Favola di Egidio: la buona suggestione

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(racconto di tipo verde e bianco)

tempo teorico dedicato per la lettura 25 minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

LA BUONA SUGGESTIONE..

INTRODUZIONE: Io mi ritengo un bravo cristiano, e so che dove ci sono individui con molta bontà di animo, in quel luogo ci sono anche le intenzioni volute dal Buon Signore, in quel luogo il Buon Signore si compiace della pace causata dalla bontà, così ho pensato che è giusto scrivere una favola ambientata in un paese sperduto del nord della Lombardia, ma potrebbe essere anche un paesino situato nel lontano Oriente perché no..anche in quei popoli lontani si parla molto bene della Bontà e della Comprensione!,,

Ritengo che sia possibile che un influenza spirituale tra un corpo umano ed un altro, agisca a fin di bene per portare pace tra le genti, anche per le religioni occidentali questo fenomeno paranormale è credibile..nelle Sacre Scritture infatti si parla di uomini Santi che furono pensati incarnazione di profeti vissuti tempo prima..

INIZIO

Favola: La buona suggestione

C’era una volta, nel mondo delle favole, un paese situato a nord della Lombardia in Valtellina..

questo paesino era abitato da poche persone…molto lontano dal rumore del mondo.

Questo paese c’era una volta…è probabilmente esiste ancora…

Una volta questo paese, anche se era un piccolo paesino, era abitato da giovani sposi e uomini e donne occupate nel loro lavoro quotidiano.

Ma poi un giorno uno ad uno essi lasciarono disabitata la loro casa, poiché si chiedevano senza risposta…per quale motivo dovevano abitare in un paese così sperduto e lontano dalla città..senza alcuna modernità e svago…così se ne andarono altrove ad abitare…poichè non trovarono validi motivi per restare..

Per questo motivo ormai in quel paese vivevano poche persone e tutte anziane.

Si sparse di conseguenza la voce per tutto lo altipiano, che in quel paese regnava la “desolazione” cioè il paese aveva per destino finale la sola “estinzione”..ormai esso era destinato a scomparire pian piano con la morte dei suoi pochi abitanti restanti.

Giunse questa triste voce, riguardante il destino di quel paese, ad un frate benedettino molto famoso in quella provincia per la sua saggezza.

Il monaco capì e fu dispiaciuto per la sorte di quel luogo.

Decise quindi di andare in quel paese, per far visita di cortesia a tutte quelle poche persone che ci abitavano ancora.

E così partì per l’altipiano, cammina e cammina il monaco vestito con un saio ed ai piedi dei sandali, raggiunse il paese per portarvi con la sua saggezza un po’ di pace e speranza.

Pensò come aiutare i pochi abitanti restanti..e decise di comportarsi in questa maniera.

Giunto in paese, si presentò come portatore di verità… e si fece invitare da tutti gli abitanti a turno e parlò ad ognuno in questo modo…voleva che quel paese tornasse numeroso di abitanti.

Dal maniscalco

Ricordò al maniscalco che forse tra gli abitanti del paese, esisteva la persona che ha incarnato nel suo corpo lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso.. a cui l’umanità si rivolge per trarne consiglio.

Dal pecoraio

Facendosi invitare a cena dal pastore e mangiando il suo formaggio..il monaco ricordò a chi lo ospitava, che forse tra i suoi vicini viveva la persona che incarnava in lui lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso… e conosce il modo di come portare la pace tra le genti.

Dal falegname

Accettando lo invito del falegname…convinse chi lo ospitava che forse tra gli abitanti del paese c’era chi aveva incarnato in lui..lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso… e risolve i problemi della gente con la sua Bontà ed il far tornare la pace..ed era dovere degli abitanti di questo paese di onorarlo.

Dal calzolaio

Ricordò al calzolaio che a volte lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso.. si incarnava in vite semplici e secondo lui in questo paese vive proprio la persona che ha il suo Spirito incarnato e bisogna rispettarla e volerle bene per santificare la sua vita in modo degno.

Dal sindaco del paesino

Il monaco ricordò che bisognava fare la carità ai poveri in onore dello Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso.. che vive a parer suo incarnato in una persona che abita in questo paese: “e forse caro signore è proprio il povero uomo che hai aiutato oggi, oppure è un suo vicino…credetemi.. Colui che Sà Essere Virtuoso …. vive qui tra voi!”

Dalla sarta

Il monaco ricordò che bisogna onorare e amare il proprio lavoro..in riconoscimento alla persona che a parere suo..incarna lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso..e pare che questa persona vive proprio in questo paese e bisogna che sia onorata.

Ed a tutti gli altri abitanti del paesino il monaco disse la stessa buona notizia che “tra voi pochi e solitari abitanti di questo paese c’è una persona che è l’incarnazione ..di Colui che Sà Essere Virtuoso..Spirito Saggio e Sapiente che predica la Bontà e la Comprensione delle attenuanti del destino dell’umanità..vera fortuna per tutti noi, siate quindi contenti che voi abitate vicino a Lui.”

Detto questo il monaco benedettino salutò ognuno e ripartì da quel paese certo di averci portato una speranza.

Le parole del monaco benedettino restarono nella mente di tutti e crearono negli abitanti suggestioni positive.

Tutti si chiedevano chi mai fosse tra loro la persona che incarnava lo Spirito di  Colui che Sà Essere Virtuoso..Spirito di ogni Saggezza e Virtù.

“Forse è il falegname..così lavoratore e generoso ed obbediente ai doveri umanitari nello stesso tempo..se è così lo tratterò con garbo.” disse il sindaco..

“Forse è il maniscalco..così saggio e persuasivo con le sue filosofie morali..sempre pronto a dare buoni consigli..se è così egli merita più riguardo!.” disse il falegname.

“Forse è il sindaco del paese… si è lui…così educato e sano di salute..ma no! Il sindaco é benestante..non è possibile..lo sanno tutti che lo Spirito di Colui che Sa Essere Virtuoso si incarna in vite povere e le preserva nella Saggezza, però potrebbe anche essere anche lui a volte il sindaco è molto generoso..” disse la sarta.

“Di certo non è il calzolaio è così disordinato… però potrebbe essere lui in fondo è così umile, buono e giudice non pignolo!” disse il falegname.

Forse invece è la sarta così seria e perbenista ma forse no.. lei è donna…però potrebbe essere a volte Colui che Sà Essere Virtuoso….si rivela anche nelle donne, poiché comprende il loro vivere con sacrificio e altruismo!.” disse il sindaco.

Da quel giorno nel timore e nella speranza che tra loro vivesse la incarnazione di Colui che Sà Essere Virtuoso….  tra gli abitanti del paese si diffusero la bellezza dei modi e l’atteggiamento gentile tra loro, oltre che la capacità di dare buoni consigli gioviali e di pace ad ognuno.

Tutti capirono e si prodigarono affinché la saggezza di ogni vita favorisse la loro verità in Terra..e la loro verità allo stesso tempo per effetto di questa suggestione diventò più benigna di quanto fosse.

Dovete sapere che da quel giorno la gente estranea che per turismo ed in visita per sola curiosità, che passava di quando in quando nel paese, soprattutto i giovani, si rese subito conto del buon vivere nella cordialità, del rispetto e dell’amore e della buona suggestione che si respirava in quel piccolo paese da un pò di tempo.

in questo modo a molti giovani turisti piacque l’atmosfera che avvolgeva quel luogo tra le montagne, con la sua pace ed i modi gentili degli abitanti e dapprincipio tornarono più spesso a fare visita ed a partecipare alla festa della buona stagione “la primavera”..ed in seguito a causa del continuo buon giudicare dei turisti, dovete sapere che molti decisero di abitarci o di passarci il resto della vita..era bello abitare li..in quel piccolo paesino..c’era molta pace e rispetto di ognuno.

Fu così che quel paese sulle colline …divenne un luogo di passaggio di molta gente e di conseguenza  esso si popolò entro pochi anni di molti abitanti..che intendevano vivere felici laggiù..nel pensare come sappiamo e come si raccontava che tra loro viveva una persona che aveva nel suo animo incarnato lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso…. così diceva un famoso monaco benedettino e lo aveva detto e convinto tutti di questa notizia..

