FAVOLA DI EGIDIO: il mulo bianco ed il cavallo nero (per ragazzi)

cavallo nero

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(racconto di tipo verde e bianco)
tempo teorico per la lettura circa 25 minuti

FAVOLE DI EGIDIO..
IL MULO BIANCO ED IL CAVALLO NERO

INTRODUZIONE: pur dimostrando capacità superiori alla norma, ugualmente é consigliabile rispettare per educazione chi sembra mediocre in confronto a noi,…tutte le forme di vita vanno rispettate e mai discriminate…

Favola: Il mulo bianco ed il cavallo nero..
Inizio
Esistono nel mondo due categorie di persone, i mediocri ed i migliori.
Gli intelligenti di solito quando si rendono conto di essere più dotati intellettualmente tendono a prendere il sopravvento su chi ritengono stupido, senza sapere che chi pretende tanto dalla vita dovrà pagare un giorno un prezzo più alto se si sarà comportato male…
Si sa che nelle favole gli animali parlano e condividono le difficoltà della vita proprio come le vere persone..quindi cominci pure la favola..

C’era una volta, nel mondo delle favole, una fattoria con tanti animali, in essa vivevano anche un mulo ed un cavallo dal manto di colore nero…
I due erano trattati alla pari dal padrone..ma il cavallo non era contento di questa parità..si credeva fatto di qualità migliori e brontolava di questo.
Il cavallo stufo di sentirsi un mediocre uguale agli altri, poichè era più vanitoso, un giorno disse al mulo:
“La classe non è acqua..io sono più bello, sono più alto e muscoloso e quindi voglio essere trattato meglio di te..siccome geneticamente ho migliori qualità ..il mio avere qualità fisiche migliori.. deve anche essere pari al mio vivere più comodo in confronto a te..capito tu stupido mulo che sei simile ad un asino!”.
Ed il cavallo nero aggiunse:”Io sono perfetto nel galoppare, nel tirare la carrozza e sono più veloce nella corsa di chiunque animale della fattoria, quindi le mie capacità sono certe e migliori delle tue..e quindi è giusto che io mi senta superiore a te..è una questione di competizione e di meritocrazia..è giusto che io siccome sono più rapido nel correre..sia considerato meglio di te..capito stupido mulo..devi sapere che sei pure infertile in quanto sei un ibrido, poichè sei un incrocio tra un bel cavallo ed un brutto asino! ”.
“Anche perché l’errore più grande che possa fare un essere intelligente nella vita è di comportarsi come un asino..e cioè quello che sei tu!”
Rispose il mulo: “sei tu che ci tieni di più a sentirti superiore di me, siccome sei fatto così… fa come ti pare!” rispose il mulo indifferente.
Ma il cavallo nero tutti i giorni continuava a brontolare:
“Asino sei… e vuol dire che lo sei… ed é per questo che commetti troppo errori..mi sei inferiore.. sei troppo uguale alla specie asino..convinciti subito!” affermò il cavallo nero..
“Si è come dici tu!”..ammise il mite mulo…”sono un asino..un semplice asino..tutto qui! ma anche tu fai arrabbiare ogni tanto il padrone..infatti conosci anche tu il frustino.”.
Ma non contento ancora, il cavallo nero pieno di superbia continuò:
“Vedi io che sono un cavallo sano, sono stato creato senza avere difetti fisici e più intelligente, ed anche a difendere i miei momenti di vita con furbizia e sagacia..quindi sono io che devo mangiare per primo il fieno migliore e bere per primo l’acqua nella vasca più pulita..non ti pare?”
“Il mio padrone è infatti un nobile istruito” aggiunse il cavallo nero “egli é padrone della fattoria in cui siamo..ed io sono usato per il giorno della domenica, quando il padrone si veste elegante e va in paese e si fa un grande con i paesani”.
Poi il cavallo nero girandosi verso il mulo si rivolse con opportunismo:” il tuo padrone stupido mulo è invece il servo del mio e cioè un contadino ignorante!”,
“Si! è come dici tu!”..rispose rassegnato il mulo al suo dire..
”ma quando la smetti..vedi ti do ragione…. sperando che tu la finisca con questi modi insolenti e così ottengo finalmente un po’ di pace..mangia prima tu e bevi prima tu..se è questo che vuoi..se ti fa contento!” rispose il mulo.
Ma al cavallo nero non gli bastò e aggiunse, mentre mangiava e beveva:
“Il segreto della vita è di non avere errori nel fisico e neppure nel comportamento e di essere fertile, ad esempio quelle brutte orecchie lunghe e pelose di asino sono certamente un errore di forma e di aspetto, ed infatti come vedi io non c’è l’ho, le mie orecchie sono più belle e lisce, la mia criniera è più folta ed elegante della tua!” aggiunse il cavallo mentre con vanità si guardava il corpo riflesso nella vasca della fonte da cui stava bevendo…mentre il mulo invece aspettava il suo turno di bere con pazienza.
E così il mulo per vivere in pace e non sentire sempre cattivi giudizi sul suo essere modesto, dovette per giorni e giorni..non per colpa sua..ma per colpa del cavallo, subire in silenzio i suoi paragoni opportunistici, poiché il cavallo si dava troppe arie ed era anche un arrogante esagerato…e dovette il mulo nella sua vita rassegnarsi di permettere agli umani…di considerare di più il cavallo rispetto a lui.
Passarono gli anni e la natura comandò di invecchiare a tutti e due gli animali e la buona salute cominciò loro a mancare.
Un giorno come natura vuole entrambi morirono…ma stranamente contemporaneamente…
Tutti è due avevano commesso errori..del tipo di disobbedire al loro padrone nei momenti di lavoro nella fattoria..erano stati testardi e ignoranti …ed anche perchè la perfezione difficilmente esiste per qualcuno sulla Terra…infatti molte loro disobbedienze avevano causato l’arrabbiarsi del loro padrone diretto…quindi per gli Angeli entrambi avevano commesso errori di certo.
Giunse il loro momento e gli Angeli portarono tutte e due le loro anime ad un sogno dove sarebbero state giudicate in modo onesto, proprio come sarà per tutti gli esseri viventi, e sapete come è? seppur un sogno tutto questo sembrava realtà…
