Favole di Egidio: il Padre buono

Carisma007

 

 

(racconto di tipo bianco)

tempo teorico da dedicare per la lettura 30 minuti..


FAVOLA DI EGIDIO
IL PADRE BUONO


INTRODUZIONE: solo se vi giudicherete umilmente e offenderete la vostra superbia, potrete ottenere aiuto e perdono da chi vive nella serietà la sua vita per bene, questa è la storia di un disobbediente che fu aiutato con un miracolo…

Favola : Il Padre buono
Inizio
In una città dell’Italia del nord, nella Lombardia del 1650 d.c. viveva un padre con tre figli, che avevano questi nomi: Leandro, Angelo ed Vincenzo.
Questo padre era un Sant’uomo e faceva il guaritore ed era chiamato dai suoi amici “il Santo della guarigione”
Il Santo della guarigione ogni settimana andava nel centro del villaggio dove si trovava un circolo, nel cui interno era organizzato un ricovero per ospitare gli ammalati gravi, quelli senza speranza, in quel luogo il Santo si prodigava per farli guarire…e li consolava pregando per loro.
Il Santo della guarigione dopo qualche anno aveva imparato a guarire i malati gravi e aveva insegnato ai suoi figli i molti segreti degli unguenti ricavati dalle erbe medicinali…
Nella loro casa, la vita famigliare passava tranquilla, nella pace, il Santo ed i suoi figli vivevano nel benessere senza problemi di economia….
Ma in ogni famiglia, c’è qualcosa che non va per il verso giusto, dovete sapere che uno dei figli a causa della sua indole irrequieta e disobbediente, con il passare degli anni, dimostrò che era davvero di natura un po’ inquieta e quindi si lamentava spesso della vita che conduceva, riteneva quella vita noiosa e poco avventurosa per lui..”sempre a pregare…sempre a pregare …sempre ad aiutare gli ammalati,,,,sai che noia…mi sento un prigioniero a vivere così..desidero per me una vita più avventurosa!” pensava il figlio ingrato.
Per questi motivi, questo figlio di nome Leandro un giorno disse al padre:
“Padre ti devo parlare, ho un problema, mi annoio a vivere con te, voglio realizzare le mie ambizioni di una vita avventurosa e quindi ascoltami:
Dammi tutto quello che mi spetta perché vivere con te mi fa sentire un debole.,,e me ne voglio andare..
Dammi tutto quello che mi spetta perché darti retta mi rende infelice”.
Il padre soffrì molto a sentire quelle parole, in quanto era un padre buono e onesto, fu così che il padre veramente deluso dal dire del figlio di nome Leandro consegnò a lui la sua parte di eredità e quello che gli spettava e gli disse:” adesso vattene oh! figlio ingrato..hai avuto quel che volevi…ora vattene… che tu negligente figlio te ne vada pure.. ecco ti ho dato quello che ti spetta!”.
Il figlio prese parte dei suoi bagagli e il denaro dato dal padre e senza salutare, salendo in groppa al suo cavallo partì per un’altra città..
Li giunto affittò una casa e si comperò da mangiare.
Passarono gli anni ed Leandro viveva spensierato la sua nuova vita, viveva divertendosi è vero, ma dilapidava gli averi donati dal Padre, spendendoli a donnacce e senza mai cercare un lavoro poiché era orgoglioso e gli sembrava chiedere la carità farlo, ogni giorno molti soldi erano persi senza produrre guadagno…ed inoltre molte volte nella taverna perdeva soldi al gioco di azzardo dei dadi..
I mesi passarono e il denaro di Leandro come spesso accade, cominciò a terminare.
Con il passare degli anni, Leandro si causò molti debiti per pagarsi la casa e il vettovagliamento necessario per vivere in questa maniera.
Erano passati dodici anni da quando Leandro viveva lontano dalla casa di suo padre, un giorno i creditori capirono che lui non aveva più soldi per pagare i debiti fatti in quei mesi…e forse mai li avrebbe pagati..e si arrabbiarono molto con lui.
Fu così che Leandro rubò, commise furti ed imbrogli truffando la gente onesta per poter pagare i creditori più esigenti…
Fu così che Leandro diventato ormai povero e pieno di debiti, fu accusato di truffa aggravata e fu condannato e perse quindi la libertà.
Fu condannato a lavorare in modo forzato come uno schiavo in una miniera di zolfo in una zona del nord Italia, miniera dai vapori dannosi alla salute e dalle gallerie sotterranee mal areate…
I molti creditori ritenevano Leandro un ladro..un ingrato che chiedeva sempre soldi in prestito e mai li rendeva…e dicevano “Hanno fatto bene a punirlo, ha avuto quel che si merita!”.
Dopo qualche mese di quel lavoro, frustato e umiliato, Leandro cominciò anche a soffrire nella coscienza per quello che aveva commesso, a causa di queste crisi esistenziali, ebbe problemi di salute di natura psicosomatica, stranamente cominciò anche a soffrire di forti dolori al fianco, dolori lancinanti e forti che gli toglievano il sonno, per molti giorni Leandro soffri tanto, ed a volte per il suo soffrire urlava nella notte per il dolore, camminando avanti e indietro nel cortile e bevendo vino aspro per darsi sollievo.