E tutti dicevano che era bello vivere e abitare in quel paese diventato pieno di attenzioni, di rispetto e di gentilezze con tutti.

Probabilmente lo sperare e l’essere convinti che lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso…..viveva tra loro, ed era incarnato in uno di loro…causò proprio questo…il rispetto di ognuno…molti sentita dire la lieta notizia..si misero in viaggio..per andare a conoscere chi ci abitava…e restarono per lungo tempo in quel paesino..

Dovete sapere che…. lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso…avendo saputo che in quel villaggio tutti lo rispettavano, e parlavano bene di Lui, Saggio e Virtuoso come era, andò veramente anche Lui a vivere tra gli abitanti di quel paese, incarnandosi veramente in loro e portando fortuna e benessere tra le genti di quel luogo ed accontentando così la loro speranza…che era di non restare soli e di vivere sempre in amicizia.

E fu così che quel volenteroso monaco benedettino, che per aiutare della povera gente inizialmente, aveva detto bugie a fin di bene, divenne in seguito fonte di verità, poiché il suo dire diventò cosa vera, poiché lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso.. ..viveva e consigliava gli abitanti di quel paese..viveva tra loro incarnato in uno di loro per davvero..

Morale:

Cercate e suggestionatevi pensando che nel vostro prossimo o vicino ci sia una entità positiva incarnata in lui e con lui sia disponibile la sua saggezza benefica e gentile anche per voi..e vedrete che dal rispetto che si otterrà da questa suggestione si avrà giovamento in ogni cosa.

Vedrete che qualcuno un giorno dirà che  presso di voi e nel vostro quartiere, è bello vivere e che la vita e più bella se si considera il prossimo presenza virtuosa tra noi.

Avere una buona immagine ed una buona suggestione, e credere che sicuramente tra noi c’è un individuo posseduto da uno spirito nobile e buono, renderà più lieta la nostra vita ed anche quella degli altri…poiché nei paesi dove si avverte bontà e fraternità…c’è la consapevolezza che meritiamo lodi a seconda dello Spirito che ci possiede e ci consiglia..

 

fine

autore: Egidio Zippone

Milano, Settembre 2009

Giudizio: interessante, serio

voto (da 5 a 10): 9

Favole di Egidio: il re Giacinto e la fata Gelsomina..(per ragazzi)

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(racconto di tipo verde e bianco)

tempo teorico da dedicare per la lettura circa 20 minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

IL RE GIACINTO E LA FATA GELSOMINA..

INTRODUZIONE: La paura di morire in quanto si è anziani sconvolge la gente ed anche i re, saranno i poteri di una fata a calmare i timori di un re? Sembra che nelle favole tutto sia possibile per merito della fantasia..

Favola: Il re Giacinto e la fata Gelsomina..

Inizio

C’era una volta un re, nel mondo delle favole, nel simil-periodo del 1700 d.c., che non sempre predicava e difendeva la giustizia, e molto spesso nelle sue intenzioni dimostrava egoismo..

Molte volte non era stato onesto nel giudicare i sudditi e aveva scelto di essere iniquo ed ingiusto con i deboli..probabilmente questo iniquo modo di fare egoista era causato dalla giovane età del re..poichè molte volte qualcuno gli aveva chiesto aiuto ed il re Giacinto si era negato ad aiutare..

Lo venne a sapere una strega severa, che affermò: “Così esiste qualcuno che si comporta in modo ingiusto con i deboli, presto presto gli farò capire che è sbagliato per chi fa il re come lavoro, é sbagliato per chi è diventato un autorità sulla Terra, é sbagliato interpretare la vita umana in modo egoista..e si sceglie di essere furbi con i deboli..

La strega decise quindi di punire quel re in quanto era un peccatore..poichè le streghe nelle mie favole, comandano molto spesso punizioni, anzichè perdonare i peccatori..

Fu così che il re si svegliò un brutto mattino, e si sentiva stanco, si avvicinò ad uno specchio della sua stanza per guardarsi al suo interno poiché non si sentiva come suo solito, e cosa vide?

Vide il suo volto umano ed il suo corpo diventato vecchio, era così vecchio che comprese che un giorno, sarebbe presto morto a causa dell’invecchiamento inesorabile del suo corpo..dimostrava infatti già 80 anni ed avvertiva in lui molta paura di morire..

Eh si! dovete sapere che la strega che aveva deciso il maleficio aveva un nome e si chiamava “la strega della vecchiaia” e decise di far un danno a quel re per punirlo dicendo: “tu oh! re dici di comprendere l’ingiustizia a causa della tua furbizia iniqua, impara oh! re a comprendere questo tipo di ingiustizia allora!, poiché invecchierai prima degli altri umani, si! io strega della vecchiaia comando la punizione che ti farà invecchiare finché un giorno morirai per la troppa età anziana che dimostrerà il tuo corpo!”

Il re, che aveva un nome e si chiamava re Giacinto, comprese che non poteva impedirlo quel maleficio, l’invecchiamento precoce, e così si rattristò, e decise per questo di consultare l’artista di corte, l’artista era un saggio, ed il re chiese a lui per avere un consiglio come vincere l’invecchiamento..

L’artista comprese i timori di Giacinto e rispose al re:

“Devi sapere mio re! che sulla collina, in una casa nascosta nel bosco, vive una fata, il suo nome è fata Gelsomina, va da lei, siccome è una fata buona, di certo saprà aiutarti a risolvere i tuoi problemi..”

Il re sali sul suo cavallo e raggiunse la collina, riconobbe la casa della fata e vi entrò..

La fata Gelsomina era tutta indaffarata nel preparare nel suo laboratorio filtri di amore e ingredienti per le tisane che guarivano ogni malattia….

Il re chiese alla fata se c’era un modo per rallentare oppure impedire lo invecchiamento precoce che lo affliggeva, infatti il re ammise: “ho paura di morire, sono vissuto nell’agiatezza e nel benessere e temo che dopo la mia morte subirò un tremendo giudizio…poichè so che ho già ricevuto il premio di una vita felice e senza veri problemi e temo quindi che tutta questa contentezza finirà per me e non avrà più un seguito dopo il mio defungere!”

“Fata Gelsomina!, devi sapere che io, re Giacinto mi sono pentito, di aver giudicato in modo iniquo e di aver obbedito alle sole comodità della vita e non alla solidarietà, ho capito che io, in quanto semplice essere umano, non sono abbastanza saggio e sapiente, per comprendere che un re ed una autorità devono a volte compiere dei sacrifici per essere utili al loro popolo!..”

La fata Gelsomina dopo essere rimasta in silenzio per un pò rispose finalmente compiaciuta:

“Devi sapere Giacinto che sono contenta che ti sei pentito, e quindi è giusto che io ti aiuti, infatti esiste un modo di prolungare la nostra vita..

“E quale sarebbe?” chiese il re pieno di speranza..

“Giacinto dovrai meritare che la tua vita si prolunghi ulteriormente nella durata, dovrai meritarlo facendo favori ad estranei e favorendo con il tuo esempio l’altruismo e la generosità dei tuoi sudditi..

“Oh re! Adesso io farò una magia, in quanto sono una fata, e sarà quindi cosi: ad ogni favore che tu re farai a qualcuno …il tuo tempo si prolungherà di 10 anni, si! Giacinto ringiovanirai ad ogni favore commesso di ben dieci anni ogni volta..”

Fu così che la fata Gelsomina recitò formule magiche in presenza del re bisbigliando fra sè e sè parole fatate e poi si mise a cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro io lo farò ringiovanire

e della sua gioventù il re ancor potrà gioire…

e cosa capitò?

Il re fu felice di questa profezia e come primo favore regalò alla fata una borsa di venti monete di oro che aveva con se, che la fata dovete sapere non tenne per se e che donò ai poveri del paese..

Il re si sentiva felice ed si rese conto all’improvviso che era diventato più giovane di ben dieci anni proprio da quel momento..ora ne dimostrava infatti 70 anni..

il re Giacinto aveva deciso di fare favori a sconosciuti  per accontentare il sortilegio voluto da fata Gelsomina..e così:

Altro favore..

