Favole di Egidio: chi ci ha reso più felici?

forest-475673_960_720

 

(racconto di tipo verde e bianco)

FAVOLE DI EGIDIO..

CHI CI HA RESO PIU’ FELICI?

INTRODUZIONE: chi rende più felice l’essere umano, la bellezza del suo corpo, la intelligenza del suo spirito, oppure l’amore della gente che lo accoglie?

INIZIO

Favola: Chi ci ha reso più felici?

Esistevano in un giorno lontano, nel mondo delle favole, tanto tempo fa, tre ragazzi molto amici tra loro…

Essi vivendo nella penisola italica erano sempre in armonia tra loro pur restando fieri di una amichevole competizione.

La penisola italica a quel tempo era poco evoluta e non organizzata come adesso.

Essi si chiedevano come dare un senso alla loro vita, “la vita deve avere uno scopo intelligente” dicevano.

E decisero che la intenzione della loro vita sarebbe stato apprendere i suoi molti segreti, essi volevano quindi imparare i segreti della vita e dello spirito che muovono l’umanità, volevano diventare apprendisti maghi.

Così un giorno decisero di partire per il mondo, per aumentare la loro conoscenza…sapendo però che un giorno si sarebbero ritrovati…promisero solennemente che si sarebbero incontrati di nuovo.

E non si seppe più niente di loro..essi erano ormai in viaggio per il mondo…ed il tempo intanto passava.

Il ritorno

Trascorsero molti anni da allora ed un giorno finalmente i tre amici ritornarono dal loro girovagare per la Terra.

Si ritrovarono come promesso e si raccontarono la loro avventura.

Essi avevano viaggiato in Asia Orientale, in Africa e nella stessa Europa, e nelle Americhe ed avevano potuto in quei luoghi consultare i più bravi stregoni e studiare ed apprendere i segreti della vita che essi custodivano.

Si ritrovarono dopo anni e si raccontarono ciò che avevano capito

Disse il primo amico: io ho imparato a creare da una cellula l’intero corpo di un animale o di una persona, in poco tempo

Disse il secondo amico: io ho imparato a incarnare un anima nel corpo ed a dargli una forza vitale

Disse il terzo amico: io ho imparato a farlo accettare dal mondo ed a farlo perdonare e ad insegnargli di amare il prossimo..io ho imparato a fargli provare amore sentimentale..

Chi fra noi è più importante e può dare felicità ad ogni vita?

Essi si chiesero: “la domanda è giusta, ma decidiamo con saggezza che: chi detiene il sapere più importante tra noi sarà capo di tutti e tre.”

I tre amici erano indecisi su chi fosse il più indispensabile tra loro e per capirlo andarono nella foresta per dimostrarlo.

Andarono tutti insieme nella foresta affidandosi al caso e presero delle iniziative.

Primo esperimento

I tre amici si recarono in una zona della penisola, mediante la loro magia trovarono scegliendo nell’acqua di un fiume che attraversava la foresta, una cellula umana appartenente una volta ad un corpo umano..li per caso in una goccia di acqua c’era questa cellula, con i loro strumenti magici raccolsero la cellula e la manipolarono.

Il primo mago estrasse i cromosomi dalla cellula e ricreò con l’aiuto di una magia il corpo già adulto dell’essere a cui appartenevano, in poco tempo ci riuscì, e si scoprì che esso era di un ragazzo.

Il secondo mago diede al corpo un anima e la forza vitale necessaria.

Il ragazzo crebbe ma si notò però nel suo fisico che era un ragazzo-diverso..era un ragazzo poco intelligente..

Il corpo creato era in salute, ma dimostrava una sindrome down (era mongolo)

Lo spirito incarnato nel ragazzo lo capì e rattristò il cervello, lo spirito si sentiva diverso dagli altri che apparivano a lui più sani…ed il ragazzo soffrì per la sua diversità.

Così il terzo mago per aiutarlo, inventò le opinioni filosofiche e il rispetto di ognuna di loro, equivalenti le une alle altre e ritenendole sapienze alternative e ugualmente valide le consigliò alla città in cui viveva il ragazzo creato..

