Favola di Egidio: il leone bugiardo ed il cervo egoista (per ragazzi)

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leone


(racconto di tipo verde)

tempo teorico dedicato per la lettura 25 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO..

IL LEONE BUGIARDO ED IL CERVO EGOISTA..

Favola: il leone bugiardo ed il cervo egoista..

INTRODUZIONE: le leggi della Natura e il modo con cui è stata creata quindi selvaggia, sono state spesso causa di ingiustizie e sofferenze per chi tutti i giorni lotta per sopravvivere..che sia egli predatore oppure erbivoro..

INIZIO

Nel mondo delle favole, tutto è permesso, c’era una volta nel mondo della fantasia..

il Signore della Natura..

Un tempo lontano il Signore della Natura aveva detto:..

“al leone ho dato la forza necessaria a procurarsi il nutrimento e la grinta necessaria a compiere questa cattiveria ed alcuni privilegi utili a farlo sentire superbo!”

“al cervo ho dato l’agilità e le puntute corna e l’intelligenza del pluralismo che dissuadono alcune iniquità..ed anche l’accontentarsi di nutrirsi di s9ola vegetazione..ma anche gli ho dato uno spirito di sacrificio utile al destino degli  animali erbivori, che sono  animali molto spesso divorati dai predatori'”

Fu così che il leone in quel tempo, inseguiva e impauriva il giovane cervo per tutta la savana per nutrirsi delle energie del cervo..

e le leonesse sue complici si compiacevano di questo fuggire e rincorrersi e soprattutto della supremazia dimostrata dal leone in questa guerra..

Ma nonostante le difficoltà, il giovane cervo riuscì a restare vivo e la natura rese forti le belle corna che aveva sulla testa..e agili le sue zampe..

In quei giorni il leone e le leonesse avevano  fame ed erano sempre bisognosi di forza vitale da rubare, per nutrire il suo corpo famelico il leone era sempre affamato per rendere forte se stesso ed i suoi seguaci, occorreva dimostrare  ogni giorno cattiveria..

Il leone aveva capito che il giovane cervo non voleva collaborare con sacrificio al suo nutrimento famelico..il giovane cervo non voleva donare al leone le sue carni..

Fu così che il leone cambiò strategia e causò un ricatto psicologico, minacciando il cervo di ricordargli i suoi peccati commessi (tutti gli animali ne hanno qualcuno)…aggiungendo con furbizia, che al parere severo dei leoni … gli animali erbivori della savana non possono avere certi errori, commettere dei peccati esagerati, era secondo il leone un privilegio dei solo cattivi animali carnivori… quali ad esempio il leone…..e suggeriva quindi al cervo: ” cervo fatti mangiare da me!, così morirai e smetterai di soffrire nel sentire descrivere i tuoi peccati strani e nel dovere ammettere a tutti gli erbivori di averli commessi!..”

Il cervo che fino a quel momento pensava che gli animali potevano avere oltre alle cose giuste anche qualche errore nella loro storia di vita..si spaventò molto di questo convincimento iniquo del leone.. e pensò che doveva pur reagire in qualche modo..

Fu così che il cervo diventato adulto, abbandonò ogni forma di dialogo e compromesso, avendo capito l’inutilità del metodo pacifico suggerito dal Signore della Natura, e quindi del sacrificio di fare patti non vantaggiosi per la salute con animali cattivi..ed utilizzò quindi le corna puntute per poter ferire sia il leone che le sue leonesse complici ..e lottò con coraggio gareggiando con loro…utilizzò le sue agili zampe per fuggire quando era necessario, esse erano agili e forti e resistenti nel correre..e ferì molte volte colpendo con le corna le leonesse ed il leone..

Fu così che in un ennesimo inseguimento a rischio di morte nella savana, che accadde qualcosa di insolito… il vecchio leone per il troppo sforzo continuato nel correre dietro ad un giovane cervo….si mise a tossire e stette male…si accasciò al suolo e mori tutto ad un tratto di infarto..

