Favola: il bambino che permetteva di copiare da lui..

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(racconto di tipo bianco)

tempo teorico da dedicare per la lettura 15 minuti..


FAVOLA DI EGIDIO..
Favola: il bambino che permetteva di copiare da lui..


INTRODUZIONE: Le regole dicono cose giuste è vero, ma a volte la felicità delle persone é più importante..
INIZIO
Favola: il bambino che permetteva di copiare da lui..
C’era una volta nel mondo delle favole, nel simil periodo del 1965 d.c. un bambino di nome Giovanni, che era molto bravo a scuola ed era considerato da tutti gli insegnanti un bravo studente..
Dovete sapere che non tutti i compagni di scuola di Giovanni erano bravi studenti come lui, soprattutto non era un bravo studente un tale Leonardo , che prendeva spesso brutti voti ed i genitori quando capitava questo al loro figlio, lo mettevano in castigo e dovete sapere che a volte purtroppo il papà di Leonardo lo picchiava con la cintura sulle gambe..per punirlo del brutto voto..
Lo studente Giovanni sapeva di questo punire ed era molto dispiaciuto, il suo amico Leonardo glielo aveva confidato…mostrando i segni ed i lividi delle cinghiate sulle gambe..
Fu così che un giorno durante un compito in classe, decisivo per la promozione all’anno successivo, dovete sapere che Giovanni come sempre aveva già risolto i tre problemi di matematica prima degli altri studenti, e si accorse che il suo amico Leonardo era invece triste in quanto il suo foglio era ancora in bianco, fu così che Giovanni prese una decisione coraggiosa, e di nascosto all’insegnante  riuscì sotto banco a far giungere al suo amico Leonardo il suo foglio di svolgimento  con su scritte, anche se con qualche scarabocchio, le tre soluzioni dei problemi..
Leonardo guardò Giovanni con uno sguardo di gratitudine, e si impadronì rapidamente del foglietto e lo comprese..
Dovete sapere che i due ragazzi consegnarono insieme il compito di matematica, sia Giovanni che Leonardo prima uno e poi l’altro lo consegnarono sulla scrivania della professoressa, e dopo un pò l’insegnante chiamò Giovanni vicino a lei e gli disse a bassa voce: “Giovanni, qui nessuno è un ingenuo, la regola dice che non si fa copiare gli altri ed infatti non si copia!”
“e’ vero!” rispose Giovanni “la regola è giusta, non si fa copiare agli altri e non si copia!”
“ma deve sapere signora professoressa che bisogna amare più le persone che le regole, poichè le persone esistevano già da prima delle regole ed infatti le regole  sono state decise dopo, e poi chi si vuole  virtuoso nella Bontà è giusto che dimostri di amare più le persone che le regole, permettendo il provare gioia anche a chi non lo merita!”
la professoressa restò in silenzio e stava con severità per decidere di punire i due studenti, quando una voce telepatica di uno Spirito angelico parlò all’insegnante nella mente e gli suggerì di non essere pignola con i due ragazzi e fu così che la professoressa  avendo capito meglio a causa delle parole buone di Giovanni e consigliata dall’angelo della Bontà ..così rispose:
“va bene! se tu Giovanni, che sei il più bravo della scuola, non ti sentirai offeso di questa mia ingiustizia, sappi che farò promuovere anche Leonardo alla fine dell’anno scolastico…ma dipende anche da te..poichè caro allievo la buona regola che non ho voluto ascoltare tutela sia te ed anche quelli come te..tutela infatti  chi è innocente..ma tu Giovanni mi consigli a fin di bene di disobbedire alla buona regola e così farò!
Dovete sapere che la professoressa diede un bel voto anche a Leonardo ed i due ragazzi furono entrambi promossi..
Giovanni fu promosso con il giudizio di “ottimo”..e Leonardo fu promosso anche lui, ma con il solo giudizio di “sufficiente”..tutti sanno che nelle scuole italiane.. la sola sufficienza permette ugualmente la promozione..

I genitori di Leonardo furono sorpresi della promozione del figlio che consideravano ormai un lazzarone, una pecora nera, ma probabilmente furono felici anche loro, quando seppero della promozione, poichè un giorno di estate tutti nel quartiere vennero a sapere che i genitori avevano finalmente regalato al povero figlio una bella bicicletta..e poterono quindi vedere il bambino  Leonardo correre pedalando contento su una bella bicicletta di colore verde tutta nuova..