Un padre di famiglia che aveva cinque figli si trovava in difficoltà economiche, il re lo venne a sapere, e si recò da lui, alla sua povera casa, e preso da pietà per la sua povertà, prestò senza obbligo di restituzione ben centomila denari a  quel povero uomo..

Molta fu la gratitudine per il re di quel padre e dei suoi 5 figli..

Nell’aria si sentì allora una voce di fata cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro io lo farò ringiovanire

e della sua gioventù il re ancor potrà gioire…

e cosa capitò?

Il re si sentiva felice della sua generosità e da quel momento si rese conto che era diventato più giovane di altri ben dieci anni, si! proprio da quel momento..ora il re ne dimostrava infatti 60 anni..

Altro favore

Un povero disoccupato cercava un posto per dormire e un lavoro ben pagato per guadagnarsi da vivere ed il re saputo di questo si impietosì ed offrì a quel giovane un lavoro come cocchiere per la sua carrozza trainata dai cavalli e decise che nel suo palazzo gli fosse data anche una stanza per dormire..

Nell’aria si sentì allora una voce di fata cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro lo farò ringiovanire

e della sua gioventù ancor potrà gioire….

e cosa capitò?

Il re si sentiva felice di essere stato altruista ed si rese conto che era diventato più giovane di altri ben dieci anni proprio da quel momento..ora ne dimostrava infatti 50 anni..

Altro favore

Un giorno un ladro, un famoso bandito, chiese di essere perdonato delle sue ruberie, chiese di poter cambiare in meglio la sua vita che era di nomade latitante, e chiese la grazia al re promettendo di rimediare ad i suoi errori, ed il re gli concesse questo favore e permise l’indulto a quel bandito..

Nell’aria si sentì allora una voce di fata cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro lo farò ringiovanire

e della sua gioventù il re ancor potrà gioire…

e cosa capitò?

Il re si sentiva felice di essere stato altruista e misericordioso ed si rese conto che era anche diventato più giovane di altri ben dieci anni proprio da quel momento..ora ne dimostrava infatti 40 anni..

Altro favore..

Il popolo si lamentava che le tasse da pagare nel regno erano troppe esse rendevano poveri gli abitanti..

il re comprese questo disagio e decise di rinunciare ad un pò della sua ricchezza e che si poteva di conseguenza dimezzare l’importo delle tasse per ogni famiglia ed abitante ..si avrebbe fatto questo favore ai suoi sudditi..

Nell’aria si sentì allora una voce di fata cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro lo farò ringiovanire

e della sua gioventù il re ancor potrà gioire..

e cosa capitò?

Il re si sentiva felice di essere stato altruista e gioì ancor di più quando si rese conto che era diventato più giovane di altri ben dieci anni proprio da quel momento..ora ne dimostrava infatti 30 anni..

Altro favore..

un giorno il re mentre percorreva la sua strada per tornare al suo palazzo in città, dovete sapere che quel giorno pioveva e c’era un brutto temporale, il re era al sicuro al riparo nella sua carrozza ma vide che sulla strada piena di fango e di pietre scivolose bagnate dalla pioggia ..una giovane contadina camminava con molta difficoltà proteggendosi con lo scialle la testa dalla pioggia che imperversava….

impietosito decise di aiutare quella povera donna, anche se era una popolana e le chiese di salire in carrozza con lui..facendo un ennesimo favore a qualcuno..

Nell’aria si sentì allora una voce di fata cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro io lo farò ringiovanire

e della sua gioventù il re ancor potrà gioire…

e cosa capitò?

la giovane donna ringraziò il re del passaggio in carrozza, e mentre lo ringraziava vide che il re era proprio un bel giovanotto di 20 anni di età..si! il re era diventato più giovane a causa del favore elargito, e forse fu a causa della sua gratitudine per il re e dei suoi modi educati e del suo parlare gentile, fu così che la giovane donna si innamorò di re Giacinto..ed il re avvertendo l’amore di lei per lui..e accorgendosi all’improvviso che la donna innamorata era proprio una bella donna, si innamorò a sua volta di lei, dimenticandosi che non era una donna nobile di origini..e fu così che nei mesi successivi i due innamorati decisero di sposarsi..

Ma in tutte le favole c’è un personaggio cattivo e disturbatore della felicità, e questi aveva un nome si chiamava la “strega della vecchiaia”..

Questa strega venne a sapere che il re che aveva una volta punito, era riuscito a ringiovanire ed a vincere la sua punizione, ed al suo parere di strega questa notizia offendeva le regole della magia sulla Terra e causava dei precedenti pericolosi alle intenzioni delle streghe…..

Fu cosi che la “strega della vecchiaia” entrò durante la notte nella stanza del re e comandò nuovamente magie dispettose contro il re Giacinto mentre stava dormendo, ma le sue magie questa volta non funzionarono, qualcosa lo impediva, e cosa era che rendeva impossibile alla “vecchiaia” di far diventare anziano nuovamente il corpo del re?’

Dovete sapere che il re e sua moglie dormivano abbracciati nel loro letto, protetti dal loro sentimento di amore, l’amore che li univa spiritualmente era stato causato dal ringiovanire del re diventato di bell’aspetto, e temendo che questo sentimento di amore fosse alterato dall’invecchiamento fisico voluto dalla strega, le fate buone del bosco agivano in difesa dell’amore, e così vinsero i malefici della “strega della vecchiaia” che vedendo così indebolita la sua magia e resa delusa della poca forza che dimostrava in quel momento, la strega della vecchiaia scappò via e mai più tornò in quei luoghi..

Fu così che il re Giacinto potè avere molti figli dalla donna di cui era innamorato e visse felice e contento con lei..

Eh si! cari lettori un uomo veramente innamorato di sua moglie difficilmente sarà vinto dalla vecchiaia, poiché il vero amore lo farà sentire sempre giovane, proprio come è capitato nella vita di molte persone..

Dovete sapere cari amici che si racconta che il re di questa favola sia ancora vivo..poichè per sentirsi giovane ha continuato a fare favori ai bisognosi, nonostante i secoli che sono trascorsi, da allora il re Giacinto non è più invecchiato..si dice che questo re da qualche parte viva e sia ancora giovane e attraente, ma sempre nel mondo delle favole ben inteso, dove già lo sapete che in questo mondo da sogno, tutto è reso possibile dalla fantasia e dalla esistenza delle buone ed amorevoli fate del bosco..

Fine

Autore: Egidio Zippone……

Milano, Maggio 2020

Giudizio: fantasioso, ottimista

voto: (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: Saverio e la fata della Sincerità

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(racconto di tipo verde e bianco)

FAVOLA DI EGIDIO (per mamme e bambini)

SAVERIO E LA FATA DELLA SINCERITA’

INTRODUZIONE: chi difende e ci obbliga a dire la verità, a volte ci causa punizioni, ma impedisce però di essere accusati di fatti ben più gravi, questo per i bambini è un vantaggio..

INIZIO

Fiaba: Saverio e la fata della Sincerità

Cari lettori dovete sapere, che molte delle storie che ci raccontavano i nostri genitori quando eravamo bambini possono essere anche una verità.

Ad esempio tutti sanno la storiella dell’omino birichino, che se non la sapete, ve la racconto subito.

C’era una volta una famiglia composta dai genitori e da due fratelli..uno si chiamava Saverio e l’altro Giacomo..essi erano felici, erano una famiglia normale e vivevano in campagna.

Tutte le sere il papà e la mamma raccontavano ai due bambini delle storielle ..e pensate un pò, la storiella più strana che aveva raccontato il loro papà, era quella dell’omino birichino, un essere piccolino come un folletto tutto vestito di rosso, creato per magia da sua madre “la fata della sincerità”, questo folletto aveva deciso di abitare non si sa perché nella loro casa, proprio dove la famiglia abitava tuttora, ed era egli un essere quasi invisibile perché era piccolo…si diceva di lui che era più facile vederlo al buio che sorprenderlo alla luce del giorno..