Le leonesse vedendo il vecchio leone morire di mal di cuore…furono prese dalla paura..poichè ritenevano il loro capo..il leone..un essere superiore.. impaurite…stupite della fortuna del cervo e rese superstiziose dalla malattia del leone..che secondo loro forse era stata causata da una magia dello stesso cervo..le leonesse fuggirono via..

Tutti videro così il furbo cervo fingere di vantarsi che la morte del leone era stata causata da lui..da una sua abilità..in modo da creare una suggestione magica nella foresta che dissuadeva gli altri predatori ad affliggerlo….e poi disse tra sè e sè: “che credulone quelle leonesse non sanno che non c’è nessuna magia..e la loro paura è causata dalla loro ignoranza…poichè io c’ero quel giorno e solo io so che il capo dei leoni è morto si! ma a causa di circostanze naturali!”

Fu così che nei giorni seguenti, morto il capo dei leoni, il cervo potè vivere in pace e nella tranquillità per molto tempo..

e passarono anni felici per il cervo ed tutti gli erbivori…le leonesse si dispersero in quanto erano diventate  prive di un organizzazione valida..

Ma un triste giorno dalle montagne arrivò un falco che volando in compagnia di un’aquila entrambi raggiunsero il cervo e gli  dissero:

“ci hanno detto che tu cervo, hai ferito e poi fatto morire il leone, tu cervo hai pure danneggiato le leonesse in quanto erano sue complici nel bisogno di nutrirsi in quanto era questa la loro natura..ora nella savana non c’è più un re, adesso non c’è più un capo, ora non c’è più un equilibrio, tu cervo devi pagare per questo danno alla natura e devi rimediare al fatto che non si sa più chi comanda nella savana..”

Il cervo stupito che il falco e l’aquila non comprendessero il suo buon istinto alla sopravvivenza, intenzione necessaria al sopravvivere alle difficoltà della savana.. urlò in sua difesa alle loro accuse:

“che sia il Signore della Natura a consigliare il modo di rimediare..e che sia il Signore della Natura a dire se questo rimediare è necessario.. e non quello che pretendete voi.. a cui io non mi sento obbligato!

il Signore della Natura fu consultato e così rispose:

“che ogni specie ed ogni idea filosofica obbedisca alla sua natura, che io sò di aver creato..e che tra loro abbia ragione solo chi sa farsi capire nella sua diversità!”

il cervo allora per giustificarsi aggiunse:

“non si può amare chi ci affligge…non si può amare chi ci causa sofferenza e vuol renderci schiavo.. e quindi nemmeno i suoi complici indifferenti a questa ingiustizia..e giusto che ogni specie si difenda con coraggio e come può, secondo i doni ricevuti dal Signore della Natura Creatore di tutti noi..!”

Fu così che il falco e l’aquila avendo intuito che il coraggioso cervo era riuscito a farsi capire dal Signore della Natura, intuirono che quella era la vera natura del cervo voluta dalla creazione..il cervo si era dimostrato un egoista in quanto non voleva contribuire a nutrire i leoni dimostrando sacrificio, come fanno tutti gli erbivori e decisero di lasciarlo vivere finalmente tranquillo..

ed infine giunse in quel luogo volando una allodola celeste…

che si aggiunse al dibattito, in quanto esperta del dover rimediare ai danni commessi,  l’allodola celeste diede ragione  al volersi furbo ed egoista del cervo, al parere della allodola non era giusto insistere e rimproverare il cervo del suo volere sopravvivere…e spiegò il saggio motivo che l’aveva convinta a questo:

“come fu tollerato dal Signore della Natura.. quel lungo periodo di abusi da parte dei predatori carnivori nei riguardi del povero cervo… abusi che furono voluti ed istigati e causati dalla natura del leone..

ora allo stesso modo è giusto e saggio che noi tutti tolleriamo e comprendiamo il comportamento egoista del cervo in quanto si è dimostrata sua natura rifiutare di essere sacrificato …e quindi vi chiedo di rendere libero il cervo dal dover rimediare, anche se é colpevole di aver causato la morte del leone ed aver danneggiato le  leonesse  rendendo non più possibile aiutarle..”