Morale:
se i più bravi permetteranno un premio anche a chi ha commesso errori, non sarà per le autorità una ingiustizia aver deciso di premiare anche chi non merita..


fine

autore: Egidio Zippone

Milano, Maggio 2022

giudizio: buono e saggio

voto (da 5 a 10): 9

Storiella: la moglie di Edoardo..

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(racconto di tipo verde)

FAVOLE DI EGIDIO.

LA MOGLIE DI EDOARDO..

INTRODUZIONE: La comprensione tra i mariti e le mogli é molto diffusa nelle coppie sposate con matrimonio religioso..

Inizio

C’era una volta, nel mondo delle favole, una moglie chiamata da tutto il condominio, la moglie di Edoardo.

Che siccome non era felice del matrimonio con Edoardo ..in quanto si sentiva molto nervosa per motivi di gelosia..

Così si comportò dopo che si aggravò nel nervosismo:

Un giorno dopo una ennesima discussione, in presenza del marito, la moglie di Edoardo apri la cristalleria, e spaccò sul pavimento lanciando contro il marito tutti i piatti, i bicchieri, le tazze da caffé’, il marito cercava come un disperato di non essere colpito dagli stessi, causando confusione in tutta la casa dove abitavano..

Allora il marito vedendo che volavano dei suppellettili per casa.

Si chiese se era possibile continuare a convivere oppure no..

Secondo voi é possibile, che due persone sposate, dopo questa scenata di gelosia esagerata come quella avuta da parte della moglie di Edoardo, restino insieme nella stessa casa?

Si! Poiché’ una crisi di nervi può capitare a chiunque .

E fu così che nessuno dei due sposi chiese il divorzio, e vissero felici e contenti comprendendo la loro vulnerabilità ed i difetti del loro carattere…ed Edoardo decise ugualmente di restare in quella casa e con quella donna per sempre..

Nessuno dica di separare chi e’ stato unito in matrimonio da un comandamento religioso..

Dice anche un proverbio conosciuto in tutta Europa: “tra moglie e marito non mettere il dito!” .

Fine

Autore: Egidio Zippone..

Milano, Aprile 2022

giudizio: ironico, pratico

voto: (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: la regina Aurelia ed il suo cavaliere (per ragazzi)

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(racconto di tipo nero e bianco)

tempo teorico dedicato per la lettura 20 minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

FAVOLA: LA REGINA AURELIA ED IL SUO CAVALIERE..

INTRODUZIONE: chi offende la integerrimità della sua Lealtà di solito soffre, in quanto si sente disonorato, ma esiste un modo per guadagnarsi di nuovo la fiducia di chi abbiamo deluso..

INIZIO

Favola: la regina Aurelia ed il suo cavaliere

Nel mondo delle favole, nel simil periodo del 1400 d.c.

Un semplice soldato riuscì a far innamorare di lui una regina, che si chiamava Aurelia, e ricevette la nomina dalla regina di essere suo cavaliere..

La regina nominò suo cavaliere il soldato davanti a tutti i cortigiani, il soldato da allora prese il nome di cavalier Umberto…

Ma destino volle che il cavaliere Umberto un giorno commise offesa alla virtù della Lealtà e commise in nome della sola passione una fornicazione facendo sesso “fisioterapico” (cioé non era innamorato) con una maga..che probabilmente era molto abile a fare massaggi rilassanti..il cavaliere non sbagliò per amore…ma disobbedì alla promessa solo per motivi di passione..dovete sapere che il cavalier Umberto non riteneva quella disobbedienza un vero tradimento di amore..

La regina venne a sapere della disobbedienza di Umberto dai suoi cortigiani, che erano dei sensitivi e riuscivano a intuire tutti i segreti, e avendo saputo che la regina Aurelia era stata tradita, la informarono, ed infatti la regina Aurelia rimase molto delusa di quel suo cavaliere a cui aveva donato il suo cuore di innamorata..

“Dammi solo un modo per rimediare!” disse il cavaliere avendo capito la sua colpa..quando ebbe certezza che Aurelia era dispiaciuta di lui..