Vedendolo ormai incapace di lavorare, fu così che i padroni bresciani  della miniera di zolfo stufi di vederlo sofferente e pensando che quella persona era ormai senza speranza e che forse quelli erano sintomi di un castigo divino..molto diffusa era la superstizione tra la gente in quegli anni, i padroni della miniera decisero di portare Leandro, svenuto per il dolore, in un villaggio vicino e giunti in quel luogo lo misero sdraiato a giacere nel cortile circondato da mura di case, mentre lui era svenuto, egli fu sdraiato in mezzo a tutti i tipi di malati, sia malati gravi, che malati di colera ed altri malati ancora …e fu lasciato laggiù al suo destino di moribondo.
Leandro si svegliò e restò sdraiato sul lenzuolo nel cortile guardando il cielo, diventò cosciente di quel che gli stava capitando…ed i suoi occhi lacrimarono, una triste consapevolezza gli pervadeva l’anima e sempre soffrendo sentendosi povero e sperduto, vestito delle sue povere vesti ormai sporche, Leandro decise di aspettare in preda ai dolori la morte liberatrice.
Dovete sapere che quel giorno, passò da quell’ospedale un guaritore, ogni tanto quel Santo passava dai lazzaretti del ducato, quando era di turno nel fare volontariato, a quel tempo non c’erano veri pronto soccorso e chi si ammalava era affidato alla carità della chiesa e dei volonterosi, uno di questi volontari era chiamato “il Santo della guarigione” egli intendeva fare carità ai poveri malati e dar loro una speranza di perdono religioso e forse anche di guarirli dalla loro malattia.
Il “Santo della guarigione” in compagnia dei suoi figli girava a piedi nel cortile del ricovero tra gli ammalati ed ogni tanto faceva del bene a loro..dando conforto e porgendo qualche cura…chiedendo solo all’ammalato di pregare insieme a Lui..
Il Santo per fare del bene, da tempo, si prodigava nei molti siti per ammalati gravi dell’intero ducato, per aiutare lavando e medicando con i suoi unguenti ogni tipo di ammalato.
Mentre porgeva aiuto ai tanti ammalati del ricovero, fu così che il Santo della guarigione si avvicinò ad un ammalato che stava sdraiato tra gli altri.. e il malato era Leandro che giaceva sofferente su dei panni in terra.
Leandro seppur malato lo riconobbe, quel guaritore era suo padre, ma non si fece accorgere e cercò di non far capire di essere lui, poiché si vergognava, egli pensava:” se mi riconosce di certo non mi guarisce…forse mi rimprovera pure poiché i miei peccati sono tanti!” così rimase in silenzio.
Fu così che vedendolo così mal sdraiato e notando la sua sofferenza, vedendolo così addolorato, il “ Santo della guarigione” disse rivolto ai presenti: “Cosa ha questa persona così malata e così sofferente?
“Fermati non lo medicare!” gli disse qualcuno “questo malato finirà all’inferno…stiamo aspettando che muoia e lasci il posto ad un altro..”
“Egli deve espiare!” diceva qualcuno altro presente, forse subisce un castigo divino, sta di fatto che ora stò sventurato sta male, subisce la malattia che meritano gli imbroglioni, abbiamo saputo che questo ammalato, quando era in salute ha abbandonato il Padre e la sua famiglia per una vita avventurosa ed ora ha trovato quello che si merita..la grave malattia”.
Dovete sapere che il Santo della guarigione non la pensava allo stesso modo nell’aiutare e nel far carità ai bisognosi, era differente da tanta gente egoista…poiché era molto buono con chi soffriva anche se non lo meritavano..era strano che quel giorno si trovassero nello stesso luogo, ma il Caso e la Coincidenza vollero così.
“Hai capito Santo!…questo infermo è stato un peccatore ed ha litigato anche con il suo povero Padre e anche in modo cattivo e devi sapere che il Padre ha sofferto molto per le cose cattive che ha sentito dire dal figlio..” disse il sorvegliante del ricovero.
“Devi sapere che questo peccatore è vissuto di gioco d’azzardo e di donne facili ed ha dilapidato tutti i suoi averi a prostitute e inoltre più di una volta lo hanno sentito maledire in pubblico la sua famiglia dicendo che essa é una famiglia troppo all’antica e retrograda…e questo molte volte all’osteria..quindi dai retta a me oh! Santo.. non lo aiutare, lascia che egli muoia poiché sappiamo tutti che è di certo un ingrato..e sia fatta in questo modo giustizia!” disse qualcuno che era li vicino.
Il Santo della guarigione si mostrò infastidito dalla poca pietà per quell’infermo…sapendo che il Signore non è vendicativo e lento all’ira..certo di non disobbedire al Santo Vangelo..si rivolse quindi ad Leandro:
“Cosa hai da dire tu.. malato grave.. hai davvero commesso tutti questi peccati..cosa hai da dire..questi rimproveri sono accuse vere?”.
Deluso e amareggiato per la rivelazione crudele che aveva sentito dire dal prossimo riguardo a lui, vergognandosi e pieno di pentimento, Leandro rispose facendosi forza con le ultime energie che aveva nel suo corpo malato:
“Padre Santo, io sono tuo figlio Leandro .. in questi giorni ho scoperto che la visione della vita che avevo era sbagliata…ho capito che sono in torto con te…mi sono pentito del modo con cui mi sono comportato..mi sono comportato come un ingrato a dirti quelle cose cattive che tu sai….ritienimi un povero peccatore e ti prego scegli di essere Santo con me.….abbi pietà di me e guariscimi tu che puoi come hai guarito gli altri ammalati!.”.
