Favole di Egidio: il paese degli insicuri

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(racconto di tipo verde)

tempo teorico dedicato per la lettura 25  minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

MILLE EURO AL MESE..

INTRODUZIONE: attenti a chi promette di esaudire i vostri desideri, qualcosa dovrete dare a lui in cambio, ed il prezzo richiesto potrebbe essere troppo alto…

Favola: Mille euro al mese

Inizio

C’era una volta, nel mondo delle favole, un uomo di nome Claudio, che non voleva più lavorare, ma purtroppo doveva lavorare lo stesso, poiché aveva bisogno di denaro per pagarsi da mangiare.

Egli voleva vivere senza molta fatica, il faticare alle volte gli causava poca salute.

Un giorno quest’uomo decise e affermò:

“come sarei felice se avessi la garanzia di avere con certezza disponibili sempre mille euro al mese..non sono tante ma di certo non avrei più bisogno di lavorare!”

In cambio di mille euro al mese Claudio avrebbe rinunciato:

a correre dietro a tutte le donne, a girare il mondo, e avrebbe rinunciato ad altre vanità della vita…in cambio di mille euro al mese Claudio era molto intenzionato a risolvere i suoi problemi…

Seduto su una panchina Claudio diceva di se stesso queste cose e parlava tra se e se di questo proposito.

Un mago che passava di là, dopo avergli sentito dire quelle parole, come per capriccio, quasi obbedendo ad un intenzione futile, disse a Claudio:

“Io ho dei poteri magici, esaudirò io il tuo desiderio, ma ad una condizione, che tu uomo, accetti che il tuo corpo giovane diventi incarnazione di una copia del mio spirito..il mio spirito si incarnarerà nel tuo corpo e la tua coscienza spirituale, invece, dopo che è stata tolta da esso, sarà incarnata altrove e si realizzerà diversamente come essere, ad esempio vivrà in una semplice pianta..si! una semplice pianta ai lati della siepe di una via…pensaci Claudio e rispondimi se sei d’accordo, sappi che io verserò sul tuo conto bancario tutti i mesi mille euro se tu rinunci alle tue sembianze umane, non dovrai più preoccuparti di niente, pensero io al tuo corpo, penserò a tutto io!“ disse il mago.

Fu così che Claudio vedendo che c’era molta pace in questa iniziativa e dimostrando un po’ di ingenuità ed intenzioni pigre, accettò il patto con il mago e disse:

“tanto è il mio corpo che ci guadagnerà, e guadagnerà ben mille euro al mese, ed io lo veglierò da lontano godendo della sua trovata ricchezza garantita per sempre e senza mai dover lavorare!.”

Il mago portò Claudio nella sua abitazione, ed organizzò l’incantesimo con parole magiche e strani rituali, e la magia si realizzò: “il tuo corpo giovane diventa mio, ed il tuo spirito invece si sistemerà in una pianta in cambio di un versamento di mille euro a tuo nome!” disse il mago a Claudio.

Claudio pensava: “ma che bello, il mio corpo non faticherà più, ed avrà una rendita di mille euro al mese, mentre io riposerò vivendo come una pianta tra le piante, in pace, contemplando la realtà senza faticare, penserà a tutto un altro”

Fu così che da quel giorno le cose cambiarono come aveva voluto il mago…

Passarono i mesi e Claudio era contento di saper che il suo corpo intascava mille euro al mese, …e vedeva da lontano anche il suo corpo spenderli e nutrirsi e gioire di quel denaro, mentre lui intanto era diventato una pianta, ma non gli importava di essere diventato un vegetale, non si faticava a esserlo, egli era fermo immobile sul sentiero del viale, quel viale dove ogni tanto il suo corpo passava per andare a passeggio in bicicletta, lui vedeva se stesso da lontano e si pensava felice.

Nella sua pace di essere una pianta, Claudio pensava che il suo corpo fosse contento e questo gli bastava, egli con il potere del suo pensiero cosciente, pur essendo nella realtà una pianta, seguiva le vicende del suo corpo vivo, anche se in realtà ormai il suo corpo obbediva alla volontà di un altro, lui Claudio non doveva preoccuparsi più di niente.

Il corpo di Claudio era pensato felice da tutti, viveva di rendita da tempo, poiché non subiva più il dovere di lavorare…poteva usufruire di qualche soldo senza problemi ..doveva solo obbedire al mago e lui Claudio non avrebbe avuto problemi ne come pianta ne come umano…..

Passarono gli anni in questo modo…fatti di tanta pace e di molta rassegnazione..ma comunque Claudio si sentiva vivo anche se non era più un uomo..poichè era diventato una pianta.

Un triste giorno però la pianta vide spaventata il suo corpo (che ripeto obbediva al mago), avvicinarsi con un ascia ad essa e vide anche il suo corpo tagliare il tronco della sua pianta..e la pianta quindi poco dopo ..danneggiata nel tronco..si inclinò spezzandosi in due.. e Claudio privato delle radici dovette morire…

Fu così tolta la vita a quella pianta in quanto il suo corpo aveva avuto l’incarico dal mago in cambio delle solite mille euro al mese di tagliare il tronco,, infatti l’incarico avuto quel giorno dal mago era stato proprio quello di procurargli della legna da ardere per il camino e il suo corpo, ignaro, aveva deciso casualmente di cominciare da quella pianta per ottenere della legna, quella strana pianta vicina alla siepe sembrava adatta…il suo corpo la vedeva tutti i giorni passando per il viale…che idea eh! proprio quella pianta…il corpo non sapeva che essa custodiva il suo spirito originario..

Morale: se proprio volete abbandonare gli ideali che avevate da ragazzo, almeno non scegliete ideali che vi metteranno di certo contro di voi..ad esempio contro le vostre origini famigliari … non ubbidite alla gente che vi mette contro una parte di voi….perdonatevi..non mettetevi contro ciò che eravate ieri…siate sempre contenti di voi…anche i giorni sbagliati sono figli vostri e meritano di restare vivi e di essere sopportati..

A volte l’organizzazione del lavoro pretende troppo dai chiedenti lavoro…pensate invece alla vostra felicità..che deve restare unita e compresa tra corpo e spirito..

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Marzo 2013)

Giudizio: interessante, originale

voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: Dario l’indovino

 

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(racconto di tipo bianco e nero)

FAVOLE DI EGIDIO..

DARIO L’INDOVINO

INTRODUZIONE: un ragazzo scappa di casa, ma riesce ugualmente ad avere fortuna, anche perchè uno strano signore lo vuole aiutare, ma chi sarà quel signore che gli fa dei strani regali e l’incoraggia a diventare un mago?

INIZIO

Favola: Dario l’indovino

Per rilassarvi e farvi sognare sogni rilassanti, vi porterò nel mondo delle favole…

Vi voglio raccontare la storia di un ragazzo vissuto nel 1950 in un paese vicino Milano, il suo nome era Dario.

Egli era un ragazzo che soffriva a causa di un rapporto non sincero con i genitori, in quanto non credeva più a quel che dicevano i suoi genitori, non era una sua impressione, egli lo aveva anche dimostrato che i genitori gli mentivano sempre in qualche cosa..avevano dei segreti per lui..lui non doveva sapere…. ma perché? Si chiedeva il ragazzo..

Il ragazzo di nome Dario rattristato da questo rapporto famigliare, viveva con la madre e con il padre ma in realtà noi sappiamo che il compagno di sua madre era solo un patrigno, un finto padre..infatti non andavano d’accordo, molte volte quello che diceva essere suo padre lo picchiava con delle severe sberle sulla testa  e Dario aveva dei sospetti che il padre non lo volesse bene davvero, ma quale padre si comporterebbe così con suo figlio, anche secondo me il nuovo padre era troppo severo e pignolo con il figlio, non perdonava a Dario mai niente, e il nostro Dario era stufo di un padre così.

Fu così che Dario confidò queste cose a sua madre la quale gli disse un giorno “ragazzo il tuo vero padre é morto in un incidente di auto mentre era in viaggio e tu eri troppo piccolo per capire”..ma Dario non credeva a questo, sentiva che il suo vero padre era ancora vivo..e non aveva perso la speranza di incontralo un giorno.

Passarono gli anni e il nostro Dario aveva compiuto già vent’anni..dopo un ennesima lite con il patrigno…un giorno Dario decise di scappare di casa, di fuggire in un’altra città..salutò sua madre con un bacio, e di nascosto al cattivo patrigno fuggì di casa mentre era notte …al suo patrigno importò nulla di averlo perduto.

Dario arrivò nella città di Milano e non conoscendo nessuno, in preda allo sgomento, non sapeva infatti dove andare a dormire ed aveva pochi soldi con se, trovandosi in una piazza di quella città e sentendosi solo, si recò in una chiesa che si trovava in quel luogo entrò e si mise a pregare sperando che qualche Santo caritatevole lo aiutasse…era triste e solo.

Dopo aver pregato e rafforzato con la preghiera la speranza di trovare una soluzione, Dario uscì dalla chiesa e trovandosi nella piazza, si avviò solitario per le strade del centro di Milano in cerca di fortuna.

Ad un tratto Dario sentì, con suo stupore, sentì una voce amica nell’aria che gli dava dei consigli, si girò ma non c’era nessuno, c’era solo lui nella strada, eppure sentiva una voce, la voce nell’aria continuava a parlargli e gli diceva:

“figliolo vai sempre diritto e gira a sinistra troverai in quel luogo qualcuno che ti aiuterà”

Dario entrò nella strada consigliata dalla voce e vide nel mezzo di quella strada, un uomo tutto vestito di nero con la barba e i capelli scompigliati.

Il ragazzo si avvicinò a quell’uomo che pareva anziano ed era vestito come un venditore di robe vecchie, l’uomo anziano gli disse:

“ragazzo! ho io quel che serve per risolvere i tuoi problemi….ecco ragazzo per te una lampada da tavolo ad elettricità..con il suo aiuto diventerai ricco ed un giorno mi ringrazierai..ecco anche l’indirizzo di un albergatore che cerca un aiutante tutto fare per il suo albergo ..lui ti assumerà e ti darà anche da dormire.”

Il ragazzo accettò il dono e ringraziò, lesse l’indirizzo dell’albergo..osservò la vecchia lampada a corrente elettrica e si chiese “ma a cosa mi servirà questo vecchio oggetto, non ha nemmeno il cavo e la presa elettrica?”

Il nostro ragazzo giunse all’indirizzo dell’albergo…si offrì come aiutante di servizio al padrone ed ottenne in cambio uno stipendio e una piccola stanza tutta per lui…”era quello che ci voleva… che fortuna!” pensò Dario.

Il ragazzo entrò nella stanza data a lui, ripose la valigia sul letto e osservò la lampada con tanta curiosità.

Quella lampada era senza il cavo elettrico, non era a batteria, come avrebbe fatto a funzionare, doveva per forza avere poteri soprannaturali…forse obbediva alla voce parlata…e il ragazzo ci pensò e affermò vicino alla lampada: “ora sono ricco e pieno di soldi… ora ho una casa mia ed un lavoro dignitoso!”

la lampada all’improvviso si accese e lampeggiò magicamente ..il ragazzo capì che ogni volta qualcuno che era in presenza della lampada diceva delle bugie..la lampada lampeggiava..e questo senza che la corrente fosse collegata..e così Dario affermò..”ma è vero, questa è una lampada magica!”..e la lampada restò spenta..era vero era una lampada magica, era infatti quello il dono di un mago e quell’oggetto si chiamava: “ la lampada della bugia e della verità”.

Dario si chiese come mai quel vecchio signore gli aveva regalato quello oggetto magico..ma non trovando risposta decise di farsi consigliare ugualmente dal suo destino..sarà quel che sarà…vedrò domani come guadagnare dei denari con questo oggetto.

Dovete sapere che il padrone della albergo dove alloggiava il ragazzo era sposato ad una donna che lo tradiva.. e spesso il marito chiedeva ad una cartomante sua inquilina, se era vero oppure no, che la moglie aveva una relazione sentimentale anche con un altro..ma tutte le volte la cartomante non dava sicurezza sulla previsione..dava sempre risposte vaghe.

E così Dario, quando seppe di questi dubbi, si offrì di risolvere lui il mistero…lui con l’aiuto della lampada aveva intuito che poteva essere più preciso.

Mentre tutti erano in salotto, dopo aver cenato nella sala da pranzo, in quanto erano tutti ospiti e pensionati dell’albergo…il nostro Dario con furbizia si offrì di fare un gioco di società con loro, e gli ospiti dell’albergo accettarono..”seguitemi tutti nella mia stanza!” disse il ragazzo.

Entrati nella stanza, Dario chiese all’improvviso alla moglie del albergatore, come se si stesse scherzando per un gioco di società…”lei cara signora tradisce suo marito?..e la donna furba rispose di no! “Certamente no!.”

Fu così che nella stanza la lampada magica si accese e lampeggiò..e tutti vedendo che non era collegata alla corrente si stupirono. Dario spiegò che la donna aveva detto una bugia a tutti, aveva mentito..spiegò che la “lampada della verità e della bugia” aveva smascherato il suo inganno e lo stava dimostrando lampeggiando, visibilmente spaventata dal soprannaturale manifestato dalla lampada con il quale Dario aveva svelato il suo mentire, la donna temendo il castigo di una divinità, decise di confidarsi con il marito e rivelò il suo adulterio sperando in un suo perdono.

Molto si pentì quella donna, quando si ritrovò sola con il marito, pensando che adesso era certa che esisteva nel creato una aldilà magica che dimostrava l’esistenza del Signore, quel miracolo la aveva convertita, avendolo compreso la donna si pentì davanti al marito piangendo..ed il marito poiché era ancora innamorato di lei, la abbracciò in segno di perdono e la donna commossa da questo gesto promise di non tradirlo più.

Se per il marito la promessa di matrimonio era ancora valida, poiché la donna aveva ritrovato il timore del Signore, la donna decise che sarebbe restata fedele al marito da ora in poi, vedendo che il marito le voleva ancora bene, decise di amarlo nuovamente ma questa volta con più serietà ed onestà.

Il giorno dopo l’albergatore e la cartomante dissero al giovane:

“tu Dario possiedi dei poteri paranormali..potresti fare dei soldi e poi con il mio aiuto di cartomante potresti farti dei clienti e ottenere un discreto guadagno con le tue magie..occorre una camera più grande, un vestito appropriato, due stanze arredate per favorire una buona suggestione, e potresti fare il lavoro di indovino..”si guadagna bene sai..esiste tanta gente bisognosa di sapere e per questo generosa..devi solo fare una previsione e intuire con la lampada magica se è una previsione sincera”.

Il nostro Dario ci pensò..forse questo era il suo destino..fare il mago e l’indovino… era questo un lavoro divertente e si poteva conoscere tante persone e così accettò la proposta dei suoi amici.

Giorni dopo acquistò con i soldi del suo primo stipendio di aiutante di albergo, dei vestiti da mago e li indossò e pensò di se di avere una valida suggestione vestito così, e subito mise un annuncio su un giornale di Milano.

“Dario l’indovino nonostante l’anatema risolve qualunque problema, non perdete l’occasione…. di chiedere a lui la previsione! .”

Dovete sapere che Dario diventò col tempo un indovino famoso in tutta la città e con l’aiuto della lampada magica e della cartomante sua amica e collega, insieme a lei riuscì a svelare molti segreti a chi si rivolgeva a lui..chiedendo semplicemente un regalo in denaro, in cambio delle informazioni date e fu così che in breve tempo Dario accumulò molti soldi.

