Favola di Egidio: Gideon Giulius e lo spirito della pace

racconto di tipo bianco
FAVOLA DI EGIDIO
GIDEON GIULIUS E LO SPIRITO DELLA PACE
INTRODUZIONE: Nel paese tutti erano in guerra contro tutti, c’era la guerra civile, Gideon decise che bisognava fare qualcosa, avrebbe fatto tornare lo spirito della pace nel paese, ma bisognava essere degni di Lui, per avere il suo aiuto….
INIZIO
Favola: Gideon Giulius e lo spirito della pace
C’era una volta, nel mondo delle favole, un bel paese tra le colline alberate.
Vi ricordate di Gideon-Giulius, ecco per voi raccontata un’altra delle sue avventure.
Gideon conduceva la sua vita semplice, coltivando il suo campo agricolo, producendo così ciò che gli serviva per vivere, e facendo commercio con gli allevatori del paese vicino,
Nel paese, che si trovava poco distante dall’abitazione di Giulius, dovete sapere che Il re morì in circostanze misteriose, forse avvelenato, e siccome non aveva eredi, fu decisa all’unanimità che doveva governare una repubblica parlamentare, ma a causa di sentimenti di ingiustizia e di poca fiducia nella nuova politica, accusata di pensare solo agli interessi di pochi, si instaurò nel governo creato, stufo del malcontento e dei rimproveri della gente, un sentimento egoista e totalitario che comandò le autorità a soprusi e iniquità.
Il popolo si ribellò a questo malgoverno ed all’improvviso il paese si divise in tante fazioni, tutte litigavano tra loro per poter diventare governanti del paese.
Qualcuno, per ottenere il suo scopo e dimostrare la debolezza organizzativa di chi governava attualmente, si prodigò in attentati terroristici, fu per questo instaurato dalle autorità il coprifuoco, molte furono le cattiverie che il popolo subì, molte persone giudicate sovversive e ribelli a causa delle loro opinioni, furono rapite, malmenate e rinchiuse in luoghi segreti, di loro non si seppe più niente, questo causò una ulteriore rancore e senso di ingiustizia nei riguardi delle istituzioni e per le autorità.
Il popolo così diviso, si abbandonò alla guerra civile, invalidi vecchi e donne e bambini non potevano essere più tutelati e curati, il tormento di sentimenti di vendetta si era incarnato in tutti e non c’era tempo per la solidarietà, e molti provavano odio nei riguardi dei propri avversari.
I vecchi ed i bambini e le donne decisero di pregare per far tornare la pace, ma nonostante molti momenti di preghiera, nulla accadeva, sembrava che i Signori del Tempo avessero abbandonato il paese al proprio destino tormentato.
Fu cosi che qualcuno si ricordò di Gideon Giulius, egli in passato aveva aiutato il prosperare del paese, era stato un eroe, forse poteva farlo di nuovo.
Un gruppo di persone, piene di speranza, si incamminarono verso la casa di Giulius che si trovava fuori dal paese per chiedere aiuto a lui.
Gideon ascoltò le loro richieste, i paesani si lamentarono che non c’era più pace, tutti avevano scelto di farsi giustizia da loro, i sacrifici necessari alla pace erano ritenuti troppo gravosi e causa dell’auto-giudizio di essere poco furbi nell’accettarli..
Dopo aver valutato i pro ed i contro Giulius rispose loro:
“Vi aiuterò!” disse Giulius….”in fondo siete miei paesani..in voi io ritrovo le mie natalità e le mie origini”.
Il giorno dopo Giulius preparò il suo zaino e si mise in cammino per la montagna degli angeli, sulla cima di quella montagna era possibile evocare gli Angeli e chiedere consiglio a loro.
Dopo molte ore di cammino faticoso a causa di una ardua salita che sembrava non finire mai, Giulius raggiunse l’altipiano verdeggiante che si trovava lassù.
Giunto nel luogo adatto a questo, Giulius si inginocchiò e chiese agli Angeli di apparire e di parlargli…
Dopo qualche ora di attesa, gli Angeli apparvero a lui come creature luminose vestiti di abiti bianchi.
Giulius raccontò: “nel paese il mio popolo è in guerra, chiedo che qualcosa di miracoloso portì pace alla mia gente, essa in questo momento patisce la violenza e la morte, anziani, bambini e donne sono in pericolo, essi sono innocenti, in nome loro chiedo che voi creature celesti portiate pace nel paese”.
Gli Angeli risposero:” lo spirito della pace ha abbandonato quel luogo poiché la gente si è tutta impegnata in sentimenti di vendetta e di egoismo, inorridito lo spirito della pace se ne andato da loro.”
“Dove posso incontrare questa sapienza…lo spirito della pace….ditemi? chiese Giulius con tono rispettoso.
“Lo spirito della pace …che ha il potere di portare pace e consigliare alla mitezza gli uomini, vive nel corpo dei Santi, essi lo custodiscono..e lo rendono puro e giusto”.
“Vai tu Giulius, alla ricerca di un uomo Santo e chiedi aiuto a lui.” Risposero gli Angeli e aggiunsero “ noi custodiamo la saggezza e la purezza, devi sapere che la pace invece la custodiscono i Santi!” …detto questo gli Angeli rimasero in silenzio e poi salirono al cielo.
Gideon Giulius comprese tutto questo, rimise in ordine le sue cose nello zaino, e si incamminò alla ricerca di un uomo Santo a cui chiedere consiglio.
Quando incontrava qualche viandante, Gideon Giulius chiedeva loro se sapevano dove abitava una persona ritenuta Santa, e venne così a sapere che non molto lontano, oltre la foresta c’era una capanna con vicino un piccolo ovile, in quella casetta , abitava una persona, forse era un Santo…chissà…tutti pensavano che era un Santo.
Ugualmente Gideon Giulius decise di recarsi da lui, ma doveva fare presto, la guerra si stava diffondendo ovunque ed i cuori della gente erano pieni di litigiosità.
Cammina e cammina, finalmente Giulius raggiunse la casa del Santo.
Il Santo lo accolse in modo benevolo, vestito come un frate, egli accudiva un capretta nell’ovile…il resto del suo tempo lo passava pregando il Signore.
“Dimmi Gideon Giulius, sei famoso ovunque so tutto di te, cosa ti porta così lontano dal tuo paese?”.
Gideon Giulius baciò le mani a quella persona, ritenuta da tutti un Santo, e gli rivelò le sue preoccupazioni.
“Oh Santo! devi sapere che in paese è guerra civile, i deboli non sono più tutelati, tutti pensano a litigare ed a vendicarsi, nessuno a tempo per fare la carità…ed i poveri patiscono la fame..nessuno si cura più di loro!” affermò Giulius.
“E’ accaduto, caro Gideon Giulius, che lo spirito della pace ha rispettato il loro libero arbitrio, che è un diritto di ogni essere umano, e nel tuo paese hanno tutti deciso che preferiscono da parte loro litigare anziché scendere a compromessi con il prossimo, invece di trovare un accordo vantaggioso per tutti, c’é sempre nel paese qualcuno che si lamenta che i sacrifici richiesti sono troppi per lui e ritiene questo un ingiustizia e vuole risolvere il suo problema in altro modo ad esempio sobillando alla rivolta le genti, lo spirito della pace si è disgustato di tali intenzioni egoiste, ed ha quindi abbandonato il tuo paese…nessuno parla più di volere la pace per questo, lo spirito della discordia ha preso il sopravvento!”.
“Come posso convincere lo spirito della pace a tornare ad influenzare le menti delle genti del mio paese causando desiderio di fratellanza in loro?” chiese Gideon Giulius.
“Si Giulius! lo spirito della pace è deluso, occorre un buon esempio, qualcuno che compia un sacrificio e sia esempio di volontà di altruismo per tutti gli altri e renda degno il paese di volere la pace per tutti” disse il Santo.
“E qual’è questo sacrificio da compiere”? Chiese Gideon Giulius
“Non lo so ancora, le vie del Signore sono infinite e porteranno consiglio prima o poi, prima che sia troppo tardi…restiamo in attesa di un miracolo, di un segno divino”….rispose il Santo ed aggiunse: “Vai Gideon Giulius per il mondo alla ricerca di un segno divino, io pregherò per te!”.
I due si salutarono e Giulius tornò verso il suo paese, occorreva un miracolo, Giulius pensava che non poteva essere lui di aiuto, riteneva se stesso un peccatore, infatti era un peccatore anche lui, molto spesso beveva vino, si ubriacava e quando era ubriaco se qualcuno lo rimproverava di essere ebbro, gli diceva a volte parole cattive, parole cattive contro chiunque ma non contro il Signore li ci stava attento nonostante l’ubriacatura, ma come poteva essere lui l’eletto, la persona degna che avrebbe ottenuto clemenza dai Signore dei Santi ed aiuto per il suo popolo.