“State attenti bambini a non fare disobbedienze quando siete da soli..in quanto durante la notte, mentre voi dormite passerà da voi l’omino birichino tutto vestito di rosso, che sente con le sue grandi orecchie i pensieri dei bambini, questo omino si farà raccontare dal vostro inconscio tutti i fatti e i comportamenti della giornata, mentre voi dormite… proprio così, questo omino si farà raccontare i vostri fatti più segreti e poi li divulgherà presto e subito ai vostri genitori, oppure agli amici e anche alla maestra, per farvi rimproverare da loro” così avvertivano il papà e la mamma i loro figli, prima che essi ricevevano il bacio della buona notte e si mettevano a dormire..

Dissero una sera i genitori…”cari bambini state attenti a quel che combinate quando state da soli…delle magiche presenze ci avvertiranno delle vostre disobbedienze!” …. detto questo i genitori augurarono ai bambini la buona notte, spensero la luce e uscirono dalla loro cameretta.

Il bambino Giacomo il più obbediente si convinse subito che quella leggenda era vera e da quel giorno anche se era da solo in casa e vicino a lui non c’era nessuno, decideva sempre di comportarsi bene e di essere ordinato ed aveva deciso anche di non rubare e di non dire bugie.

Invece il bambino di nome Saverio non diede ascolto a quella storiella, per lui quella era una buffa bugia, infatti pensate egli non credeva nemmeno a Babbo Natale, figuriamoci se egli avrebbe creduto alla storiella dell’omino birichino e fu così che divenne e crebbe disobbediente..

per lui quella era una storiella troppo strana…

”La mia disobbedienza?” pensava Saverio “ siccome non c’era nessuno vicino a me in quel momento quando l’ho commessa, nessuno saprà mai se è vero e resterà sempre un fatto segreto, quindi la marachella di cui si parla non è reale è un sogno!”.

Ma un giorno il bambino Saverio dopo aver detto bugie alla mamma e rubato i dolci e le caramelle dalla dispensa, come suo solito…si accorse oppure ebbe la impressione che mamma e papà sapessero e avessero certezza delle sue malefatte..”ma come hanno fatto a sapere tutto…è impossibile!” diceva Saverio a se stesso.

Si! era proprio così..durante la notte precedente, mentre Saverio dormiva nel suo letto, era passato dalla sua stanza l’omino birichino della leggenda, egli era un essere piccolo e si era messo leggero sulla testa e tra i capelli del bambino dormiente, aveva appoggiato il suo grande orecchio alla testa del bambino e poi aveva ascoltato in questo modo i pensieri più nascosti e strani della mente, così aveva capito che il bambino Saverio aveva commesso disobbedienze ed errori in quantità..e subito era andato a riferire alla mamma del bambino e al suo papà tutto quello che aveva saputo..parlandogli in telepatia vicino a loro, mentre i genitori erano nel letto.

Infatti il giorno dopo la sua mamma disse severa a Saverio:

”…Caro figlio devi sapere che noi sappiamo tutto quello che combini quando sei da solo… me lo ha detto l’omino birichino..quindi smetti e chiedi subito scusa a papà ed a tuo fratello..e non farlo più…e per questo motivo al tuo compleanno niente bicicletta in regalo..quest’anno ti sei comportato male!”.

Il bambino di nome Saverio spaventato corse in camera sua e pensò:” allora i miei genitori sanno tutto quello che ho fatto…non mi pensano più come un bravo ragazzo..oh! che dolore!..ed io che mi credevo furbo… ahimé!”.

Ma a Saverio le caramelle degli altri gli piacevano più che delle sue..e gli piaceva anche fare dispetti e quindi si mise a pensare come risolvere il problema dello spione che girava per casa.

Così il bambino Saverio da quel giorno guardò sotto i letti, dietro i mobili, nei cassetti e negli armadi per trovare l’omino birichino che doveva essere probabilmente come un folletto tutto rosso con la barba e le orecchie grandi ed il berretto..lo pensava nascosto in casa..ma dove era nascosto?

E poi chissà perchè lo chiamavano “l’omino birichino” quello strano essere, che strano nome davvero, probabilmente pensò Saverio. “è da birichini fare la spia anche se si dice la verità, ma forse a volte capitano cose a cui non si deve fare la spia ed è meglio collaborare a tenerle nascoste, si è proprio da omini birichini dire la verità su tutto, è come fare uno scherzo..si crea imbarazzo e vergogna nella gente”.

Saverio cercò e ricercò in tutta la casa.. ma non lo trovò, eppure doveva esistere questo omino magico..

e così decise fra se e se …”Tentiamo un dialogo privato con l’omino birichino”, il bambino si inginocchio e decise di fare una richiesta per iscritto a quella strana creatura delle favole che diceva così: “Caro omino birichino anche se tu hai il potere di sapere i miei segreti, ti prego comunque di non dirli a nessuno, altrimenti corro il rischio di essere punito severamente…e per farti capire la mia amicizia per te, ti regalo queste due caramelle e le metto qui, sotto il mio letto, sono per te..ma tu non devi fare più la spia…è la tua parte..capito!..scrisse la letterina e si firmò Saverio.”

Dopo qualche giorno…Saverio guardò sotto il letto e le caramelle erano sparite ed al loro posto Saverio trovò un biglietto con su scritto le seguenti parole:

“Caro bambino….secondo me tutti i bambini sono disobbedienti..compreso te..soprattutto te…e quindi giusto che qualcuno lo dimostri ogni tanto e fa giustizia del loro comportamento disobbediente dicendolo ai genitori…….

firmato: l’omino birichino”.

Lette queste parole il bambino di nome Saverio restò sbigottito…”Però le caramelle se le mangiate quel dritto!..forse l’omino birichino non è onesto!” pensò Saverio..e così decise che quella sera sarebbe restato sveglio tutta la notte ad aspettare l’omino birichino per sorprenderlo..

Arrivò la mezzanotte e il bambino non dormiva ancora, tutto impegnato a svelare finalmente il segreto dell’omino birichino, secondo lui l’omino birichino era cattivo perché gli piaceva far punire i bambini dai grandi e quindi siccome era cattivo qualche segreto doveva averlo anche lui..

Saverio doveva solo scoprirlo…sentiva in lui il dovere di sapere tutto su quello strano folletto.

E durante la notte finalmente l’omino birichino arrivò nella stanza..appoggiò il suo grande orecchio alla testa del bambino come faceva di solito, era quello il modo…ma non sentì niente.. forse perché il bambino fingeva di dormire..e disse:

” Oggi niente disobbedienze questo bambino eh!” poi l’omino birichino uscì dalla cameretta e se ne andò verso la cucina.

Saverio vedutolo, usci furtivamente dal suo letto, e seguì la creatura minuscola, vide l’omino birichino che entrava in cucina e vide che si avvicinava alla bottiglie di vino rosso che erano sul tavolo…”ma quello è il vino di papà!” pensò il bambino….l’omino birichino senza badare a scrupoli ..si mise a stappare il tappo di ogni bottiglia di vino e inserendo poi in esse una lunga cannuccia si mise a bere il vino contenuto in esse…ma non le svuotava completamente le bottiglie no! le lasciava piene a metà.. così si comportava con tutte le bottiglie che erano sulla tavola, l’omino birichino lasciava sempre un po’ di vino nella bottiglia, forse sperava in questo modo che nessuno si accorgesse che il vino diminuiva di tanto in tanto in casa, così nessuno avrebbe reclamato..e così quel dritto folletto beveva e trangugiava il vino del papà di Saverio come se fosse suo, invece era un ladro.

“Ecco evviva!” pensò il bambino…”ecco il segreto dell’omino birichino: gli piace bere il vino di mio papà quindi è ladro!” ora il bambino sapeva e poteva difendersi.. ed il bambino contento tornò quindi a dormire nel suo letto..

Il giorno dopo Saverio si svegliò e scrisse un bel biglietto e lo mise sotto il suo letto:

“Caro omino birichino, io Saverio so il tuo segreto..so che ti piace bere il vino di mio papà…ne hai rubato tanto…facciamo così tu non fai la spia a me e io non dico il tuo segreto a nessuno, ne ai miei genitori e nemmeno alla “fata della sincerità” che è la tua creatrice..sappi che non ti do più le caramelle perché non te le meriti..sappi che se mi farai la spia ancora, dirò a tutte le fate che sei un ladro….e che è stato un errore crearti….. firmato..il bambino Saverio”.