Dario con la sua lampada svelò molte verità e anche molte bugie della società falso-perbenista di quella città…la Milano ricca ma libertina lo elogiava è vero, ma anche lo temeva, tradimenti, truffe, ricatti, omicidi insoluti, Dario diventò molto famoso con la sua abilità infallibile di indovino, che unita alle amicizie della cartomante sua cara amica, avevano fatto di lui il più famoso indovino di quei anni..Dario non sbagliava mai..doveva semplicemente fare un pronostico e contemporaneamente egli poteva svelare se il pronostico era veritiero oppure era falso..diventò in questo modo molto ricco…ma si sa: chi svela qualche mistero si fa dei nemici poiché finisce col danneggiare qualcuno.

Fu così che un truffatore, vittima del suo indovinare, in quanto smascherato e accusato dal nostro Dario diventò suo nemico acerrimo e volle danneggiarlo altrettanto..il nemico di Dario capì quale era la causa della forza dell’indovino e volle quindi rubargli la famosa lampada magica.

Così il suo nemico di nome Antonio il ladro, organizzò un furbo piano, fingendosi un cliente dell’indovino si introdusse nell’albergo e poi nella camera di Dario, mentre il mago era assente e lo derubò dell’oggetto magico..e disse mentre lo derubava “ora caro indovino sei rovinato!” E gli rubò la lampada magica portandola via.

Il nostro Dario tornò nella sua camera verso sera e non trovò più la lampada, per lui quello era un oggetto importante, da quel giorno Dario non riusciva più a prevedere e svelare più nulla e la cartomante sua amica non era brava quanto lui…in quanto non aveva veri poteri… erano entrambi ormai condannati alla derisione e quindi al fallimento economico..

Deluso e amareggiato e rimproverato dai clienti..che volevano indietro il loro denaro…il ragazzo decise di smettere per un po’ di esercitare l’arte dello indovino e di risolvere la sua vita in altro modo.

Con il tempo i suoi denari cominciavano a finire e questo al nostro Dario causò un po’ di frustrazione..ma si ricordò della “chiesa del miracolo” e andò laggiù a pregare ancora pieno di speranza…per ottenere da quel luogo un po’ di fortuna.

Il ragazzo pregando commosse i Santi e quando Dario uscì dalla chiesa si sentiva già meglio..e così uscendo dalla chiesa, mentre camminava per la città, Dario udì una voce nell’aria che lo consigliava..il ragazzo si girò, ma non c’era nessuno vicino a lui..la voce continuò a parlare e gli diceva: “ragazzo! vai sempre diritto e gira a destra..in quel luogo troverai chi ti aiuta!”.

Dario accettò il consiglio e seguì la indicazione consigliata dalla voce, ed entrò nella strada indicata e nel mezzo della via chi vide? Si! c’era il solito robi-vecchi che lo invitava con un sorriso a scegliere da lui altri oggetti utili alla sua vita, essi erano contenuti nel carrello che portava con se.

Dario capì che erano tutti oggetti magici e cominciò a cercare tra le scartoffie contenute nel carrello..rimescolò e finalmente trovò e scelse più oggetti.

Questa volta Dario fu attratto da due cose: una vecchia bussola e un vecchio cappello nero a cilindro..li tolse dal carrello e disse: “io ho capito caro vecchio che tu sei un mago e che mi vuoi aiutare.

Ma tu come fai ad avere queste cose magiche?” chiese il ragazzo all’uomo anziano.

“Questo non importa, sappi solo che la gente butta via molte cose..io le raccolgo e le porto in un paese lontano nel mondo delle favole, un luogo che solo io conosco, dopo che sono restato in quel paese per qualche giorno, in quel luogo tutto diventa magico..e così diventano magiche tutte le cose che ho portato con me…ma non diventano magiche per me, per me questa magia non vale, e non so perchè…in seguito me ne torno qui a Milano..portando con me gli oggetti magici con cui posso aiutare chi prega i Santi…e guadagno qualcosa facendo un baratto” Rispose il robi-vecchi.

“Ma tu buon vecchio non chiedi niente in cambio del tuo aiuto?” chiese il ragazzo…..” non ti chiedo niente adesso, caro ragazzo, mi pagherai un giorno quando sarai diventato ricco!..” e così il ragazzo se ne andò da lui tutto contento di poter scoprire i nuovi poteri che avevano quelle cose trovate nel carrello di quel mago.

Il ragazzo tornò nel suo albergo e osservò i nuovi oggetti che aveva, e capì che la bussola era magica ed aveva il potere di trovare le cose che il cervello pensava ed immaginava, così era scritto sul contenitore che la custodiva e così Dario capì che quella era la “bussola delle cose perdute” sarebbe servita a fargli trovare la sua famosa lampada magica…ed anche il cappello nero a cilindro aveva dei poteri magici…che tra poco vi descriverò..

Decise di mettersi subito alla ricerca della lampada importante per il suo lavoro e tenendo in mano la bussola e facendosi guidare da essa..pensando sempre e immaginando continuamente la sua lampada magica che era stata smarrita, Dario camminò per le strade ed i vicoli della città per tutto il pomeriggio, il nostro eroe raggiunse finalmente una casa e capì dove il ladro suo nemico nascondeva la lampada..” Ah! è qui che si nasconde il ladro …quel ladro mi ha rubato la lampada con cui lavoro e merita una punizione!”

E così il ragazzo osservò il secondo oggetto magico..ed infatti sulla visiera del cappello nero c’era scritto “se in testa ce l’ho, visto non sarò!” e capì intuendo quale era la magia… era sufficiente indossare il cappello nero sulla testa, per scoprire la nuova magia e si accorse all’improvviso di essere diventato invisibile agli occhi della gente che passava per la strada..nessuno lo vedeva più.

Infatti quello era il “cappello della invisibilità”..se la persona che lo indossava era nel giusto e degno di aiuto, diventava invisibile agli occhi di chi incontrava.

Fu così che ora Dario era in grado di riprendersi la lampada rubata.

Il ragazzo entrò nella casa del ladro… la porta non era chiusa a chiave e mentre Dario era reso invisibile dal capello magico, notò che il ladro era in un lato della stanza e dormiva russando, il nostro Dario per sicurezza e con forza unita a decisione prese un bastone e diede una sonora botta sulla testa a quel ladro, assicurandosi così di renderlo innocuo per un pò di tempo, poi guardando intorno in quella stanza, il Dario trovò finalmente la sua lampada magica, la prese e se la portò via scappando per le scale…tutto questo mentre il suo corpo era invisibile.

Mentre usciva, Dario si tolse il cappello e disse ad un poliziotto che stava di servizio nella strada li vicino, che in quella casa al secondo piano, abitava un vero ladro e la casa del ladro era piena di merce rubata..e poi Dario se ne andò.

Poco dopo in quel luogo arrivò la polizia e di conseguenza arrestò Antonio il ladro, che confuso si chiedeva come avesse fatto la polizia a trovare il suo nascondiglio…il ladro dovette confessare e fu quindi incarcerato.

“Evviva! i miei problemi sono ora risolti..ora posso ancora lavorare e guadagnare molti denari!” disse Dario.

E così il ragazzo poté continuare a lavorare come indovino e guadagnare ancora con quel lavoro.

Passarono gli anni e il ragazzo che adesso era chiamato “Dario l’indovino il magnifico” era tornato molto famoso nella città di Milano…era tornato più famoso di prima.

La notizia della sua abilità si diffuse per tutta la città e la regione.

Finché un famoso industriale della Lombardia tale Federico Morelli, sentì molto parlare di Dario e durante gli incontri con i suoi amici, ebbe il desiderio di incontrarlo, tutti dicevano che Dario l’indovino era molto bravo a svelare misteri ed a consigliare previsioni per il futuro, infatti l’industriale aveva un problema segreto..Morelli capì quindi che aveva bisogno dell’aiuto di un mago e così mandò a chiamare Dario l’indovino per invitarlo nella sua villa, occorreva che l’indovino risolvesse un suo problema.

Quale era il problema di quel ricco imprenditore?

Dovete sapere che a quel ricco signore da mesi gli sparivano dalla sua cassaforte, situata in una stanza segreta del suo palazzo, della quale solo lui sapeva la combinazione, sparivano da essa qualcuno dei pregiati gioielli e monete di oro e non riusciva ancora a capire come e chi lo derubasse.

Subito Dario incuriosito del mistero si mise a investigare.

Con la bussola del ritrovamento delle cose perdute, il ragazzo capì dove erano nascosti i gioielli rubati…e poi chiese aiuto alla lampada della verità e della bugia. Con essa il ragazzo, facendo delle ipotesi di tentativo, capì lo intrigo e capì chi era il vero colpevole che affliggeva l’amico industriale.

Scoprì che la colpevole era infatti la moglie dell’imprenditore, ella tradiva il marito e per questo regalava ogni tanto, di nascosto al marito, regalava al suo giovane amante avido un gioiello di famiglia di proprietà del marito, era questo considerato un pegno di amore…la moglie e il suo amante erano quindi dei veri ladri..

Con il cappello magico che lo rendeva invisibile, Dario capì chi era l’amante ladro e seguì l’amante della moglie dell’industriale mentre egli tornava a casa sua, potè quindi rivelare alle guardie dove il ladro si nascondeva e teneva il resto dei gioielli scomparsi..

La moglie dell’imprenditore messa di fronte all’evidenza, confessò le sue colpe, dopo un regolare processo giudiziario fu diseredata e allontanata dal palazzo.

L’industriale Morelli riebbe il suo denaro e potè divorziare dalla negligente moglie che non lo amava..

In premio il nostro Dario, per l’aiuto dato, ottenne il permesso di potersi fidanzare con la figlia del  ricco borghese.che si chiamava Elena,,,.

la figlia di Morelli aveva preferito restare insieme a suo padre, dando ragione a lui nella controversia con la disonesta madre, e poi suo padre Federico considerava Dario un signore in quanto lo riteneva un giovanotto speciale. anche se Dario non era ne nobile ne ricco..ma per il motivo che Dario aveva dimostrato di avere dei poteri magici, l’imprenditore lo voleva ugualmente come fidanzato della giovane figlia…e permise alla figlia di innamorarsi dell’indovino..

E quando Federico Morelli, ora suo parente, chiese a Dario delle previsioni su alcuni investimenti in borsa, il giovanotto consultò la sua lampada magica ed ottenne da essa delle informazioni sicure, ne ricavò dei buoni consigli e delle informazioni valide sul futuro economico di tutto il mondo..

Dario fu così in grado di riferire a suo suocero, il giusto consigliare, che fu usato per migliorare il patrimonio commerciale di Morelli facendo buoni investimenti bancari..

Il ricco signore ascoltò i suggerimenti di Dario e investì di conseguenza, diversificando i suoi risparmi come gli aveva consigliato il genero, sapeva di rischiare ma qualcosa in quel indovino gli dava fiducia.

Dovete sapere che Morelli fece benissimo a fidarsi, poiché il mese dopo il suo patrimonio in denari e titoli, praticamente raddoppiò del suo valore.

Dario diventò in questo modo una persona rispettata, finché un giorno fu ritenuto così bravo e fortunato che ebbe il permesso di sposare la figlia di quel ricco imprenditore. .

Dario ricevette i complimenti da tutta la famiglia soprattutto da sua moglie Elena, la quale era sempre più innamorata di lui…in quanto Dario aveva una bella presenza e suo padre ne parlava tanto bene sia a lei che ai suoi amici.

Dopo un anno finalmente che Dario aveva sposato la figlia dell’imprenditore, egli ricevette anche un incarico lavorativo dal suocero e fu nominato “consigliere amministrativo” della ricca famiglia Morelli.

Il nostro Dario di conseguenza diventò degno legittimo erede di parte del patrimonio di quel ricco imprenditore lombardo.

Dario era finalmente felice e volle ringraziare i Santi protettori che avevano accolto le sue implorazioni e lo avevano salvato più volte dalla certa povertà.

Una domenica Dario, stranamente si ricordò di dove tutto era cominciato e si recò in quella piazza dove era situata la chiesa che lui chiamava “la chiesa del miracolo”.

Entrò in quella chiesa e si inginocchiò all’altare e con molte preghiere e pensieri di gratitudine, ringraziò lo spirito della chiesa dell’aiuto ricevuto..e poi uscì nella piazza..fuori era una bella giornata di sole, era primavera e lui si sentiva un ragazzo fortunato.

All’improvviso Dario udì una voce che gli indicava una strada da seguire si voltò e si guardò in torno, ma non vide nessuno era solo..la misteriosa voce gli suggeriva di continuare a camminare diritto e di svoltare poi a sinistra.

Il ragazzo fiducioso obbedì al consiglio e all’interno della strada indicata chi incontrò?

vide l’anziano venditore di robe vecchie che lo aspettava.

La voce misteriosa nell’aria gli disse:” vedi quella persona… quello è il tuo vero padre… vai ed abbraccialo!”.

Dario si avvicinò a quel vecchio..e gli chiese:

“Chi sei tu…sei tu il mio vero padre?”

Il vecchio annuì con la testa e disse..”Si sono io..il tuo vero padre.

Mi sembra che con il mio aiuto segreto, ho io rimediato all’averti abbandonato da piccolo..ma devi sapere che tua madre mi tradiva ed io sono fuggito di casa deluso da lei..ho girato il mondo come un avventuriero, ed ho imparato molte cose, ma ora ho nostalgia di nuovo di una famiglia, poiché mi sento solo..e non sò dove andare a trascorrere la mia vecchiaia in tranquillità..”

Il giovane Dario si commosse e invitò quel venditore di robi vecchie, che era il suo vero padre a seguirlo nella villa dove ora abitava con sua moglie.

Dario raccontò tutto a suo suocero, che accettò di conoscere il vero padre di suo genero, e dopo averlo incontrato e parlato con lui cordialmente e bevuto un the con i biscotti portati dalla cameriera, dovete sapere che la giovane moglie di  Dario ed il suo gentile suocero, convinsero il padre di Dario a restare in quella villa e decisero, dopo che seppero che quell’anziano soffriva di solitudine, che quel vecchio poteva restare ad abitare con loro..avrebbe eseguito per la famiglia Morelli il lavoro di giardiniere, avrebbe accudito il bel giardino della villa..così avrebbe avuto qualcosa da fare, sarebbe vissuto vicino a suo figlio e conosciuto i futuri nipotini.

Infatti la moglie di Dario, di nome Elena, era gravida e dovete sapere che dopo qualche mese partorì due bei gemelli.

Fu così che tutto andava per il meglio per il Dario..il destino aveva voluto che dopo un periodo di sofferenza anche Dario ed il suo vero padre si ritrovassero e fossero felici..

Dario continuò a dare consigli economici a suo suocero, che diventò ricco sempre di più.

Quando il suocero un giorno morì a causa di una grave malattia, Dario ereditò gran parte del suo patrimonio..egli diventò una delle persone più ricche di Italia.. in quella famiglia tutti poterono continuare a vivere felici e contenti.

Morale:

nelle difficoltà che forse state vivendo non perdete mai la speranza..qualunque speranza farà al caso vostro e vedrete che la fortuna tornerà a sorridervi se vivrete nell’ottimismo..

 

fine

autore: Egidio Zippone

(Milano, Ottobre 2010)

Giudizio: originale. interessante

voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: La ragazza dalle orecchie di gatto..

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(racconto di tipo verde)tempo teorico da dedicare per la lettura 30 minuti

FAVOLA DI EGIDIO PER MAMME E BAMBINI

LA RAGAZZA DALLE ORECCHIE DI GATTO

INTRODUZIONE: una ragazza magica, ci insegnerà che se non riusciremo a essere sostanziali nel giudicare noi e gli altri, la pignoleria renderà grigia e triste la nostra vita, e vedremo per sempre solo la parte peggiore di noi e degli altri .