Pensando questo Gideon Giulius camminava verso il suo paese e ivi giunto alla periferia, Giulius si fermò poichè vide un gruppo di persone che stavano picchiando un ragazzo con cattiveria, il ragazzo forse era colpevole di certo di qualcosa, non importa cosa..quello che sconvolse Giulius fu: “ma che diammine!… quanta crudeltà verso quel ragazzo!”.. Giulius si avvicinò e prese quindi le sue difese..
“Cosa ha fatto questo povero ragazzo da meritarsi tutta questa cattiveria…lo avete punito fin troppo, smettete quindi e lasciatelo andare…” disse Gideon Giulius impietosito dalle ferite sanguinanti del ragazzo.
Un gruppo di persone lo aveva infatti picchiato e malmenato ed ora pensavano esagerando di lapidarlo…il ragazzo sputava sangue contro di loro e li malediva pieno di rancore per loro…e quelli a sentirlo più si arrabbiavano con lui e più lo maltrattavano.
“Chi sei tu, che ti intrometti nel suo destino?” chiese il capo del gruppo di uomini.
“Chi sei tu che ti ritieni degno di rimproverarci con quello sguardo accusatore e pieno di sdegno? Chiese un altro.
“Tu ci infastidisci!..vuoi forse fare lo eroe, ora sfogheremo la nostra cattiveria anche su di te, che hai avuto la presunzione di non farti i fatti tuoi..ti daremo una lezione….così anche tu imparerai!” Dissero tutti.
Si lanciarono contro Giulius e lo presero per le braccia e lo picchiarono con bastoni e con calci….finchè egli sanguinò dalla bocca….poi urlando e dicendo parole cattive..lo trascinarono fuori dalle mura del paese, dirigendosi fin sull’orlo di un precipizio poco distante..e giunti laggiù si divertivano a minacciarlo di buttarlo di sotto, ridendo dello sgomento e dei timori di Giulius…
“ Vuoi la pace, sei uno stupido!…sono le persone deboli che vogliono la pace, noi siamo i forti.. ed accettiamo di combattere e di difendere con la guerra i nostri ideali che senz’altro sono verità… in quanto la nostra volontà merita di più di quella degli altri!”
Urlò uno dei capi dei rivoltosi a tutti quanti…
“Ormai tutto si è concluso sto per morire…” pensava lo sventurato Giulius vedendo con timore il fondo del precipizio dall’alto..
“Buttiamolo di sotto, che si sfracelli sul fondo del burrone…così impara a non farsi i fatti suoi…” dicevano tutti quanti fingendo di fare questo all’improvviso…così minacciavano di causare una fine crudele a Giulius…tenendolo precariamente sull’orlo del precipizio.
“oh! Signore perdonali..sono stati privati nell’anima di ogni sentimento di pace…gli spiriti dell’ira e della crudeltà li hanno presi….per questo si comportano in modo malvagio…anche se mi faranno del male ..li potrai comunque perdonare e se vuoi accogli la mia anima dopo la mia morte….” pregò guardando verso il cielo Gideon Giulius con voce disperata.
A udire queste parole qualcosa in cielo capitò.
All’improvviso un raggio di luce apri il cielo nuvolo..il raggio di luce provenendo dal cielo investì il corpo sofferente di Giulius…e intorno al suo corpo umano si creò un aurea di luce che cominciò a proteggerlo…facendo capire a chi era lì, che si trattava di un miracolo voluto da una forza divina.
Il gruppo di malvagi..vedendo il miracolo..comprendendo l’intervento di qualcosa di divino…smisero di infierire sul corpo di Gideon allontanandosi da lui..erano sbigottiti e spaventati…Gideon Giulius era diventato luminoso come un sole vivente…. …era diventato una creatura di luce…
Gideon Giulius non essendo più sostenuto da alcuno, prima si inginocchiò in quanto era stanco, poi le forze gli ritornarono ed all’improvviso si rialzò….e fattosi forza, preso da un improvviso coraggio, Gideon camminò tra quei malvagi senza che nessuno di loro facesse niente per impedirlo e lo lasciarono passare..i litigiosi vedendo il miracolo che circondava Giulius… erano come intimoriti da lui….
Essi pensavano: “è un miracolo il Signore è con lui!” …ed il timore del Signore li prese…nessuno impedì che Gideon Giulius se ne andasse da quel luogo….
Cosa era successo?
Lo spirito della pace era tornato, Egli si era impietosito….aveva capito che era possibile, che in quel paese esisteva almeno una persona che sapeva anche perdonare i suoi nemici, nonostante le cattiverie che aveva subito, le cattiverie subite erano tante e lui aveva perdonato ugualmente, esisteva quindi una persona degna dello spirito della pace…….
Gideon Giulius al parere dei Signore del Santi meritava aiuto….
Lo spirito della pace decise di aiutarlo e si era incarnato con un miracolo, incarnato in Giulius lo spirito della pace aveva reso luminosa la sua aura spirituale, il corpo di Giulius era diventato forte di una luce bianca…era come se un ectoplasma luminescente possedesse Gideon Giulius e lo rendesse miracolato….
Gideon Giulius per questo motivo, ebbe la forze di camminare tra la gente nel paese sempre avvolto da quella luce divina..come se fosse un sole bianco di forma umana….capì in quel momento quale era il suo compito e posseduto dallo spirito della pace..raggiunse ogni luogo del paese…illuminando i cuori di chi incontrava con la sua presenza e dicendo: “Vogliate la pace tra gli uomini, vedete il miracolo..il Signore esiste!.”
Cosa accadeva alla gente che incontrava Giulius? , tutti furono convertiti dal miracolo e capirono che quella luce aveva lo scopo di far comprendere una intenzione divina, fu così che tutti quelli che guardavano Gideon Giulius così pieno di luce, in quel momento avvertivano nel loro animo mitezza ed ebbero sentimenti di tolleranza verso il prossimo, era come una magia quella…la malvagità che li governava li abbandonava ed al suo posto una forte volontà di esigere la pace prendeva il sopravvento …..parte di quella luce lasciava il corpo di Giulius e raggiungeva le menti della gente, illuminando il loro animo inquieto e rendendoli pacifici tutti quanti…
Tutti quanti capirono all’improvviso quanto era importante vivere in pace per l’umanità…come se si fossero resi conto solo adesso della cattiveria che avevano vissuto e causato fino ad allora…la loro mente si era aperta ad una migliore saggezza.
A poco a poco… lo spirito della pace, sottoforma di luce bianca, abbandonò pian piano Giulius e si diffuse nell’animo dei suoi paesani, essi seppero ritrovare, grazie a questo spirito intenzioni di fratellanza e di tolleranza .
Il giorno dopo, le differenti fazioni, pur restando differenti nelle loro opinioni, si erano convertite spontaneamente ad una improvvisa saggezza ed avevano deciso finalmente di scendere a compromessi con gli altri, questo nell’interesse di un bene comune…tutti avrebbero fatto sacrifici, ma tutti avrebbero ottenuto anche molti vantaggi..poichè avevano capito che questo era una richiesta divina, mentre il loro comportamento precedente era solamente causato da intenzioni di uomini.
Una improvvisa positività ed un sapersi accontentare li aveva presi rendendoli più saggi, facendogli decidere che era importante che la guerra civile terminasse al più presto….
Dopo qualche mese, la pace governava ormai in tutto il paese, e tutti poterono ringraziare Gideon Giulius per l’esempio positivo che aveva dato a loro…che aveva convertito tutti alla convivenza pacifica….
Ritornata la pace nel paese, Gideon Giulius potè tornare una persona normale, potè così compiacersi di aver risolto il problema ai suoi paesani e decise quindi di tornare alla sua casa fuori paese ad occuparsi del suo orticello, era felice ma ugualmente si giudicava umilmente e sappiate che questo è l’atteggiamento tipico di chi ha saputo nella vita essere un eroe……
Morale:
solo se sapremo dimenticare le ingiustizie subite e allontaneremo da noi i sentimenti di vendetta, potremo vivere in compagnia di uno spirito pacifico, che con il tempo influenzerà tutta la società in cui viviamo, rendendo più buoni e gentili gli uomini che ci partecipano.
Ben venga qualche sacrificio da compiere, che saprà convincere della sincerità della gente, questo spirito di sacrificio comune sarà garanzia di pace per i tempi futuri, in quanto inviterà la gente a credere che l’accordo instaurato dalle parti è sincero……..
Fine
Autore: Egidio Zippone
(Milano, Luglio 2015)
Giudizio: interessante, saggio
voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: Wolf il lupo

