Favole: il bambino che rispondeva dicendo anch’io (per ragazzi)

 

joyful-boy-riding-kick-scooter_1268-15453

 

(racconto di tipo verde)

tempo teorico da dedicare per la lettura 15 minuti

FAVOLE DI EGIDIO..

IL BAMBINO CHE RISPONDEVA SEMPRE DICENDO ANCH’IO

INTRODUZIONE: La educazione permissiva ha per conseguenza che tutti i bambini possono aiutarsi tra loro e confortarsi senza problemi..

Favola: il bambino che rispondeva sempre dicendo anch’io

INIZIO

C’era una volta, nel mondo delle favole, un bambino di nome Gigi che credeva molto che non si doveva temere la verità poichè diceva che temendo la verità si rischia di restare senza amici…

Un giorno la voce del vento lo rimproverò di questo, dicendo a Gigi e parlando a lui nel rumore causato dal muoversi delle canne che ondeggiavano a causa del vento lungo il fiume: “Gigi devi stare attento a tenere nascosti i tuoi segreti agli altri bambini, così mai nessuno riuscirà ad approfittare di te..in questo modo non sapranno niente di te!”

Ma Gigi non era d’accordo su tutto questo riserbo, poichè preferiva un rapporto sincero con il prossimo, ed preferiva che la gente si consolasse l’un l’altro..quindi Gigi non era d’accordo con quel che diceva la voce del vento.

Un giorno Gigi camminando per il bosco incontrò un bambino che piangeva ..Gigi gli chiese:” cosa hai bambino?” il bambino rispose : “mi chiamo Valter e sto piangendo poichè mi hanno rimproverato di aver detto una bugia a mia madre…sono dispiaciuto di averlo fatto e quindi piango!” ..Gigi decise di rispondere così: “questo errore é perdonabile..tutto qui! anch’io ho mentito ai miei genitori…si! anch’io!”

Fu così che il bambino di nome Valter, avendo sentito quelle parole. smise di piangere, poichè aveva capito che molti bambini avevano lo stesso errore che aveva lui..di certo qualcun’altro esisteva che aveva sbagliato come lui..e così si consolò e smise di piangere..

Un giorno Gigi pedalando in bicicletta incontrò un bambino che piangeva e singhiozzava..fu così che Gigi gli chiese : “cosa hai bambino?”… il bambino rispose: “mi chiamo Valerio e sto piangendo, poichè mi hanno rimproverato di aver rubato la ruota di una bici di un altro…l’ho restituita è vero quella ruota e mi hanno perdonato…ma sono dispiaciuto ugualmente di averla rubata e quindi piango per la vergogna che ora qualcuno lo sà, forse adesso nessuno mi vorrà più!” …..Gigi rispose: “tutto qui ..questo errore è perdonabile..anch’io tempo fa ho rubato..e poi come te, ho restituito anch’io ciò che ho preso ingiustamente..si! anch’io!”

Fu così che il bambino di nome Valerio , avendo sentito quelle parole, smise di piangere ..poiché aveva capito che forse molti bambini avevano gli stessi errori che aveva lui, “allora di certo esiste qualcuno che ha sbagliato quanto me!”, pensava Valerio, si rallegrò di questo e smise di piangere..

Un giorno Gigi, correndo con il suo monopattino, vide un bambino che piangeva e si strofinava le mani sugli occhi pieni di lacrime..Gigi gli chiese: “cosa hai bambino?”… il bambino gli rispose: “mi chiamo Claudio e sto piangendo perchè ho capito di aver sbagliato, devi sapere che io ho preso un brutto voto a scuola nel compito in classe ..si! non sono stato bravo come gli altri, non ho studiato abbastanza, mi vergogno di aver preso cinque in matematica, e adesso piango!” ..Gigi rispose: “tutto qui! devi sapere che questo errore é perdonabile..anch’io tempo fa.. ho preso un brutto voto e proprio in matematica..si! anch’io!”

Fu così che il bambino avendo sentito quelle parole, smise di piangere, poichè aveva capito che esisteva di certo qualche altro bambino che come lui non era un bravo scolaro..e siccome forse in paese, molti bambini prendevano brutti voti, forse non era grave aver avuto un brutto voto nel compito in classe..e da quel giorno Claudio si sentì meno solo..