INIZIO

Favola: La ragazza dalle orecchie di gatto

Nel mondo delle favole che sembra lontano ma è molto vicino..Il mago “Testa di Gatto” che voleva sempre risolvere i problemi ed in fretta, si sposò con la “fata della sostanzialità” che voleva che il mondo fosse consigliato dal buon giudizio.

I due si baciarono e dal loro bacio sensuale..nacque una bambina dai capelli castani.

Ora siamo…nel simil periodo del 1910 d.c…non importa in quale nazione..fate voi..come preferite..

C’era una volta, nel mondo delle favole, una casetta fuori paese..circondata da un magnifico orto e da un giardino e sormontata da un tetto rosso..come tutte le villette di quel paese

In quella casetta ci abitava una signora anziana di nome Guglielma e non era sposata…infatti viveva senza figli e sola non si era sposata perché era di gusti difficili e nel suo giudicare nessun uomo sembrava a lei degno del suo amore..quando capì il suo errore nel voler giudicare con pignoleria l’uomo, ella era ormai diventata anziana e nessuno la voleva più.

La vecchietta viveva in quella casetta da molto tempo ..aveva una rendita lasciata dai suoi genitori e passava il suo tempo accudendo con molta bravura il suo orticello ed i fiori del giardino

Un mattino finalmente decise di cogliere la grande zucca gialla che aveva nell’orto

La donna anziana mentre era nell’orto sentì all’improvviso piangere e trovò nell’orto vicino alla zucca una piccola bambina che piangeva..piccina e carina

Subito vedendo i suoi capelli castani e gli occhi castani, la sua pelle chiara, Guglielma subito si affezionò..

E pur notando tra i capelli delle strane orecchie di gatto di colore rosa, una per lato..simpatiche e pelose…… Guglielma non si preoccupò e la prese con se.

Guglielma decise di allevarla in quanto si sentiva sola e per sentirsi più utile alla vita..si tenne la bambina tutta per se e non disse niente in paese

Decise di allevarla e di nutrirla..e gli diede un nome: “la bambina si chiamerà.. Sostanzia!” affermò la contadina…”per rimediare alla mia poca virtù decido in questo modo ..si! ho questo difetto..sono stata pignola per molto tempo”…si disse tra se e se la vecchietta.

La bambina cresceva vispa e intelligente..e con essa anche le orecchie di gatto sulla sua testa purtroppo.

E per sopperire al suo difetto la donna anziana ebbe un idea….regalò alla bambina un giorno un bel cappello dicendo:

“Tieni bambina mia, un cappello di colore verde dalla frange cadenti..un regalo per te!” ed aggiunse inoltre: “ti consiglio di non togliertelo mai…soprattutto se ci sono estranei intorno…ti aiuterà a tenere nascosto i tuoi problemi.”

Infatti la bambina obbedì e non si tolse mai il cappello dalla testa..”dirai che hai il cappello in testa poichè c’è troppo sole e il sole fa male alla pelle del viso..vedrai smetteranno di insistere nel domandare.”

Nemmeno a scuola fu mandata.. per non far scoprire il suo segreto delle orecchie di gatto sulla testa…la madre adottiva era buona, ma temeva la cattiverie e la superstizione della gente…”la gente di questo paese è anche cattiva, non toglierti mai il cappello bambina mia..dammi retta!”

La donna intanto nel tempo libero educava la ragazza e le insegnava anche lo scrivere e il leggere.

Cap. 1 – Sostanzia esce di casa

Ma la bambina non poteva stare in casa sempre, decise un giorno diventata grande di farsi un giretto sempre con il suo cappello sulla testa per la campagna.

Cammina e cammina Sostanzia incontrò per la strada …un ragazzo zoppo che era visibilmente infelice in quel momento, poiché tutti lo prendevano in giro per la sua gamba difettosa….ad un tratto un colpo di vento causò il volare del cappello di Sostanzia… rendendo visibile le sue orecchie pelose di gatto al ragazzo..

Il ragazzo invalido le vide quelle orecchie..ma egli non senti il bisogno di rimproverarla per il suo difetto… gliele accarezzò quelle belle orecchie e così alla bambina passò la paura di subire rimproveri e Sostanzia si accorse all’improvviso del potere che aveva …il potere di abbellire le cose e le persone che incontrava se esse si dimostravano non pignole con le sue orecchie, in quanto la bambina era la “sostanzialità in persona” che abbellisce il mondo e con il suo buon giudizio la storia di vita…infatti disse: “tu non aggravi il mio difetto, ed io miglioro il modo di giudicare la tua realtà..” e così per magia all’improvviso il ragazzo non fu più zoppo..e si mise a correre stupito di poterlo fare..il ragazzo si mise a correre per i campi.. ora era felice, come per magia ora riusciva anche a correre e non gli importava più di niente.

Quella stessa sera la bambina ricevette una visita nella sua cameretta e gli fu spiegato tutto

La “fata della sostanzialità” apparve vicino al letto e spiegò alla bambina che lei era la sua vera mamma e spiegò inoltre quale sarebbe stato il compito di Sostanzia nella vita e perché era stata creata e mandata in quel piccolo paese..infatti il grande potere che aveva in lei poteva dare felicità a chiunque lo meritasse.

“Tu Sostanzia hai il potere di rendere bello il mondo..anche se perfetto non è”.. gli disse la fata prima di scomparire in una nuvola di stelline azzurre..”amministra con saggezza la tua magia..ti saluto cara figlia!”

Da quel giorno la bambina diventata ormai ragazza, si rendeva sempre più conto del suo compito ed ogni giorno dava consigli come poteva a chi si dimostrava non pignolo con lei…agiva con semplici miracoli..ma ugualmente essi erano causa di felicità.

Sappiate che la ragazza ogni giorno andava a fare la spesa..ed ogni giorno incontrava qualcuno e capitava puntualmente un miracolo.

Cap. 2 – La vecchia auto

Un giorno Sostanzia camminava con un zaino di vimini sulle spalle pieno di belle cose..e vide sulla strada un anziano vicino ad un auto un pò mal ridotta..essa infatti non era un modello recente…il vecchio si lamentava che la sua auto… era non funzionante ..era una vecchia carretta e non era più affidabile..vedendolo sconsolato e molto irato poiché la sua macchina non partiva e stava invece ferma sulla strada emanando vapore dal motore..Sostanzia gli si avvicinò..

”Dimmi buon vecchietto perché sei arrabbiato? Chiese gentilmente la ragazza.

“Non vedi? sto bidone di auto non funziona!”….rispose il vecchio con le mani tutte sporche….”queste invenzioni moderne..in realtà sono inefficienti carrette.”

“Dimmi buon vecchio, anch’io ho un problema!” e dicendo questo Sostanzia si tolse il suo capello verde dalla testa…”vedi ho queste orecchie di gatto… tu che ne pensi?

“Carine!” disse il vecchietto…”ti fanno simpatica!”.

Contenta la ragazza formulò le parole magiche….”le cose giuste sono di più…e la macchina diventa come vuoi tu!”

All’improvviso l’automobile..fu avvolta da una nube azzurra e rosa e appena essa scomparve…al posto della vecchia auto c’era un auto nuovo modello dello stesso colore..con il motore acceso pronta per partire….. “Stupendo!” esclamò il vecchio..”ora si che la mia auto mi piace!”..e salutò in fretta la ragazza e si mise in macchina e partì in un auto funzionante felice in direzione per la città.

“Bene anche oggi un momento di felicità è stato vissuto”…e la ragazza riprese la strada per la sua casetta fuori paese.

Cap. 3 – La piccola casa

Tutti i giorni la ragazza era comandata dalla buona mamma adottiva ma anziana a fare compere in paese.

E quel giorno passò per una via dove era situata una casetta piccola e angusta..

La ragazza salutò la padrona che stava fuori in giardino ad annaffiare i fiori come era sua abitudine.

“Come sta signora, sta bene?”

“Eh! starei bene si!..se abitassi in una casa più grande..i figli non hanno la cameretta e il marito non ha il laboratorio… c’è un tale disordine in questa casa…le stanze servono a più di una cosa e vanno in contrasto nell’uso…come sono sfortunata.. me poverina sempre a pulire ed a riordinare di continuo.

“Non si disperi signora” disse Sostanzia…”mi dica invece come stò senza cappello?”

La ragazza si avvicinò e si tolse il cappello…”Ah! che belle orecchie che hai, sembrano di gatto…sei simpatica…direi che ti abbelliscono in modo selvaggio!” disse la donna.

Contenta Sostanzia di quelle parole disse alla signora della piccola casa:

“Le cose giuste son di più..e la tua casa diventa grande come vuoi tu!”

All’improvviso la casetta fu avvolta da una nube azzurrina e violetta e appena essa scomparve..cosa accadde?

“Accipicchia!….che bella casa accogliente con quattro stanze….stupendo!” disse la signora..”adesso si che è una casa adatta alla mia famiglia numerosa, che bella casa…”

“Bene anche oggi un momento di felicità è stato vissuto”…e la ragazza salutò e riprese la strada per la sua abitazione che si trovava fuori dal paese.

Cap. 4 – Il salumiere

Un giorno mentre la ragazza era al mercato per comprare dei formaggi e dei salumi da usare per cucinare, vide il solito salumiere che questa volta si copriva con un foulard tutto il suo viso..

incuriosita..la ragazza si avvicinò e chiese:..”che ha signor salumiere..é forse ammalato?”

“No! cara ragazza mia…a te lo posso dire ….stamattina al risveglio ho scoperto di avere un naso grosso grosso.. troppo grosso secondo me e me ne vergogno tanto..tanto che temo che la gente rida di me…ho il complesso del naso grosso..e me ne vergogno così lo nascondo con un foulard intorno al viso..ed intanto lavoro.” Rispose il salumiere a voce bassa…

Allora la ragazza capì…si tolse il cappello e disse:

“Ehi tu! signor salumiere dimmi…..come sto io senza cappello? “

“Niente male cara ragazza sei bella e giovane…Ah! vuoi dire le orecchie..sembri magica!”

Contenta la ragazza sorrise al salumiere e disse:

“Le cose giuste sono di più..e il tuo naso diventa come vuoi tu”

All’improvviso il viso del salumiere fu avvolto da una nube violetta e rosa e quando essa spari il salumiere sembrava ringiovanito poiché aveva ora un naso bello come quello di un attore..bello profilato e diritto..”stupendo!”..disse il salumiere guardandosi nella vetrina…”ora si che mi piace il mio naso!”

“Bene!” Disse Sostanzia dopo aver preso le borse con la spesa..”anche oggi un momento di felicità è stato vissuto”..e la ragazza decise di tornare per la sua strada dalla cara vecchietta che la aveva adottata.

Cap. 5 – Il giardino poco fiorito

Un giorno di sole..la ragazza vide un giardiniere che piangeva…”che hai povero uomo?”…

”la donna di origine aristocratica di cui sono a servizio..mi vuole licenziare perché il giardino che accudisco non è diventato il più bel giardino del paese come gli avevo promesso…adesso mi licenzierà come farò..poveretto me!” diceva piangendo il giardiniere.

“Anch’io ho un problema” disse la ragazza..e si tolse il cappello..”non vedi buon giardiniere niente di strano sulla mia testa?”…”No! Non capisco, non vedo niente di strano..ah! vuoi dire le orecchie di gatto..ma sono, secondo me, più belle da accarezzare di quelle comuni degli altri .” Disse il giardiniere.

Contenta la ragazza sorrise e disse al giardiniere:

“Le cose giuste sono di più..e il tuo giardino fiorirà come vuoi tu!”

All’improvviso una nube verde e rossa avvolse il giardino..e quando essa sparì…il giardiniere cosa vide?..vide il giardino dei suoi sogni..ora finalmente lo vedeva bello come voleva il suo giardino..

La padrona della villa uscendo dalla porta rivolta al giardiniere disse: “ho fatto bene ad assumerti giardiniere..infatti ora mi sono accorta che il mio giardino è secondo me il più bel giardino del paese.. ma guarda che bei fiori!…”

Il giardiniere si girò per ringraziare la ragazza dalle orecchie di gatto..ma ella era gia in cammino per la sua casetta fuori paese..

La ragazza aveva capito il suo compito esistenziale, ed era molto felice del dono che aveva ricevuto…felice della gioia che dava alle persone…esse di natura tendevano a essere severe nel giudicare anche quando non c’era bisogno..ma lei era la soluzione ai loro problemi…lei aveva con se la magia del giudizio sostanziale.

Cap. 6- Il re del paese

Dovete sapere che in quella regione c’era anche un re..infatti come tutti i popoli anche quello di quel paese aveva un re.

Il suo nome era..”re Pignol”..era superbo e vanitoso..e voleva tutto il meglio della vita per se ..ma non sempre ci riusciva..per questo molte volte non era contento della vita che conduceva..e non gli bastava mai.

Egli seppe un giorno che nel suo regno da un pò di tempo, capitavano questi miracoli e questi benefici..il re se li era fatti raccontare in modo preciso da alcuni abitanti del paese …e desiderò che quei miracoli e chi li compiva….fossero e capitassero solo per lui.

Ordinò quindi alle sue guardie di portare la ragazza di cui tutti parlavano in paese nel suo palazzo..subito!

Le guardie si recarono alla casa fuori paese secondo le indicazioni ricevute dalla gente…

Raggiunsero la casa e ordinarono alla donna anziana di nome Guglielma di permettere alla ragazza di andare a stare dal re..”così vuole e pretende il re da questa ragazza!” ..”è il re che comanda..quindi le consigliamo di obbedire!..” dissero le guardie.

“meglio non creare problemi!” disse Guglielma …. “i potenti a volte sono malvagi meglio assecondarli..ti prego cara ragazza va pure dal re.”

La ragazza giunse al palazzo di re Pignol….e il re ricevette Sostanzia nella sala dove era situato il trono

E il re Pignol gli disse:

“Sei tu la ragazza che rende felice la gente e abbellisce le cose..come raccontano in paese?

“Si!” Gli rispose Sostanzia e raccontò al re il suo scopo magico di vita…ed il potere che aveva..

Il re quindi gli chiese:

“Io sono il re di questo paese..tutto ciò che c’è in esso appartiene a me..anche la tua vita appartiene a me.. quindi io ti comando di abbellire il mio palazzo per darmi più felicità!.”

Ma per fare questo la ragazza doveva togliersi il suo cappello..e mettere alla prova il sofisticato e perfettino re Pignol.

Così la ragazza si tolse il cappello dalla testa e mostrò i suoi capelli con coraggio al giudizio del re.

Il re Pignol quando vide le orecchie di gatto sulla testa della ragazza..ne fu inorridito …e urlò:

“Ah! ma sei imperfetta!..ragazza sei in parte animale..sei un mostro!….sei un ibrido genetico!..c’è un mostro immondo nella mia casa!” offeso dal suo giudicare pignolo a quella vista il re ordinò: “portatela subito via!”

e aggiunse con tono severo..”via mostro da questa casa..non mi farò aiutare da un mostro con quelle brutte orecchie di felino..non ci voglio avere niente a che fare con te..guardie portatela via!” con freddezza il re replicò..

”sappi che io non ho mai creduto che… e non ci credo ancora, che tu ragazza-mostro hai questo potere..devi sapere che la felicità deriva solo da esseri belli e perfetti…non da gente diversa nello aspetto come te…via mostro dalla mia casa….guardie portatela via!”

La ragazza fu portata alle porte del palazzo e gli fu ordinato di andarsene.