coppia di lupi

(racconto di tipo verde)

FAVOLE DI EGIDIO..

WOLF IL LUPO.
INTRODUZIONE: anche i lupi hanno una storia di vita, lottano per sopravvivere, ma il loro nemico è sempre l’uomo, il cacciatore..ma…
INIZIO
Favola: Wolf il lupo
C’era una volta nel mondo delle favole, proprio nel parco nazionale dell’Appenino abruzzese..sulle colline ornate di boschi e da alture maestose.
Una coppia di lupi grigi, compiendo il loro dovere con la natura, i due lupi misero al mondo una cucciolata di piccoli lupetti un po’ di colore nero ed un po’ di colore grigio…essi erano buffi e simpatici e con la coda sempre scodinzolante…essi erano affamati del latte della loro mamma.
Mamma lupo e papà lupo diedero i nomi ai sei cuccioli..il più furbetto lo chiamarono Wolf…egli è il protagonista della nostra storia.
Il lupacchiotto di nome Wolf era vispo ed in salute e ciucciava il nutriente latte da sua madre bisticciando con gli altri cuccioli per il capezzolo migliore.
Il padre lupo invece era un capo branco era forte e agile e mostrava la sua grinta quando questa ci voleva con i giovani lupi turbolenti del branco…a volte li mordeva per redarguirli.
Il branco di lupi agiva con strategia quando ogni tanto andava a caccia, essi rincorrevano a turno i giovani daini impauriti fino a stancarli e poi con furbizia li intrappolavano in cerchio e la preda finiva per arrendersi, la carne era subito divorata mediante un criterio gerarchico..prima si sarebbe nutrito il capo lupo poi tutti gli altri…questa era la regola poiché lui il capo era il più forte.
Questo criterio non era un problema per il branco, in quanto tutti i lupi riuscivano a sfamarsi sempre e comunque.
Molto contento era il padre lupo della nascita dei nuovi lupacchiotti..il branco si rinforzava in questo modo ad ogni primavera.
Passano gli anni ed il branco di lupi era il padrone indiscusso di tutta quella zona boschiva dell’Appenino.
Nonostante i daini erano diventati molto attenti..la fortuna aiutava i lupi e i cervi più deboli o vecchi erano sempre catturati e uccisi…in questo modo la natura compiva il suo ruolo di selezionatore e rinforzante della vita animale..
Passano i mesi e i piccoli lupi erano diventati giovani ed esuberanti e si contendevano il potere sulle poche femmine e sul ruolo di chi doveva essere il nuovo capo.
Ed intanto anche Wolf crebbe..ed a lui suo padre lupo insegnò i segreti della caccia e di come evitare le trappole dei cacciatori di frodo..le taiole erano attraenti e pericolose, eh! si il pericolo era l’uomo e le sue invenzioni, gli uomini erano incuranti delle leggi della natura…ma anche questa difficoltà era un modo per selezionare la vita di ogni specie..
Ma esisteva un altro problema per padre lupo….i giovani volevano diventare capi branco a loro volta, per avere le femmine, essi litigavano spesso..e molte volte ringhiavano e mordevano, il padre lupo di Wolf doveva spesso vincere la loro aggressività e ambizione.
Un giorno sfortunato per Wolf, il padre lupo, vecchio e stanco, fu affrontato dai giovani lupi gregari..essi erano troppi..e non avevano più paura di lui.. erano cresciuti…i giovani lupi lo accerchiarono e padre lupo fu vinto e obbligato a gettarsi da una rupe alta…i giovani ambiziosi erano troppi anche per un grande lupo come suo padre..e così morì..
Wolf riuscì a scappare e si allontanò dal branco poiché non accettava la nuova autorità di Ted, così si chiamava il nuovo capo lupo…
Wolf portava rancore per lui, aveva ucciso suo padre e resa schiava sua madre…mai avrebbe accettato l’autorità di quello ingrato.
Passarono i mesi e così il lupo Wolf diventò più adulto, vagò nell’immenso parco per giorni e giorni stando attento a non avvicinarsi alle strade sterrate percorse dall’uomo e facendo molta fatica a trovare vero cibo….per trovare rifugio si nascose in una zona montagnosa…scavò con le sue zampe artigliate buche profonde nelle grotte tra le rocce ed ottenne in questo modo la sua tana..egli aveva più di un rifugio ed ogni notte per prudenza cambiava sempre posto.
Era solo ma non aveva paura ed imparò, a volte rischiando, a vivere da solo senza la protezione del branco, vagando per quei boschi..imparò molte cose ad esempio come fare a nascondersi tra le rocce grigie o nei piccoli anfratti per ripararsi dalla pioggia.
Ma come nutrirsi…dopo aver fallito molte volte..imparò a catturare piccoli conigli oppure grossi insetti..era cibo molto proteico ma doveva vincere la concorrenza di volpi e aquile.
Passarono gli anni e un giorno dopo aver camminato giorni e notti da solo nelle valli e colline..ascoltando con timore l’ululato dei lupi suoi fratelli..e tenendosi lontano dalla posizione del branco, Wolf entrò nella notte in una grotta per ripararsi dalla pioggia…ma appena entrato sentì l’odore di un altro animale..nel buio vide i suoi occhi luminosi dall’odore capì che era un lupo…che fare…pensò di fuggire…ma era troppo tardi i due cominciarono ad annusarsi diffidenti..il lupo che aveva incontrato era in realtà una giovane lupa ..una forte e giovane lupa, essa era sperduta come lui..chissà quale era la sua storia segreta, forse giungeva da molto lontano, mai lo sapremo…in ogni caso l’istinto naturale li consigliò a calmarsi, la differenza dei loro sessi li rese meno competitivi e Wolf si affezionò a lei..si leccarono più volte a vicenda per creare una simpatia tra loro e dormirono insieme quella notte, vissero insieme li nella stessa grotta per molti giorni andando a caccia a turno…ed in primavera contemporaneamente al fiorire dei peschi e dei ciliegi nacquero da loro ben sei lupacchiotti di numero…buffi e grigi..
Wolf pensò “ma cresceranno?” poichè li giudicava piccoli ed indifesi.
Col tempo i piccoli lupi infatti crebbero e si formò in questo modo un nuovo gruppo di lupi..e Wolf loro padre divenne il capo branco ed insegnò ai figli tutti i segreti che aveva imparato girovagando per i boschi in solitudine.
Wolf era adesso il capo branco..e tutti obbedivano a lui…e lui si ricordò di come i lupi cacciano i daini…ora avevano bisogno di carne fresca e buona…le bocche da sfamare erano tante..
Ed i giovani lupi ormai svezzati e forti cominciarono a loro volta a cacciare..diventando con il tempo più abili.
Tutti insieme cacciavano le caprette selvatiche e le uccidevano e se le mangiavano ma prima si divertivano a rincorrerle per i monti saltando insieme a loro..agili tra le rocce puntute…dovete sapere che di estate nel grande parco degli abruzzi …il cibo non mancava.
Ma giunse l’inverno..e il branco aveva ancora fame..molta.
Wolf sentiva un profumo di carne buona che il vento portava dalla valle salendo per il pendio del monte.
La fame, era vera fame..e Wolf decise nonostante la neve lo dissuadesse, decise di scendere a valle..ma c’era un rischio nello scendere giù verso il paese abitato dagli uomini….erano nascoste le loro invenzioni…le taiole.
Rischiando di cadere in trappola a causa delle esche di carne, ma ricordando l’educazione ricevuta da suo padre lupo, con molta abilità i lupi del branco di Wolf evitarono le taiole e le resero innocue aiutandosi con i legni ricavati dagli arbusti….
Alla fine del bosco guidati dal loro forte odorato, i lupi giunsero nella valle e videro un recinto con all’interno animali di colore bianco…. erano le pecore..le assalirono inferociti dalla fame e uccisero tre pecore… tra il belare spaventato di tutte le altre…essi si nutrirono..era il loro comportamento naturale..erano predatori..
Mentre i lupi e Wolf stavano completando il loro pasto selvaggio…
Poco lontano udirono degli spari, erano i pastori..gli uomini insospettiti dal sentire il belare frenetico del loro gregge di pecore stavano accorrendo in suo aiuto
Ma Wolf fu bravo a comandare di fuggire il gruppo di lupi al più presto ed a far perdere nonostante la neve le tracce di tutto il branco .
Giunti vicino alle rocce asciutte Wolf diresse il branco verso di loro camminando a ritroso si! al contrario…interrompendo così la continuità delle orme sulla neve, tutti i lupi fecero come il capo Wolf, subito saltarono sulle rocce vicine e poi via camminando dove non c’era più neve in quanto il sole l’aveva asciugata…il branco di lupi all’alba riuscì così a fuggire agli inseguitori.. al mattino era già lontano.
I pastori si erano radunati nel paese e si dissero che dovevano allontanare i lupi dalla valle poichè erano diventati numerosi e pericolosi e si organizzarono come veri cacciatori.
Essi si armarono delle loro invenzioni e posero molte trappole con gustose esche nelle vere tagliole… ma i lupi non si fecero imbrogliare..nessuno del branco di Wolf fu catturato.
Catturarono invece altri lupi, lupi di un altro branco…tra cui l’ambizioso lupo Ted, quello che ricordate causò l’uccisione e ferì a morsi il padre di Wolf..
Il capo branco suo rivale finì intrappolato in una stringente taiola e tutti gli altri scapparono..Ted stupido lupo, fu catturato e poi portato in paese per pagare con la sua vita l’uccisione delle pecore dei giorni prima..
Ted fu infatti ucciso ed subito impagliato ed esposto nella sede comunale al giudizio di tutto il paese…che commentò la sua morte come un atto di giustizia.
Tornò la primavera nell’Appennino e Wolf decise che mai più sarebbe sceso a valle…era troppo rischioso cercare il cibo laggiù..in questa stagione daini e caprette si trovavano più facilmente c’era molto cibo pur restando sull’altipiano..
La natura comandò come sempre a ricrearsi e nacquero altri cuccioli di lupo e vissero tutti felici e contenti..il branco di Wolf diventò forte e numeroso.
Si! la storia di questi lupi, come quella di Wolf, si ripete di continuo…Wolf con il tempo anche lui invecchiò e fu allontanato dagli ingrati giovani lupi…desiderosi di diventare capi..poichè é il più forte che deve dominare..e la legge dei lupi..
Un lupo più forte e più giovane si era fatto avanti e comandava ora il suo branco…Wolf diventato vecchio fu sfidato e fu vinto nella lotta e dovette andarsene dal branco ferito nell’orgoglio.
Wolf ormai anziano vagava nei boschi e durante la notte, Wolf si lamentava della sua solitudine ululando alla luna piena..purtroppo é così che con il tempo finiscono i capi lupi…finiscono esiliati e diventano lupi solitari…
Gli anni passarono, ed un giorno Wolf ormai mezzo ceco, in quanto invecchiato, la natura volle per lui porre fine alla sua vita di lupo, Wolf era stufo di nutrirsi di insetti e si diresse senza rendersene conto verso il basso della valle in cerca di facile cibo, fu così che incontrò un cacciatore di frodo che gli sparò, il cacciatore si spaventò nel vederlo e con il suo fucile lo prese la mira e lo uccise..e Wolf morì..
Sarà stato bravo il cacciatore a ucciderlo, oppure in realtà fu Wolf che forse desiderò in quel momento di porre fine alla sua vecchiaia, in modo da potere rinascere e ritornare…non lo sapremo mai..
Si dice che quando un uomo uccide un animale, quel cacciatore ha un debito con la natura, fu così che lo spiirito di quel cacciatore aveva ora un debito con Wolf.
Si dice che il figlio di quel cacciatore durante la notte in sogno, vide un lupo grigio che correva nei boschi…
Forse l’anima di quel lupo ora viveva in lui, nel figlio del cacciatore, incarnato a causa di quel sogno selvaggio….

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Morale: la storia della umanità come quella degli animali si ripete continuamente nonostante gli sforzi della natura di inventare qualcosa di nuovo, ma le regole severe della vita, causate dalla selezione ambientale e dal clima, non cambiano, e quindi molti destini di chi è vissuto ieri, sono simili al destino di chi vive oggi.

fine

Autore: Egidio Zippone
(Milano, Ottobre 2010)
Giudizio: interessante
voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: una storia di ragazzi ambiziosi (per adulti)

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(racconto di tipo verde)
FAVOLA DI EGIDIO
UNA STORIA DI RAGAZZI AMBIZIOSI
INTRODUZIONE: Essere un porta fortuna, come sarebbe bello se fossimo acclamati, tutti ci rispetterebbero e ci amerebbero…..ma è veramente vantaggioso esserlo? Essere un porta fortuna forse vuol dire sacrificarsi per chi crede che noi lo siamo..
INIZIO
Favola: Una storia di ragazzi ambiziosi
Questa favola è un consiglio gentile per coloro che credono che per avere successo e gloria nella vita, bisogna essere ritenuti porta fortuna, queste persone di solito si vogliono e si descrivono come benefattori di altri, senza avere però un adeguato spirito di sacrificio questo non è possibile, essi sono in realtà dei falsi vanitosi, senza spirito di sacrificio l’uomo non è in grado di risolvere i veri problemi di chi gli chiede aiuto.

