La cosa giusta

 

Hai detto la cosa giusta!

Da cosa si capisce? Dal sollievo che provi rileggendo.

Ma succede raramente. Sembrano così vane, vuote, quelle parole!

Si accartocciano in te prima ancora di uscire.

Ha senso?  Sì, se vuoi solo imbrattare un foglio.

Meglio ‘leggiucchiare’ in giro, nella speranza di incrociare qualcosa che un po’ ti rappresenta.

Capita, raramente, di trovare un concetto che sembra cucito addosso a te.
Un sarto sconosciuto è riuscito a confezionare il vestito che ti sta a pennello.

Ma è uno di quelli dove non puoi tornare.
Uno di quei treni che passano una volta sola.

Ti sembra di avere tanto tempo.
E in effetti è così, se prendi le giornate una ad una.

Ore interminabili e impossibili da riempire.
Eppure la testa è così piena di cose da fare…

I problemi logistici si risolveranno, prima o poi.

Qualcuno lo farà per te, probabilmente.

Di quell’altro fardello, invece, te ne dovrai occupare tu.

Come si dice: un gradino alla volta e col respiro affannoso, arriverai in cima.

Anche se adesso non ci credi.

Dopo

Leggo le parole degli altri.

Lo faccio spesso. E mi verrebbe da dire la mia, talvolta.

O di raccogliere il ‘la’ per iniziare ad argomentare.

Ma poi arriva una sorta di melma che inghiotte i pensieri.

“Loro rendono bene l’idea. Dicono quello che sento anch’io, spesso”.

Una volta mi veniva facile esprimere ciò che avevo dentro.

Più per iscritto, che a voce.

Ora le parole naufragano nella melma. Annegano, senza imparare a respirare.

E così leggo, rifletto e concordo. Ma taccio.

Salvo rare volte.

Un presente invadente ruba la volontà, il significato e l’utilità di ogni gesto.

Peso e calcolo per non far danni. Anche se la reazione mi verrebbe, la soffoco.

E penso “Non sarai qui per sempre. Il problema si risolverà da solo,   dopo” .

Saperlo prima

È ironico osservare come ci si affanni a sembrare più giovani, più belli, più performanti, più fighi.

E poi si muore. La morte banale. Quella che non ti aspetti.
Passi da essere l’anima della festa a schiantarti contro un muro in tempo zero. Come si dice? ‘A guardare le margherite dalle parte delle radici’. Perché non riusciamo a vivere con la consapevolezza che tra mezzo minuto potremmo non esserci più?

E tutti i tuoi sforzi per essere ‘er mejo‘ finiscono in un fosso o sotto un metro di neve o di acqua.  Oppure semplicemente il tuo cuore emozionato ti tradisce, e si ferma così, all’improvviso.

Poterlo sapere prima. Quante cose cambierebbero…

Vuoto

 

Viene chiamato “vuoto” 

ma poi è come se dentro ci fosse 

racchiuso di tutto…

Il nome di qualcuno che non c’è 

o che non esiste,

la rabbia per una sconfitta, 

la nostalgia di una mancanza,

tutto l’affetto che vorremmo dare, 

tutto quello di cui avremmo bisogno,

tutta la felicità dispersa nella tristezza, 

quei mal di testa forti 

e anche quelle canzoni un po’ tristi 

che in un modo o nell’altro 

ci tengono compagnia…

Sono pieni di così tante cose che, 

alla fine dei conti,

vengono chiamati vuoti,

ma sono fottutamente pieni.

~ F.Russo ~