Ed il figlio pentito aggiunse “Ritengo io di aver torto..non penso più quelle cose cattive che ti ho detto!…” ed il Padre rispose dimostrando comprensione: “vuol dire che le punizioni che hanno deciso per te i tuoi creditori non hanno valore.. poiché il peccato commesso é stato causato non da un valido buon ragionamento, ma solo dalla mediocrità umana comune a tanti..non eri sano in quel momento, non eri giusto nella testa..infatti anche il cervello umano come gli altri organi del corpo a volte si ammala.
E mi dici anche che le cosa cattive che mi hai detto…non le pensavi davvero, lo dimostra il fatto che ora ti ritieni un povero peccatore privo di vanità di fronte a me..hai quindi capito che sbagliavi come fanno i peccatori certe volte” disse il Padre al figlio.
Fu così che il Santo prese una decisione e con tutta la sua autorità di medico rispettato dai cristiani si girò verso i presenti e disse rivolto a loro:
“Andate via tutti! Brutti malvagi…costui ha sbagliato proprio come avete fatto voi, che molte volte avete disobbedito alle autorità del ducato… nello stesso modo mio figlio ha disobbedito a voi…ora andate via…la punizione di chi favorisce l’imbroglio e di restare imbrogliato a sua volta..quindi ora andate via!”.
E rivolto ai suoi figli che erano li con Lui quindi chiese: “Allontanateli! ..mandateli via da questo luogo..solo la gente che sa aver pietà di chi soffre e crede nella carità può restare qui..!”
Il Santo guaritore aggiunse: “portate via questa gente malvagia, oltre che disonesta, portatela via da questo ospedale, affinché io possa guarire in santa pace gli ammalati che si trovano in questo luogo”.
I figli del Santo afferrarono con decisione le larghe vesti delle persone presenti contrarie al dovere di fare solidarietà, e le spintonarono accompagnandole fuori dalle mura del ricovero..
Detto questo il Santo guaritore si avvicinò guardando meglio all’ammalato e disse alla persona sdraiata con tono commosso:” ….Si! Sei proprio mio figlio…sei mio figlio Leandro..nonostante la barba che hai ora e i poveri indumenti che hai indosso…ti riconosco sei proprio tu mio figlio..anche se è passato molto tempo da quando sei andato via…ti credevo morto!”.
“Presto! è mio figlio Leandro .. ed è anche vostro fratello.. e mi sta dando ragione..su quel che è accaduto tra di noi… mi sta pure chiedendo aiuto…finalmente l’ho ritrovato….presto figli preghiamo e facciamo in modo che guarisca subito dalla sua malattia!”.
Dovete sapere che l’amore famigliare tra un padre e un figlio è capace di grandi cose, è questo un amore grande capace di fare miracoli.
Agendo con le sue mani sante e dicendo salmi religiosi e preghiere sacre, il Santo della guarigione pose le sue mani sul fianco dolorante di Leandro..li dove al figlio faceva male e cosa accadde? …
Le preghiere di un Padre per i suoi figli molto spesso hanno commosso il Signore..ed anche questa volta fu così:
In quel momento dalle mani del Santo ..un fluido di energia bianca lasciò le sue mani per incarnarsi nel corpo del figlio ammalato..proprio dove gli faceva male …quell’energia benefica portò pace ai nervi doloranti di quella parte del corpo.
In questo modo il figlio Leandro sentì calmare il suo dolore sul fianco..dopo qualche minuto il Santo disse all’ammalato:
“Ora massaggiati con le tue mani..massaggia bene la parte che ti faceva male”.
E così il figlio Leandro ubbidì..e il dolore al fianco passò del tutto come per miracolo.
Il Santo spalmò in seguito un unguento sulle escoriazioni della pelle del corpo dell’ammalato causate dal mal nutrimento, e come per miracolo Leandro in pochi minuti guarì anche di esse e le sue ferite sparirono all’improvviso..
“Ora miei figli, portate vostro fratello ormai guarito nella nostra casa e consigliate a vostra madre di cucinare per lui un pranzo molto ricco che voglio festeggiare la nostra riconciliazione con lui” disse il Santo guaritore ai suoi figli.
Fu così che il figlio Leandro ritornò a vivere nella casa di suo Padre.
Il Padre Santo ogni tanto ricordava al figlio il suo certo perdono, vincendo le crisi di coscienza del figlio ravveduto causate da frequenti dubbi e dovute anche dalle frasi scherzose dei fratelli integerrimi, risolti questi problemi fu così che la felicità potè ritornare per sempre in quella famiglia adesso riunita..
I suoi fratelli furono educati a rispettare Leandro, egli era il fratello ravveduto, anche se lui in passato era stato un ingrato ed un disonesto con i famigliari, Leandro era pur sempre sangue del loro sangue e tutti compresero che era giusto che fosse perdonato anche da loro.
Morale: la riconciliazione con il Signore in punto di morte, ottiene la promessa del Paradiso, se la causa della disobbedienza, é stata dovuta ad una semplice pazzia momentanea causata dalle cattive compagnie spirituali, di certo considerando questa attenuante, in quel momento sarà concesso il perdono al pentito…poiché il Signore non è mai vendicativo e sa anche perdonare..è questo è possibile se non avete mai offeso il Suo Concedere Misericordia..