“Noi sappiamo!” dissero gli Angeli ai due animali che stavano inginocchiati chiedendo clemenza….”Noi conosciamo tutti i segreti della vostra vita, sia nel comportamento privato più nascosto che nel comportamento in pubblico”
“A noi non si può mentire..è inutile mentire al nostro cospetto..è inutile negare l’evidenza..per noi la giustizia è una!”
“Dimmi tu mulo sono certo che hai commesso errori, ma perché hai sbagliato?”
Dopo un pò di silenzio il mulo rispose:”Ho sbagliato perché sono molto simile ad un asino..sono nato da asina e quindi per questo ho sbagliato..non sono ambizioso poichè rassegnato alla mia modesta natura”.
“E’ stato il Signore della Natura che ti ha creato e voluto simile ad un asino, piccolo di statura e un po’ stupido, quindi è giusto che ti perdoniamo, che tu sia perdonato, e ti mettiamo in un luogo di pace per l’eternità dove sarai aiutato nella tua vecchiaia.”
Risposero gli Angeli commossi dalla sua umiltà.. dimostrando in questo modo quanto Essi siano giusti e saggi nel giudicare…
“Dimmi tu cavallo nero perché hai sbagliato? Dissero rivolti all’altro animale.
Il cavallo nero subito rispose:” io non ho sbagliato e quindi nego di avere errori, anzi ritengo che i miei errori siano invece cose giuste ancora, semmai sono solo delle invenzioni che evolvono la vita e sono dovuti alla mia tanta intelligenza e curiosità..quel che voi Angeli chiamate errori… non sono errori per me, ma libere scelte.”
Gli Angeli rimasero in silenzio un po’ perplessi nel sentire tanta vanità in un animale ..poi dissero:
“La tua risposta cavallo offende i saggi consigli che il Signore della Natura ha dato al mondo durante la creazione e ti mette contro le sue regole benigne.”
Fu così che il cavallo nero vedendosi perduto e temendo di essere castigato…ricordando quello che era stato detto al mulo poco prima, cambiò atteggiamento e rispose con più furbizia ..fingendosi triste:
“ Si! ho peccato di vanità e opportunismo..pretendendo privilegi rispetto alle altre creature..ma è stato il Signore della Natura che mi ha creato bello e intelligente e quindi di indole vanitosa e anche il mio brutto carattere è dovuto alla creazione voluta dal Signore, infatti sempre pensavo che la competizione tra diversi animali fosse normale..se il Signore della Natura mi ha creato diverso dagli altri animali è giusto che anch’io sia perdonato..il mio peccato è dovuto alla mia creazione particolare..non vi pare cari Angeli?
Gli Angeli restarono ancor più perplessi a sentire quelle parole furbe dette dal cavallo nero e dopo un attimo di silenzio affermarono severi:
“Tu potevi utilizzare la tua creazione migliore in modo da comportarti meglio con il prossimo, invece hai scelto di essere antipatico e di dare troppo importanza ai beni genetici e materiali obbedendo alla sola competizione tra le specie.”
“Devi sapere che la parte spirituale del corpo non può essere distrutta..in qualche sogno vivo deve necessariamente andare a stare..non può finire nel nulla.. neanche volendo…. ” affermò una creatura angelica..
“Quindi ti puniamo cavallo nero e ti condanniamo a stare in un luogo di tormento..che è un mondo dove tutte le creature sono continuamente in lite..dove il debole e l’anziano non sono difesi dai giovani opportunisti e furbi..dove si premia la legge del più forte solamente!”.
“Tu cavallo nero sei diventato ormai anziano..quindi per te in quel luogo subirai molti problemi , e nel sogno tutto sembrerà realtà, ed in quanto credi che approfittare dei più deboli sia normale, ti ritieni una creatura forte..quindi ti mandiamo laggiù.”
“Il mondo dove noi ti mandiamo è un deserto senza ombra e senza acqua dove solo i più forti sopportano la vita che si conduce..la solidarietà con il più debole in difesa dagli abusi del più forte non è capita..laggiù si vive soffrendo in eterno del poco aiuto che si riceve!”.
E gli Angeli eseguirono le istruzioni…l’umile mulo fu condotto a passare la sua esistenza eterna in un luogo di pace abitato da spiriti buoni e altruisti,
invece il cavallo nero al contrario, fu mandato, anche se anziano, per l’eternità in un mondo in continua battaglia per la sopravvivenza… dove non esiste pace e solidarietà per i vinti…dove gli spiriti malvagi comandavano ed il rispetto per gli anziani non era obbligatorio.
E fu così che il mulo andò in luogo di beatitudini e il cavallo nero fu mandato in luogo di tormento.
Gli Angeli decisero in questo modo, in quanto il cavallo nero, aveva già vissuto il dolce premio di una vita senza sacrifici durante la sua esistenza, e quindi dopo la morte, non era giusto premiarlo di nuovo..

Morale:
Questi due personaggi da me inventati non sono animali veri, ma sono atteggiamenti che hanno a volte gli esseri umani…immagini della psiche e della furbizia umana.. sincera indole di ogni persona vivente… starà a voi giudicare cari lettori quale filosofia merita il Paradiso oppur l’Inferno…la prima filosofia oppure la seconda filosofia…
Il consiglio che posso dare é: “seppur vi ritenete molto intelligenti, ugualmente trattate con bontà e indulgenza chi in confronto a voi si é dimostrato invece più stupido, poichè non è colpa sua, ma è colpa del Caso e della Coincidenza…che sono forze severe, inesorabili ed imprevedibili che comandano l’Universo ed i doni genetici tra i quali la fertilità!”…
Il paragone della psiche umana con gli animali è ritrovato molte volte nella narrativa ed è molto istruttivo poiché semplifica la conoscenza nei riguardi dell’esistenzialismo umano…consigliando la visione della vita dell’essere umano ad una comprensione più semplice…

Fine

Autore: Egidio Zippone
(Milano, Ottobre 2010)
Giudizio: interessante, serio
voto (da 5 a 10): 9

 

 

FAVOLE DI EGIDIO: il Laureato ed il Didone (per adulti)

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(racconto di tipo verde e nero)
tempo teorico da dedicare per la lettura circa 30 minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..
IL LAUREATO ED IL DIDONE..