Di tutte queste frasi che dimostravano comprensione per i bambini meno fortunati, lo venne a sapere la voce del vento..che si infuriò con Gigi..e si mise a soffiare con molta forza.. facendo volare via dalla testa il cappello di paglia che serviva a proteggere Gigi dal sole….e spettinandogli tutti i capelli…

il vento mentre era tutto agitato disse: “Gigi hai sbagliato a fare solidarietà a quei ragazzacci, chi te lo ha fatto fare, ora diventerai il loro espediente di vita e non avrai più pace, poichè ti sarà chiesto continuamente di soffrire al posto loro!”

Ma dovete sapere che non fu così come diceva il vento..qualcosa nella vita di Gigi cambiò è vero, ma cambiò in un altro modo

Dovete sapere che tornato in paese tutti i bambini dimostravano amicizia a Gigi, chi gli offriva le sue caramelle, chi lo invitava a giocare a pallone con lui, qualcuno gli offriva anche metà della sua merenda..

Si!..volevano tutti Gigi come amico e capo..poiché lui aveva dimostrato che non discriminava nessuno e se c’era il bisogno di consolare qualcuno, era disponibile a farlo..si! era proprio simpatico quel Gigi..

e fu così che tutti i bambini del paese nominarono il bambino Gigi loro capo..a volte lo coinvolgevano é vero..ma sempre considerandolo con rispetto..dovete sapere che i bambini quando sbagliano sentono il bisogno di coinvolgere qualcuno..a volte coinvolgono il papà..a volte il capo dei bambini..e poi si sentono meglio..é da bambini comportarsi in questo modo..

e dovete sapere che nel paese vissero tutti contenti..poichè nessun bambino era da quel giorno lasciato solo nella sua diversità..in quanto dice il proverbio: “se avere errorie l’errore é una difficoltà comune a chi é ritenuto migliore di noi…. mezzo gaudio per tutti!”..

Morale:

Va bene rispondere: “anch’io!” …quando vediamo un bambino piangere..

Ma quando il nostro errore è un errore differente da quello commesso dal bambino che piange…é forse mentire se gli diciamo anch’io? No! non è mentire, poiché l’errore giusto non esiste, quindi rispondendo “anch’io!” a chi piange, ammettiamo solo di avere qualche errore anche noi, significa che molti bambini che vivono sul pianeta Terra hanno errori, e quindi è giusto rispondere anch’io ad un bambino che piange.. poiché se abbiamo rispettato il Volersi Santo del Signore, siamo capiti nelle nostre buone intenzioni, di fare solidarietà, dicendo “anch’io” ad un bambino che sta piangendo per consolarlo..

fine

fine

autore: Egidio Zippone

Milano, Febbraio 2022

giudizio: originale

voto: (da 5 a 10): 9

Favole di Egidio: il puledro bianco (per ragazzi)

 

cavalli_001.

(racconto di tipo bianco e verde)

tempo teorico dedicato per la lettura circa 25 minuti

FAVOLE DI EGIDIO..

IL PULEDRO BIANCO..

INTRODUZIONE: quando si chiede un favore a qualcuno, dovrete un giorno ricambiarlo così non sarete più in debito..

Favola: il puledro bianco

PERSONAGGI:

Mamma cavallo

il puledro bianco

il ragazzo di nome Donato

Inizio:

C’era una volta nel mondo delle favole, un altipiano con un piccolo sentiero in salita..

Per questa impervia salita camminava un ragazzo di nome Donato..

Erano già da due ore che il ragazzo saliva per questo sentiero e si sentiva stanco..

Dovete sapere che nei muscoli del ragazzo si era accumulata una sensazione di affaticamento, e siccome la strada da fare in salita era ancora lunga da percorrere il ragazzo pensava ormai di arrendersi e di rinunciare a raggiungere il rifugio che stava alla fine del sentiero a cui lui stava portando dei rifornimenti..