“affinché tu regina Aurelia, potrai tornare a fidarti di me..e della mia devozione!”

Fu così che la regina Aurelia comandò il suo cavaliere che voleva rimediare e gli disse: “Vai nella regione ai confini del mio regno, oltre le montagne, e sconfiggi il drago… che molesta i villaggi di quelle terre lontane..esso distrugge le fattorie e divora gli indifesi armenti…in questo modo, gli abitanti di quei villaggi, se vincerai il tremendo drago, mi saranno grati per sempre..si! mio cavaliere! dovrai rischiare la tua vita per me..ed io in cambio se vorrò… mi riterrò di nuovo la tua regina..”

“Si! mia regina, vedrai riscatterò il mio onore perduto!..” rispose il cavaliere Umberto..

Fu così che, avendo saputo la prova da superare, che anche la maga voleva collaborare in quanto si sentiva colpevole di aver causato problemi al suo amico cavaliere, e la maga Morgana ebbe pietà del senso di colpa del cavaliere Umberto, e gli regalò in segreto per aiutarlo un elmo magico, si! un elmo magico con su infilate due grosse corna magiche, un elmo simile a quello di un soldato vichingo ..

“che poteri ha questo elmo, stai dicendo che è magico?” chiese il cavalier Umberto..

la maga Morgana rispose: ” cavaliere! indossalo poco prima di affrontare il drago e lo scoprirai!”

Fu così che il cavaliere parti con il suo cavallo nero per questa avventura..

Giunto nelle terre lontane, nei pressi del drago, il cavaliere vide che il drago era molto più alto e più grande di lui, il cavaliere così decise: prima si mise lo elmo magico con le corna in testa e si accorse di diventare come per magia sempre più grande e gigantesco ancor di più del drago che doveva affrontare..e poi si avvicinò al grosso drago..

Con molto audacia il cavaliere Umberto sfidò il drago urlando a lui frasi minacciose e poi correndo verso di lui affrontò il drago con altrettanto coraggio, il cavaliere riuscì con le sue forti braccia di uomo diventato gigante a bloccarlo ed a strangolare il drago per il collo di rettile, forse ci riuscì perchè il drago in quel momento era sazio di aver mangiato abbondante bestiame quel giorno, era infatti il drago in quel momento reso pigro dalla digestione, e fu più facile per il cavaliere Umberto uccidere il drago strangolandolo….

il cavaliere disse “Evviva! ho vinto il drago!” e si tolse l’elmo magico dalla testa, ed il corpo del cavaliere Umberto tornò pian piano nelle sue sembianze umane normali..

Alla morte del drago, tutti gli abitanti dei villaggi, esultarono di gioia e ringraziarono mediante portatori di messaggi la regina Aurelia, per il suo aiuto, per aver comandato a quella missione eroica il suo cavaliere..

Molti furono i ringraziamenti ricevuti, ed avendo provato la gratitudine dei suoi sudditi, la regina Aurelia ritenne giusto tornare orgogliosa del suo cavaliere e riuscì a provare nuovamente amore per lui..e tornarono ad essere felici e contenti..

Fu così che tutti a corte, nonostante sapevano che il cavaliere Umberto aveva tradito la sua promessa di innamorato, sapevano anche che lo aveva fatto poche volte, aveva tradito infatti la promessa di fedeltà in una quantità molto inferiore a 100 volte, aveva si! disobbedito alla promessa fatta, ma nella tolleranza decisa dalla regina Aurelia stessa in passato..

Dovete sapere che molti anni prima, poichè la regina riteneva che chi ama può anche perdonare….si! ma rispettando un limite, poiche’ si perdona si!..ma fino ad un certo punto..

Dovete sapere che la regina Aurelia aveva deciso e convinto a questa miglior tolleranza anni prima tutto il regno con un suo proclama scritto e diffuso dagli araldi nelle piazze.

Dovete sapere che la regina Aurelia lo aveva fatto questo editto, per far comprendere dai perbenisti che la decisione di perdonare i mariti da parte di tutte le mogli indulgenti del regno, era una decisione saggia, poichè molte donne tradite dal marito ritenevano giusto non lasciare il marito correndo il rischio di restare sole ed in poverta’, poichè le donne del regno ritenevano che un uomo é facilmente vittima delle tentazioni della passione….ed occorreva quindi una migliore tolleranza per giudicarlo..

