Favole di Egidio: il paese degli insicuri

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(racconto di tipo verde)

tempo teorico dedicato per la lettura 25  minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

MILLE EURO AL MESE..

INTRODUZIONE: attenti a chi promette di esaudire i vostri desideri, qualcosa dovrete dare a lui in cambio, ed il prezzo richiesto potrebbe essere troppo alto…

Favola: Mille euro al mese

Inizio

C’era una volta, nel mondo delle favole, un uomo di nome Claudio, che non voleva più lavorare, ma purtroppo doveva lavorare lo stesso, poiché aveva bisogno di denaro per pagarsi da mangiare.

Egli voleva vivere senza molta fatica, il faticare alle volte gli causava poca salute.

Un giorno quest’uomo decise e affermò:

“come sarei felice se avessi la garanzia di avere con certezza disponibili sempre mille euro al mese..non sono tante ma di certo non avrei più bisogno di lavorare!”

In cambio di mille euro al mese Claudio avrebbe rinunciato:

a correre dietro a tutte le donne, a girare il mondo, e avrebbe rinunciato ad altre vanità della vita…in cambio di mille euro al mese Claudio era molto intenzionato a risolvere i suoi problemi…

Seduto su una panchina Claudio diceva di se stesso queste cose e parlava tra se e se di questo proposito.

Un mago che passava di là, dopo avergli sentito dire quelle parole, come per capriccio, quasi obbedendo ad un intenzione futile, disse a Claudio:

“Io ho dei poteri magici, esaudirò io il tuo desiderio, ma ad una condizione, che tu uomo, accetti che il tuo corpo giovane diventi incarnazione di una copia del mio spirito..il mio spirito si incarnarerà nel tuo corpo e la tua coscienza spirituale, invece, dopo che è stata tolta da esso, sarà incarnata altrove e si realizzerà diversamente come essere, ad esempio vivrà in una semplice pianta..si! una semplice pianta ai lati della siepe di una via…pensaci Claudio e rispondimi se sei d’accordo, sappi che io verserò sul tuo conto bancario tutti i mesi mille euro se tu rinunci alle tue sembianze umane, non dovrai più preoccuparti di niente, pensero io al tuo corpo, penserò a tutto io!“ disse il mago.

Fu così che Claudio vedendo che c’era molta pace in questa iniziativa e dimostrando un po’ di ingenuità ed intenzioni pigre, accettò il patto con il mago e disse:

“tanto è il mio corpo che ci guadagnerà, e guadagnerà ben mille euro al mese, ed io lo veglierò da lontano godendo della sua trovata ricchezza garantita per sempre e senza mai dover lavorare!.”

Il mago portò Claudio nella sua abitazione, ed organizzò l’incantesimo con parole magiche e strani rituali, e la magia si realizzò: “il tuo corpo giovane diventa mio, ed il tuo spirito invece si sistemerà in una pianta in cambio di un versamento di mille euro a tuo nome!” disse il mago a Claudio.

Claudio pensava: “ma che bello, il mio corpo non faticherà più, ed avrà una rendita di mille euro al mese, mentre io riposerò vivendo come una pianta tra le piante, in pace, contemplando la realtà senza faticare, penserà a tutto un altro”

Fu così che da quel giorno le cose cambiarono come aveva voluto il mago…

Passarono i mesi e Claudio era contento di saper che il suo corpo intascava mille euro al mese, …e vedeva da lontano anche il suo corpo spenderli e nutrirsi e gioire di quel denaro, mentre lui intanto era diventato una pianta, ma non gli importava di essere diventato un vegetale, non si faticava a esserlo, egli era fermo immobile sul sentiero del viale, quel viale dove ogni tanto il suo corpo passava per andare a passeggio in bicicletta, lui vedeva se stesso da lontano e si pensava felice.

Nella sua pace di essere una pianta, Claudio pensava che il suo corpo fosse contento e questo gli bastava, egli con il potere del suo pensiero cosciente, pur essendo nella realtà una pianta, seguiva le vicende del suo corpo vivo, anche se in realtà ormai il suo corpo obbediva alla volontà di un altro, lui Claudio non doveva preoccuparsi più di niente.

Il corpo di Claudio era pensato felice da tutti, viveva di rendita da tempo, poiché non subiva più il dovere di lavorare…poteva usufruire di qualche soldo senza problemi ..doveva solo obbedire al mago e lui Claudio non avrebbe avuto problemi ne come pianta ne come umano…..

Passarono gli anni in questo modo…fatti di tanta pace e di molta rassegnazione..ma comunque Claudio si sentiva vivo anche se non era più un uomo..poichè era diventato una pianta.

Un triste giorno però la pianta vide spaventata il suo corpo (che ripeto obbediva al mago), avvicinarsi con un ascia ad essa e vide anche il suo corpo tagliare il tronco della sua pianta..e la pianta quindi poco dopo ..danneggiata nel tronco..si inclinò spezzandosi in due.. e Claudio privato delle radici dovette morire…

Fu così tolta la vita a quella pianta in quanto il suo corpo aveva avuto l’incarico dal mago in cambio delle solite mille euro al mese di tagliare il tronco,, infatti l’incarico avuto quel giorno dal mago era stato proprio quello di procurargli della legna da ardere per il camino e il suo corpo, ignaro, aveva deciso casualmente di cominciare da quella pianta per ottenere della legna, quella strana pianta vicina alla siepe sembrava adatta…il suo corpo la vedeva tutti i giorni passando per il viale…che idea eh! proprio quella pianta…il corpo non sapeva che essa custodiva il suo spirito originario..

Morale: se proprio volete abbandonare gli ideali che avevate da ragazzo, almeno non scegliete ideali che vi metteranno di certo contro di voi..ad esempio contro le vostre origini famigliari … non ubbidite alla gente che vi mette contro una parte di voi….perdonatevi..non mettetevi contro ciò che eravate ieri…siate sempre contenti di voi…anche i giorni sbagliati sono figli vostri e meritano di restare vivi e di essere sopportati..

A volte l’organizzazione del lavoro pretende troppo dai chiedenti lavoro…pensate invece alla vostra felicità..che deve restare unita e compresa tra corpo e spirito..

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Marzo 2013)

Giudizio: interessante, originale

voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: Dario l’indovino

 

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(racconto di tipo bianco e nero)

FAVOLE DI EGIDIO..

DARIO L’INDOVINO

INTRODUZIONE: un ragazzo scappa di casa, ma riesce ugualmente ad avere fortuna, anche perchè uno strano signore lo vuole aiutare, ma chi sarà quel signore che gli fa dei strani regali e l’incoraggia a diventare un mago?

INIZIO

Favola: Dario l’indovino

Per rilassarvi e farvi sognare sogni rilassanti, vi porterò nel mondo delle favole…

Vi voglio raccontare la storia di un ragazzo vissuto nel 1950 in un paese vicino Milano, il suo nome era Dario.

Egli era un ragazzo che soffriva a causa di un rapporto non sincero con i genitori, in quanto non credeva più a quel che dicevano i suoi genitori, non era una sua impressione, egli lo aveva anche dimostrato che i genitori gli mentivano sempre in qualche cosa..avevano dei segreti per lui..lui non doveva sapere…. ma perché? Si chiedeva il ragazzo..