Ad un tratto si alzò un forte vento, che come per dispetto scompigliò i capelli al ragazzo facendo volare via il cappello che aveva sulla testa, e si sentì una voce nel vento, che parlava nel rumore dei cespugli e delle fronde degli alberi mosse dal vento che disse: “Umano se durante il tuo cammino hai dei problemi, ricorda che per risolverli dovrai chiedere aiuto solo alle persone, perchè tu sei un essere umano e quindi solo a quelli della tua specie puoi chiedere favori!”

il ragazzo di nome Donato, sentì quel dire dal vento, ma non fu d’accordo, poichè secondo lui tutte le creature della Terra sono fratelli, in quanto figli dello stesso Creatore..e possono se vogliono aiutarsi tra loro non badando alla specie a cui appartengono..

Mentre pensava queste parole, Donato camminando sul percorso, vide un gruppo di cavalli ai lati del sentiero che brucavano l’erba e prendevano il bel sole del giorno sereno..

il ragazzo di nome Donato ebbe una idea, e per dimostrare il suo convincimento permissivo, ma forse fu per effetto della stanchezza, sta di fatto che il ragazzo di nome Donato decise di chiedere ad un vero cavallo, il più vicino a lui, decise di chiedere un favore..

e parlando con  voce vera disse:

“Cavallo, fratello cavallo, per favore toglimi il ricordo di fatica che ho nel mio corpo, che mi fa sentire stanco!”

il cavallo lo udì e smise di brucare il prato e poi guardò il ragazzo e rispose comunicando in telepatia a Donato: “Innanzitutto devi sapere umano che io sono una cavalla… si! sono femmina.. ma siccome so essere buona ed altruista e ti vedo molto affaticato, ti farò questo favore, dammi pure tutta la sensazione di fatica che c’è in te, che te la porto via!” rispose la cavalla guardando il ragazzo di nome Donato…

Fu così che la forza vitale piena di stanchezza, uscì dal corpo del ragazzo affaticato e si incarnò nel corpo della cavalla dal manto di colore marrone…

Fu così che il corpo della cavalla assorbì la sensazione di fatica e per impedire che la sensazione ritenuta fastidiosa tornasse al ragazzo, così si comportò facendo un nitrito, si allontano al galoppo dal sentiero..correndo veloce sull’altipiano..

Il ragazzo di nome Donato, si sentì all’improvviso riposato e pieno di forze, si! il ricordo di affaticamento non era più in lui, ed il ragazzo si sentiva in forma e poté continuare il suo lungo camminare per raggiungere il rifugio sulla montagna e dopo aver fatto la sua commissione, il ragazzo poté nutrirsi e rifocillarsi mangiando una buona zuppa di orzo ed bevendo un buon bicchiere di vino rosso..

Ma la strana storia non finisce qui..

Dovete sapere che qualche notte dopo, quando il ragazzo era tornato nella sua casa in paese, cosa accadde?

il ragazzo stava per addormentarsi, mentre stava nel suo letto, ed i rintocchi del campanile della chiesa poco distante suonavano già la mezzanotte..

il ragazzo sentì all’improvviso bussare alla sua porta..TOC TOC..

“Chi è? ” chiese il ragazzo..

il ragazzo di nome Donato, sentì una voce telepatica parlargli nella mente:

“Apri caro amico, sono la cavalla dal manto marrone, io ti ho fatto qualche giorno fa un favore… ricordi ragazzo?”

“Devi sapere Donato che: chi riceve un favore da un cavallo, dovrà fare a sua volta per ricambiare, dovrà fare dei favori anche lui, altrimenti si sentirà per sempre in debito!”

ed il ragazzo parlando con voce vera rispose:

” Si! ti riconosco, sei la mia amica cavalla, colei che mi aiutò quando ero in difficoltà sullo altipiano, che favore vuoi da me, chiedi e lo farò!”

e la voce telepatica di mamma cavallo continuò:

“il favore che ti chiedo é questo, devi tenere in casa tua, lo ecto-plasma di mio figlio, il cavallino bianco, il mio puledro…se per favore me lo tieni in casa tua, perchè io mi devo assentare per qualche giorno dall’altipiano, poichè il Signore della Natura mi ha invitato ad un incontro di fate e di magia!”

il ragazzo di nome Donato rispose:

“Sì! ..entra pure nella mia stanza e fai stare l’ecto-plasma del tuo puledrino qui nella camera da letto..ti aiuterò volentieri.. come tu hai aiutato me!”