E cosa capitò? Dopo di questo sul palazzo reale, dopo qualche minuto, una nuvola nera e grigia si formò all’improvviso al di sopra..tutti urlavano impauriti nel vederla..la nube avvolse il palazzo e la gente che c’era all’interno.

E quando la nube svanì…Il palazzo reale apparve di nuovo alla gente in strada.. ma questa volta non aveva la stessa suggestione ..qualcosa era cambiato nel vederlo…colui che lo osservava vedeva ingigantire i difetti che conteneva..tutto sembrava più grave e pesante..tanto che la gente che osservava il palazzo e le stesse guardie ammettevano “ma che brutto palazzo che c’è in paese.. ma chi ci abita in quel brutto palazzo è proprio demodé..ma si deve vergognare chi abita in quel palazzo..che ne costruisca subito un altro..quel palazzo è stato costruito tutto sbagliato aldilà dei limiti ..anche ad essere inesperti nel giudicare..si vede proprio il cattivo gusto con cui è stato costruito…”

“Guardate i suoi colori..guardate le divise delle guardie..e guardate anche il re sembra un gretto e arrogante nell’aspetto e i suoi vestiti guardate come sono squallidi..terribili davvero!.”

La ragazza ormai non ci poteva fare niente..molte persone si raccoglievano nella piazza e dicevano che il loro re.. a quanto sembrava viveva nel palazzo più brutto del mondo…ma lei Sostanzia era gia tornata nella sua casetta fuori paese…era al sicuro…tutto era capitato involontariamente..Sostanzia non poteva impedirlo..

Il re sentito questo dire dai sudditi, per giorni e giorni..fu preso da molta tristezza..dovete sapere infatti che quando il buon giudizio è tolto da noi..la vita diventa pesante e grigia…e tutto diventa più difficile…ed infatti i commenti severi e tristi dei turisti e degli abitanti continuarono per tutto il mese.. finchè in quel paese un giorno fu nominato per prudenza un altro re per volontà dei nobili e del popolo…in quanto secondo il popolo “re Pignol” predicava bene… voleva la perfezione… ma razzolava male era visibilmente imperfetto nel modo di organizzarsi…non aveva buon gusto per le cose..tutti vedevano e potevano giudicare le cose difettose di cui si era circondato..

Cap. 7 – Sostanzia resta sola

La ragazza cresceva sana, mentre la donna anziana che l’aveva adottata purtroppo col tempo si ammalò.. ma prima di morire espresse il suo ultimo desiderio a Sostanzia

“Cara ragazza mi hai accudito ed io ti ho amata come una figlia vera, promettimi che non resterai sola come è capitato a me..promettimi che ti sposerai..la solitudine rende triste la vita..l’ho imparato a mie spese…non devi restare sola nonostante le strane orecchie che hai….sei molto bella anche con le orecchie di gatto sai…vedrai che troverai un marito adatto a te…non fare l’errore che ho fatto io…che sono rimasta sola.”

Sostanzia decise di fare un ultima magia per dare un po’ di felicità..la donna infatti sul letto di morte come sua ultima visione..vide nella stanza come per miracolo.. prima apparire la luna e poi apparire il cielo ed il sole della Primavera ..e poi vide un bosco incantato..ed anche le cascate di un fiume lontano.. gioì del vedere la notte stellata…gioì nel contemplare l’oceano immenso ed azzurro… ebbe anche la visione di delfini nuotare felici ed immergersi ed emergere nell’oceano azzurro.. ed anche le balene che nuotano superbe nel mare meraviglioso..poi capendo che stava giungendo la sua ora… ella gli sembrò di volare in alto nel cielo e vide anche il Paradiso ..un bel giardino fiorito ed alberato e provava molta pace.. quel luogo era pieno di fiori profumati dai molti colori..tutte queste visioni durarono tutta la sera finché la vecchietta esalò l’ultimo respiro..ella morì e sali al cielo..morì così con negli occhi il bel sorriso di Sostanzia…la bambina che aveva adottato..

Si compirono i funerali di Guglielma … a cui parteciparono pochi amici …e la ragazza da quel giorno restò sola nella casetta fuori paese.

Cap. 8 – Sostanzia si sposa.

Restare in casa da soli era triste… non c’era nessuno con cui parlare.

Così la ragazza rimasta in solitudine si ricordò del consiglio della defunta Guglielma …l’idea di trovarsi un marito…e prese delle iniziative..

Quel giorno Sostanzia, lesse un annuncio sul giornale, che diceva che un povero ciabattino cercava moglie..e decise di andarlo a trovare quel ciabattino..per diventare sua sposa..per sistemarsi, proprio come aveva desiderato la sua cara madre adottiva…

Il ciabattino aprì la porta e permise a Sostanzia di entrare nella sua povera casa…..poco arredata ma accogliente.

Dovete sapere che il calzolaio non trovava moglie e per questo mise lo annuncio sul giornale.. non trovava moglie non solo perché era povero ma anche perché egli aveva già due bambini piccoli..era un vedovo infatti.. e la casa da accudire era ormai sporca ed in disordine da tempo, poichè dovete sapere che il ciabattino non poteva permettersi una governante a pagamento..capite adesso che era un momento difficile per quel padre di famiglia, che cercava una moglie adatta ai suoi bambini..i suoi bambini piccoli erano bisognosi di cure materne…ed anche lui voleva qualcuno nella casa con cui parlare nelle serate di inverno e condividere la sua vita quotidiana…voleva presso di se qualcuno con cui poter parlare delle cose che capitavano in paese.

Così la ragazza che era entrata nella sua casa, si presentò e disse:”mi chiamo Sostanzia e sono una ragazza sola e vorrei rispondere al tuo annuncio”.

“Mi piace il tuo viso!” disse il ciabattino sorridendo che disse di chiamarsi: “SempreContento… piacere mi chiamò così!”

ed aggiunse compiaciuto dell’incontro: “Sai accudire una casa?” chiese alla ragazza

“Si! sono una brava casalinga!”..rispose la ragazza pensando che il ciabattino era un tipo carino.

“Ti devo dire un segreto” disse la ragazza al ciabattino “ma non so da dove cominciare!”

E Sostanzia trovò il coraggio necessario e si tolse il cappello verde..curiosa di vedere la reazione del ciabattino alla visione della sua diversità fisica,

Il ciabattino vide le orecchie di gatto sulla testa ed esclamò:

“ma che belle orecchie di gatto pelose… le voglio subito accarezzare!”

ed un miracolo si compì in quel momento..da quel gesto gentile e non pignolo nacque il loro amore.

Sostanzia si lasciò accarezzare le orecchie di gatto che aveva tra i capelli, e sorrise felice al ciabattino che si chiamava SempreContento

e dovete sapere che tutto in quella casa si abbellì all’improvviso di una luce azzurra e rosa

il ciabattino e la ragazza all’improvviso divennero più belli in volto..una splendida aura rosa li avvolgeva il corpo di entrambi…lui divenne un signore ricco ed elegante e lei una bella signora con un bel vestito celeste e con cappello di colore verde in testa ed con un ombrellino in braccio..

dovete sapere che i bambini anche loro divennero carini e subito vestiti di piccoli abiti signorili alla marinaretto..la piccola casa si trasformò in una bella villa con giardino..e fuori una carrozzella con due cavalli attendeva gli innamorati per condurli in paese.

I due innamorati decisero di sposarsi subito ..chiamarono i loro amici e li invitarono al loro matrimonio…e vissero da quel giorno felici..educarono e accudirono i due bambini che già avevano con molta saggezza ..dovete sapere che i due bambini si chiamavano: Allegria e SonFelice.

Volete sapere come si chiamavano gli invitati al matrimonio di Sostanzia e SempreContento… essi si chiamavano:

La Signora “Solidarietà”

Il Signor “Maiapprofitteròdivoi”

Il Signor ”Buonumore”

La Famiglia “PremiareLaVita”

La Signora ”Comprensione”

Il Signor ”Buon Giudizio”

Il Cavaliere “Aiutoideboli”

Il Signor “Miaccontento”

La Signora “Gratitudine”

La fata “Speranza”

E ovviamente molti altri…tra i tanti, la Fata  della Sostanzialità e suo marito Testa di Gatto il mago.

Ed altri che purtroppo non ricordo il nome… ma erano anch’esse di certo gentili persone.

Quel giorno ci fu un bel festino e tutti si divertirono…e Sostanzia ed il marito SempreContento.. vissero da quel giorno insieme felici e senza preoccupazioni…poichè sapevano vedere solo il bello del mondo e della gente..

Morale:

il giudizio sostanziale e il sapersi accontentare sono doni che rendono bello tutto ciò che ci circonda e aiutano ad essere felici nella vita.

Anche in questo racconto se ci sono degli errori..poichè perfezione non esiste davvero nemmeno nella narrativa..il malumore che ne deriva… è però vinto dalle molte cose giuste che sono racchiuse in esso e nella sua trama fantasiosa..

Fine

autore: Egidio Zippone

(Milano, Novembre 2007)

Giudizio: originale, interessante

voto: (da 5 a 10): 9

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Favola di Egidio: la buona suggestione

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(racconto di tipo verde e bianco)

tempo teorico dedicato per la lettura 25 minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

LA BUONA SUGGESTIONE..

INTRODUZIONE: Io mi ritengo un bravo cristiano, e so che dove ci sono individui con molta bontà di animo, in quel luogo ci sono anche le intenzioni volute dal Buon Signore, in quel luogo il Buon Signore si compiace della pace causata dalla bontà, così ho pensato che è giusto scrivere una favola ambientata in un paese sperduto del nord della Lombardia, ma potrebbe essere anche un paesino situato nel lontano Oriente perché no..anche in quei popoli lontani si parla molto bene della Bontà e della Comprensione!,,

Ritengo che sia possibile che un influenza spirituale tra un corpo umano ed un altro, agisca a fin di bene per portare pace tra le genti, anche per le religioni occidentali questo fenomeno paranormale è credibile..nelle Sacre Scritture infatti si parla di uomini Santi che furono pensati incarnazione di profeti vissuti tempo prima..

INIZIO

Favola: La buona suggestione

C’era una volta, nel mondo delle favole, un paese situato a nord della Lombardia in Valtellina..

questo paesino era abitato da poche persone…molto lontano dal rumore del mondo.

Questo paese c’era una volta…è probabilmente esiste ancora…

Una volta questo paese, anche se era un piccolo paesino, era abitato da giovani sposi e uomini e donne occupate nel loro lavoro quotidiano.

Ma poi un giorno uno ad uno essi lasciarono disabitata la loro casa, poiché si chiedevano senza risposta…per quale motivo dovevano abitare in un paese così sperduto e lontano dalla città..senza alcuna modernità e svago…così se ne andarono altrove ad abitare…poichè non trovarono validi motivi per restare..

Per questo motivo ormai in quel paese vivevano poche persone e tutte anziane.

Si sparse di conseguenza la voce per tutto lo altipiano, che in quel paese regnava la “desolazione” cioè il paese aveva per destino finale la sola “estinzione”..ormai esso era destinato a scomparire pian piano con la morte dei suoi pochi abitanti restanti.

Giunse questa triste voce, riguardante il destino di quel paese, ad un frate benedettino molto famoso in quella provincia per la sua saggezza.

Il monaco capì e fu dispiaciuto per la sorte di quel luogo.

Decise quindi di andare in quel paese, per far visita di cortesia a tutte quelle poche persone che ci abitavano ancora.

E così partì per l’altipiano, cammina e cammina il monaco vestito con un saio ed ai piedi dei sandali, raggiunse il paese per portarvi con la sua saggezza un po’ di pace e speranza.

Pensò come aiutare i pochi abitanti restanti..e decise di comportarsi in questa maniera.

Giunto in paese, si presentò come portatore di verità… e si fece invitare da tutti gli abitanti a turno e parlò ad ognuno in questo modo…voleva che quel paese tornasse numeroso di abitanti.

Dal maniscalco

Ricordò al maniscalco che forse tra gli abitanti del paese, esisteva la persona che ha incarnato nel suo corpo lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso.. a cui l’umanità si rivolge per trarne consiglio.

Dal pecoraio

Facendosi invitare a cena dal pastore e mangiando il suo formaggio..il monaco ricordò a chi lo ospitava, che forse tra i suoi vicini viveva la persona che incarnava in lui lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso… e conosce il modo di come portare la pace tra le genti.

Dal falegname

Accettando lo invito del falegname…convinse chi lo ospitava che forse tra gli abitanti del paese c’era chi aveva incarnato in lui..lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso… e risolve i problemi della gente con la sua Bontà ed il far tornare la pace..ed era dovere degli abitanti di questo paese di onorarlo.

Dal calzolaio

Ricordò al calzolaio che a volte lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso.. si incarnava in vite semplici e secondo lui in questo paese vive proprio la persona che ha il suo Spirito incarnato e bisogna rispettarla e volerle bene per santificare la sua vita in modo degno.

Dal sindaco del paesino

Il monaco ricordò che bisognava fare la carità ai poveri in onore dello Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso.. che vive a parer suo incarnato in una persona che abita in questo paese: “e forse caro signore è proprio il povero uomo che hai aiutato oggi, oppure è un suo vicino…credetemi.. Colui che Sà Essere Virtuoso …. vive qui tra voi!”

Dalla sarta

Il monaco ricordò che bisogna onorare e amare il proprio lavoro..in riconoscimento alla persona che a parere suo..incarna lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso..e pare che questa persona vive proprio in questo paese e bisogna che sia onorata.

Ed a tutti gli altri abitanti del paesino il monaco disse la stessa buona notizia che “tra voi pochi e solitari abitanti di questo paese c’è una persona che è l’incarnazione ..di Colui che Sà Essere Virtuoso..Spirito Saggio e Sapiente che predica la Bontà e la Comprensione delle attenuanti del destino dell’umanità..vera fortuna per tutti noi, siate quindi contenti che voi abitate vicino a Lui.”

Detto questo il monaco benedettino salutò ognuno e ripartì da quel paese certo di averci portato una speranza.

Le parole del monaco benedettino restarono nella mente di tutti e crearono negli abitanti suggestioni positive.

Tutti si chiedevano chi mai fosse tra loro la persona che incarnava lo Spirito di  Colui che Sà Essere Virtuoso..Spirito di ogni Saggezza e Virtù.

“Forse è il falegname..così lavoratore e generoso ed obbediente ai doveri umanitari nello stesso tempo..se è così lo tratterò con garbo.” disse il sindaco..

“Forse è il maniscalco..così saggio e persuasivo con le sue filosofie morali..sempre pronto a dare buoni consigli..se è così egli merita più riguardo!.” disse il falegname.

“Forse è il sindaco del paese… si è lui…così educato e sano di salute..ma no! Il sindaco é benestante..non è possibile..lo sanno tutti che lo Spirito di Colui che Sa Essere Virtuoso si incarna in vite povere e le preserva nella Saggezza, però potrebbe anche essere anche lui a volte il sindaco è molto generoso..” disse la sarta.

“Di certo non è il calzolaio è così disordinato… però potrebbe essere lui in fondo è così umile, buono e giudice non pignolo!” disse il falegname.

Forse invece è la sarta così seria e perbenista ma forse no.. lei è donna…però potrebbe essere a volte Colui che Sà Essere Virtuoso….si rivela anche nelle donne, poiché comprende il loro vivere con sacrificio e altruismo!.” disse il sindaco.

Da quel giorno nel timore e nella speranza che tra loro vivesse la incarnazione di Colui che Sà Essere Virtuoso….  tra gli abitanti del paese si diffusero la bellezza dei modi e l’atteggiamento gentile tra loro, oltre che la capacità di dare buoni consigli gioviali e di pace ad ognuno.