Cari bambini dovete sapere che da quel giorno a Saverio nessuno faceva più la spia e neppure ne parlava male..il bambino si appropriava delle caramelle di suo fratello e diceva a volte bugie ai genitori per giustificarsi..ma nessuno sapeva mai di questo ne poteva dimostrarlo…l’omino birichino infatti era sparito da quella casa ..era come fuggito…e così il bambino di nome Saverio aveva vinto la sua battaglia.

Continuo della storia

Molti giorni passarono lieti e Saverio credeva di aver vinto ed era tutto contento che nessuno più gli faceva la spia ai dispetti che commetteva…egli diceva a tutti “io Saverio, ho vinto l’omino birichino!”.

Ma un giorno la mamma e il papà, accusarono il bambino di aver commesso cose sbagliate gravi..e non era vero purtroppo…il bambino era innocente…infatti:

“Noi genitori sospettiamo che tu Saverio hai rubato cinquemila lire dal portafogli della mamma..non dire di no.. che io lo so!” disse la mamma un giorno al figlio….” Adesso lo dico anche a papà!” aggiunse la mamma.

“Mamma credimi non è vero che io ho rubato!” disse Saverio.

Era vero Saverio non aveva rubato e nemmeno il fratello Giacomo aveva rubato, eppure dal portafogli di mamma mancavano cinquemila lire, forse la mamma li aveva smarriti quei soldi chissà.

Saverio si chiese:” se c’è modo di sapere la verità…perché l’omino birichino non mi discolpa e dice che io non sono stato a rubare, così i miei genitori non avranno questo sospetto antipatico su di me..l’omino birichino della leggenda dice sempre la verità..dovrebbe dirlo ai miei genitori che non sono stato io?” Pensava così il povero Saverio…avvilito di non essere creduto dai suoi famigliari..

Ma poi Saverio capì tristemente..”Ecco perché non capita questo! l’omino birichino che dice sempre la verità é fuggito dalla nostra casa a causa del mio reclamo…ed ora non c’é nessuno a difendere i bambini dalle bugie e dai sospetti ingiusti dei grandi.”

Saverio intuì che esiste una situazione peggiore del fatto che qualcuno ti fa la spia..è molto più grave che qualcuno ti pensi colpevole e ti accusi ingiustamente di marachelle e furti che tu non hai commesso,..e questa certamente una brutta e grave figura causata da falsi sospetti..ma chi crederebbe ad un bambino che in passato fu colpevole e in questo momento dice di non esserlo…per un bambino questa situazione é veramente drammatica… infatti Saverio provava molta frustazione..

In questo modo Saverio capì che la “fata della sincerità” aveva creato l’omino birichino per aiutare i bambini quando loro erano accusati ingiustamente…infatti l’omino birichino diceva sempre e in ogni caso la verità e per questo tutti gli credevano….egli faceva la spia dicendo la verità e di certo se il bambino era innocente era sempre assolto…che colpa ne aveva l’omino birichino se i grandi quando sanno tutto si mettono a punire i colpevoli invece di perdonare?…ma ora purtroppo l’omino birichino non c’era più…non c’era più nella casa dove abitava Saverio.

Saverio raccontò tutto quello che era successo a Giacomo e insieme decisero questo: si misero in ginocchio per fare un richiesta, era una implorazione a voce alta rivolta alle fate creatrici dei folletti…

Cara “fata della sincerità”, so che tu puoi sentirmi, tu che sei buona con i bambini..abbiamo capito a cosa serve l’invenzione dell’omino birichino..promettiamo di non fare più i capricci e se tu vorrai che l’omino birichino ritorni in questa casa, digli pure che può tornare e bersi quanto vino vuole..poiché lo vogliamo qui con noi..lui è certamente garanzia di giustizia per noi..abbiamo capito che non è lui che ci punisce ma sono i nostri genitori..e se noi restiamo obbedienti e non sbaglieremo più, non saremo mai puniti da nessuno..

quindi abbiamo capito la sua utilità della tua creatura gentile oh! fata della sincerità…è stato un bene crearlo..ti ringraziamo… i tuoi bambini devoti..

Saverio e Giacomo

Dovete sapere che da quel giorno l’omino birichino potè tornare in quella casa e infatti tornò…:la mamma fu informata dall’omino birichino in telepatia durante la notte..che nessuno dei due bambini aveva rubato le cinquemila lire sparite, ma che esse erano state smarrite per caso…e quindi la mamma tornò a fidarsi dei suoi due figli..

I due bambini non temevano più quindi di essere castigati..di certo i loro genitori a causa dell’esistenza di questo informatore magico, sarebbero stati meno iniqui e più abili nel giudicare a causa del comandare della sola verità.

Morale: se trovate giusto che i bambini siano puniti per le loro colpe..assicuratevi che il motivo per cui li rimproverate sia valido…in quanto se non è valido il motivo…commetterete un ingiustizia…e vi sentirete in colpa per sempre per aver danneggiato la felicità di un bambino… poichè per pignoleria non avete mai considerato le attenuanti che la verità molto spesso invece comprende..

fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Settembre 2009)

Giudizio: interessante, originale

voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: il troll e la ragazza povera

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(racconto di tipo verde)

tempo teorico dedicato per la lettura 30 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO..

IL TROLL E LA RAGAZZA POVERA

INTRODUZIONE: Un troll delle favole ed una ragazza si aiutano l’un l’altro, ma essi sono diversi nelle sembianze…secondo la gente per bene, essi non possono essere in amicizia e d’accordo, in quanto incompatibili, eppure essi ugualmente si vogliono bene…..

INIZIO

Favola: il troll e la ragazza povera..

C’era una volta, nel mondo delle favole, un troll, ma non era un troll come gli altri, egli sapeva parlare come una persona, sul volto aveva due occhi grandi e un bocca ampia con molti denti, era nell’aspetto come un uomo primitivo, ma era vestito con i pantaloni con su le bretelle di un colore celeste come se fosse un giardiniere…era nato così…era un troll delle favole.

Questo troll viveva in una foresta che si trovava vicino ad un villaggio, viveva in una grande casa di pietra situata in uno spiazzo nel bosco, viveva delle risorse del bosco e del latte di due capre selvatiche che il troll allevava nella stalla presso la sua casa, il suo nome era Ezechiele il troll.

La gente del villaggio diceva che il troll del bosco custodiva nella sua casa, in un forziere, un tesoro fatto di gioielli e di tante monete di oro.

Ma siccome questo troll era molto forte, molti avevano paura a portarglielo via…molti ladri ci avevano provato, ma erano tutti finiti male.

Dovete sapere che nel villaggio ai confini della foresta viveva una ragazza di nome Giulia, ella era orfana dei genitori, e si guadagnava da vivere, vendendo al mercato frutta e fragole che ella con pazienza raccoglieva nel bosco vicino al villaggio, laggiù gli alberi erano di tutti, laggiù nel bosco si poteva poichè era permesso cogliere fragole e frutta e questo non era rubare.

Siccome la ragazza era povera, i ladri del villaggio, la volevano per loro, per incoraggiarla a mendicare per loro, ma lei Giulia voleva restare per bene e onesta, e non dava retta ai ladri.. anche se purtroppo viveva in povertà e si doveva comunque arrangiare come poteva.

Un giorno il troll Ezechiele, mentre passeggiava nel bosco per raccogliere legna da ardere per il suo camino, senti urlare da lontano qualcuno…“ Aiuto, aiuto, precipito!…sto per cadere!”

Il troll, obbedendo ad un istinto naturale, guidato dalla voce che chiedeva aiuto, corse subito in soccorso in direzione di quella voce.

Seguendo le grida di aiuto e correndo con le sue gambe forti e agili, il troll vide una ragazza che stava per precipitare mentre era attaccata con le mani ad un piccolo albero, al comincio di un burrone, l’albero stava cedendo per il peso della ragazza…e la ragazza gridava impaurita…”Qualcuno mi aiuti!..”

Subito il troll, che a differenza degli altri troll della foresta stranamente era un buono, corse in aiuto della ragazza e con le sue forti braccia la issò in alto, il corpo della ragazza era leggero per lui, la ragazza fu sistemata sul terreno dinnanzi al troll.