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C’era una volta, nel mondo delle favole, nel simil periodo del 1050 d.c., ed esiste ancora oggi, il mar Mediterraneo, questo mare circonda e bagna stupende isole dalle belle spiagge e forma con esse rigogliosi luoghi paradisiaci.
Dovete sapere che in una isola situata in questo mare, molti secoli fa, un giorno tre intraprendenti ragazzi si incontrarono nella piazza del loro paese e dissero: “come sarebbe bello se fossimo tutti noi considerati “porta fortuna” viventi dalla gente, tutti ci rispetterebbero e ci acclamerebbero, non ci sentiremo invece dei sempliciotti come siamo adesso, in quanto adesso siamo ritenuti simili a delle nullità!..”.
“Il mio parere cari amici è che per avere successo bisogna farsi credere porta fortuna e di conseguenza in questo modo potremo diventare famosi nella vita!” disse uno di loro, un ragazzo di nome Egidio.
“Facciamo così, dichiariamoci porta fortuna a tutto il mondo conosciuto e viaggiamo per il Mediterraneo a convincere tutte le genti a credere in noi, che siamo utili ai sogni della gente, faremo credere a tutti che noi abbiamo il potere di portare fortuna in tante cose!” disse un altro ragazzo di nome Giuseppe .
“Ma i poteri che dite…li abbiamo davvero?” chiese un altro di quei ragazzi di nome Claudio…
“Dovete sapere cari amici…” disse Egidio.. “che siccome siamo semplici persone mortali, gli eventuali momenti di fortuna in una cosa oppure nell’altra, potranno capitare comunque ma sono da attribuire alle probabilità, di conseguenza più incarichi da porta fortuna avremo dalla gente, più sarà facile che qualcuna delle situazioni desiderate si avveri e riesca per noi, ad esempio consideriamo in questo modo, una richiesta su venti si realizzerà di certo, per motivi che non sappiamo, e quella persona che ha ottenuto e realizzato il suo momento fortunato farà di certo una buona propaganda per noi, e tutti accorreranno a chiedere fortuna, sarà per noi un momento di acclamazione che favorirà il credere in noi per tutti..”
“Si! Molti ci chiederanno aiuto nell’aver fortuna in qualcosa..per la suggestione che avremo intorno a noi..vedendo poi gli altri fare richieste a noi, anche altri creduloni lo faranno e ci chiederanno di portare fortuna anche a loro..e così otterremo gloria e rispetto da molti.”
“Solo noi sappiamo che sono in realtà situazioni risolte positivamente in quanto volute dal Caso e dalla Coincidenza, che sono forze “capricciose” che obbediscono alle sole probabilità..”… aggiunse Egidio visibilmente convinto da queste intuizioni..
I tre ragazzi, per appagare la loro ambizione, decisero che sarebbero al più presto partiti dall’isola, per convertire le genti che avrebbero incontrato a crederli veri porta fortuna…a credere che loro non sono come gli altri, loro sono veramente porta fortuna viventi.
“Se saremo considerati dal prossimo portatori di benefici, potremo cambiare il mondo, potremo gioire sia dell’obbedienza che della disobbedienza alle regole della vita…tanta gioia e ricchezza per noi…e gloria in eterno per noi tutti..
Dichiariamo in base alle nostre capacità, di quali benefici saremo capaci, quale è il dominio del nostro essere spirituale.” chiese sempre Egidio con entusiasmo ai suoi amici.
I tre giovani, si misero a pensare tutti, quali fossero i loro doni spirituali e poi decisero.
Il ragazzo di nome Claudio, pensava di avere poteri positivi sui sentimenti delle donne e degli uomini, si voleva il porta fortuna degli innamorati.
Il ragazzo di nome Egidio, si pensava molto pratico e si voleva il porta fortuna della contentezza e dell’aver benefici da fatti concreti….
Il ragazzo di nome Giuseppe, che aveva già reso gravida una donna a solo 18 anni, si vantava con tutti di questo, e disse che si voleva porta fortuna della fertilità.
I tre ragazzi partirono lo stesso giorno con navi diverse per tutti le direzioni del Mediterraneo e cosa fu di loro?
Vi racconterò, cari lettori, con questa favola piena di intuizioni cosa accadde ad ognuno di loro.
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Cosa accadde ad un ragazzo?
Il ragazzo di nome Giuseppe arrivò in Italia e come detto si dichiarò porta fortuna della fertilità.
Giunto in questo paese, subito si prodigò per fare prediche e comizi nelle piazze e nelle case di chi lo ospitava, per convincere che era grazie a lui che i bambini nascevano numerosi, e che tutti dovevano chiedere aiuto lui, se gli uomini e le donne, volevano avere figli sani e belli.
Se una donna voleva restare gravida del marito, doveva sperare che lui Giuseppe gli portasse fortuna, poiché lui si poteva vantare di aver fatto nascere molti figli.
Tutte le coppie che avevano problemi a fare figli e anche gli impotenti del paese, vedevano una speranza in lui e gli chiesero subito aiuto e promisero di rispettarlo, per ingraziarsi il suo potere.
Se Giuseppe gli aiutava a fare figli, ed essi avrebbero dimostrato molto vigore e molta abilità, loro lo avrebbero quindi dichiarato un porta fortuna vivente, avendo creato molta suggestione di se in questo, Giuseppe era riuscito a far credere a tutti loro di avere questi poteri.
Giuseppe si mise a pregare in favore di chi gli chiedeva aiuto e tanto volle e tanto pregò, che alle donne e alle coppie che gli chiedevano aiuto diventassero virili i mariti e fertili le mogli, dopo molte preghiere, la fortuna volle che così fu per molti suoi seguaci.
I problemi di chi aveva chiesto aiuto a Giuseppe furono risolti…molte donne restarono gravide e dissero a tutti gli abitanti di quella città che era un beneficio da attribuire a Giuseppe..che era un vero porta fortuna vivente della fertilità..

Ed il mago Giuseppe ed i suoi poteri  diventarono molto famosi in tutto il paese di Italia….

Dopo qualche tempo, però accadde che, Giuseppe si accorse che mentre la gente che gli chiedeva aiuto nel sesso, migliorava la sua felicità, lui invece si sentiva sempre più debole e stanco e la sua virilità si indeboliva di giorno in giorno…Giuseppe non riusciva più a dimostrare di essere virile a se stesso…
Dovete sapere infatti che quando si prega per rendere forte un altro nel sesso, siccome siamo semplici mortali, i difetti e le paure di costui diventano nostri, la persona che aiutiamo a migliorare migliora. e noi che abbiamo pregato per lui invece peggioriamo.
Così dopo qualche mese che la gente di quel paese chiedeva il suo aiuto, Giuseppe aveva ormai perduto completamente la sua virilità, l’aveva donata agli altri e lui aveva ottenuto in cambio le loro debolezze e le loro paure, ora che Giuseppe era diventato lui il debole, e gli erano infatti capitati degli incidenti sessuali, egli capiva che non poteva essere più lui il porta fortuna della fertilità, colui che allontana gli spiriti impotenti, perché ora aveva ricordi di rinunce anche lui e quindi non era più credibile, e quindi Giuseppe si rattristò e decise di tornare alla sua isola, aveva fallito…si era arreso… troppi erano i sacrifici da sopportare…
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Cosa accadde ad un altro ragazzo?
Il ragazzo di nome Egidio che diceva di essere convinto che era utile interpretare la esistenza umana solo se si era consigliati dalla sua Praticità e si riteneva in grado di dare Consolazione a chi gli chiedeva di condividere questo convincimento, facendo capire che se pur non abbiamo tutto dalla vita, ugualmente qualcosa abbiamo. Egidio riteneva di portare fortuna per questo suo consigliare.., secondo lui il provare contentezza nella vita era causato da questa unica possibilità importante, giudicare con Praticità e sapersi accontentare di quello che si ha anche se è poco, Egidio partì con una altra nave, attraversò l’Europa ed arrivò in Olanda.
Giunto in questo paese, si mise a fare comizi e prediche sul fatto che si deve essere tutti concreti e poco idealisti nel giudicare gli esseri umani e che per avere successo nella vita, ci vuole una mentalità che permette qualcosa e ne vieta un altra, e con questo nostro vietare si ottiene fiducia dagli altri per motivi di Praticità, si! permetto questo, ma ne vieto quello, bisogna vietare qualcosa ascoltando in questo modo i consigli del porta fortuna Egidio, lui sà cosa è più grave per gli esseri umani..Egidio diceva a tutti che questa era una strategia indispensabile a risolvere in modo sbrigativo le discussioni che disturbavano la pace..poichè il troppo idealismo era molto spesso causa di continue discussioni, ma se invece si convinceva il prossimo ad un compromesso basato sulla Praticità si poteva ottenere pace tra i differenti….
E dovevano tutti sapere che: “Chi avrebbe dato retta ai suoi consigli ed al modo di giudicare il problema esistenziale con un metodo simile a quello di Egidio, il porta fortuna che utilizza un metodo basato sulla Praticità, sarebbe stato pensato e considerato dalla maggioranza degli esseri umani, molto intelligente e quindi un suo degno seguace, un individuo umano non matto per davvero, in quanto Egidio era il porta benefici della Contentezza e della Autostima necessaria a sentirsi fortunati nella vita!”.
Tutti gli sfortunati e tutti gli insoddisfatti a causa di ragionamenti troppo idealistici e quindi pignoli nel giudicare la natura disobbediente dell’essere umano, pensarono di avere una speranza in Egidio e offrirono, oltre alla loro amicizia, anche la loro gratitudine, e chiesero al giudicare di Egidio di portare Contentezza e di portare benefici anche a loro, così avrebbero vinto anche loro la tendenza al pessimismo, tutta questa gente consideravano infatti Egidio come il loro filosofo benefattore.
Ed il filosofo Egidio e quello che consigliava diventarono molto famosi in tutto il paese di Olanda..
Nei giorni successivi, queste persone, in qualcosa migliorarono davvero, ma dopo qualche mese Egidio si accorse che mentre gli altri diventavano sempre più contenti e soddisfatti della loro vita, lui invece si sentiva dentro di se sempre meno ottimista, sempre di più sentiva che la paura di non meritare felicità dalla vita lo prendeva e dovete sapere che gli capitavano pure momenti sfortunati, il suo spirito era infatti diventato succube della pignoleria di chi gli chiedeva aiuto e si sentiva stranamente posseduto dai loro malumori e pessimismi..il suo voler giudicare in modo sostanziale era diventato incerto..
Egidio capì questa verità e si volle paziente con se stesso e decise di considerare se stesso una semplice persona, poiché il sacrificio spirituale che rischiava di subire, se diventava superbo di se stesso, avrebbe obbligato Egidio a molte responsabilità riguardo all’esistenza umana futura, Egidio poteva essere però ugualmente determinato nel dimostrare buona volontà in qualcosa, qualcosa che era consigliato però dalla Praticità, qualcosa a cui era diventato importante obbedire, ad Egidio il dimostrare buona volontà in una cosa importante non lo abbandonò mai..
Fu così che il filosofo Egidio continuò a consigliare di sapersi accontentare e di giudicare la esistenza umana con molta Praticità..ed ogni tanto si sentiva contento di aver dimostrato a se stesso..di essere tornato  un giudice sostanziale di se stesso..ed ottenne per questo motivo  fiducia dagli altri..
il filosofo Egidio si riteneva una semplice persona, disse a tutti gli amici che i suoi non erano veri poteri, e dovete sapere che gli amici di Egidio si accorsero di sentirsi ugualmente contenti e riuscivano a stimare loro stessi, poichè queste due cose non erano causate da veri poteri magici,  ma soltanto dal convincimento da avere che aveva consigliato loro il filosofo Egidio.
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Cosa succede invece ad un altro ragazzo?
Il ragazzo di nome Claudio che pensava di avere il dono di far innamorare la gente, partì con una nave e giunse invece in Francia.
Giunto in questo paese, si prodigò con prediche e comizi per convincere che lui era il porta fortuna dell’amore e chi credeva in lui e lo avrebbe stimato, avrebbe ricevuto amore dalla vita e si sarebbe innamorato di qualcuno di certo e sarebbe stato ricambiato…
Fu così che tutti gli scapoli e le donne nubili che non incontravano l’amore fino a quel momento, poiché non riuscivano ad innamorarsi di nessuno, vedevano ora una speranza in Claudio.
Queste persone tanto chiesero aiuto a Claudio, che donarono a lui il loro spirito arido di sentimenti in quanto erano sempre disamorati e lui Claudio in cambio diede invece a loro, le piacevoli sensazioni spirituali degli innamorati che lui custodiva nei suoi ricordi, aveva uno spirito emotivamente piacevole…con molte buone sensazioni..