INTRODUZIONE: Molto spesso i genitori si aspettano tanta vanità dalla vita dei figli, ma a volte restano delusi, in quanto essi non sono sempre geniali, poichè l’umanità è fatta anche di persone normali, l’importante però é migliorarsi….

Favola: Il Laureato ed il didone
Inizio
Ci sono cose della realtà che andrebbero tenute segrete, ma comunque io ritengo ugualmente questi argomenti validi per uno scrittore di fiabe, ed ecco per voi questa storia, ma mi raccomando sappiate che si tratta soltanto di una favola.
C’era una volta, nel 1960 d.c., un bambino di nome Alberto che viveva in una bella casa con suo padre e sua madre.
Questi due genitori erano contenti di avere un figlio maschio e si aspettavano da lui grandi cose.
Il bambino cresceva sano e felice, la sua infanzia era svagata e fatta di momenti di gioco, era una vita molto spensierata.
Ma un giorno il padre del bambino affermò:
“i figli dei miei amici dimostrano tutti quanti di avere capacità e delle qualità speciali, voglio che anche mio figlio sia ricordato come un bambino prodigio!”.
“Certo marito, tuo figlio sarà un grande uomo, lo mandiamo subito a scuola di musica e di apprendistato rapido, per renderlo colto ed istruito, poi chiederemo agli insegnanti quali doti particolari ha il nostro ragazzo, così lo sapremo…” disse la madre.
E così per il povero bambino di nome Alberto, i momenti di gioco e di relax terminarono e cominciò per lui il lento stillicidio dello studiare cose noiose e pesanti, esse erano molte, tante e per niente divertenti.
Alberto a nove anni, doveva perfino suonare un pianoforte, comprato apposta per lui e messo in salotto.
Tutto per il bambino, all’improvviso, era diventata una realtà basata sul dovere, come se fosse diventato un lavoro il suo vivere.
Tutta la vita di Alberto aveva il solo scopo di appagare l’ambizione vanitosa dei suoi genitori, infatti l’intenzione famigliare era di far gioire il competere tra i suoi genitori ed i genitori dei suoi amici.
Alberto si intratteneva nello studiare come se stesse compiendo un lavoro, per molte ore al giorno, ma tutto era troppo faticoso per uno della sua età.
Alla fine del corso per bambini prodigio, i genitori di Alberto chiesero agli insegnanti, sia di musica, sia di scienze e sia di letteratura, dove il loro figlio, che senz’altro per i suoi genitori era un genio, avesse dimostrato più attitudine.
Purtroppo gli insegnanti, pur usando parole gentili, risposero che il loro figlio, pur essendo un bravo ed onesto ragazzo, non presentava eccellenze proprio in niente, anzi il loro figlio era secondo loro, proprio normale come bambino, dissero di più, era ciò che si diceva un bambino non adatto a continuare gli studi rapidi, il tipo di bambino più diffuso nel mondo, ma comunque Alberto non aveva doti particolari in lui.
I genitori risposero in modo sgarbato agli insegnanti che:” voi insegnanti dovete capire meglio..nostro figlio è certamente un genio..siete voi che non siete capaci di valorizzare le sue capacità!”.
I giorni passarono ed il padre del ragazzo una sera all’improvviso dopo aver letto una notizia sul giornale…si diede una manata sulla gamba ed all’improvviso esclamò: “Moglie! forse gli insegnanti hanno ragione, ma secondo me nostro figlio è intelligente lo stesso, ma forse non riesce a dimostrarlo come vorrebbe, secondo me ha un problema di tipo spirituale non mentale, dobbiamo andare da un mago-psicologo e chiedere a lui un parere, ci sarà un motivo per il quale nostro figlio non riesce a dimostrare le qualità che di certo nasconde…ecco qui l’indirizzo sul giornale!”
Fu così che il padre e la madre di Alberto portarono il loro figlio ad incontrare un mago che faceva anche da psicologo, egli era un dottore molto famoso.
Il mago si intrattenne e parlò con Alberto per una buona mezz’ora, poi chiamò i genitori e disse loro:
“Cari genitori, vostro figlio è normale, ma ha solo una lacuna, non ha nessun aiuto interiore, gli manca nella mente un aiuto spirituale, uno spirito benevolo che lo consiglia quando non sa le cose, gli manca quel che si dice. il Didone.”
“E cosa sarebbe il Didone?” Chiese la madre
Il mago continuò: “Il Didone sarebbe lo spirito di un altro, di solito lo spirito di una persona veramente brava e sapiente, che si incarna nella testa del vostro ragazzo e lo rende abile ed esperto, come se egli avesse a disposizione un suggeritore, tutti i ragazzi prodigio ne hanno uno, dovete sapere che questo è il loro segreto, essi hanno attitudini vere, vere capacità, ma molto spesso sono aiutati da un Didone…è il loro vantaggio sugli altri….con il Didone incarnato essi diventano perfetti e vincenti.”
“E come si fa ad avere questo vantaggio sugli altri?” Chiese il padre di Alberto.
“Ci penserò io… cari amici!” disse il mago..e si alzò dalla scrivania per tornare poco dopo…ecco qui per voi cinque oggetti, che io ho precedentemente preso di nascosto ad un ragazzo prodigio per farne un uso spirituale…ma questa è un altra storia..
Questi cinque oggetti dicevo appartengono ad un vero genio…egli é bravo in tutto, adesso egli è un grande uomo veramente affermato in società, chi li possiede subirà la sua incarnazione spirituale, in quanti il derubato da tempo cerca questi oggetti, ed è proprio arrabbiato con chi li ha rubati.
Vostro figlio dovrà tenere nella sua tasca questi cinque oggetti e manipolandoli ogni tanto, diventerà lui il ladro cercato, causando così la incarnazione dello spirito del padrone-genio in lui, che si comporterà come un suggeritore involontariamente, poichè da quel momento vivrà i problemi di vostro figlio come se fossero i suoi, si formerà nella mente di vostro figlio un spirito Didone a causa di questo comportamento dello spirito.”
I genitori capirono, e pagarono lo psicologo, poi se ne andarono dallo studio medico insieme al figlio Alberto…