FINE


Milano Ottobre 2012
Autore: Egidio Zippone
Giudizio: saggio, buono, virtù della Fede
voto: (da 5 a 10): 9

Favole di Egidio: Indaco: permettere di comprendere il differente da noi..(per ragazzi)

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(racconto di tipo viola e bianco)

tempo teorico dedicato per la lettura 30 minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

INDACO..PERMETTERE DI COMPRENDERE IL DIFFERENTE DA NOI..

INTRODUZIONE: Ogni nuova vita insegna qualcosa a tutti, così fu per Indaco..che fu un bambino speciale.

Favola: Indaco…permettere di comprendere il differente da noi..

INIZIO.

Vi voglio raccontare cosa accadde nel mondo delle favole e della fantasia, in questo mondo tutto è permesso è sufficiente immaginare e capita…. infatti:

Al tramonto..il sole aveva ancora un po’ di forza

Un cavolo rosso e una cicogna blù crearono un figlio

concepirono un figlio nuovo..mai vissuto un bambino simile ed il color del suo corpo appena nato era bluetto-viola..cioè color indaco.

Lo chiameremo “Indaco” disse il papà cavolo alla mamma cicogna “per l’aspetto che ha..e questo in onore del sole al tramonto..l’ultimo nato in quel giorno”

“Egli si nutrirà di pensieri nuovi e apprenderà da essi ciò che gli servirà per la vita successiva….Gli altri bambini assomigliavano tutti ai loro genitori ed hanno questo dovere…lui invece no!……il bambino Indaco assomiglia solo a se stesso..non è rosso e non è neanche blù!.”