La regina Aurelia temeva che la donna che si sentisse obbligata dal suo orgoglio, a ripudiare il matrimonio con il marito a causa dei consigli severi degli educatori dell’Amore..fosse sospettata dagli altri uomini di essere uno scarto coniugale di un altro… in quanto era stata causa di malcontento coniugale al suo uomo e per questo la aveva tradita, rischiando così di non poter trovare un altro nuovo marito..per evitare questa ingiustizia sociale… la regina decise una tolleranza più ampia al perdonare..in modo da salvare più matrimoni possibili nel suo regno..e decise così: “si può perdonare il marito che tradisce si!, ma non di più di 100 volte..”..

La regina Aurelia aveva capito che chi accontenta più persone, decidendo di utilizzare una tolleranza più ampia, ottiene la maggioranza dei consensi, e governa più facilmente, e quindi decise per i suoi sudditi una tolleranza al perdonare l’adulterio di ben 100 volte.. ma disse: “non di più!”..

Fù così che a causa di questo suo “editto” che la regina Aurelia fu coerente nei tempi successivi nella decisione presa, e poté anche lei perdonare formalmente il suo cavaliere..e tutti compresero che la sua indulgenza ed il suo amore ritrovato per il cavalier Umberto erano coerenti con le leggi del suo regno..

le educatrici dell’amore a causa di questa legge furono obbligate a convincersi: “che obbligare a perdonare ad esempio: solo un unica disobbedienza, non era utile all’amore e se una moglie tradita preferiva perdonare molto di più il marito… era libera di farlo!”

Nei mesi seguenti i due innamorati si sposarono con il benestare di tutti i cortigiani, ed il cavalier Umberto divenne re di quella città con tutti i diritti..

Morale:

Questa favola, vuole solo rimproverare chi si ritiene (chissà perché) un educatore dell’amore in modo severo, consigliando oppure obbligando le coppie sposate a divorziare al primo errore commesso dal partner..l’obbligo di divorziare é stato causa molto spesso di problemi economici e sentimentali alla società di fede cristiana e non cristiana..e quindi non é un buon consiglio..

i draghi nelle mie favole rappresentano le tentazioni che l’uomo subisce nella vita, tentazioni che però non sempre vincono per lungo tempo la serietà, poiché molte volte la buona volontà e le buone virtù, che sono da sempre dei “cavalieri spirituali”, consigliano di ritrovare il buon senso agli uomini ed essi si ravvedono..la consapevolezza di perdere qualcosa di prezioso consigliano i mariti di non prendere il vizio di continuare a commettere l’adulterio..

Le donne che sono d’accordo con la miglior tolleranza voluta dalla regina Aurelia vanno quindi comprese..poiché risolvono un problema esistenziale umano..

Si perdona molto e tanto al proprio coniuge, poiché anche i desideri adulterini ed i sogni erotici con estranei, possono creare un senso di colpa nel coniuge..

Fine

Autore: Egidio Zippone

Milano, Maggio 2022

giudizio: avventuroso, sentimentale

voto (da 5 a 10): 9

FAVOLE DI EGIDIO: il gigante malvagio ed il ragazzo (per ragazzi)

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(racconto di tipo verde)

FAVOLE DI EGIDIO..

IL GIGANTE MALVAGIO ED IL RAGAZZO..

INTRODUZIONE: un ragazzo un po’ sprovveduto fa un piccolo torto ad un furbo gigante e questi ne approfitta subito obbligandolo ad un assurdo rimediare, come farà il ragazzo a tornare libero dalla sua famiglia?

INIZIO

Favola: Il gigante malvagio ed il ragazzo

C‘era una volta, nel mondo delle favole, in un paese lontano, una casa di campagna vicino ad una foresta.

In questa casa vivevano felici due genitori ed il loro figlio.

Un mattino la madre chiese al figlio: “ figlio caro! vammi a prendere delle more, delle fragole e dei mirtilli nella foresta, che devo preparare una torta ai frutti di bosco”.

Il ragazzo che si chiamava Mauro ed aveva 15 anni, obbedì a sua madre e andò per i sentieri nel bosco a cercare le more, qualche mirtillo e delle fragole tra gli arbusti e i cespugli della foresta poco distante dalla casa.