Tutti capirono e si prodigarono affinché la saggezza di ogni vita favorisse la loro verità in Terra..e la loro verità allo stesso tempo per effetto di questa suggestione diventò più benigna di quanto fosse.

Dovete sapere che da quel giorno la gente estranea che per turismo ed in visita per sola curiosità, che passava di quando in quando nel paese, soprattutto i giovani, si rese subito conto del buon vivere nella cordialità, del rispetto e dell’amore e della buona suggestione che si respirava in quel piccolo paese da un pò di tempo.

in questo modo a molti giovani turisti piacque l’atmosfera che avvolgeva quel luogo tra le montagne, con la sua pace ed i modi gentili degli abitanti e dapprincipio tornarono più spesso a fare visita ed a partecipare alla festa della buona stagione “la primavera”..ed in seguito a causa del continuo buon giudicare dei turisti, dovete sapere che molti decisero di abitarci o di passarci il resto della vita..era bello abitare li..in quel piccolo paesino..c’era molta pace e rispetto di ognuno.

Fu così che quel paese sulle colline …divenne un luogo di passaggio di molta gente e di conseguenza  esso si popolò entro pochi anni di molti abitanti..che intendevano vivere felici laggiù..nel pensare come sappiamo e come si raccontava che tra loro viveva una persona che aveva nel suo animo incarnato lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso…. così diceva un famoso monaco benedettino e lo aveva detto e convinto tutti di questa notizia..

E tutti dicevano che era bello vivere e abitare in quel paese diventato pieno di attenzioni, di rispetto e di gentilezze con tutti.

Probabilmente lo sperare e l’essere convinti che lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso…..viveva tra loro, ed era incarnato in uno di loro…causò proprio questo…il rispetto di ognuno…molti sentita dire la lieta notizia..si misero in viaggio..per andare a conoscere chi ci abitava…e restarono per lungo tempo in quel paesino..

Dovete sapere che…. lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso…avendo saputo che in quel villaggio tutti lo rispettavano, e parlavano bene di Lui, Saggio e Virtuoso come era, andò veramente anche Lui a vivere tra gli abitanti di quel paese, incarnandosi veramente in loro e portando fortuna e benessere tra le genti di quel luogo ed accontentando così la loro speranza…che era di non restare soli e di vivere sempre in amicizia.

E fu così che quel volenteroso monaco benedettino, che per aiutare della povera gente inizialmente, aveva detto bugie a fin di bene, divenne in seguito fonte di verità, poiché il suo dire diventò cosa vera, poiché lo Spirito di Colui che Sà Essere Virtuoso.. ..viveva e consigliava gli abitanti di quel paese..viveva tra loro incarnato in uno di loro per davvero..

Morale:

Cercate e suggestionatevi pensando che nel vostro prossimo o vicino ci sia una entità positiva incarnata in lui e con lui sia disponibile la sua saggezza benefica e gentile anche per voi..e vedrete che dal rispetto che si otterrà da questa suggestione si avrà giovamento in ogni cosa.

Vedrete che qualcuno un giorno dirà che  presso di voi e nel vostro quartiere, è bello vivere e che la vita e più bella se si considera il prossimo presenza virtuosa tra noi.

Avere una buona immagine ed una buona suggestione, e credere che sicuramente tra noi c’è un individuo posseduto da uno spirito nobile e buono, renderà più lieta la nostra vita ed anche quella degli altri…poiché nei paesi dove si avverte bontà e fraternità…c’è la consapevolezza che meritiamo lodi a seconda dello Spirito che ci possiede e ci consiglia..

 

fine

autore: Egidio Zippone

Milano, Settembre 2009

Giudizio: interessante, serio

voto (da 5 a 10): 9

Favole di Egidio: il re Giacinto e la fata Gelsomina..(per ragazzi)

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(racconto di tipo verde e bianco)

tempo teorico da dedicare per la lettura circa 20 minuti..

FAVOLE DI EGIDIO..

IL RE GIACINTO E LA FATA GELSOMINA..

INTRODUZIONE: La paura di morire in quanto si è anziani sconvolge la gente ed anche i re, saranno i poteri di una fata a calmare i timori di un re? Sembra che nelle favole tutto sia possibile per merito della fantasia..

Favola: Il re Giacinto e la fata Gelsomina..

Inizio

C’era una volta un re, nel mondo delle favole, nel simil-periodo del 1700 d.c., che non sempre predicava e difendeva la giustizia, e molto spesso nelle sue intenzioni dimostrava egoismo..

Molte volte non era stato onesto nel giudicare i sudditi e aveva scelto di essere iniquo ed ingiusto con i deboli..probabilmente questo iniquo modo di fare egoista era causato dalla giovane età del re..poichè molte volte qualcuno gli aveva chiesto aiuto ed il re Giacinto si era negato ad aiutare..

Lo venne a sapere una strega severa, che affermò: “Così esiste qualcuno che si comporta in modo ingiusto con i deboli, presto presto gli farò capire che è sbagliato per chi fa il re come lavoro, é sbagliato per chi è diventato un autorità sulla Terra, é sbagliato interpretare la vita umana in modo egoista..e si sceglie di essere furbi con i deboli..

La strega decise quindi di punire quel re in quanto era un peccatore..poichè le streghe nelle mie favole, comandano molto spesso punizioni, anzichè perdonare i peccatori..

Fu così che il re si svegliò un brutto mattino, e si sentiva stanco, si avvicinò ad uno specchio della sua stanza per guardarsi al suo interno poiché non si sentiva come suo solito, e cosa vide?

Vide il suo volto umano ed il suo corpo diventato vecchio, era così vecchio che comprese che un giorno, sarebbe presto morto a causa dell’invecchiamento inesorabile del suo corpo..dimostrava infatti già 80 anni ed avvertiva in lui molta paura di morire..

Eh si! dovete sapere che la strega che aveva deciso il maleficio aveva un nome e si chiamava “la strega della vecchiaia” e decise di far un danno a quel re per punirlo dicendo: “tu oh! re dici di comprendere l’ingiustizia a causa della tua furbizia iniqua, impara oh! re a comprendere questo tipo di ingiustizia allora!, poiché invecchierai prima degli altri umani, si! io strega della vecchiaia comando la punizione che ti farà invecchiare finché un giorno morirai per la troppa età anziana che dimostrerà il tuo corpo!”

Il re, che aveva un nome e si chiamava re Giacinto, comprese che non poteva impedirlo quel maleficio, l’invecchiamento precoce, e così si rattristò, e decise per questo di consultare l’artista di corte, l’artista era un saggio, ed il re chiese a lui per avere un consiglio come vincere l’invecchiamento..

L’artista comprese i timori di Giacinto e rispose al re:

“Devi sapere mio re! che sulla collina, in una casa nascosta nel bosco, vive una fata, il suo nome è fata Gelsomina, va da lei, siccome è una fata buona, di certo saprà aiutarti a risolvere i tuoi problemi..”

Il re sali sul suo cavallo e raggiunse la collina, riconobbe la casa della fata e vi entrò..

La fata Gelsomina era tutta indaffarata nel preparare nel suo laboratorio filtri di amore e ingredienti per le tisane che guarivano ogni malattia….

Il re chiese alla fata se c’era un modo per rallentare oppure impedire lo invecchiamento precoce che lo affliggeva, infatti il re ammise: “ho paura di morire, sono vissuto nell’agiatezza e nel benessere e temo che dopo la mia morte subirò un tremendo giudizio…poichè so che ho già ricevuto il premio di una vita felice e senza veri problemi e temo quindi che tutta questa contentezza finirà per me e non avrà più un seguito dopo il mio defungere!”

“Fata Gelsomina!, devi sapere che io, re Giacinto mi sono pentito, di aver giudicato in modo iniquo e di aver obbedito alle sole comodità della vita e non alla solidarietà, ho capito che io, in quanto semplice essere umano, non sono abbastanza saggio e sapiente, per comprendere che un re ed una autorità devono a volte compiere dei sacrifici per essere utili al loro popolo!..”

La fata Gelsomina dopo essere rimasta in silenzio per un pò rispose finalmente compiaciuta:

“Devi sapere Giacinto che sono contenta che ti sei pentito, e quindi è giusto che io ti aiuti, infatti esiste un modo di prolungare la nostra vita..

“E quale sarebbe?” chiese il re pieno di speranza..

“Giacinto dovrai meritare che la tua vita si prolunghi ulteriormente nella durata, dovrai meritarlo facendo favori ad estranei e favorendo con il tuo esempio l’altruismo e la generosità dei tuoi sudditi..

“Oh re! Adesso io farò una magia, in quanto sono una fata, e sarà quindi cosi: ad ogni favore che tu re farai a qualcuno …il tuo tempo si prolungherà di 10 anni, si! Giacinto ringiovanirai ad ogni favore commesso di ben dieci anni ogni volta..”

Fu così che la fata Gelsomina recitò formule magiche in presenza del re bisbigliando fra sè e sè parole fatate e poi si mise a cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro io lo farò ringiovanire

e della sua gioventù il re ancor potrà gioire…

e cosa capitò?

Il re fu felice di questa profezia e come primo favore regalò alla fata una borsa di venti monete di oro che aveva con se, che la fata dovete sapere non tenne per se e che donò ai poveri del paese..

Il re si sentiva felice ed si rese conto all’improvviso che era diventato più giovane di ben dieci anni proprio da quel momento..ora ne dimostrava infatti 70 anni..

il re Giacinto aveva deciso di fare favori a sconosciuti  per accontentare il sortilegio voluto da fata Gelsomina..e così:

Altro favore..

Un padre di famiglia che aveva cinque figli si trovava in difficoltà economiche, il re lo venne a sapere, e si recò da lui, alla sua povera casa, e preso da pietà per la sua povertà, prestò senza obbligo di restituzione ben centomila denari a  quel povero uomo..

Molta fu la gratitudine per il re di quel padre e dei suoi 5 figli..

Nell’aria si sentì allora una voce di fata cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro io lo farò ringiovanire

e della sua gioventù il re ancor potrà gioire…

e cosa capitò?

Il re si sentiva felice della sua generosità e da quel momento si rese conto che era diventato più giovane di altri ben dieci anni, si! proprio da quel momento..ora il re ne dimostrava infatti 60 anni..

Altro favore

Un povero disoccupato cercava un posto per dormire e un lavoro ben pagato per guadagnarsi da vivere ed il re saputo di questo si impietosì ed offrì a quel giovane un lavoro come cocchiere per la sua carrozza trainata dai cavalli e decise che nel suo palazzo gli fosse data anche una stanza per dormire..

Nell’aria si sentì allora una voce di fata cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro lo farò ringiovanire

e della sua gioventù ancor potrà gioire….

e cosa capitò?

Il re si sentiva felice di essere stato altruista ed si rese conto che era diventato più giovane di altri ben dieci anni proprio da quel momento..ora ne dimostrava infatti 50 anni..

Altro favore

Un giorno un ladro, un famoso bandito, chiese di essere perdonato delle sue ruberie, chiese di poter cambiare in meglio la sua vita che era di nomade latitante, e chiese la grazia al re promettendo di rimediare ad i suoi errori, ed il re gli concesse questo favore e permise l’indulto a quel bandito..

Nell’aria si sentì allora una voce di fata cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro lo farò ringiovanire

e della sua gioventù il re ancor potrà gioire…

e cosa capitò?

Il re si sentiva felice di essere stato altruista e misericordioso ed si rese conto che era anche diventato più giovane di altri ben dieci anni proprio da quel momento..ora ne dimostrava infatti 40 anni..

Altro favore..

Il popolo si lamentava che le tasse da pagare nel regno erano troppe esse rendevano poveri gli abitanti..

il re comprese questo disagio e decise di rinunciare ad un pò della sua ricchezza e che si poteva di conseguenza dimezzare l’importo delle tasse per ogni famiglia ed abitante ..si avrebbe fatto questo favore ai suoi sudditi..

Nell’aria si sentì allora una voce di fata cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro lo farò ringiovanire

e della sua gioventù il re ancor potrà gioire..

e cosa capitò?

Il re si sentiva felice di essere stato altruista e gioì ancor di più quando si rese conto che era diventato più giovane di altri ben dieci anni proprio da quel momento..ora ne dimostrava infatti 30 anni..

Altro favore..

un giorno il re mentre percorreva la sua strada per tornare al suo palazzo in città, dovete sapere che quel giorno pioveva e c’era un brutto temporale, il re era al sicuro al riparo nella sua carrozza ma vide che sulla strada piena di fango e di pietre scivolose bagnate dalla pioggia ..una giovane contadina camminava con molta difficoltà proteggendosi con lo scialle la testa dalla pioggia che imperversava….

impietosito decise di aiutare quella povera donna, anche se era una popolana e le chiese di salire in carrozza con lui..facendo un ennesimo favore a qualcuno..

Nell’aria si sentì allora una voce di fata cantare:

Magia magia della eterna vita

visto che la virtù del re è rinsavita

siccome ha il re fatto un gentile favore

e vuol dire che crede nella carità e nell’amore

di dieci anni indietro io lo farò ringiovanire

e della sua gioventù il re ancor potrà gioire…

e cosa capitò?

la giovane donna ringraziò il re del passaggio in carrozza, e mentre lo ringraziava vide che il re era proprio un bel giovanotto di 20 anni di età..si! il re era diventato più giovane a causa del favore elargito, e forse fu a causa della sua gratitudine per il re e dei suoi modi educati e del suo parlare gentile, fu così che la giovane donna si innamorò di re Giacinto..ed il re avvertendo l’amore di lei per lui..e accorgendosi all’improvviso che la donna innamorata era proprio una bella donna, si innamorò a sua volta di lei, dimenticandosi che non era una donna nobile di origini..e fu così che nei mesi successivi i due innamorati decisero di sposarsi..

Ma in tutte le favole c’è un personaggio cattivo e disturbatore della felicità, e questi aveva un nome si chiamava la “strega della vecchiaia”..

Questa strega venne a sapere che il re che aveva una volta punito, era riuscito a ringiovanire ed a vincere la sua punizione, ed al suo parere di strega questa notizia offendeva le regole della magia sulla Terra e causava dei precedenti pericolosi alle intenzioni delle streghe…..

Fu cosi che la “strega della vecchiaia” entrò durante la notte nella stanza del re e comandò nuovamente magie dispettose contro il re Giacinto mentre stava dormendo, ma le sue magie questa volta non funzionarono, qualcosa lo impediva, e cosa era che rendeva impossibile alla “vecchiaia” di far diventare anziano nuovamente il corpo del re?’

Dovete sapere che il re e sua moglie dormivano abbracciati nel loro letto, protetti dal loro sentimento di amore, l’amore che li univa spiritualmente era stato causato dal ringiovanire del re diventato di bell’aspetto, e temendo che questo sentimento di amore fosse alterato dall’invecchiamento fisico voluto dalla strega, le fate buone del bosco agivano in difesa dell’amore, e così vinsero i malefici della “strega della vecchiaia” che vedendo così indebolita la sua magia e resa delusa della poca forza che dimostrava in quel momento, la strega della vecchiaia scappò via e mai più tornò in quei luoghi..

Fu così che il re Giacinto potè avere molti figli dalla donna di cui era innamorato e visse felice e contento con lei..

Eh si! cari lettori un uomo veramente innamorato di sua moglie difficilmente sarà vinto dalla vecchiaia, poiché il vero amore lo farà sentire sempre giovane, proprio come è capitato nella vita di molte persone..