Ormai grande Indaco apprese da suo padre il cavolo che lui era differente dagli altri bambini..forse aveva altri doveri..era un bambino speciale…Indaco aveva capito che gli altri bambini della sua età..erano prigionieri dell’idea di dover imitare la vita dei loro genitori..lui Indaco invece capì che non aveva questo dovere..non sentiva il bisogno di essere come i suoi genitori…e poi i suoi genitori non insistevano..

Incontrò il bambino “verde” che aveva il dovere di imitare i genitori nel rendere tutta uguale la gente: ognuno doveva diventare ed essere uguale all’altro..era per questo che i bambini verdi erano felici, essi si ritenevano tutti uguali gli uni agli altri e si assomigliavano in tutto.

Incontrò il bambino “bianco” che aveva il seguente dovere: come del resto i suoi genitori, di essere mite e calmo e convincere le genti alla pazienza e alla vita tranquilla….

Incontrò il bambino “nero”..che aveva invece il dovere di convincere la gente a impossessarsi della fetta migliore della vita e vivendo obbedendo al necessario per lui opportunismo, aveva il dovere di diventare il più forte ed il “vincente”…in questo modo doveva riuscire a vivere nel miglior benessere possibile….l’importante che lui “bambino nero” diventi il migliore degli altri e per farlo deve imparare a saper tenere nascosti tutti gli errori che aveva commesso…

Incontrò il bambino “rosso” che ha il dovere di convincere le genti alla rivoluzione e alla pretesa che tutte le ingiustizie sociali siano tolte dal mondo..il dovere che si abbia un impegno politico nella vita per cambiare il mondo..un dovere spirituale che possibilmente é dedicato alla difesa del popolo….il dovere di essere anche eroi….e bisognava dimostrare intelligenza dimostrando di avere un buon posto di lavoro..

Dopo avere compreso i doveri degli altri…Indaco si chiese quale era il suo “dovere di vita”, così chiese consiglio ai genitori, per avere qualche idea di spiegargli quale era il dovere loro..in modo che lui potesse obbedire a qualcosa di utile, e la cicogna sua madre gli rispose che il loro dovere era di mettere al mondo figli e tanti e di donarli al destino che vorrà per loro il “Signore della vita”..

quindi Indaco se vuoi saperlo potresti chiedere ad esempio a Babbo Natale che sta sulla montagna piena di neve, quale è il tuo destino e dovere in questa vita…..

Indaco decise di scrivere una bella letterina a Babbo Natale…e la spedì “Caro Babbo Natale spiegami questa vita nuova che ho!”, scriveva indaco.. “quale destino e quale dovere mi danno?..infatti i miei genitori mi hanno lasciato decidere per mio conto..mi hanno dato il potere del libero arbitrio…non ci tengono che io sia per forza uguale a loro..quindi chiedo consiglio a te quale è il mio dovere di vita?’” e Babbo Natale gli rispose in sogno e gli disse:

“il tuo destino è scoprire cose nuove e insegnarle a me..in seguito consigliato da te evolverò le mie intenzioni, nel comprendere ciò che è meglio di ogni cosa, per consigliare il mondo moderno con più saggezza..”

“Questo imparare sperimentando è il tuo incarico, e ti permetterà di vivere a lungo e di non desiderare la morte nemmeno da anziano..in quanto il tuo imparare anche dagli errori è capito anche da me..…infatti sei tu una vita nuova e non hai ancora un esperienza di vita collaudata che ti protegge e ti consiglia..”

Indaco si svegliò e capito questo incarico spirituale, Indaco diventato un giovanotto, decise di girare il mondo e scoprire cosa fa litigare la gente e cosa la fa innamorare e riferire quindi alla fine del suo girovagare al Babbo Natale quello che avrà imparato dal mondo..come fu deciso nel sogno e fu comandato a questo dovere in precedenza.

Indaco andò a ovest e poi ad est nel mondo..viaggiò verso sud e verso nord sulla Terra come il suo intuito lo comandava….interpretò e sperimentò le differenti verità del mondo..e studio le molte filosofie esistenti.

“Ricordati Indaco che puoi sbagliare ..in quanto per te il mondo è visto con occhi nuovi..e la prima volta che tu vivi sulla Terra..e quindi tutti i tuoi errori saranno giustificati dalla tua inesperienza di vita e dal bisogno di capire i segreti di essa!”..gli ricordava in sogno Babbo Natale quando Indaco diventato adulto cominciò a subire i rimproveri degli altri individui umani… infatti a causa del suo sperimentare egli si comportò in modo incoerente ai convincimenti degli uomini integerrimi…

In seguito quando morirai come tutti e risorgerai come i tanti…ciò che hai imparato in questa vita ti guiderà e consiglierà per le vite successive che avrai….con idee e metodi nuovi da te vissuti e sperimentati.