Il ragazzo di nome Dario rattristato da questo rapporto famigliare, viveva con la madre e con il padre ma in realtà noi sappiamo che il compagno di sua madre era solo un patrigno, un finto padre..infatti non andavano d’accordo, molte volte quello che diceva essere suo padre lo picchiava con delle severe sberle sulla testa  e Dario aveva dei sospetti che il padre non lo volesse bene davvero, ma quale padre si comporterebbe così con suo figlio, anche secondo me il nuovo padre era troppo severo e pignolo con il figlio, non perdonava a Dario mai niente, e il nostro Dario era stufo di un padre così.

Fu così che Dario confidò queste cose a sua madre la quale gli disse un giorno “ragazzo il tuo vero padre é morto in un incidente di auto mentre era in viaggio e tu eri troppo piccolo per capire”..ma Dario non credeva a questo, sentiva che il suo vero padre era ancora vivo..e non aveva perso la speranza di incontralo un giorno.

Passarono gli anni e il nostro Dario aveva compiuto già vent’anni..dopo un ennesima lite con il patrigno…un giorno Dario decise di scappare di casa, di fuggire in un’altra città..salutò sua madre con un bacio, e di nascosto al cattivo patrigno fuggì di casa mentre era notte …al suo patrigno importò nulla di averlo perduto.

Dario arrivò nella città di Milano e non conoscendo nessuno, in preda allo sgomento, non sapeva infatti dove andare a dormire ed aveva pochi soldi con se, trovandosi in una piazza di quella città e sentendosi solo, si recò in una chiesa che si trovava in quel luogo entrò e si mise a pregare sperando che qualche Santo caritatevole lo aiutasse…era triste e solo.

Dopo aver pregato e rafforzato con la preghiera la speranza di trovare una soluzione, Dario uscì dalla chiesa e trovandosi nella piazza, si avviò solitario per le strade del centro di Milano in cerca di fortuna.

Ad un tratto Dario sentì, con suo stupore, sentì una voce amica nell’aria che gli dava dei consigli, si girò ma non c’era nessuno, c’era solo lui nella strada, eppure sentiva una voce, la voce nell’aria continuava a parlargli e gli diceva:

“figliolo vai sempre diritto e gira a sinistra troverai in quel luogo qualcuno che ti aiuterà”

Dario entrò nella strada consigliata dalla voce e vide nel mezzo di quella strada, un uomo tutto vestito di nero con la barba e i capelli scompigliati.

Il ragazzo si avvicinò a quell’uomo che pareva anziano ed era vestito come un venditore di robe vecchie, l’uomo anziano gli disse:

“ragazzo! ho io quel che serve per risolvere i tuoi problemi….ecco ragazzo per te una lampada da tavolo ad elettricità..con il suo aiuto diventerai ricco ed un giorno mi ringrazierai..ecco anche l’indirizzo di un albergatore che cerca un aiutante tutto fare per il suo albergo ..lui ti assumerà e ti darà anche da dormire.”

Il ragazzo accettò il dono e ringraziò, lesse l’indirizzo dell’albergo..osservò la vecchia lampada a corrente elettrica e si chiese “ma a cosa mi servirà questo vecchio oggetto, non ha nemmeno il cavo e la presa elettrica?”

Il nostro ragazzo giunse all’indirizzo dell’albergo…si offrì come aiutante di servizio al padrone ed ottenne in cambio uno stipendio e una piccola stanza tutta per lui…”era quello che ci voleva… che fortuna!” pensò Dario.

Il ragazzo entrò nella stanza data a lui, ripose la valigia sul letto e osservò la lampada con tanta curiosità.

Quella lampada era senza il cavo elettrico, non era a batteria, come avrebbe fatto a funzionare, doveva per forza avere poteri soprannaturali…forse obbediva alla voce parlata…e il ragazzo ci pensò e affermò vicino alla lampada: “ora sono ricco e pieno di soldi… ora ho una casa mia ed un lavoro dignitoso!”

la lampada all’improvviso si accese e lampeggiò magicamente ..il ragazzo capì che ogni volta qualcuno che era in presenza della lampada diceva delle bugie..la lampada lampeggiava..e questo senza che la corrente fosse collegata..e così Dario affermò..”ma è vero, questa è una lampada magica!”..e la lampada restò spenta..era vero era una lampada magica, era infatti quello il dono di un mago e quell’oggetto si chiamava: “ la lampada della bugia e della verità”.

Dario si chiese come mai quel vecchio signore gli aveva regalato quello oggetto magico..ma non trovando risposta decise di farsi consigliare ugualmente dal suo destino..sarà quel che sarà…vedrò domani come guadagnare dei denari con questo oggetto.

Dovete sapere che il padrone della albergo dove alloggiava il ragazzo era sposato ad una donna che lo tradiva.. e spesso il marito chiedeva ad una cartomante sua inquilina, se era vero oppure no, che la moglie aveva una relazione sentimentale anche con un altro..ma tutte le volte la cartomante non dava sicurezza sulla previsione..dava sempre risposte vaghe.

E così Dario, quando seppe di questi dubbi, si offrì di risolvere lui il mistero…lui con l’aiuto della lampada aveva intuito che poteva essere più preciso.

Mentre tutti erano in salotto, dopo aver cenato nella sala da pranzo, in quanto erano tutti ospiti e pensionati dell’albergo…il nostro Dario con furbizia si offrì di fare un gioco di società con loro, e gli ospiti dell’albergo accettarono..”seguitemi tutti nella mia stanza!” disse il ragazzo.

Entrati nella stanza, Dario chiese all’improvviso alla moglie del albergatore, come se si stesse scherzando per un gioco di società…”lei cara signora tradisce suo marito?..e la donna furba rispose di no! “Certamente no!.”

Fu così che nella stanza la lampada magica si accese e lampeggiò..e tutti vedendo che non era collegata alla corrente si stupirono. Dario spiegò che la donna aveva detto una bugia a tutti, aveva mentito..spiegò che la “lampada della verità e della bugia” aveva smascherato il suo inganno e lo stava dimostrando lampeggiando, visibilmente spaventata dal soprannaturale manifestato dalla lampada con il quale Dario aveva svelato il suo mentire, la donna temendo il castigo di una divinità, decise di confidarsi con il marito e rivelò il suo adulterio sperando in un suo perdono.

Molto si pentì quella donna, quando si ritrovò sola con il marito, pensando che adesso era certa che esisteva nel creato una aldilà magica che dimostrava l’esistenza del Signore, quel miracolo la aveva convertita, avendolo compreso la donna si pentì davanti al marito piangendo..ed il marito poiché era ancora innamorato di lei, la abbracciò in segno di perdono e la donna commossa da questo gesto promise di non tradirlo più.

Se per il marito la promessa di matrimonio era ancora valida, poiché la donna aveva ritrovato il timore del Signore, la donna decise che sarebbe restata fedele al marito da ora in poi, vedendo che il marito le voleva ancora bene, decise di amarlo nuovamente ma questa volta con più serietà ed onestà.