Dovete sapere cari amici che si racconta che il re di questa favola sia ancora vivo..poichè per sentirsi giovane ha continuato a fare favori ai bisognosi, nonostante i secoli che sono trascorsi, da allora il re Giacinto non è più invecchiato..si dice che questo re da qualche parte viva e sia ancora giovane e attraente, ma sempre nel mondo delle favole ben inteso, dove già lo sapete che in questo mondo da sogno, tutto è reso possibile dalla fantasia e dalla esistenza delle buone ed amorevoli fate del bosco..

Fine

Autore: Egidio Zippone……

Milano, Maggio 2020

Giudizio: fantasioso, ottimista

voto: (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: Saverio e la fata della Sincerità

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(racconto di tipo verde e bianco)

FAVOLA DI EGIDIO (per mamme e bambini)

SAVERIO E LA FATA DELLA SINCERITA’

INTRODUZIONE: chi difende e ci obbliga a dire la verità, a volte ci causa punizioni, ma impedisce però di essere accusati di fatti ben più gravi, questo per i bambini è un vantaggio..

INIZIO

Fiaba: Saverio e la fata della Sincerità

Cari lettori dovete sapere, che molte delle storie che ci raccontavano i nostri genitori quando eravamo bambini possono essere anche una verità.

Ad esempio tutti sanno la storiella dell’omino birichino, che se non la sapete, ve la racconto subito.

C’era una volta una famiglia composta dai genitori e da due fratelli..uno si chiamava Saverio e l’altro Giacomo..essi erano felici, erano una famiglia normale e vivevano in campagna.

Tutte le sere il papà e la mamma raccontavano ai due bambini delle storielle ..e pensate un pò, la storiella più strana che aveva raccontato il loro papà, era quella dell’omino birichino, un essere piccolino come un folletto tutto vestito di rosso, creato per magia da sua madre “la fata della sincerità”, questo folletto aveva deciso di abitare non si sa perché nella loro casa, proprio dove la famiglia abitava tuttora, ed era egli un essere quasi invisibile perché era piccolo…si diceva di lui che era più facile vederlo al buio che sorprenderlo alla luce del giorno..

“State attenti bambini a non fare disobbedienze quando siete da soli..in quanto durante la notte, mentre voi dormite passerà da voi l’omino birichino tutto vestito di rosso, che sente con le sue grandi orecchie i pensieri dei bambini, questo omino si farà raccontare dal vostro inconscio tutti i fatti e i comportamenti della giornata, mentre voi dormite… proprio così, questo omino si farà raccontare i vostri fatti più segreti e poi li divulgherà presto e subito ai vostri genitori, oppure agli amici e anche alla maestra, per farvi rimproverare da loro” così avvertivano il papà e la mamma i loro figli, prima che essi ricevevano il bacio della buona notte e si mettevano a dormire..

Dissero una sera i genitori…”cari bambini state attenti a quel che combinate quando state da soli…delle magiche presenze ci avvertiranno delle vostre disobbedienze!” …. detto questo i genitori augurarono ai bambini la buona notte, spensero la luce e uscirono dalla loro cameretta.

Il bambino Giacomo il più obbediente si convinse subito che quella leggenda era vera e da quel giorno anche se era da solo in casa e vicino a lui non c’era nessuno, decideva sempre di comportarsi bene e di essere ordinato ed aveva deciso anche di non rubare e di non dire bugie.

Invece il bambino di nome Saverio non diede ascolto a quella storiella, per lui quella era una buffa bugia, infatti pensate egli non credeva nemmeno a Babbo Natale, figuriamoci se egli avrebbe creduto alla storiella dell’omino birichino e fu così che divenne e crebbe disobbediente..

per lui quella era una storiella troppo strana…

”La mia disobbedienza?” pensava Saverio “ siccome non c’era nessuno vicino a me in quel momento quando l’ho commessa, nessuno saprà mai se è vero e resterà sempre un fatto segreto, quindi la marachella di cui si parla non è reale è un sogno!”.

Ma un giorno il bambino Saverio dopo aver detto bugie alla mamma e rubato i dolci e le caramelle dalla dispensa, come suo solito…si accorse oppure ebbe la impressione che mamma e papà sapessero e avessero certezza delle sue malefatte..”ma come hanno fatto a sapere tutto…è impossibile!” diceva Saverio a se stesso.

Si! era proprio così..durante la notte precedente, mentre Saverio dormiva nel suo letto, era passato dalla sua stanza l’omino birichino della leggenda, egli era un essere piccolo e si era messo leggero sulla testa e tra i capelli del bambino dormiente, aveva appoggiato il suo grande orecchio alla testa del bambino e poi aveva ascoltato in questo modo i pensieri più nascosti e strani della mente, così aveva capito che il bambino Saverio aveva commesso disobbedienze ed errori in quantità..e subito era andato a riferire alla mamma del bambino e al suo papà tutto quello che aveva saputo..parlandogli in telepatia vicino a loro, mentre i genitori erano nel letto.

Infatti il giorno dopo la sua mamma disse severa a Saverio:

”…Caro figlio devi sapere che noi sappiamo tutto quello che combini quando sei da solo… me lo ha detto l’omino birichino..quindi smetti e chiedi subito scusa a papà ed a tuo fratello..e non farlo più…e per questo motivo al tuo compleanno niente bicicletta in regalo..quest’anno ti sei comportato male!”.

Il bambino di nome Saverio spaventato corse in camera sua e pensò:” allora i miei genitori sanno tutto quello che ho fatto…non mi pensano più come un bravo ragazzo..oh! che dolore!..ed io che mi credevo furbo… ahimé!”.

Ma a Saverio le caramelle degli altri gli piacevano più che delle sue..e gli piaceva anche fare dispetti e quindi si mise a pensare come risolvere il problema dello spione che girava per casa.

Così il bambino Saverio da quel giorno guardò sotto i letti, dietro i mobili, nei cassetti e negli armadi per trovare l’omino birichino che doveva essere probabilmente come un folletto tutto rosso con la barba e le orecchie grandi ed il berretto..lo pensava nascosto in casa..ma dove era nascosto?

E poi chissà perchè lo chiamavano “l’omino birichino” quello strano essere, che strano nome davvero, probabilmente pensò Saverio. “è da birichini fare la spia anche se si dice la verità, ma forse a volte capitano cose a cui non si deve fare la spia ed è meglio collaborare a tenerle nascoste, si è proprio da omini birichini dire la verità su tutto, è come fare uno scherzo..si crea imbarazzo e vergogna nella gente”.

Saverio cercò e ricercò in tutta la casa.. ma non lo trovò, eppure doveva esistere questo omino magico..

e così decise fra se e se …”Tentiamo un dialogo privato con l’omino birichino”, il bambino si inginocchio e decise di fare una richiesta per iscritto a quella strana creatura delle favole che diceva così: “Caro omino birichino anche se tu hai il potere di sapere i miei segreti, ti prego comunque di non dirli a nessuno, altrimenti corro il rischio di essere punito severamente…e per farti capire la mia amicizia per te, ti regalo queste due caramelle e le metto qui, sotto il mio letto, sono per te..ma tu non devi fare più la spia…è la tua parte..capito!..scrisse la letterina e si firmò Saverio.”

Dopo qualche giorno…Saverio guardò sotto il letto e le caramelle erano sparite ed al loro posto Saverio trovò un biglietto con su scritto le seguenti parole:

“Caro bambino….secondo me tutti i bambini sono disobbedienti..compreso te..soprattutto te…e quindi giusto che qualcuno lo dimostri ogni tanto e fa giustizia del loro comportamento disobbediente dicendolo ai genitori…….

firmato: l’omino birichino”.

Lette queste parole il bambino di nome Saverio restò sbigottito…”Però le caramelle se le mangiate quel dritto!..forse l’omino birichino non è onesto!” pensò Saverio..e così decise che quella sera sarebbe restato sveglio tutta la notte ad aspettare l’omino birichino per sorprenderlo..

Arrivò la mezzanotte e il bambino non dormiva ancora, tutto impegnato a svelare finalmente il segreto dell’omino birichino, secondo lui l’omino birichino era cattivo perché gli piaceva far punire i bambini dai grandi e quindi siccome era cattivo qualche segreto doveva averlo anche lui..

Saverio doveva solo scoprirlo…sentiva in lui il dovere di sapere tutto su quello strano folletto.

E durante la notte finalmente l’omino birichino arrivò nella stanza..appoggiò il suo grande orecchio alla testa del bambino come faceva di solito, era quello il modo…ma non sentì niente.. forse perché il bambino fingeva di dormire..e disse:

” Oggi niente disobbedienze questo bambino eh!” poi l’omino birichino uscì dalla cameretta e se ne andò verso la cucina.

Saverio vedutolo, usci furtivamente dal suo letto, e seguì la creatura minuscola, vide l’omino birichino che entrava in cucina e vide che si avvicinava alla bottiglie di vino rosso che erano sul tavolo…”ma quello è il vino di papà!” pensò il bambino….l’omino birichino senza badare a scrupoli ..si mise a stappare il tappo di ogni bottiglia di vino e inserendo poi in esse una lunga cannuccia si mise a bere il vino contenuto in esse…ma non le svuotava completamente le bottiglie no! le lasciava piene a metà.. così si comportava con tutte le bottiglie che erano sulla tavola, l’omino birichino lasciava sempre un po’ di vino nella bottiglia, forse sperava in questo modo che nessuno si accorgesse che il vino diminuiva di tanto in tanto in casa, così nessuno avrebbe reclamato..e così quel dritto folletto beveva e trangugiava il vino del papà di Saverio come se fosse suo, invece era un ladro.

“Ecco evviva!” pensò il bambino…”ecco il segreto dell’omino birichino: gli piace bere il vino di mio papà quindi è ladro!” ora il bambino sapeva e poteva difendersi.. ed il bambino contento tornò quindi a dormire nel suo letto..

Il giorno dopo Saverio si svegliò e scrisse un bel biglietto e lo mise sotto il suo letto:

“Caro omino birichino, io Saverio so il tuo segreto..so che ti piace bere il vino di mio papà…ne hai rubato tanto…facciamo così tu non fai la spia a me e io non dico il tuo segreto a nessuno, ne ai miei genitori e nemmeno alla “fata della sincerità” che è la tua creatrice..sappi che non ti do più le caramelle perché non te le meriti..sappi che se mi farai la spia ancora, dirò a tutte le fate che sei un ladro….e che è stato un errore crearti….. firmato..il bambino Saverio”.

Cari bambini dovete sapere che da quel giorno a Saverio nessuno faceva più la spia e neppure ne parlava male..il bambino si appropriava delle caramelle di suo fratello e diceva a volte bugie ai genitori per giustificarsi..ma nessuno sapeva mai di questo ne poteva dimostrarlo…l’omino birichino infatti era sparito da quella casa ..era come fuggito…e così il bambino di nome Saverio aveva vinto la sua battaglia.

Continuo della storia

Molti giorni passarono lieti e Saverio credeva di aver vinto ed era tutto contento che nessuno più gli faceva la spia ai dispetti che commetteva…egli diceva a tutti “io Saverio, ho vinto l’omino birichino!”.

Ma un giorno la mamma e il papà, accusarono il bambino di aver commesso cose sbagliate gravi..e non era vero purtroppo…il bambino era innocente…infatti:

“Noi genitori sospettiamo che tu Saverio hai rubato cinquemila lire dal portafogli della mamma..non dire di no.. che io lo so!” disse la mamma un giorno al figlio….” Adesso lo dico anche a papà!” aggiunse la mamma.

“Mamma credimi non è vero che io ho rubato!” disse Saverio.

Era vero Saverio non aveva rubato e nemmeno il fratello Giacomo aveva rubato, eppure dal portafogli di mamma mancavano cinquemila lire, forse la mamma li aveva smarriti quei soldi chissà.

Saverio si chiese:” se c’è modo di sapere la verità…perché l’omino birichino non mi discolpa e dice che io non sono stato a rubare, così i miei genitori non avranno questo sospetto antipatico su di me..l’omino birichino della leggenda dice sempre la verità..dovrebbe dirlo ai miei genitori che non sono stato io?” Pensava così il povero Saverio…avvilito di non essere creduto dai suoi famigliari..

Ma poi Saverio capì tristemente..”Ecco perché non capita questo! l’omino birichino che dice sempre la verità é fuggito dalla nostra casa a causa del mio reclamo…ed ora non c’é nessuno a difendere i bambini dalle bugie e dai sospetti ingiusti dei grandi.”

Saverio intuì che esiste una situazione peggiore del fatto che qualcuno ti fa la spia..è molto più grave che qualcuno ti pensi colpevole e ti accusi ingiustamente di marachelle e furti che tu non hai commesso,..e questa certamente una brutta e grave figura causata da falsi sospetti..ma chi crederebbe ad un bambino che in passato fu colpevole e in questo momento dice di non esserlo…per un bambino questa situazione é veramente drammatica… infatti Saverio provava molta frustazione..

In questo modo Saverio capì che la “fata della sincerità” aveva creato l’omino birichino per aiutare i bambini quando loro erano accusati ingiustamente…infatti l’omino birichino diceva sempre e in ogni caso la verità e per questo tutti gli credevano….egli faceva la spia dicendo la verità e di certo se il bambino era innocente era sempre assolto…che colpa ne aveva l’omino birichino se i grandi quando sanno tutto si mettono a punire i colpevoli invece di perdonare?…ma ora purtroppo l’omino birichino non c’era più…non c’era più nella casa dove abitava Saverio.

Saverio raccontò tutto quello che era successo a Giacomo e insieme decisero questo: si misero in ginocchio per fare un richiesta, era una implorazione a voce alta rivolta alle fate creatrici dei folletti…

Cara “fata della sincerità”, so che tu puoi sentirmi, tu che sei buona con i bambini..abbiamo capito a cosa serve l’invenzione dell’omino birichino..promettiamo di non fare più i capricci e se tu vorrai che l’omino birichino ritorni in questa casa, digli pure che può tornare e bersi quanto vino vuole..poiché lo vogliamo qui con noi..lui è certamente garanzia di giustizia per noi..abbiamo capito che non è lui che ci punisce ma sono i nostri genitori..e se noi restiamo obbedienti e non sbaglieremo più, non saremo mai puniti da nessuno..

quindi abbiamo capito la sua utilità della tua creatura gentile oh! fata della sincerità…è stato un bene crearlo..ti ringraziamo… i tuoi bambini devoti..

Saverio e Giacomo

Dovete sapere che da quel giorno l’omino birichino potè tornare in quella casa e infatti tornò…:la mamma fu informata dall’omino birichino in telepatia durante la notte..che nessuno dei due bambini aveva rubato le cinquemila lire sparite, ma che esse erano state smarrite per caso…e quindi la mamma tornò a fidarsi dei suoi due figli..

I due bambini non temevano più quindi di essere castigati..di certo i loro genitori a causa dell’esistenza di questo informatore magico, sarebbero stati meno iniqui e più abili nel giudicare a causa del comandare della sola verità.

Morale: se trovate giusto che i bambini siano puniti per le loro colpe..assicuratevi che il motivo per cui li rimproverate sia valido…in quanto se non è valido il motivo…commetterete un ingiustizia…e vi sentirete in colpa per sempre per aver danneggiato la felicità di un bambino… poichè per pignoleria non avete mai considerato le attenuanti che la verità molto spesso invece comprende..

fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Settembre 2009)

Giudizio: interessante, originale

voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: il troll e la ragazza povera

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(racconto di tipo verde)

tempo teorico dedicato per la lettura 30 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO..