Purtroppo per il ragazzo, nel bosco a causa dei molti alberi cresciuti gli uni molto vicino agli altri c’era poca luce per distinguere il sentiero giusto, in quanto gli alberi erano davvero numerosi, ed a causa della poca luce, il ragazzo si perse per il sentiero..e smarrì la strada di casa.

Cammina e cammina in lungo e in largo per il bosco, alla ricerca di un sentiero conosciuto, il ragazzo diventò preoccupato, finché vide da lontano una casa nella foresta.

“Finalmente c’è qualcuno!” pensò il ragazzo, “ chiederò informazioni a chi vive in quella casa!” e così si diresse da quella parte tutto contento.

Il ragazzo chiese: “C’è nessuno qui?” ma nessuno rispose, il ragazzo allora decise di entrare nella casa, aprì la cigolante porta e vide l’interno dell’edificio disabitato.

Notò subito che il soffitto era molto alto e i mobili molto grandi..soprattutto i letti erano molto lunghi…ma non si preoccupò.

Intanto si era fatto tardi e il ragazzo aveva un po’ di fame…”come fare?”

Vide che c’era una cucina in quella casa, vi entrò e si mangiò della frutta che stava su un paniere e si bevve il latte fresco che stava in una caraffa sul tavolo…e si mangiò anche del pane.

Dopo aver mangiato, il ragazzo in quel momento, sentì un rumore pesante di passi e il ragazzo lo vide…vide entrare nella casa un gigante alto tre metri con i capelli lunghi irti e neri, le sopracciglia folte e nere ed aveva anche il naso rosso a peperone.

Il gigante vide l’intruso e capì che quel ragazzo lo aveva derubato del suo cibo..quindi per approfittare di lui, con la scusa di fare giustizia, il gigante decise di rimproverarlo:

“ chi sei tu che entri in casa mia e mi derubi del mio mangiare?” disse il gigante guardando il ragazzo con i suoi occhi severi.

“Sono un povero ragazzo, non è colpa mia ho solo fame! Abito con i miei genitori nella casa al di fuori della foresta.. ed ho smarrito il sentiero di casa!” rispose lo sperduto.

“ah! è così… mi hai derubato del mio cibo …adesso ti punirò…. perchè io…. gigante di nome Riesig… ritengo che chi ruba deve essere punito!” disse il gigante con la sua grossa voce…

“Ho deciso la punizione è questa…per 10 anni mi devi fare da sguattero, pulirmi la casa e cucinare per me..si proprio così…non vedrai per 10 lunghi anni i tuoi genitori” aggiunse risoluto il gigante Riesig….

“No! gigante..non mi punisca..sia gentile” disse il ragazzo piangendo.

Ma il gigante cattivo com’era non si impietosì… prese il ragazzo e lo chiuse in una stanza:

“Tanto so dove abiti ragazzo …io so tutto…. se scapperai da questa casa…farò del male alla tua famiglia..sappi che io picchio forte..i giganti sono più forti di tutti!” disse il gigante tutto arrabbiato.

Intanto nella casa in campagna fuori dalla foresta, la madre del ragazzo non vedeva tornare più suo figlio:” ma cosa sarà mai successo?”, era così preoccupata che la madre disse a suo marito: “marito… nostro figlio si è perso nel bosco, presto prova tu ad andarlo a cercare!”

Il padre che era un cacciatore abile, pensò preoccupato di prendere il suo fucile temendo una disgrazia: “non si sa mai!”, ed esperto cacciatore qual’era si mise a seguire le tracce del figlio che andavano verso il bosco..osservandole sul terreno con una lanterna , esse erano ben visibili.

Le tracce entravano nel bosco…e così il padre decise di rischiare e attraversò anche lui la foresta buia e cammina cammina, sempre seguendo le tracce … ad un tratto vide anche lui la casa del gigante.

Il gigante in quel momento era fuori dalla sua casa, in quanto si era allontanato per fare legna per il grosso camino della stanza principale.

Il padre raggiunse la casa e vide suo figlio che stava lavando i pavimenti..e subito capì che il figlio era tenuto prigioniero, approfittando dell’assenza del gigante e rendendosi conto della situazione…chiese al figlio di scappare da quella abitazione con lui.