Fu così che mamma cavallo se ne andò tranquilla, sapendo che l’ecto-plasma del suo puledro bianco era in buone mani..

il ragazzo di nome Donato, vide il puledrino bianco e pensò che era proprio simpatico e poi tornò a dormire poiché era tardi…ed aveva sonno..

Fu così che l’ecto-plasma del puledrino bianco restò nella casa di Donato per molti giorni..

Una notte seguente, proprio a mezzanotte, mamma cavallo tornò a bussare alla porta della casa di Donato  ..TOC TOC..

“Chi è?”

ed una voce telepatica disse al ragazzo:

“Sono mamma cavallo, sono tornata a riprendere mio figlio.. il puledrino bianco.. me lo ridai?

Donato ci pensò e decise di dire così a voce vera:

“No! non te lo ridò…è così simpatico e buono..non mi da nessun problema…che vorrei tenerlo sempre qui con me!” rispose Donato..

“Sapevo che avresti detto così!” disse mamma cavallo in telepatia..”ma devi sapere che il vero puledrino non è stato bene a stare spiritualmente in casa tua….perchè gli manca tanto la sua mamma e quindi si lamenta, quindi è giusto che me lo ridai..non ti pare?”

allora impietosito il ragazzo rispose:

” Se è vero che il puledrino é stato male..è giusto che te lo ridò..ma devi sapere che il puledro bianco è diventato per me come un fratello!”

Fu così che mamma cavallo si riprese l’ecto-plasma di suo figlio, il cavallino bianco, e fu così che il ragazzo di nome Donato ebbe modo di ricambiare il favore ricevuto..

Dovete sapere cari amici, che il vero puledro, si! il cavallino bianco, crebbe con il passare degli anni, e diventò un bel cavallo bianco e racconta una leggenda che si dice in paese, una leggenda raccontata nelle osterie, che dopo che il sole è tramontato, in forma ecto-plasmica un cavallo bianco, da quella notte, ogni tanto si vede andare a  trovare il suo amico umano nella sua casa, forse per ricordargli la sua amicizia, e si dice che farebbe questo in segno di gratitudine del favore che sua mamma cavallo ebbe da quel ragazzo umano..e quindi il cavallo bianco si vuole amico delle persone…e con l’aiuto magico delle buone fate del bosco questo era diventato possibile..

Morale:

Tutti sanno che gli animali e gli esseri umani, sono stati creati e sono creature del Signore della Natura, quindi è normale che si può ritenere gli animali nostri amici spirituali, proprio come se fossero nostri fratelli…siamo infatti tutti individui…qualcuno é un individuo equino …qualcun’altro é un individuo umano..la Natura terrestre ci vuole tutti amici..

Fine

autore: Egidio Zippone

Milano, Febbraio 2022

giudizio: fantasioso

voto: (da 5 a 10): 9

Favola di egidio: il cigno bianco e l’astice nero (per ragazzi)

anatra nera 1 cigno bianco 2a astice nero 4R

 

 

(racconto di tipo verde e bianco)

tempo teorico dedicato per la lettura circa 30 minuti

FAVOLA DI EGIDIO..

IL CIGNO BIANCO E L’ASTICE NERO..

INTRODUZIONE: A volte il dovere di fare solidarietà disturba gli interessi di qualcuno..

Come potrà l’umanità vivere e migliorare il suo stile di vita senza che esista un sentimento che consiglia di fare solidarietà ai deboli, ai poveri…

il Signore della Natura porterà pace e buoni consigli alle sue creature….

INIZIO:

PERSONAGGI DELLA FAVOLA

ll cigno bianco

Il mago dello egoismo

La anatra nera

Il Signore della Natura

Il serpente verde gigante..

Favola: il cigno bianco e l’astice nero..