Il giorno dopo l’albergatore e la cartomante dissero al giovane:

“tu Dario possiedi dei poteri paranormali..potresti fare dei soldi e poi con il mio aiuto di cartomante potresti farti dei clienti e ottenere un discreto guadagno con le tue magie..occorre una camera più grande, un vestito appropriato, due stanze arredate per favorire una buona suggestione, e potresti fare il lavoro di indovino..”si guadagna bene sai..esiste tanta gente bisognosa di sapere e per questo generosa..devi solo fare una previsione e intuire con la lampada magica se è una previsione sincera”.

Il nostro Dario ci pensò..forse questo era il suo destino..fare il mago e l’indovino… era questo un lavoro divertente e si poteva conoscere tante persone e così accettò la proposta dei suoi amici.

Giorni dopo acquistò con i soldi del suo primo stipendio di aiutante di albergo, dei vestiti da mago e li indossò e pensò di se di avere una valida suggestione vestito così, e subito mise un annuncio su un giornale di Milano.

“Dario l’indovino nonostante l’anatema risolve qualunque problema, non perdete l’occasione…. di chiedere a lui la previsione! .”

Dovete sapere che Dario diventò col tempo un indovino famoso in tutta la città e con l’aiuto della lampada magica e della cartomante sua amica e collega, insieme a lei riuscì a svelare molti segreti a chi si rivolgeva a lui..chiedendo semplicemente un regalo in denaro, in cambio delle informazioni date e fu così che in breve tempo Dario accumulò molti soldi.

Dario con la sua lampada svelò molte verità e anche molte bugie della società falso-perbenista di quella città…la Milano ricca ma libertina lo elogiava è vero, ma anche lo temeva, tradimenti, truffe, ricatti, omicidi insoluti, Dario diventò molto famoso con la sua abilità infallibile di indovino, che unita alle amicizie della cartomante sua cara amica, avevano fatto di lui il più famoso indovino di quei anni..Dario non sbagliava mai..doveva semplicemente fare un pronostico e contemporaneamente egli poteva svelare se il pronostico era veritiero oppure era falso..diventò in questo modo molto ricco…ma si sa: chi svela qualche mistero si fa dei nemici poiché finisce col danneggiare qualcuno.

Fu così che un truffatore, vittima del suo indovinare, in quanto smascherato e accusato dal nostro Dario diventò suo nemico acerrimo e volle danneggiarlo altrettanto..il nemico di Dario capì quale era la causa della forza dell’indovino e volle quindi rubargli la famosa lampada magica.

Così il suo nemico di nome Antonio il ladro, organizzò un furbo piano, fingendosi un cliente dell’indovino si introdusse nell’albergo e poi nella camera di Dario, mentre il mago era assente e lo derubò dell’oggetto magico..e disse mentre lo derubava “ora caro indovino sei rovinato!” E gli rubò la lampada magica portandola via.

Il nostro Dario tornò nella sua camera verso sera e non trovò più la lampada, per lui quello era un oggetto importante, da quel giorno Dario non riusciva più a prevedere e svelare più nulla e la cartomante sua amica non era brava quanto lui…in quanto non aveva veri poteri… erano entrambi ormai condannati alla derisione e quindi al fallimento economico..

Deluso e amareggiato e rimproverato dai clienti..che volevano indietro il loro denaro…il ragazzo decise di smettere per un po’ di esercitare l’arte dello indovino e di risolvere la sua vita in altro modo.

Con il tempo i suoi denari cominciavano a finire e questo al nostro Dario causò un po’ di frustrazione..ma si ricordò della “chiesa del miracolo” e andò laggiù a pregare ancora pieno di speranza…per ottenere da quel luogo un po’ di fortuna.

Il ragazzo pregando commosse i Santi e quando Dario uscì dalla chiesa si sentiva già meglio..e così uscendo dalla chiesa, mentre camminava per la città, Dario udì una voce nell’aria che lo consigliava..il ragazzo si girò, ma non c’era nessuno vicino a lui..la voce continuò a parlare e gli diceva: “ragazzo! vai sempre diritto e gira a destra..in quel luogo troverai chi ti aiuta!”.

Dario accettò il consiglio e seguì la indicazione consigliata dalla voce, ed entrò nella strada indicata e nel mezzo della via chi vide? Si! c’era il solito robi-vecchi che lo invitava con un sorriso a scegliere da lui altri oggetti utili alla sua vita, essi erano contenuti nel carrello che portava con se.

Dario capì che erano tutti oggetti magici e cominciò a cercare tra le scartoffie contenute nel carrello..rimescolò e finalmente trovò e scelse più oggetti.

Questa volta Dario fu attratto da due cose: una vecchia bussola e un vecchio cappello nero a cilindro..li tolse dal carrello e disse: “io ho capito caro vecchio che tu sei un mago e che mi vuoi aiutare.

Ma tu come fai ad avere queste cose magiche?” chiese il ragazzo all’uomo anziano.

“Questo non importa, sappi solo che la gente butta via molte cose..io le raccolgo e le porto in un paese lontano nel mondo delle favole, un luogo che solo io conosco, dopo che sono restato in quel paese per qualche giorno, in quel luogo tutto diventa magico..e così diventano magiche tutte le cose che ho portato con me…ma non diventano magiche per me, per me questa magia non vale, e non so perchè…in seguito me ne torno qui a Milano..portando con me gli oggetti magici con cui posso aiutare chi prega i Santi…e guadagno qualcosa facendo un baratto” Rispose il robi-vecchi.

“Ma tu buon vecchio non chiedi niente in cambio del tuo aiuto?” chiese il ragazzo…..” non ti chiedo niente adesso, caro ragazzo, mi pagherai un giorno quando sarai diventato ricco!..” e così il ragazzo se ne andò da lui tutto contento di poter scoprire i nuovi poteri che avevano quelle cose trovate nel carrello di quel mago.

Il ragazzo tornò nel suo albergo e osservò i nuovi oggetti che aveva, e capì che la bussola era magica ed aveva il potere di trovare le cose che il cervello pensava ed immaginava, così era scritto sul contenitore che la custodiva e così Dario capì che quella era la “bussola delle cose perdute” sarebbe servita a fargli trovare la sua famosa lampada magica…ed anche il cappello nero a cilindro aveva dei poteri magici…che tra poco vi descriverò..

Decise di mettersi subito alla ricerca della lampada importante per il suo lavoro e tenendo in mano la bussola e facendosi guidare da essa..pensando sempre e immaginando continuamente la sua lampada magica che era stata smarrita, Dario camminò per le strade ed i vicoli della città per tutto il pomeriggio, il nostro eroe raggiunse finalmente una casa e capì dove il ladro suo nemico nascondeva la lampada..” Ah! è qui che si nasconde il ladro …quel ladro mi ha rubato la lampada con cui lavoro e merita una punizione!”