“Non temere ragazza, io ti ho aiutato..non ti farò del male” disse il troll vedendo la ragazza impaurita dal suo aspetto animalesco e primitivo…

“Chi sei tu, che mi hai aiutato?” chiese la ragazza.

“Sono il troll Ezechiele…ti voglio aiutare, vivo solo nella foresta… e tu chi sei?” chiese il troll.

“Sono una ragazza del villaggio che si trova vicino alla foresta, e mi chiamo Giulia!” rispose la ragazza aggiustandosi le vesti che si erano sporcate di terra..

Il troll offrì un pò della sua acqua fresca alla ragazza spaventata, porgendole la grossa borraccia, e siccome come orario era ormai tardi, il troll decise di invitare la ragazza a casa sua…per ospitarla …la ragazza era impaurita dal calare del buio della sera nel bosco, temeva di perdersi nei sentieri del bosco ed accettò di seguire il troll nella sua dimora…

Giunto in casa, la ragazza ricevette da mangiare pane e latte e chiese al troll “come posso sdebitarmi per il grande aiuto che mi stai dando?”

Il troll ci pensò su e poi disse: “devi sapere ragazza che io vivo solo, ed ho bisogno di una cameriera, ho bisogno di una cameriera che mi riassetta la mia grande casa, se tu vuoi davvero sdebitarti, resta con me e fammi da cameriera..vuoi?”

La ragazza rispose: “si devo sdebitarmi con te, che mi hai salvato la vita, è necessario farlo e tu poi mi sembri un troll di indole buona..si! resterò con te e ti farò anche da cameriera… ma solo per un anno…devi sapere che io vivo da sola nel villaggio, i miei genitori sono morti, sono orfana e senza un soldo, infatti cercavo proprio un lavoro onesto, e mi sono recata nella foresta per raccogliere le fragole ed i mirtilli per poi venderli al mercato, e poi sono inciampata ed ho rischiato di cadere senza volere nel dirupo, mi hai salvato tu, ed ora tu mi dai un occasione di lavoro…. ti ringrazio tanto!…” disse Giulia .

Fu così che la ragazza, abitò nella casa del troll, per molti mesi, era lasciata libera non era prigioniera, il troll gli aveva salvato la vita e lei voleva ricambiare l’aiuto ricevuto..lavorando come cameriera in quella casa nel bosco..

La vita ha molto valore infatti…e la ragazza si sentiva in debito con il troll giustamente…per essere stata salvata dal dirupo…Giulia accettò di restare un anno a vivere con il troll Ezechiele.

Il troll ogni mattino andava a caccia, oppure a fare legna per il camino, e la ragazza puliva i pavimenti e rifaceva i letti oltre che preparava da mangiare al troll ed a lei.

Ogni tanto Giulia andava a fare provviste in paese, faceva la spesa al mercato, e così tutti al villaggio seppero che ora la ragazza era diventata la cameriera di un troll, un ricco troll che viveva nel bosco.

La gente aveva di che mormorare:” Giulia vive tutta sola nella casa del troll, chissà che combinano, tutti sanno che i troll sono come gli animali e molte volte sono cattivi più degli altri…”.

Passarono altri mesi di questa vita, stava per passare un intero anno, quando un giorno, la ragazza mentre si trovava da sola in salotto, vide dalla sua casa che dal giardino dei banditi la stavano osservando.. spiando dalle finestre dell’abitazione.

Essi avevano saputo da gente del villaggio, che in quella casa c’era un tesoro, e volevano rubarlo…erano i ladri che disturbavano la pace degli abitanti del villaggio..Giulia li conosceva bene…era gente malvagia ed opportunista.

“Il troll non si vede in giro, questo é il momento buono per rubare il tesoro…entriamo!” dissero i ladri.

I banditi entrarono in casa, sfondando la porta, immobilizzarono Giulia, e gli ordinarono di dire a loro, dove il troll nascondeva il tesoro, altrimenti avrebbe fatto una brutta fine, la ragazza impaurita rivelò loro il segreto, i ladri cercarono per tutta la casa, trovarono il forziere e rubarono il tesoro del troll Ezechiele.

“non dovete rubare il tesoro!” disse la ragazza, “il troll è così buono non merita questo!”

I ladri decisero che Giulia sapeva troppo, quindi rapirono anche la ragazza, avevano infatti intenzione di venderla come schiava ai mercanti arabi che passavano per il villaggio alla fine di ogni mese.

Il troll Ezechiele non era in casa, fu facile per i banditi, rubare e rapire la ragazza. “presto andiamo via da qui, prima che il troll torni!” dissero i briganti.

Quando venne la sera il troll tornò dall’andare a caccia di conigli, non trovò nessuno ad attenderlo, la casa era vuota e il suo favoloso tesoro… sparito dal forziere.

Il troll capì subito cosa era successo: “ Qui ci sono stati i ladri, il tesoro è sparito, ed hanno rapito anche Giulia! intuì tutto arrabbiato per l’ingiustizia subita.

Il troll si adirò molto e decise che il mattino dopo avrebbe seguito le tracce dei banditi, alla luce del giorno però, adesso era troppo buio, dovete sapere che il troll Ezechiele era una abile cacciatore, e con la luce del sole, li avrebbe trovati quei manigoldi.

Giunse il mattino ed il troll cercò intorno alla sua casa le tracce del gruppo dei banditi e le trovò, erano quattro i banditi, a giudicare dalle tracce, uno di loro probabilmente teneva la ragazza sulle spalle e gli altri due tenevano il suo tesoro tra le braccia, poiché pesava, il troll capì questo dalla profondità delle tracce lasciate dagli stivali dei banditi.

Continuando a seguire i fuggiaschi nel bosco, seguendo le tracce dei banditi..il troll Ezechiele giunse al loro rifugio, che si trovava in una grotta vicino a delle grosse pietre…poco distante da un burrone.

Il troll aveva fatto rumore nel camminare tra gli alberi, le piante si muovevano tutte quando si avvicinava, come fare a prendere di sorpresa i banditi, probabilmente erano anche armati, il troll era forte e muscoloso ed disponeva di molta grinta, ma loro i briganti avevano i fucili erano pericolosi ed erano di più.

Fortuna che le piante della foresta terminavano poco prima di arrivare alla grotta, così il troll poté restare nascosto nell’avvicinarsi.

Fuori dalla grotta c’era un bandito di sentinella, mentre gli altri erano intorno al fuoco sulla entrata della grotta, mentre la sua amica Giulia era legata ad un palo, poco distante.

Il troll voleva riprendersi il suo tesoro e liberare la sua amica.

Il troll Ezechiele con un forte pugno stordì uno dei banditi, il troll lo colpì in testa con un pugno…tanto forte fu il pugno che al bandito per il colpo in testa si vide uscire del sangue dalle orecchie e subito morì.

In seguito, prima che gli altri banditi potessero reagire per la sorpresa, il troll si avvicinò agli altri tre briganti e li prese per le braccia e li lanciò nel burrone uno dopo l’altro….

“E sono quattro!” disse il troll, ma accidenti, si era sbagliato i briganti erano invece cinque, le tracce nella torba lo avevano ingannato, c’era un l’ultimo bandito nella caverna, questi si armò di fucile e sparò al troll Ezechiele che fu colpito purtroppo nel centro della fronte, fortuna volle che la testa del troll era molto dura, ma la botta sulla fronte causata dal proiettile fu forte ed il troll perse la vista, divenne cieco e gli girava anche la testa…tutto sembrava perduto per lui..

Il troll Ezechiele non ci vedeva quindi più, intanto il brigante stava ricaricando lo schioppo per colpire di nuovo, il troll non poteva vedere più quel bandito era diventato cieco, dove era finito il bandito, era tutto buio per i suoi occhi….quando una voce di ragazza urlò dalla sua destra “colpisci forte…. Ezechiele……ma non ora…adesso colpisci forte il bandito è dietro di te” ..il troll capì tutto e si girò di scatto e prima che il bandito sparasse con il suo fucile, il troll diede uno forte pugno per tentativo in quella direzione… e fortuna volle che colpì il bandito proprio al capo rompendo il lato della tempia al bandito…che subito morì.