Ed il santone Claudio ed i suoi poteri diventarono molto famosi in tutto il paese di Francia..

Dopo qualche mese in quel paese molti si innamorarono, ed ebbero amore da qualcuno, ma dopo qualche mese ancora Claudio si accorse che qualcosa era cambiato in lui, Claudio non provava più amore per se stesso, il suo prossimo grazie a lui provava amore e lo ringraziava, lui invece poiché era diventato incarnazione dello spirito del prossimo che aveva aiutato, proprio per questo non provava più niente, Claudio era diventato infatti arido di sentimenti…proprio come chi gli aveva chiesto aiuto in precedenza.. poiché Claudio era una semplice persona ed i suoi poteri erano limitati..
Ma a differenza degli altri ragazzi, il suo modo di reagire a questa difficoltà, fu un altro.
Claudio pensò in principio di fallire, ma poi ricordando che amore è anche sacrificio, decise di vivere ugualmente così, in solitudine , sopportando la sua nuova realtà, Claudio decise di abituarsi a vivere provando poco amore, tenendo però nascosta questa negatività in lui, ora poteva così risolvere i problemi degli innamorati, accettando con sacrificio di diventare contenitore di sentimenti per niente amorosi, quali l’odio, il rancore e la vendetta, li teneva prigionieri in lui, perché aveva capito che amore è donarsi agli altri, senza chiedere niente in cambio, proprio così per favorire l’amore negli altri bisognava togliere l’odio vissuto dagli altri e tenerlo prigioniero in noi, e di questo che il prossimo aveva bisogno…qualcuno che facesse sacrifici per loro..che lottasse al posto loro contro i nemici spirituali dell’amore..
Appropriandosi del non-amore vissuto precedentemente da chi sperava in lui, per migliorare nei sentimenti chi chiedeva a lui aiuto, Claudio pensava di fare del bene al prossimo, anche se lui intanto diventava sempre più frigido e arido nell’essere romantico, era comunque felice di se stesso per i benefici che causava liberando dalla solitudine il suo prossimo…
Questo ragazzo di nome Claudio si sentiva vincente secondo voi nella sua iniziativa?
Si! Egli accettò di vivere nel suo sacrificarsi per gli altri, era diventato questo il suo dovere di vita, il suo destino, tutti gli erano grati e lo stimavano per questi motivi, ma sappiate che Claudio non incontrò mai l’amore, poiché mai si innamorò, e visse nella castità il suo rapporto con il prossimo.
Claudio toglieva al prossimo ciò che impedisce all’amore di manifestarsi tenendo i ricordi difettati di altri per se, impedendo che capitassero nuovamente a chi aiutava…era forse l’intenzione di credere nell’amore ad avergli fatto fare questa scelta di sacrificio?
Si! Grazie a Claudio i sentimenti di amore erano liberi di vincere e di manifestare innamoramento in chi chiedeva aiuto a lui…più niente lo impediva, Claudio viveva così, provando come unica gioia, la sola gratitudine degli altri, era diventato un difensore ed un tutore spirituale di chi vuole innamorarsi e provare amore nella vita..
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Morale: Solo l’abitudine a vivere nel sacrificio per gli altri, può trasformare una persona normale in un porta fortuna.
Per essere una persona benefica, bisogna saper risolvere un problema all’umanità, se chi si vuole porta fortuna accetterà il sacrificio di nascondere nella propria anima, ciò che impedisce di risolvere il problema di chi gli chiede aiuto, egli potrà essere e considerarsi il loro porta fortuna vivente.
Si potrebbe dire per allegoria che bisogna giorno per giorno, togliere acqua dal contenitore ed aggiungere nella giara il nostro vino buono per migliorare il sapore della bevanda..anche se lo si fa per beneficiare un altro..
Se non avete spirito di sacrificio è meglio che restate semplici persone, consideratevi semplici uomini, sarete liberi di alternare egoismo e altruismo nella vostra vita…sarete liberi di gioire, anche se come tutti ogni tanto vivrete momenti strani, poichè la vita piena: è solo un sogno ambito da molti..un utopia..un aspirazione causata dal troppo idealismo..

Fine
Autore: Egidio Zippone
(Milano, Giugno 2015)
Giudizio: originale, saggio
Voto: (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: La chiameremo Speranza (per ragazzi)

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(racconto di tipo verde e bianco)

tempo teorico dedicato per la lettura circa 20 minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

LA CHIAMEREMO SPERANZA..

INTRODUZIONE: nata come per magia, la bambina ha il potere di vincere il pessimismo e regalare e inventare nuove speranze a chiunque, speranze che forse non si realizzeranno tutte, ma l’importante è poter sperare, e questa è la sua storia

