Favola di Egidio: Gideon Giulius ed il forziere della solidarietà (per ragazzi)

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(racconto di tipo bianco e verde)

tempo teorico dedicato per la lettura 35 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO

GIDEON GIULIUS ED IL FORZIERE DELLA SOLIDARIETA’

INTRODUZIONE: in un paese dove ogni risorsa è impiegata per arricchire le banche e niente è lasciato per aiutare i poveri, la solidarietà pare dimenticata, ma sarà fatta giustizia con l’aiuto degli angeli amici di Gideon Giulius

INIZIO

Favola: Gideon Giulius ed il forziere della solidarietà

C’era una volta, nel mondo delle favole, un contadino, vi ricordate del nostro eroe Gideon Giulius…amico di tanti racconti, ora vi racconterò un’altra delle sue avventure…

Dovete sapere che nel suo paese, il bel vivere non era possibile a tutti, pareva infatti che qualcuno in quel paese fosse benestante e qualcun’altro fosse povero e disperato economicamente.

Questa realtà era da considerare iniqua in relazione alla giustizia sociale ed all’avere riguardo di ogni vita.

Dovete sapere che nel paese di Giulius, governava anche un re, che aveva nominato un primo ministro con il compito di aiutarlo nel governare i problemi del paese.

Il regno richiedeva impegno nel governare, il re era pervaso da una buona volontà ma nonostante questo, molti erano i poveri nel paese ed inoltre il re aveva un sacco di debiti, il cosiddetto debito pubblico e quindi non poteva aiutare chiunque come voleva.

Purtroppo a causa di questo debito, la solidarietà del governo nei riguardi dei meno ambienti, i cosiddetti vulnerabili, era diventata rara, quasi inesistente..

Nonostante i poveri chiedessero aiuto…i prestiti in denaro che il re otteneva dalle banche, erano utilizzati in altro modo.

Anche il denaro ottenuto dai contribuenti e dagli esattori fiscali, era utilizzato sempre con intenzioni di ottenere il miglior profitto…per scopi che favorivano il commercio ed il guadagno delle banche, ma non per la solidarietà….in quanto era ritenuto che la solidarietà rallentasse la crescita dell’economia..

Voi vi chiederete come mai? Con tutto questo denaro che girava per le mani del primo ministro, il re non potesse mai aiutare i poveri…e adesso vi spiego il motivo di questo egoismo.

Dovete sapere che le banche facevano si!..prestiti al re, ma volevano in cambio onerosi interessi, essi facevano prestiti non per solidarietà, ma solo per averne un guadagno.

Il re si lamentava degli interessi che il suo governo era obbligato a pagare ed il re vedeva il suo debito pubblico aumentare ogni anno.

Cosa poteva fare il re, doveva per forza subire il ricatto delle richieste voluto dalle banche del paese.

Per questo il re, non aveva mai denaro per fare della vera solidarietà ai poveri, le banche lo avrebbero ritenuto un grullo ed un ingenuo, se egli avesse regalato denaro senza guadagnarci…lo avrebbero ritenuto un sognatore un illuso..

E così temendo il giudizio di essere poco furbo, il re aveva abbandonato qualunque iniziativa di solidarietà..e tutti nel suo esempio si sentivano stupidi a comportarsi da altruisti con i poveri.

Oltre che a pensare solo a guadagnare, i banchieri in cambio del prestito comandavano il re anche ad obbedire in segreto alle loro richieste… poichè il re aveva il potere di influenzare la giustizia e l’uso dell’esercito.

“Noi ti prestiamo il denaro se tu ci farai dei favori ed favorirai le nostre richieste!” rispondevano i direttori delle banche al re…e le associazioni massoniche loro complici facevano sempre più affari…

Le banche in cambio del prestito di denaro, pretendevano speculazioni sociali da compiere e intenzioni governative dispettose da parte dello stato verso i loro nemici di opinione, chiedevano al re di fomentare politicamente la guerra nei paesi confinati ed a quelli oltre il mare, per poter vender loro a quei popoli, le armi e le macchine da guerra costruite dalle loro industrie, in questo modo le banche si arricchivano sempre di più, ma niente di questa ricchezza andava ai poveri.

Le banche in cambio dei loro prestiti, chiedevano al re di costruire dighe e laghi artificiali, strade e linee ferroviarie.. opere pubbliche che erano considerate tutte iniziative inutili e deturpanti del paesaggio e dell’equilibrio naturale della regione, che rendevano sempre più ricchi gli amici dei banchieri..

Chiedevano inoltre di costruire per sopportare il freddo inverno, riscaldamenti a carbone molto inquinanti per l’atmosfera terrestre, tutto questo per arricchirsi ulteriormente investendo nelle loro miniere di carbone e ci riuscivano con la complicità del primo ministro loro prezzolato.

Le banche in nome della competizione chiedevano al re di far fallire aziende appartenenti alla concorrenza di opinione e per questo antipatiche a loro..i padroni di quelle aziende la pensavano in altro modo.. bisognava quindi impoverirle per causare il loro fallimento…

Intanto nel paese i poveri ed i disagiati erano paragonati ai lazzaroni ed ai lavativi..e si diffondeva nel regno la mentalità che non permetteva la comprensione dell’aver meno capacità.

I poveri disagiati si erano impoveriti durante la gioventù, poiché avevano lavorato poco tempo a causa della crisi economica, ed ora che erano anziani e ammalati nella salute, si ritrovavano ad avere pochi risparmi per la loro condizione, il giudicare delle poche famiglie ricche li faceva sentire anche in colpa, ma in realtà non era colpa loro, era colpa del metodo di amministrare voluto dalle banche che arricchiva sempre gli stessi, in quanto le banche erano consigliate da gente più furba e senza scrupoli.

Il re era dispiaciuto nel vedere tanto egoismo nel paese, poiché era in fondo un cuore nobile, fu così che il re pensò che c’era bisogno di chiedere aiuto agli eroi e si ricordò di Gideon Giulius, famoso eroe del paese, e chiese aiuto proprio a lui e mandò a chiamare Giulius per chiedergli consiglio.

Intanto il primo ministro era risoluto in questo poichè non era d’accordo a dover cambiare il metodo organizzativo della economia, poiché essa era favorevole a lui ed ai suoi amici massoni, infatti egli era un prezzolato delle banche avide, il re lo aveva capito questo da tempo e non si fidava molto di lui, ma doveva tollerare quel primo ministro eletto dai politici, non aveva prove della sua corruzione, poiché le scelte governative del paese di quei tempi volevano così.

Il re incontrò Gideon Giulius in segreto e gli disse: “ Giulius sei l’unico eroe che resta al nostro paese, sei l’unico eroe che non mi fa sentire uno stupido quando dico di aiutare di più i disagiati ed i poveri..la situazione che ti ho spiegato è questa..chiedo aiuto a te ed ai tuoi amici angeli che abitano la montagna dei miracoli per risolverla”.

Giulius ascoltò le richieste del re e lo comprese, questa volta Giulius Gideon comprese che bisognava aiutare il re, perché in questo modo avrebbe aiutato anche i numerosi poveri del suo popolo, quindi occorrevano creatività e idee.

Così un mattino Giulius si incamminò in direzione della montagna, e pensò che in quanto lui era un semplice, egli poteva chiedere aiuto al Signore senza vergognarsi, Giulius si incamminò sul sentiero della montagna dei miracoli per chieder consiglio ai suoi amici angeli.. che lo avevano sempre aiutato in passato.

Cammina e cammina per la lunga strada, a volte impervia, a volte in piano, finalmente Giulius arrivò in cima alla montagna degli angeli, in quel luogo poteva chiedere consiglio agli angeli della saggezza. Ed infatti essi apparvero nella loro luce splendida, vestiti di bianche vesti.

Essi avevano già giudicato con rimprovero l’egoismo e la poca solidarietà che il governo aveva per i poveri del paese, ed erano contrari a questo, essi avevano già visto la povertà in cui stava precipitando il regno e decisero di fare un regalo a Giulius.

“Devi sapere Giulius, che lo spirito della solidarietà, ha bisogno della amicizia di persone ricche e generose, ma anche di chi ha intenzioni sincere e di pietà per le sofferenze della condizione umana” dissero gli angeli.

“Noi angeli della saggezza non vogliamo rischiare che facendo solidarietà alla gente, di arricchire invece solo chi la governa, che sappiamo è già ricco!” ammisero gli angeli “ecco quindi in dono a te e al tuo re…un regalo miracoloso che permetterà di far solo solidarietà alla gente più povera”.

Gli angeli fecero apparire in quel luogo e diedero a Giulius un forziere ..”il forziere della solidarietà”

Gli angeli dissero a Giulius “questo è il forziere delle buone intenzioni che commuovono il Signore…se promettete aiuto disinteressato ai poveri..sarete esauditi ed avrete risorse per aiutarli!” dissero gli angeli.

“Dopo che tu ed il tuo re avrete recitato queste parole in tutta sincerità, parole che tra poco ti insegneremo …vedrete accadere un miracolo, il forziere fatato si aprirà..e vedrete all’interno le risorse indispensabili all’aiuto di chi ha problemi di economia ..ma badate.. le risorse che appariranno obbediranno solamente alla vera solidarietà per i poveri..e cioè a quel sentimento di bontà che commuove noi angeli ed il Signore, sentimento che il tuo re non riesce ad assecondare in quanto pieno di debiti…ma sappi che se qualcuno si approprierà con intenzioni illegittime di queste ricchezze..resterà deluso ..poiché queste risorse spariranno da lui.

Quindi assicurati che il tuo re sia davvero sincero…nell’avere l’intenzione che il denaro che troverà in questo forziere sarà da lui utilizzato solo per opere di beneficenza e per aiutare i poveretti del paese”” consigliarono gli angeli.

“Ecco la poesia che tu ed il tuo re dovrete recitare vicino al forziere per far capitare la magia fortunata…dopo aver detto queste parole all’interno del forziere appariranno cose preziose!”

POESIA DEL GENEROSO

monete d’oro… pietre preziose

falle apparire e che siano numerose

in quanto persone gentili vogliamo restare

e vogliamo molta bontà dimostrare

e per non approfittare sempre dei più disagiati

facci trovare il denaro per aiutare anche i disperati

e se noi ti abbiamo un po’ commosso

facci trovare denaro a più non posso

che noi impiegheremo solo per aiutare

chi nella povertà è costretto a stare

e se saremo stati menzogneri in questo

che ci capiti di tutto e anche l’arresto

e se saremo stati traditori della promessa

in punizione la nostra anima sarà messa

ma noi vogliamo aiutare molti in verità

perché dei poveri sappiamo aver pietà

il vedere l’uomo solo e affamato

molta tristezza nel cuore ci ha causato

quindi vogliamo con questo vostro denaro rimediare

a chi dalla vita ha avuto poco e non può dare!

Giulius ringraziò gli “angeli della saggezza” e prese il forziere miracoloso, lo mise sulle spalle e provò che il peso era leggero, Giulius tornò in paese per andare a portare la lieta notizia al suo re.

Cammina e cammina, Giulius discese i sentieri della montagna e tornò in città, in direzione del palazzo del re.

Giulius arrivò al palazzo del re… e regalò al re quel forziere che aveva con se….perché ne facesse buon uso.

Giulius spiegò al re quello che gli avevano detto gli angeli…ma prima bisognava pensare a quale aiuto dover fare con il denaro che si sarebbe ottenuto con il generoso miracolo, dopo avere deciso cosa fare del denaro, Giulius insegnò al re a recitare le parole magiche indispensabili da dire e consigliate dagli angeli a lui:

POESIA DEL GENEROSO

monete d’oro… pietre preziose

falle apparire e che siano numerose

in quanto persone gentili vogliamo restare

e vogliamo molta bontà dimostrare

e per non approfittare sempre dei più disagiati

facci trovare il denaro per aiutare anche i disperati

e se noi ti abbiamo un po’ commosso

facci trovare denaro a più non posso

che noi impiegheremo solo per aiutare

chi nella povertà è costretto a stare

e se saremo stati menzogneri in questo

che ci capiti di tutto e anche l’arresto

e se saremo stati traditori della promessa

in punizione la nostra anima sarà messa

ma noi vogliamo aiutare molti in verità

perché dei poveri sappiamo aver pietà

il vedere l’uomo solo e affamato

molto tristezza nel cuore ci ha causato

quindi vogliamo con questo vostro denaro rimediare

a chi dalla vita ha avuto poco e non può dare!

Al termine di queste parole dette contemporaneamente dal re e da Giulius vicino al forziere.. il baule all’improvviso si aprì come per magia e cosa apparve al suo interno?

Al suo interno apparvero tanto denaro, tante monete, tanto oro e tante pietre preziose.

Il re era così felice adesso, con quelle risorse poteva finanziare iniziative per aiutare i poveri del paese senza che il primo ministro potesse opporsi alle sue intenzioni..e si! il re aveva un pò timore di quel primo ministro e dei suoi amici massoni…ma ora poteva disobbedire a loro, quelle risorse erano vere e non erano di certo risorse date dalle banche.

Il ministro della economia infatti, un uomo basso e vanitoso, vedendo tutta quella ricchezza disse all’improvviso : “mio re! non avrà mica l’intenzione di aiutare la parte peggiore del nostro paese con questo denaro!” ed il primo ministro continuò:” Mio re! Se una persona è povera da vecchio o debosciato da giovane è perché è un lazzarone o si è comportato da fanullone, sarebbe ricco come gli altri se non fosse così non le pare oh! re? meglio investire questo denaro tutto in una banca e approfittare degli interessi che ci daranno in cambio…mio re! mi dia retta..sia più furbo e meno sognatore..cosa è tutto questo buonismo!”

Gideon andò su tutte le furie quando udì quel dire dalla voce del primo ministro, ma non perse l’auto-controllo e gli rispose: ”i poveri non sono dei lazzaroni, essi hanno subito la poca fortuna casualmente, il metodo della competizione imposto dal suo governo e le loro poche capacità dimostrate li hanno ridotti in povertà ..e poi abbiamo promesso agli angeli di aiutare anche chi non merita con queste ricchezze poiché di aiutare solo chi merita é troppo facile ne sono capaci anche gli avidi e gli strozzini, dico il vero… mia maestà… ricordate la promessa fatta a me!” disse Giulius.

“Ma mio re!” disse il primo ministro..”questo oro e questo denaro dato in regalo ai poveri, causerà una inflazione economica rischiosa, la ricchezza che già possiedono le famiglie ricche diminuirà di molto, la suggestione di utilità che hanno oggi i lingotti di oro e il denaro, si indebolirà e causerà nei commercianti ed artigiani un rifiutare il loro uso, se noi ne facciamo un utilizzo sconsiderato, gli appartenenti a queste famiglie benestanti si sono sudati con il duro lavoro il loro denaro, ora esse disapproveranno il fatto che noi regaliamo queste ricchezze al popolo, senza richiedere al popolo in cambio nessun sacrificio..il denaro non avrà più valore a causa di questo, di conseguenza il sistema economico che adesso utilizziamo nel regno, subirà un tracollo finanziario di certo!” disse il primo ministro.

“il denaro che hanno i ricchi è così tanto che se diventeranno un pò meno ricchi di quanto sono a causa dell’inflazione, non se ne accorgeranno nemmeno un pò, infatti molto denaro di cui dispongono gli resterà ancora nelle loro banche!” rispose il re dimostrandosi molto determinato in questa sua decisione…

Nel paese di Giulius il debito pubblico causato dalle banche sarebbe restato, quei speculatori opportunisti e strozzini dei banchieri, ormai avevano impoverito il paese con la richiesta di interessi ..ma nonostante questo Giulius aveva ugualmente trovato il modo di aiutare i poveri, il re sarebbe stato ricordato dal popolo come un vero benefattore…ora il re aveva a disposizione il “forziere della solidarietà” .

Dovete sapere che a causa della sua avidità, il primo ministro utilizzando i suoi poteri ministeriali cercò di usare ugualmente le risorse del forziere magico per altri scopi..

Una sera, il primo ministro, approfittando del fatto che non c’era nessuno, entrò nella stanza dove era stato messo il forziere aperto, e si impossessò, mettendoli nella borsa che aveva con se, di parte delle ricchezze contenute, il giorno dopo si recò in banca, per depositare la somma rubata, dopo aver fatto accordi con gli amici massoni, ma quando aprì la borsa in loro presenza per dividere il contenuto con i banchieri, quelle risorse erano sparite magicamente dall’interno della borsa del primo ministro..e il primo ministro ricevette un rimprovero, avendo causato molta delusione e quindi nervosismo,…lo rimproverarono dicendo che non era affidabile il suo modo di organizzarsi.

Fu così che il primo ministro tornò a palazzo tutto indispettito, entrò nella stanza del forziere della solidarietà, e prese altre ricchezza dal suo interno e le mise ancora una volta nella borsa…questa volta controllò bene il tutto..

il giorno dopo si recò in banca, per depositare la somma rubata dopo aver fatto accordi con i suoi complici, proprio come la volta prima, ma quando aprì nuovamente la borsa in loro presenza per dividere il contenuto con i suoi amici, quelle risorse erano nuovamente sparite dall’interno della borsa del primo ministro..e il primo ministro non sapeva come spiegare questo imprevisto, ricevette questa volta un rimprovero definitivo…dicendo che non era degno di fiducia da parte di nessuno..”primo ministro lei è tagliato fuori…non ci fidiamo più di lei….poiché o si diverte a prenderci in giro oppure é matto!”.

“ ma lei è un distratto, si è dimenticato il denaro promesso in altro luogo, non ci fidiamo davvero più di lei sa!..lei non mantiene le promesse..lei ci prende in giro! E dove è finito il denaro che lei diceva di avere!” dissero i banchieri delusi nell’avidità tipica che li possedeva..

Le risorse rubate erano sparite dalla borsa…questo era strano davvero..

Dovete sapere che contemporaneamente quelle risorse rubate e poi sparite erano stranamente riapparse, come per miracolo, nella casa di Gideon, che capì in poco tempo cosa era accaduto e riportò le ricchezze apparse in casa sua.. subito a palazzo dove lo aspettava il re..che rimise subito le ricchezze rubate nel forziere della solidarietà..

Il re e Gideon Giulius intuirono lo imbroglio escogitato da quel primo ministro…il primo ministro fu obbligato quindi a confessare, di conseguenza fu smascherato e quindi destituito…privato delle sue amicizie influenti nessuno fu contrario alla sua revoca…i suoi amici massoni lo avevano lasciato solo …ormai era ritenuto quel ministro un imbroglione anche dai banchieri…poichè secondo loro aveva mentito anche agli amici non mantenendo la parola data….

Fu così che Gideon Giulius e il re decisero di occuparsi personalmente di finanziare: ospizi, orfanotrofi, collegi e comunità della carità, dormitori per vagabondi…e perfino mense per i poveri ed organizzazioni che aiutavano chi viveva di stenti e non aveva una dimora per se……

il re e Giulius finanziarono quelle organizzazioni con aiuti onerosi, se queste organizzazioni dimostravano che non avevano motivi di lucro nel loro esercitare e se garantivano che volevano solamente aiutare i poveri ed i disagiati, ed avevano bisogno di denaro pubblico solo per questo…queste organizzazioni adesso erano state informate che il re era in grado di aiutarli per davvero..

Fu così che con tutto il denaro che appariva nel forziere, si potè aiutare molta gente e tutti i poveri del paese furono aiutati, il re organizzò un fondo per finanziare un reddito chiamato di “solidarietà” per aiutare i poveri ed i disoccupati del regno, lo Spirito della solidarietà era tornato sincero e sorridente in quei luoghi, compiaciuto della sincerità e dall’amore per la fraternità che la gente dimostrava, lo Spirito della solidarietà aveva ritrovato un buon esempio in quel re..

Dovete sapere che erano gli angeli della saggezza a riempire con i loro miracoli il forziere, ogni volta che Giulius ed il re dicevano le parole buone di quella poesia..promettendo al Signore di fare solidarietà ai poveri..ogni volta capitava un miracolo..

Gli angeli vivendo in Paradiso, si avvantaggiavano dell’abbondanza di quel luogo..era quindi possibile da loro ottenere in dono ricchezze e risorse da donare a loro volta al forziere miracoloso di Giulius e permettere in questo modo al re ed a Giulius di aiutare i poveri ed i disagiati del loro paese.

Tutti i poveri poterono da quel giorno vivere saziati e dissetati e quindi contenti grazie a Gideon Giulius ..che ritornò a essere considerato un eroe della povera gente.

Dovete sapere che le banche inesorabilmente continuarono nel tempo ad arricchirsi speculando sugli interessi esosi che pretendevano ..ma tutto questo non impediva più ai poveri di ricevere un aiuto materiale valido dal governo, che ora poteva garantire loro un minimo di dignità, pur nella triste condizione economica in cui vivevano, i poveri adesso ricevevano di certo un discreto sollievo..tramite un reddito garantito tutti i mesi..

Vedendo tutto questo, lo spirito della solidarietà, descrisse il paese di Giulius, come un luogo dove tutti si aiutavano volentieri..

Vedendo tutto questo, chi poteva pagare i contributi fiscali decise di continuare a pagarli con serenità, poichè aveva capito che anche i poveri ed i disagiati avevano un minimo di aiuto dallo stato e stavano bene per questo…tutti capivano che il loro dovere di contribuente fiscale..creava di certo buoni frutti, molti pensavano che era il loro denaro raccolto dalle tasse, che era utilizzato per far la carità alla povera gente…tutti nel paese si sentivano quindi dei benefattori..vedendo i benefici causati dalla carità e dalla generosità..

Anche questa volta l’eroe Gideon Giulius aveva aiutato il suo paese, con l’aiuto dei suoi amici angeli…

Proprio così, quando il re aveva bisogno di denaro per l’intenzione sincera di aiutare la povera gente, egli chiamava Gideon Giulius e insieme compivano la implorazione benefica agli angeli necessaria per dare anche allo stato la possibilità di aiutare, impedendo così che lo stato monarchico pensasse solo al massimo profitto…

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Giugno 2012)

giudizio: saggio

voto: (da 5 a 10): 9

 

Favola di Egidio: Gideon Giulius e la Fortuna

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(racconto di tipo verde e bianco)

tempo teorico dedicato per la lettura 35 minuti

FAVOLA DI EGIDIO

GIDEON GIULIUS E LA FORTUNA

INTRODUZIONE: quando la gente vede che le speranze non si realizzano più, occorre che un abile artista, sappia vincere il maleficio di un cattivo mago, che ha allontanato la fortuna dal suo paese per invidia, rendendola meritocratica eccessivamente.

Ma Gideon Giulius in questa favola, persuaderà la fata Fortuna a bendarsi gli occhi, ricordandole che il Signore Onnipotente Creatore di tutte le cose si vuole Santo con i peccatori, e convincerà la fata Fortuna a ritornare benevola.. ..ma…

INIZIO

Favola: Gideon Giulius e la Fortuna

C’era una volta, nel mondo delle favole, un paese tra le colline alberate.

Vi ricordate di Giulius-Gideon, il povero contadino che insegnò come essere felice a tutto il suo paese, consigliando la gente a scegliere di accontentarsi, liberandolo dall’opportunismo di un mago-dittatore…ecco un’ altra delle sue avventura raccontata per voi.

Giulius un giorno capì che non gli interessava più di essere pensato come un cavaliere, non era un incarico per lui quello, la gente non comprendeva per davvero i tanti sacrifici che causava ad un contadino quel tipo di eroismo…fare l’eroe al parere di Giulius….non permetteva di pensare mai a se stessi..

Vi dirò di più..il brutto carattere di Giulius, la sua vita imperfetta e la sua ignoranza, ora infastidivano l’immagine sapiente del paese, così la gente diventò ingrata non trovando perfezione ne integerrimità in Giulius, e preferì dimenticarsi di lui..

la gente chiese a Giulius di andarsene dal paese e di andare a vivere lontano… ad esempio in campagna, “si! che vada lontano nella sua casa di campagna ad abitare quell’anti-conformista ubriacone!” dicevano purtroppo in tanti.

Giulius non se la prese a male, poiché era una persona buona, li comprese ed obbedì… egli ripose le sue armi magiche in un baule e tornò a vestirsi da contadino e si dedicò al lavoro dei campi che era il suo vero lavoro, per la gente del paese ormai non era più nessuno ed infatti nessuno si curava più di lui, e Giulius affermò:” lascio la spada e riprendo la zappa..la mia vera natura è questa, di essere un contadino…così sarà!”.

Intanto i suoi paesani vivevano felici e contenti, la stessa gente aveva capito che non aveva più bisogno di Gideon Giulius, ne di altri cavalieri ed eroi come lui, “a che servono gli eroi, ora sappiamo essere felici da soli , non abbiamo più veri problemi!” dicevano tutti.