C’era una volta un promontorio che si ergeva sulla costa di un bel mare, il cielo era sereno, quel giorno c’era un bel sole e nulla faceva pensare al dramma che stava per compiersi su quel tratto di mare tiepido dell’estate..

Dovete sapere che il mago dello egoismo, era stufo dei rimproveri che riceveva e che lo accusavano di non fare mai il generoso, di non fare mai solidarietà ai poveri, come facevano gli altri..

Fu così che decise un brutto giorno di affrontare la Fata della Solidarietà, ritenuta colpevole di mettergli contro la gente, per convincerla a disobbedire ai suoi doveri nobili e di farla diventare anch’essa un difensore dell’egoismo..

Dovete sapere che era per merito della Fata della Solidarietà che gli uomini dimostravano buona volontà nell’aiutare i poveri ed i deboli..

Ma tutto questo idealismo causava dei rimproveri e commenti severi a chi invece non era d’accordo a disobbedire alla propria avidità……

Ma l’umanità doveva essere anche consigliata da sentimenti di bontà, generosità, e dal dovere di fare solidarietà..

Dovete sapere che il “mago dell’egoismo”..era un essere perfido che si lamentava che la gente sulla Terra era ingenua e sprovveduta, in quanto aveva saputo dalla voce del vento, che le persone buttavano via i loro risparmi guadagnati con tanti sacrifici e duro lavoro, in favore di chi al parere di questo mago, non meritava aiuti..poichè il mago diceva con cinismo: “voi regalate le vostre risorse ad i peggiori tra gli uomini, essi sono solo dei falliti..chi ve lo fa fare di regalare i vostri guadagni a questi parassiti della società!”

Dovete sapere che quel giorno il mare era tranquillo e calmo e non c’era vento, faceva caldo e la superficie del mare era piatta senza che nessuna onda ne disturbasse l’aspetto uniforme..

Un ectoplasma dallo aspetto umano ma dal viso buffo, si divertiva a giocare con la fata della solidarietà giocando con lei a nuotare ed a volare sulla superficie del mare…

Dovete sapere che la fata della solidarietà aveva in quel momento l’aspetto di un bel cigno bianco e assumeva questo aspetto ogni tanto per suo divertimento…e gli spiriti strani, suoi amici si divertivano a giocare con lei a rincorrersi sulla superficie del mare..e la fata della solidarietà provava gioia da tutta questa allegria..

Dall’alto di uno scoglio intanto una creatura magica, avente la forma di un gigantesco serpente verde, osservava tutta la scena dicendo:

“Fata della solidarietà, non giocare con le creature strane, è pericoloso per te lo sai, devi restare nascosta per non farti vedere dai tuoi numerosi nemici, che sono causati dai tuoi compiti nobili e utili..poichè tu sei un dono delle divinità al mondo degli umani!”

Ma l’avvertimento del serpente gigante arrivò troppo tardi ..

Poichè da una spiaggia poco distante, il mago dello egoismo, aveva visto quello strano giocare e riconobbe ed intuì che quel cigno bianco era in realtà la fata della solidarietà e pensò: “ella è mia nemica ed è causa dei molti rimproveri che mi fà la umanità.. poichè dice loro di non comprendere il mio egoismo.. che è per me la mia natura di essere.” e decise crudelmente che avrebbe fatto in modo di fare sparire dal mondo quella fata..

Fu così che il mago dell’egoismo preso da molto rancore per la sua avversaria di opinione, comandò una magia, si trasformò in un gigantesco astice di ecto-plasma nero..e si mise a volare dirigendosi verso la ignara fata che giocava sul mare non preoccupata del pericolo che stava correndo..

L’astice nero, che vi ricordo era il mago dell’egoismo, raggiunse volando in poco tempo il luogo dove il cigno bianco giocava con i spiriti strani suoi amici..e scacciò con un gesto quegli stupidi spiriti verdi … che spaventati scomparvero..e poi si mise a volare rapido al di sopra del cigno bianco..che era rimasto solo ed indifeso…che vi ricordo era in realtà la fata della solidarietà…

Fu troppo tardi per il cigno bianco, un maleficio voluto dal mago si impossessò di quella splendida creatura..apparvero al di sopra del cigno bianco, numerosi aculei neri ed erano molto lunghi, erano le zampe nere dell’astice, che continuamente agivano trafiggendo il cigno bianco causandogli tormento..