E così il ragazzo osservò il secondo oggetto magico..ed infatti sulla visiera del cappello nero c’era scritto “se in testa ce l’ho, visto non sarò!” e capì intuendo quale era la magia… era sufficiente indossare il cappello nero sulla testa, per scoprire la nuova magia e si accorse all’improvviso di essere diventato invisibile agli occhi della gente che passava per la strada..nessuno lo vedeva più.

Infatti quello era il “cappello della invisibilità”..se la persona che lo indossava era nel giusto e degno di aiuto, diventava invisibile agli occhi di chi incontrava.

Fu così che ora Dario era in grado di riprendersi la lampada rubata.

Il ragazzo entrò nella casa del ladro… la porta non era chiusa a chiave e mentre Dario era reso invisibile dal capello magico, notò che il ladro era in un lato della stanza e dormiva russando, il nostro Dario per sicurezza e con forza unita a decisione prese un bastone e diede una sonora botta sulla testa a quel ladro, assicurandosi così di renderlo innocuo per un pò di tempo, poi guardando intorno in quella stanza, il Dario trovò finalmente la sua lampada magica, la prese e se la portò via scappando per le scale…tutto questo mentre il suo corpo era invisibile.

Mentre usciva, Dario si tolse il cappello e disse ad un poliziotto che stava di servizio nella strada li vicino, che in quella casa al secondo piano, abitava un vero ladro e la casa del ladro era piena di merce rubata..e poi Dario se ne andò.

Poco dopo in quel luogo arrivò la polizia e di conseguenza arrestò Antonio il ladro, che confuso si chiedeva come avesse fatto la polizia a trovare il suo nascondiglio…il ladro dovette confessare e fu quindi incarcerato.

“Evviva! i miei problemi sono ora risolti..ora posso ancora lavorare e guadagnare molti denari!” disse Dario.

E così il ragazzo poté continuare a lavorare come indovino e guadagnare ancora con quel lavoro.

Passarono gli anni e il ragazzo che adesso era chiamato “Dario l’indovino il magnifico” era tornato molto famoso nella città di Milano…era tornato più famoso di prima.

La notizia della sua abilità si diffuse per tutta la città e la regione.

Finché un famoso industriale della Lombardia tale Federico Morelli, sentì molto parlare di Dario e durante gli incontri con i suoi amici, ebbe il desiderio di incontrarlo, tutti dicevano che Dario l’indovino era molto bravo a svelare misteri ed a consigliare previsioni per il futuro, infatti l’industriale aveva un problema segreto..Morelli capì quindi che aveva bisogno dell’aiuto di un mago e così mandò a chiamare Dario l’indovino per invitarlo nella sua villa, occorreva che l’indovino risolvesse un suo problema.

Quale era il problema di quel ricco imprenditore?

Dovete sapere che a quel ricco signore da mesi gli sparivano dalla sua cassaforte, situata in una stanza segreta del suo palazzo, della quale solo lui sapeva la combinazione, sparivano da essa qualcuno dei pregiati gioielli e monete di oro e non riusciva ancora a capire come e chi lo derubasse.

Subito Dario incuriosito del mistero si mise a investigare.

Con la bussola del ritrovamento delle cose perdute, il ragazzo capì dove erano nascosti i gioielli rubati…e poi chiese aiuto alla lampada della verità e della bugia. Con essa il ragazzo, facendo delle ipotesi di tentativo, capì lo intrigo e capì chi era il vero colpevole che affliggeva l’amico industriale.

Scoprì che la colpevole era infatti la moglie dell’imprenditore, ella tradiva il marito e per questo regalava ogni tanto, di nascosto al marito, regalava al suo giovane amante avido un gioiello di famiglia di proprietà del marito, era questo considerato un pegno di amore…la moglie e il suo amante erano quindi dei veri ladri..

Con il cappello magico che lo rendeva invisibile, Dario capì chi era l’amante ladro e seguì l’amante della moglie dell’industriale mentre egli tornava a casa sua, potè quindi rivelare alle guardie dove il ladro si nascondeva e teneva il resto dei gioielli scomparsi..

La moglie dell’imprenditore messa di fronte all’evidenza, confessò le sue colpe, dopo un regolare processo giudiziario fu diseredata e allontanata dal palazzo.

L’industriale Morelli riebbe il suo denaro e potè divorziare dalla negligente moglie che non lo amava..

In premio il nostro Dario, per l’aiuto dato, ottenne il permesso di potersi fidanzare con la figlia del  ricco borghese.che si chiamava Elena,,,.

la figlia di Morelli aveva preferito restare insieme a suo padre, dando ragione a lui nella controversia con la disonesta madre, e poi suo padre Federico considerava Dario un signore in quanto lo riteneva un giovanotto speciale. anche se Dario non era ne nobile ne ricco..ma per il motivo che Dario aveva dimostrato di avere dei poteri magici, l’imprenditore lo voleva ugualmente come fidanzato della giovane figlia…e permise alla figlia di innamorarsi dell’indovino..

E quando Federico Morelli, ora suo parente, chiese a Dario delle previsioni su alcuni investimenti in borsa, il giovanotto consultò la sua lampada magica ed ottenne da essa delle informazioni sicure, ne ricavò dei buoni consigli e delle informazioni valide sul futuro economico di tutto il mondo..

Dario fu così in grado di riferire a suo suocero, il giusto consigliare, che fu usato per migliorare il patrimonio commerciale di Morelli facendo buoni investimenti bancari..

Il ricco signore ascoltò i suggerimenti di Dario e investì di conseguenza, diversificando i suoi risparmi come gli aveva consigliato il genero, sapeva di rischiare ma qualcosa in quel indovino gli dava fiducia.

Dovete sapere che Morelli fece benissimo a fidarsi, poiché il mese dopo il suo patrimonio in denari e titoli, praticamente raddoppiò del suo valore.

Dario diventò in questo modo una persona rispettata, finché un giorno fu ritenuto così bravo e fortunato che ebbe il permesso di sposare la figlia di quel ricco imprenditore. .

Dario ricevette i complimenti da tutta la famiglia soprattutto da sua moglie Elena, la quale era sempre più innamorata di lui…in quanto Dario aveva una bella presenza e suo padre ne parlava tanto bene sia a lei che ai suoi amici.

Dopo un anno finalmente che Dario aveva sposato la figlia dell’imprenditore, egli ricevette anche un incarico lavorativo dal suocero e fu nominato “consigliere amministrativo” della ricca famiglia Morelli.

Il nostro Dario di conseguenza diventò degno legittimo erede di parte del patrimonio di quel ricco imprenditore lombardo.

Dario era finalmente felice e volle ringraziare i Santi protettori che avevano accolto le sue implorazioni e lo avevano salvato più volte dalla certa povertà.

Una domenica Dario, stranamente si ricordò di dove tutto era cominciato e si recò in quella piazza dove era situata la chiesa che lui chiamava “la chiesa del miracolo”.

Entrò in quella chiesa e si inginocchiò all’altare e con molte preghiere e pensieri di gratitudine, ringraziò lo spirito della chiesa dell’aiuto ricevuto..e poi uscì nella piazza..fuori era una bella giornata di sole, era primavera e lui si sentiva un ragazzo fortunato.