Passarono giorni lieti per tutti, dove tutti potevano essere felici poiché avevano imparato ad accontentarsi con sincerità…e Giulius notando questo, non si lamentava mai della loro ingratitudine ne di niente…l’importante per lui era che la gente del paese fosse felice.

Ma in quel paese che viveva del continuo godimento della vita e della certezza della raggiunta felicita, qualcosa stava per cambiare, qualcuno lontano era stato reso invidioso dal loro vivere allegro e stava escogitando malefici.

Dove purtroppo l’egoismo e l’opportunismo erano ancora esistenti..ad esempio nei paesi confinanti, laggiù vivevano maghi invidiosi e malvagi in grado di fare magie e malefici giustificando con motivi futili la loro certa cattiveria.

Arrivò l’Inverno in quella regione e nessuno si era infatti premunito nei riguardi di esso, il raccolto era stato insufficiente quell’anno, la gente era stata troppo ottimista e la poca organizzazione unita a troppa faciloneria, il non programmare con abilità e il non organizzare la vita con puntiglio, avevano causato problemi alle risorse agricole..…

Inoltre l’invidia nei confronti del paese delle nazioni vicine, ed il dover essere sempre in competizione, presero il sopravvento e causarono l’irritazione e la antipatia per il paese, un mago invidioso inventava tutti i giorni castighi e punizioni anche traumatiche per la gente che gli stava antipatica..

Egli invidiava gli abitanti del paese in cui abitava Giulius e decise al riguardo di porre fine a quell’ingiustizia..”come mai la gente di quel paese deve essere sempre felice, mentre io non riesco ad esserlo?…non é giusto!” affermò il mago del castigo…”ora io punirò quel paese..e porrò termine a questa ingiustizia!”.

A causa dei malefici di quel mago nei riguardi del paese di Giulius, l’economia di tutti si ritrovò nella crisi più totale…e tutti si lamentavano della poca fortuna che si aveva nel vivere laggiù, ora nel paese a causa della prolungata carestia agricola, si faceva a volte la fame e molti pensavano per questo di emigrare lontano, la situazione era troppo grave anche per chi sapeva accontentarsi.

Era proprio così, una delle punizioni che aveva inventato l’invidioso mago con il suo maleficio, era che la speranza di ogni abitante del paese non fosse mai realizzata…

il maleficio aveva causato nel prossimo un pessimismo crudele …e tutti avevano la sensazione che la fortuna fosse sparita da quei luoghi…e il mago inoltre volle che la fame e la povertà comandassero le campagne e gli allevatori, causando la sofferenza economica di molti e per molti mesi..

poiché lui “il mago del castigo” affermava..”l’umanità va punita in quanto essa non merita ne perdono ne fortuna, poichè l’umanità è impura ed irrequieta e da sempre si è dimostrata capricciosa alla coerenza”.

Pensava inoltre il “mago del castigo” ridendo :”Ora vediamo se i filosofi della felicità, sapranno convincere ad accontentarsi, ed essere contenti ugualmente, nonostante queste condizioni di carestia esagerata che io sto causando loro!”.

Gli abitanti sopportarono, pensavano anche che pur accontentandosi del poco forse è possibile restare felici, ma poi i momenti di sacrificio e di rinuncia diventarono tanti e troppo duraturi, e tutti cominciarono a credere in loro con sgomento che mai la carestia sarebbe finita e che sarebbe durata per sempre, e la paura ed il pessimismo presero il sopravvento sull’ottimismo della gente..

Il paese a causa del diffuso esodo giovanile, rischiava di diventare disabitato di risorse umane..i giovani non facevano fortuna e pensavano ormai di partire per altri luoghi ..in quel luogo la terra da coltivare restava solamente un obbligo degli anziani…tutti a causa dei sacrifici necessari da compiere diventarono quindi depressi e tristi…

”i consigli filosofici di Giulius sono vinti finalmente!” affermò il mago del castigo nel suo casolare tra i monti, nel sapere di queste notizie…

Ma come mai la signora Fortuna aveva abbandonato il paese di Giulius?

Dovete sapere che quel mago cattivo chiamato “ il mago del castigo” aveva convinto la signora Fortuna a diventare più abile nel vedere e nel giudicare.

Il malvagio mago volle e disse che: “Bisogna che ella, la Fortuna, sappia come é erronea e stolta la gente del paese di Giulius!” e così accadde..

La Fortuna che era una bella donna sempre giovanile, cioè era una fata immortale, fu convinta da quel mago a non essere sostanziale nel giudicare ed ella disse, dopo avere visto e giudicato il mondo con pignoleria: “ora sò… ed ho capito, che solo chi merita ha diritto a usufruire dei miei benefici..ad avere momenti di vera fortuna!”.

Dette queste parole, ella scappò dal dover vivere in quella società e andò ad abitare in un luogo segreto, affinché nessuno la avrebbe più toccata e provocata, poichè secondo lei, nessuna persona meritava mai più il suo aiuto.

Si! la signora Fortuna era un po’ emotiva e irascibile e facilmente ella si irritava..quindi bisognava stare attenti a quello che si diceva in sua presenza.

Da quel giorno le speranze dei giovani e dei deboli di quel paese erano disilluse dai malefici del mago ed il sapere di questo accadere si diffuse in ogni luogo..

”a chi chiedere aiuto?” si chiedeva la gente e così i paesani si ricordarono del loro passato e che esisteva ancora un eroe e dissero: “Presto Giulius occorre il tuo aiuto, abbiamo bisogno del tuo aiuto, ti preghiamo di aiutarci, scusaci per come ti abbiamo trattato anni prima..ti chiediamo aiuto.. per favore aiutaci tu!”

Dovete sapere che altri eroi disponibili, in quel paese non ce ne erano, in passato il mago dell’opportunismo nemico della felicità, come ricorderete nella precedente storia, li aveva vinti e allontanati e cambiati da eroi altruisti in persone egoiste.

Come sappiamo in seguito Giulius aveva sfidato e vinto il mago dell’opportunismo..era quindi lui ora, l’unica possibilità disponibile a risolvere i problemi del paese.

Quel contadino era il solo che li potesse aiutare..

e Giulius infatti capì le sofferenze della gente nel vedere sempre deluse le loro speranze

le suggestioni pessimistiche che subivano dovevano essere guarite e decise di aiutarli…”questo paese è vittima di un maleficio!” pensò Giulius “devo aiutarlo!”

Nonostante i suoi paesani avessero il permesso di essere felici, mancava loro l’ottimismo e soprattutto la fortuna di vedere andare a buon fine le loro iniziative e speranze, il loro sapersi accontentare non bastava…

Ma questa volta Giulius capì che non occorrevano armi magiche, bensì era necessaria la mente fine ed acuta di un artista.

Di conseguenza questa volta il contadino Giulius decise di vestirsi da artista, da poeta, ma anche da avvocato e decise di partire alla volta della montagna del Paradiso per chiedere consiglio agli “Angeli della saggezza” i suoi unici e veri amici.

Giulius sapeva che se avesse voluto, proprio per quanto amava il suo paese, avrebbe avuto lo aiuto dagli angeli, forse pensava Giulius: “solo Loro possono risolvere i problemi che disturbano l’ottimismo dei miei paesani poiché sappiamo e sono contento che si Vogliono Santi”

Cammina e cammina Giulius giunse sulla “montagna degli angeli” egli incontrò in quel luogo gli “Angeli della saggezza” e descrisse loro le sue preoccupazioni.

Fu così che Giulius capì che Il Signore del Cielo aveva creato la Fortuna, ma la aveva lasciata nello spirito libera di aiutare chi voleva… ma la Fortuna non era saggia, la Fortuna aiutava chiunque a causa della sola simpatia e delle emozioni del momento…infatti la Fortuna era un spirito impulsivo.

Gli “Angeli della saggezza” decisero di aiutare Giulius e lo consigliarono prima di tutto a capire quali erano i motivi per cui la Fortuna si negava da un po’ di tempo ai suoi paesani, per capire questo, essi interrogarono i cinque elementi che causano e influenzano la vita sulla Terra.

Questi elementi sono: gli spiriti del fuoco, dell’aria, dell’acqua e della terra e anche lo spirito dell’amore, essi furono interrogati per capire quel che stava succedendo nel mondo.

Dopo qualche giorno di attesa, questi spiriti risposero, e gli angeli seppero che i motivi per cui la Fortuna non aveva più simpatia per le speranza degli uomini erano i seguenti:

1) i paesani avevano timore della verità

2) essi erano poco rispettosi del Signore del Cielo loro creatore

3) essi nella vita erano stati molte volte egoisti con i deboli

4) essi nella recente vita fingevano di ritenere giusti i loro errori

5) essi si divertivano a discriminare il loro prossimo

6) essi non facevano un valido esercizio dell’intelligenza e dimostravano poca abilità nel lavoro…

Tutte queste cose alla lunga allontanano la Fortuna dalla gente.

Gli angeli della saggezza riferirono queste cose a Giulius, ed egli restò in silenzio a pensare.

In seguito Giulius chiese: “ma come farò a convincere la Fortuna a tornare benevola..questo é importante, poiché è a causa di questa simpatia per l’umanità che la Fortuna esaudisce le nostre speranze..l’umanità per restare ottimista deve avere la sensazione che la signora Fortuna sia sua amica”…”si! bisogna convincere la Fortuna a tornare come prima..amica del mio paese!” pensò Giulius.

Ma come fare?

Gli angeli risposero: “ solo tu Giulius lo puoi sapere, come un poeta dovrai scrivere e recitare la giusta poesia in rima..in modo da commuovere la Fortuna e farla tornare amica della tua gente”.

“Noi ti possiamo aiutare e ti regaliamo uno strumento musicale magico, un mandolino di legno pregiato, con le parole che scaturiranno dal tuo cuore e con l’aiuto della sua musica magica, potrai convincere la Fortuna a tornare amica degli uomini, infatti questo altri non è che il “mandolino della persuasione”.

“E che altri argomenti avrò per convincerla?” chiese Giulius.

A sentire le parole di Giulius una voce nell’aria, era la voce spirituale di un angelo invisibile che diede a lui una risposta:

“la Fortuna e impulsiva ed a volte ingiusta non sempre obbedisce alla saggezza, quindi essa obbedisce alla suggestione ed alla emotività, il dissuadere dal fare solidarietà ha causato l’allontanarsi del far la carità, quindi anche la Fortuna è diventata egoista con i bisognosi, bisogna fare regali, facendo infatti un piccolo regalo a qualcuno si ottiene Fortuna dieci volte tanto per noi!” detto questo la voce tacque e gli angeli visibili della saggezza continuarono a dire tutti insieme:

“noi ti diciamo dove la Fortuna si è nascosta e tu Giulius che ti credi un bravo persuasore, cercherai di convincerla a tornare amica della gente del tuo paese, poiché devi sapere che “il mago del castigo” l’ha convinta a donare la propria influenza benefica sempre agli stessi, non obbedendo più alla commozione e alle sane emozioni della pietà e del voler compensare rimediando alle difficoltà della vita..”.

Rivelato a Giulius il luogo segreto dove si trovava la signora Fortuna, Essi fecero un’altra cosa, diedero a Giulius un altro regalo da donare alla Fortuna: “questo regalo ti aiuterà a convincere quello spirito impulsivo, ora diventata anche egoista, a tornare tua amica.

Ecco tieni una bottiglia di un vino zuccheroso e magico ed un rotondo dolce dal buon sapore!” dissero gli angeli.

Quando la signora Fortuna berrà il vino magico… diventerà più allegra.

Quando la signora Fortuna si nutrirà del magico dolce…diventerà più buona con la gente..” aggiunsero gli angeli.

Dopo avere capito queste cose Giulius era pronto e decise di andare a trovare la signora Fortuna ovunque si trovasse, saputo dagli angeli il luogo dove la Fortuna si nascondeva Giulius decise di andare laggiù per incontrarla.

Dovete sapere che la Fortuna aveva deciso per nascondersi di andare a vivere in segreto su un isola, in mezzo al mare Mediterraneo, si! ella ora viveva a nord della Sardegna sulla colline che sormontano la città di Porto Torres..in quel luogo lontano aveva costruito una delle sue case…laggiù si trovava la casa della signora Fortuna…che era una fata..

Giulius si organizzò a modo, raggiunse il porto di Genova e salì su una barca a vela a pagamento e così dopo qualche giorno, Giulius poté raggiungere il nascondiglio della signora Fortuna che ora non era più un segreto per lui…

Giunto nella casa di Porto Torres, vide la fata che stava prendendo il sole sdraiata su un lettino di foglie di palma, le si avvicinò e le parlò, e Giulius ebbe conferma che qualcosa era cambiato in lei, la signora Fortuna era cambiata ella non era più generosa, ella aveva deciso di diventare un giudice meritocratico e di vederci bene, ora vedeva con puntiglio la vita degli uomini…ed ora che la Fortuna aveva deciso così, ella credeva molto di più a quel che diceva il mago del castigo invece di credere nella virtù della bontà….il mago la aveva accusata di portare fortuna ingiustamente anche ai peccatori più matti, invece di limitarsi ad aiutare solo chi é serio e meritevole..

La Fortuna a causa del maleficio ipnotico di quel mago capì che non tutti meritavano la sua amicizia .. e quindi ora intendeva premiare solo chi meritava e cioè proprio nessuno, poiché la signora Fortuna purtroppo era stata resa anche pignola e si era proprio stufata dei bisticci degli umani, così la fata aveva deciso.

“A mio parere di certo la sua intelligenza subisce la magia di un mago malvagio!” pensò Giulius preoccupato..

Ma queste cose Giulius le sapeva di già e decise di porre rimedio in quel luogo parlando per un po’ con quell’essere fatato creato dal Signore del Cielo…

Giulius decise quindi di regalare alla Fortuna i suoi doni magici che aveva con se…che erano: una bottiglia di vino molto dolce (la magia del dimenticare i litigi rendendo tutti allegri) ed inoltre donò a lei una torta rotonda ripiena di frutta saporita (la comprensione del solo bene..la comprensione della generosità..e cioè di essere buoni con chi piace al Signore del Cielo facendo regali).

Mentre la Signora Fortuna beveva quel vino e si nutriva di quei alimenti prelibati, Giulius imbracciò il suo mandolino magico e si mise a suonare magiche note restando a Lei vicino, recitando queste parole, volute dal suo cuore, parole in rima ordinate dalla sua inventiva:

CANZONE DI GIULIUS

DAL TITOLO:

FORTUNA CHIUDI GLI OCCHI

oh! bellissima Signora dai poteri importanti

rendici contenti tutti quanti

le emozioni di gioia e di felicità causare

solo la Fortuna ce le può regalare..

seppur peccatori, noi umani siamo

ma sempre figli del Cielo noi ci vogliamo

Il Signore che è Padre di tutti anche di noi

Ti comanda a esaudire le nostre speranze se tu vuoi

Un pensiero fatato che merita rispetto

ad ogni speranza può dare ottimismo e sia detto

I nostri sogni non siano desiderati invano

Tu signora Fortuna puoi darci una mano?

In quanto il Creatore ti ha voluto al mondo per causare

che i nostri sogni ogni tanto si debbano avverare

Non badare ai nostri errori morali

noi ugualmente ci riteniamo tra noi tutti uguali

Dimostrando tra noi bontà e solidarietà

Comprendi se vuoi, solamente la nostra verità

Vedi soltanto le nostre buone azioni

E realizza per noi generosa…. solo i sogni buoni

Se vuoi aiuta chiunque, sia i servi che i padroni

aiuta se vuoi anche i giudici ed i ladroni

Perché chi ti ama, ti vuole generosa oh! signora Fortuna

Realizza le nostre speranze, dai almeno qualcheduna!

In quanto solo semplici uomini noi siamo

E solo la gioia di aver una speranza noi abbiamo

che il Volersi Santo del tuo Creatore ti porti consiglio

ed aiuti con la sua generosità ogni suo figlio..

E cosa accade?. Sarà stato per il buon bere ed il dolce mangiare, sta di fatto che la signora Fortuna ritornò pian piano benevola ed allegra.

Sarà stato per effetto della magica musica del mandolino e delle belle parole commoventi del poeta, sta di fatto che la signora Fortuna ritrovò anche la simpatia per la umanità.

La Fortuna, resa allegra, si mise allora a cantare così:

è giusto anche se sembra da sciocchi

che io mi preferisca bendata sugli occhi

e che io possa donare i miei poteri

a chiunque mi voglia e mi chiede aiuto volentieri

“Si! ho capito..ora son certa che sarò sostanziale nel giudicare

e che farò solo del bene e molta fortuna dare

..anche se la coerenza dei maghi non mi comprenderà,

ma le tante speranze della gente questa novità risolverà!.”

così si mise a cantare la signora Fortuna..in risposta alle belle parole di Giulius e sorridendo al suo nuovo amico..

Giulius sentendo queste parole dette dalla fata capì che la Fortuna era finalmente tornata mite ed amica degli uomini, Giulius chiese:”oh!Signora é  possibile che la Fortuna mi conceda un favore, mi conceda il permesso di mettere una magica benda sui suoi bellissimi occhi, che rappresenta la “sostanzialità” nel giudicare, se vorrà così questo  significherà che la Fortuna non sarà più pignola nel donarsi agli uomini!”.. con un sorriso la Fata acconsentì, fu così che finalmente bendata, che gentilmente la Fortuna decise che tutto il destino dell’umanità sarebbe tornato ad essere consigliato dal Caso e dalla Coincidenza e non più dalla severa Logica, che da sempre è nemica dell’amore e della bontà.

Ora la signora Fortuna poteva di nuovo influenzare qualsiasi individuo e costui poteva credere che la sua speranza segreta si realizzasse…infatti ogni tanto, come sappiamo, la speranza di qualcuno si realizza davvero a causa di un suo miglior momento di Fortuna.

Resa mite la signora Fortuna e fatta tornare allegra come ella era prima, Giulius la condusse dopo un lungo viaggio per il mare, al suo paese, ed essa in quel luogo apparì ai molti bendata sugli occhi e giovane donna, e tutti nel paese le poterono toccare le sue bianche vesti ed accarezzarle le sue guance rosee..in questo modo ella così provocata, decise di diffondere tutto intorno il suo potere positivo e di portare Fortuna a quell’uomo ed a quell’altro uomo così come per caso, e tutto questo capitò ovunque ed a chiunque nel paese.

I momenti fortunati finalmente ritornarono a diffondersi nel paese di Giulius e con essi con il passare del tempo tornò l’abbondanza dei raccolti e la ricchezza economica da tutti desiderata…finalmente era giusto tornare a sperare ed a sognare ancora.

Ora in quel paese era più facile per chiunque accontentarsi…infatti ogni tanto capitava davvero un bel momento fortunato, e così la gente poteva continuare a credere nell’ottimismo e con sincerità, e la sensazione di felicità si rafforzava continuamente, le speranze della gente si realizzavano finalmente..dovete sapere che giungevano notizie di momenti fortunati da ogni dove, fu così che la gente del paese sentiva dire:

“dovete crederci nel nostro paese non capiteranno mai più gravi inconvenienti, la Fortuna ci è tornata amica!” diceva Giulius alle persone che incontrava per strada ogni giorno.

“Tutto questo ottimismo è dovuto al nostro eroe Giulius che ha reso amica e benevola la signora Fortuna con la sua gente!”, rispondevano tutti quanti a quelle parole.

“Grazie Giulius..sei il nostro eroe!”

Ed a voi cari lettori, anche se non tutti lo meritano, ugualmente a tutti un augurio di Felicità e di tanta Fortuna.

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Settembre 2011)

Giudizio: interessante, originale

voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: la soluzione forse esiste (per ragazzi)

School backpack symbol icon vector illustration graphic design

 
(racconto di tipo verde e bianco)

tempo teorico dedicato per la lettura circa 30 minuti

FAVOLE DI EGIDIO..

LA SOLUZIONE FORSE ESISTE

INTRODUZIONE: esistono errori che non possono diventare esatti, forse occorre girare il mondo per trovare consigli utili su come vivere bene ugualmente avendo il peso da sopportare di aver commesso un errore nella vita..sappiamo che il Volersi Santo del Signore permette di perdonare tutte le fornicazioni a chi si pente…ma..

Favola: La soluzione forse esiste

Inizio

Nella ipotesi che esista un errore che nessuno sa rendere esatto, ho inventato per voi questo racconto …anche secondo me è meglio che un fatto che da dispiacere resti sempre uno sbaglio, in questo modo sarà più difficile che ricapiti…sappiamo infatti che di certo esistono errori che non possono diventare cose giuste.

N.B: inizialmente non dirò quale é lo errore del ragazzo protagonista, ma lo rivelerò soltanto nell’ultimo episodio di questa favola consigliata dalla mia fantasia..

Se volete, pensate che per il protagonista di questa favola si tratti solo di un sogno..ecco che la seguente favola diventa un racconto molto fantasioso.

C’era una volta, nel mondo delle favole, nel simil periodo del 1900 d.c., un ragazzo orfano e quindi senza genitori ne famiglia, era proprio solo, che si arrangiava nel poter vivere e anche nel sopravvivere.

Questo ragazzo per la maggior parte dei suoi giorni aveva prestato molta attenzione a tutto, ma un giorno di questi egli, forse perché era stanco, forse perché non stava bene come di solito, forse perché era di umore alterato, il vero motivo quindi non si sa, sta di fatto che questo ragazzo un giorno commise un azione di cui in seguito avrebbe capito che era impossibile di farla diventare una cosa giusta…e questa è la sua storia.

Passarono le settimane ed il ragazzo comprese che quel giorno aveva commesso veramente l’errore della sua vita, una azione discutibile che nessuno avrebbe capito ed sarebbe riuscito a farla diventare azione giusta e sapiente, quale errore fosse non lo diciamo perché il ragazzo non vuole farcelo sapere, si sappia solo che il ragazzo in passato commise veramente un errore, solo questo é certo di lui…io che vi racconto che ritengo di non avere errori gravi nella vita..ugualmente capisco l’imbarazzo di questo ragazzo nell’avere questa certezza nel suo comportamento.

Ma il ragazzo non si perse di animo e con coraggio prese il suo errore con se e lo mise per nasconderlo in uno zaino di colore verde…innanzitutto bisognava tenerlo nascosto al sapere degli altri..

Si sforzò di essere ottimista e riflettendoci su diceva: “Chissà! un giorno i miei errori diventeranno cosa esatta, un giorno quando forse la maggior parte dell’umanità la penserà in altro modo e non come ora, quando la umanità sarà più evoluta di adesso, tutti diranno che sono anch’io nel giusto!” pensava il ragazzo..

Ma oggi l’errore di quel ragazzo in qualunque modo lo si descrivesse, lo si raccontasse o lo si interpretasse non poteva diventare esatto, purtroppo rimaneva sempre un errore ed il ragazzo provava dispiacere per questo…di quale errore in particolare si stia parlando non lo possiamo ancora dire, ma ci fidiamo del giudizio del protagonista che conosce qual’é.

Al risveglio ogni mattina al ragazzo tornava in mente il suo errore e non riusciva a dimenticare di non avere avuto un comportamento perfetto, per tutta la giornata e tutte le volte quello sbaglio gli tornava alla mente per farsi ricordare e meditare, il ragazzo molte volte ne soffriva…lo zaino verde era diventato davvero pesante per lui.

Il povero ragazzo non ne poteva più, ormai si era rassegnato ad avere un errore, ormai non si riteneva più uguale agli altri… il timore di essere considerato non più affidabile come prima lo dissuadeva dal cercare di far diventare cosa giusta il suo errore..”come posso fidarmi di me stesso e gli altri come faranno a fidarsi di me?” pensava tristemente…”chi mai mi darà un lavoro se ammetterò che tendo a commettere errori e sembra quindi che non ci tengo a stare attento?”

Qualcuno intorno a lui intuì che il ragazzo aveva qualcosa di differente dagli altri, quel ragazzo aveva qualche segreto da nascondere, diventò diffidente con lui e cominciò a screditarlo.

Ogni volta che questo qualcuno incontrava il ragazzo, si mostrava suo nemico e faceva al ragazzo dei dispettosi pernacchi: “Ehi tu! ragazzo Prr..Prr!” significava che avere un atteggiamento molto riservato, lo aveva reso anti sociale, ed  aveva causato il perdere il rispetto di qualcuno..

Il ragazzo decise quindi di partire poiché dove si trovava adesso era infelice, quindi mise il suo zaino con dentro l’errore, il suo pesante errore, sulle spalle e partì per un lungo viaggio intorno al mondo.

Egli aveva raccolto tutti i suoi risparmi ed era partito convinto che un giorno avrebbe incontrato qualcuno che gli avrebbe dato dei buoni consigli per risolvere il suo problema.

Forse tra un anno, forse di più, girando il mondo con il suo zaino verde in spalla, il ragazzo avrebbe trovato qualcuno in grado di rendere giusto quell’errore che gli causava il giudizio di essere diverso dagli altri.