Era troppo tardi per aiutare la “fata della solidarietà” che cercava di fuggire inutilmente..poichè lo astice nero che la sovrastava gli impediva di fuggire continuando a tormentarla..

Il cigno bianco nuotava sull’acqua del mare, nel tentativo di allontanarsi, ma era seguito dallo astice nero che lo trafiggeva con i giganteschi aculei neri…e diceva contemporaneamente alla fata, che vi ricordo aveva la forma di un cigno bianco: “smetti di consigliare gli uomini di fare solidarietà..fai come me..che sono furbo.. diventa egoista e predica la necessaria indifferenza agli umani!”

Fu così che dopo qualche ora di tormento la fata della solidarietà, intuendo che non c’era modo di sfuggire al potente maleficio, si arrese e decise di diventare egoista anche lei, dicendo a se stessa, come impazzita, per il maleficio causato dal mago, la fata diceva delle cattive parole: “chi se ne importa dei poveri.. chi me lo fa fare di soffrire lottando per loro…forse i bisognosi non meritano il mio aiuto!” fu così che rinnegò se stessa a causa delle parole sbagliate che diceva e cambiò il suo aspetto ecto-plasmico con una magia e si trasformò in una  anatra nera.. una piccola anatra nera….che rappresenta l’Indifferenza..

Il mago dello egoismo vedendo che la fata della solidarietà si dimostrava arresa alla sua volontà, poichè il bel cigno bianco era scomparso all’improvviso…e questo significava per il mago che la fata si era rinnegata ai suoi doveri nobili, decise di non dare importanza a quella piccola anatra nera che ora nuotava sulla superficie del mare al posto del cigno bianco …non riconoscendo in lei un vero pericolo e così decise di cambiare il suo aspetto di astice nero volante e si tramutò invece in un uomo tutto nero che usava un aliante nero per volare e se ne andò da quel luogo dicendo: ” ho vinto il cigno bianco e l’ho fatto impazzire!”

Dovete sapere che il serpente verde dal suo scoglio sulla riva, vide tutto e capì tutto, e disse: “per adesso hai vinto tu cattivo mago.. ..ma vedrai che il Signore della Natura creatore di tutti noi ed anche di te, farà giustizia di tutta questa cattiveria!”

Fu così che vedendo la fata dello solidarietà ormai resa pazza e incoerente nel suo aspetto, poiché era diventata una timida anatra nera..e sentendo che la fata diceva parole ormai non coerenti ai suoi doveri..

il serpente verde si concentrò e invocò il Signore della Natura chiedendo a Lui giustizia..

disse allora il serpente verde:

“come farà il mondo dei perdenti, dei deboli dei poveri degli ammalati a sopravvivere.. se nessuno sentirà più il bisogno di aiutarli facendo solidarietà!”

Giorni dopo, giunse in quel luogo sul mare il Signore della Natura, che rispose finalmente al serpente verde:

“Purtroppo parte del mio creato si presenta debole e bisognoso di aiuto, poichè ho dovuto creare la Natura dell’Universo selvaggia ed imprevedibile….

Ma l’ho fatto per dare più libertà ed opportunità alle differenti creature, ma come esistono i sentimenti di egoismo, proprio perchè c’è bisogno di libertà, devono esistere anche i sentimenti di solidarietà e generosità, in modo da creare un equilibrio tra i comportamenti umani..

Di conseguenza il Signore della Natura così ordinò all’anatra nera, che ora stranamente si voleva egoista come tutti gli altri..le ordinò di rinsavire e tornare buona e caritatevole con i deboli ..

Il Signore della Natura disse: ” fata della solidarietà, ti prometto che ti difenderò dai tuoi nemici di opinione..se vorrai tornare ad essere un bel cigno bianco!”