E fu così, che anche per consiglio della allodola celeste, che il cervo fu capito da tutto il mondo degli animali, sia carnivori che erbivori,  nel suo non sentire al dovere di rimediare…e nel suo non volere essere sacrificato..

Gli animali carnivori, che furono complici dei leoni..e che speravano nella giustizia del Creatore  della Natura ad esempio le iene..restarono quindi delusi a causa della comprensione diffusa di una miglior Sapienza e Saggezza che da quel giorno consigliò le regole della vita animale nella savana..fu deciso che gli animali erbivori avevano il diritto di lottare per sopravvivere, ed fu così che agli animali carnivori furono tolti tutti i privilegi..

Fu quindi detto a tutti gli animali complici del leone..

” è inutile che vi lamentate che non avete più un capo…dovevate stare attenti a non rendervi complici di un iniquo leone..avete sbagliato poichè avete per anni compreso questa furbizia .. e ora é giusto che allo stesso modo dovete ora comprendere la natura furba ed egoista del cervo..e la sua decisione di voler sopravvivere..

MORALE:

Molti individui umani hanno commesso errori…in quanto esseri che sono poco di più  degli animali questo é  comprensibile, il problema é causato da alcune persone che sono proprio “Quaccherequa” e si sono convinte ugualmente alla superbia, cioè ad un modo non adatto e falso alla loro intera vita, questo convincimento bugiardo li rende vuoti nello spirito ed affamati predatori del benessere degli altri..obbligando loro a chiedere ingiustamente continui  privilegi..

Ma ogni vita umana va quindi accettata nella sua esistenza, e nel far questo non bisogna pretendere troppo da essa, in quanto l’individuo umano è un essere umile ha origini povere, e sicuramente non é  una creatura angelica..

Fine

autore: Egidio Zippone

Milano, Novembre 2021

giudizio: istruttivo, fantasioso

voto: (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: la iena furba e la vendetta del cervo (per ragazzi)

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(racconto di tipo nero e verde)

tempo teorico da dedicare per la lettura circa 20 minuti..

FAVOLE  DI EGIDIO..

Favola: la iena furba e la vendetta del cervo..

INTRODUZIONE: a volte certi peccatori per fuggire alle loro punizioni e rimproveri..inventano ragionamenti che coinvolgono la vita di altri causando disagio..

Favola: la iena furba e la vendetta del cervo..

Inizio

Nel mondo delle favole, dal punto di vista geografico la natura è simile ma non identica a quella della realtà, in ogni caso, nel mondo della fantasia accadde che un giorno:

una iena disprezzata dagli altri animali per il suo brutto aspetto e per il suo stile di vita ed il suo disgustoso modo di nutrirsi, poichè viveva rubando gli avanzi di animali catturati ed uccisi da altri predatori…. incontrò il Signore della Natura e temendo di essere punita a causa dell’antipatia per lei che avevano gli altri animali che si ritenevano più sani di lei e più puliti, così consigliò al Signore della Natura avendolo incontrato:

“mio Signore comprendi e tollera i peccati delle iene che rubano come me ..ma é giusto che qualcosa rimproveri..ascolta il mio consiglio allora……invece di punire i molti peccati che commettono gli animali..rimprovera e causa molta sofferenza ad una sola diversità commessa dagli animali…. noi iene sappiamo ad esempio di un cervo che non ha duplicato i suoi geni e forse mai lo farà.. cioè non ha figli oppure non ne vuole…io iena invece ho fatto figli..non punire quindi me …ed invece punisci con la depressione solo quel cervo.. che sta disobbedendo al tuo consiglio di vivere sulla Terra obbedendo al dovere di moltiplicarsi nella sua specie..”

il Signore della Natura ascoltò le ragioni della iena… e rimproverò anche Lui la iena per aver rinunciato a nutrirsi andando a caccia di animali vivi come facevano gli altri predatori, invece di scegliere per sola pigrizia di cibarsi rubando resti di animali già morti da giorni come faceva.