All’improvviso Dario udì una voce che gli indicava una strada da seguire si voltò e si guardò in torno, ma non vide nessuno era solo..la misteriosa voce gli suggeriva di continuare a camminare diritto e di svoltare poi a sinistra.

Il ragazzo fiducioso obbedì al consiglio e all’interno della strada indicata chi incontrò?

vide l’anziano venditore di robe vecchie che lo aspettava.

La voce misteriosa nell’aria gli disse:” vedi quella persona… quello è il tuo vero padre… vai ed abbraccialo!”.

Dario si avvicinò a quel vecchio..e gli chiese:

“Chi sei tu…sei tu il mio vero padre?”

Il vecchio annuì con la testa e disse..”Si sono io..il tuo vero padre.

Mi sembra che con il mio aiuto segreto, ho io rimediato all’averti abbandonato da piccolo..ma devi sapere che tua madre mi tradiva ed io sono fuggito di casa deluso da lei..ho girato il mondo come un avventuriero, ed ho imparato molte cose, ma ora ho nostalgia di nuovo di una famiglia, poiché mi sento solo..e non sò dove andare a trascorrere la mia vecchiaia in tranquillità..”

Il giovane Dario si commosse e invitò quel venditore di robi vecchie, che era il suo vero padre a seguirlo nella villa dove ora abitava con sua moglie.

Dario raccontò tutto a suo suocero, che accettò di conoscere il vero padre di suo genero, e dopo averlo incontrato e parlato con lui cordialmente e bevuto un the con i biscotti portati dalla cameriera, dovete sapere che la giovane moglie di  Dario ed il suo gentile suocero, convinsero il padre di Dario a restare in quella villa e decisero, dopo che seppero che quell’anziano soffriva di solitudine, che quel vecchio poteva restare ad abitare con loro..avrebbe eseguito per la famiglia Morelli il lavoro di giardiniere, avrebbe accudito il bel giardino della villa..così avrebbe avuto qualcosa da fare, sarebbe vissuto vicino a suo figlio e conosciuto i futuri nipotini.

Infatti la moglie di Dario, di nome Elena, era gravida e dovete sapere che dopo qualche mese partorì due bei gemelli.

Fu così che tutto andava per il meglio per il Dario..il destino aveva voluto che dopo un periodo di sofferenza anche Dario ed il suo vero padre si ritrovassero e fossero felici..

Dario continuò a dare consigli economici a suo suocero, che diventò ricco sempre di più.

Quando il suocero un giorno morì a causa di una grave malattia, Dario ereditò gran parte del suo patrimonio..egli diventò una delle persone più ricche di Italia.. in quella famiglia tutti poterono continuare a vivere felici e contenti.

Morale:

nelle difficoltà che forse state vivendo non perdete mai la speranza..qualunque speranza farà al caso vostro e vedrete che la fortuna tornerà a sorridervi se vivrete nell’ottimismo..

 

fine

autore: Egidio Zippone

(Milano, Ottobre 2010)

Giudizio: originale. interessante

voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: La ragazza dalle orecchie di gatto..

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(racconto di tipo verde)tempo teorico da dedicare per la lettura 30 minuti

FAVOLA DI EGIDIO PER MAMME E BAMBINI

LA RAGAZZA DALLE ORECCHIE DI GATTO

INTRODUZIONE: una ragazza magica, ci insegnerà che se non riusciremo a essere sostanziali nel giudicare noi e gli altri, la pignoleria renderà grigia e triste la nostra vita, e vedremo per sempre solo la parte peggiore di noi e degli altri .

INIZIO

Favola: La ragazza dalle orecchie di gatto

Nel mondo delle favole che sembra lontano ma è molto vicino..Il mago “Testa di Gatto” che voleva sempre risolvere i problemi ed in fretta, si sposò con la “fata della sostanzialità” che voleva che il mondo fosse consigliato dal buon giudizio.

I due si baciarono e dal loro bacio sensuale..nacque una bambina dai capelli castani.

Ora siamo…nel simil periodo del 1910 d.c…non importa in quale nazione..fate voi..come preferite..

C’era una volta, nel mondo delle favole, una casetta fuori paese..circondata da un magnifico orto e da un giardino e sormontata da un tetto rosso..come tutte le villette di quel paese

In quella casetta ci abitava una signora anziana di nome Guglielma e non era sposata…infatti viveva senza figli e sola non si era sposata perché era di gusti difficili e nel suo giudicare nessun uomo sembrava a lei degno del suo amore..quando capì il suo errore nel voler giudicare con pignoleria l’uomo, ella era ormai diventata anziana e nessuno la voleva più.

La vecchietta viveva in quella casetta da molto tempo ..aveva una rendita lasciata dai suoi genitori e passava il suo tempo accudendo con molta bravura il suo orticello ed i fiori del giardino

Un mattino finalmente decise di cogliere la grande zucca gialla che aveva nell’orto

La donna anziana mentre era nell’orto sentì all’improvviso piangere e trovò nell’orto vicino alla zucca una piccola bambina che piangeva..piccina e carina

Subito vedendo i suoi capelli castani e gli occhi castani, la sua pelle chiara, Guglielma subito si affezionò..

E pur notando tra i capelli delle strane orecchie di gatto di colore rosa, una per lato..simpatiche e pelose…… Guglielma non si preoccupò e la prese con se.

Guglielma decise di allevarla in quanto si sentiva sola e per sentirsi più utile alla vita..si tenne la bambina tutta per se e non disse niente in paese

Decise di allevarla e di nutrirla..e gli diede un nome: “la bambina si chiamerà.. Sostanzia!” affermò la contadina…”per rimediare alla mia poca virtù decido in questo modo ..si! ho questo difetto..sono stata pignola per molto tempo”…si disse tra se e se la vecchietta.

La bambina cresceva vispa e intelligente..e con essa anche le orecchie di gatto sulla sua testa purtroppo.

E per sopperire al suo difetto la donna anziana ebbe un idea….regalò alla bambina un giorno un bel cappello dicendo:

“Tieni bambina mia, un cappello di colore verde dalla frange cadenti..un regalo per te!” ed aggiunse inoltre: “ti consiglio di non togliertelo mai…soprattutto se ci sono estranei intorno…ti aiuterà a tenere nascosto i tuoi problemi.”

Infatti la bambina obbedì e non si tolse mai il cappello dalla testa..”dirai che hai il cappello in testa poichè c’è troppo sole e il sole fa male alla pelle del viso..vedrai smetteranno di insistere nel domandare.”

Nemmeno a scuola fu mandata.. per non far scoprire il suo segreto delle orecchie di gatto sulla testa…la madre adottiva era buona, ma temeva la cattiverie e la superstizione della gente…”la gente di questo paese è anche cattiva, non toglierti mai il cappello bambina mia..dammi retta!”

La donna intanto nel tempo libero educava la ragazza e le insegnava anche lo scrivere e il leggere.

Cap. 1 – Sostanzia esce di casa

Ma la bambina non poteva stare in casa sempre, decise un giorno diventata grande di farsi un giretto sempre con il suo cappello sulla testa per la campagna.