Favola: La chiameremo Speranza
Inizio
C’era una volta, in un mondo magico situato nell’Universo, una coppia di giovani sposi, il marito si chiamava il Mago del Sogno e sua moglie si chiamava la Fatina della Volontà, essi erano contenti, molte cose giuste erano state vissute insieme.
Essi desideravano procreare creando una vita, ma nessun bambino nasceva ancora da loro.
Finchè un giorno il marito di nome Sogno disse una implorazione al Creatore dell’Universo:
“Signore e protettore del mondo, se nascerà da noi una bambina la doneremo alla Terra, e la comanderemo a fare del bene…quindi ti prego: fai nascere una bambina dalla nostra unione, così potremo dire che abbiamo realizzato un sogno..creare una vita da noi.”
Fu così che il Signore del Cielo sentito il buon proposito di quei giovani sposi, donò loro una figlia ed essi chiamarono la bambina che nacque con il nome di Speranza.
Come promesso, il padre Sogno portò Speranza sulla Terra e la portò nella casa di una donna ne ricca ne povera, che si sentiva sola in quanto non aveva figli e nemmeno il marito in quanto era una vedova, perché allevasse la bambina e la educasse a vivere tra le persone.
La donna che viveva da sola, quella notte ebbe un sogno, e sognò una bambina vicino a lei, ed infatti al mattino, al suo risveglio, sentì il piangere di una bambina giungere da fuori casa e trovò una bambina messa in un paniere, proprio sull’entrata della sua abitazione.
La donna raccolse la bambina e la mise in una culla vicino al suo letto, ringraziò per il miracolo avuto, e decise che avrebbe allevato la bambina con premura come se fosse stata veramente sua.
In sogno gli spiriti avevano suggerito alla buona vedova che il nome con cui chiamare la bambina era Speranza, e così la donna diede quel nome alla trovatella.
La ragazzina crebbe, era una bella bambina dai capelli castani che alla luce del sole diventavano biondi ed aveva un bel viso rotondo..
Passarono gli anni e la bambina andò a scuola, dove imparò la storia, la matematica e la geografia.
La bambina diventò grande e decise di conoscere meglio il paese dove era situata la sua abitazione.
Un giorno camminando per le strade del suo paese, la bambina notò che non tutti i suoi abitanti erano felici, così si chiese: “come mai?”.
La risposta che si diede era la seguente:
molti tra gli abitanti del paese erano pessimisti e non favorivano l’avverarsi dei loro sogni con buona volontà, e così la bambina per fare del bene decise di aiutarli a sperare di più.
Dovete sapere che tra i tanti, viveva in quel paese un panettiere che era innamorato di una bella donna, la quale però non lo ricambiava, la bambina per lui recitò le seguenti parole magiche:
Magia magia della speranza
Tornerà al più presto l’abbondanza
Speranza e ottimismo
Contentezza e pluralismo
La gioia di essere esauditi
ci regalino dei sogni arditi
A nessuno si nega una speranza
Il pessimismo vada via da noi a oltranza
Chi crede in questo con speranza e volontà
Da questa magia otterrà felicità
Fu così che a sentire quelle parole, il viso del panettiere si illuminò di gioia e cominciò a credere, si cominciò a credere che prima o poi la donna che amava si sarebbe accorta di lui e avrebbe ricambiato il suo sentimento, e quindi diventò felice di avere anche lui una speranza che si poteva avverare, però bisognava aspettare…bisognava aspettare…si! ma con ottimismo..
Il giorno successivo mentre la bambina era a spasso per il paese, incontrò un ragazzo che cercava un lavoro.
Egli era triste perché non credeva più che la società gli avrebbe creato un occasione utile per sistemarsi, egli non avvertiva la certezza e la gioia che qualcosa di buono potesse capitare, e stava perdendo la fiducia in se stesso e ormai non credeva più che sarebbe arrivato un momento in cui tutti i suoi problemi sarebbero stati risolti.
La bambina donò a lui le seguenti parole magiche:
Magia magia della speranza
Tornerà al più presto l’abbondanza
Speranza e ottimismo
Contentezza e pluralismo
La gioia di essere esauditi
ci regalino dei sogni arditi
A nessuno si nega una speranza
Il pessimismo vada via da noi a oltranza
Chi crede in questo con speranza e volontà
Da questa magia otterrà felicità
A sentire quelle parole il ragazzo si sentì gioire dentro e cominciò a credere di più in se stesso, ora capiva solamente le belle cose che sognava, diventò in questo modo ottimista e cominciò a stare bene. Si! la bambina aveva il potere di dare gioia e fiducia ai sogni di chiunque.
Il giorno successivo al parco, la bambina incontrò due sposi ormai maturi, I due non avevano figli, non ne potevano avere in quanto incompatibili nel sangue, ma ugualmente si amavano per questo stavano bene insieme, ma non avevano nessun sogno da realizzare,..ed erano come spenti nelle emozioni della vita..
La bambina donò a loro una speranza con le seguenti parole magiche:
Magia magia della speranza
Tornerà al più presto l’abbondanza
Speranza e ottimismo
Contentezza e pluralismo
La gioia di essere esauditi
ci regalino dei sogni arditi
A nessuno si nega una speranza
Il pessimismo vada via da noi a oltranza
Chi crede in questo con speranza e volontà
Da questa magia otterrà felicità
Subito gli sposi cominciarono a provare una gioiosa speranza e si convinsero che prima o poi un loro sogno si sarebbe realizzato, diventarono ottimisti e capirono che bisognava solo aspettare…chissà forse avrebbero vinto un giorno alla lotteria nazionale…e con quel denaro avrebbero potuto pagarsi un viaggio per il mondo…”girare il mondo stando bene insieme e pieni di felicità.. che bello!” dissero gli sposi resi ottimisti per effetto della magia…..tutto questo non era possibile adesso ovviamente…ma i due sposi erano certi che prima o poi sarebbe capitato loro un momento di fortuna.
Passarono giorni mesi ed anni e la bambina regalava speranze e ottimismo a chiunque incontrava in quel paese…ella crebbe e diventò più grande… diventò una bella ragazza.
Dovete sapere che viveva in quel paese un sindaco, egli si chiamava Signor Pessimismo, e quando gli raccontarono che nel paese da lui governato esisteva una ragazza che dava molta gioia al cuore a parlargli, decise di incontrarla.
Fu così che egli mandò un impiegato del comune a cercarla per organizzare una appuntamento nel palazzo del sindaco.
La ragazza accompagnata dalla donna ormai anziana che la tutelava, andò un po’ preoccupata dal sindaco…”ma cosa vuole da noi quella persona così importante?” si chiedeva la ragazza….
Il sindaco ricevette le due donne con tutti i riguardi, e poi disse loro: “ho saputo che tu ragazza, hai una magia dentro di te con la quale puoi dare gioia a tutti…come fai?
“Si caro signore!” disse la ragazza “ io ho il potere dicendo qualche parola in rima, di migliorare il credere in noi stessi e nei nostri sogni e quindi di provare gioia da queste due cose!”.
“Ti prego cara ragazza aiuta anche me, in quanto anche io sono una persona triste!” disse il Signor Pessimismo.
E così la ragazza recitò la sua poesia magica per lui:
Magia magia della speranza
Tornerà al più presto l’abbondanza
Speranza e ottimismo
Contentezza e pluralismo
La gioia di essere esauditi
ci regalino dei sogni arditi
A nessuno si nega una speranza
Il pessimismo vada via da noi a oltranza
Chi crede in questo con speranza e volontà
Da questa magia otterrà felicità
passarono alcuni minuti ma non accadde nulla e il sindaco si spazientì e disse:
“tutto qui!” e il Signor Pessimismo si alterò, “tutto qui!” ripetè il sindaco “ come vedi io non sono ancora felice… mi sento ancora triste…vuol dire che tu mi hai mentito!” disse rabbuiato il Signor Pessimismo.
poi il sindaco si alterò ulteriormente e disse risoluto:
” vai via da qui! brutta ragazza bugiarda, tu non sai dare la felicità, ed io lo so perchè, la felicità è raziocinio, la felicità è vedere con logica la riuscita della nostra vita programmata con precisione, avendo certezze razionali, la felicità é stare con i piedi ben per terra, non con la testa fra le nuvole come consigli tu ragazza…via!.. via subito da me… gli imbroglioni non li sopporto..guardie cacciate via queste due imbroglione…sono degli imbonitori…non mantengono quello che promettono!”.
Un pò spaventate le due donne capirono che se ne dovevano andare davvero, il sindaco era adirato con loro, non era colpa loro se la magia non era riuscita, forse il sindaco era troppo pessimista nel suo cuore..
Fu così che la signora e la ragazza fuggirono da quella casa.
Ma cosa era successo al sindaco?
Dovete sapere che il sindaco era così pessimista, ma così pessimista e questo da molti anni, che tutti i suoi sogni erano ormai morti in lui, deceduti a causa della sua logica severa che li faceva credere impossibili, e quindi il sindaco aveva nel proprio animo un freno ad ogni sogno da realizzare, non credeva che i miracoli potessero capitare, non aveva sogni, non aveva desideri e se non si hanno sogni da realizzare, non si ha più bisogno della gioia dello sperare…quindi si diventa persone spente nelle emozioni, apatici e soprattutto pessimisti.
Eh si! quel signore era troppo pessimista, era troppo schiavo del bisogno del trovare una certezza ai sogni che aveva, per lui le cose impossibili non potevano realizzarsi, era incredulo e di poca fede, e nessuna speranza imprevedibile trovava spazio nella sua anima chiusa.
Per quel sindaco i sogni erano cianfrusaglie inutili e futili, il sindaco ormai viveva tristemente e senza gioia da troppi anni, forse si riteneva ormai arrivato dove aveva voluto ed aveva scoperto che la sua ambizione nella carriera politica non gli dava vera felicità ed era deluso dalla sua vita, non aveva più sogni da desiderare e quindi non poteva essere più felice…i sogno del ragazzo che viveva in lui erano ormai fuggiti, scacciati da un raziocinio eccessivo.
Dopo un po’ di tempo tutti i cittadini capirono che quel sindaco non aveva più sogni e idee nuove da offrire alla città, ed essi quindi non lo ritenevano più adatto a migliorare il paese, alle successive votazioni non fu rieletto e così l’anno dopo fu nominato un altro sindaco al suo posto.
La ragazza di nome Speranza giustamente non si perse di animo e continuò a girare il paese consigliando a chi incontrava il dover credere con molta speranza nei sogni che si hanno, in questo modo si ottenevano nel cuore momenti di felicità nonostante la dura realtà, ella convinceva le persone buone che molti sogni si potevano realizzare, ella aveva il potere di causare una suggestione di felicità, ma solo a chi teneva vivi nel proprio cuore i sogni di quando era un ragazzo, la ragazza li convinceva ad avere in loro un sincero ottimismo.
Anni dopo, la donna che l’aveva presa in adozione si ammalò gravemente, in quanto anziana e diventò avvilita temendo di morire.
Speranza capì i suoi timori e diede anche a lei un sogno ambito, ed era questo:
convinse la donna anziana che dopo il suo defungere, diventata ormai spirito, ed a causa dei suoi buoni propositi ed implorazioni alle divinità che aveva avuto, la donna anziana sarebbe andata a stare in un luogo di pace chiamato Paradiso, saputo questo, fu così che un sensazione di felicità prese l’ammalata ed ella non ebbe più timore della morte.
Dopo qualche anno quando la donna sua tutore morì, in quanto anziana, tutti erano certi che ella aveva trascorso gli ultimi mesi  della sua vita in piena felicità…nonostante fosse gravemente malata..poiché aveva vissuto una speranza con molta fede dentro di lei…ed era questa: “dopo la sua morte sarebbe stata accolta in un Paradiso…”
Per non restare sola Speranza, diventata ormai una bella donna decise che era il momento di sposarsi.
Ed infatti si sposò, sperò tanto che quel momento arrivasse e quel momento un giorno capitò, ella incontrò una persona che aveva veramente bisogno di lei, si trattava di un povero disoccupato, un bel giovanotto, che pensate era così povero, che non aveva nemmeno un nome…eppure Speranza si innamorò di lui…
Speranza risolse anche questo problema e diede a lui un nome e lo chiamò Ottimismo, in quanto l’opinione più adatta a questo ragazzo era: ” che bastava poco per essere felici!”…”bastava avere la capacità spirituale di non avere timori pensando al futuro..”
Rassicurato e convinto a questa speranza il ragazzo si innamorò di lei..
A causa dell’amore di Speranza per Ottimismo, da quel giorno i sogni che avevano i due sposi si realizzarono ed essi ebbero fortuna e diventarono benestanti insieme, poiché l’ottimismo e la speranza se sono uniti in armonia in una famiglia, possono realizzare ogni cosa…anche le cose che sembrano impossibili…dovete sapere che i due vinsero il primo premio alla lotteria nazionale..e i loro problemi economici furono risolti..
Dal matrimonio di Speranza e Ottimismo nacquero due bei bambini… la femminuccia fu chiamata Gioia e il maschietto fu chiamato Coraggio e tutti in quel paese vissero felici…per l’effetto della loro suggestione benefica sulla vita…


Fine


Autore. Egidio Zippone

(Milano, Settembre 2011)
Giudizio: interessante, originale
voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: Il buon consiglio

 

cute grandfather avatar character vector illustration design

 

 

(racconto di tipo bianco)

tempo teorico da dedicare per la lettura 15 minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

IL BUON CONSIGLIO..