“Ma che errore aveva commesso il ragazzo?” chiederete voi cari lettori, vi dirò che non lo potrete sapere per adesso, in quanto il ragazzo è geloso della sua vita privata, ma se volete decidete voi da soli quale errore esso possa essere, secondo quanto vi consiglia la vostra coscienza e la vostra esperienza di vita.

Potete se volete tentare di indovinare quale sbaglio possa essere, chiedendo consiglio ad esempio ad un sacerdote o ad un carabiniere.

Sappiate che non importa quale errore pensate che il ragazzo abbia nello zaino..l’intenzione del racconto ed infatti la seguente:.”.cosa accade quando l’errore che abbiamo commesso non può diventare cosa giusta? Sapere di non essere considerati dagli altri più integerrimi ci farà soffrire?

L’errore che avete appena pensato potrebbe essere quello, ma non importa, continuiamo se volete a leggere il mio racconto per capire come il ragazzo ha risolto il problema.

Cammina e cammina per il suo viaggio intorno al mondo, il nostro ragazzo sentiva che l’errore che era nel suo zaino cominciava a brontolare, esso si muoveva tutto all’interno dello zaino come se fosse cosa viva, come se volesse guidare il ragazzo per una strada anziché per un’altra..esso si contorceva all’interno dello zaino come se fosse un serpente….ma in realtà tutto questo era causato da una suggestione voluta dalla coscienza in crisi del ragazzo..era come una magia..

“Fa quasi impressione a vederlo questo zaino chiuso, ma con dentro una cosa viva che si contorce!” pensava il ragazzo al riguardo, l’errore si muoveva all’interno cercando di uscire e cercando di non restare più un segreto, invece ribadiva il ragazzo:” nessuno saprà mai che errore ho, perchè so che non mi comprenderanno e diranno di punirmi!”.

Dovete sapere che questo ragazzo, tutti lo pensavano da bambino un bravo ragazzo e quindi egli era obbligato dal timore di deludere qualcuno a far restare segreto il tipo di errore che condizionava la sua vita.

Ma bisognava che il ragazzo prima o poi trovasse una soluzione, bisognava che il ragazzo prima o poi si togliesse quel peso.

Ma era tutto inutile, ogni volta che il ragazzo lo abbandonava in qualche luogo quello zaino, il giorno dopo all’improvviso lo zaino verde ritornava di nuovo sulle sue spalle facendogli piegare le gambe con il suo peso, ed era diventato ancora più pesante di quanto fosse prima…non poteva regalarlo quello zaino..poichè il ragazzo aveva il timore che colui al quale lo regalava sarebbe andato prima o poi alla polizia come testimone di reato..

Un giorno ad esempio, il ragazzo nascose lo zaino verde nella casa di uno sconosciuto, ma il giorno dopo, niente da fare, lo zaino tornò ed era ancora sulle sue spalle…lo zaino era tornato da lui…come per magia..

Un giorno il ragazzo seppellì lo zaino sotto un metro di terra in un giardino, ma il giorno dopo, niente da fare, lo zaino apparì ancora sulle sue spalle con tanto di zolle di terra appiccicate, così il ragazzo capì che era meglio rinunciare a disfarsene e rinunciò a qualunque atto di furbizia…un maleficio lo torrmentava..un maleficio causato da un senso di colpa grave..

Eh si! La coscienza che ha l’essere umano molte volte si comporta in questo modo con chi ha errori..

Gira e rigira per il mondo, il ragazzo continuò il suo viaggio, cammina e cammina sempre con il suo zaino verde in spalla per trovare qualche idea al riguardo nel visitare paesi nuovi e luoghi sconosciuti .

METODO DEL POLIZIOTTO

Ad un certo punto del suo viaggio il ragazzo nei pressi di una stazione incontrò una persona, si trattava di un poliziotto, costui lo vide e capì dallo sguardo di quel ragazzo sconosciuto che quel ragazzo aveva qualcosa da nascondere e disse:” solo se hai commesso un reato e rischi quindi la prigione dovrai avere una crisi e temere per il domani!”.

Il ragazzo nel timore che forse il suo errore era vietato dalla legge di quel paese, che forse il suo errore era considerato un reato, prese paura e così fuggì, il poliziotto vedendolo fuggire, ed intuendo una situazione di reato, urlò per farsi sentire da tutti i presenti:

”Attenti! forse quel ragazzo con lo zaino verde ha un pericoloso errore con se, è portatore di una  grossa  disobbedienza al codice civile, di una incoerenza che può infastidire il mondo intero, presto fermatelo!” temendo che il poliziotto, a causa del suo intuito, evidenziasse troppo il tipo di errore che aveva , il ragazzo si mise a correre e scappò via in modo da far rimanere ancora segreto il suo errore ed evitare così la perquisizione del suo zaino.

METODO DEL BANDITO

Il ragazzo continuò a camminare per giorni e giorni senza mangiare e senza bere e fu così che un giorno incontrò un ladro, un bandito:

costui era una persona furba che approfittava degli errori che avevano commesso gli altri, ma teneva ben nascosti i suoi, e mentendo a tutti obbligava gli ingenui a ritenere giusti gli errori dei ladri, e diceva:” l’errore non è che hai rubato, ma è che ti hanno visto rubare, se nessuno ti ha visto farlo é come se non fosse mai successo!” non appena il ragazzo capì le brutte intenzioni e la falsità che aveva nei modi di fare quel ladro, fuggì da lui scappando via…il ragazzo non riteneva quel ladro degno di dare consigli…il ragazzo aveva infatti un problema di coscienza, poiché nonostante l’infrazione, lui era restato uno idealista e credeva ancora nella verità…

METODO DEL GIUDICE

Cammina e cammina il ragazzo incontrò una persona a cui piaceva punire e perseguitare con continui rimproveri chi aveva errori, egli era un giudice di tribunale e siccome il ragazzo non riusciva proprio a rendere giusta la cosa che aveva commesso, il giudice gli diede questo consiglio : “ragazzo rimproverati e giudica te stesso come se fossi un altro, infliggiti delle punizioni a te ed a quelli come te, ritieni la tua coscienza come se fosse quella di un altro..e disprezza una parte di te!” ma il ragazzo dopo avere sofferto per alcune accuse crudeli da parte del giudice, temendo di ammalarsi di schizofrenia, il ragazzo riuscì con destrezza a scappare via da lui dicendo:

”ne parliamo domani ora ho da fare!” ma non fu così…non si incontrarono mai più.

METODO DEL FILOSOFO

Il ragazzo continuò il suo viaggio sempre con il suo peso nascosto nello zaino verde che aveva sulle spalle e questa volta incontrò:

una persona, un laureato in filosofia, che gli disse: “ si può avere errori in quanto siamo esseri umani e l’umanità è piena di persone che hanno errori e quindi la tua situazione caro ragazzo è normale é comune a tanti”…il ragazzo mangiò un panino con lui e bevve del suo vino, sembrò convincersi insieme a lui di questo e si stava bene, ma poi decise di proseguire il suo viaggio, perché quello che gli aveva detto il filosofo non lo guariva dal fardello che portava sulla schiena, infatti risultava che il suo errore esisteva sempre,  e poi non tutti credevano che gli esseri umani meritavano di restare allegri se avevano errori, consolare gli errori era ritenuto da molti un fastidioso sacrificio per la società civilizzata, bisognava migliorare l’umanità, e spaventare i colpevoli instaurando un criterio meritocratico iniquo, comandando conseguenze gravi a chi era accusato di aver commesso errori, quindi il peso sulle spalle esisteva ancora per colpa della diffusa iniquità,, il ragazzo decise di continuare il viaggio poiché aveva ancora una speranza, “forse incontrerò un giorno una persona che mi aiuterà a rendere leggero il peso contenuto nel mio zaino verde rendendo cosa giusta il mio segreto”.

METODO DEL POLITICO

Il viaggio intorno al mondo continuò e il ragazzo incontrò un politico, un riformatore che spesso cambiava le sue regole per vincere, che gli disse:”ragazzo perché non cambi le tue regole come ho fatto io, inventa regole morali ed esistenziali nuove, così non avrai più errori, e la tua vita diventerà tutta giusta!” per un attimo il ragazzo ne fu entusiasta di questa idea, ma poi il ragazzo pensò che la felicità della politica era fondata sul dovere appartenere ad una maggioranza, ma esisteva sempre una controparte che si era convinta diversamente, che si lamentava delle nostre nuove regole, pensando che questa opposizione avrebbe sempre ritenuto il suo segreto un errore e per giunta molto grave per antipatia per lui, egli si avvilì e se ne andò da quel luogo, in quanto la verità è più di una per chi fa della politica, è sempre si fa torto a qualcuna…e quindi esisterà sempre chi ti rimprovera…ed a volte anche se non subito quel qualcuno a volte vince negli argomenti , si! quando sono i ragionamenti dell’opposizione a vincere, si soffre tanto per l’infastidimento che si prova nel dover sentire le sue obiezioni acclamate dal popolo..

Fu così che il ragazzo riprese il suo viaggiare..

METODO DEL MAGO

Il viaggio era lungo ma il ragazzo continuò il suo cammino alla disperata ricerca di qualcuno che lo consigliasse ancora e incontrò un mago che gli disse:” caro ragazzo io ho il potere di manipolare i tuoi ricordi, con l’aiuto dell’ipnosi, io ti convincerò che sulle tue spalle non hai più un peso, ti convincerò che l’errore che hai non è evidente come credi, inserendo poi in te le certezze ed i ricordi di un altro, non ti accorgerai che hai sulle spalle uno zaino pesante e non ti importerà soprattutto di quale colore lo zaino sia, io posso cambiare i tuoi ricordi del passato causando un presente migliore..ti farò dimenticare che hai errori agendo sul cervello!”.

Per un attimo il ragazzo pensò di fermarsi li a riposare, forse quel mago aveva ragione..ma poi un bambino sincero ed un pò ingenuo che lo vide passare gli disse ad un tratto: “ che bel zaino verde che hai sulle spalle..è così grande… ma però chissà quanto è pesante!” subito la ipnosi del mago scomparve e il suo effetto svanì e il ragazzo sentì all’improvviso di nuovo un forte e traumatico peso sulla schiena, a fatica si rialzò e decise di scappare via da quel luogo, si sentiva strano a causa dello sbaglio che aveva commesso, la sua crisi di coscienza gli era ritornata, non si sentiva troppo convinto dagli espedienti di quel mago.

METODO DELLO PSICOLOGO

Il viaggio del ragazzo in torno al mondo continuò e il ragazzo incontrò un’altra persona, uno psicologo, che gli consigliò di credere nel pluralismo e nel rispetto della dissociazione pacifica dai doveri creati da una opinione soprattutto se essa è inventata da un altro, creando in questo modo la pace della pari opportunità, anche se sappiamo che ogni errore è differente, nessuno è uguale agli altri, ed ogni errore che si aggiunge alla nostra vita ci fa restare differenti dagli altri, come già lo siamo, e di conseguenza siamo ancora uguali agli altri…..poichè nell’essere differenti gli uni dagli altri in questo siamo tutti uguali.

Il ragazzo credeva di avere raggiunto finalmente la meta al suo fuggire, bevve del suo vino e si nutrì del suo cibo, ma si accorse che il suo errore era troppo grande anche per questo e non esisteva in verità un gruppo di opinione che poteva fargli solidarietà ed aiutarlo spiritualmente, ..era proprio un ragazzo solo, nessuno voleva unirsi al suo arbitrio strano e far solidarietà al suo sbaglio, il ragazzo era solo al mondo e pensava che nessuna parte della umanità sarebbe stata sinceramente d’accordo con lui…tutti pensavano che non portava nessun vantaggio consolarlo..quindi il ragazzo deluso da tutti in quanto abbandonato… fuggì da quel luogo…il peso dello zaino verde lo affaticava ancora…nessuno voleva sopportare parte di quel peso…e poi pensò: ” se un giorno futuro comanderà l’umanità un unico arbitrio, ed il pluralismo, tanto permissivo, sarà abolito, come farò a sopportare i miei errori?”

METODO DEL PAGLIACCIO

Il ragazzo continuò il suo viaggio, cammina e cammina, sempre con il suo zaino sulle spalle fin che un giorno incontrò un’altra persona, questa volta si trattava di un pagliaccio, si! di un clown…Questi gli consigliò di ridere e sempre ridere di se stesso e di prendersi in giro volentieri e di non importarsene se anche qualcun altro ride di te a causa degli errori che hai..”caro ragazzo non devi prendere il mondo sempre sul serio, ogni tanto ridi ugualmente dei tuoi sbagli.. è lo stesso..scegli di non soffrire più dei tuoi errori se non riesci a farli diventare cosa giusta..mettiti a ridere quando te ne ricordi..e soprattutto permetti che il prossimo rida di te e anche tu ridi insieme a lui!” gli disse il pagliaccio.

Il ragazzo si fermò a riposare e rispose: “veramente il problema è il peso di questo zaino verde che mi tormenta la schiena e la coscienza, e poi sò che dopo ogni momento di allegria tornerà la tristezza di sempre in me, le due emozioni infatti si alternano in noi, e dopo la luce del giorno torna il buio della notte”. Il ragazzo rispose con saggezza e ripartì per il suo viaggio intorno al mondo alla ricerca di altri metodi

METODO DELL’ATTORE

il ragazzo continuò il suo cammino ed incontrò questa volta un attrice di teatro che capì il suo problema e gli consigliò di essere a modo suo..si! di non imitare mai nessuno e di credere sempre in te stesso..

Il ragazzo avendo capito che la società permetteva la libertà di essere a modo suo, decise che a qualcuno avrebbe detto la verità ad altri avrebbe invece mentito, a seconda di quanto gli altri erano importanti per lui, poiché si sentiva libero di comportarsi come voleva..

Ma il ragazzo dopo un po’ di questa vita si ritrovò a restare solo, si sentiva davvero solo, nessuno lo voleva come amico, non avendo quindi l’amicizia degli altri in quanto era considerato un antisociale, accadde che restato solo che il ragazzo litigò e fu oltraggiato da una banda di malavitosi, che lo umiliò e lo torturò a causa di futili motivi, gli altri videro quello che gli facevano, ma a nessuno importava di lui poichè dicevano “ragazzo hai deciso di essere a modo tuo.. non hai diritto al nostro aiuto!” e lo misero nelle mani degli opportunisti e di chi non permette il libero arbitrio ed approfitta delle minoranze dichiarando che la legge del più forte governa sul più debole..

Fu così che il ragazzo non avendo ancora risolto il suo problema decise di rimettersi in viaggio nuovamente intorno al mondo..e fuggì..

METODO DELL’EXTRATERRESTRE

Il ragazzo camminò ancora per il mondo..finchè in una pianura…raggiunse un luogo dove non c’era nessuno..e vide in quel luogo una astronave aliena ferma in una zona ampia priva di alberi, si avvicinò ed incuriosito ci sali su, l’astronave era governata dagli extraterrestri…e loro gli dissero: “nel nostro mondo non c’è gravità..nulla è grave..nulla pesa!”…e lo portarono con loro volando nello spazio per dimostrarlo, ed in effetti nello spazio non c’era gravità ed il ragazzo non avvertiva più il peso dello zaino, e pensò: ” forse questa é la soluzione…vivere su un altro pianeta insieme agli extraterrestri in assenza di gravità!” ..ma dopo un pò di questo sollievo, gli alieni capirono che ci sarebbero stati problemi di integrazione di usi e costumi, se quell’essere umano restava con loro per troppo tempo……e dissero al ragazzo, “tu non sei come noi, sei di un altra razza, sei umano, quindi devi vivere sulla Terra, tra gli umani, e così riportarono il ragazzo sulla Terra nella pianura e gli dissero di andarsene dalla loro astronave..

METODO DEL VOLERSI SANTO E  DI CREDERE NELLA CARITA’..

(l’episodio preferito dalla maggior parte dei lettori…dove sarà rivelato quale è l’errore commesso dal ragazzo)

Il ragazzo continuò il suo viaggio finchè decise di lasciare la strada che conduceva alla città e si ritrovò in una foresta con molti alberi, camminando tra gli alberi e giunse presso una grotta su una collina, la grotta era tutta illuminata da candele accese…

Dovete sapere che in quella grotta viveva un eremita giudicato da tutti di essere come un Santo..

Il Santo era vestito di un saio grigio e portava dei sandali ai piedi…ed una corda legava i suoi fianchi facendo da cintura al saio che indossava…

Il ragazzo chiese ospitalità all’eremita che lo accolse gentilmente e gli offrì del latte e del pane..essi mangiarono insieme nella grotta illuminati dalle candele..

Il Santo chiese a chi aveva deciso di essere suo ospite: “raccontami la tua storia di vita..ragazzo!” e fu così che il ragazzo commosso dalla gentilezza di quella povera persona, trovò il coraggio e l’umiltà di confidare il suo segreto e si mise a piangere davanti a Lui, confidò il suo segreto e cioè di avere sulla coscienza il dispiacere di aver commesso durante la sua vita una azione che la voce del vento giudicava un errore..quindi essa era un errore di certo..si! era come se subisse una maledizione:

“Puoi tu Sant’uomo dare pace alla mia sofferenza?”

il Santo eremita mise il ragazzo alla prova:

“Dimmi ragazzo ritieni tu il Signore un essere Buono e Santo?”

“Si!” rispose il ragazzo, il Signore è certamente Buono e Santo poichè mi ha fatto incontrare Lei, cara persona, che ha il dono miracoloso di dare pace alla coscienza dei peccatori, e di certo ha creato la Natura non pignola per aiutare l’umanità, in quanto Si Vuole Santo..ed il creato è un dono del Suo immenso amore per noi..”

“Ragazzo, puoi pentirti con me dei tuoi peccati!” disse il Santo..

Il ragazzo obbedì quindi alla richiesta e si penti dei suoi peccati..anche di quelli che non era certo che lo erano..e cosa accadde?

Il Santo eremita, aveva capito che il ragazzo era degno di perdono, confessò il ragazzo e lo perdonò dei suoi peccati chiedendo al ragazzo di pentirsi di tutti i peccati commessi fino a quel momento, anche di quei peccati che non ricordava e che un giorno casualmente si sarebbe ricordato..e disse: ” il tuo pentirti di fronte a me, dimostra a me, che mi ritieni Santo, come io mi voglio da tempo, contento di questo, io ti assolvo dai tuoi peccati!”

Il ragazzo tra i tanti peccati commessi trovò il coraggio e l’umiltà di raccontare il peccato più grave da lui vissuto:

Il ragazzo ammise:

“deve sapere Sant’uomo! che tempo fa ho trovato per caso e per coincidenza, un sacco con dentro del denaro rubato, probabilmente appartenente ad un vera organizzazione di rapinatori  di banche, il cui capo  era residente vicino alla mia abitazione..

il capo dei banditi insospettito dalla voce del vento, che forse é mia nemica, mi chiese pochi giorni dopo, se io povero ragazzo avevo trovato un borsone con dentro del denaro, preso inizialmente da avidità, io risposi mentendo e dissi: ” non ne so niente!” temevo di essere considerato un pericoloso testimone del furto alla banca, e quindi mi sono appropriato del borsone, sapevo che era denaro rubato, e non ritenevo giusto renderlo al vero ladro, ma avevo capito contemporaneamente che portando il sacco alla stazione di polizia di zona, mi sarei fatto un nemico pericoloso nella crudele organizzazione di rapinatori, e temendo di mettere a rischio la mia vita ..io non l’ho fatto..non sono andato alla polizia ed adesso è troppo tardi per farlo!..

il ragazzo continuò il racconto: “ho pensato di buttarlo quel denaro..era per me come lo sterco di un’anima malvagia,  ma non ci sono riuscito non ho trovato il coraggio.”..disse il ragazzo piangendo..

“Buon Santo, deve sapere che una magia mi tormenta da quel giorno e fa ritornare il denaro rubato sempre a me qualunque iniziativa io prenda..per questo motivo mi sono pentito con Lei dei miei peccati..poichè ho fede che Lei in quanto Santo mi libererà da questa maledizione!..”

Sentite queste parole, all’improvviso accadde un miracolo, a causa delle implorazioni del Santo al Signore del Cielo, all’improvviso lo zaino pesante sparì dalle sue spalle, il ragazzo lo capì, poichè non sentiva più nessun peso sulla schiena, e dovete sapere che il miracolo volle che lo zaino non fu più visto ne ritrovato ne in cielo ne in terra..

Il ragazzo stava bene ora, poiché aveva compreso una Fede che dice che la speranza di essere mandato in Paradiso alla fine del mondo, vivendo tra i Beati era una Fede sincera, anche se non lo meritava in quanto peccatore, ciò era ancora possibile, la certezza che si può anche perdonare poichè il Signore lo permette, lo confortava e per questo non sentiva più il peso dei suoi errori…la conseguenza dei suoi errori adesso non sembrava più pesare…il ragazzo capì che il suo pentimento lo aveva liberato dal dispiacere e guarito dalla schiavitù del peccato..la pace che si provava a vivere con quel Sant’uomo lo aveva conquistato..quello zaino rappresentava infatti la sua coscienza avvilita..il ragazzo non sentiva più necessario rendere per forza una cosa giusta i suoi errori..e si sentiva guarito da questa ossessione..

Il ragazzo decise di vivere con l’eremita, egli dopo tante sofferenze stava provando la vera pace e non voleva più andarsene per il timore di perderla, e decise quindi di diventare il discepolo di quello eremita…ed imparò da lui i consigli del Santo Vangelo..

Dovete sapere che ogni domenica l’eremita in compagnia del suo discepolo andavano giù in paese a chiedere un elemosina ai contadini che ci abitavano..si! i due eremiti chiedevano del cibo in cambio delle loro preghiere per chi era stato generoso con loro…e avendo ricevuto del cibo in offerta, potevano vivere con esso tutta la settimana…il ragazzo decise anche lui di vivere della carità della brava gente che abitava nel paese vicino…imparò anche lui a pregare il Signore…e fu felice di vivere così..

Quando in seguito, dopo molti anni, il Santo in quanto uomo anziano morì di malattia…in quel luogo, in quella grotta, gli abitanti del paese decisero di costruire una Chiesa e il ragazzo ebbe l’incarico di custodirla e il ragazzo ormai adulto diventò il frate organizzatore di quel luogo Santo..

I contadini del villaggio, i più sensitivi ed intuitivi tra loro, capirono quale era il peccato di quel ragazzo, il ragazzo forse era colpevole di furto di denaro si! ma ai danni di un vero ladro, il ragazzo non aveva  potuto restituire il denaro rubato poichè rischiava la sua vita se lo faceva..quel ladro era ritenuto molto malvagio e vendicativo..

i contadini del villaggio quando capirono che era questo il segreto del ragazzo rivelato ai veggenti dalla “voce del vento”, voce di fantasmi, i quali riferirono il segreto del ragazzo e lo dissero a tutti gli altri abitanti del paese vicino, affinchè tutti i paesani potessero giudicare il ragazzo in tutta verità..

Fu così, che molti ebbero fiducia del ragazzo, in fondo era un ragazzo buono, e si convinsero che il suo pentimento era sincero e quindi meritevole di perdono, ma qualcuno più desideroso di purezza ed di integerrimità era ancora diffidente del suo pentimento, essi dissero “troppo comodo!” poichè avevano capito che il ragazzo non aveva rimediato in modo esemplare al suo peccato grave..

ma poi un giorno compresero …notando la vita umile e povera che conduceva il ragazzo nell’eremo da quando si era pentito, e siccome era vero che il ragazzo non aveva gioito del denaro rubato, decisero anche loro di perdonarlo..

Il ragazzo di conseguenza si convinse che secondo lui meritava il perdono ricevuto, poichè aveva deciso e dimostrato di vivere il resto della sua vita, facendo un voto di povertà e di castità..era quel modo di vivere per lui, una vera prova di sincero ravvedimento..e di penitenza..

Ogni domenica gli abitanti del paese salivano su per la collina in pellegrinaggio, per ascoltare le preghiere del ragazzo, diventato un bravo frate e potevano pregare il Signore insieme a lui..per ottenere dei miracoli..ed dovete sapere che i miracoli ogni tanto accadevano davvero..

Morale:

Solo la Fede che il Signore non punisce, ma invece perdona volentieri, ed il convincimento che il suo perdonare è sincero..in quanto il Signore Si Vuole Buono e Santo, può dare pace al dispiacere della coscienza di aver commesso errori nella vita…poichè se nessuno ha mai rimproverato questo Volersi Santo questo è possibile…il vivere nella Pace per chi si è ravveduto diventa normale per questo motivo…bisogna avere molta Fede che il Signore è un Padre Buono e Santo con noi..quindi diventa  coerente e sapiente il suo perdonare i nostri peccati..