IL TROLL E LA RAGAZZA POVERA

INTRODUZIONE: Un troll delle favole ed una ragazza si aiutano l’un l’altro, ma essi sono diversi nelle sembianze…secondo la gente per bene, essi non possono essere in amicizia e d’accordo, in quanto incompatibili, eppure essi ugualmente si vogliono bene…..

INIZIO

Favola: il troll e la ragazza povera..

C’era una volta, nel mondo delle favole, un troll, ma non era un troll come gli altri, egli sapeva parlare come una persona, sul volto aveva due occhi grandi e un bocca ampia con molti denti, era nell’aspetto come un uomo primitivo, ma era vestito con i pantaloni con su le bretelle di un colore celeste come se fosse un giardiniere…era nato così…era un troll delle favole.

Questo troll viveva in una foresta che si trovava vicino ad un villaggio, viveva in una grande casa di pietra situata in uno spiazzo nel bosco, viveva delle risorse del bosco e del latte di due capre selvatiche che il troll allevava nella stalla presso la sua casa, il suo nome era Ezechiele il troll.

La gente del villaggio diceva che il troll del bosco custodiva nella sua casa, in un forziere, un tesoro fatto di gioielli e di tante monete di oro.

Ma siccome questo troll era molto forte, molti avevano paura a portarglielo via…molti ladri ci avevano provato, ma erano tutti finiti male.

Dovete sapere che nel villaggio ai confini della foresta viveva una ragazza di nome Giulia, ella era orfana dei genitori, e si guadagnava da vivere, vendendo al mercato frutta e fragole che ella con pazienza raccoglieva nel bosco vicino al villaggio, laggiù gli alberi erano di tutti, laggiù nel bosco si poteva poichè era permesso cogliere fragole e frutta e questo non era rubare.

Siccome la ragazza era povera, i ladri del villaggio, la volevano per loro, per incoraggiarla a mendicare per loro, ma lei Giulia voleva restare per bene e onesta, e non dava retta ai ladri.. anche se purtroppo viveva in povertà e si doveva comunque arrangiare come poteva.

Un giorno il troll Ezechiele, mentre passeggiava nel bosco per raccogliere legna da ardere per il suo camino, senti urlare da lontano qualcuno…“ Aiuto, aiuto, precipito!…sto per cadere!”

Il troll, obbedendo ad un istinto naturale, guidato dalla voce che chiedeva aiuto, corse subito in soccorso in direzione di quella voce.

Seguendo le grida di aiuto e correndo con le sue gambe forti e agili, il troll vide una ragazza che stava per precipitare mentre era attaccata con le mani ad un piccolo albero, al comincio di un burrone, l’albero stava cedendo per il peso della ragazza…e la ragazza gridava impaurita…”Qualcuno mi aiuti!..”

Subito il troll, che a differenza degli altri troll della foresta stranamente era un buono, corse in aiuto della ragazza e con le sue forti braccia la issò in alto, il corpo della ragazza era leggero per lui, la ragazza fu sistemata sul terreno dinnanzi al troll.

“Non temere ragazza, io ti ho aiutato..non ti farò del male” disse il troll vedendo la ragazza impaurita dal suo aspetto animalesco e primitivo…

“Chi sei tu, che mi hai aiutato?” chiese la ragazza.

“Sono il troll Ezechiele…ti voglio aiutare, vivo solo nella foresta… e tu chi sei?” chiese il troll.

“Sono una ragazza del villaggio che si trova vicino alla foresta, e mi chiamo Giulia!” rispose la ragazza aggiustandosi le vesti che si erano sporcate di terra..

Il troll offrì un pò della sua acqua fresca alla ragazza spaventata, porgendole la grossa borraccia, e siccome come orario era ormai tardi, il troll decise di invitare la ragazza a casa sua…per ospitarla …la ragazza era impaurita dal calare del buio della sera nel bosco, temeva di perdersi nei sentieri del bosco ed accettò di seguire il troll nella sua dimora…

Giunto in casa, la ragazza ricevette da mangiare pane e latte e chiese al troll “come posso sdebitarmi per il grande aiuto che mi stai dando?”

Il troll ci pensò su e poi disse: “devi sapere ragazza che io vivo solo, ed ho bisogno di una cameriera, ho bisogno di una cameriera che mi riassetta la mia grande casa, se tu vuoi davvero sdebitarti, resta con me e fammi da cameriera..vuoi?”

La ragazza rispose: “si devo sdebitarmi con te, che mi hai salvato la vita, è necessario farlo e tu poi mi sembri un troll di indole buona..si! resterò con te e ti farò anche da cameriera… ma solo per un anno…devi sapere che io vivo da sola nel villaggio, i miei genitori sono morti, sono orfana e senza un soldo, infatti cercavo proprio un lavoro onesto, e mi sono recata nella foresta per raccogliere le fragole ed i mirtilli per poi venderli al mercato, e poi sono inciampata ed ho rischiato di cadere senza volere nel dirupo, mi hai salvato tu, ed ora tu mi dai un occasione di lavoro…. ti ringrazio tanto!…” disse Giulia .

Fu così che la ragazza, abitò nella casa del troll, per molti mesi, era lasciata libera non era prigioniera, il troll gli aveva salvato la vita e lei voleva ricambiare l’aiuto ricevuto..lavorando come cameriera in quella casa nel bosco..

La vita ha molto valore infatti…e la ragazza si sentiva in debito con il troll giustamente…per essere stata salvata dal dirupo…Giulia accettò di restare un anno a vivere con il troll Ezechiele.

Il troll ogni mattino andava a caccia, oppure a fare legna per il camino, e la ragazza puliva i pavimenti e rifaceva i letti oltre che preparava da mangiare al troll ed a lei.

Ogni tanto Giulia andava a fare provviste in paese, faceva la spesa al mercato, e così tutti al villaggio seppero che ora la ragazza era diventata la cameriera di un troll, un ricco troll che viveva nel bosco.

La gente aveva di che mormorare:” Giulia vive tutta sola nella casa del troll, chissà che combinano, tutti sanno che i troll sono come gli animali e molte volte sono cattivi più degli altri…”.

Passarono altri mesi di questa vita, stava per passare un intero anno, quando un giorno, la ragazza mentre si trovava da sola in salotto, vide dalla sua casa che dal giardino dei banditi la stavano osservando.. spiando dalle finestre dell’abitazione.

Essi avevano saputo da gente del villaggio, che in quella casa c’era un tesoro, e volevano rubarlo…erano i ladri che disturbavano la pace degli abitanti del villaggio..Giulia li conosceva bene…era gente malvagia ed opportunista.

“Il troll non si vede in giro, questo é il momento buono per rubare il tesoro…entriamo!” dissero i ladri.

I banditi entrarono in casa, sfondando la porta, immobilizzarono Giulia, e gli ordinarono di dire a loro, dove il troll nascondeva il tesoro, altrimenti avrebbe fatto una brutta fine, la ragazza impaurita rivelò loro il segreto, i ladri cercarono per tutta la casa, trovarono il forziere e rubarono il tesoro del troll Ezechiele.

“non dovete rubare il tesoro!” disse la ragazza, “il troll è così buono non merita questo!”

I ladri decisero che Giulia sapeva troppo, quindi rapirono anche la ragazza, avevano infatti intenzione di venderla come schiava ai mercanti arabi che passavano per il villaggio alla fine di ogni mese.

Il troll Ezechiele non era in casa, fu facile per i banditi, rubare e rapire la ragazza. “presto andiamo via da qui, prima che il troll torni!” dissero i briganti.

Quando venne la sera il troll tornò dall’andare a caccia di conigli, non trovò nessuno ad attenderlo, la casa era vuota e il suo favoloso tesoro… sparito dal forziere.

Il troll capì subito cosa era successo: “ Qui ci sono stati i ladri, il tesoro è sparito, ed hanno rapito anche Giulia! intuì tutto arrabbiato per l’ingiustizia subita.

Il troll si adirò molto e decise che il mattino dopo avrebbe seguito le tracce dei banditi, alla luce del giorno però, adesso era troppo buio, dovete sapere che il troll Ezechiele era una abile cacciatore, e con la luce del sole, li avrebbe trovati quei manigoldi.

Giunse il mattino ed il troll cercò intorno alla sua casa le tracce del gruppo dei banditi e le trovò, erano quattro i banditi, a giudicare dalle tracce, uno di loro probabilmente teneva la ragazza sulle spalle e gli altri due tenevano il suo tesoro tra le braccia, poiché pesava, il troll capì questo dalla profondità delle tracce lasciate dagli stivali dei banditi.

Continuando a seguire i fuggiaschi nel bosco, seguendo le tracce dei banditi..il troll Ezechiele giunse al loro rifugio, che si trovava in una grotta vicino a delle grosse pietre…poco distante da un burrone.

Il troll aveva fatto rumore nel camminare tra gli alberi, le piante si muovevano tutte quando si avvicinava, come fare a prendere di sorpresa i banditi, probabilmente erano anche armati, il troll era forte e muscoloso ed disponeva di molta grinta, ma loro i briganti avevano i fucili erano pericolosi ed erano di più.

Fortuna che le piante della foresta terminavano poco prima di arrivare alla grotta, così il troll poté restare nascosto nell’avvicinarsi.

Fuori dalla grotta c’era un bandito di sentinella, mentre gli altri erano intorno al fuoco sulla entrata della grotta, mentre la sua amica Giulia era legata ad un palo, poco distante.

Il troll voleva riprendersi il suo tesoro e liberare la sua amica.

Il troll Ezechiele con un forte pugno stordì uno dei banditi, il troll lo colpì in testa con un pugno…tanto forte fu il pugno che al bandito per il colpo in testa si vide uscire del sangue dalle orecchie e subito morì.

In seguito, prima che gli altri banditi potessero reagire per la sorpresa, il troll si avvicinò agli altri tre briganti e li prese per le braccia e li lanciò nel burrone uno dopo l’altro….

“E sono quattro!” disse il troll, ma accidenti, si era sbagliato i briganti erano invece cinque, le tracce nella torba lo avevano ingannato, c’era un l’ultimo bandito nella caverna, questi si armò di fucile e sparò al troll Ezechiele che fu colpito purtroppo nel centro della fronte, fortuna volle che la testa del troll era molto dura, ma la botta sulla fronte causata dal proiettile fu forte ed il troll perse la vista, divenne cieco e gli girava anche la testa…tutto sembrava perduto per lui..

Il troll Ezechiele non ci vedeva quindi più, intanto il brigante stava ricaricando lo schioppo per colpire di nuovo, il troll non poteva vedere più quel bandito era diventato cieco, dove era finito il bandito, era tutto buio per i suoi occhi….quando una voce di ragazza urlò dalla sua destra “colpisci forte…. Ezechiele……ma non ora…adesso colpisci forte il bandito è dietro di te” ..il troll capì tutto e si girò di scatto e prima che il bandito sparasse con il suo fucile, il troll diede uno forte pugno per tentativo in quella direzione… e fortuna volle che colpì il bandito proprio al capo rompendo il lato della tempia al bandito…che subito morì.

“E’ morto il bandito è morto, tranquillo…sono qui Ezechiele liberami!” disse Giulia….

Il troll non ci vedeva bene, poiché era ferito alla fronte, ma guidato dalla voce della ragazza, si avvicinò a lei e la liberò dalla corde che la legavano al palo….i banditi intanto erano tutti morti.

Il troll prese con se il tesoro e aiutato da Giulia, tornarono indietro verso la loro casa nel bosco… però qualcosa era cambiato, ora il troll era come invalido…era diventato cieco..non sapeva più badare a se stesso…aveva bisogno di una badante.

“Sono diventato cieco… come farò ad andare a caccia ed a mungere le capre dell’ovile..ahimè!…Ma l’importante che tu sei libera e salva ragazza mia!” disse il troll Ezechiele…

Giulia si impietosi per quel povero individuo animalesco…diventato cieco…che la aveva aiutata ben due volte..

Commossa per gli eventi e forse per la tanta gratitudine che provava, Giulia pensava di vivere con il troll..si! non lo avrebbe più lasciato…

La gente del villaggio avrebbe pensato male lo sapeva, ma a Giulia non gli importava, le dicerie del villaggio parlavano male di lei, non gli importava, Giulia sentiva di volere bene al troll Ezechiele….il troll gli aveva salvato la vita ed era buono con lei…..

Trascorse un anno, il pagamento del debito era stato pagato, e la ragazza infatti ora si era sdebitata la coscienza..ella adesso poteva andarsene via, poteva tornare al suo villaggio…

Nel paese la gente si chiedeva che fine avesse fatto Giulia…”forse il troll l’ha uccisa o forse se le mangiata….qualcuno dice che i troll sono anche cannibali!” dicevano i ben pensanti nelle osterie..

Il troll pur essendo cieco, capì le preoccupazioni della ragazza e disse: “ va pure Giulia torna al tuo villaggio… torna tra i tuoi simili…va per la tua strada..io mi arrangerò!…”.

Ma il troll era proprio cieco, come poteva Giulia lasciarlo solo, e poi il troll meritava aiuto…”la vita è importante.. chi te la salva… merita la tua gratitudine!” pensava la ragazza.

La ragazza, vi ricordo che era sola al mondo, decise che avrebbe avuto cura di quel troll cieco e sarebbe rimasta con lui molto più tempo…ad esempio un altro anno.

Questo era un sacrificio grande, ma quel troll buono, meritava il suo aiuto, e così la ragazza restò con lui perché il troll era diventato invalido e bisognoso di cure, anche se era un troll, si anche se era un essere animalesco lo meritava… poiché si era affezionata….. anzi forse si era innamorata per quanto era stato un buono con lei ragazza povera….”chissà!…forse mi sono innamorata!” pensò spaventata Giulia.

Passò qualche mese, ed Ezechiele il troll, voleva prendere in moglie Giulia, poiché il troll un giorno capì che non voleva più vivere da solo, voleva impegnarla a se con una promessa, e forse perché anche lui si era innamorato di quella ragazza così gentile e premurosa…

La notizia portata dal vento giunse fino al villaggio oltre la foresta.

La gente in paese ormai mormorava strane parole, un troll non può sposare una ragazza, ella è troppo giovane e troppo piccola per lui…e sono pure troppo diversi tra loro..

Un giorno il troll prese coraggio e disse: “Stiamo insieme da due anni e dobbiamo quindi sposarci, ma tu sei troppo giovane ed io sono un troll, forse sono troppo grande per te..”.

“Ma ci sono…. ho un idea…ecco come faremo!” disse il troll Ezechiele

“Devi sapere Giulia che io conosco il segreto della foresta stregata.” aggiunse il troll.

“Devi sapere che nel centro della foresta, c’è una sorgente che forma una cascata… che a sua volta forma un laghetto…essa si chiama “la sorgente dei miracoli” le fate del bosco l’hanno resa miracolosa…vedrai che con la sua magia risolveremo il nostro problema sentimentale.”

L’indomani i due partirono per la foresta stregata…che si trovava oltre il bosco conosciuto..

Ma il troll che conosceva la strada nella foresta era cieco, e così Giulia doveva chiedere indicazioni continuamente sul percorso da seguire al troll, questi sforzandosi di ricordare guidava con i suoi consigli entrambi e quindi per Giulia fu facile trovare la giusta strada..

Giunti nel centro dellla foresta, Giulia vide una roccia molto alta, da cui sgorgava dell’acqua purissima… che formava tramite una cascata un laghetto sotto di se…era vero la sorgente dei miracoli esisteva.

I due innamorati si avvicinarono e chiesero nei pressi della sorgente miracolosa il loro desiderio:

“Oh spirito della sorgente dei miracoli….tu che sei buono…aiuta noi innamorati ad amarci..il nostro amore è contrastato dalla logica..aiutaci tu a miglioralo ed a consigliarlo..”