Fu così che i genitori ricevettero in consegna i cinque oggetti, essi erano:
un soldatino di gomma tutto colorato, due dadi bianchi da gioco, un porta-chiavi di acciaio grigio, una bustina trasparente con dentro un francobollo…ed infine un portafoglio vuoto di colore nero..usato per contenere tutti gli oggetti regalati..
Il mago aveva detto il giorno prima ai genitori di Alberto:
“Date questi oggetti a vostro figlio e vedrete che la sua intelligenza ed abilità miglioreranno di certo, fino a farlo diventare un vero genio, proprio come è stato un sapiente nella vita il padrone vero di questi oggetti.”
I due genitori vinsero i timori ed i dubbi e quella sera e subito diedero al figlio Alberto i cinque oggetti, come se gli stessi fossero un regalo, in realtà erano oggetti rubati a qualcuno ed avevano un compito spirituale ben preciso.
Il giorno dopo Alberto teneva in mano i cinque oggetti saltuariamente e poi li riponeva nella tasca della giacca, ed dopo qualche giorno di questa manipolazione, cominciò a sentire una voce nella testa che diceva: “Queste cinque cose sono mie, e chi me le ha rubate diventerà me! Questo è il castigo!.” Disse la voce nella mente…che era uno spirito di ectoplasma nero..
Fu così che Alberto da quel giorno, ebbe a disposizione lo spirito di un altro, cioè il suo cervello da quel giorno avrebbe funzionato con l’aiuto di due spiriti, uno era il Didone (suggeritore) e l’altro era lui (il consigliato).
Alberto terminate le medie inferiori con un buon risultato, si iscrisse poi al liceo scientifico più vicino…i genitori erano ottimisti sul suo proseguimento da studente.
Fu ritenuto dagli insegnanti un bravo studente, e superò molti esami, per forza lo aiutava il Didone.
Quando Alberto era insicuro sulle risposte, una voce mentale gli suggeriva le soluzioni rendendolo abile nei risultati…e tutti facevano dei complimenti al ragazzo..
Fu così che Alberto riuscì a diplomarsi al liceo, e conseguì un buon esame di maturità, ottenne il massimo dei voti e cioè ottenne..60/60…tutti 10….
Gli insegnanti consigliarono ai genitori il proseguimento degli studi, ed Alberto si iscrisse di conseguenza all’Università, alla facoltà di Fisica, voleva diventare esperto in fisica…cosi consigliava il Didone..
Dopo cinque lunghi anni, sempre consigliato dal Didone che era un spirito ed abile suggeritore e migliorava molto spesso l’uso della memoria, Alberto ottenne buoni risultati e si laureò infatti con 110 e lode….tutti 10….
I genitori organizzarono una festa tra amici e parenti, erano molto orgogliosi del loro figlio…bisognava festeggìare e molti furono i complimenti ad Alberto..
Giorni dopo, il dottor Alberto rispose ad un annuncio di lavoro su un giornale:
Alberto fu assunto da un azienda internazionale residente a Milano, specializzata nel progettare macchine utensili.
Da principio Alberto, ebbe molto successo come progettista e tecnologo, tutti i suoi colleghi forse suggestionati dal buon risultato universitario che aveva conseguito ebbero di conseguenza buona stima di lui.
Col passare degli anni, gli incarichi divennero sempre più difficili, ed un giorno, l’azienda ebbe necessità di progettare un impianto industriale, per soddisfare esigenze di mercato, occorreva una macchina con funzioni tecnologiche nuove e recenti, doveva essere molto costosa ed i dirigenti dell’azienda diedero l’incarico a lui…si proprio al Dott. Alberto Mann…
Occorreva inventare e progettare una macchina che avrebbe fatto funzionare un intero impianto industriale situato nel Lazio…nella zona vicina al mare…
Alberto confidava nel suo Didone, ma il Didone in realtà sapeva solo quel che sanno i libri universitari, i manuali, il Didone aveva una buona memoria dei testi scolastici studiati all’Università, era cioè un copiatore di nozioni molto ordinato, ma ora si trattava di inventare macchine mai create prima e mai sperimentate, c’era un rischio latente di sbagliare il progetto, dovuto alla inesperienza della sua azienda in quel tipo di tecnologia, ma occorreva sperimentare nonostante il rischio economico..bisognava arrivare all’obbiettivo prima della concorrenza…
Il Dott. Alberto Mann capì che il Didone non poteva aiutarlo in tutto, Alberto doveva confidare solamente sulla sua attitudine a quel lavoro e doveva ugualmente inventare un progetto e doveva fare presto, se sarebbe andato tutto a buon fine, avrebbe fatto carriera in quella azienda in modo rapido e sarebbe diventato direttore di ufficio tecnico e sarebbe stato pagato con un notevole stipendio tutti i mesi.
Dopo un periodo di indecisione progettuale, il Dott. Alberto rischiò e propose finalmente un suo progetto al datore di lavoro.
Il datore di lavoro ambizioso ed avido come era, consigliato dalla buona valutazione della Università nei riguardi del progettista, decise di costruire ed investì molto denaro in quel progetto, le credenziali del Dott. Alberto Mann erano ottime.
La macchina utensile fu costruita è messa in funzione in un impianto industriale situato nel Lazio,
Dopo un anno che i macchinari erano in funzione, dovete sapere che qualcosa si mise a funzionare male, purtroppo si ruppe la parte più importante della macchina, il perno della biella-manovella, la bussola corrispondente si fuse per la troppa frizione causata da un cattivo dimensionamento del perno e la macchina creata in quel punto si surriscaldò e prese fuoco il liquido oleodinamico, poichè la guarnizione scelta dal datore di lavoro era debole, le fiamme raggiunsero il serbatoio li vicino, e di conseguenza scoppiò un incendio nell’impianto, a causa di questo incendio, furono coinvolte delle persone e morirono purtroppo cinque operai.
il Dottor Mann fu accusato dal datore di lavoro di aver fatto delle modifiche al progetto originale, ma le modifiche erano pertinenti e non erano state la causa del danno al macchinario..