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Maggio 2013)

Giudizio: interessante, originale

voto: (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: Gideon Giulius e lo spirito della pace

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(racconto di tipo bianco)

tempo teorico dedicato alla lettura 30 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO

GIDEON GIULIUS E LO SPIRITO DELLA PACE

INTRODUZIONE: Nel paese tutti erano in guerra contro tutti, c’era la guerra civile, Gideon decise che bisognava fare qualcosa, avrebbe fatto tornare lo spirito della pace (il voler vivere in pace) nel paese, ma bisognava essere degni di Lui, per avere il suo aiuto….

Favola: Gideon Giulius e lo spirito della pace

Inizio

C’era una volta, nel mondo delle favole, un bel paese tra le colline alberate.

Vi ricordate di Gideon-Giulius, ecco per voi raccontata un’altra delle sue avventure.

Gideon conduceva la sua vita semplice, coltivando il suo campo agricolo, producendo così ciò che gli serviva per vivere, e facendo commercio con gli allevatori del paese vicino,

Nel paese, che si trovava poco distante dall’abitazione di Giulius, dovete sapere che Il re morì in circostanze misteriose, forse avvelenato, e siccome non aveva eredi, fu decisa all’unanimità che doveva governare una repubblica parlamentare, ma a causa di sentimenti di ingiustizia e di poca fiducia nella nuova politica, accusata di pensare solo agli interessi di pochi, si instaurò nel governo creato, stufo del malcontento e dei rimproveri della gente, un sentimento egoista e totalitario che comandò le autorità a soprusi e iniquità.

Il popolo si ribellò a questo malgoverno ed all’improvviso il paese si divise in tante fazioni, tutte litigavano tra loro per poter diventare governanti del paese.

Qualcuno, per ottenere il suo scopo e dimostrare la debolezza organizzativa di chi governava attualmente, si prodigò in attentati terroristici, fu per questo instaurato dalle autorità il coprifuoco, molte furono le cattiverie che il popolo subì, molte persone giudicate sovversive e ribelli a causa delle loro opinioni, furono rapite, malmenate e rinchiuse in luoghi segreti, di loro non si seppe più niente, questo causò una ulteriore rancore e senso di ingiustizia nei riguardi delle istituzioni e per le autorità.

Il popolo così diviso, si abbandonò alla guerra civile, invalidi vecchi e donne e bambini non potevano essere più tutelati e curati, il tormento di sentimenti di vendetta si era incarnato in tutti e non c’era tempo per la solidarietà, e molti provavano odio nei riguardi dei propri avversari.

I vecchi ed i bambini e le donne decisero di pregare per far tornare la pace, ma nonostante molti momenti di preghiera, nulla accadeva, sembrava che i Signori del Tempo avessero abbandonato il paese al proprio destino tormentato.

Fu cosi che qualcuno si ricordò di Gideon Giulius, egli in passato aveva aiutato il prosperare del paese, era stato un eroe, forse poteva farlo di nuovo.

Un gruppo di persone, piene di speranza, si incamminarono verso la casa di Giulius che si trovava fuori dal paese per chiedere aiuto a lui.

Gideon ascoltò le loro richieste, i paesani si lamentarono che non c’era più pace, tutti avevano scelto di farsi giustizia da loro, i sacrifici necessari alla pace erano ritenuti troppo gravosi e causa dell’auto-giudizio di essere poco furbi nell’accettarli..

Dopo aver valutato i pro ed i contro Giulius rispose loro:

“Vi aiuterò!” disse Giulius….”in fondo siete miei paesani..in voi io ritrovo le mie natalità e le mie origini”.

Il giorno dopo Giulius preparò il suo zaino e si mise in cammino per la montagna degli angeli, sulla cima di quella montagna era possibile evocare gli angeli e chiedere consiglio a loro.

Dopo molte ore di cammino faticoso a causa di una ardua salita che sembrava non finire mai, Giulius raggiunse l’altipiano verdeggiante che si trovava lassù.

Giunto nel luogo adatto a questo, Giulius si inginocchiò e chiese agli angeli di apparire e di parlargli…

Dopo qualche ora di attesa, gli angeli apparvero a lui come creature luminose vestiti di abiti bianchi.

Giulius raccontò: “nel paese il mio popolo è in guerra, chiedo che qualcosa di miracoloso portì pace alla mia gente, essa in questo momento patisce la violenza e la morte, anziani, bambini e donne sono in pericolo, essi sono innocenti, in nome loro chiedo che voi creature celesti portiate pace nel paese”.

Gli angeli risposero:” lo spirito della pace ha abbandonato quel luogo poiché la gente si è tutta impegnata in sentimenti di vendetta e di egoismo, inorridito lo spirito della pace (il voler vivere in pace) se ne andato da loro.”

“Dove posso incontrare questa sapienza…lo spirito della pace….ditemi? chiese Giulius con tono rispettoso.

“Lo spirito della pace …che ha il potere di portare pace e consigliare alla mitezza gli uomini, vive nel corpo dei santi, essi lo custodiscono..e lo rendono puro e giusto”.

“Vai tu Giulius, alla ricerca di un uomo santo e chiedi aiuto a lui.” Risposero gli angeli e aggiunsero “ noi custodiamo la saggezza e la purezza, devi sapere che la pace invece la custodiscono i santi!” …detto questo gli angeli rimasero in silenzio e poi salirono al cielo.

Gideon Giulius comprese tutto questo, rimise in ordine le sue cose nello zaino, e si incamminò alla ricerca di un uomo santo a cui chiedere consiglio.

Quando incontrava qualche viandante, Gideon Giulius chiedeva loro se sapevano dove abitava una persona ritenuta santa, e venne così a sapere che non molto lontano, oltre la foresta c’era una capanna con vicino un piccolo ovile, in quella casetta , abitava una persona, forse era un santo…chissà…tutti pensavano che era un santo.

Ugualmente Gideon Giulius decise di recarsi da lui, ma doveva fare presto, la guerra si stava diffondendo ovunque ed i cuori della gente erano pieni di litigiosità.

Cammina e cammina, finalmente Giulius raggiunse la casa del santo.

Il santo lo accolse in modo benevolo, vestito come un frate, egli accudiva una capretta nell’ovile…il resto del suo tempo lo passava pregando il Signore.

“Dimmi Gideon Giulius, sei famoso ovunque so tutto di te, cosa ti porta così lontano dal tuo paese?”.

Gideon Giulius baciò le mani a quella persona, ritenuta da tutti un santo, e gli rivelò le sue preoccupazioni.

“Oh santo! devi sapere che in paese è guerra civile, i deboli non sono più tutelati, tutti pensano a litigare ed a vendicarsi, nessuno ha tempo per fare la carità…ed i poveri patiscono la fame..nessuno si cura più di loro!” affermò Giulius.

“E’ accaduto, caro Gideon Giulius, che lo spirito della pace (il voler vivere in pace) ha rispettato il loro libero arbitrio, che è un diritto di ogni essere umano, e nel tuo paese hanno tutti deciso che preferiscono da parte loro litigare anziché scendere a compromessi con il prossimo, invece di trovare un accordo vantaggioso per tutti, c’é sempre nel paese qualcuno che si lamenta che i sacrifici richiesti sono troppi per lui e ritiene questo un ingiustizia e vuole risolvere il suo problema in altro modo ad esempio sobillando alla rivolta le genti, lo spirito della pace si è disgustato di tali intenzioni egoiste, ed ha quindi abbandonato il tuo paese…nessuno parla più di volere la pace per questo, lo spirito della discordia ha preso il sopravvento!”.

“Come posso convincere lo spirito della pace (il voler vivere in pace) a tornare ad influenzare le menti delle genti del mio paese causando desiderio di fratellanza in loro?” chiese Gideon Giulius.

“Si Giulius! lo spirito della pace è deluso, occorre un buon esempio, qualcuno che compia un sacrificio e sia esempio di volontà di altruismo per tutti gli altri e renda degno il paese di volere la pace per tutti” disse il santo.

“E qual’è questo sacrificio da compiere”? Chiese Gideon Giulius

“Non lo so ancora, le vie del Signore sono infinite e porteranno consiglio prima o poi, prima che sia troppo tardi…restiamo in attesa di un miracolo, di un segno divino”….rispose il santo ed aggiunse: “Vai Gideon Giulius per il mondo alla ricerca di un segno divino, io pregherò per te!”.

I due si salutarono e Giulius tornò verso il suo paese, occorreva un miracolo, Giulius pensava che non poteva essere lui di aiuto, riteneva se stesso un peccatore, infatti era un peccatore anche lui, molto spesso beveva vino, si ubriacava e quando era ubriaco se qualcuno lo rimproverava di essere ubriaco, l’effetto del vino gli faceva dire a volte parole cattive, parole cattive contro chiunque comunque mai contro il Volersi Santo del Signore, in quel rispettare ci stava attento nonostante l’ubriacatura, ma come poteva essere lui Gideon il prescelto, la persona degna che avrebbe ottenuto clemenza dai Signore dei Santi ed aiuto per il suo popolo.

Pensando questo Gideon Giulius camminava verso il suo paese e ivi giunto alla periferia, Giulius si fermò poichè vide un gruppo di persone che stavano picchiando un ragazzo con cattiveria, il ragazzo forse era colpevole di certo di qualcosa, non importa cosa..quello che sconvolse Giulius fu: “ma che cavolo!… quanta crudeltà verso quel ragazzo!”.. Giulius si avvicinò e prese quindi le sue difese..

“Cosa ha fatto questo povero ragazzo da meritarsi tutta questa cattiveria…lo avete punito fin troppo, smettete quindi e lasciatelo andare…” disse Gideon Giulius impietosito dalle ferite sanguinanti del ragazzo.

Un gruppo di persone lo aveva infatti picchiato e malmenato ed ora pensavano esagerando di lapidarlo…il ragazzo sputava sangue contro di loro e li malediva pieno di rancore per loro…e quelli a sentirlo più si arrabbiavano con lui e più lo maltrattavano.-Vedendo arrivare Gideon Giulius essi dissero:

“Chi sei tu, che ti intrometti nel suo destino?” chiese il capo del gruppo di uomini.

“Chi sei tu che ti ritieni degno di rimproverarci con quello sguardo accusatore e pieno di sdegno? Chiese un altro.

“Tu ci infastidisci!..vuoi forse fare lo eroe, ora sfogheremo la nostra cattiveria anche su di te, che hai avuto la presunzione di non farti i fatti tuoi..ti daremo una lezione….così anche tu imparerai!” Dissero tutti.

Si lanciarono contro Giulius e lo presero per le braccia e lo picchiarono con bastoni e con calci….finchè egli sanguinò dalla bocca….poi urlando e dicendo parole cattive..lo trascinarono fuori dalle mura del paese, dirigendosi fin sull’orlo di un precipizio poco distante..e giunti laggiù si divertivano a minacciarlo di buttarlo di sotto, ridendo dello sgomento e dei timori di Giulius…

“ Vuoi la pace, sei uno stupido!…sono le persone deboli che vogliono la pace, noi siamo i forti.. ed accettiamo di combattere e di difendere con la guerra i nostri ideali, poichè secondo noi senz’altro sono verità… in quanto la nostra volontà merita di più di quella degli altri!”

Urlò uno dei capi dei rivoltosi a tutti quanti…

“Ormai tutto si è concluso sto per morire…” pensava lo sventurato Giulius vedendo con timore il fondo del precipizio dall’alto..

“Buttiamolo di sotto, che si sfracelli sul fondo del burrone…così impara a non farsi i fatti suoi…” dicevano tutti quanti fingendo di fare questo all’improvviso…così minacciavano di causare una fine crudele a Giulius…tenendolo precariamente sull’orlo del precipizio.

“oh! Signore perdonali..sono stati privati nell’anima di ogni sentimento di pace…gli spiriti dell’ira e della crudeltà li hanno presi….per questo si comportano in modo malvagio…anche se mi faranno del male ..li potrai comunque perdonare e se vuoi accogli la mia anima dopo la mia morte….” pregò guardando verso il cielo Gideon Giulius con voce disperata.

A udire queste parole qualcosa in cielo capitò.

All’improvviso un raggio di luce apri il cielo nuvolo..il raggio di luce provenendo dal cielo investì il corpo sofferente di Giulius…e intorno al suo corpo umano si creò un aurea di luce che cominciò a proteggerlo…facendo capire a chi era lì vicino, che si trattava di un miracolo voluto da una forza divina.

Il gruppo di malvagi..vedendo il miracolo..comprendendo l’intervento di qualcosa di divino…smisero di infierire sul corpo di Gideon allontanandosi da lui..erano sbigottiti e spaventati…Gideon Giulius era diventato luminoso come un sole vivente…. …era diventato una creatura di luce…

Gideon Giulius non essendo più sostenuto da qualcuno, prima si inginocchiò in quanto era stanco, poi le forze gli ritornarono ed all’improvviso si rialzò sulle gambe….e fattosi forza, preso da un improvviso coraggio, Gideon camminò tra quei malvagi senza che nessuno di loro facesse niente per impedirlo ed i litigiosi lo lasciarono passare..i presenti vedendo il miracolo che circondava Giulius… erano come intimoriti da lui….

Essi pensavano: “è un miracolo il Signore è con lui!” …ed il timore del Signore li prese…nessuno impedì che Gideon Giulius se ne andasse da quel luogo….

Cosa era successo?

Lo spirito della pace era tornato, egli si era impietosito….aveva capito che era possibile, che in quel paese esisteva almeno una persona che sapeva anche perdonare i suoi nemici, nonostante le cattiverie che aveva subito, le cattiverie subite dalla persona erano tante ma la persona aveva perdonato ugualmente, esisteva quindi una persona degna dello spirito della pace…….

Gideon Giulius al parere del Signore di chi si Vuole Santo meritava aiuto….

Lo spirito della pace decise di aiutarlo e si era incarnato con un miracolo, incarnato in Giulius lo spirito della pace aveva reso luminosa la sua aura spirituale, il corpo di Giulius era diventato forte di una luce bianca…era come se un ectoplasma luminescente possedesse Gideon Giulius e lo rendesse miracolato….

Gideon Giulius per questo motivo, ebbe la forze di camminare tra la gente nel paese sempre avvolto da quella luce divina..come se fosse un sole bianco di forma umana….capì in quel momento quale era il suo compito e posseduto dallo spirito della pace..raggiunse ogni luogo del paese…illuminando i cuori di chi incontrava con la sua presenza e dicendo: “Vogliate la pace tra gli uomini, vedete il miracolo..il Signore esiste!.”

Cosa accadeva alla gente che incontrava Giulius? , tutti furono convertiti dal miracolo e capirono che quella luce aveva lo scopo di far comprendere una intenzione divina, fu così che tutti quelli che guardavano Gideon Giulius così pieno di luce, in quel momento avvertivano nel loro animo mitezza ed ebbero sentimenti di tolleranza verso il prossimo, era come una dimostrazione di potenza benefica quella…la malvagità che li governava li abbandonava ed al suo posto una forte volontà di esigere la pace prendeva il sopravvento …..parte di quella luce lasciava il corpo di Giulius e raggiungeva le menti della gente, illuminando il loro animo inquieto e rendendoli pacifici tutti quanti…

Tutti quanti capirono all’improvviso quanto era importante vivere in pace per l’umanità…come se si fossero resi conto solo adesso della cattiveria che avevano vissuto e causato fino ad allora…la loro mente si era aperta ad una migliore saggezza.

A poco a poco… lo spirito della pace (il voler vivere in pace) che aveva preso sembianza di luce bianca, abbandonò pian piano Giulius e si diffuse nell’animo di molti suoi paesani, essi seppero ritrovare, grazie a questa luce divina in loro, intenzioni di fratellanza e di tolleranza .

Il giorno dopo, le differenti fazioni, pur restando differenti nelle loro opinioni, si erano convertite spontaneamente ad una improvvisa saggezza ed avevano deciso finalmente di scendere a compromessi con gli altri, questo nell’interesse di un bene comune…tutti avrebbero fatto sacrifici, ma tutti avrebbero ottenuto anche molti vantaggi..poichè avevano capito che questo era una richiesta divina, mentre il loro comportamento precedente era solamente causato da intenzioni di uomini.

Una improvvisa positività ed un sapersi accontentare li aveva presi rendendoli più saggi, facendogli decidere che era importante che la guerra civile terminasse al più presto….

Dopo qualche mese, la pace governava ormai in tutto il paese, e tutti poterono ringraziare Gideon Giulius per l’esempio positivo che aveva dato a loro…che aveva convertito tutti alla convivenza pacifica….

Ritornata la pace nel paese, Gideon Giulius potè tornare una persona normale, potè così compiacersi di aver risolto il problema ai suoi paesani e decise quindi di tornare alla sua casa fuori paese ad occuparsi del suo orticello, era felice ma ugualmente si giudicava umilmente e sappiate che questo è l’atteggiamento tipico di chi ha saputo nella vita essere un eroe……

Morale:

solo se sapremo dimenticare le ingiustizie subite e allontaneremo da noi i sentimenti di vendetta, potremo vivere in compagnia di uno spirito pacifico, che con il tempo influenzerà tutta la società in cui viviamo, rendendo più buoni e gentili gli uomini che ci partecipano.

Ben venga qualche sacrificio da compiere, che saprà convincere della sincerità della gente che ne accetta il carico, questo spirito di sacrificio comune sarà garanzia di pace per i tempi futuri, in quanto inviterà la gente a credere che l’accordo instaurato dalle parti è sincero……..

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Luglio 2015)

Giudizio: interessante, saggio

voto (da 5 a 10): 9

 

 

Favola di Egidio: Gideon Giulius e la fatina della felicità

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(racconto tipo verde e bianco)

tempo teorico dedicato alla lettura 35 minuti

FAVOLE DI EGIDIO..

GIDEON GIULIUS E LA FATINA DELLA FELICITA’

INTRODUZIONE: la fatina della felicità è stata presa prigioniera con l’inganno, molti cercano di salvarla, ma non riescono a vincere la magia del mago dell’opportunismo che le vieta di far provare felicità a tutti, potrà Gideon Giulius liberare la felicità, sappiamo però che Gideon è un peccatore..ma..

Favola: Gideon Giulius e la fatina della felicità

Inizio

C’era una volta tanti anni fa, nel mondo delle favole, un paese, dove abitava la fatina della felicità..la cara ragazza oltre che diffondere in tutti gli abitanti i momenti di gioia e di felicità, favoriva il bel tempo di ogni primavera..

Ma un giorno un cattivo il “mago dell’opportunismo”..decise che la felicità non doveva essere di tutti..che solo chi meritava poteva provare la gioia di essere felice..ed era lui con le sue regole logiche e severe a decidere chi meritava felicità e chi no.

Il mago decise quindi di imprigionare la fatina della felicità per obbligarla al suo opportunismo.

Attirò la fatina in un lontano castello con la sua magia, dicendo che serviva il suo aiuto in quel luogo, poi con la suggestione della logica, creò false buone intenzioni e tante regole inique..la fatina diventò prigioniera per molti anni del mago.

Quel paese che era lontano dal mondo ora sopportava un triste problema…in quel paese come per volontà di quel mago, la vera felicità non era più concessa a tutti..e gli alberi ed i campi non davano frutti e fiori ovunque..non tutti gli alberi potevano fiorire e non tutti gli abitanti potevano gioire.

La fatina che comandava la felicità era ormai tenuta prigioniera da molti anni dal mago cattivo, nel suo castello fatto di logiche pignole e coerenza, si compiva questa ingiustizia.

Molti avevano tentato di liberarla ma avevano tutti fallito.

La fatina della felicità aveva il potere di rendere felice chiunque, donando a tutti pensieri e sensazioni di allegria e di pace, ma in quel paese non era più concesso provar felicità, dipendeva ormai dal mago ottenere felicità da lei e il mago non era mai d’accordo a concedere la vera felicità……la gente doveva comprendere le richieste del mago e fare patti con lui.

Ma la fatina aveva un potere ancora, che gli dava una speranza, ella poteva chieder aiuto a qualcuno in telepatia..nonostante vivesse prigioniera..il suo pensiero poteva raggiungere chiunque.

Così ogni sera la fatina si concentrava e trasmetteva il suo messaggio di aiuto a chiunque la sentisse in lui..ella parlava a chi si voleva un eroe nella loro mente..era un messaggio che arrivava nell’animo di tutti i cavalieri del regno.

Ogni giorno un cavaliere di quel paese sentiva il suo richiamo di aiuto..ed incominciava la sua avventura per salvarla dal cattivo mago, che la teneva prigioniera nella torre del suo castello…lo scopo della vita è provare felicità nel vivere..bisognava liberare la fatina al più presto era una questione esistenziale.

Ma molti come vi ho detto avevano fallito, troppe erano le difficoltà e le trappole psicologiche escogitate dal mago per difendere il castello..molti patirono il potere del mago e furono trasformati in quanto falsamente puri, in statue di terracotta e burattini, poichè l’automatismo a cui si erano educati, automatismo che governava la loro coscienza, soffriva se capivano all’improvviso di non essere stati integerrimi, e così molti cavalieri a causa della loro crisi di coscienza, diventavano come burattini nelle mani del mago.

Le intenzioni eroiche di coloro che erano diventati superbi di una idea di perfezione..non incuteva timore al mago….il mago dell’opportunismo interpretando in modo differente e pignolo la loro vita, obbligandoli a nuove rivelazioni… li convinceva che la loro vita aveva errori..convicendoli così ad una verità più vantaggiosa per lui…in questo modo faceva sentire in errore i nemici…era questa una sua magia…il sospetto di avere errori anche se ormai dimenticati, offendeva la forza psichica degli eroi ormai perfezionisti..e il mago riusciva successivamente con una magia a trasformali in statue..di conseguenza nel  regno non c’era più un cavaliere-eroe in grado di liberare la nostra fatina.

Ma la “fatina della felicità” sentiva che rimaneva un solo unico uomo che era in grado di liberarla..in quanto i presagi nelle stelle dello oroscopo dicevano che era adatto anche lui.. gli astri amici le dicevano che forse era il più adatto a liberarla.

Si! Rimaneva un solo ultimo uomo libero e sincero..ma egli era giudicato strano e un pò matto purtroppo dalla gente.

Egli non era nemmeno un cavaliere,..infatti era anche un peccatore, un contadino al quale gli piaceva bere il vino..ogni sera egli si ubriacava vicino al camino della sua casa per riscaldarsi dal freddo dell’inverno e poi ubriaco diventava sgarbato con tutti..e tutti gli dicevano:” come sei maleducato Giulius!”..per forza era ubriaco di vino.. e dovete sapere che molte sono le infrazioni che capitano agli esseri umani quando sono in preda a questa alcolica bevanda..ma Giulius nonostante i peccati ricordava a se stesso di non avere mai offeso il Volersi Santo del Signore..

Giulius il contadino, questo era il suo nome, aveva commesso errori quando era ubriaco, infrazioni alla educazione che non potevano ritornare esatte, e che lui si sforzava di far rimanere segrete al sapere degli altri, faceva questo in rispetto dei giorni senza sbagli che aveva vissuto che erano molti anch’essi…infatti il nostro amico non era più un giovanotto ed aveva ormai più di 40 anni…e non era come uomo di cert un esempio di perfezione per i giovani del suo paese..

La fatina una sera si concentrò con la mente e pensò ugualmente a quello strano suo futuro eroe e gli consigliò come vincere il mago cattivo che la teneva prigioniera pregandolo di fare questa buona azione per il suo paese..

Gideon Giulius doveva diventare un suo cavaliere, ma doveva essere consapevole di una nuova strategia: “ritenersi volentieri un ignorante alle regole..in modo da poter fare cose imprevedibili e incoerenti che lo avrebbero fatto vincere…questo modo di giudicarsi con umiltà e allo stesso tempo differente dagli altri…lo avrebbe aiutato a vincere!”.

La fatina raccontò in telepatia al contadino di quanto soffrisse per la sorte del mondo a causa di essere tenuta prigioniera ed a essere vittima dell’egoismo di un mago e disse al contadino:”per diventare cavaliere devi salire sulla montagna magica in quel luogo sulla vetta della montagna vivono “gli angeli della saggezza” che sono miei amici, ti aiuteranno a diventare un cavaliere e potrai aiutarmi ad affrontare il mago cattivo del castello in cui sono prigioniera!”.

Il contadino Gideon Giulius, sentì la voce telepatica nella mente, e siccome era un buono, si impietosì per la sorte della giovane fatina..si preparò all’impresa e promise di aiutarla rischiando la sua vita per lei, Gideon Giulus lasciò i campi e la sua fattoria e partì per raggiungere la montagna magica…”quella fatina merita aiuto…la gente del paese non é più felice quando vuole, occorre che io la aiuti..dicono che sono io l’unica speranza!” diceva il contadino.