INTRODUZIONE: é giusto che gli anziani diano buoni consigli ai giovani..

Favola: Il Buon Consiglio

Inizio

Un uomo andò a far visita alla casa di suo padre…

Questo uomo chiese al suo diretto padre, che era anche nonno di suo figlio, di dire qualcosa al nipote che rubava i giocattoli, soldatini e le caramelle agli amici.

Il nonno ci pensò qualche minuto, e poi disse al figlio:…

“Figliolo! Tornate tra tre giorni tu e mio nipote!”

Dopo ben tre giorni l’uomo tornò con il figlio alla casa di suo padre.

“Eccoci!..padre!…io e mio figlio siamo tornati come promesso” disse l’uomo…

“Bene!…disse l’anziano rivolgendosi al bambino…”nipote mio….ascolta tuo nonno…non rubare i giocattoli e non rubare le caramelle agli amici ed ora in poi comportati bene!”

“Tutto qui!”…disse il padre del bambino…”ci hai fatto aspettare ben tre giorni solo per dirci questo?” chiese stupito.

“Si! devi sapere figliolo” disse il nonno prendendo per un braccio il figlio e portandolo lontano per non farsi sentire dal bambino..” che io, tuo padre, anche io ho rubato…ma siccome sono passati ben tre giorni da quando non rubo…posso ora dire a tuo figlio, che è anche mio nipote, di non rubare e di comportarsi bene!”

Ma a questo punto al nipote venne un dubbio e disse quindi a suo padre ed a suo nonno:

“Se tu padre mi hai portato dal nonno per farmi fare un rimprovero…significa che probabilmente hai commesso errori anche tu nella vita…ho capito questo per il motivo che non volevi farmelo tu il rimprovero…

ed il nipote continuò dicendo rivolto al nonno:

“e tu nonno é vero che mi hai dato un buon consiglio ..ma vorrei sapere… hai forse anche tu commesso errori durante la tua vita?

il nonno si commosse e rispose: “Si nipote, sia io che tuo padre abbiamo commesso errori nella vita…ma siccome é passato del tempo da quando abbiamo smesso di commetterli abbiamo potuto per questo motivo darti un buon consiglio ugualmente”..

ed intuendo il nipote rispose: “significa che io sarò in questo uguale a mio nonno e mio padre e da ora in poi mi comporterò meglio.. smettendo di rubare proprio come hanno fatto loro!”

“E sai figliolo perchè tutto questo è permesso alle persone?” disse il nonno..

Devi sapere che risolvere i problemi dell’educazione dei giovani è permesso, anche in questo modo, poichè il Signore Si Vuole Santo con i peccatori e permette quindi in quanto Buono il ravvedimento necessario che fa migliorare il comportamento..

“Ed ora caro nipote diventa un ravveduto come noi e comportati meglio!”

Morale:

Anche l’opinione di un ravveduto può servire ad educare al meglio i giovani…dovete sapere che i Santi da soli non riescono a creare il Paradiso in Terra…occorre che alla loro intenzione perbenista si aggiunga anche la collaborazione dei ravveduti e di chi sa imparare dagli errori..quindi evolviamo l’umanità in bene.. questo é possibile..

se avete obbedito all’avvertimento importante del Santo Vangelo ..

fine

(Milano, Settembre 2019)

Autore: Egidio Zippone

giudizio: saggio, buonista

voto:(da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: il gatto magico ed il bambino

 

Cat wearing sunglasses and sun hat relaxing on the beach

 

(racconto di tipo verde)

tempo teorico dedicato per la lettura 25 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO..