Cammina e cammina Sostanzia incontrò per la strada …un ragazzo zoppo che era visibilmente infelice in quel momento, poiché tutti lo prendevano in giro per la sua gamba difettosa….ad un tratto un colpo di vento causò il volare del cappello di Sostanzia… rendendo visibile le sue orecchie pelose di gatto al ragazzo..

Il ragazzo invalido le vide quelle orecchie..ma egli non senti il bisogno di rimproverarla per il suo difetto… gliele accarezzò quelle belle orecchie e così alla bambina passò la paura di subire rimproveri e Sostanzia si accorse all’improvviso del potere che aveva …il potere di abbellire le cose e le persone che incontrava se esse si dimostravano non pignole con le sue orecchie, in quanto la bambina era la “sostanzialità in persona” che abbellisce il mondo e con il suo buon giudizio la storia di vita…infatti disse: “tu non aggravi il mio difetto, ed io miglioro il modo di giudicare la tua realtà..” e così per magia all’improvviso il ragazzo non fu più zoppo..e si mise a correre stupito di poterlo fare..il ragazzo si mise a correre per i campi.. ora era felice, come per magia ora riusciva anche a correre e non gli importava più di niente.

Quella stessa sera la bambina ricevette una visita nella sua cameretta e gli fu spiegato tutto

La “fata della sostanzialità” apparve vicino al letto e spiegò alla bambina che lei era la sua vera mamma e spiegò inoltre quale sarebbe stato il compito di Sostanzia nella vita e perché era stata creata e mandata in quel piccolo paese..infatti il grande potere che aveva in lei poteva dare felicità a chiunque lo meritasse.

“Tu Sostanzia hai il potere di rendere bello il mondo..anche se perfetto non è”.. gli disse la fata prima di scomparire in una nuvola di stelline azzurre..”amministra con saggezza la tua magia..ti saluto cara figlia!”

Da quel giorno la bambina diventata ormai ragazza, si rendeva sempre più conto del suo compito ed ogni giorno dava consigli come poteva a chi si dimostrava non pignolo con lei…agiva con semplici miracoli..ma ugualmente essi erano causa di felicità.

Sappiate che la ragazza ogni giorno andava a fare la spesa..ed ogni giorno incontrava qualcuno e capitava puntualmente un miracolo.

Cap. 2 – La vecchia auto

Un giorno Sostanzia camminava con un zaino di vimini sulle spalle pieno di belle cose..e vide sulla strada un anziano vicino ad un auto un pò mal ridotta..essa infatti non era un modello recente…il vecchio si lamentava che la sua auto… era non funzionante ..era una vecchia carretta e non era più affidabile..vedendolo sconsolato e molto irato poiché la sua macchina non partiva e stava invece ferma sulla strada emanando vapore dal motore..Sostanzia gli si avvicinò..

”Dimmi buon vecchietto perché sei arrabbiato? Chiese gentilmente la ragazza.

“Non vedi? sto bidone di auto non funziona!”….rispose il vecchio con le mani tutte sporche….”queste invenzioni moderne..in realtà sono inefficienti carrette.”

“Dimmi buon vecchio, anch’io ho un problema!” e dicendo questo Sostanzia si tolse il suo capello verde dalla testa…”vedi ho queste orecchie di gatto… tu che ne pensi?

“Carine!” disse il vecchietto…”ti fanno simpatica!”.

Contenta la ragazza formulò le parole magiche….”le cose giuste sono di più…e la macchina diventa come vuoi tu!”

All’improvviso l’automobile..fu avvolta da una nube azzurra e rosa e appena essa scomparve…al posto della vecchia auto c’era un auto nuovo modello dello stesso colore..con il motore acceso pronta per partire….. “Stupendo!” esclamò il vecchio..”ora si che la mia auto mi piace!”..e salutò in fretta la ragazza e si mise in macchina e partì in un auto funzionante felice in direzione per la città.

“Bene anche oggi un momento di felicità è stato vissuto”…e la ragazza riprese la strada per la sua casetta fuori paese.

Cap. 3 – La piccola casa

Tutti i giorni la ragazza era comandata dalla buona mamma adottiva ma anziana a fare compere in paese.

E quel giorno passò per una via dove era situata una casetta piccola e angusta..

La ragazza salutò la padrona che stava fuori in giardino ad annaffiare i fiori come era sua abitudine.

“Come sta signora, sta bene?”

“Eh! starei bene si!..se abitassi in una casa più grande..i figli non hanno la cameretta e il marito non ha il laboratorio… c’è un tale disordine in questa casa…le stanze servono a più di una cosa e vanno in contrasto nell’uso…come sono sfortunata.. me poverina sempre a pulire ed a riordinare di continuo.

“Non si disperi signora” disse Sostanzia…”mi dica invece come stò senza cappello?”

La ragazza si avvicinò e si tolse il cappello…”Ah! che belle orecchie che hai, sembrano di gatto…sei simpatica…direi che ti abbelliscono in modo selvaggio!” disse la donna.

Contenta Sostanzia di quelle parole disse alla signora della piccola casa:

“Le cose giuste son di più..e la tua casa diventa grande come vuoi tu!”

All’improvviso la casetta fu avvolta da una nube azzurrina e violetta e appena essa scomparve..cosa accadde?

“Accipicchia!….che bella casa accogliente con quattro stanze….stupendo!” disse la signora..”adesso si che è una casa adatta alla mia famiglia numerosa, che bella casa…”

“Bene anche oggi un momento di felicità è stato vissuto”…e la ragazza salutò e riprese la strada per la sua abitazione che si trovava fuori dal paese.

Cap. 4 – Il salumiere

Un giorno mentre la ragazza era al mercato per comprare dei formaggi e dei salumi da usare per cucinare, vide il solito salumiere che questa volta si copriva con un foulard tutto il suo viso..

incuriosita..la ragazza si avvicinò e chiese:..”che ha signor salumiere..é forse ammalato?”

“No! cara ragazza mia…a te lo posso dire ….stamattina al risveglio ho scoperto di avere un naso grosso grosso.. troppo grosso secondo me e me ne vergogno tanto..tanto che temo che la gente rida di me…ho il complesso del naso grosso..e me ne vergogno così lo nascondo con un foulard intorno al viso..ed intanto lavoro.” Rispose il salumiere a voce bassa…

Allora la ragazza capì…si tolse il cappello e disse:

“Ehi tu! signor salumiere dimmi…..come sto io senza cappello? “

“Niente male cara ragazza sei bella e giovane…Ah! vuoi dire le orecchie..sembri magica!”

Contenta la ragazza sorrise al salumiere e disse:

“Le cose giuste sono di più..e il tuo naso diventa come vuoi tu”

All’improvviso il viso del salumiere fu avvolto da una nube violetta e rosa e quando essa spari il salumiere sembrava ringiovanito poiché aveva ora un naso bello come quello di un attore..bello profilato e diritto..”stupendo!”..disse il salumiere guardandosi nella vetrina…”ora si che mi piace il mio naso!”