Gideon Giulius salì con molta forza e fiato gli irti sentieri che portavano alla vetta del monte e finalmente raggiunse l’altipiano che lo sormontava.

Vide in quel luogo gli angeli della saggezza vestiti di bianche vesti..essi erano contro la guerra poichè obbedivano ad un Signore del Bene che Si Vuole Santo, e non potevano aiutare in modo bellico chi come un eroe aveva buone intenzioni..ma essi potevano invece regalare agli eroi alcuni doni utili …insieme a dei saggi consigli sulle strategie da usare.

Essi circondarono il contadino con le loro celestiali figure e gli dissero: “Siccome sei, lo sappiamo, anche un ignorante, nel senso che hai diritto a delle attenuanti…puoi usare anche virtù ed idee particolari che nascono dalla vita povera e poco istruita…questo per poter vincere chi obbliga ad uno stile inventato da lui…inoltre l’ignoranza ti limita nell’aver paura e ti permette di fare uso di strategie psicologiche adatte agli umili!”.

Le strategie che furono consigliate dalla saggezza a Giulius per vincere la battaglia psicologica con il mago…furono:

-Sapersi accontentare di essere giudicato un mediocre.

-Credere sostenuti nella verità che il Signore Si Vuole Santo….

-Essere un semplice…e rendere facile la esistenza umana consigliando ottimismo.

-Non preoccuparsi di essere meno istruito dei tanti.

-Non essere pignolo…e diventare giudice sostanziale di se stesso..

Inoltre gli angeli gli dissero:

“Ecco per te alcuni doni dai tanti poteri!”:

“Io ti dono la spada della imprevedibilità!”..disse un angelo

“io ti dono lo scudo della sostanzialità!”..disse un altro angelo

“io ti regalo il mantello del fare autocritica con onestà!” disse un altro ancora

“ io ti dono l’elmo della “fede che convince che il Signore é Buono e Santo”..che é un elmo con su in cima una piccola croce di metallo””..disse un altro angelo

“ed io ti regalo una armatura di metallo argentata che riflette la luce del sole e che consiglia chi ne è illuminato ad una nuova conoscenza ed a metodi nuovi!” disse infine un altro angelo ancora.

Questi doni ti serviranno per vincere il mago cattivo che altri non è che il “mago dell’opportunismo”..egli da sempre tenta di incattivire il mondo e vuole che la felicità non sia di tutti..ma solo di chi piace a lui..questa è una ingiustizia che dobbiamo debellare…poiché il diritto alla felicità è della moltitudine…

Dopo qualche giorno di consigli e benedizioni, gli angeli affermarono: “Questi doni usati con abilità ti serviranno..ora sei anche tu un cavaliere, ti abbiamo addestrato e ti nominiamo “il cavaliere del ravvedimento…il cavaliere che è buono si!..ma fino ad un certo punto..” questo sarà il tuo nome!”.

“Dovrai superare le tremende prove che ti aspettano e se vincerai il mago malvagio avrai raggiunto il successo..ed avrai diritto anche tu alla felicità…. che tu avrai liberato dallo opportunismo di un dittatore!”.

Gli angeli aggiunsero: “Ci devi riuscire ci sei rimasto solo tu..solo tu puoi salvare la fatina della felicità..è scritto nelle stelle..sei la sua ultima speranza…non resti che tu!”.

Al contadino fu donato anche un cavallo, Gideon Giulius indossando la armatura magica salì in groppa al cavallo e si incamminò per la strada che conduceva al castello del mago…il cavallo sapeva quale era  strada da percorrere..

Dopo aver superato qualche collina e attraversato una foresta..con molto coraggio “il cavaliere del ravvedimento” intravide il castello del mago dittatore.

Sulla strada per il castello del mago, Gideon Giulius aveva visto le numerose statue di pietra, erano i cavalieri vinti giorni prima dalla magia del mago..dapprincipio si intimorì capendo che erano morti..…poi si fece coraggio e continuò ad avanzare verso il castello…

Raggiunse lo spiazzo antistante alla porta del castello e urlò:

“malvagio mago..libera la fatina che tieni prigioniera..oppure te la vedrai con me..io ti sfido alla battaglia!”.

Il mago apparve sul torrione del castello e disse:

“non posso liberare la fatina..perché aver felicità è anche lo scopo della mia vita.. .e la voglio tutta per me la felicità…tu che osi sfidarmi.. pagherai per questo affronto!”…

con un gesto delle mani.. a causa di una magia, il mago sparì dalla torre e apparve nel prato proprio di fronte al cavaliere ..il nostro Giulius vedendo la sua magia si spaventò un po’…e imbizzarrì il cavallo pronto a fuggire se la situazione si aggravava.

Disse il mago al cavaliere “osi sfidarmi!..ecco una magia per te”

“forze delle tenebre! che creano rimproveri senza prezzo..fate apparire il drago del disprezzo..va discriminato chi mi è inferiore…fate provare al cavaliere delle fiamme il bruciore!”

A queste parole del mago, apparve nel piano un drago dalla bocca fiammeggiante e dalle ali di pipistrello gigante.

Il drago vide il cavaliere e obbedendo al mago subito inondò di sensazioni dolorose in forma di fiamme rosse che gli uscivano dalle fauci ardenti, scatenò il suo potere contro  quell’essere inferiore che si voleva cavaliere.

“Ahh!” gridò il cavaliere impaurito…ma si fece coraggio subito, scese da cavallo e si portò dietro allo “scudo della sostanzialità”..e si convinse che nonostante qualche errore di vita anche lui meritava rispetto..si avvicinò protetto dallo scudo che resisteva alle fiamme e con molta forza agendo con la “spada della imprevedibilità” che ha il potere di smentire il cattivo giudizio che hanno di noi gli avversari, ed urlò al drago: “ho sbagliato in passato, ma non è detto che sbaglierò ancora poichè sono diventato abile a non sbagliare più e lo sto dimostrando…e prova tu questo colpo di spada!” si avvicinò ancora sotto le fiamme protetto dal suo scudo magico e muovendo con forza il suo braccio colpì più volte al petto il drago con la spada…il drago morì nel prato e le sue fiamme smisero di ardere.

Il mago vide la abilità di quel cavaliere e affermò:..”tutta fortuna!” e decise un’altra strategia e gridò:

“forze delle tenebre! che causate nei poveri il vittimismo..fate apparire i giganti dell’egoismo…essi pensano solo a se stessi…qui i buonisti non sono ammessi!”

ed ecco che nel prato antistante il castello apparvero due giganti alti tre metri…erano giganti di pietra..erano lenti ..ma i loro pugni avrebbero frantumato qualsiasi armatura.

Il cavaliere si allontanò per decidere come vincerli, ma essi si avvicinarono a lui inseguendolo.

Ecco un gigante colpire con la forza del suo braccio di pietra il cavaliere, ma questi si protesse con lo scudo della sostanzialità e resistette al colpo..ma ora prima che l’altro gigante facesse altrettanto..il cavaliere della sostanzialità come ispirato ebbe una idea …facendo illuminare dai raggi del sole la sua “armatura della nuova conoscenza” come se fosse uno specchio, riflettendo la luce del sole..Gideon Giulius illuminò i due giganti prima uno e poi l’altro..questi provarono all’improvviso un migliore intuito nel comprendere idee nuove, una volontà di permettere la libertà di opinione si formò in loro, provarono pietà e compresero l’ingiustizia che causavano a tutto il paese, provarono commozione per il destino umano ed il loro egoismo fu vinto.

I due giganti cominciarono entrambi ad avere fremiti ed a frantumarsi pian piano ed i loro corpi di pietra si sbriciolarono in sabbia, lacrime e sassi e di loro non restò che un mucchietto di sassolini nel prato.

“Ti ho vinto ancora oh! mago malvagio!”urlò Giulius ..”perché non mi affronti tu da solo..oppur hai paura di me?. disse il cavaliere urlando dalla pianura.

Il mago capì che quel cavaliere era di valore..decise quindi di affrontarlo influenzando la sua mente come lui sapeva fare e aveva fatto con altri..infatti era anche un furbo psicologo.

“Cavaliere! vedo i segreti della tua mente e vedo il tuo passato e so che tu hai commesso degli errori!” disse il mago

“Ora io conosco i tuoi errori e so tutto di te!”….aggiunse il mago.. ”che la forza muscolare che aiuta questo cavaliere lo abbandoni per la vergogna che prova di servire un ignorante, egli non è più degno di lei poiché la forza preferisce essere comandata solo dalla perfezione ..ho letto nella sua vita passata…. egli ha una storia di vita imperfetta…ed ora gli ricorderò gli errori che ha commesso!”

Il contadino Giulius per nulla sorpreso da queste parole..non ebbe paura del sentire descritti i suoi errori passati da quell’opportunista mago e rispose:

“Devi sapere mago che la mia forza non si basa sulla perfezione..ma sulla sostanzialità unita alla contentezza di aver migliorato la mia vita ravvedendomi!” e continuò “anche se sò di non essere il migliore come esempio di vita, ugualmente ritengo me stesso forte e bravo..e lo dimostrano le molte cose giuste che ho vissuto, io resisto di certo alla crisi di coscienza che mi vuoi causare!”.

Il mago dell’opportunismo capì che la forza magica che aiutava il cavaliere non avrebbe abbandonato il suo nemico.

Decise quindi un’altra tattica di battaglia.

“Lo priverò della libertà del pensiero!” disse il mago dall’alto del castello…”voglio privare codesto cavaliere della libertà di inventare nuovi metodi a causa dei suoi errori…ha errori..quindi io posso vincerlo!.”

“Cavaliere! sei imperfetto nella morale e quindi io comando che non puoi avere e farti consigliare da nessuna idea tua, ma devi usare quelle di altri… ad esempio userai le mie idee!”

Vedendosi in pericolo Gideon Giulius disse:

“ora con l’elmo della fede che ho in testa, che mi porta a credere che il Signore é indulgente con me, in quanto sono contento che Si Vuole Santo… io obbedisco al Signore e non do ascolto a te oh! mago poichè sei stato reso cattivo dalla iniquità!” e Giulius ebbe fede nei metodi  che permettono di aiutare i ravveduti…anzi la fede in questi convincimenti aumentò per effetto della esaltazione della battaglia…e disse: ”Ho fede che il Signore crede nella virtù della Bontà, quindi permette anche a noi ignoranti, che crediamo nel Suo Volersi Santo, di poter inventare idee e soluzioni nuove per usarle per scopi benefici!”

il mago rispose “tu mi sei inferiore e non puoi inventare nuove filosofie in questo mondo!” quindi ubbidisci a chi ti è superiore… vedi io non ho errori!..e quindi arrenditi!” disse il mago.

Il mago mostrandosi superbo delle sue verità e convincimenti, dichiarò le sue bugie..su come era stato creato il mondo secondo lui e su come sarà il futuro dell’umanità e dichiarò che lui avrebbe ereditato il pianeta Terra, e affermò che lui in quanto mago è un essere superiore, e le regole ed i nuovi criteri di giudizio, solo lui che è superiore le può deliberare: “quindi tu cavaliere… devi obbedire alle mie regole in quanto sei inferiore nel giusto criterio meritocratico!” disse il mago.

“Tu mago sei falso!… e devi rinnegare la tua falsa perfezione..hai certamente degli errori anche tu.. solamente che tu non li ritieni tali… in quanto sei falso..secondo me ritieni giuste cose sbagliate ed hai quindi timore della verità!” rispose Giulius

“non è vero che tu puoi inventare nuovi ragionamenti ed io no!” affermò risoluto Giulius che vi ricordo erano quelle di un contadino le sue origini umili..

“tu perchè sei nobile e ricco puoi inventare idee.. ed io non dovrei?..mi sembra iniqua alla intelligenza umana questa affermazione! ” disse Giulius e aggiunse: “Sono convinto che il Signore è indulgente e se ammettiamo che se forse siamo stati un pò disobbedienti, ma ugualmente siamo forti delle cose giuste che abbiamo vissuto… egli ci perdonerà e ci permetterà di diffondere nel mondo un idea utile al nostro volere rispetto..un metodo utile anche per noi…che ci salverà dai doveri della pazzia!”…ed aggiunse rivolto al mago:

“La tua falsità oh! mago ha deluso tutto il paese.. ed é  giusto che anche noi poveri, di conseguenza  inventiamo nuove filosofie per nostro conto..anche noi ignoranti possiamo migliorare il mondo!” affermò Giulius.

Armato della spada della imprevedibilità, forte della sua esperienza vissuta sperimentata e delle sue certezze…il contadino Gideon disse di non credere alle false filosofie dichiarate dal mago…si dichiarò deluso da lui e dai suoi ragionamenti iniqui…così restando incredulo a causa della sua esperienza di vita, il contadino superò il primo ostacolo e vinse l’ipnosi telepatica del mago…il mago sentendosi accusato di essere un falso superbo…rimase in silenzio..si ammutolì..

Il mago messo in difficoltà, cercò di convincere il contadino che non diceva falsità..le sue filosofie lo avevano reso ricco e famoso..la sua ricchezza e la bellezza dello stile di vita che viveva.. questo dimostravano, ed il mago disse che lui era il vincente ed era una persona di successo molto di più di un contadino..fu così che preso da molta superbia, il mago con una magia ulteriore apparve come un re glorioso agli occhi di Gideon Giulius disturbandogli con la sua luce esaltante il suo guardare…allo scopo di fargli capire quanto fosse superiore a lui…..

Giulius proteggendosi il volto e gli occhi con il mantello dell’auto-critica si ricordò di essere un  contadino e si ricordò che se anche qualcuno si credeva più bravo giustamente o ingiustamente di lui..lui poteva sempre ritenersi saggio e forte lo stesso…di certo pensò Giulius..ho diritto a sentirmi un bravo…ho vissuto molti giorni senza errori..ed ho sempre rispettato il Volersi Santo del Signore del Bene..

Fu così che Giulius facendosi coraggio con lo scudo della sostanzialità..affermò “le cose che ho vissuto nel giusto sono di più di quelle sbagliate, per cui merito di aver ragione ancora…poiché possiedo un abilità!!”

il mago affermò:” Questo cavaliere è proprio invincibile…le mie lusinghe..i miei ragionamenti non lo fermano..devo appropriarmi di ciò che lo rende forte..devo togliere a lui e usare io la sua forza..come tutti gli opportunisti ho questo potere!”.

“Tu! vile cavaliere sei meno bravo di me..quindi in nome del mio criterio meritocratico personale,  comando io che la tua virtù diventi mia..perché tutto ciò che esiste, serve il più bravo prima e poi serve, se c’è tempo, il meno bravo!”…disse il mago dell’opportunismo.

“La mia virtù è il fare autocritica con onestà, unito al coraggio di sopportare la carestia e di apprezzare l’abbondanza quando capita!” rispose il cavaliere dei ravveduti..”il coraggio e l’umiltà sono le mie sole forze ..ed anche se tu mago ti senti più bravo di me, io non soffro di questo tuo convincimento e resto pronto e abile ugualmente alla battaglia..sappi che io non invidio nessuno!” disse il contadino Giulius..

Ma l’ordine magico era stato dato e la virtù del fare autocritica abbandonò per effetto di una magia Giulius e divenne parte del mago….poichè il mago era ricco e invece Giulius era povero…era la prova che il mago era considerato dalla Forza tra i migliori dall’umanità…ma secondo Giulius ingiustamente e questo solo a causa della sua superbia..

Una forza ectoplasmica unita ad una luce verde uscì dal corpo di Giulius ed avvolse il corpo del mago.

Il mago si sentì strano..e disse:”Questa è una virtù che io non conosco..ma la voglio capire!”. e commise decidendo così un errore nella strategia..

Il mantello che rappresentava il fare autocritica con onestà..lasciò le spalle del cavaliere Giulius e apparve invece sulle spalle del mago…fu un momento fortunato per Gideon Giulius..

Il mago all’inizio se ne compiacque tanto poichè avvertì molta saggezza…. ma poi capì… e fu troppo tardi per lui..che il mantello si era messo a giudicare il mago all’improvviso…e giudicando peccatore quel mago, ne fu molto deluso da lui a causa delle sue pretese infedeli, e fu giudicata veramente falsa la sua superbia, il mantello si ingigantì e imprigionò il mago nel suo volume, il mago fu preso alla testa da una improvvisa luce verde..e divenne buono e fu obbligato a  comprendere la virtù dell’umiltà..cominciò a provare dentro di se questa virtù…l’umiltà…si! l’umiltà dei Santi…ed decise di conseguenza di fare autocritica con sincerità…

Per effetto di questo miracolo.. il mago capì di quanto lui era malvagio con il mondo dei poveri e di quanto fosse falsa la sua superbia..ora che era diventato sincero a causa del dovere di fare autocritica, vedeva la sua realtà in altro modo..il mago capì di quanto valore per il benessere del mondo avesse l’intenzione nobile di Gideon Giulius.. che voleva far tornare la felicità a tutto il paese, liberando la fatina della felicità, che lui mago egoista aveva imprigionato…Gideon Giulius non pensava solo a se stesso..rischiava la vita per il prossimo…quel cavaliere era un eroe coraggioso.

Il mago reso umile nel continuare ad auto-giudicarsi onestamente…si commosse per davvero ed aprì il suo cuore alla bontà..un pò per l’agire magico del mantello..un pò  poiché la virtù dell’umiltà lo consigliava a quel comportamento e disse:

“D’accordo cavaliere hai tu l’intenzione più nobile tra noi due, ora l’ho capito ed è giusto che vinci tu!..poichè tu combatti nell’interesse dei molti….decido così poichè diventato onesto nel giudicare che puoi liberare la prigioniera, mi pento del mio egoismo immeritato, troverai la fatina nella torre più alta del mio castello.”

Il cavaliere Giulius capì che aveva vinto…bisognava fare presto c’era il rischio che il mago ci ripensasse..…si diresse verso l’entrata del castello che si aprì magicamente…e sali le molte scale della torre che portavano alla stanza dove era tenuta prigioniera la fatina della felicità.

Il mago intanto nel prato antistante il castello continuò  a pentirsi di tutte le sue malefatte ed a causa di questo  divenne sempre più piccolo fino a scomparire e restò poco di lui e quel poco che restò svanì in quella luce verde che scaturiva dal mantello..la luce diventò una sfera e lo portò via in un luogo sicuro da cui il mago non avrebbe fatto più del male a nessuno.

Evviva cari lettori! il cavaliere dei ravveduti aveva vinto il mago dell’opportunismo….questo perché Gideon Giulius era abituato a sapere di avere qualche errore, ed era abituato quindi a dover fare auto-critica ogni tanto, ma Gideon reso forte dal giudicarsi con sostanzialità restava forte di se ugualmente….aveva fiducia in se stesso pur avendo errori..questo era il suo segreto.

Il contadino Giulius, ora cavaliere, aveva intanto salito i tanti gradini della torre, aveva raggiunto finalmente la stanza dove era rinchiusa la principessa, la porta era chiusa e Giulius ne sfondò la porta con una spallata e liberò così la fatina, Giulius scoprì che ella era molto bella e che si chiamava davvero Felicità..

Finalmente la fatina era libera dalla sua prigione e Giulius insieme a lei ridiscese nel cortile del castello, e tutte e due si misero in groppa al cavallo di Giulius e poterono tornare verso le strade che portavano al centro del paese…e lo raggiunsero insieme acclamati dalla gente..

Finalmente ora la felicità poteva far gioire chi voleva e non doveva più obbedire alla iniquità di giudizio voluta da chi la teneva prigioniera….l’opportunismo del mago-dittatore era stato vinto..

Finalmente i fiori ed i frutti poterono tornare ad adornare, per chiunque, i giardini e i campi di quel paese..in quel paese tornò la possibilità di essere felici per tutti, bastava volerlo..

Nel mondo tornò la Primavera..ed insieme alla bella stagione, anche il gioire dei giovani e degli anziani..il gioire dei poveri e dei ricchi…il gioire dei peccatori e dei moralisti..

MORALE:

è giusto dire che tutti hanno diritto alla felicità….anche se hanno dimostrato di non essere i migliori al mondo, essi però vanno educati ad accontentarsi ed a non invidiare nessuno…e chi sa essere contento vedendo solo le cose giuste della sua vita, saprà essere di conseguenza anche felice.

Poichè il Volersi Buono e Santo del Signore del Bene, permette il perdonare chi si è ravveduto dei suoi errori..

Con coraggio e umiltà viviamo la nostra vita..e vedrete che raggiungeremo di certo la felicità, vincendo così l’opportunismo di chi approfitta degli errori del prossimo..

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano Ottobre 2010)

Giudizio: originale, interessante, saggio

voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: L’inventore

barca_manovella

 

 

(racconto di tipo verde)

tempo teorico da dedicare per la lettura 25 minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

L’INVENTORE

INTRODUZIONE: era una questione di vita o di morte, l’inventore doveva creare ogni mese macchinari nuovi e utili alle intenzioni ambiziose della sua regina, altrimenti sarebbe stato rinchiuso nelle prigioni più tremende ..come fare ad esaudire quella regina ambiziosa e crudele?

Favola: L’inventore

Inizio

Viveva nel mondo delle favole, intorno al simil-periodo 1800 d.c., una regina molto ambiziosa di nome Silvana, come donna non era molto bella, per cui nella vita aveva deciso di rinunciare ai sentimenti di amore, ella voleva solamente ottenere potere….potere sulle altre nazioni vicine e lontane, per questo motivo un giorno a lei una strega rivelò una profezia: “diventerai imperatrice dell’intero continente, questo capiterà quando un ingegnere abile nell’inventare, creerà per te una macchina che ti renderà la donna più potente di tutto il mondo!”.

“Un ingegnere… ma dove trovare questo ingegnere, che mi farà diventare imperatrice?” si chiedeva la regina.

Dovete sapere che non esisteva un inventore serio in tutto il regno.

Ma un giorno le notizie al riguardo cambiarono, la regina Silvana venne a conoscenza che esisteva si una persona istruita alla scienza nel suo regno, ma si trovava rinchiusa nelle carceri.

Tale persona, in passato, per pagarsi i debiti di gioco aveva commesso un reato, ed aveva anche evaso il pagamento delle tasse, e dovete sapere che per questa disobbedienza nel mondo delle favole si è privati della libertà.

La regina decise e dichiarò suo schiavo quell’ingegnere, il cui nome era Demetrio e gli ordinò per rimediare di mettere al suo servizio la sua inventiva.

La regina ambiziosa diede a lui il compito di inventare sempre macchine nuove per lei…ed in cambio promise che un giorno gli avrebbe ridato la libertà.

Proprio così, la regina Silvana, voleva diventare la padrona indiscussa dello intero continente.

Una profezia diceva che ci sarebbe riuscita, se avesse trovato un inventore valido che avesse accettato di lavorare per lei: “così dice la profezia della strega e così sarà, per mezzo delle invenzioni di un ingegnere, io la regina Silvana, diventerò importante e famosa” e pensò: “chissà forse ora ho finalmente trovato l’ingegnere che costruirà macchine per me”.

L’inventore di nome Demetrio ubbidì al suo incarico e inventò molte macchine, ma dovete sapere che non tutte funzionavano bene.

La regina Silvana restava molte volte delusa e faceva rimproveri ogni volta, soprattutto quando le invenzioni dell’ingegnere costavano soldi e non funzionavano.

Una sua nuova macchina, l’elevatore rapido di pietre, ma questa macchina non funzionò..per stimolare l’impegno dell’ingegnere la regina cosa ordinò? Cattiva come era comandò le guardie di frustare l’ingegnere Demetrio per umiliarlo.

L’inventore Demetrio soffriva per le frustate che gli somministravano ogni volta che sbagliava…e l’ingegnere cominciò a temere per la sua salute.

La regina del paese delle favole, era ossessionata dal bisogno di diventare famosa e potente, ella chiedeva all’inventore macchine nuove tutti gli anni, ma i nobili di corte vedendo la poca efficienza del suo ufficio tecnico erano scettici.

Infatti la invenzione utile al fatto che lei sarebbe diventata imperatrice, con la quale sarebbe riuscita a conquistare il mondo non si era ancora vista, le idee del suo inventore erano ancora poche e vane.

Ad ogni delusione quindi la regina diceva al suo inventore: ”prima volevi solo la pagnotta, dicevi che avevi fame ed ora ti lamenti che non ti rispetto, ma siccome hai sbagliato, io ti punisco, oh! inventore, ti farò frustare con trenta frustate dalle mie guardie…anzi ti frusterò io di persona. Io che ti comando sono la figura più importante in questo castello..e la legge del più forte questa é… si dimostra continuamente ..tu sei ancora uno schiavo e quindi subirai la mia collera.. se commetterai errori sarai frustato sempre e ordinò: ”guardie! frustatelo ancora…mi ha mentito ..mi ha detto che era il più bravo ad inventare ed invece è come tutti gli altri è un mediocre!”…diceva adirata la regina Silvana in preda all’ossessione..

