riguarda lo spreco di tempo.
Tempo lontano dagli affetti, passato a riempire le giornate di nulla.
Tempo sprecato. Tempo passato a soffrire a causa di futili diverbi.
Silenzi, ripicche, orgogli subiti.
Io non sento la necessità di questo tipo di sentimenti.
Mi ripugnano. E soprattutto li trovo inutili e patetici, specie quando vengono da persone con, appunto, una data di scadenza simile alla mia.

Ma non ci si pensa. Sotto l’effetto di questo tipo di miserie umane.
Ci si comporta come si dovesse vivere per sempre.

A me invece viene naturale pensare allo scorrere inesorabile e alla tirannia del tempo che fugge.

Così.. ecco un’altra inutile riflessione che condivido in questo spazio.