Fu un grave danno di immagine per l’azienda progettista, aggiunto al dolore per i parenti delle vittime, ne parlò la televisione e tutto il mondo del lavoro, fu aperta un inchiesta dalla procura, di conseguenza ll titolare dell’azienda dovette dare furbescamente la colpa a qualcuno, il responsabile dell’azienda scaricò barile e quindi fu incolpato il Dott.. Alberto Mann che risultava essere il progettista della macchina simile ad una pressa idraulica..
Molta fu la delusione, sia tra i colleghi di lavoro che tra i suoi famigliari per la notizia..
Il Dott. Alberto fu preso di conseguenza da una forte depressione ed ebbe un esaurimento psico-fisico a causa della pesante responsabilità morale datogli dal suo datore di lavoro, che coinvolse tutta la sua vita negativamente..
Durante la malattia il Dott. Alberto venne a sapere che l’azienda aveva pagato tutti i danni ai macchinari e rimborsato i famigliari delle vittime. si trattava di un caso di omicidio colposo, morti bianche, e per questo nessuno finì in prigione…
Dopo un periodo di malattia ai nervi, Alberto tornò al lavoro ma dopo un mese, i colleghi giustamente non si fidavano più di lui, ormai le sue capacità tecniche erano in dubbio..tutti sapevano che si era anche ammalato di un esaurimento nervoso..qualcuno pensava che forse era da ritenere pazzo anche per questo….
il Dottor Alberto non aveva più una buona fama di tecnologo, forse la sua buona laurea universitaria era un falso…era diffuso questo sospetto, come voce antipatica, tra i colleghi, questo sospetto era un infamia, per l’azienda Il Dott. Alberto era diventato un argomento che faceva vergognare…era diventato scandaloso come immagine….
Il Didone come si comportò nella mente del consigliato?
Il Didone Invece di aiutare psicologicamente Alberto, diventò ad un tratto malvagio e cinico e quindi affermò con voce spirituale:
“Io non ho mai sbagliato!, morte a chi commette errori nel lavoro, secondo me Alberto non è più affidabile come lavoratore… poiché chi sbaglia è un matto… chi sbaglia quindi va licenziato!”
Alberto capì, che il Didone nonostante vivesse in lui, si era scorporato psicologicamente, forse per non soffrire della brutta figura, all’improvviso si era messo contro il consigliato, accentuando le frustrazioni di Alberto.
Il Dott. Alberto ebbe una ennesima crisi di coscienza, che lo portò a diventare quasi schizofrenico, Alberto sembrava ormai litigare mentalmente con una parte di se, il Didone chiese ai veggenti, che erano spiriti supremi e giudici meritocratici della vita, di poter abbandonare il corpo di Alberto, Il Didone se ne voleva fuggire da quella realtà umana certamente da ritenere perdente e fallita, ed Alberto ne soffrì molto poichè considerava il Didone come se fosse un suo padre spirituale, Alberto era ormai deluso da ogni cosa….e diede quindi le dimissioni a quel posto di lavoro..
Alberto in un momento di crisi profonda, mentre si trovava sul ponte di un fiume che attraversava la città, pur trovandosi pieno di sgomento, decise di reagire con praticità, ed infatti non si suicidò, Alberto prese i cinque oggetti che custodiva segretamente nella giacca, quelli dati dai genitori a lui, che teneva sempre in una tasca della giacca, e sentendosi tradito da loro, buttò il portafogli nero con dentro gli oggetti nel fiume, lanciandoli da un ponte nel fiume dicendo: “Via! Sparite da me! queste cinque cose portano sfortuna!”
Alberto lanciò i cinque oggetti, che aveva sempre in tasca, di cui mai prima si era separato, nel fiume sottostante, il più lontano possibile da lui, e si sentì finalmente libero dai doveri di essere un carrierista ..
Quella stessa sera Alberto andò a trovare i suoi genitori e disse loro: “voglio cambiare lavoro, voglio cambiare vita, lavorare in una grande azienda mi causa stress, l’ambiente lavorativo non é più amichevole con me, ho capito che ascoltare certe ambizioni é dannoso alla salute!”..
il padre e la madre risposero: “figliolo!, caro Alberto, la vita è la tua, fa quello che vuoi di te, noi abbiamo capito che un figlio é sempre un figlio nonostante la vita che sopporta!”
Ciò che aveva resi esigenti Alberto ed i suoi genitori, col passare del tempo, sparì da loro a causa di questa decisione…ed infatti Alberto cominciò ad avvertire un senso di liberazione privato di quei cinque oggetti che lui riteneva maledetti..
Passarono molti anni, Alberto non voleva più fare il progettista come lavoro, e non si propose più come progettista a nessuno, diceva agli amici ed ai parenti che non gli piaceva più l’ambiente aziendale…lui avvertiva troppa competizione e rivalità con chi svolgeva quel tipo di lavoro.
Alberto di conseguenza cambiò il suo modo di vivere e le sue amicizie e si circondò di persone semplici e di gente poco ambiziosa.
Dopo molti giorni Alberto incontrò una donna che faceva la portinaia di un condominio in centro, si sentì compreso da lei, nel volere una vita con meno responsabilità, si innamorò di lei, di Giulia, e se la sposò.
Alberto e Giulia andarono ad abitare in un appartamento adibito a immobile per custodi di portineria, ebbero dall’amministratore l’incarico di portinai e vissero felici e contenti nella semplicità di una vita con poche responsabilità, dove era permesso darsi pace con praticità e con permissività, avendo anche la speranza in una vita che poteva credere nel ritenersi gente umile..
Dovete sapere che Giulia ed Alberto ebbero due figli, due figli normali senz’altro, essi non presentavano genialità, ma soprattutto il loro padre Alberto grazie a questa scelta poco ambiziosa, ebbe finalmente una vita da persona normale, e disse un giorno pieno di speranza: “la felicità la proverò nelle cose di tutti i giorni, nelle cose più semplici..la mia famiglia!….ho una moglie che mi ama ed ho due figli sani…sono fortunato!”