“E’ morto il bandito è morto, tranquillo…sono qui Ezechiele liberami!” disse Giulia….

Il troll non ci vedeva bene, poiché era ferito alla fronte, ma guidato dalla voce della ragazza, si avvicinò a lei e la liberò dalla corde che la legavano al palo….i banditi intanto erano tutti morti.

Il troll prese con se il tesoro e aiutato da Giulia, tornarono indietro verso la loro casa nel bosco… però qualcosa era cambiato, ora il troll era come invalido…era diventato cieco..non sapeva più badare a se stesso…aveva bisogno di una badante.

“Sono diventato cieco… come farò ad andare a caccia ed a mungere le capre dell’ovile..ahimè!…Ma l’importante che tu sei libera e salva ragazza mia!” disse il troll Ezechiele…

Giulia si impietosi per quel povero individuo animalesco…diventato cieco…che la aveva aiutata ben due volte..

Commossa per gli eventi e forse per la tanta gratitudine che provava, Giulia pensava di vivere con il troll..si! non lo avrebbe più lasciato…

La gente del villaggio avrebbe pensato male lo sapeva, ma a Giulia non gli importava, le dicerie del villaggio parlavano male di lei, non gli importava, Giulia sentiva di volere bene al troll Ezechiele….il troll gli aveva salvato la vita ed era buono con lei…..

Trascorse un anno, il pagamento del debito era stato pagato, e la ragazza infatti ora si era sdebitata la coscienza..ella adesso poteva andarsene via, poteva tornare al suo villaggio…

Nel paese la gente si chiedeva che fine avesse fatto Giulia…”forse il troll l’ha uccisa o forse se le mangiata….qualcuno dice che i troll sono anche cannibali!” dicevano i ben pensanti nelle osterie..

Il troll pur essendo cieco, capì le preoccupazioni della ragazza e disse: “ va pure Giulia torna al tuo villaggio… torna tra i tuoi simili…va per la tua strada..io mi arrangerò!…”.

Ma il troll era proprio cieco, come poteva Giulia lasciarlo solo, e poi il troll meritava aiuto…”la vita è importante.. chi te la salva… merita la tua gratitudine!” pensava la ragazza.

La ragazza, vi ricordo che era sola al mondo, decise che avrebbe avuto cura di quel troll cieco e sarebbe rimasta con lui molto più tempo…ad esempio un altro anno.

Questo era un sacrificio grande, ma quel troll buono, meritava il suo aiuto, e così la ragazza restò con lui perché il troll era diventato invalido e bisognoso di cure, anche se era un troll, si anche se era un essere animalesco lo meritava… poiché si era affezionata….. anzi forse si era innamorata per quanto era stato un buono con lei ragazza povera….”chissà!…forse mi sono innamorata!” pensò spaventata Giulia.

Passò qualche mese, ed Ezechiele il troll, voleva prendere in moglie Giulia, poiché il troll un giorno capì che non voleva più vivere da solo, voleva impegnarla a se con una promessa, e forse perché anche lui si era innamorato di quella ragazza così gentile e premurosa…

La notizia portata dal vento giunse fino al villaggio oltre la foresta.

La gente in paese ormai mormorava strane parole, un troll non può sposare una ragazza, ella è troppo giovane e troppo piccola per lui…e sono pure troppo diversi tra loro..

Un giorno il troll prese coraggio e disse: “Stiamo insieme da due anni e dobbiamo quindi sposarci, ma tu sei troppo giovane ed io sono un troll, forse sono troppo grande per te..”.

“Ma ci sono…. ho un idea…ecco come faremo!” disse il troll Ezechiele

“Devi sapere Giulia che io conosco il segreto della foresta stregata.” aggiunse il troll.

“Devi sapere che nel centro della foresta, c’è una sorgente che forma una cascata… che a sua volta forma un laghetto…essa si chiama “la sorgente dei miracoli” le fate del bosco l’hanno resa miracolosa…vedrai che con la sua magia risolveremo il nostro problema sentimentale.”

L’indomani i due partirono per la foresta stregata…che si trovava oltre il bosco conosciuto..

Ma il troll che conosceva la strada nella foresta era cieco, e così Giulia doveva chiedere indicazioni continuamente sul percorso da seguire al troll, questi sforzandosi di ricordare guidava con i suoi consigli entrambi e quindi per Giulia fu facile trovare la giusta strada..

Giunti nel centro dellla foresta, Giulia vide una roccia molto alta, da cui sgorgava dell’acqua purissima… che formava tramite una cascata un laghetto sotto di se…era vero la sorgente dei miracoli esisteva.

I due innamorati si avvicinarono e chiesero nei pressi della sorgente miracolosa il loro desiderio:

“Oh spirito della sorgente dei miracoli….tu che sei buono…aiuta noi innamorati ad amarci..il nostro amore è contrastato dalla logica..aiutaci tu a miglioralo ed a consigliarlo..”

Fu un attimo…il troll si incamminò… e si immerse per primo nell’acqua magica.

Entrato nell’acqua…il troll Ezechiele chiese questo desiderio alla sorgente magica:

“ chiedo a te oh spirito della sorgente, che in cambio della mia forza, che io dono a te oh! spirito, di poter diventare un semplice uomo giovane e soprattutto di tornare a vederci bene e di guarire quindi dalla cecità”.

La ragazza anch’essa, subito dopo, si immerse nel laghetto e si bagnò alla sorgente magica e chiese anche lei un desiderio:

“Io ti chiedo, oh spirito della sorgente, che in cambio di dieci anni della mia giovane vita, che io dono a te oh! spirito, io diventi una donna adulta e possa vivere da innamorata di lui, di Ezechiele ”.

Lo spirito della sorgente magica ascoltò i desideri e si commosse dalle richieste di quei due innamorati..che vivevano contrastati nel loro amore giudicato incoerente…e anche comprese l’importanza dei sacrifici promessi…e per volere delle fate del bosco..decise che era possibile fare una magia in loro favore… e per esaudire entrambi i desideri, affermò: ”E’ sufficiente che immagino voi due, uomo e donna entrambi innamorati ..e capiterà il miracolo richiesto!”…

E così fu..la magia della sorgente dei miracoli si avverò.

Lei Giulia divenne più grande di dieci anni, una donna adulta, e si accorse di provare molto amore per Ezechiele.

Mentre Ezechiele smise di essere un troll, divenne umano, meno forte di certo, poichè divenne un semplice uomo…ma diventò più bello nella presenza..proprio un essere umano..

Ora Ezechiele aveva due occhi belli e sani, un bel viso di uomo e soprattutto ci vedeva bene… e anche lui si accorse di essere innamorato di Giulia.

Ora i due innamorati erano diventati due individui umani compatibili ed erano felici di questo, erano diventati entrambi esseri umani e seppur diversi tra loro in quanto lui uomo e lei donna, ora si completavano in modo più coerente, adesso era più normale che fossero innamorati l’uno dell’altra.

Essi tornarono a vivere nella casa del bosco, si promisero come marito e moglie e vissero da innamorati per molto tempo…

Un giorno mentre erano a pranzo nella casa di pietra di Ezechiele diventato uomo…..Giulia diventata una donna adulta chiese:

“Come farai a difendere il tuo tesoro dai banditi, ora che sei meno forte di prima, poiché sei diventato un semplice uomo!” chiese Giulia.

“Ora sei tu il mio tesoro!” aggiunse Ezechiele diventato uomo, dando un bacio a Giulia.

Fu così che l’indomani Ezechiele e Giulia si recarono al di fuori del bosco in direzione del villaggio, e li giunti regalarono tutto il tesoro che avevano alle persone povere ed ai bambini orfani…così che potessero comperarsi da mangiare anche loro…e i due sposi ricevettero il ringraziamento da molta gente del villaggio..

”qualcuno dovrebbe aiutare i poveri…fate anche voi come noi!” disse Giulia agli abitanti del villaggio…

“Vi regaliamo le nostre monete di oro, poichè abbiamo capito che essere innamorati è il vero tesoro che la vita offre a chi vuole felicità!” disse Ezechiele.