L’inventore, un ingegnere una volta qualificato, cominciò quindi con il tempo ad avere poca fiducia nelle sue possibilità, dimostrava poca fortuna, le sue macchine ogni tanto si rompevano, e le frustate che riceveva dalle guardie facevano male.

Le sue invenzioni non funzionavano oppure non avevano successo, e poi c’era quella malvagia regina con un brutto carattere da sopportare.

Fu così che una notte l’inventore decise di fuggire dal castello della regina, nella parte alta della torre, costruì un aliante con due ali di legno e una tela, ed un giorno di nascosto a tutti, l’inventore con questo aliante si buttò dalla torre più alta e poté volare via, nel cielo, sulla campagna lontano…lontano.

Raggiunto il terreno, l’inventore nascose l’aliante dietro dei cespugli e si mise a camminare per la campagna in cerca di un rifugio sicuro.

Era l’alba il sole stava sorgendo, e l’inventore guardando il cielo vide ad un tratto una cosa strana, c’era un’astronave extraterrestre che volava verso di lui…stranamente non si spaventò. L’astronave discese sul terreno prossimo a lui, e da essa uscì un alieno vestito di abiti spaziali che si fece innanzi e gli disse: “so tutto di te, ho io una invenzione per te..so che problemi hai…l’invenzione che ti donerò si chiama “convertitore anti-gravitazionale” ti sarà utile.

Esso si compone di un contenitore con dentro un meteorite molto magnetico di composizione chimica nota, che io tuo amico ti fornirò così tu potrai realizzare la pietra magnetica in modo artificiale, non devi fare altro che sistemare nel suo esterno, tutto intorno, in modo appropriato uno schermo regolabile, in proporzione alla superficie del magnete esposta, potrai regolare la forza che spinge verso l’alto, poiché lo schermo sarà anti-magnetico ed io ti darò la formula chimica di un materiale che interrompe il flusso magnetico, si! l’invenzione che ti suggerisco serve a volare nel cielo.

disse ancora l’extra terrestre : ” inoltre siccome ti sono amico, ti darò una formula chimica per creare una  soluzione liquida con cui inumidirai tutta la superficie del magnete antigravitazionale, e per il tempo di una ora, potrai manipolare il magnete così bagnato ed eseguire lavorazioni per adattarlo al contenitore..senza subire l’effetto anti gravitazionale che durante la lavorazione crea problemi come hai intuito..

L’inventore e l’alieno si misero a discutere della nuova idea consigliata ed il nostro ingegnere capì che essa era un buon suggerimento…l’invenzione permetteva alle cose molto pesanti di sollevarsi da terra e volare nel cielo…anche ad altezza notevole dal suolo.

“Applicherò il convertitore anti-gravitazionale alla chiglia di una nave ed essa potrà volare, la bilancerò come se fosse un catamarano mediante delle braccia di legno ai lati, poi con l’agire del vento sulle sue vele direzionabili e ben posizionate, essa si muoverà nel cielo!” disse l’inventore con molto intuito…

L’inventore eseguì subito un disegno della sua idea sulla sua agenda che portava sempre con se…ed il disegno piacque..poteva essere realizzato molto facilmente.

L’alieno consegnò un modello in scala dell’invenzione, e le formule chimiche del materiale magnetico e del materiale anti-magnetico, e della soluzione liquida che inibiva lo effetto antigravitazionale… il nostro inventore ringraziò e disse che l’avrebbe costruita al più presto.

“Ma voi alieni, siete così gentili, come mai mi aiutate?”

“L’obbligo di aiutare un uomo di scienza è un nostro sentito dovere in quanto noi extraterrestri abbiamo il dovere di evolvere lo scibile umano su ogni pianeta dell’universo” rispose l’alieno e detto questo senza dire altro …l’extraterrestre risalì sulla sua astronave e ripartì nel cielo.

Il nostro inventore si fece coraggio e tornò al castello, dove poteva ormai trovare gli arnesi e trovare i materiali per costruire l’invenzione, così decise di tornare dalla regina, ella comandava dappertutto era giusto tornare da lei, ora però aveva una valida invenzione da descrivere a quella regina per ottenere la libertà promessa.

Descrisse alla regina la sua nuova idea dicendo che avrebbe costruito una nave volante per lei…l’invenzione sarebbe servita per facilitare il trasportare merci da un paese all’altro a condizione che la regina avesse ridato a lui la libertà, ed lui Demetrio poteva così tornare a ritenersi un uomo libero.

La regina rispose compiaciuta: “la tua invenzione mi piace…ma io ne farò invece una macchina da guerra e conquisterò il mondo mediante essa..la fortificherò di armi, mitraglie cannoni, …..va bene inventore di corte, sarai un uomo libero dopo che sarò diventata imperatrice del continente e solo allora…. ed ora al lavoro!”.

Dovete sapere che nel lago vicino al castello c’era un porto con delle navi ormeggiate..e l’inventore potè realizzare la sua idea avrebbe eseguito una modifica ad una nave già esistente, aveva ora a disposizione una chiglia per sistemare i bracci antigravitazionali, e siccome le navi disponevano di vele potevano, dopo essersi sollevate dall’acqua, essere direzionate nel cielo, eh si! avrebbe collegato il convertitore anti-gravitazionale alle navi, anzi ne avrebbe collegati ben quattro, due per lato.

Passarono due mesi..di intenso lavoro..

Fu proprio così, la nave fu costruita, dopo un po’ di esercizio, la nave cominciò ad obbedire ai comandi e si mise a volare nel cielo con il suo carico di soldati e di armi…come fu comandato dalla regina Silvana..

I quattro convertitori con all’interno il magnete inserito in un telaio a forma di un grosso cono con la base rivolto verso il basso, emanavano un raggio magnetico invisibile, che adeguatamente regolato da una schermatura, sollevava la astronave sia sulla acqua che sulla terra e la faceva volare nel cielo, le vele bianche spiegate al vento davano alla nave anche una direzione, la nave navigava nell’aria, in alto, ma poteva anche tornare giù, sull’acqua da dove era partita.

L’inventore potè così volare..insieme alla sua macchina…”ecco inventata la nave volante del futuro!” disse l’ingegnere a tutti i nobili presenti alla inaugurazione.

La regina Silvana subito ordinò di montarci all’interno più armi, dei cannoni e delle bombe e ne fece costruire altre quattro di navi così ben armate ed identiche ..e poi dichiarò con entusiasmo:

” Sia dichiarata guerra ai paesi confinanti!”.

Dopo qualche anno, le sue navi cariche di armi, partirono in volo per bombardare le difese dei paesi vicini, sia con i cannoni che con bombe lanciate manualmente.

I soldati dei paesi vicini, non poterono fare nulla per impedirlo e dopo pochi mesi si arresero.

Il pericolo arrivava infatti dal cielo ed era impossibile difendersi da esso..i loro cannoni non potevano colpire il bersaglio verso l’alto, erano necessarie traiettorie verticali o quasi, ma poiché i cannoni a terra erano rivolti in posizione orrizzontale, era impossibile colpire le navi volanti che stavano in alto..

Fu così che la regina Silvana minacciando per rappresaglia di distruggere intere città, con le sue navi volanti, vinse la guerra e si auto-nominò imperatrice dell’intero continente.

Come promesso, dopo l’incoronazione a imperatrice della regina, al fortunato inventore Demetrio fu restituita la libertà.

Ora l’inventore aveva pagato il suo debito e poteva vivere libero per il mondo..volando anche lui nel cielo su una piccola barca volante da lui costruita per uso pacifico.

La imperatrice Silvana seppur malvagia, realizzò la profezia della strega..come vedete nelle favole, le profezie si avverano sempre…anche se i propositi sono negativi, poichè a volte comanda il destino e non il bisogno di giustizia..

Demetrio tornato libero di gestire se stesso, viaggiò per il mondo e lavorò in segreto per altri regnanti, e decise per favorire la pace tra gli uomini sulla Terra, che avrebbe informato anche le nazioni avversarie dei segreti della pietra antigravitazionale, in modo da punire la ambiziosa e avida regina Silvana.

Fu così che dopo qualche anno tutti i paesi della Terra avevano a disposizione navi volanti, ed a nessuno capo di stato passò più per la mente di fare la guerra ai vicini, poiché era diventato rischioso dichiarare guerra…adesso esistevano armi da cui era difficile difendersi..e tutti disponevano di queste armi..si era creata nel mondo una intenzione seria nel timore di dare battaglia ai paesi vicini…

E fu così che le nazioni del mondo vissero in pace..

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Morale: quando l’ingegno umano è motivato e finanziato dalla ambizione dei potenti, la fortuna corre in suo aiuto, il progresso tecnologico della civiltà migliora e l’inventore ottiene con esso successo nel lavoro….ma per far tornare un equilibrio tecnologico nel mondo, é necessario diffondere le invenzioni create e renderle disponibili a tutti..

Fine

autore: Egidio Zippone

(Milano, Marzo 2013)

Giudizio: originale, interessante

voto: (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: La zebra ed il gufo

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(racconto di tipo verde)

FAVOLE DI EGIDIO..

LA ZEBRA ED IL GUFO..

INTRODUZIONE: la gelosia di un re egoista, impedirà l’amore tra due innamorati, ma il Signore della Natura per fare del bene risolverà il loro dramma..

INIZIO

Favola: la zebra ed il gufo

Vi racconto affinché vi rilassate e state tranquilli, di una storia capitata, nel mondo delle favole, nella lontana Africa..in particolare nella regione tra Kenya e Tanzania..nel centro della misteriosa Africa centrale.

Viveva in quel luogo un re malvagio molto egoista e prepotente e anche molto goloso..che si chiamava re Barumba, egli era padrone di molte terre e di molta gente ed era un uomo grasso.

Egli si era invaghito di una donna e nel suo egoismo voleva quella donna per se e solo per se, una donna di colore di nome Mabonga..una bella ragazza dai capelli neri e molto formosa.

Ma la donna per cui il re aveva questo pensiero era innamorata di un altro ..ella era innamorata di un cacciatore di nome Balongo…e per lei il re Barumba a causa della sua golosità sembrava grasso e flaccido e proprio non gli piaceva.

Balongo invece era un cacciatore molto abile era infatti un cacciatore di antilopi, bufali e altre prede che servivano a nutrire la sua tribù…era giovane ed aitante ed aveva dei bei capelli lunghi e neri, delle spalle possenti ed un corpo di atleta sorretto da gambe forti…ed inoltre aveva un bel viso.

I due erano innamorati e pensavano di sposarsi..ma per farlo ci voleva il permesso del re..ma questi era egoista e geloso e non era d’accordo sul loro matrimonio.

Il re Barumba aveva chiesto in moglie Mabonga anni prima, ma ella aveva rifiutato l’offerta, ed il re aveva provato un grande rancore per lei…

Rifiutando di sposare il re, ella aveva disobbedito ad una antica legge della tribù..quindi “Mabonga merita una punizione!” disse il Re e siccome era anche amico di uno stregone decise che la punizione sarebbe stata una sua maledizione.

Così in una notte di luna piena..il re escogitò una magia…con l’aiuto dello stregone della tribù..il re Barumba pregò il Signore del Fuoco..egli pregò che i due innamorati avrebbero patito una maledizione in quanto avevano disobbedito al loro re e padrone.

Ingelosito e reso egoista dal suo ruolo..per volontà e con l’aiuto del Signore del Fuoco…il re Barumba ottenne tale potere… comandò agli elementi di aria, di fuoco, di acqua e di terra che costituiscono i corpi delle persone e degli animali ad ubbidire a lui..ed ottenne una stregoneria..per cui la donna chiamata Mabonga fu comandata a trasformarsi in un gufo notturno e l’uomo Balongo in una zebra maschio…

Questa fu la stregoneria voluta dal re della tribù, nella sua malvagità ogni giorno all’alba l’uomo diventava zebra e di notte ad ogni tramonto la giovane donna sua innamorata diventava un gufo.

Essi mutavano sembianze a seconda del giorno e della notte…e non si incontravano mai fisicamente in uomo e donna.

Si! la maledizione del re Barumba fu tremenda, da quel momento…Balongo di giorno era trasformato in una vera zebra mentre di notte ritornava nelle sue vere sembianze, e la sua innamorata Mabonga viceversa era trasformata durante la notte in un animale notturno proprio un gufo, mentre di giorno tornava se stessa.

Resi sofferenti dall’impossibilità di amarsi davvero i due innamorati si pensavano sfortunati, e vivevano momenti di incontro sentimentale solamente…e questo era molto frustante per loro.

In forme differenti a causa del giorno e della notte..si proteggevano..si parlavano..si difendevano, ma non era una situazione di vero amore il loro, i due innamorati quindi soffrivano molto.

Essi avevano però la solidarietà clandestina del figlio dello stregone della tribù, egli era idealista e buono a differenza del padre furbo e devoto del re, il giovane stregone si chiamava Tukumba-Soler ed era loro amico.

Egli era commosso della loro situazione, così promise di aiutare i due amanti stregati, e si mise in viaggio con loro..

Viaggiando di notte e di giorno per la regione, i nostri tre amici partirono alla ricerca di qualcuno che risolvesse i loro problemi…

Una notte mentre il figlio dello stregone si era addormentato vicino ad un fiume sacro che attraversava la pianura, il Signore della Natura, evidentemente buono con la vita, agì magicamente in quella zona di Africa ed l’apprendista stregone si mise a sognare, sognò che dalle acque miracolose lo spirito del fiume consigliasse lui, prendendo forma di una persona e decidendo di parlare al giovane stregone…infatti l’apprendista stregone Tukumba-Soler aveva il potere di sentire gli spiriti di ogni cosa.

“La maledizione che affligge i tuoi amici mi ha commosso!” disse lo spirito del fiume..”ma sappi che essa si può vincere e risolvere…. ascolta bene…: tale maledizione finirà quando e solamente il re malvagio che l’ha voluta, si nutrirà di una torta molto dolce preparata da una donna si!, ma particolare, essa mentre la prepara deve essere vestita di certo, ma invece a dire il vero ella non risulterà vestita …fai in modo che capiti questo..la torta sarà preparata inoltre con l’ingrediente del fiore rosso chiamato “Bugnali”, occorrono i suoi poteri magici, esso è un fiore che nasce solo sull’altipiano del Kilimangiaro, la torta deve essere preparata da quella donna particolare in una  notte di luna piena ed essa deve fare tutta da sola, se capiterà questo… i tuoi amici torneranno ad essere liberi di amarsi come veri umani..poiché il re Barumba si innamorerà di quella donna..e lascerà in pace i due innamorati tuoi amici..devi solo incontrare una donna così e procurarti il fiore magico!”  saputo questo il miracolo svanì ed il sognare tornò normale..

Al risveglio il figlio dello stregone ringraziò lo spirito del fiume e disse quello che aveva saputo in sogno ai due innamorati, mentre Mabonga era donna e l’uomo invece era ancora trasformato in una zebra.

Ma dove trovare quella donna vestita in modo particolare che li aiuterà, ella doveva preparare la torta, i tre non si persero di animo e confidando nel Signore della Natura..si incamminarono guidati dall’amico spirito del vento.

Cammina e cammina incontrarono presso le sponde di un lago molto grande, un pescatore di nome Kitlingo.

Il pescatore era un uomo buono e gli ospitò nella sua capanna, ed al tramonto vide anche lui la stregoneria avverarsi, al tramonto la zebra ritornò uomo e la donna diventò invece un gufo..un animale notturno, impietosito da tutto questo e udita la storia dei due innamorati..Kitlingo decise di aiutarli anche lui..consigliando loro una soluzione per favorire la magia…

Dovete sapere che il pescatore aveva una cugina nubile che ogni tanto amava vestirsi di una rete da pesca, trovava questo gioco molto divertente e tutti capirono che quello era il vestito che vestiva si!, ma non vestiva in realtà..ecco trovato il modo per causare la magia…

I nostri amici chiesero a quella donna il suo aiuto, ella si chiamava Dolunga-Doter ed era molto bella anche se non più giovane..dovete sapere che Dolunga voleva diventare ricca e potente e decise che avrebbe aiutato i due innamorati che subivano il maleficio, per diventare la moglie del re del villaggio..

Era l’alba bisognava fare presto tra qualche giorno ci sarebbe stata la luna piena.

A causa del sorgere del sole, l’uomo si tramutò in una zebra, la sua innamorata Mabonga salì sulla groppa di Balongo tramutato in una zebra ed insieme cavalcarono in direzione della montagna del Kilimangiaro..la raggiunsero nel pomeriggio e siccome essa era molto alta e impervia la salita, i due innamorati decisero di aspettare la notte che avrebbe trasformato in un gufo Mabonga..

La notte arrivò e Balongo tornato uomo poté vedere Mabonga trasformarsi in forma di gufo e in quella forma volare in alto sempre più in alto, finchè raggiunse la parte alta del monte e in quel luogo usando la sua buona vista di animale notturno, infatti era buio, il gufo volò per molte ore e riuscì a trovare e cogliere con gli artigli i fiori magici del Bugnali, Mabonga li riconobbe poiché il suo amico stregone glieli aveva descritti molto bene.

Il gufo ritornò alla pianura appena in tempo…era l’alba e Mabonga ritornò in forma di donna..mentre Balongo che la aveva aspettata si trasformava contemporaneamente in una zebra e così i due correndo e cavalcando, tornarono sulle rive del lago portando con loro i fiori del Bugnali che furono consegnati alla cugina del pescatore.

Ora tutto era pronto, e come aveva consigliato lo spirito del fiume …la cugina del pescatore che si chiamava Dolunga-Doter  vestita solo di una rete da pesca, quindi nuda, preparò con gli ingredienti ricevuti una torta molto buona, proprio durante la prima notte di luna piena..facendo tutta da sola.

In questo modo la loro speranza di vedere risolto il problema del loro legame affettivo sembrava avverarsi, essi avevano eseguito il rituale della magia in modo preciso, proprio come aveva consigliato lo spirito del fiume al figlio dello stregone.

Il dolce magico era pronto e l’indomani tutti insieme partirono mettendosi in cammino per raggiungere il luogo dove si trovava la tribù dell’egoista e geloso re Barumba.

Essi si presentarono al re con modi gentili, ed il re che vi ricordo era anche molto goloso di dolci li accolse educato, essi offrirono i loro doni ed anche il prelibato dolce per ringraziarlo del buon governare….il re Barumba, incoraggiato dal Signore della Natura magicamente e quasi ipnotizzato, quindi inconsapevole, accettò i doni e decise di mangiare la saporita torta.

Il re goloso mangiò la torta, e per magia il suo carattere cambiò, per mezzo di quel gesto diventò un re buono e idealista ..ma soprattutto divenne pieno di desiderio quando vide la cugina del pescatore ed a causa del fiore Bugnali che si era mangiato si innamorò perdutamente di lei e della sua bellezza, all’improvviso come promesso dallo spirito del fiume, il suo maleficio ebbe termine, in quanto il re si era innamorato di un altra e non gli importava più niente di Mabonga.

Il Signore del Fuoco capì che il re Barumba si era innamorato di un altra donna, comprese bene questo, e decise quindi di porre fine alla ingiusta maledizione…e i due innamorati all’improvviso Mabonga e Balongo tornarono uomo e donna contemporaneamente..

Fu allora che il re riconobbe i due innamorati, ma siccome era infatuato magicamente ed innamorato ormai solamente della bella Dolunga-Doter, non gli importava più di loro..

Il re Barumba ora voleva Dolunga, la desiderava molto e la donna sembrava disponibile ad un matrimonio.

La cugina del pescatore per effetto della magia del fiore Bugnali contenuto nel dolce, aveva causato molta passione nel ricco re Barumba e lui se la volle in sposa facendola diventare sua regina.

Conclusione:

La bella donna Dolunga-Doter diventò una donna ricca e rispettata..il re Barumba reso saggio dai consigli della nuova moglie, permise ai due innamorati finalmente liberi dalla maledizione, di sposarsi…ed il re regalò loro una ricca dote in segno di scuse…

Il pescatore cugino di Dolunga-Doter tornò al suo lago, portando con se ricchi regali del re essendo diventato parente di una regina..e visse felice il resto dei suoi giorni pescando sulle rive del lago.

l’apprendista stregone Tukumba-Soler divenne un vero mago del villaggio, ed era sempre consigliato dal Signore della Natura.. I due innamorati Mabonga e Balongo vissero felici e contenti il loro amore finalmente diventato sano e libero, il loro amore piacque al Signore della Natura, che diede loro protezione per tutta la vita.

morale:

dice una considerazione cristiana, se c’è amore vero tra due innamorati, anche se qualcuno però si oppone…sappiate che nonostante questo, non si deve perdere la speranza.. la Provvidenza vorrà che incontrerete persone amiche che vi aiuteranno a superare i problemi.

Dice un altro proverbio diffuso tra le genti del Kenya ma però di religione “animista” (tutto ciò che esiste secondo lo animismo avrebbe un anima) : “amatevi e siate felici in quanto la gente incoraggia amore negli altri anche per ottenere amore per loro…quando l’amore é vero e sincero, il momento è vantaggioso per tutti….poiché tutto ciò che esiste desidera gioia dall’amore…”

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Settembre 2009)

Giudizio: interessante, magico

voto (da 5 a 10): 9

 

Favole di Egidio: Perdonare è amore (per adulti)

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(racconto di tipo bianco e verde)
tempo teorico dedicato per la lettura 35 minuti
FAVOLA DI EGIDIO..
PERDONARE E’ AMORE..
INTRODUZIONE: esistono donne che amano il marito, anche se questi l’ha tradita, ma chi ama veramente può anche perdonare?
INIZIO
Favola: Perdonare è amore
Nel mondo delle favole, ma forse anche nella realtà,
viveva una donna chiamata Indulgenzia…
Aveva un problema era indecisa su chi sposare, era innamorata di due amici…uno si chiamava Pratico e l’altro si chiamava Integerrimo.
Vedendola indecisa..il buon Integerrimo disse: “ scegli Pratico..lui ha bisogno di te più di quanto ne abbia bisogno io…e poi io amo un’altra donna, ella si chiama Perfezione…..quindi puoi amare e sposare Pratico se lo vuoi!”…quale errore avesse commesso Indulgenzia per dissuadere Integerrimo a sposarla, lo lascerò decidere a voi lettori..
E così fu…. Indulgenzia decise di sposare Pratico ed i due andarono a vivere insieme in una bella casetta ai confini nel bosco lontano.
La coppia di sposini viveva felice ….lui era un bell’uomo e lei una donna molto amorevole, era anche una donna carina..
Indulgenzia e Pratico…stavano bene insieme…il loro era un amore pieno di sentimento e di gentilezze.
Un mattino la moglie Indulgenzia disse:…..”caro marito va a caccia di conigli, che mi servono per preparare il pranzo di domani…e l’uomo andò per il bosco…..pieno di spirito di avventura.”
Mentre l’uomo andava a caccia nel bosco..si inoltrò nella selva buia e cammina e cammina incontrò una vecchia strega dai capelli neri….che volle apparire all’uomo come una donna bella e giovane…..magia fu decisa dalla strega…. ed ella diventò una bella donna…l’uomo infatti si invaghì in preda alla magia di lei e si eccitò…..e la strega disse all’uomo: …..”bell’uomo hai sete? …dai bevi questo vino chiamato “desiderio”…l’uomo incoraggiato bevve quel gustoso nettare…e si dimenticò all’improvviso di essere sposato….la strega lo convinse a tradire con lei e lui tradì……poi esausto….l’uomo si addormentò nel prato..sotto l’albero dell’oblio.
Quando l’uomo rinsavì si rese conto troppo tardi di aver danneggiato la fedeltà coniugale e la considerazione di se come bravo marito…..aveva molta sete… la gola era arsa qualcosa gli bruciava dentro……e si chinò per bere alla sorgente della “verità”…..quando si accorse vedendosi riflesso nelle acque…..che la sua immagine era cambiata…dopo che aveva copulato con la strega e tradito quindi la moglie, dovete sapere che il suo corpo si era trasformato in un demone…in un essere metà uomo e metà animale….l’uomo si spaventò…ebbe orrore di se…….e disse a se stesso:”con quale coraggio torno da mia moglie…in così fatte sembianze?”.
Ma dovette tornare……non sapeva dove andare…….e tornò dalla moglie….la quale lo vide e provò una grande pena per lui nel vedere il marito trasformato in un fauno orrendo.
Il marito all’inizio non voleva parlare..si vergognava troppo…poi obbligato dalla situazione raccontò tutto.
L’uomo chiese perdono alla moglie di averla tradita e di essere stato infedele alla promessa….la moglie capì…che il suo amore era diventato impuro..ma impietosita per la crisi di coscienza che provava il marito lo perdonò…infatti più una donna ama suo marito, più sente il bisogno di perdonarlo…ed i due coniugi si commossero entrambi e piansero insieme per il bene che provavano dimostrato dal loro perdonarsi….. dalle loro copiose lacrime sul pavimento si liberò un fluido roseo che come per miracolo avvolse il marito…..era lo spirito del loro amore…..
E fu un miracolo …a volte anche le cose impossibili accadono…..Pratico tornò pian piano in forma di uomo nella immagine….l’amore della moglie gli aveva ridato comprensione di se stesso….e la dignità di essere uomo ancora.
Pratico disse a Indulgenzia: “mi hai perdonato molto …ora sò che il tuo amore per me è veramente grande…..ora che mi hai dimostrato che mi ami tanto mia cara…sono consolato e starò più attento!” disse così Pratico e baciò sua moglie Indulgenzia.
Pratico nei giorni successivi, andò ancora nella foresta a caccia di conigli..e così rivide la strega..ella tentò di nuovo di ammaliarlo…ma l’uomo temendo di essere trasformato questa volta, se avesse tradito nuovamente, in un vero ed intero animale ..questa volta resistette alla tentazione e non tradì e non mise a dura prova l’amore di sua moglie per lui.
Pratico cambiò strada e tornò a casa..restando fedele.
Così senza altri tradimenti i due coniugi passarono insieme giorni lieti..pieni di gentilezze e di amore.
Dalla loro unione in seguito nacquero due bambini…e furono chiamati Consolazione e Ravveduto.
Morale
Noi tutti ringraziamo il Signore che si Vuole Santo, quando ci consiglia all’indulgenza…. la quale ci permette di recuperare chi ha peccato contro di noi anche più volte…..e per mezzo della sua bontà e praticità che noi peccatori troviamo il coraggio di tornare a vivere nella coerenza e nella saggezza… e riusciamo ancora ad ottenere pace dalla vita.
Poichè chi interpreta l’amore in modo indulgente rende perfetto il suo modo di amare..
Nonostante ci sia qualcuno tra la gente che insista nel consigliare pignoleria nel giudicare e tendenza a condannare in eterno chi ha sbagliato……bisogna invece amare la gente e perdonarla…affinché tutti abbiano una speranza di pace….non vuol dire che il senso dell’amore diventerà per questo impuro…ma significa invece che se si ama davvero bisogna anche dimostrare di saper perdonare…infatti perdonare è amore…
Sembra per alcuni impossibile che una donna fedele accetti di convivere con un marito-peccatore, eppure capita, poiché non è solo l’adulterio che rende impura la vita di una persona…di conseguenza il problema interpretato anche con l’aiuto della praticità appare risolvibile..
.
fine
(Milano, Novembre 2004)
Autore: Egidio Zippone
Giudizio: Originale, interessante, romantico
Voto: (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: il re di nome Opportuno (per ragazzi)

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(racconto di tipo nero e bianco)
FAVOLE DI EGIDIO..