E così i due scapparono rapidamente nella foresta per tornare alla loro casa finalmente liberi.

Il gigante dopo qualche ora ritornò alla sua casa nel bosco e scoprì che il ragazzo era fuggito: “allora quel ragazzo mi ha mentito.. non ha mantenuto la promessa di rimediare al suo rubare..presto presto lo punirò!” urlò il gigante tutto arrabbiato.

Così anche il gigante, al mattino, si mise a seguire le tracce..si vedevano bene le tracce dei due fuggiaschi, erano ben impresse nella torba intorno alle piante, padre e figlio intanto avevano raggiunto da tempo la loro casa che stava all’inizio della campagna che circondava la foresta.

Il gigante che camminava con le sue gambe lunghe…camminava veloce e giunse poco dopo anche lui alla loro casa.

Buttò giù la porta ed entrò all’improvviso nella casa del ragazzo, come un toro infuriato distrusse tutto il mobilio del salotto e non gli bastò ..tutto arrabbiato prese a bastonate i genitori del ragazzo per vendicarsi del presunto torto subito.

“Vostro figlio mi ha derubato deve quindi rimediare! Volenti o dolenti!”” urlò il gigante.

Poi con fare deciso prese il ragazzo..se lo mise in spalla come se fosse un sacco e se lo riportò con se alla sua casa nel bosco, mentre i genitori doloranti per le botte piangevano il figlio perduto dicendo: “Cara moglie per nostro figlio non c’è più niente da fare… ho provato a sparare al gigante con il fucile, ma siccome è una creatura magica i proiettili non gli fanno niente, non gli entrano nella pelle e quindi non ha paura del fucile…nostro figlio è perduto!” disse il padre tristemente.

Molti mesi passarono, forse un intero anno e il ragazzo rapito era sempre obbligato a servire come un cameriere quel gigante furbo e malvagio.

Lavora e lavora..pulisci e lava, rammenda e cucina.. ..un giorno il ragazzo, stanco di fare il servo, ebbe una idea improvvisa e pensò: “Ma questo gigante così forte, così grande, avrà pur paura di qualcosa anche lui..hanno tutti paura di qualcosa…devo scoprire di cosa ha paura questo gigante…avrà anche lui come tutti un punto debole!”.

E così una sera a cena il ragazzo, servì del vino dolce al gigante, fingendosi gentile, ne servi tanto… ma così tanto vino che il gigante si ubriacò e si addormentò.

Fu allora che il ragazzo si alzò dal suo giaciglio e si avvicinò alle grandi orecchie del gigante e gli chiese, mentre il gigante era ubriaco e semi addormentato sul pavimento:

“Gigante ..caro gigante…tu sei il più forte di tutti… sei il più forte di certo…ma dico io… avrai anche tu paura di qualcuno..tutti hanno paura di qualcosa… quindi dimmi di cosa hai paura tu?”

Il gigante era ubriaco ed il sonno lo ingentiliva… l’aver bevuto vino dolce lo faceva sorridere nel sonno, il gigante ubriaco rispose: “ io sono il più forte di tutti…io sono forte… ma ho anch’io paura di qualcuno..infatti ho paura dei gatti….si sono allergico al miagolio dei gatti..mi fanno starnutire..quindi ho paura di loro..e si mise a russare mentre dormiva…ronf ronf”

“ Perchè sei allergico ai gatti..tu che sei così forte e sano di salute?” chiese il ragazzo alle grandi orecchie del gigante dormiente: “ Sono allergico ai gatti… perché loro i gatti…hanno nove vite ed io una sola..quindi sono invidioso di loro e la troppo invidia mi fa star male e mi rende allergico ai gatti!”

Fu così che il mattino dopo il gigante ignaro di avere descritto il suo punto debole nel sonno, andò a fare la legna per il camino..il ragazzo prese subito le sue cose e se ne scappò per tornare dalla sua famiglia…questa volta aveva una strategia.

I due genitori furono felici di vederlo tornare e nel vederlo sano e salvo…e lo abbracciarono.

Ma poi dopo aver festeggiato il suo ritorno diventarono preoccupati e dissero: ”ma se ora sei fuggito da quella casa, il gigante tornerà qui a cercarti….come faremo a difenderci da lui?”.