Nel villaggio ora sapevano tutti della magia benefica voluta dalla sorgente dei miracoli che univa Giulia ed Ezechiele ed erano a conoscenza che i due innamorati sapevano essere anche buoni e generosi, e dissero che ora tutti erano d’accordo che quei due nel bosco, potessero vivere insieme come gli sposati, come marito e moglie…perfino le fate del bosco erano d’accordo nel dire che l’amore nelle favole é in grado di vincere qualunque difficoltà….

Morale: infatti per la logica della ragione, come chi è troppo uguale non può legarsi sentimentalmente..così nemmeno può legarsi sentimentalmente chi è troppo differente…dovete sapere che dopo tutto le favole sono piccole bugie che vogliono solo divertire chi piace leggere cose fantastiche..nelle favole tutto è possibile ma sappiamo che la realtà è ben differente..

con questa favola voglio soltanto divertire in quanto so’ che nelle favole i sogni si realizzano sempre ed il lieto fine trionfa dando allegria ai lettori..

Fine

(Milano, Luglio 2015)

Autore: Egidio Zippone

Giudizio: interessante, originale

Voto (da 5 a 10): 9

Favole di Egidio: l’elisir dell’eterna vita (per ragazzi)

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(racconto di tipo verde)

tempo teorico dedicato per la lettura circa 30 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO PER MAMME E BAMBINI

L’ELISIR DELL’ ETERNA VITA..

INTRODUZIONE: Il volere di un re che vuole sfidare le leggi della natura, porterà il re ad imparare che non si ottiene niente per niente, bisogna che prima egli elargisca favori a sua volta….

INIZIO

Favola: L’elisir dell’eterna vita

C’era una volta, nel mondo delle favole, un re che si chiamava Turibio,

egli viveva felice e contento delle sue ricchezze e del suo potere, ma nonostante il suo potere in Terra fosse notevole, egli non riusciva a smettere di invecchiare.

Un giorno il re, guardandosi allo specchio notò che la sua barba era diventata in parte bianca ed anche tra i suoi capelli neri, c’erano qualche capello bianco e così capì che stava invecchiando e si arrabbiò molto poiché non poteva impedirlo.

Fu così che il re chiamò l’artista di corte e gli disse:

“Tu scrittore e poeta! spiegami come devo fare per restare giovane e non invecchiare più?”

l’artista che era molto esperto dei segreti della vita.. gli rispose: “ io non ho questo potere, ma ho un libro di favole e di poesie in cui si parla di uno “gnomo dell’albero” che conoscerebbe il segreto dell’elisir della eterna vita!”

“Come faccio a incontrare questo gnomo di cui racconti?’ chiese il re.

“Fammi il favore di darmi una borsa di monete d’oro e io te lo dirò!” rispose l’artista..

E così fu, il re diede all’artista una borsa di monete d’oro e l’artista gli indicò il luogo dove nella foresta esisteva un albero cavo, al cui interno viveva lo gnomo che aveva quella conoscenza.

Il giorno dopo il re si mise in cammino per il bosco per raggiungere l’albero cavo e per chiedere un favore allo gnomo che ci abitava.

Il re cavalcò sul suo cavallo a lungo per la foresta e finalmente giunse nel luogo dove si trovava l’albero e giunto nei pressi dell’albero bussò più volte contro il tronco.

“Gnomo! dimmi come fare a restare giovane in eterno?!”

Apparve ai piedi dell’albero …lo gnomo dalla lunga barba, che gli disse.

“ come faccio io a fornirti l’elisir della eterna giovinezza, prima di saperlo, mi devi fare un favore anche tu!”

“Chiedi e lo farò!” Rispose il re.

Devi andare dalla fata Gelsomina che vive sulla collina e chiedere per me dieci acini di mirtillo viola e un pomo di melo grano fatato..

E così fu, il re giunse alla casa sulla collina e disse alla fata Gelsomina: “ Dammi il mirtillo e il pomo di melograno fatato che tu custodisci..

“Te li darò volentieri!” disse la fata “se prima mi farai un favore anche tu..”

“Dimmi oh! fata Gelsomina quello che vuoi ed io ti farò il favore che mi chiedi!”

“Vai dall’oste dell’osteria che sta alla fine della foresta e portami una bottiglia di vino rosolio…quello che mi piace..l’oste lo sa quale é il vino da me preferito… Ed io ti darò quello che chiedi!”

Il re andò dall’oste dell’osteria e chiese di avere una bottiglia di vino rosolio quello preferito dalla fata Gelsomina..

L’oste per tutta risposta disse:” te la darò la bottiglia di vino rosolio, se tu mi farai un favore anche a me..vai alla vigna magìca che sta dietro il colle e chiedi al padrone della vigna se ti da dieci grappoli di uva rossa….ma solo grappoli di uva matura mi raccomando.”

Il re andò alla vigna magica, vide il padrone della vigna e gli chiese.” padrone della vigna magica dammi dieci grappoli di uva rossa matura…

E il padrone della vigna magica rispose:

“Ti darò l’uva matura, se mi farai un favore a tua volta, mi devi chiedere alle nuvole del cielo di spostarsi e andare a stare più in là, in questo modo il sole scalderà e potrà illuminare la mia vigna molto di più e l’uva che vuoi maturerà prima e meglio, fallo tu per me…. perchè io non ho tempo!.”

“E per parlare alle nuvole come devo fare?” chiese il re.

Il padrone della vigna rispose: “Devi andare sulla cima del campanile del paese, giunto lassù lo farai urlando, urla forte e fatti sentire dalle nuvole del cielo!”

Il re andò in paese e salì i molti gradini delle lunghe scale del campanile, e salito sulla cima di esso, guardò verso il cielo e si mise a urlare per chiedere alle nuvole : “nuvole del cielo, per favore, chiedete al vento di soffiare forte e di spostarvi più in là verso la montagna, in questo modo il sole potrà scaldare e illuminare la vigna di un mio amico, e così l’uva rossa maturerà meglio!”

Risposero le nuvole dal cielo:”Devi sapere oh! umano! che spostarsi più in là verso la montagna, non é un grande sacrificio per noi!” e così le nuvole parlarono al vento e si spostarono da dove erano e furono posizionate più in là verso la montagna ed il sole poté scaldare con più calore le piante della vigna magica…

Dopo qualche giorno che il sole ebbe scaldato maggiormente le piante della vigna magica, il re andò alla vigna per prendere i dieci grappoli di uva rossa matura, per portarli all’oste dell’osteria .

Fu così che ottenuti i dieci grappoli di uva matura dal padrone della vigna, ottenuto il vino rosolio dall’oste dell’osteria, ottenuto dalla fata Gelsomina gli acini di mirtillo ed il pomo di melograno fatato, fatte tutte queste cose, il re riuscì a portare finalmente allo gnomo dell’albero gli ingredienti magici, con i quali si poteva preparare l’elisir dell’eterna giovinezza.

Lo gnomo stando all’interno dell’albero cavo, aggiungendo altri ingredienti segreti che solo lui conosceva, preparò l’elisir richiesto e lo consegnò al re Turibio….ma volle in cambio una moneta di oro per lui, così come per principio, poichè non si fa niente per niente..

Il re pagò con la moneta d’oro, e ricevuto finalmente un flacone con dentro l’elisir che impediva l’invecchiamento, lo bevve tutto di un fiato, tanta era la sua paura di invecchiare….che ne bevve un sorso abbondante…

Dovete sapere che il re Turibio, come per miracolo, all’improvviso smise di invecchiare, come aveva sempre desiderato e potè vivere in eterno la sua vita..

Dovete sapere che il re vive ancora adesso, ma in luogo nascosto, dove nessuno lo conosce, si dice che abita in una casa piena di cose antiche, nemmeno io, che so tutto di ciò che accade nel mondo delle favole, posso sapere dove si trova questa casa…quindi non chiedetemelo perché proprio non lo so..

Morale:

Dovete sapere che per ottenere un favore, bisogna prima che facciamo favori a nostra volta e in questo modo vedrete… raggiungeremo l’obbiettivo desiderato…poichè nessuno è servo di un altro..e bisogna fare regali per avere il suo aiuto..

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano Settembre 2016)

Giudizio: interessante, istruttivo

voto (da 5 a 10): 9