Morale: I genitori che si aspettano tanto dai figli molto spesso sono destinati a essere delusi, la troppa ambizione desiderata da una vita vincente dei propri figli é causa invece di infelicità per loro, soprattutto se essa è motivata da sentimenti di competizione eccessiva…
L’unico dovere di ognuno di noi è accettare se stessi, sia nei pregi che nei difetti…infatti l’importante nella vita é partecipare…e se il posto in prima fila qualcuno dirà che non lo meritiamo..non importa..
e necessario che impariamo ad accontentarci di un ruolo secondario in società…così avremo di certo pace per il resto della vita..

Fine

Autore: Egidio Zippone
Milano, Luglio 2015
Giudizio: interessante, saggio
voto: (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: il fauno dell’amore..di nome Faunetto (per adulti)

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(racconto di tipo verde)
tempo teorico dedicato per la lettura 30 minuti

FAVOLA DI EGIDIO..(per adulti)
IL FAUNO DELL’AMORE..FAUNETTO

INTRODUZIONE: Dicono le leggende pagane che esistono esseri magici in grado di completare e riempire il vuoto causato dalla Natura creata selvaggia..questi esseri magici in nome dell’amore riescono a far comprendere il pluralismo..
Favola: il fauno dell’Amore..di nome Faunetto
Inizio
In un sogno, nel mondo delle favole, un uomo faunesco con due cornette caprine sulla fronte
si innamorò della fata dell’amore, una donna molto bella.
La fata dell’amore ricambiò il suo sentimento e si amarono abbracciandosi al chiarore della Luna..in una notte dal cielo sereno con molte stelle luminose..
Dall’ unione magica del “Fauno della Passione e con la “Fata dell’Amore”, nacquero due figli, dal loro amore fatato, nacque la “Fata della Comprensione” che diceva a tutti che l’importante é:” usare la intelligenza per comprendersi l’un l’altro..quindi nacque l’Onniscienza”.. e poco tempo dopo nascerà dal sentimento di amore di questi sposi magici un altro figlio, un figlio che chiamarono di nome: Faunetto, che l’umanità ricorderà per sempre come il “Fauno dell’Amore”..
Dovete sapere che questa favola è dedicata a lui, a Faunetto, creatura magica che la natura della Terra accolse volentieri, in quanto con la sua presenza completava il vuoto spirituale che avevano alcuni abitanti del pianeta causato dalla troppa coerenza, ed inoltre con il suo convincimento non faceva litigare i numerosi peccatori a causa della sua permissività onesta..
Il bambino Faunetto crebbe felice, nelle sue sembianze faunesche simili a quelle di suo padre Fauno..
infatti aveva anche lui delle piccole corna di capretto insieme al corpo di un bel bambino umano e sano..
Si! Faunetto aveva proprio un bel viso di bambino gentile…ma purtroppo aveva una sembianza strana..per questo la sua sembianza fu giudicata animalesca……
Diventato grande Faunetto, cominciò la sua avventura di viaggiare in torno per il mondo, curioso come era di diffondere l’amore e il gioire con i suoi poteri di fauno..
Nel suo viaggiare per la Terra, il nostro amico, il fauno dello amore,
incontrò un uomo dai capelli neri, che confidò al ragazzino faunesco che non provava più amore per nessuno, avendo capito questo suo limite l’uomo era diventato triste, reso ormai consapevole di questo vuoto di emozioni..si sentiva solo..
Fu allora che Faunetto si impietosi della sua sorte differente dai tanti, e per lui recitò le parole magiche
“non ci sia più solitudine
si ponga fine a questa inquietudine
sia permesso l’amore strano
sia permesso l’amor profano
sia permessa l’incoerenza
che del provare amore la gente non sia mai senza
anche se nessuno ti capirà
questo individuo provar amore potrà..”
Fu così che dopo aver sentito queste parole magiche,
che l’uomo notò che nel giardino della sua villa c’era una statua che raffigurava una donna, era una statua di marmo bianco, ora l’uomo vedeva quella statua e gli pareva una donna bellissima e subito provò amore per lei..si avvicinò alla statua e la abbracciò e la baciò
poichè nel suo sogno vedeva una principessa molto bella e la sentiva anche parlare e quindi la accarezzo dolcemente..
e dal quel giorno quell’uomo fu chiamato “mago Artistabile” a causa del suo amore strano al parere di tutti..”anche così si provano le gioie dell’amore…provare amore per un opera d’arte ci da una emozione molto bella!” ammise Faunetto..
Viaggiando nel mondo Faunetto, continuò la sua avventura, curioso come era di diffondere l’amore e il gioire con i suoi poteri di fauno..
Fu così che incontrò una donna, che gli confidò che nessun uomo si innamorava di lei e che lei non provava amore per nessuno, voleva donare amore, aveva tanto amore da dare a qualcuno, ma nessuno la assecondava in questo..
Allora Faunetto si impietosi della sua triste storia
e recitò le parole magiche per lei..
“non ci sia più solitudine
si ponga fine a questa inquietudine
sia permesso l’amore strano
sia permesso l’amor profano
sia permessa l’incoerenza
che la gente del provare amore non sia mai senza
anche se nessuno ti capirà
questo individuo provar amore potrà..”
Fu così che la ragazza si accorse che vicino a lei c’era un bell’albero di olivo, e provò amore per esso e provò anche desiderio di baciarlo, si avvicinò e baciò con le labbra il tronco liscio e profumato dell’albero..
e cosa capitò?