Passarono gli anni e l’imparare di Indaco fu questo:_

egli lo meditò a lungo ciò che imparò..e quindi Indaco si mise a scrivere un’altra lettera a Babbo Natale e la spedì per riferire:

“Caro Babbo Natale… sulla Terra gli uomini….si vogliono tutti uguali tra loro..vogliono unirsi in qualcosa di uguale e di unico e non ci riescono senza far soffrire qualcuno altro!”…

“Questo ultimo, questo qualcuno molto spesso é escluso e discriminato, umiliato dai loro giudizi, dalle loro scelte e opportuniste e furbe, si sente obbligato a sobillare la loro pace e vuole anche lui imporre per diritto la sua esistenza ed a volte lo fa con cattiveria….poichè è un disperato..forse troppo è il peso ed il malumore che lui deve sopportare!”

Io Indaco ho quindi capito che è impossibile con precisione, rendere uguali il prossimo ad un altro..gli uni agli altri..poichè ci saranno sempre delle differenze…nel mondo quindi non ci sarà mai pace se le cose continueranno così…e cioè se si vorranno tutti uguali per forza…poichè esistono sulla Terra ben sei tipi di razza umana differente..

questo Indaco riferì a Babbo Natale dopo che gli ebbe scritto..e continuò:

“Che se il mondo e le genti per come é stato creato, debbono essere per loro destino tutti differenti…

poichè a causa delle origini diverse e complicate che hanno avuto devono essere differenti per forza ..

per le diverse necessità di organizzazione la vita che hanno gli umani..devono essere differenti per forza..

per i molti peccati commessi e che capitano sulla Terra devono essere gli umani differenti per forza…

occorre che nel mondo quindi ci sia molto più sentimento di amore e tolleranza tra le varie sapienze che comandano la vita..e che nessuno debba considerare invalida ed inferiore l’altra, ogni idea e filosofia deve essere in parità e nessuna discriminata…questo in nome della pace tra i popoli.

Ma purtroppo questa volontà sulla Terra non esiste ancora poiché si vogliono tutti uguali e molti non ci riescono a esserlo..”

Dovete sapere che Babbo Natale tenne conto dei consigli di Indaco, e li meditò.

“Caro indaco”, disse in sogno Babbo Natale, “per merito tuo il mondo è diventato consapevole che è totalmente fatto di esseri differenti e motivazioni differenti, ci sarà quindi un cambiamento, l’umanità dovrà diventare comprensiva del rispetto e del tollerare l’opinione libera di ognuno e di ogni natura anche se essa é diversa dalla maggioranza..di conseguenza il dovere di essere tutti uguali non ci sarà più, che la fratellanza e l’amore tra i differenti consigli da ora in poi l’umanità a non discriminare le minoranze..”

Passarono gli anni sulla Terra

Ora che il mondo per merito di Indaco è quindi certo che nessuno approfitterà più di chi incontrerà, ma che tutti si doneranno gli uni agli altri per completarsi a vicenda con le differenti capacità e abilità che proteggono.

Adesso che il mondo si è convinto di questo .. Indaco l’anima nuova creata dal Signore della vita, può provare molto compiacimento…egli è diventato quindi un essere angelico.

Nel mondo tra le varie sapienze che gestiscono la vita..che smetteranno finalmente di offendersi tra loro……regnerà la pace per sempre….grazie alle intenzioni di Indaco.. “lo spirito nuovo”…che si incarna nelle persone che vogliono veramente la pace.

Da allora si dice che se il bambino in questione vuole bene anche a chi è differente da lui, quel bambino é un bambino di tipo “indaco”..il bambino tipo indaco infatti permette di dare amore anche a chi si è reso differente in qualcosa..l’importante è però che chi ha peccato nella sua vita non abbia mai contestato il Volersi Santo del Signore…poiché da questo dipende il perdono di tutti i peccatori..e dal loro poter vivere in pace…dipende dal Suo Volersi Santo con noi..sue povere creature vulnerabili agli errori..

Fine

Autore: Egidio Zippone

Milano, Febbraio 2007

Giudizio: Interessante, originale

voto: (da 5 a 10): 9