Il terzo mago non fece solo questo, ma si prodigò per convertire il mondo ad accettare la giusta filosofia : la fraternità, ed il ragazzo diverso seppur meno intelligente fu accettato con pari diritti e dignità in ogni città e paese della penisola.

Di conseguenza il terzo mago causò con la sua opinione molto influente, l’inserimento nella società del paese del ragazzo down, egli seppur diverso, per merito del mago, ottenne aiuto e dignità dalla sua vita.

Tutti e tre i maghi chiesero quindi alla creatura realizzata:

chi di noi ti ha reso più felice?

“Io ti ho dato forma e aspetto al tuo corpo” disse il primo mago al ragazzo creato.

“Io invece ti ho dato la forza vitale necessaria a far funzionare il corpo”..disse il secondo mago

“Io invece ti ho dato l’amore della gente”..disse il terzo mago.

chi ritieni che tra noi sia stato più utile alla tua vita?

Ed il ragazzo down rispose:

“non fui contento del corpo poiché appaio diverso e un po’ stupido,

non fui contento dello spirito poiché egli dimostra di non riuscire a rimediare alle lacune ed ai difetti che il mio corpo presenta,

ringrazio il terzo mago però poiché ha convinto alla solidarietà e alla comprensione del diverso con pari diritti e la libertà di opinione filosofica che ne permette la vita in pace.

Ritengo quindi che è il terzo mago ad avermi dato più felicità dal giorno della mia creazione!”..rispose il ragazzo-down.

La loro creatura in quanto portatore di handycap, capì che il destino che aveva non era di certo dei migliori..ma ugualmente accettò la pace che gli forniva la solidarietà del mondo.

Tutti si congratularono con il terzo mago, ma dissero che era prematuro decidere che fosse lui il capo.

“Ma si!” dissero gli altri maghi: “la creatura (il ragazzo down) è stata creata per caso, ed è risultata differente fisicamente..forse la prova non ha valore poiché è stata incerta nel cominciare.

Creiamo invece la creatura perfetta..è verifichiamo con essa i nostri poteri.”

Secondo esperimento

I tre maghi restarono amici e decisero di andare in un’altra regione della penisola, in un paese vicino alla corte del re che governava quella città….laggiù era da poco deceduto un principe a causa di un incidente capitato durante l’andare a caccia…e si preparavano i suoi funerali.

I tre riuscirono a impadronirsi di qualche capello di quel principe, sottraendola al luogo dove egli giaceva per dormire, il principe era ritenuto perfetto e giudicato abile in ogni cosa.

Il primo mago estrasse una cellula dai capelli e ricreò il corpo già adulto e il principe fu ricreato così come era…

Il secondo mago diede al corpo un anima e la forza vitale necessaria ad una vita sana.

La creatura maschile era perfetta e pura e subito si accorse che egli era superiore ad ogni altro umano che incontrava.

Egli era superiore nel gioco delle armi e nei giochi di società era di bello aspetto e sapeva conversare e parlare con sapienza.

Lo spirito che lo guidava e lo custodiva era contento di se.

Ma accadde però che il corpo creato diventato superbo di se stesso, si comportasse con il prossimo con austerità e superiorità eccessiva, vedendo infatti quanto erano inferiori nelle capacità coloro che lo frequentavano..egli diventò arrogante in quanto lo infastidiva molte volte la inferiorità del prossimo che lo avvicinava.

Così si accorse che nessuno che frequentava gli piaceva davvero e di conseguenza egli si stancò di tutti, soprattutto egli non provava vero amore ne ammirazione per nessuno, questo perché notava quanto gli altri gli fossero inferiori nell’intelletto..

E così si sentiva solo e infelice..e pensava di partire e sparire da quel paese di ignoranti e gretti…..

Fu allora che il terzo mago insegnò a lui il perdono e la comprensione del diverso, parlando di opinioni filosofiche che consigliavano alla pazienza e all’accettazione dell’inferiore.

Convinto dall’abilità del terzo mago, il corpo nobile creato capì che perfezione pari a lui non esisteva ed allontanato finalmente da lui il dovere di essere pignolo, spontaneamente si convinse e cambiò in un atteggiamento più comprensivo per il prossimo..trovò pace e amore nel frequentare una bella ragazza, ed anche se ella si dimostrava a volte meno intelligente di lui..egli la tenne con se ugualmente e con saggezza visse sempre con lei non infastidito dal dovergli dare buoni consigli ogni tanto e dal dover decidere a volte per tutti e due a causa della sua superiore intelligenza.