nel suo sogno di amore, quell’albero era diventato un giovane principe dal bell’aspetto, e la ragazza non si sentì più sola e si innamorò per sempre più di lui..
e dal quel giorno quella ragazza fu chiamata “fata Florina..” a causa del suo sogno di amore strano che tutti avevano capito..”anche questo é provare amore..dimostrare di avere cura di una pianta è provare amore!” disse Faunetto..
Faunetto continuò nel suo viaggiare per la Terra, il fauno dell’amore incontrò questa volta una donna dai capelli neri..
che gli disse che nessuno purtroppo si innamorava di lei e che lei non provava amore per nessuno, nessuno si degnava di darle amore..
Fu così che Faunetto si impietosì del suo triste destino, e recitò le parole magiche anche per lei
“non ci sia più solitudine
si ponga fine a questa inquietudine
sia permesso l’amore strano
sia permesso l’amor profano
sia permessa l’incoerenza
che la gente del provare amore non sia mai senza
anche se nessuno ti capirà
questo individuo provar amore potrà..”
Fu così che la ragazza si accorse che poco distante da lei, c’era un bel cane dal pelo color marrone e nel guardarlo provò amore per esso, si avvicinò e il cane stranamente si faceva accarezzare docilmente dalla ragazza..
e la ragazza baciò il cane sulla bocca, ed il cane reagì alle carezze leccando il palmo della mano della ragazza e la ragazza provò molto benessere da questo agire gentile e provò molta gratitudine per la bellissima sensazione che stava provando ..era simile alle sensazioni di amore..
Nel suo sogno di amore quel cane era un giovane principe dal bell’aspetto e la ragazza non si sentì più sola e si innamorò sempre più di lui….
e dal quel giorno quella ragazza fu chiamata “fata Faunina…” a causa del suo sogno di amore strano..che tutti in paese avevano intuito….”é amore..dimostrare ed impegnarsi nell’avere cura di un animale…é amore per gli animali..è provare amore!” disse Faunetto..
Faunetto continuò nel suo viaggiare per la Terra, Il nostro simpatico Fauno dell’amore questa volta incontrò un ragazzo, che gli disse che non provava niente per le donne, nessuna emozione e si sentiva strano in loro presenza, e si era ormai rassegnato a restare solo tutta la vita..
Fu allora che Faunetto si impietosì del triste destino che aveva quel ragazzo..e recitò le parole magiche necessarie a migliorare la sua vita….
“non ci sia più solitudine
si ponga fine a questa inquietudine
sia permesso l’amore strano
sia permesso l’amor profano
sia permessa l’incoerenza
che la gente del provare amore non sia mai senza
anche se nessuno ti capirà
questo individuo provar amore potrà..”
Fu così che il ragazzo si accorse all’improvviso
che poco distante da lui c’era un bel ragazzo biondo, con coraggio, si avvicinò a lui e gentilmente gli dichiarò il suo amore, i due restarono a guardarsi ed il ragazzo gli sorrise e ricambiò il suo desiderio..
si abbracciarono e si baciarono e danzarono insieme tutta la notte dando prova di amore..
e dal quel giorno quel ragazzo fu chiamato “mago Gioiosetto..”….molti compresero il suo provare amore ritrovato..”anche questo é provare amore..è amore per l’amicizia!” disse Faunetto..
Fu così che Faunetto, nel suo viaggiare per la Terra,
il nostro simpatico “fauno dell’amore” comprese che era diventato ormai adulto e che era tempo di fidanzarsi, come lo fu per i suoi genitori..
Quel giorno incontrò per caso una brava ragazza che faceva i lavori domestici, che si diceva di lei che sapeva parlare di amore molto bene, e che era perfetta nell’interpretare l’amore..ma era ugualmente ancora sola…
Il nostro Faunetto, che era un tipo imprevedibile, e decideva sempre con la sua testa, sulla quale aveva vi ricordo due belle cornette di capretto, e quindi era permesso a lui a causa di questa sembianza in parte animalesca comprendere l’incoerenza..si innamorò di lei..
Fu così che Faunetto recitò, le parole magiche per farla innamorare di lui..era necessario..lui ci teneva tanto..
“non ci sia più solitudine
si ponga fine a questa inquietudine
sia permesso l’amore strano
sia permesso l’amor profano
sia permessa l’incoerenza
che la gente del provare amore non sia mai senza
anche se nessuno ti capirà
questo individuo provar amore potrà..”
e così la donna pur avendo notato le sembianze strane del fauno dell’amore (le cornette caprine)
per effetto delle parole magiche.. ugualmente si innamorò di lui..
Nei giorni successivi, tra lavori domestici ed altre incombenze, nel saper provare gioia di avere una casa tutta per loro, di essersi sistemati e si era certi di essere felici di questo..
ogni tanto i due innamorati parlavano di amore, dicendosi parole molto belle, la donna era felice di poter parlare di amore finalmente con qualcuno, il fauno dello amore si intratteneva suonando l’arpa e la sua fidanzata provando contentezza lo ascoltava innamorata..
e così felici di completarsi l’un l’altro, poichè lui rappresentava la “educazione permissiva” e lei rappresentava la “spensierata semplicità”, i due innamorati decisero di restare insieme per sempre e vissero felici e contenti..”anche questo é provare amore!” dissero entrambi..
Da quel giorno la fidanzata di Faunetto fu chiamata “fata Semplicità” a causa dell’amore insolito che provava per un fauno..
i due innamorati vissero nella loro bella casa, che fu chiamata da quel giorno “la casa dell’amore imprevedibile..”