“Bene!” Disse Sostanzia dopo aver preso le borse con la spesa..”anche oggi un momento di felicità è stato vissuto”..e la ragazza decise di tornare per la sua strada dalla cara vecchietta che la aveva adottata.

Cap. 5 – Il giardino poco fiorito

Un giorno di sole..la ragazza vide un giardiniere che piangeva…”che hai povero uomo?”…

”la donna di origine aristocratica di cui sono a servizio..mi vuole licenziare perché il giardino che accudisco non è diventato il più bel giardino del paese come gli avevo promesso…adesso mi licenzierà come farò..poveretto me!” diceva piangendo il giardiniere.

“Anch’io ho un problema” disse la ragazza..e si tolse il cappello..”non vedi buon giardiniere niente di strano sulla mia testa?”…”No! Non capisco, non vedo niente di strano..ah! vuoi dire le orecchie di gatto..ma sono, secondo me, più belle da accarezzare di quelle comuni degli altri .” Disse il giardiniere.

Contenta la ragazza sorrise e disse al giardiniere:

“Le cose giuste sono di più..e il tuo giardino fiorirà come vuoi tu!”

All’improvviso una nube verde e rossa avvolse il giardino..e quando essa sparì…il giardiniere cosa vide?..vide il giardino dei suoi sogni..ora finalmente lo vedeva bello come voleva il suo giardino..

La padrona della villa uscendo dalla porta rivolta al giardiniere disse: “ho fatto bene ad assumerti giardiniere..infatti ora mi sono accorta che il mio giardino è secondo me il più bel giardino del paese.. ma guarda che bei fiori!…”

Il giardiniere si girò per ringraziare la ragazza dalle orecchie di gatto..ma ella era gia in cammino per la sua casetta fuori paese..

La ragazza aveva capito il suo compito esistenziale, ed era molto felice del dono che aveva ricevuto…felice della gioia che dava alle persone…esse di natura tendevano a essere severe nel giudicare anche quando non c’era bisogno..ma lei era la soluzione ai loro problemi…lei aveva con se la magia del giudizio sostanziale.

Cap. 6- Il re del paese

Dovete sapere che in quella regione c’era anche un re..infatti come tutti i popoli anche quello di quel paese aveva un re.

Il suo nome era..”re Pignol”..era superbo e vanitoso..e voleva tutto il meglio della vita per se ..ma non sempre ci riusciva..per questo molte volte non era contento della vita che conduceva..e non gli bastava mai.

Egli seppe un giorno che nel suo regno da un pò di tempo, capitavano questi miracoli e questi benefici..il re se li era fatti raccontare in modo preciso da alcuni abitanti del paese …e desiderò che quei miracoli e chi li compiva….fossero e capitassero solo per lui.

Ordinò quindi alle sue guardie di portare la ragazza di cui tutti parlavano in paese nel suo palazzo..subito!

Le guardie si recarono alla casa fuori paese secondo le indicazioni ricevute dalla gente…

Raggiunsero la casa e ordinarono alla donna anziana di nome Guglielma di permettere alla ragazza di andare a stare dal re..”così vuole e pretende il re da questa ragazza!” ..”è il re che comanda..quindi le consigliamo di obbedire!..” dissero le guardie.

“meglio non creare problemi!” disse Guglielma …. “i potenti a volte sono malvagi meglio assecondarli..ti prego cara ragazza va pure dal re.”

La ragazza giunse al palazzo di re Pignol….e il re ricevette Sostanzia nella sala dove era situato il trono

E il re Pignol gli disse:

“Sei tu la ragazza che rende felice la gente e abbellisce le cose..come raccontano in paese?

“Si!” Gli rispose Sostanzia e raccontò al re il suo scopo magico di vita…ed il potere che aveva..

Il re quindi gli chiese:

“Io sono il re di questo paese..tutto ciò che c’è in esso appartiene a me..anche la tua vita appartiene a me.. quindi io ti comando di abbellire il mio palazzo per darmi più felicità!.”

Ma per fare questo la ragazza doveva togliersi il suo cappello..e mettere alla prova il sofisticato e perfettino re Pignol.

Così la ragazza si tolse il cappello dalla testa e mostrò i suoi capelli con coraggio al giudizio del re.

Il re Pignol quando vide le orecchie di gatto sulla testa della ragazza..ne fu inorridito …e urlò:

“Ah! ma sei imperfetta!..ragazza sei in parte animale..sei un mostro!….sei un ibrido genetico!..c’è un mostro immondo nella mia casa!” offeso dal suo giudicare pignolo a quella vista il re ordinò: “portatela subito via!”

e aggiunse con tono severo..”via mostro da questa casa..non mi farò aiutare da un mostro con quelle brutte orecchie di felino..non ci voglio avere niente a che fare con te..guardie portatela via!” con freddezza il re replicò..

”sappi che io non ho mai creduto che… e non ci credo ancora, che tu ragazza-mostro hai questo potere..devi sapere che la felicità deriva solo da esseri belli e perfetti…non da gente diversa nello aspetto come te…via mostro dalla mia casa….guardie portatela via!”

La ragazza fu portata alle porte del palazzo e gli fu ordinato di andarsene.

E cosa capitò? Dopo di questo sul palazzo reale, dopo qualche minuto, una nuvola nera e grigia si formò all’improvviso al di sopra..tutti urlavano impauriti nel vederla..la nube avvolse il palazzo e la gente che c’era all’interno.

E quando la nube svanì…Il palazzo reale apparve di nuovo alla gente in strada.. ma questa volta non aveva la stessa suggestione ..qualcosa era cambiato nel vederlo…colui che lo osservava vedeva ingigantire i difetti che conteneva..tutto sembrava più grave e pesante..tanto che la gente che osservava il palazzo e le stesse guardie ammettevano “ma che brutto palazzo che c’è in paese.. ma chi ci abita in quel brutto palazzo è proprio demodé..ma si deve vergognare chi abita in quel palazzo..che ne costruisca subito un altro..quel palazzo è stato costruito tutto sbagliato aldilà dei limiti ..anche ad essere inesperti nel giudicare..si vede proprio il cattivo gusto con cui è stato costruito…”

“Guardate i suoi colori..guardate le divise delle guardie..e guardate anche il re sembra un gretto e arrogante nell’aspetto e i suoi vestiti guardate come sono squallidi..terribili davvero!.”

La ragazza ormai non ci poteva fare niente..molte persone si raccoglievano nella piazza e dicevano che il loro re.. a quanto sembrava viveva nel palazzo più brutto del mondo…ma lei Sostanzia era gia tornata nella sua casetta fuori paese…era al sicuro…tutto era capitato involontariamente..Sostanzia non poteva impedirlo..

Il re sentito questo dire dai sudditi, per giorni e giorni..fu preso da molta tristezza..dovete sapere infatti che quando il buon giudizio è tolto da noi..la vita diventa pesante e grigia…e tutto diventa più difficile…ed infatti i commenti severi e tristi dei turisti e degli abitanti continuarono per tutto il mese.. finchè in quel paese un giorno fu nominato per prudenza un altro re per volontà dei nobili e del popolo…in quanto secondo il popolo “re Pignol” predicava bene… voleva la perfezione… ma razzolava male era visibilmente imperfetto nel modo di organizzarsi…non aveva buon gusto per le cose..tutti vedevano e potevano giudicare le cose difettose di cui si era circondato..