Tutti e tre gli amici maghi chiesero quindi alla creatura realizzata:

“chi di noi tre ti ha reso più felice?”

“Io ti ho dato un fisico e aspetto superiori” disse il primo mago,

“io invece ti ho dato la forza vitale necessaria a rendere abile il corpo”..disse il secondo mago,

“io invece ti ho reso comprensivo e consigliato all’amore della gente per farti sentire meno solo!”..disse il terzo mago,

“chi ritieni tra noi, sia stato più utile alla tua vita?”

E la creatura rispose:

“Tu primo mago mi hai dato un bellissimo corpo.

Tu secondo mago mi hai dato uno spirito che lo sa apprezzare.

Ma è stato il terzo mago ha darmi la vera felicità..quando ho capito che anche vivendo della mia perfezione, se non si è capace anche di essere comprensivi con gli errori del prossimo e di amarlo, di certo ci ritroviamo soli.. è vivremo sempre nella solitudine, ma essendo stato consigliato a essere tollerante con gli altri, sono riuscito ad innamorarmi ed a ottenere amore sincero anche per me.”

I maghi restarono perplessi e fu così che i tre amici affermarono:

“ma forse la vera vita sulla Terra non è così integerrima, ma nemmeno è completamente negata alla perfezione.

Forse anche questo esperimento non rappresenta la maggior parte delle situazioni, quindi non ha valore..

Creiamo quindi la persona intermedia…la persona generica..molto esatta e poco in errore..vediamo chi la renderà più felice tra noi…essa deve essere un tipo di persona molto diffuso tra la popolazione…

Terzo esperimento

E così i tre amici si recarono tra la gente di un altra regione, in un altro paese e si procurarono una unghia appena tagliata da una mano di una persona ritenuta normale ma per questo molto comune, quella persona non aveva niente di speciale per davvero…

Il primo amico ne estrasse una cellula da quella unghia e ricreò il corpo già adulto e la persona comune fu ricreata come era.

Il secondo mago diede al corpo un anima e la forza vitale necessaria ad una vita normale.

La persona era intelligente ma non precisa di continuo e tendente a imparare dai suoi errori..infatti ogni tanto ne commetteva..ma si pentiva subito e si rimetteva sulla retta via dopo aver capito..aveva compreso e si accorse che egli non era migliore degli altri ma nemmeno si riteneva completamente sbagliato..in molte cose si riteneva un sapiente e lo aveva dimostrato…poichè molti erano i suoi giorni senza errore.

Un giorno però egli sbagliò gravemente, mentì infatti alla donna che amava..ed ella capì con certezza e con molto suo dispiacere che egli l’aveva tradita.

La persona creata normale e semplice, soffri anch’essa a causa del suo errore morale scoperto…temendo di perdere l’amore della sua amata…egli giudicò insopportabile la sua colpa..e fu così che egli pianse.

Così il terzo mago decise che era possibile convincerlo ad una Fede adatta per una persona generica, basata sul rispetto di ognuno e quindi anche del diverso, ritenuta una sapienza alternativa e ugualmente valida e consigliò a questa Fede tutta la città…e disse a tutti che é normale avere errori, poichè molti ne hanno e non bisogna dar retta ai pignoli ed agli iniqui nel dar giudizio…ma bisogna credere e dar ascolto al Volersi Santo del Signore ed al Suo amore per noi….

Il terzo amico non fece solo questo, ma si prodigò per convertire la gente frequentata dalla loro creatura ad accettare questi convincimenti e la persona normale, seppur meno integerrima, seppur ritenuta mediocre, fu accettata con pari diritti in ogni città e paese della penisola…e la sua donna fu compresa nel suo perdonarla…anch’essa aveva degli errori infatti…che gli fu detto che si potevano perdonare di conseguenza anche essi …ed ella potè ritrovare l’amore per il suo amato in quiete..nessuno che li conosceva era contrario che i due si comprendessero, si perdonassero e tornassero ad amarsi..