Il Signore della Natura intuì che i rimproveri della iena erano invece causati dalla sola furbizia escogitata in modo da poter approfittare anche lei dei problemi di qualcuno tra gli animali..e poi rispose:

“non è un problema per la vita del mondo degli animali che qualche animale non avrà figli…poiché è la moltitudine della quantità degli animali e non la qualità degli animali a garantire il proseguimento della vita animale sul pianeta ..e quindi sarà la moltitudine del branco a impedire la estinzione di qualunque specie..”

e poi il Signore della Natura continuò:

“tanto ho capito che tu iena sei una furba..e insisti a pretendere da me rimproveri ad altri.. per evitare che sei tu ad essere rimproverata..ed ottenere in questo modo il permesso iniquo di poter approfittare del benessere di altri animali e dando in cambio la tristezza causata dai rimproveri che ricevete voi iene per il vostro rubare..

Il Signore della Natura mai e poi mai..ha deciso che sarà un giudice iniquo della vita..e quindi ti disapprovo e ti ordino di allontanarti da me cattiva consigliera..”

Fu così che il Signore della Natura negò l’aver fortuna alla iena per punirla della sua intenzione iniqua..di far soffrire sempre gli stessi..

Fu così che un giorno il cervo avendo saputo da un’aquila sua amica.. che una iena aveva parlato in malo modo di lui al Signore della Vita e della Natura…obbedendo alla sua natura di animale… il cervo di questa favola..decise di vendicarsi…poiché dovete sapere che per quel cervo l’importante, da non disobbedire mai, non era di fare figli, ma era di non farsi catturare dagli esseri umani restando sempre libero..facendo restare in questo modo numeroso il branco di cervi a cui apparteneva..

Fu così che un giorno il cervo si recò nella tana di una tigre ..durante l’assenza dell’animale più feroce di tutti..e scrisse sulla parete della grotta della tana (dovete sapere nelle mie favole gli animali oltre che parlare sanno anche scrivere e leggere) il cervo si mise quindi a scrivere sulle pareti della caverna, dove la tigre trascorreva la notte e si nascondeva durante le giornate di pioggia..sulle pareti il cervo scrisse con dei legnetti carbonizzati un segreto della iena con parole che suggerivano dove si nascondeva una cicciottella e gustosa iena dalla carne tenera tenera e saporita al palato di una tigre feroce..e poi furbescamente se ne andò..

La tigre tornò nella sua tana nel pomeriggio ..lesse il messaggio anonimo scritto sulle pareti rocciose della tana..e non seppe mai chi ne fu l’autore..

La tigre feroce il giorno dopo seguendo le istruzioni delle parole scritte, si recò in quel luogo…trovò e vide la indifesa iena mentre dormiva..e gli si lanciò contro e la divorò in poco tempo…gnam gnam..

Giorni dopo il cervo avendo capito che la iena sua nemica era finalmente morta…disse compiaciuto tra se e se:

“Saggio è il Signore della Natura nel giudicare la vita degli animali ed Onnisciente e giusto nel comprendere che in ogni specie di animale ci sono  tanti modi di vivere..impedendo così all’iniquità crudele ed assolutista di qualcuno (la iena) di diffondersi nel mondo..”

MORALE:

Il Signore della Natura comprese il sentimento di vendetta che fu appagato dal cervo..poiché il disagio che rischiava il cervo di subire era considerato da Lui e dal cervo troppo grande..si! vivere provando molto spesso depressione ..a causa del dovere di ritenere se stesso il solo animale anomalo… e quindi di essere l’unico animale dannoso come esempio alla vita degli altri..

Fortuna per il cervo fu… che il Signore della Natura si rifiutò di assecondare la furbizia della iena ..

Fine

autore: Egidio Zippone

Milano, Novembre 2021

giudizio: istruttivo, fantasioso

voto: (da 5 a 10): 9

 

 

 

Favole di Egidio: il centauro amico..