IL GATTO MAGICO ED IL BAMBINO


INTRODUZIONE: un bambino che riceveva molti rimproveri, vuole insistentemente una vita molto spensierata per lui, ad esempio diventare un gatto, ma l’amore per sua madre lo farà tornare quello che era……
INIZIO
Favola: il gatto magico ed il bambino
C’era una volta una casa, in questa casa l’arredamento era sufficiente ad adornare tre locali e i servizi, era una casa carina.
Nella appartamento c’era un salotto abbellito con mobili in legno color marrone, ed anche un mobile rustico molto bello che ricordava una casa di montagna ed un bel divanetto …
Dovete sapere che in questa casa viveva un bel gatto di colore bianco, di un pelo bianco e morbido ed aveva anche un nome si chiamava Zippy…lo avevano chiamato così perché era un felino simpatico…
Ma questo gatto bianco era anche un gatto speciale, era magico, era sufficiente accarezzarlo e pensare un desiderio che questo si avverava, ma nessuno dei suoi attuali padroni sapeva di questo suo potere…i suoi padroni pensavano che tutto in quella casa capitasse per caso.
Il gatto bianco appariva come un gatto normale, era molto vivace e sembrava intelligente a osservarlo..esso faceva giochi e rotolava le pietrine sul pavimento prendendole in bocca e giocava con i gomitoli di lana srotolandoli qua e là.
“Che bello!” pensava il gatto, era lui il guardiano del salotto, esso aveva libertà di stare in salotto e poteva osservare tutto esplorando i locali della casa, il gatto poteva curiosare in ogni angolo della casa e ricordare tutto quello che capitava intorno…non era mai annoiato..era come se fosse lui lo spirito magico di quella casa.
Dovete sapere che nelle favole, in ogni casa che si rispetti, nella parte spirituale di esse, esiste un spirito guardiano, esso di solito ha la forma di un animale domestico, ma in realtà è costituito di energia ecto-plasmica di colore verde, oppure molte volte ha la forma di un omino verde, piccolo come un folletto, dovete sapere che in quella casa lo spirito guardiano aveva invece la forma di un gatto.
Lo spirito della casa serviva a ricordare ai veri padroni della appartamento i loro doveri…serviva anche a difenderla dagli spiriti disturbatori del sonno e della pace, oltre che a ricordare ai domestici, incaricati di mettere ordine, quali erano i necessari lavori casalinghi da fare per tenere la casa pulita.
Dovete sapere che per quella casa i veri proprietari, avevano assunto una cameriera a ore limitate..che tutti i venerdì giungeva nella loro casa, la puliva e la riassettava, facendo contenti i suoi datori di lavoro, dovete sapere che la cameriera che accudiva la casa era una vedova, ma ella non era sola al mondo, aveva anche un figlio di nome Mauro che andava alle scuole elementari poiché era ancora un bambino.
Un giorno siccome la scuola era chiusa per ordine del sindaco e quindi Mauro non poteva andare a scuola come di solito, la cameriera decise che il figlio avrebbe trascorso la giornata con lei e si portò quindi il figlio Mauro sul luogo di lavoro…..e cioè nella casa dove viveva il gatto bianco di nome Zippy.. .
La casa era disabitata quando entrarono, e quindi oltre la cameriera e suo figlio, c’era solo il gatto bianco.
La cameriera disse al bambino che era suo figlio: “stai qui seduto nel salotto e fai il bravo, mentre io penso a riordinare le stanze”.
Quando il bambino vide il gatto bianco, ne fu molto contento, fu molto interessato nel vedere quanto il gatto vivesse bene e quanta pace c’era in quella casa, il bambino sorrise e desiderò di fare parte anche lui di quella pace.
Infatti il bambino, ogni tanto, tristemente si ricordava dei brutti voti e dei rimproveri dati a lui dagli insegnanti, quanti rimproveri e quante sgridate aveva ricevuto, a volte ingiustamente, tutto ciò lo faceva soffrire e lo avviliva, soprattutto lo rattristava quello che dicevano i suoi parenti a causa dei suoi voti scolastici insufficienti nel trimestre…e per tutti questi motivi: il bambino non voleva più andare a scuola.
Dovete sapere quindi che il bambino vedendo il gatto così spensierato e così felice che pensava solo a giocare, provò invidia per lui, Mauro prese il gatto bianco sulle sue gambe e lo accarezzò, e mentre lo accarezzava pensò mentre era rilassato: “ come vorrei essere e diventare un vero gatto..magari proprio come questo gatto bianco qui!”
Fu così che Mauro aveva espresso un desiderio inconsciamente: diventare lui un gatto al posto del gatto bianco, vedeva quel gatto così tranquillo e solo questo desiderò per se stesso, in questo modo il bambino non sarebbe andato più a scuola…non lo avrebbero più mandato a scuola perché era diventato un gatto…”chiaro il concetto mi pare!” pensò il bambino di nome Mauro mentre immaginava di essere un vero gatto.
Dovete sapere che nel mondo delle favole, ogni tanto nasce un gatto con poteri magici, e il gatto bianco di nome Zippy, come già detto all’inizio, aveva dei poteri magici..il suo spirito di gatto magico sentì quel bambino così triste sperare di diventare un vero gatto e decise di accontentare la sua speranza..un po’ per curiosità, un po’ perché era vero che il bambino voleva una vita con meno responsabilità, più libera e con meno rimproveri, una vita più spensierata, così vedendo che non era un capriccio il suo, il gatto di nome Zippy decise di aiutare quel bambino.
Il gatto bianco di nome Zippy..come per magia, si ingigantì e divenne un bambino del tutto somigliante al figlio della cameriera..smise di essere a ginocchioni e si alzò sulle due gambe da bambino, mentre contemporaneamente nella stanza una nube verde avvolgeva il vero bambino di nome Mauro e infatti egli in pochi secondi si rimpicciolì e diventò un vero gatto bianco..proprio un vero gatto…
Come si sentiva strano Mauro mentre lo accarezzavano con le mani sulla schiena di pelo bianco e mentre lui alzava la coda e si incurvava a causa delle carezze e mentre lo prendevano in braccio e lo mettevano dolcemente nel suo lettino di gatto…e così dopo aver fatto questo, il gatto Zippy  invece diventò un bambino.
Quindi riassumiamo, il bambino di nome Mauro, trasformato in gatto di pelo bianco aveva preso il posto del gatto Zippy e restò quindi a vivere in quella casa…e il gatto Zippy invece come già detto, diventò il figlio Mauro della cameriera….in quanto assomigliava proprio a lui..e aspettò che la madre finisse il suo lavorare.
La cameriera arrivò nella stanza e siccome non si era accorta di niente ed anche poiché aveva finito di riassettare la credenza in cucina, prese suo figlio per mano, che vi ricordo in realtà era il gatto trasformato in bambino, e se ne tornò a casa sua con lui.
Passarono i giorni e il bambino era felice di vivere in quella casa in forma di gatto bianco e di giocare con le piante, camminare intorno ai mobili di legno ed ai soprammobili e alle anfore di ceramica…stando attento a non romperle, l’armonia di quella casa gli dava molta pace.
Diventato gatto ..il bambino potè assaggiare il mangiare che il padrone di casa gli dava nel piattino e notò che gli piaceva..era molto saporito e nutriente…quel cibo per gatti aveva un buon sapore..per forza era diventato un vero gatto.
Giorno dopo giorno, era felice ora il bambino, finalmente non doveva più studiare e nemmeno nessuno voleva che lui andasse a scuola…adesso era un gatto domestico..con un lettino ed una casa tutta per lui…ed una padrona gentile che gli voleva bene.
Passarono i mesi e il bambino diventato gatto, continuò a giocare felice nella sua nuova casa…rincorrendo il gomitolo di lana e dormendo vicino al calorifero..della segreta magia.. nessuno si accorse di niente.
Dovete sapere che un giorno mentre la solita cameriera, come ogni venerdì, puliva e faceva i lavori domestici nell’altra stanza, quel giorno diversamente dagli altri giorni accadde che la cameriera lasciò la porta dell’entrata della casa aperta, distratta come era capitò questo, da quella porta furtivamente entrò un ladro con l’intenzione di rubare e rubò di nascosto alla cameriera la scatola dei gioielli della sua padrona, che era in un cassetto posto nel salotto…il ladro vide il gatto bianco ma non se ne curò:” tanto è un animale non ho da preoccuparmi!” pensò: “che problemi può causare un animale!”…il ladro quindi rubò dal cassetto i gioielli e se ne andò.
La cameriera non si accorse di nulla..rimise tutto in ordine come sempre ..e se ne tornò a casa sua chiudendo a chiave la porta di casa del suo datore di lavoro, ma il gatto bianco aveva visto tutto e ricordò tutto.
Quando la padrona tornò quella sera, vide che la scatola dei gioielli di famiglia era sparita..e pensò che la cameriera gli avesse rubati..poteva essere stata solo lei, la cameriera a rubare, pensò la padrona…solo lei poteva esser stata, era infatti l’unica estranea a frequentare la casa.
E così la padrona rivelò al marito severo e burbero i suoi sospetti, che si arrabbiò e telefonò alla cameriera ordinando di tornare subito nell’appartamento del datore di lavoro per dare spiegazioni.
La cameriera ignara, siccome era tardi e non poteva lasciarlo solo in casa, portò con se anche il figlio Mauro nell’appartamento dove lavorava..ella era pronta a difendersi dalle accuse, era di certo un equivoco…non era stata lei a rubare i gioielli della padrona.
“Sì cara moglie, la nostra cameriera, ci ha derubato di molti soldi..adesso chiamiamo la polizia.. se la cameriera non ci rende i gioielli rubati la facciamo arrestare dai gendarmi!” dissero i padroni di casa, in quanto erano molto arrabbiati, si sentivano presi in giro dalla serva.
La polizia arrivò e sentite le accuse fatte dai padroni, interrogò la cameriera… ma la cameriera affermava di essere innocente…
Il poliziotto ugualmente minacciò di arrestarla perché la cameriera non aveva testimoni che la escludevano dai sospetti e la cameriera capì …era spaventata e si mise a piangere….si mise su una sedia a sedere singhiozzando…faceva proprio pena, tutto era contro di lei.
Fu così che il gatto bianco sentendo piangere, si commosse, e si ricordò che una volta era lui il figlio della cameriera, si commosse e decise di tornare a essere un bravo bambino, e pensò: “povera mia madre, solo io la posso aiutare, ma ora sono un gatto e non posso parlare, come posso fare ?” infatti il gatto era stato testimone vero e sapeva chi era il ladro e lo poteva riconoscere…solo lui poteva salvare sua madre…ma ora aveva lo aspetto di gatto..che fare?
Desiderò quindi in modo deciso di tornare bambino, quindi chiese mentalmente allo spirito del gatto magico della casa di cambiare il suo desiderio e così il vero gatto che era uno spirito buono, lo esaudì ancora, anche perché si era commosso anche lui per tutta la vicenda e per la povera cameriera piangente, e pensò:” rimettiamo tutto a regola come era prima!” come per magia il gatto tornò vero bambino e il finto bambino tornò vero gatto, come per magia sotto gli occhi stupiti di tutti quanti.
Tra la sorpresa di tutti i presenti, Mauro tornato bambino si vestì dei suoi vestiti..dopo che un gatto bianco era stato tolto da essi.
Tra la sorpresa di tutti i presenti il vero bambino fu visto vestirsi dei suoi abiti e il gatto vero con un salto finì tra le braccia della padrona che stava seduta su una sedia, per essere accarezzato da lei..tutto era tornato a posto.
I presenti furono dapprincipio stupiti, poi capendo che nelle favole tutto é possibile, non dissero niente e accettarono la situazione strana, ma di certo magica, quindi normale per una favola.
Il bambino tornò bambino e la cameriera riconobbe il suo vero figlio anche se ella era un po’ confusa, “ sono il figlio della cameriera e so chi è il ladro dei gioielli non è stata mia madre!” disse il bambino ai padroni.
Fu così che il bambino raccontò subito tutto al poliziotto, che era ancora stupito della magia vissuta, il bambino raccontò tutto quello che sapeva al poliziotto..e disse che poteva riconoscere il vero ladro..e che sua madre la cameriera… era quindi innocente.
Dovete sapere che il ladro, si scoprì in seguito, era il vicino di casa…un noto pregiudicato e malvagio individuo…che abitava nello stesso condominio.
La polizia trovò subito il colpevole, a causa della testimonianza, il bambino lo riconobbe e il pregiudicato fu subito arrestato dalla polizia, soprattutto perché dopo un sopralluogo nella casa del sospettato ladro, furono trovati i gioielli denunciati, si! il ladro ingenuo aveva ancora nella sua casa la refurtiva in gioielli…. fu deciso quindi che la innocente cameriera fosse subito liberata dalle accuse ingiuste.
Fu così che tutto tornò come prima..e la cameriera potè riavere rispetto ed anche il suo vero figlio…diventato però più saggio a causa della esperienza magica vissuta.
Intanto la scuola era terminata e siccome il gatto Zippy  nei giorni passati aveva dovuto fare anche da studente al posto di quell’ignorante di Mauro, lo stratagemma aveva causato buoni risultati al suo nome, il gatto si era dimostrato un bravo studente, forse perché era magico, la mente del gatto trasformata in bambino era stata brava nel fare i compiti al posto di Mauro, forse perchè era un gatto proprio intelligente..tutto finì quindi per il meglio per il nostro Mauro.
Soprattutto perché il Mauro si ritrovò dei buoni voti alla fine dell’ultimo trimestre..buoni voti anche in condotta, in quanto era un bambino che non disturbava la lezione chiacchierando con gli altri, infatti quando la insegnate diceva a tutti di restare in silenzio, egli diventava muto come un gatto …da lui neppure un grido…forse Mauro qualche miagolio sottotono lo faceva, ma solo nei momenti di nervosismo, ma nessuno in aula ci faceva caso…e quindi il bambino ebbe dei buoni voti alla fine del trimestre.
Inoltre Mauro si ritrovò con dei buoni voti in pagella anche in ginnastica, infatti nella ginnastica a corpo libero era diventato, a giudizio degli insegnanti, un vero campione, saltava sulla pedana e roteava nell’aria e tornava al terreno sempre sulle sue gambe, aveva quel bambino dimostrato un buon equilibrio ginnico, in questo modo grazie all’amicizia del gatto Zippy, che contento di se perché aveva fatto in quel modo magico una buona azione aiutando quel bambino triste ad andare bene a scuola, grazie al gatto dicevo, il bambino di nome Mauro risultò per questi motivi promosso a fine anno.
Fu così che i personaggi di questa favola vissero tutti felici e contenti aspettando l’anno scolastico prossimo…sia il gatto bianco di nome Zippy che il figlio della cameriera di nome Mauro, trascorsero felici la loro villeggiatura in una bellissima villa vicino al mare.

e così tutti provarono momenti di tranquillità poiché  il gatto Zippy aveva portato loro fortuna….e sia quindi detto: ZIPPY – ZIPPY…HURRA’! HURRA’! diceva Mauro tutto contento..mentre era in spiaggia..


Morale: ognuno ha un suo ruolo nella vita, ma a volte vedendo i problemi da punti di vista differenti, si possono intuire delle soluzioni originali e più valide, ed i problemi non saranno più irrisolvibili come sembravano prima.
Provate anche voi a vedere i vostri problemi da un punto di vista alternativo…chissà quante nuove idee avrete per il domani.
Fine


autore: Egidio Zippone

Milano, Giugno 2012
Giudizio: interessante, simpatico
voto: (da 5 a 10): 9