Tutti e tre i maghi chiesero quindi alla creatura realizzata:

chi di noi ti ha reso più felice?

“Io ti ho dato un fisico ed un aspetto normale!” disse il primo mago

“io invece ti ho dato la forza vitale necessaria a far funzionare il corpo ed un discreto intelletto”..disse il secondo mago.

“io invece ti ho dato l’amore della gente..e causato il tuo perdono quando hai sbagliato in modo grave convincendoti che il Signore si Vuole Santo e ci perdona per questo motivo”…disse il terzo mago.

chi ritieni tra noi che sia stato più utile alla tua vita?

“Tu primo mago mi hai dato un corpo normale..ma esso non è niente di speciale” disse la persona generica.

“Tu secondo mago mi hai dato uno spirito che lo sa apprezzare” rispose ancora

“Ma è stato il terzo mago a darmi la vera felicità..quando ho capito che anche la vita perfetta a volte è impossibile poichè di certo capiterà qualche errore.. se il prossimo non è comprensivo con i nostri errori e noi saremo ingiustamente pignoli con noi stessi..saremo obbligati alla disperazione..ma il terzo mago ha convinto le altre persone a tollerare i miei errori..ed a non essere pignoli nel giudicarmi ed ora mi sento perdonato..e riesco anche a stimarmi…ed è per questo che ho amici in simpatia.” Aggiunse sincero…”quindi ringrazio più di tutti lui..il terzo mago”.

Fu così che i tre maghi finalmente capirono e conclusero che l’uomo teme la solitudine e che sono solo l’amore e la comprensione a favorire la vera felicità…per questo motivo è giusto comprendere l’indulgenza che si riceve e che si dona agli altri…in quanto siamo tutti vulnerabili al senno di poi..

Creare un corpo e dargli vita, non vuole dire saper garantire e dare ad esso la vera felicità.

Conclusione

Fu così nominato capo dei tre amici..il terzo mago in quanto vinse tutte le gare..e tutti si congratularono con lui…fu lui a meritarsi il ruolo di capo-mago e lo aveva dimostrato ben tre volte, egli quindi aveva imparato ed insegnato la magia più utile all’umanità…l’amore…quel sentimento che ci permette e ottenere di fare solidarietà al prossimo in ogni cosa…anche se qualcuno non è d’accordo….quel sentimento che ci permette di non ascoltare l’opportunismo del massimo profitto..ma ci consiglia di decidere con il cuore..

Morale: sembra che non è colui che ci da la vita a renderci veramente felici…ma ci rende felici invece colui che ci fa sentire amati dall’intero mondo con il suo messaggio di solidarietà e di aiuto verso il prossimo…sia il perfetto essere o l’imperfetto essere hanno bisogno di accettare ed essere accettati, per non vivere nella solitudine…non basta esistere, bisogna ottenere amore dalla vita ed provare amore per qualcuno.

Fine

autore: Egidio Zippone

(MIlano Settembre 2009)

Giudizio: interessante, serio

voto (da 5 a 10): 9

Favole di Egidio: Come vive chi non ha figli?

18460_raiatea_tamure

 

 

(racconto bianco e verde)

tempo teorico da dedicare per la lettura circa 25 minuti

FAVOLE DI EGIDIO..

COME VIVE CHI NON HA FIGLI?

INTRODUZIONE: come possono due persone che si amano, essere felici pur non avendo figli….Samori salì sulla montagna per chiederlo ad un eremita sapiente che si diceva fosse un veggente.. ….

Favola: Come vive chi non ha figli?

Inizio

In un lontano paese d’oriente…nel mondo delle favole…in un isola dell’oceano Pacifico viveva della gente molto povera ..ma erano ugualmente felici in quanto dicevano che lo scopo della vita è fare figli…e non gli interessava quindi accumulare il denaro.

Essi erano convinti di questo… si vantavano della loro prole….si incontravano per strada e parlavano dei loro figli..sempre e dovunque…e ringraziavano il Creatore della Natura per aver dato loro il miracolo di far nascere la vita.

Dovete sapere che in quel paese però viveva una coppia che non aveva figli…infatti esiste sempre l’eccezione…in tutte le cose.