“Non abbiate paura cari genitori, io so di cosa ha paura il gigante!” disse il ragazzo.

Il ragazzo chiese a suo padre di portarlo al più presto in paese..e giunto li…il ragazzo comperò ben 10 gatti già adulti al mercato…costavano poco..

Poi chiese a tutti quelli che incontrava di aiutarlo a risolvere un problema che aveva la sua famiglia.

Nel pomeriggio il ragazzo portò i gatti alla sua casa dove li attendeva la madre e li mise in un recinto nella casa e tutti quanti si chiusero dentro la casa in attesa che il gigante malvagio arrivasse.

Giunse il pomeriggio e il gigante tornò nella sua casa grande che stava nel bosco, depose la legna per il camino e si accorse della sparizione del ragazzo e si infuriò ancora…”E’ fuggito di nuovo!..Lo punirò per bene quel ragazzo..doveva stare attento a non imbrogliarmi!” affermò il gigante: ” Chi imbroglia un gigante deve essere punito!” disse l’energumeno…

Il gigante prese il suo bastone e camminando con le sue lunghe gambe, si recò alla casa del ragazzo che si trovava fuori dalla foresta per distruggerla e questa volta voleva danneggiarla per bene, e con essa anche tutta la famiglia che ci abitava, pensava nella sua ira il gigante…”sfascerò tutto quanto!”…

Ma quando uscì dal bosco e fu lì per giungere sull’entrata della casa degli umani, cosa accadde?.

Da dietro gli alberi si vide uscire molta gente che aveva risposto per solidarietà all’appello del ragazzo, la gente diceva agitando bastoni:

“smettila cattivo gigante di approfittare e di perseguitare quel ragazzo e la sua famiglia..brutto manigoldo che non sei altro!”

il gigante allora disse: “ io sono più forte di tutti voi messi insieme..adesso vi picchierò tutti quanti… così imparate a difendere chi ha sbagliato nei miei confronti!” ed il gigante alzò il bastone era pronto a picchiare chiunque, quando all’improvviso dalla porta della casa del ragazzo che era li vicina, uscirono ben dieci gatti miagolanti..il gigante senti nelle orecchie un orribile per lui suono di miagolio continuato.. sempre più forte..sempre più forte.

Dovete sapere che i gatti ed i giganti non vanno d’accordo nelle mie favole…perché sono rivali nel volere essere i soli protagonisti della favola entrambi.

Il gigante all’improvviso preoccupato si fermò e tutti i gatti si misero a soffiare ed a miagolare non appena videro quel gigante avvicinarsi alla casa.

E così il gigante sentendo quel miagolare, si ricordò della sua paura di stare male e diventò allergico stando male e quindi si spaventò per la sua salute e si mise a starnutire di continuo, per il tanto starnutire gli mancava il respiro a quel gigante e il suo respirare diventò asmatico e dovette allontanarsi e poi fuggire per guarire dalla sofferenza che subiva, e da allora nessuno seppe più niente di quel gigante malvagio…che per motivi di salute non si fece più vedere.

Il gigante malvagio da quel giorno, restò sempre da solo nella buia foresta e mai più nessuno lo incontrò…eh! si aveva troppo paura di stare male nuovamente per colpa dei gatti di quel ragazzo…non si seppe più niente di lui..dovete sapere che quando un gigante ha paura..la sua é veramente paura.

Fu così che la famiglia di quel ragazzo di nome Mauro tornò serena e tranquilla e da quel giorno tutti in paese allevavano gatti per proteggere le loro case ed i loro figli dai cattivi giganti che vivevano nella foresta.

Dovete sapere che il ragazzo mai più andò nel bosco a cercare more e mirtilli..e se si doveva allontanare da casa sua, aveva sempre un gatto in braccio con se… che gli faceva compagnia e gli portava fortuna.

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Morale: non si approfitta di chi sbaglia..soprattutto non si esagera nel punirlo, non si chiede di rimediare ad un torto se esso non è grave.. se il torto non è grave..bastano le scuse di chi ha sbagliato..e si fa pace.

Di conseguenza se i motivi del vostro litigare sono motivi futili, smettete di chiedere giustizia e subito perdonate.

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Giugno 2012)

Giudizio: interessante, originale

voto (da 5 a 10): 9