La fata della solidarietà rispose restando in forma di anatra nera poichè ormai prigioniera della conseguenza dei suoi peccati: ” Signore ormai ho peccato contro i doveri che mi hai dato, non sono più degna di essere un bel cigno bianco, ormai devo restare un anatra nera!”

Fu così che il Signore della Natura aggiunse: “fata della solidarietà ti perdono di tutte le parole cattive che hai detto, poichè in quel momento eri come impazzita a causa del maleficio del mago tuo nemico, quindi non è colpa tua quello che è capitato ed è giusto che io ti perdoni!”

Fu così che la fata della solidarietà, sentendo quelle parole buone, incoraggiata dal Signore della Natura, ritrovando le sue buone intenzioni, guarì dal maleficio e rinsavì, e decise di obbedire tornando a ricordare i suoi buoni propositi, che aveva da sempre custodito e che purtroppo la paura di soffrire per gli altri, gli aveva fatto dimenticare e rinnegare..ma sentendosi perdonata trovò il coraggio e la fortezza morale di tornare a consigliare agli uomini la solidarietà.

Fu così che la fata della solidarietà, riprese le sembianze di un bel cigno bianco, e si mise a nuotare sulla superficie del mare calmo e ritornò ad essere in questo modo un esempio di immagine di pace, di buona volontà e di bellezza per tutta la umanità..

Inoltre il Signore della Natura ordinò alla luce splendente del Sole del mattino che vince il buio della notte ed alle grandi nuvole bianche di ecto-plasma del Bene, di aiutare la fata della solidarietà nel suo compito difficile di vincere lo egoismo umano che alle volte diventa crudele..

Fu così che apparve un giovane alato armato di una arco che scagliò una freccia e colpì il mago dello egoismo al petto, ed il mago dello egoismo provò i sentimenti dell’Amore, subito dopo una gigantesca nube di ecto-plasma bianco avvolse il mago che cominciò ad assorbire la energia del Bene in lui e dopo qualche ora di assorbimento il mago dell’egoismo diventò buono e mite non provando più sentimenti di vendetta per il mondo..

Ma al Signore della Natura, questo non bastò, e decise ancora, ed rimproverò il “mago dell’egoismo” di essere stato crudele, e lo punì cambiandogli il nome che lo distingueva e gli disse che da ora in poi sarai chiamato: “il mago del donare con moderazione”, e gli suggerì di consigliare anche lui adesso che era diventato un buono, il fare solidarietà ai poveri, ma con una differenza, siccome era obbligato a dare ascolto in parte alla sua natura avara di mago, il Signore della Natura permise che il mago, seppur ravveduto, avrebbe potuto avvertire gli uomini di stare attenti si! nel risparmiare e tenere  lo indispensabile per loro, ma ugualmente ogni tanto doveva consigliare anche lui di regalare parte delle risorse che avevano guadagnato ai poveri …

Fu così che nel mondo, l’equilibrio dei sentimenti buoni e di quelli non buoni, ritornò a consigliare gli uomini in modo benevolo e sapiente..e fu così che ogni tanto qualche povero, qualche ammalato, poteva usufruire della Solidarietà e della Carità di qualcuno, potendo così tornare a credere nella Provvidenza, in quanto tutta questa generosità era necessaria al suo sopravvivere..

Dovete sapere che il Signore della Natura affermò: “la natura creata da Me, risulta selvaggia e per questo sembra affliggere qualcuno, ed a volte é causa di sofferenza, diventino quindi utili per mio volere, in aiuto della fata della solidarietà, i sentimenti di amore e di fratellanza, che io ho ideato, per rimediare a questo destino severo che subiscono le creature dell’Universo..

Che l’umanità trovi una soluzione pacifica a questo problema, il dover selezionare che causa dispiacere a chi è escluso, ad esempio consigliando di credere nell’amore e nel fare sacrifici per gli altri, e lo farò benedicendo ed elogiando lo spirito di Carità e di Solidarietà, lo diffonderò in tutto il mondo come se fosse un mio rimediare, alle difficoltà dell’esistenza sia umana che animale..”

Fine..

autore: Egidio Zippone

Milano, Febbraio 2022

giudizio: saggio, sperimentato

voto: (da 5 a 10): 9