La gente del villaggio un giorno se ne rese conto…come dicevano i benpensanti dell’isola..”sono venti anni che sono sposati e ancora a quelli non nascono figli…. come mai?”

Un giorno un vicino più scaltro degli altri, si fece coraggio e andò a chiederlo : “ma come mai voi, che siete sposati da venti anni non avete ancora figli..non vi sembra strano?”

Il marito senza alcun imbarazzo gli rispose: ”non è strano! il Signore della Natura non ci ha dato  questa gioia, anche se noi lo abbiamo tanto cercato il figlio, ma comunque noi accettiamo la volontà del Signore di mettere alla prova la nostra positività nel bene, nonostante la nostra sorte non sia la migliore, ugualmente pensiamo di ottenere felicità dalla vita… poichè sappiamo accontentarci!”.

”Ma come farà tua moglie essendo donna a provare la felicità nella vita, se non diventa madre e non farà figli come le altre?”

”Noi siamo per la parità tra uomini e donne…se io uomo riesco a essere normalmente felice, anche se non abbiamo figli, anche lei donna riuscirà a esserlo.”

Il vicino restò in silenzio.. ma il marito capì che per far tacere quell’intrigante, aveva bisogno di un aiuto.

I giorni passarono e la gente rideva della coppia che non aveva figli..fino ai limiti della cattiveria psichica, li consideravano ormai diversi…e portatori di vita sfortunata..

Il marito senza figli pensava “io non sono un re, non ho nessun obbligo verso il popolo a cui appartengo e poi permettere a mia moglie di tradirmi con un altro potrebbe si far nascere il figlio, ma potrebbe indebolire il sentimento del nostro matrimonio che ci rende amorosi l’uno dell’altro, il comportamento insolito potrebbe causare la nostra separazione, invece così senza figli siamo più veri e pur sempre uniti dalla fedeltà dei nostri sentimenti, nessuno si interpone tra noi con pretese intrapendenti!” questo pensava il marito.

Ma i commenti e il chiacchiericcio molesto dei vicini continuavano….e un giorno la moglie Bambasi, questo era il suo nome (che vuole dire “pianta senza fiori”) si mise a piangere per i commenti nel villaggio istigati da chi era invece madre facendola sentire una donna diversa dalle altre….cosi il marito commosso….si fece coraggio e andò sulla montagna a chiedere ad un eremita sapiente che abitava lassù, che si diceva essere un veggente, come fare a risolvere il loro problema…il pianto della moglie lo aveva sconfortato ed era diventato triste.

Il marito di nome Samori (che significa “pioggia nel deserto”) sali su un sentiero tortuoso e con pazienza raggiunse la cima,

vide una capanna di vimini e si inginocchio e chiese all’eremita della montagna, se dava gentilmente a lui consiglio su un problema che aveva la sua famiglia..

per molte ore restò in ginocchio e continuamente lo pregò:

”oh! Eremita sapiente della montagna, io mi chiamo Samori, io e mia moglie abbiamo accettato il destino che ci ha dato il Creatore della Natura…abbiamo accettato la sua volontà…..in quanto Lui comanda ogni vita umana..dicci quindi tu…. …….oh! veggente fonte di saggezza… come fare a risolvere questo problema…la gente dell’isola non ci comprende!.”

”Non abbiamo figli e mia moglie Bambasi ne soffre..come possiamo fare…. cosa dobbiamo pensare per essere felici?.”

E Samori continuò a pregare per ore lassù sulla montagna, stando al di fuori della capanna dove abitava l’eremita che lo ascoltava nell’ombra della sua umile dimora..

”Figliolo!” disse all’improvviso una voce proveniente dalla capanna a Samori… era la voce del veggente della montagna….

“lo scopo della vita è di essere utili a qualcuno parente o estraneo che sia.

Tu sposandoti e legandoti sentimentalmente in modo formale ad una donna e lei a te.. dimostrando che fin a quando sarete giovani, abili e coerenti nel far all’amore..e ricordando da anziano i bei momenti vissuti piacevolmente insieme a tua moglie..tu Samori hai già risolto l’obbiettivo della vita..che è di non rimanere soli…di dedicare la nostra vita a qualcuno….e di essere utile al prossimo.

