Delirio

Sono confusa.

 

Ho un turbinio di particelle dentro di me.

Pensieri, immagini, emozioni.

Qualche ricordo, osservazioni sul presente.

Considerazioni.

Niente di consistente, di accessibile ai sensi.

Si sciolgono come schegge di ghiaccio al sole.

Giusto il tempo di un’occhiata e poi via.

Ascolto le vite degli altri, quelle vere (poco) e quelle finte.

Provo interesse verso certi tipi umani che si raccontano

da un podcast. Finzione.

Ma non riesco ad interessarmi alle vite reali.

Sarà quest’atmosfera di catastrofe imminente che si respira da troppo tempo.

Questa rabbia che arriva minacciosa da ogni direzione.

Questi progetti mai abbastanza piccoli per essere realizzati.

Tutto scorre nella totale monotonia quotidiana.

Niente fuori dai binari.
Solo pensieri, osservazioni, concetti.

Tutto nell’astratto, nella mente.

Di concreto, niente.

E poi?

Preoccupazione, dolore,  dispiacere.

 

Impotenza.

 

Ripeto a me stessa che devo andare avanti.

In qualche modo.

Devo.

 

solitudine-dei-risvegliati

Serenità

In tema con il leitmotiv di questo blog,
stamattina mi sono goduta una bella pedalata solitaria.

Il percorso ormai lo conosco come le mie tasche,
ma la vicinanza del mare offre sempre nuove ‘inquadrature’.

Ho pedalato senza fretta, gustandomi ogni metro.

Esco sempre piuttosto presto, per cui la ciclabile è ancora poco affollata.

Il fisico non è al top. Anche da qui il mio ‘prenderla con calma’.

Sono arrivata ad un porticciolo che conosco molto bene.
Mi sono fermata ad osservare il mare, gli scogli, il volo dei gabbiani.

Pochi pescatori attendevano silenziosamente le loro prede.

Altri ciclisti in sosta per ammirare il panorama.

Mi sono tolta gli auricolari con la musica sempre con me

per gustarmi il silenzio e la  pace di quel momento.

Ho atteso un po’ e sono ripartita invertendo la marcia.

Sulla via del ritorno ho fatto sosta in un bar vista mare

per concedermi un buon cappuccino e cornetto.

Tanto per non farmi mancare nulla!

Ho capito la differenza tra “essere solitari ed essere soli’.

Era da tanto che non mi sentivo così serena.

 

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Fare le valige

Odio fare le valige.

Eppure tutti amano partire, viaggiare, staccarsi dalla routine.

A me mette inquietudine, tanto da pensare di tirarmi indietro
all’ultimo momento.

Anche se la meta è piacevole,
non so perché vivo il distacco dal quotidiano in modo traumatico.

Le mie 4 mura, i miei riti quotidiani…

la sicurezza di sapere cosa accadrà nelle 24 ore…

la comodità di avere le mie cose intorno.

E non importa se la routine la sento stretta addosso.

L’ansia del pre partenza è in agguato

Ogni volta, a cercare di rovinare tutto.

Non ricordo neppure quando è cominciato.

Di sicuro da un bel po’.

E’ come andare in bici per la prima volta senza rotelle.

Fa paura, ma poi è bello.

 

 

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Fardelli

Vorrei seguirti meglio

non solo ascoltare, annuire.

Ma taccio.

Temo di essere inopportuna.

E così sento crescere quel fardello

il mio che si assomma al tuo

e rende pesante la mente e il corpo.

Sì, anche il corpo.

Solido come un macigno

tanto da costringermi a sdraiarmi.

Cosa sarà questa stanchezza?

La mia. E la tua

che sto cercando di prendere su di me.

So che è inutile.

Ma altro non so.

 

 

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Seconda casa

In questa mia seconda casa pochi si affacciano.

Ma forse è meglio così.

L’ho creata affinché fosse una sorta di diario intimo

dove dialogare con me stessa

sviscerare i pensieri più nascosti

scomodi, a volte,

poco accetti anche da me.

I pomeriggi estivi mi creano un disagio notevole.

Poche cose attirano la mia attenzione.

Di uscire non se ne parla.

In più si aggiunge il nervosismo che sempre precede la partenza.

Tra pochi giorni raggiungerò mio figlio

ma so già che troverò una situazione non rosea.

Il piacere dell’incontro potrebbe essere disturbato

da certe contingenze nate di recente.

Non è colpa di nessuno. E’ la vita che ci mette a dura prova.

Sento questa ansia in ogni fibra del mio essere.

Penso, scrivo qui e impasto la pizza per domani.

 

 

 

(niente immagini stavolta)