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(racconto di tipo verde)
tempo teorico da dedicare per la lettura 25 minuti
FAVOLE DI EGIDIO..
Favola: il centauro amico..
Introduzione: quando la pignola logica dell’uomo civilizzato non vi comprende…in quel momento é possibile che giunga a voi l’aiuto delle leggende pagane e delle loro creature ad aiutare spiritualmente chi è in difficoltà..questo nelle favole è possibile..
Inizio
C’era una volta, nel mondo delle favole,
un individuo che per motivi di voler fare turismo, ed in quanto annoiato dalla vita che conduceva, aveva deciso di girare il mondo e si era messo in viaggio..
Cammina e cammina sotto il sole cocente ed a volte sotto la pioggia..l’individuo umano si rese conto di quanto era buona la sua resistenza fisica e si vantava tra se e se di quanto era forte nel camminare..
Ma durante il cammino, mentre si trovava per una strada in salita, fu avvicinato da uno spettro che disse:
“sono lo spettro della logica degli uomini e della loro coerenza e so che tu hai disobbedito alla Sapienza dell’Uomo..devi sapere che la forza umana di cui ti vanti non la meriti..”
Lo spettro con tono severo ordinò quindi: “che la forza spirituale dell’Uomo, che per sua volontà si vuole essere integerrimo, abbandoni questo viandante ….in quanto ritengo che non é degno del suo aiuto!..”
Fu così che quel viandante in quel momento avvertì le forze muscolari e spirituali abbandonarlo ..e cominciò a sentirsi molto debole e stanco..sia fisicamente che mentalmente ed utilizzando le ultime forze indebolite che gli restarono…. fu così che urlò:
“in questo momento troppo grave è il disagio che avete comandato!”
Fu così che a sentire quelle parole disperate.. una voce nell’aria unita ad il soffiare di un vento freddo, si senti dire rivolgendosi all’individuo umano che era in difficoltà:
“Io Creatore di ogni cosa sulla Terra…ho capito che per il motivo che i tuoi simili umani, non si sentono obbligati a darti lo aiuto spirituale necessario…ho deciso che Io… ho il dovere di confortarti chiedendo ad un mia creatura pagana di darti forza..poiché a chi è stato impedito l’aiuto dell’uomo.. secondo me ha diritto all’aiuto dei mostri..poichè è questa una bontà che dimostra la mia Giustizia Divina..
Fu cosi che di fianco al viandante indebolito apparve all’improvviso un centauro bianco si! apparve un sagittario….un individuo faunesco..
Al solo vederlo l’individuo umano si sentì meglio nel fisico poiché il viandante aveva capito che quel mostro pagano era giunto a lui per aiutarlo con la sua forte energia spirituale in lui contenuta.. e cosa accadde?
L’individuo umano e l’individuo faunesco si legarono spiritualmente nella forza..poiché dal centauro bianco scaturì un fluido ecto-plasmico di luce bianca che si impossessò del corpo dell’individuo umano..rendendolo forte nell’energia muscolare..
Fu così che a quel viandante fu permesso di ritrovare le forze necessarie a proseguire il viaggio a piedi..superando le difficoltà che incontrava durante il suo viaggiare..
Il viandante girò il mondo e non ebbe nessun problema, poichè fu aiutato dalla forza spirituale che utilizzano i mostri pagani che è simile a quella disponibile dagli esseri umani..quindi è compatibile..
Morale:
sembra basandosi su questo racconto che l’individuo umano…quindi l’uomo sospettato di essere incoerente alle regole, abbia diritto nell’Universo anche lui all’aiuto di esseri soprannaturali che lo proteggono dalle difficoltà che incontra e lo confortano anche portandogli fortuna..quando si chiude una porta è doveroso che se ne apre un altra..
Definizione di mostro: individuo faunesco che dispone di una minor bellezza nella sembianza rispetto all’individuo umano..cioé l’uomo..ma che è in grado di confortare ugualmente anche lui chi gli chiede aiuto..
fine
autore: Egidio Zippone
Milano, Gennaio 2021
giudizio: fantasioso, originale
voto: (da 5 a 10): 9