IL RE DI NOME OPPORTUNO..

INTRODUZIONE: molti hanno una guida spirituale un dono etereo , che li migliora e li consiglia, cosa succede se per aiutare il figlio di un altro qualcuno li deruba di tali forze spirituali..

INIZIO

Favola: il re di nome Opportuno..

In un regno lontano, nel mondo delle favole, nelle terre situate nell’est dell’Europa…. Viveva un re che si chiamava Re Opportuno…

Era un re…ambizioso e vanitoso che si aspettava molto da ciò che aveva e soprattutto dalla vita di suo figlio che sarebbe diventato il futuro re..ma il figlio di re Opportuno era invece svogliato e vuoto di iniziative.

Il regno di re Opportuno era diffuso e organizzato su una bellissima pianura interrotta a tratti da fiumi e boschi alberati..il re pensava che avrebbe donato al figlio un giorno quel regno…ma il principe che avrebbe ereditato il governare, non aveva testa per capire la gioia di questo gesto.

Il re sapeva che i tempi stavano cambiando e che bisognava che lui, re conquistatore e dittatore, cambiasse il suo governare in un altro modo..si! occorreva un nuovo modo di governare.. occorreva unire il popolo negli ideali di essere una nazione..ma  re Opportuno sapeva di non avere le qualità adatte  per potere governare con questo abilità  il futuro del regno..e così sperava che forse sarebbe stato  suo figlio ad avere i modi nobili e l’istruzione necessaria..

Purtroppo quel giovane principe era invece svogliato e anche mediocre nel fare politica e non sembrava avere le qualità che occorrevano ad un re …come suo padre d’altronde era solamente un prepotente e bravo soltanto a comandare i soldati.

Tanto é  che il re padre diceva ogni volta al principe…”Ma tu non hai preso per niente da tua madre la regina, hai solo copiato i difetti del mio carattere, ma non le virtù di entrambi i genitori!”..il re diceva al figlio queste parole  mentre lo vedeva mangiare scomposto e ruttante a tavola e facendo il maleducato…per niente interessato all’uso e alla abilità delle buone maniere.

Il primo ministro anche lui..notando i giochi scellerati che il principe faceva con gli altri giovani suoi amici che frequentavano il palazzo..ammise un giorno al re:

” Maestà!..forse il domani del regno è insicuro..con tutto il rispetto ..ma vostro figlio non sembra avere le capacità né le virtù per riuscire nei problemi che lo aspettano nel suo futuro compito di monarca..è scellerato, poco serio, pigro e di poca volontà a risolvere i problemi che gli proponiamo”..

Il  principe che si chiamava Luigi..non ci poteva fare niente, era fatto così e decise per non soffrire che non gli importava niente dei giudizi pignoli che gli davano e continuò menefreghista a giocare in modo lussurioso con le cortigiane e i suoi amici paggi.

“Maestà! il nostro regno è circondato da paesi ostili..per fortuna che voi siete ancora in vita..essi vi temono e vi rispettano al tempo stesso per la vostra abilità nel combattere in battaglia e nello organizzare l’esercito..ma sembra che il futuro re, non abbia le qualità adatte per vincere queste difficoltà..non è serio come voi…non ha la vostra suggestione..come faremo un domani a creare un equilibrio internazionale in modo da proteggere il nostro regnare?” Disse un giorno il primo ministro tristemente.

“Come possiamo fare? chiese il Re Opportuno annuendo..”mi dia un consiglio lei ..ci sarà pure un modo per migliorare il carattere  e le abilità di mio figlio!”.

“Io conosco, avendo molto viaggiato per il mondo, io conosco l’arte della magia..ed in India, lontano paese, ho imparato l’arte della “trasmigrazione dello spirito” si! Mia Maestà sono anche un mago in segreto..e le posso dire che vostro figlio è così poichè non ha uno “spirito guida abile” valido incarnato in lui..vostro figlio non ha un aiuto valido alla sua personalità..è solo nel suo essere e per questo non è bravo e infatti vostro figlio dimostra molto spesso di essere un mediocre…occorre che il futuro re abbia uno spirito guida che lo consiglia….che lo rende migliore degli altri..

“E che possiamo fare?” chiese il re..

Il primo ministro ripetè le stesse cose ancora, ma questa volta in modo più convincente..”vostro figlio Maestà con tutto il rispetto che ho per voi..è nato vuoto di doni spirituali e la sua incostanza è dovuta alla sua debole anima priva di capacità aggiunte!.”

“Sono d’accordo, ha preso e copiato solo i miei difetti nel carattere grintoso  che ho e dalla sua defunta madre la regina non ha attinto nulla..ma come posso fare io per migliorare la sua vita e le sue qualità?”

“Il problema esiste Maestà  e siccome suo figlio suo malgrado sarà re un giorno …bisogna attuare la drastica soluzione possibile, bisogna aggiungere alla sua anima, prima che compia i 25 anni di età, bisogna aggiungere uno spirito guida che lo migliori nella suggestione..dopo quell’età sarà troppo tardi!”

“Migliorare l’anima di mio figlio, è mai possibile farlo oh! mago! E come? “Chiese il re

“Ma é semplice!..Rubando lo spirito guida ad un altro e aggiungendolo invece a vostro figlio..” disse piano il primo ministro parlando all’improvviso sotto voce….

“Ed è possibile?” Chiese incredulo il re avvicinandosi con la testa dalla parte degli orecchi al primo ministro che stava vicino, per sentire meglio il parlare sottovoce..

“Si! è possibile nel mio libro di magia infatti é nascosto il segreto di questa stregoneria e di fare questo a due persone io sono capace..rubare ciò che da forza e abilità  all’anima appunto…lo spirito guida ed inserirlo in un altro!”..disse il primo ministro con atteggiamento di mago.

“Ed è possibile fare questo anche se uno dei due non è d’accordo?” Chiese il re.

“Si! si può… ma occorre dire bugie..lo spirito guida è istintivo e ci crederà!” rispose il primo ministro..

“Deve sapere mio consigliere che nemmeno io… ho un aiuto spirituale degno di un re!”..disse re Opportuno

..”e chi a corte ha questa fortuna  spirituale ne ha bisogno per eseguire con abilità i suoi compiti ministeriali nel palazzo..quindi bisogna trovarlo all’esterno del castello il donatore volente o dolente che sia!” Aggiunse al dire del re l’astuto primo ministro con fare di mago..

Il re Opportuno era ricco e si voleva potente e voleva utilizzare i suoi poteri in Terra per arricchire lo spirito dei suoi parenti e della sua discendenza oltre che di tutta la corte .”queste capacità spirituali mi servono!” pensava ora che ne sapeva e ne aveva capito l’esistenza… l’avido re le pretendeva assolutamente per i suoi scopi..

Il primo ministro dichiarò sottovoce:” nel vostro regno Maestà ..siete padrone di tutto e dei sudditi,,voi siete padrone dei corpi e degli spiriti che danno loro vita..ci sarà di certo qualcuno..degno delle qualità di un principe in questo paese..lo troviamo e lo derubiamo di ciò che lo rende abile!. “

“Possiamo con la mia magia derubare a lui il suo spirito guida , ed incarnarlo in vostro figlio per aiutarlo e rendere vostro figlio più capace di quanto è adesso….ad esempio rubare ciò che rende di bravura i figli dei poveri..nel corpo dei poveri l’abilita’ e il buon consiglio non danno abbastanza frutto..è inutile per il nostro regno far restare molto abile il figlio di una nullità…non le pare Maestà?” aggiunse deciso il primo ministro..

“Bene la questione è importante..aggiungete pure uno spirito guida a mio figlio e miglioratene il comportamento al più presto..lo permetto..se ciò sarà possibile in seguito lo faremo a tutti e miglioreremo il rendimento intellettivo di tutta la corte e dei ministri!” comandò il re.

“Obbedisco mio re… ci penso io!” rispose il primo ministro…. ”mi lasci fare maestà e vedrà che me ne sarà grato.”

“Sarai ben ricompensato se sarà così come dici e se mio figlio migliorerà davvero nei modi e nella personalità!.” Concluse re Opportuno con ottimismo..

“Deve sapere maestà che a volte nascono persone con uno spirito guida abbinato, anche in luoghi dove queste capacità di perfezione non servono..ad esempio in famiglie di contadini o di artigiani.

Questo capita poiché il “Signore della vita” si innamora ogni tanto di un padre o di una madre, il motivo certo non si sà, e da questo sentimento nasce lo “spirito guida” chiamato “didin” dai poteri magici..tale spirito aiuterà tutta la discendenza e sarà la fortuna di quella famiglia nei giorni che essi vivranno.

Ora siccome tali capacità per il destino che hanno..non servono in quel luogo pieno di ignoranza dove vivono..è giusto che lei Maestà in quanto padrone di ogni cosa in questo regno..se ne appropri e lo usi per migliorare il suo governare e il rendimento di tutti i nobili” aggiunse  il consigliere in modo risoluto.

“Bene! primo ministro mi hai convinto..arricchiamo la mia potente famiglia e tutti i nobili di corte con l’aggiunta degli spiriti “didin” che tu toglierai dove non servono e non danno frutto..e li metterai al nostro servizio incarnandoli in persone amiche” comandò il re.

Fu così che i soldati del primo ministro furono comandati a mettersi in viaggio per andare alla ricerca di giovani fortunati ritenuti aiutati da spiriti validi..

Il primo ministro ordinò ai soldati di andare e cercare in tutto il regno giovani tra 20 ed i 30 anni che dimostravano qualità certe nella bravura con le armi unita ad una buona loquacità, oltre all’aver il dono di una personalità brillante…inoltre essi dovevano dimostrare certa serietà a necessità e potere psicologico influente sul gruppo oltre che dimostrare capacità decisionali valide.

“Andate e portatemi le persone che hanno queste caratteristiche qui, portatemeli tutti!” ordinò il primo ministro ai soldati.

I soldati obbedienti partirono e si divisero in più gruppi per tutto i paesi del regno alla ricerca dei giovani con le capacità richieste.

Essi cominciarono in tutti i paesi visitati con un metodo di selezione pignolo ..ma ci furono delle difficoltà..i giovani esaminati..se erano bravi con le armi erano però purtroppo poveri di spirito..se erano bravi nel parlare erano poco atletici e se avevano carattere brillante erano apatici e poco abili nelle decisioni..quindi i soldati ebbero dei problemi nella loro ricerca.

I soldati stavano quasi per arrendersi, quando per caso, un giorno seppero da alcuni contadini incontrati nei campi che in un paese li vicino abitava un giovane che faceva al caso loro: “egli é molto fortunato e pieno di virtù e capacità..proprio come voi soldati chiedete e cercate!” confidarono i contadini ai soldati..

I soldati si recarono subito nel paese indicato e li cominciarono a cercare il giovane considerato da tutti portatore di capacità e abilità notevoli.

Infatti il giovane che si chiamava Ideale, era posseduto da una bellissimo spirito guida, dono del Signore della vita..egli viveva quindi piacevolmente con se stesso aiutato nel suo vivere felice da molta fortuna e abilità..

Il suo spirito guida che era incarnato in lui da anni, gli dava tanta pace tanta gioia e benessere..e lui donava tutto questo a chi provava amicizia per lui ..gli stessi sentimenti ed i consigli che dava, erano ricambiati dagli amici con molta gratitudine.

Il ragazzo sapeva infatti dipingere quadri..oltre che recitare poesie e sapeva anche giostrare con le armi con abilità in confronto agli altri ragazzi ..era proprio un essere fortunato pieno di riuscite capacità…viveva felice spensierato con suo padre che però pensate faceva il lavoro di maniscalco.

I soldati venuti a conoscenza di lui andarono a trovarlo nella sua casa e chiesero di lui alla gente.. lo avvicinarono e lo esaminarono con una scusa…”vuoi tu ragazzo vincere il premio di una borsa di monete?”…”ragazzo ti dobbiamo parlare… hai tempo?” così gli dissero dopo averlo avvicinato.

Prima di tutto, per esaminarlo lo convinsero a confrontarsi con loro in duelli di armi amichevoli, con le spade e con l’ascia..e videro subito che il ragazzo era molto abile, agile ed atletico..in seguito lo invitarono all’osteria per premiarlo, il ragazzo non aveva il vizio di bere ma i soldati lo persuasero ugualmente a raccontare la sua vita e notarono che il giovane era anche molto simpatico e spiritoso e di personalità spiccata, sapeva ben parlare..infine gli proposero una finta questione da risolvere “ se è giusto mentire per evitare discriminazioni e rimproveri” e il giovane risolse la controversia con saggezza e diede anche buoni consigli..dimostrando ai soldati capacità psicologiche valide.

“E’ lui! ..il predestinato colui che salverà il regno!” disse il capitano dei soldati.

I soldati soddisfatti, offrirono del denaro alla famiglia del ragazzo e lo invitarono con le buone a seguirli al palazzo del re dove il ragazzo avrebbe ritirato un premio altro denaro in monete di oro destinato “al migliore suddito del regno non di sangue nobile”

Ma per ottenere il premio occorreva che egli fosse presentato al re entro il mese.

Il ragazzo dapprima fu riluttante, ma poi si convinse e ottenuto il permesso del padre maniscalco, seguì i soldati nel lungo percorso verso il palazzo di re Opportuno.

Il ragazzo fu condotto al palazzo del re per essere presentato al primo ministro..

“E’ quello il ragazzo?” chiese il primo ministro al capitano dei soldati osservando dal’alto di una finestra un giovane individuo in piedi vestito di poveri vesti situato tra le persone presenti nel cortile del palazzo.

“Si! è proprio un bravo giovane degno di essere anche un figlio di re!” rispose il capitano.

“Conducetelo da me..gli voglio parlare!” disse il primo ministro risoluto.

Il ragazzo un po’ intimorito..fu condotto all’interno del palazzo

Fu subito presentato e tutti i presenti, e tutti notarono e si complimentarono per le sue capacità loquaci generiche.

In seguito dopo che gli fu mostrato tutto lo splendore del palazzo e tutte le ricchezze delle stanze che lo componevano, il ragazzo fu ascoltato nel suo modo di raccontare e fu dato un giudizio ai suoi commenti.. egli seppur poco colto sembrava un tipo di ragazzo intelligente..

Il primo ministro lo portò quindi nei sotterranei del palazzo con una scusa “ ti voglio far vedere ragazzo la maestosità delle possenti colonne che sorreggono questo grande e pesante palazzo..seguici!”

Il re e il suo primo ministro intanto attuarono l’inganno e d’accordo con i camerieri, offrirono da bere di nascosto al ragazzo del vino drogato, purtroppo il ragazzo di nome Ideale, era buono ed inesperto e bevve il vino e si abbandonò così ad un pesante intontimento..

Nei sotterranei del palazzo

Il ragazzo fu introdotto in un stanza segreta e poi fu incatenato, ne era stupito, ma in quanto drogato non reagìva anche perché era tenuto fermo dalle guardie del re, “Cosa vogliono da me..cosa vogliono farmi?..pensava il ragazzo con timore, ormai era tardi per aiutarsi, il ragazzo non poteva impedire la sua prigionia e vide come ultima cosa, nel suo stranimento, solo il ridere beffardo delle guardie che lo legavano ad una grossa tavola di legno …poi all’improvviso il ragazzo si addormentò.

Il primo ministro cambiò le proprie vesti con gli abiti neri di mago ..erano questi gli abiti adatti alla magia e al rito sacrilego che stava per compiersi…

Ed il mago organizzò il tutto, aiutato dalle guardie, in segreto ai cortigiani del palazzo…nessuno doveva sapere,,

Li! nei sotterranei del palazzo..si stava per commettere una ingiustizia…

Il ragazzo fu legato mani e piedi sul tavolo di legno e nella stanza furono portati oggetti magici e fu invitato in quella stanza, anche il re Opportuno insieme al principe Luigi: ”vedrai figlio! diceva il re “questo ragazzo ha un dono in lui che ti migliorerà la vita..lascia fare a noi….”sarà!” disse il principe con superficialità “mi sembra un normale ragazzo di paese, cosa ha di speciale che io non ho?.”

il rito magico comincia

Il ragazzo di paese che si chiamava Ideale, era ormai in preda alla droga e dormiva in uno stato di catalessi, mentre era legato su un tavolo di legno con delle cinghie ai polsi ed alle caviglie.

Con l’aiuto del mago… al suo segnale…si diede inizio nella stanza al sortilegio che avrebbe causato il distacco dell’anima dal suo corpo..per dare ad essa un altro corpo un altro luogo e un’altra dimora.

“Che il rito magico inizi!” ordinò il re

Al figlio del re fu chiesto di stare seduto, nella stessa stanza, su una sedia magica di legno nero ma profumata di incenso e di aromi esoterici…

Il mago formulò parole in lingua indiana e tibetana..esse erano parole misteriose e segrete..egli manipolava strane pietre magiche e agitava dei pentolini facendo suoni rumorosi pieni di suggestione e facendo movimenti strani con le mani…poi all’improvviso il mago si rivolse al corpo del giovane da derubare nello spirito e disse:

“Spirito che proteggi l’anima di questo giovane dormiente..lascia questo corpo povero e impertinente…lascia che la tua vanità sia vincente..lascia questo corpo che ha un destino da perdente ….spirito che sei la sua fonte di abilità..lascia questo corpo dalla vita non nobile di sangue…e mostrati al mago e parlami..qui all’istante…mostra e parlami o spirito importante!”

Il re in quel momento si rattristò ed ebbe uno scrupolo etico, ma subito si convinse che tutto ciò che esisteva in questo regno era suo e della sua discendenza..quindi poteva approfittare di ciò che era suo di diritto, e lo scrupolo che aveva disturbato la sua coscienza fu vinto…

Il re ordinò anche lui allo spirito del dormiente

“Spirito ti ordiniamo di lasciare il corpo in cui sei ora e di andare a vivere ed aiutare il corpo di un altro che riconoscerai dal profumo sacro dell’incenso che lo circonda.”

All’improvviso si vide nel buio nella stanza, illuminato dalla poca fiamma di fievoli torce..uno spirito di ecto-plasma luminoso di luce bianca…formarsi intorno al corpo del ragazzo in catalessi legato sul tavolo.

Lo spirito di luce si alzò nell’aria e nel salire nella stanza si mostrò nella sua bellezza femminea vestito per poi fermarsi a volteggiare nell’aria piena della sua luce fosforescente e bianca…

Con voce di donna lo spirito parlò nella mente al mago…si! in telepatia…

“Cosa volete da costui..che avete legato…egli è un bravo ragazzo con me…ed io lo proteggo nei suoi pensieri di ciò che è oggi e di ciò che era ieri!”

“Eccolo è lo spirito guida!” disse il mago “è lui che voglio… bisogna mentire per averlo!.” E aggiunse:

“Spirito guida, non vedi il ragazzo che avevi è come morto..(infatti era drogato)..la sua mente non si avverte.. è ormai spento nella vita.

Lascialo e possiedi invece costui che sà di incenso e che dalla realtà è comandato ad un più ricco e più fortunato destino..ecco il nuovo posto a te ti è mostrato..e li vicino”

E fu indicato allo spirito il corpo del principe seduto sulla sedia profumata.

“Che parli il re!” Disse il mago

“Io re Opportuno dono a te, oh! spirito eccellente, mio figlio Luigi, decido questo come padre e come re..affinché tu lo aiuti nella sua vita” Disse il re con voce gentile

Lo spirito guida, credendo morto il suo ragazzo, con un lacrima baciò il suo corpo..poi dopo qualche secondo, sembrò riflettere dubbioso, ma in un attimo si avvicinò al corpo del principe e sfruttando il suo bisogno di respirare, insieme all’aria del respiro del principe, dal naso gli entrò nel corpo e lo possedette incarnandosi in lui…

Il giovane principe respirò abbondantemente un dolce profumo…come fu comandato dal mago… respirò quello spirito e ne provò subito il benessere nella sua carne.

“Ecco la magia si è compiuta…lo spirito più capace, ora si è introdotto nel corpo dalla vita più audace, ed ora del loro destino comune insieme a lui si compiace” disse il mago

Il principe si alzò dalla sedia… Il re Opportuno suo padre accolse il figlio principe con un abbraccio e lo portò nella stanza di sopra per avere prova della sua nuova indole e nuovo modo di reagire ai problemi…

Il mago intanto ordinò di liberare il derubato giovane ingenuo, che era ancora drogato e privo dei sensi, e ordinò di abbandonarlo senza memoria di ciò che era successo, nel bosco lontano, situato intorno al palazzo..ed il ragazzo fu abbandonato al suo destino di debole suddito non più protetto spiritualmente..

Il ragazzo di nome Ideale, dopo qualche ora, si svegliò nel bosco e sentì che gli girava la testa ed aveva un pò di emicrania, poi piano piano capì.. lui Ideale era stato derubato di una parte di se stesso, una parte molto importante e si sentiva infatti fiacco ..ma capendo che non poteva farci niente..poichè aveva intuito che era stato il re a volere questo, se ne tornò a piedi al suo paese lontano e sconsolato..aveva perso ciò che proteggeva le sue capacità più vive..e comprendeva ora tristemente che la sua vita non sarebbe più stata la stessa da quel giorno…lo avevano imbrogliato..

Intanto al palazzo tutto sembrava trascorrere felice

Tutti i cortigiani notarono, nei giorni che seguirono, che il principe Luigi era cambiato in parte ed in meglio..ora conversava con abilità con chiunque e quello che diceva sembrava convincere tutti… era più educato e simpatico a tutti e i cortigiani si complimentavano con suo padre il re Opportuno per averlo messo al mondo..

“Si è così!” pensava il re, l’ingiustizia che ho commesso, a me è permessa.. tutto ciò che esiste in questo regno è mio e della mia famiglia e con esso anche le anime di chi ci abita..quindi gioia e felicità per tutti..non è un torto ciò che abbiamo commesso, ma é un mio dovere verso il paese…e giusto che chi comanda sia rafforzato e chi ha il dovere di obbedire sia impoverito.

Così l’egoista  re Opportuno, chiuse la sua coscienza al cuore..e trovò pace nel suo egoismo di dittatore.