Cap. 7 – Sostanzia resta sola

La ragazza cresceva sana, mentre la donna anziana che l’aveva adottata purtroppo col tempo si ammalò.. ma prima di morire espresse il suo ultimo desiderio a Sostanzia

“Cara ragazza mi hai accudito ed io ti ho amata come una figlia vera, promettimi che non resterai sola come è capitato a me..promettimi che ti sposerai..la solitudine rende triste la vita..l’ho imparato a mie spese…non devi restare sola nonostante le strane orecchie che hai….sei molto bella anche con le orecchie di gatto sai…vedrai che troverai un marito adatto a te…non fare l’errore che ho fatto io…che sono rimasta sola.”

Sostanzia decise di fare un ultima magia per dare un po’ di felicità..la donna infatti sul letto di morte come sua ultima visione..vide nella stanza come per miracolo.. prima apparire la luna e poi apparire il cielo ed il sole della Primavera ..e poi vide un bosco incantato..ed anche le cascate di un fiume lontano.. gioì del vedere la notte stellata…gioì nel contemplare l’oceano immenso ed azzurro… ebbe anche la visione di delfini nuotare felici ed immergersi ed emergere nell’oceano azzurro.. ed anche le balene che nuotano superbe nel mare meraviglioso..poi capendo che stava giungendo la sua ora… ella gli sembrò di volare in alto nel cielo e vide anche il Paradiso ..un bel giardino fiorito ed alberato e provava molta pace.. quel luogo era pieno di fiori profumati dai molti colori..tutte queste visioni durarono tutta la sera finché la vecchietta esalò l’ultimo respiro..ella morì e sali al cielo..morì così con negli occhi il bel sorriso di Sostanzia…la bambina che aveva adottato..

Si compirono i funerali di Guglielma … a cui parteciparono pochi amici …e la ragazza da quel giorno restò sola nella casetta fuori paese.

Cap. 8 – Sostanzia si sposa.

Restare in casa da soli era triste… non c’era nessuno con cui parlare.

Così la ragazza rimasta in solitudine si ricordò del consiglio della defunta Guglielma …l’idea di trovarsi un marito…e prese delle iniziative..

Quel giorno Sostanzia, lesse un annuncio sul giornale, che diceva che un povero ciabattino cercava moglie..e decise di andarlo a trovare quel ciabattino..per diventare sua sposa..per sistemarsi, proprio come aveva desiderato la sua cara madre adottiva…

Il ciabattino aprì la porta e permise a Sostanzia di entrare nella sua povera casa…..poco arredata ma accogliente.

Dovete sapere che il calzolaio non trovava moglie e per questo mise lo annuncio sul giornale.. non trovava moglie non solo perché era povero ma anche perché egli aveva già due bambini piccoli..era un vedovo infatti.. e la casa da accudire era ormai sporca ed in disordine da tempo, poichè dovete sapere che il ciabattino non poteva permettersi una governante a pagamento..capite adesso che era un momento difficile per quel padre di famiglia, che cercava una moglie adatta ai suoi bambini..i suoi bambini piccoli erano bisognosi di cure materne…ed anche lui voleva qualcuno nella casa con cui parlare nelle serate di inverno e condividere la sua vita quotidiana…voleva presso di se qualcuno con cui poter parlare delle cose che capitavano in paese.

Così la ragazza che era entrata nella sua casa, si presentò e disse:”mi chiamo Sostanzia e sono una ragazza sola e vorrei rispondere al tuo annuncio”.

“Mi piace il tuo viso!” disse il ciabattino sorridendo che disse di chiamarsi: “SempreContento… piacere mi chiamò così!”

ed aggiunse compiaciuto dell’incontro: “Sai accudire una casa?” chiese alla ragazza

“Si! sono una brava casalinga!”..rispose la ragazza pensando che il ciabattino era un tipo carino.

“Ti devo dire un segreto” disse la ragazza al ciabattino “ma non so da dove cominciare!”

E Sostanzia trovò il coraggio necessario e si tolse il cappello verde..curiosa di vedere la reazione del ciabattino alla visione della sua diversità fisica,

Il ciabattino vide le orecchie di gatto sulla testa ed esclamò:

“ma che belle orecchie di gatto pelose… le voglio subito accarezzare!”

ed un miracolo si compì in quel momento..da quel gesto gentile e non pignolo nacque il loro amore.

Sostanzia si lasciò accarezzare le orecchie di gatto che aveva tra i capelli, e sorrise felice al ciabattino che si chiamava SempreContento

e dovete sapere che tutto in quella casa si abbellì all’improvviso di una luce azzurra e rosa

il ciabattino e la ragazza all’improvviso divennero più belli in volto..una splendida aura rosa li avvolgeva il corpo di entrambi…lui divenne un signore ricco ed elegante e lei una bella signora con un bel vestito celeste e con cappello di colore verde in testa ed con un ombrellino in braccio..

dovete sapere che i bambini anche loro divennero carini e subito vestiti di piccoli abiti signorili alla marinaretto..la piccola casa si trasformò in una bella villa con giardino..e fuori una carrozzella con due cavalli attendeva gli innamorati per condurli in paese.

I due innamorati decisero di sposarsi subito ..chiamarono i loro amici e li invitarono al loro matrimonio…e vissero da quel giorno felici..educarono e accudirono i due bambini che già avevano con molta saggezza ..dovete sapere che i due bambini si chiamavano: Allegria e SonFelice.

Volete sapere come si chiamavano gli invitati al matrimonio di Sostanzia e SempreContento… essi si chiamavano:

La Signora “Solidarietà”

Il Signor “Maiapprofitteròdivoi”

Il Signor ”Buonumore”

La Famiglia “PremiareLaVita”

La Signora ”Comprensione”

Il Signor ”Buon Giudizio”

Il Cavaliere “Aiutoideboli”

Il Signor “Miaccontento”

La Signora “Gratitudine”

La fata “Speranza”

E ovviamente molti altri…tra i tanti, la Fata  della Sostanzialità e suo marito Testa di Gatto il mago.

Ed altri che purtroppo non ricordo il nome… ma erano anch’esse di certo gentili persone.

Quel giorno ci fu un bel festino e tutti si divertirono…e Sostanzia ed il marito SempreContento.. vissero da quel giorno insieme felici e senza preoccupazioni…poichè sapevano vedere solo il bello del mondo e della gente..

Morale:

il giudizio sostanziale e il sapersi accontentare sono doni che rendono bello tutto ciò che ci circonda e aiutano ad essere felici nella vita.

Anche in questo racconto se ci sono degli errori..poichè perfezione non esiste davvero nemmeno nella narrativa..il malumore che ne deriva… è però vinto dalle molte cose giuste che sono racchiuse in esso e nella sua trama fantasiosa..

Fine

autore: Egidio Zippone

(Milano, Novembre 2007)

Giudizio: originale, interessante

voto: (da 5 a 10): 9

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