Fu chiamata così poiché in paese non tutti comprendevano come era possibile che un fauno ed una donna si volessero bene così tanto come quei due, ma dovete sapere che “il fauno dell’amore” ha questo potere, sa fare innamorare..
Erano d’accordo con Faunetto, alcuni amici molto simpatici ad esempio: il mago “Testa di Gatto”, ed il suo amico fauno “Testa di Lupo” ed il satiro “Testa di Mulo” che dicevano a tutti quelli che incontravano: “come sbagliano le persone possono sbagliare anche gli animali!” ..
ed insieme a Faunetto i suoi amici, organizzavano dei gioiosi festini per le strade del paese..rendendo allegri e spensierati tutta la gente che li aveva compresi e capiti….
Durante uno di questi festini, accadde una cosa insolita, Faunetto che era molto voglioso per sua natura, si intrattenne affettuosamente con una donna più grande di lui, pensate era più grande di lui di ben 20 anni, si chiamava Praticità ed era ancora una donna molto bella.
“Anche la gioia di aver vissuto quest’avventura per me è stato provare amore!” disse Faunetto a se stesso, che già sapeva comprendere le incoerenze causate dall’amore e dalla passione, poiché al parere di Faunetto queste due emozioni erano compatibili tra loro..e per questo motivo Faunetto era simpatico a molta gente..
Ma dovete sapere che Faunetto era ancora innamorato di “fata della Semplicità” sua fidanzata, per lui la relazione con Praticità fu per lui solo un esercizio fisioterapico..solo ginnastica, anche se per Faunetto rappresentò per sempre un bel ricordo..
Faunetto tornò da Semplicità, e le disse che era lei che amava davvero..e per farla restare innamorata ancora di lui, così Faunetto recitò le parole magiche:
“non ci sia più solitudine
si ponga fine a questa inquietudine
sia permesso l’amore strano
sia permesso l’amor profano
sia permessa l’incoerenza
che la gente del provare amore non sia mai senza
anche se nessuno ti capirà
questo individuo provar amore potrà..”
Semplicità avvertì e comprese che il Fauno dell’Amore era ancora innamorato di lei..
e poi Faunetto aggiunse le seguenti parole:
l’ho lavato
l’ho asciugato
sembra mai adoperato
e di te sono ancora innamorato..poiché con i sentimenti non ho sbagliato
dai decidi con questa semplicità…e resteremo insieme provando felicità
La fata della Semplicità rispose allor al suo amato: “l’importante é che Faunetto e fata Semplicità si amano ancora!” poiché anche questo modo di risolvere i problemi sentimentali è prova di amore”.. ed i due innamorati decisero di restare insieme..
Ma la felicità, anche nelle favole, non dura per sempre, dovete sapere che l’esistenza gioiosa di questi due innamorati incoerenti, fu rivelata dal soffiare del vento della notte a vere persone invidiose, che erano persone sempre cupe e seriose e facevano sempre rimproveri, essi erano chiamati la bugiarda “strega Quaccherequà” che diceva: “se per gli altri sono errori, tenete nascosta la verità!” e poi l’antipatico ed imbroglione il ” mago Iniquitello”.. che diceva sempre “permetto questo ma non quello!”..a costoro si aggiunse anche il furbo “mago Opportuno” che suggeriva che:” bisogna sempre approfittare degli errori di qualcuno!”..
Queste persone non erano contente che esistessero amori imprevedibili sulla Terra, amori non basati sulla coerenza, si dichiararono di loro molto contrariati, e promisero che un giorno avrebbero causato seri problemi a quei due ed ai loro amici, in quanto avevano dimostrato che erano disobbedienti alle severe regole della serietà ..si! un giorno promisero che avrebbero fatto loro dispetti…”ma non adesso..non è il momento!” …
Ma questa cari amici, è un altra favola, un altra avventura di Faunetto “il Fauno dell’Amore”..volete sapere come andrà a finire la sua storia? lo saprete un altra volta poiché non tutto si può sapere subito…un giorno se mi va..io che sono il narratore delle tavole, lo racconterò volentieri..
Dovete sapere intanto che la dea dell’Amore, Afrodite (Venere), quando venne a conoscenza delle avventure di Faunetto, insegnante esperta dell’amore quale é.. così commentò:
“La fidanzata di Faunetto, tale fata Semplicità che ha interpretato secondo me il sentimento dell’amore in modo perfetto, in quanto sa anche perdonare, avrà da me un bel voto nell’idealismo dell’amore: voto 10…ottimo..”
e poi aggiunse con più severità ma sempre con saggezza:
“Faunetto invece che ha scelto di farsi consigliare da fata Praticità, ma ugualmente dimostra di amare Fata Semplicità, poichè non vuole lasciarla, avrà da me un voto di consolazione nel suo interpretare l’amore: voto 6..la sufficienza..”
In quel tempo la dea Afrodite disse a tutta la umanità: “ho deciso di promuovere entrambi gli innamorati e permetto ugualmente i benefici dell’amore ai due fidanzati!”..e fu così che augurò loro tanta felicità..

Morale della favola:
Provare amore, fa stare bene l’anima e non è ancora fornicare…ci rendiamo conto di provare amore per qualcosa, per qualcuno, quando diventiamo consapevoli che ci appartengono, e per questo che proviamo felicità ed anche gelosia, tutto questo è provare amore..
la vita diventa triste se non si prova amore per qualcuno..

Fine

Autore: Egidio Zippone
Milano, Dicembre 2021
Giudizio: onesto, fantasioso
voto: (da 5 a 10): 9