Ma la perfezione non esiste se non è spontanea..

Lo spirito guida non era un anima ambiziosa..era invece una anima idealista..aveva accettato la trasmigrazione in quanto riteneva morto il corpo che aveva custodito fin da bambino..in realtà noi sappiamo che il ragazzo non era defunto era nel momento del distacco drogato ed in stato di catalessi…e il suo spirito guida inoltre non era molto contento del destino e del modo di fare del nuovo protetto…del nuovo ragazzo..poichè era un gradasso nei pensieri..

Ugualmente lo spirito guida, comandato dal re, consigliò direttamente nei giorni che seguirono il buon comportamento al principe Luigi..Ed il re Opportuno si compiaceva di questo e con lui tutta la corte dei nobili.

Ma un giorno accadde una cosa insolita alla corte del re.

Era stata decisa la festa di Capodanno e molti erano gli invitati stranieri..

Molte dame e molti nobili cavalieri dei paesi confinanti, furono invitati per partecipare a quella festa importante, che ogni fine anno si festeggiava …..

Il principe Luigi quella sera…come suo solito bevve esageratamente vino..e gli capitò un incidente, complice quella sala delle danze piena di piacevoli liquori, piena di gente viziosa e allegra…e dovete sapere che lo spirito guida non aveva potere sugli effetti mentali del bere vino…poichè i fumi dell’alcool causavano atteggiamento disinibito…e qualcosa capitò..

Dovete sapere che un cameriere un pò inesperto fu urtato nel camminare dal principe Luigi,  egli obbediva al servire il vino con molti bicchieri..di conseguenza tutto il vassoio con le vivande in un attimo finì sul bel vestito dell’ubriaco principe..che vedendo tutti ridere di lui all’improvviso per la situazione comica in cui si trovava..si innervosì molto e si irretì a tal punto, che per effetto dell’aver anche bevuto, reagì con cattiveria, nemmeno lo spirito guida riuscì a frenare in tempo i suoi modi irati ed improvvisi..il vino ingerito rendeva il comportamento del principe poco controllabile e più impulsivo…il principe con il suo bastone….picchiò il servo incapace..più volte sulla schiena e anche sulla testa dimostrando crudeltà ed ira, insultando il servo anche con parole cattive..tanto che tutti gli ospiti si stupirono per il suo brutto carattere ed i suoi modi arroganti..prima non avvertiti..

il cameriere dolorante fu allontanato subito e portato via, ed al principe fu consigliato di calmarsi mentre urlava e diceva con determinazione che nessuno doveva ridere di lui ..”sappiate che io sono il futuro re!” diceva il principe visibilmente alterato…..”nessuno deve ridere di me!”

Per rimediare e distrarre gli ospiti innervositi e per fare dimenticare al più presto l’incidente, furono invitate delle ballerine in abiti orientali a danzare al suono dei tamburi e degli strumenti..ma il principe vedendo nuovamente su di lui gli sguardi di rimprovero dei nobili stranieri..invece di calmarsi come voleva e consigliava inutilmente il suo spirito guida..preso dai fumi dell’alcool nuovamente..e per mania di protagonismo..si lanciò all’improvviso nella pista e strappò le vesti alle ballerine orientali denudandole e rendendole piene di ridicolo..e dimostrando a tutti quanto era anche volgare e maleducato…

Fu rimproverato da tutti i presenti come disturbatore della festa..”ma che avete cari amici..che avete da rimproverarmi sono solo servi..esseri inferiori a noi..tutto ciò che esiste in questo palazzo e nel regno… sarà mio un giorno…. meglio che essi comincino ad abituarsi alle maniere di chi é destinato a comandare!”..diceva il principe completamente ubriaco per farsi capire:..

”voi!” indicando tutti con il bastone “mi apparterrete con anima e corpo..posso fare di voi ciò che voglio!”..seguirono dei mormorii di disapprovazione tra gli invitati…

”Allontanate il principe dalla sala!..” disse il re Opportuno alzandosi in piedi dal suo trono…il principe Luigi è ubriaco e fuori di se, forse non si sente bene, come al solito quando beve…vi prego di scusarlo”

“Che mi fate mai, lasciatemi stupidi servi…io sono il vostro principe… vi ucciderò tutti per codesto poco rispetto!”..diceva lo scellerato

“Portatelo via…. oggi non riconosco mio figlio!”..disse il re con autorità..poi comprensivo “speriamo che si riprenda al più presto..la festa è finita..terminano qui i festeggiamenti ognuno a casa sua!” ..disse il re a tutti nobili..e tutti si inchinarono nel saluto.. e se ne andarono..

Nella stanza del principe..mentre il giovane dormiva..ora che egli era dormiente..lo spirito guida poteva finalmente liberarsi dal corpo e interpretare liberamente ciò che era successo..ed egli rivide tutta la giornata come se fosse capitata a lui..e ne fu inorridito e sconvolto..prima il bere esagerato e poi la maleducazione volgare..la collera con i servi e pure le frasi ingiuriose agli ospiti..

“Spero proprio di essere libero di andarmene o di morire, come lo fu il mio amato Ideale, che da molto tempo non rivedo..lo raggiungerò in Paradiso e mi riunirò a lui…questo voglio  ed a te Signore del Cielo io chiedo.” Pregò così durante la notte la volontà dello spirito guida tristemente.

Così detto all’improvviso degli angeli bianchi apparvero nella stanza e presero lo spirito e lo portarono in cielo.. il piangente spirito fu portato su nel cielo nel regno delle anime.. in Paradiso..egli non voleva vivere in un corpo così maleducato e privo di modi gentili e voleva raggiungere il suo amato ragazzo Ideale che aveva amato un tempo e che pensava ormai morto.

Nei giorni successivi, il re e il primo ministro capirono che lo spirito guida incarnato con la magia aveva fallito e consapevole di questo era fuggito..e dissero che per lo sciagurato principe avrebbero trovato un altro donatore spirituale..qualcuno che sapeva sopportare e tollerare anche il bere vino…il principe fu dato in cura a dei medici di corte a causa del suo nervosismo e alcolismo, i quali consigliarono delle pozioni di erbe tranquillanti.

E tutto nel palazzo sembrò tornare calmo e sereno…nonostante i numerosi pettegolezzi e le voci di rimprovero alla famiglia reale da parte degli altri nobili abitanti nei regni confinanti..

In Paradiso

In Paradiso intanto una bella notizia fu rivelata a quello spirito gentile ma ora triste..che una volta aveva avuto l’incarico di essere lo spirito guida di un essere umano..fu detta la verità..

Il ragazzo che consigliava…. il suo amato Ideale… era vivo..

aveva lo spirito guida ora capito che egli era stato ingannato dal re..il suo amato ragazzo di nome Ideale era invece vivo..

Lo spirito pregò il Signore di rimediare a tale congiura, e chiese al Signore di permettergli di raggiungere il suo amato ragazzo in quel paese di contadini semplici e felici e chiese al Signore che tutto tornasse come prima..

Il Signore del Cielo lo accontentò, in quanto lo spirito guida è uno spirito degno, che aiuta la gente volentieri ed è sempre meritevole di ascolto per tutti questi motivi…e così lo spirito guida fu esaudito.

Il giorno più bello

Il ragazzo di nome Ideale, figlio del maniscalco..si svegliò quel mattino stesso e capì..lo intuì da se… di essersi pienamente ritrovato nella notte..si sentiva meglio… aveva fatto un sogno che lo faceva sentire ora più a suo agio..anche il padre maniscalco, quando incontrò il figlio, notò anche lui quel giorno un miglioramento nel suo modo di comportarsi aveva intorno a se una suggestione migliore..il ragazzo Ideale era tornato a essere finalmente se stesso pienamente…ciò che prima era solamente un bel ricordo..ciò che prima sembrava smarrito… ora era tornato vivo in lui…

Tutto il paese intanto aveva capito quel che era successo al ragazzo, in quanto Ideale lo aveva raccontato a tutti paesani suoi amici, ciò che egli aveva raccontato aveva reso i paesani molto più attenti, con il suo raccontare Ideale aveva fatto capire che la famiglia del re era sostenuta solamente dalla cupidigia e da nessun spirito veramente nobile.

E tutto il paese decise a fin di bene, ma di nascosto, di mentire da quel giorno in poi al re ed ai suoi soldati in visita al villaggio, tutti si inventarono per evitare di essere derubati spiritualmente, un difetto fisico di nervi o di personalità oppure si accusavano di immolarità…tutti si inventarono insomma un finto disturbo una diversità..

In quel paese da allora di conseguenza, ogni tanto, tutti fingevano di subire dei difetti nervosi, chessò un tic nervoso con gli occhi…oppure ogni tanto tutti fingevano di zoppicare o di balbettare..ad alcuni piaceva fingere un tremolio alle mani..altri fingevano di parlare da soli…

Quando capitava questo?

Semplice cari lettori…questo capitava quando per il paese passavano gli astuti soldati del primo ministro, sempre alla ricerca di ingenui donatori di anime e di spirito con cui arricchire la vita spirituale dei personaggi di corte.

Essi infatti dicevano nel vederli sofferenti:

” No! vedete..questo è un paese con anime “difettate” dicevano i soldati…guardateli bene… sembrano matti..sono malati…troveremo di certo un altro luogo con altre anime per rafforzare il figlio del re ed i suoi cortigiani!.”

“Si! Le anime di questa gente non paiono per niente perfette..sono imprecise e presentano poca abilità, i corpi in cui sono incarnati hanno poca salute, per le intenzioni del re non sono necessari, andiamo a cercare altrove..ma bisogna fare presto poichè il principe Luigi sta invecchiando!”

E fu così che il figlio del re Opportuno non trovava ancora spirito guida  adatto a lui..

Volete sapere come andò a finire la ricerca di uno spirito abile per il corpo dello sciagurato principe Luigi?

i soldati del re non riuscirono mai a trovarlo, in tutto il regno non si trovò un donatore spirituale adatto per il principe a causa delle incoerenze sessuali che aveva commesso nel frattempo quel principe vizioso con gli amici quando era ubriaco..

Così per mantenere il corpo del principe Luigi in vita e ancora sano, per colmare il vuoto spirituale che si era formato e incarnare uno spirito necessario a far funzionare il cervello, …prima dei venticinque anni di età…al principe Luigi, i maghi incarnarono nel suo corpo…. lo spirito di un lupo selvatico…per renderlo almeno forte e coraggioso nel fisico..poichè nessuna  persona seria voleva averci a che fare con quello scellerato..

infatti suo padre il re ed il primo ministro, nel pretendere di ottenere capacità nobili dal principe Luigi.. ahime! ormai avevano rinunciato…

non c’era nulla da fare …il principe restò gretto e brutto nel carattere e quando governò, alla morte del padre, fu giudicato da tutti, un barbaro, un re volgare ed ignorante da tutto il suo popolo e dai nobili delle nazioni confinanti..

Fu così che il re Luigi perse influenza politica, perse amicizie e suggestione internazionale e il suo esercito dopo una breve battaglia, perse anche la guerra che aveva con poca prudenza dichiarato ed il suo regno fu assimilato da un regno più grande…e la sua discendenza terminò con l’organizzarsi ai suoi confini di un grande impero, quale infatti fu la grande Russia dello Zar Nicola..e il regno di re Opportuno che abbiamo conosciuto in questo racconto smise di esistere….diventò infatti una frazione dell’impero russo….

MORALE:

Per aiutarci nel poter vivere una vita tranquilla, per restare liberi da doveri, dobbiamo decidere di non educare il nostro spirito a desiderare la sola ricchezza, occorre anche che ci educhiamo a credere nei buoni sentimenti…

I nostri buoni propositi nelle virtù nobili, resteranno così vivi ancora in noi, anche se siamo delle persone semplici, essi ci daranno gioia tutta la vita… se sapremo educarci a non invidiare i potenti ed i ricchi, la nostra forza spirituale resterà in noi per sempre..

 

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Novembre 2015)

Giudizio: interessante, originale

voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: la principessa zitella (per ragazzi)

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(racconto di tipo verde)

FAVOLA DI EGIDIO..

LA PRINCIPESSA ZITELLA

INTRODUZIONE: come mai una ragazza che non trova marito o si è sposata con molti anni di età, è chiamata da tutti “zitella”…potrebbe essere per il motivo raccontato in questa favola..
INIZIO
Favola: La principessa Zitella
La favola che vi voglio raccontare, è ambientata in Italia nel lontano XVI sec.  d.c. , in uno dei tanti ducati e feudi oppure nelle molte città governate da singoli re, governi che si erano instaurati in quel periodo storico un pò ovunque in Italia..

La favola narra la storia di una principessa…ella era giovane e gradevole..ma non era veramente bella, a causa del suo naso troppo lungo e delle molte lentiggini sul viso, però era molto simpatica e intelligente nel conversare..
Il suo nome era “principessa Zitella”.
Questa principessa abitava in un castello con dame e cavalieri e sua madre la regina e suo padre il re, volevano vista l’età che ormai aveva la principessa, che ella trovasse marito in modo da dare una continuità alla loro dinastia.
La principessa Zitella aveva molti amici ma ancora non aveva incontrato un innamorato che le dimostrasse amore…un po’ perché non era bella davvero e pochi si interessavano a lei ….un po’ perché nessuno le piaceva veramente.
I suoi genitori il re e la regina volevano vederla sposata, ma non riuscivano a trovarle marito, eppure la principessa era ricca, chi la avrebbe sposata sarebbe diventato un giorno re di quella città…ed i nobili di corte dicevano che questo accadeva perché Zitella aveva un brutto naso e la pelle con le lentiggini sul viso e sul corpo non piaceva a tutti…ed i giovani si sa molte volte sono pignoli in queste cose.
Chissà da chi aveva ereditato il suo aspetto, si chiedevano i genitori, ma la ragazza era l’unica figlia che avevano ed essi le erano molti affezionati…così vivevano insieme alla loro figlia questa difficoltà….trovare a Zitella un marito..questo era il loro compito e dovevano fare presto..il tempo passava inesorabile.
Zitella viveva la sua vita di corte ugualmente, una vita fatta di ricevimenti concerti e momenti di istruzione, tra i cortigiani aveva molti amici, amici nobili e istruiti..tra i quali un principe di nome Vanitoso e un principe di nome Opportunista, ma essi non le facevano la corte neanche un pò e le facevano capire che essi non erano adatti a lei…non le dicevano che lei era brutta per non offenderla, ma le facevano capire nonostante gli incoraggiamenti gentili della principessa che non c’era nessuna attrazione per lei in loro.
Fu così che la principessa Zitella un giorno si rese conto di quanto il suo aspetto non facilitasse il dovere di trovarsi un marito e divenne triste per questo..
Ella pensava “quanta gioia potrei dare ad uno sposo innamorato..fare dei figli con lui..e vivere dei bei momenti di amore con lui, eppure queste mie buone intenzioni non bastano!”.
Prima relazione e incontro
Un giorno alla festa del grande ballo in onore della Primavera, Zitella si invaghì di un bel principe dai suoi genitori invitato.
Il principe di nome Sincero questo era il suo nome..era un bell’uomo ed era vestito sempre di bianco con un bel mantello ed un bel cappello piumato.
Egli sentendosi incoraggiato dalla principessa, le diede un bacio gentile a labbra chiuse mentre erano sul terrazzo, ma purtroppo la loro relazione durò solo tre settimane, Sincero era un principe che diceva sempre quel che pensava senza riserva e senza scrupoli, quando un giorno Zitella chiese al principe cosa lui pensava del suo naso ella si sentì offesa dalla sua risposta sincera…Sincero le disse che il suo naso non le piaceva poiché era proprio sproporzionato e quindi Zitella pensò che Sincero stava con lei solo per divertimento e che non era innamorato davvero e la principessa decise di interrompere subito la relazione con lui..quel principe le era diventato antipatico all’improvviso.
Seconda relazione
Un giorno alla festa di capodanno Zitella si ritrovò a ballare con un bel giovane era anche lui un principe e si chiamava principe Complessato… ed era infatti un principe un po’ timido e impacciato.
Questo principe avvicinò inizialmente la principessa Zitella con molte parole gentili..ma poi dopo averla convinta a fare l’amore con lui nel giardino del palazzo reale, ed essendo riuscito finalmente nei suoi propositi, al principe improvvisamente gli sparirono i complessi che aveva da tempo, ed egli cominciò a sentirsi un uomo, un grande amatore, e siccome si volle improvvisamente un grande uomo, la timidezza che aveva quel principe svanì e accorgendosi all’improvviso di quanto era brutto il naso di Zitella rispetto al suo, ebbe purtroppo coscienza di questo ed il principe capì di meritarsi di più dalla vita..lui aveva dimostrato di essere un grande uomo virile e voleva adesso vicino a lui ora una donna molto bella …e così lasciò la principessa dopo averla sedotta.
La principessa Zitella soffrì per qualche giorno di questo addio , ma poi imparò a farsene una ragione e si disse che quel principe non la meritava più e accettò di restare da sola per un po’.
Terza relazione
Alla festa in maschera di un carnevale Zitella incontrò e si innamorò di un altro principe che si chiamava principe Falso..
Egli era un bell’uomo ed era vestito di un bell’abito tutto nero con un mantello nero e un bel cappello piumato ma era nobile pieno di debiti..dopo aver capito che la principessa Zitella era interessata a lui, questo principe avvicinò la principessa preso più da un interesse economico che sentimentale, poiché seppe che la principessa era ricca..la principessa era ricca infatti ed il principe Falso le mentì quindi molte volte proprio per piacerle..restarono un po’ insieme qualche mese , ma anche il principe si stufò ben presto del brutto naso della principessa..egli era in grado di mentire su tutto, ma su quel naso però era difficile mentire nonostante la natura bugiarda di quel principe, egli scoprì che non sapeva mentire bene, soprattutto non sapeva mentire per sempre …si ingarbuglio nel parlare della bellezza fisica delle donne nel giudicare le lentiggini ad esempio, e cadde in disaccordo nel parlare con lei..e lei Zitella capì che non era amata veramente da lui e così si lasciarono di comune accordo..fu una circostanza fortunata per la principessa Zitella ..quel principe non l’amava neanche un pò, voleva solo i suoi soldi…quindi fu giusto che i due si lasciarono.
Quarta relazione
Passarono gli anni, e Zitella era sempre sola, aveva già quarant’anni ed ormai aveva perso ogni speranza di sposarsi, i suoi genitori pensavano che ormai non sarebbero diventati mai nonni.
Quando una sera, ricorreva la festa della Epifania in onore dei re magi…Apparve nel buio alla principessa Zitella la fata Fantasia, amica della strega Befana, ella comprese il dispiacere di Zitella poiché anche lei era sola e disse alla principessa: “Cara amica, sono la Fata della Fantasia e mi chiamo Adele, devi sapere che la bellezza in una donna è indispensabile ad una moglie, ma io posso aiutarti, facendo in modo che una magia del buon amore influenzì il giudicare di chi ti piace, ma deve essere il soggetto giusto, infatti la magia non funziona per tutti gli uomini, funziona solo per chi è buono di cuore e forse è anche un pò ingenuo.” Detto questo la fata, prese dalla sua borsa un piccolo contenitore con dentro un profumo magico e lo spruzzo sui vestiti della principessa Zitella, e poi la Fata formulò queste parole magiche: “fantasia e sogni belli, fate innamorare tutti quelli, che non vogliono restare soli, affinchè la magia li consoli, tutti quelli che ti piaceranno, tutti di te si innamoreranno!..”
Dovete sapere che Zitella nei giorni successivi si invaghì di un altro principe e questa volta Zitella sperò tanto che la fata Fantasia avesse ragione e che fosse la volta buona, così avrebbe accontentato i suoi genitori e finalmente avrebbe trovato un compagno ideale per tutta la sua vita.
Un principe vestito di un bel vestito verde e di un mantello rosso..e di un bel cappello piumato…avvicinò la principessa Zitella e si dichiarò…egli si chiamava principe Sognatore era un principe dall’apparenza un pò imbranato e questo a giudizio del padre re, infatti era al parere del re un po’ distratto e svagato….ma la sua bontà e i suoi modi gentili, anche se un pò goffi, causarono ugualmente l’amore di Zitella per lui…la principessa trovava questo principe molto attraente…un po’ perché la principessa si annoiava a vivere senza una vera storia di amore ..un po’ perché ella cercava marito da tempo e così la principessa accettò la corte di quel principe…anche se a suo padre il re non piaceva, quel principe sembrava insicuro e non di buona volontà..
Un giorno Zitella capì di essere innamorata sinceramente di lui, poiché quel principe a differenza degli altri aveva sempre la testa tra le nuvole ed era per questo molto simpatico e non se la prendeva mai per davvero se accadevano imprevisti, Zitella rideva ogni tanto di lui per le situazioni strane in cui si trovava il principe ogni tanto, e questo capitava molte volte e si rideva di gusto,  ella ugualmente forse proprio per questo trovava divertente quel principe…e la principessa capì che era felice di passare il tempo con lui …infatti mai egli pensò con opportunismo alla loro relazione.. per lui non esistevano doveri severi nella realtà..per lui la vita era una dolce fiaba…un sogno…a volte Sognatore preferiva più sognare… che pensare ai suoi doveri di persona nobile..
“Questo principe é il soggetto giusto!” disse la fata Fantasia: “vedrai che la mia magia ora funzionerà.”
La loro relazione durò più di un anno…ed i genitori di Zitella nonostante i borbottii del padre re, decisero di farli sposare ugualmente quei due innamorati…per sistemare finalmente la figlia e renderla madre.
La principessa Zitella si sposa
Arrivò il giorno del matrimonio finalmente.
La fata della Fantasia da loro invitata, si propose di sposarli e li sposò..e quando al principe Sognatore fu chiesto in modo solenne: “ami tu questa donna e vuoi tu sposarla nel rispetto e nella fedeltà?”..il principe Sognatore rispose “si! lo voglio” e come in un bel sogno guardò il volto della   principessa Zitella e per effetto del suo amore da fiaba, la vide come una bellissima e perfetta donna da sposare ..e nella sua fiaba da sogno ella sembrava degna di lui..la magia voluta dalla fata Fantasia si era compiuta..
E così per effetto del buon carattere del principe Sognatore e dell’amore che aveva Zitella per lui.. che il loro sogno si avverò e vissero come sposi felici ..

Ma dovete sapere che quando un giorno la principessa Zitella chiese alla sua amica fata: “ma mio marito il principe Sognatore si è innamorato di me solo per l’effetto di un tuo incantesimo?..Fu così che la fata della Fantasia di nome Adele rivelò alla principessa le sue vere intenzioni..

“cara principessa devi sapere che il profumo che ho usato per bagnarti il vestito era solo fatto di acqua distillata e le parole magiche che mi hai sentito dire, erano solo semplici parole dette in rima ed inventate in quel momento!”

“Sai cosa significa mia cara, che tuo marito è veramente innamorato di te, e tu sei diventata più bella e ti sentivi più carina solo a causa della suggestione che io ti ho causato!”

Fu così che Zitella diventò più felice di quanto era di già, poichè comprese che il suo marito la amava spontaneamente..
Dovete sapere che la vita felice di chi si sa accontentare abbellisce l’aspetto umano…e Zitella si sentiva ora più bella di quanto fosse davvero…ed il suo viso divenne più luminoso per effetto dell’amore che provavano i due sposi..
I due principi vissero come marito e moglie si amarono felici e contenti..misero al mondo due bambini e li chiamarono..Consolazione e Sistemazione.
Morale:
Non vietiamo a nessuno di credere in un sogno che porta felicità e consolazione.
Sognatore fu felice di aver scelto come sposa Zitella..poiché il sogno del loro amore da fiaba rese bella davvero ai suoi occhi la sua innamorata, avendo saputo accontentarsi per sua intenzione..

Sognatore ebbe coraggio e vinse le sue paure, fu felice nella vita davvero…
E poi non si deve disturbare il sogno di un marito e di una moglie, dicendo che solo chi ha sposato una donna bella può considerarsi un grande uomo, poiché l’ambizione in queste cose è cattiva consigliera…é meglio considerare più che la certa bellezza fisica della sposa, considerare invece di più il buon carattere del coniuge..


Dovete sapere che da quel giorno tutte le donne in cerca di marito chiedono aiuto alla suggestione della fortunata principessa Zitella da cui prendono anch’esse il soprannome….infatti ancora oggi la ragazza che non trova marito è chiamata da tutti “zitella” un po’ per rimproverarla del vivere da sola, un pò per augurarle di trovare un innamorato adatto a lei…come accadde alla principessa del XVI sec..che si chiamava proprio con questo nome strano “Zitella”..
Fine

Autore: Egidio Zippone
scritto: Milano, 20 luglio 2015
giudizio: intelligente, romantico
voto: (da 5 a10): 9