Devi sapere che per tua moglie tu…. sei anche come un figlio e anzi vali come dieci figli..come impegno nell’accudirti e nell’amarti…come suo intrattenimento e come incarico utile della sua vita.

Quindi va da tua moglie..falla sentire sempre importante per te…e falle capire che lei è utile a te come tu a lei…abbi fiducia dei suoi consigli..falla sentire importante..

Poi a volte questo non basta agli uomini e alcuni hanno anche bisogno di avere figli …. invece voi per mia volontà dovrete fare di più….. dovrete frequentare di più i vostri famigliari ..dovrete fare banchetti e festicciole con loro, così non vi sentirete soli e vi divertirete…fate di più invitate della gente nella vostra casa… aiutate e fatevi aiutare ..conoscerete molti amici…loro saranno il vostro prossimo..vedrete che nella vostra vita non ci sarà solitudine…”

Samori ci pensò e disse: “ma io ho già tutte queste cose…e quindi mi posso accontentare della vita che ho!”

”Bravo figliolo le hai di già….. solamente che non ne eri consapevole..ora lo sei!” ..rispose la voce del veggente della montagna.

”Ora vai da tua moglie e di a lei, che lo scopo della vita non è fare figli, ma è di rendere la vostra vita in molti modi utile al prossimo….tu sei il prossimo di tua moglie e lei è il tuo…a molti questo però non basta e aumentano il numero dei loro famigliari…ma a voi, ed è questa la vostra prova di amore voluta dal Creatore della Natura in questa vita, deve bastare questa certezza ..sia nelle tentazioni della buona sorte e sia nei disagi della cattiva sorte.”

”Da molti anni imparo dalla natura umana…e l’uomo mi ha insegnato che l’importante é non restare soli nella vita..quindi renditi utile verso tua moglie e aiuta il prossimo.

Mi hai commosso Samori, ed io pregherò per te il Signore del Cielo di aiutarti, poiché io vivo in sacrificio di povertà, ma non sono solo nemmeno io, poichè intorno a me, a causa delle mie meditazioni, ho delle presenze spirituali positive e benigne, ed il Signore del Cielo è buono con me per questo motivo, vedrai che ti aiuterà!“

Samori comprese in quel momento quanto era felice..prima di parlare con il veggente, non se ne era reso conto…ringraziò il veggente..e tornò al paese per raccontare il lieto sapere alla moglie Bambasi…

Alla moglie Bambasi, Samori rilevò cosa l’eremita, che abitava sulla montagna, gli aveva fatto comprendere e fu così che da allora non furono più tristi…

Una forza spirituale aveva fatto capire alla moglie Bambasi che il loro amore sentimentale era valido …il dovere di essere un buon esempio di coerenza sessuale per gli altri era stato molte volte dimostrato, anche se infecondo, il loro comportamento sessuale era ancora un buon esempio per i giovani e tutta questa gioia carnale e sentimentale era ancora da vivere per molti anni da loro poiché non erano ancora in età anzianà……..e diventati un giorno anziani i loro ricordi piacevoli sarebbero stati ricordati volentieri da loro..

Bambasi comprese che il buon esempio di utilità si può dimostrare anche nell’aiutare i loro parenti ed amici…si può dimostrare con il loro lavoro quotidiano.. che li faceva sentire autosufficienti e causava loro autostima …

Tutte queste cose li facevano sentire utili alla vita…

di conseguenza anche la loro felicità era giustamente considerata una buona felicità…e chi è intelligente si sà, sceglie di essere contento e quindi riesce accontentandosi ed a provare anche lui gioia nella vita..

Da quel giorno le chiacchere della gente del villaggio smisero….quando la gente con figli incontrava Bambasi e Samori per strada …una “forza spirituale proveniente dal Cielo”…spiegava a loro…. nella mente…che anche quei due sapevano essere felici…..ed i cattivi commenti pignoli ed iniqui finivano ben presto.

Poiché l’attuale destino di Samori e Bambasi….aveva lo scopo di insegnare loro quali sono le vere gioie della esistenza umana…e se è vero che l’amore vince tutte le difficoltà..

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, 30 Ottobre 2008)

Giudizio: interessante, saggio

voto (da 5 a 10): 9