Fu un attimo…il troll si incamminò… e si immerse per primo nell’acqua magica.

Entrato nell’acqua…il troll Ezechiele chiese questo desiderio alla sorgente magica:

“ chiedo a te oh spirito della sorgente, che in cambio della mia forza, che io dono a te oh! spirito, di poter diventare un semplice uomo giovane e soprattutto di tornare a vederci bene e di guarire quindi dalla cecità”.

La ragazza anch’essa, subito dopo, si immerse nel laghetto e si bagnò alla sorgente magica e chiese anche lei un desiderio:

“Io ti chiedo, oh spirito della sorgente, che in cambio di dieci anni della mia giovane vita, che io dono a te oh! spirito, io diventi una donna adulta e possa vivere da innamorata di lui, di Ezechiele ”.

Lo spirito della sorgente magica ascoltò i desideri e si commosse dalle richieste di quei due innamorati..che vivevano contrastati nel loro amore giudicato incoerente…e anche comprese l’importanza dei sacrifici promessi…e per volere delle fate del bosco..decise che era possibile fare una magia in loro favore… e per esaudire entrambi i desideri, affermò: ”E’ sufficiente che immagino voi due, uomo e donna entrambi innamorati ..e capiterà il miracolo richiesto!”…

E così fu..la magia della sorgente dei miracoli si avverò.

Lei Giulia divenne più grande di dieci anni, una donna adulta, e si accorse di provare molto amore per Ezechiele.

Mentre Ezechiele smise di essere un troll, divenne umano, meno forte di certo, poichè divenne un semplice uomo…ma diventò più bello nella presenza..proprio un essere umano..

Ora Ezechiele aveva due occhi belli e sani, un bel viso di uomo e soprattutto ci vedeva bene… e anche lui si accorse di essere innamorato di Giulia.

Ora i due innamorati erano diventati due individui umani compatibili ed erano felici di questo, erano diventati entrambi esseri umani e seppur diversi tra loro in quanto lui uomo e lei donna, ora si completavano in modo più coerente, adesso era più normale che fossero innamorati l’uno dell’altra.

Essi tornarono a vivere nella casa del bosco, si promisero come marito e moglie e vissero da innamorati per molto tempo…

Un giorno mentre erano a pranzo nella casa di pietra di Ezechiele diventato uomo…..Giulia diventata una donna adulta chiese:

“Come farai a difendere il tuo tesoro dai banditi, ora che sei meno forte di prima, poiché sei diventato un semplice uomo!” chiese Giulia.

“Ora sei tu il mio tesoro!” aggiunse Ezechiele diventato uomo, dando un bacio a Giulia.

Fu così che l’indomani Ezechiele e Giulia si recarono al di fuori del bosco in direzione del villaggio, e li giunti regalarono tutto il tesoro che avevano alle persone povere ed ai bambini orfani…così che potessero comperarsi da mangiare anche loro…e i due sposi ricevettero il ringraziamento da molta gente del villaggio..

”qualcuno dovrebbe aiutare i poveri…fate anche voi come noi!” disse Giulia agli abitanti del villaggio…

“Vi regaliamo le nostre monete di oro, poichè abbiamo capito che essere innamorati è il vero tesoro che la vita offre a chi vuole felicità!” disse Ezechiele.

Nel villaggio ora sapevano tutti della magia benefica voluta dalla sorgente dei miracoli che univa Giulia ed Ezechiele ed erano a conoscenza che i due innamorati sapevano essere anche buoni e generosi, e dissero che ora tutti erano d’accordo che quei due nel bosco, potessero vivere insieme come gli sposati, come marito e moglie…perfino le fate del bosco erano d’accordo nel dire che l’amore nelle favole é in grado di vincere qualunque difficoltà….

Morale: infatti per la logica della ragione, come chi è troppo uguale non può legarsi sentimentalmente..così nemmeno può legarsi sentimentalmente chi è troppo differente…dovete sapere che dopo tutto le favole sono piccole bugie che vogliono solo divertire chi piace leggere cose fantastiche..nelle favole tutto è possibile ma sappiamo che la realtà è ben differente..

con questa favola voglio soltanto divertire in quanto so’ che nelle favole i sogni si realizzano sempre ed il lieto fine trionfa dando allegria ai lettori..

Fine

(Milano, Luglio 2015)

Autore: Egidio Zippone

Giudizio: interessante, originale

Voto (da 5 a 10): 9

Favole di Egidio: l’elisir dell’eterna vita (per ragazzi)

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(racconto di tipo verde)

tempo teorico dedicato per la lettura circa 30 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO PER MAMME E BAMBINI

L’ELISIR DELL’ ETERNA VITA..

INTRODUZIONE: Il volere di un re che vuole sfidare le leggi della natura, porterà il re ad imparare che non si ottiene niente per niente, bisogna che prima egli elargisca favori a sua volta….

INIZIO

Favola: L’elisir dell’eterna vita

C’era una volta, nel mondo delle favole, un re che si chiamava Turibio,

egli viveva felice e contento delle sue ricchezze e del suo potere, ma nonostante il suo potere in Terra fosse notevole, egli non riusciva a smettere di invecchiare.

Un giorno il re, guardandosi allo specchio notò che la sua barba era diventata in parte bianca ed anche tra i suoi capelli neri, c’erano qualche capello bianco e così capì che stava invecchiando e si arrabbiò molto poiché non poteva impedirlo.

Fu così che il re chiamò l’artista di corte e gli disse:

“Tu scrittore e poeta! spiegami come devo fare per restare giovane e non invecchiare più?”

l’artista che era molto esperto dei segreti della vita.. gli rispose: “ io non ho questo potere, ma ho un libro di favole e di poesie in cui si parla di uno “gnomo dell’albero” che conoscerebbe il segreto dell’elisir della eterna vita!”

“Come faccio a incontrare questo gnomo di cui racconti?’ chiese il re.

“Fammi il favore di darmi una borsa di monete d’oro e io te lo dirò!” rispose l’artista..

E così fu, il re diede all’artista una borsa di monete d’oro e l’artista gli indicò il luogo dove nella foresta esisteva un albero cavo, al cui interno viveva lo gnomo che aveva quella conoscenza.

Il giorno dopo il re si mise in cammino per il bosco per raggiungere l’albero cavo e per chiedere un favore allo gnomo che ci abitava.

Il re cavalcò sul suo cavallo a lungo per la foresta e finalmente giunse nel luogo dove si trovava l’albero e giunto nei pressi dell’albero bussò più volte contro il tronco.

“Gnomo! dimmi come fare a restare giovane in eterno?!”

Apparve ai piedi dell’albero …lo gnomo dalla lunga barba, che gli disse.

“ come faccio io a fornirti l’elisir della eterna giovinezza, prima di saperlo, mi devi fare un favore anche tu!”

“Chiedi e lo farò!” Rispose il re.

Devi andare dalla fata Gelsomina che vive sulla collina e chiedere per me dieci acini di mirtillo viola e un pomo di melo grano fatato..

E così fu, il re giunse alla casa sulla collina e disse alla fata Gelsomina: “ Dammi il mirtillo e il pomo di melograno fatato che tu custodisci..

“Te li darò volentieri!” disse la fata “se prima mi farai un favore anche tu..”

“Dimmi oh! fata Gelsomina quello che vuoi ed io ti farò il favore che mi chiedi!”

“Vai dall’oste dell’osteria che sta alla fine della foresta e portami una bottiglia di vino rosolio…quello che mi piace..l’oste lo sa quale é il vino da me preferito… Ed io ti darò quello che chiedi!”

Il re andò dall’oste dell’osteria e chiese di avere una bottiglia di vino rosolio quello preferito dalla fata Gelsomina..

L’oste per tutta risposta disse:” te la darò la bottiglia di vino rosolio, se tu mi farai un favore anche a me..vai alla vigna magìca che sta dietro il colle e chiedi al padrone della vigna se ti da dieci grappoli di uva rossa….ma solo grappoli di uva matura mi raccomando.”

Il re andò alla vigna magica, vide il padrone della vigna e gli chiese.” padrone della vigna magica dammi dieci grappoli di uva rossa matura…

E il padrone della vigna magica rispose:

“Ti darò l’uva matura, se mi farai un favore a tua volta, mi devi chiedere alle nuvole del cielo di spostarsi e andare a stare più in là, in questo modo il sole scalderà e potrà illuminare la mia vigna molto di più e l’uva che vuoi maturerà prima e meglio, fallo tu per me…. perchè io non ho tempo!.”

“E per parlare alle nuvole come devo fare?” chiese il re.

Il padrone della vigna rispose: “Devi andare sulla cima del campanile del paese, giunto lassù lo farai urlando, urla forte e fatti sentire dalle nuvole del cielo!”

Il re andò in paese e salì i molti gradini delle lunghe scale del campanile, e salito sulla cima di esso, guardò verso il cielo e si mise a urlare per chiedere alle nuvole : “nuvole del cielo, per favore, chiedete al vento di soffiare forte e di spostarvi più in là verso la montagna, in questo modo il sole potrà scaldare e illuminare la vigna di un mio amico, e così l’uva rossa maturerà meglio!”

Risposero le nuvole dal cielo:”Devi sapere oh! umano! che spostarsi più in là verso la montagna, non é un grande sacrificio per noi!” e così le nuvole parlarono al vento e si spostarono da dove erano e furono posizionate più in là verso la montagna ed il sole poté scaldare con più calore le piante della vigna magica…

Dopo qualche giorno che il sole ebbe scaldato maggiormente le piante della vigna magica, il re andò alla vigna per prendere i dieci grappoli di uva rossa matura, per portarli all’oste dell’osteria .

Fu così che ottenuti i dieci grappoli di uva matura dal padrone della vigna, ottenuto il vino rosolio dall’oste dell’osteria, ottenuto dalla fata Gelsomina gli acini di mirtillo ed il pomo di melograno fatato, fatte tutte queste cose, il re riuscì a portare finalmente allo gnomo dell’albero gli ingredienti magici, con i quali si poteva preparare l’elisir dell’eterna giovinezza.

Lo gnomo stando all’interno dell’albero cavo, aggiungendo altri ingredienti segreti che solo lui conosceva, preparò l’elisir richiesto e lo consegnò al re Turibio….ma volle in cambio una moneta di oro per lui, così come per principio, poichè non si fa niente per niente..

Il re pagò con la moneta d’oro, e ricevuto finalmente un flacone con dentro l’elisir che impediva l’invecchiamento, lo bevve tutto di un fiato, tanta era la sua paura di invecchiare….che ne bevve un sorso abbondante…

Dovete sapere che il re Turibio, come per miracolo, all’improvviso smise di invecchiare, come aveva sempre desiderato e potè vivere in eterno la sua vita..

Dovete sapere che il re vive ancora adesso, ma in luogo nascosto, dove nessuno lo conosce, si dice che abita in una casa piena di cose antiche, nemmeno io, che so tutto di ciò che accade nel mondo delle favole, posso sapere dove si trova questa casa…quindi non chiedetemelo perché proprio non lo so..

Morale:

Dovete sapere che per ottenere un favore, bisogna prima che facciamo favori a nostra volta e in questo modo vedrete… raggiungeremo l’obbiettivo desiderato…poichè nessuno è servo di un altro..e bisogna fare regali per avere il suo aiuto..

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano Settembre 2016)

Giudizio: interessante, istruttivo

voto (da 5 a 10): 9

Favola di Egidio: Gideon Giulius ed il forziere della solidarietà (per ragazzi)

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(racconto di tipo bianco e verde)

tempo teorico dedicato per la lettura 35 minuti..

FAVOLA DI EGIDIO

GIDEON GIULIUS ED IL FORZIERE DELLA SOLIDARIETA’

INTRODUZIONE: in un paese dove ogni risorsa è impiegata per arricchire le banche e niente è lasciato per aiutare i poveri, la solidarietà pare dimenticata, ma sarà fatta giustizia con l’aiuto degli angeli amici di Gideon Giulius

INIZIO

Favola: Gideon Giulius ed il forziere della solidarietà

C’era una volta, nel mondo delle favole, un contadino, vi ricordate del nostro eroe Gideon Giulius…amico di tanti racconti, ora vi racconterò un’altra delle sue avventure…

Dovete sapere che nel suo paese, il bel vivere non era possibile a tutti, pareva infatti che qualcuno in quel paese fosse benestante e qualcun’altro fosse povero e disperato economicamente.

Questa realtà era da considerare iniqua in relazione alla giustizia sociale ed all’avere riguardo di ogni vita.

Dovete sapere che nel paese di Giulius, governava anche un re, che aveva nominato un primo ministro con il compito di aiutarlo nel governare i problemi del paese.

Il regno richiedeva impegno nel governare, il re era pervaso da una buona volontà ma nonostante questo, molti erano i poveri nel paese ed inoltre il re aveva un sacco di debiti, il cosiddetto debito pubblico e quindi non poteva aiutare chiunque come voleva.

Purtroppo a causa di questo debito, la solidarietà del governo nei riguardi dei meno ambienti, i cosiddetti vulnerabili, era diventata rara, quasi inesistente..

Nonostante i poveri chiedessero aiuto…i prestiti in denaro che il re otteneva dalle banche, erano utilizzati in altro modo.

Anche il denaro ottenuto dai contribuenti e dagli esattori fiscali, era utilizzato sempre con intenzioni di ottenere il miglior profitto…per scopi che favorivano il commercio ed il guadagno delle banche, ma non per la solidarietà….in quanto era ritenuto che la solidarietà rallentasse la crescita dell’economia..

Voi vi chiederete come mai? Con tutto questo denaro che girava per le mani del primo ministro, il re non potesse mai aiutare i poveri…e adesso vi spiego il motivo di questo egoismo.

Dovete sapere che le banche facevano si!..prestiti al re, ma volevano in cambio onerosi interessi, essi facevano prestiti non per solidarietà, ma solo per averne un guadagno.

Il re si lamentava degli interessi che il suo governo era obbligato a pagare ed il re vedeva il suo debito pubblico aumentare ogni anno.

Cosa poteva fare il re, doveva per forza subire il ricatto delle richieste voluto dalle banche del paese.

Per questo il re, non aveva mai denaro per fare della vera solidarietà ai poveri, le banche lo avrebbero ritenuto un grullo ed un ingenuo, se egli avesse regalato denaro senza guadagnarci…lo avrebbero ritenuto un sognatore un illuso..

E così temendo il giudizio di essere poco furbo, il re aveva abbandonato qualunque iniziativa di solidarietà..e tutti nel suo esempio si sentivano stupidi a comportarsi da altruisti con i poveri.

Oltre che a pensare solo a guadagnare, i banchieri in cambio del prestito comandavano il re anche ad obbedire in segreto alle loro richieste… poichè il re aveva il potere di influenzare la giustizia e l’uso dell’esercito.

“Noi ti prestiamo il denaro se tu ci farai dei favori ed favorirai le nostre richieste!” rispondevano i direttori delle banche al re…e le associazioni massoniche loro complici facevano sempre più affari…

Le banche in cambio del prestito di denaro, pretendevano speculazioni sociali da compiere e intenzioni governative dispettose da parte dello stato verso i loro nemici di opinione, chiedevano al re di fomentare politicamente la guerra nei paesi confinati ed a quelli oltre il mare, per poter vender loro a quei popoli, le armi e le macchine da guerra costruite dalle loro industrie, in questo modo le banche si arricchivano sempre di più, ma niente di questa ricchezza andava ai poveri.

Le banche in cambio dei loro prestiti, chiedevano al re di costruire dighe e laghi artificiali, strade e linee ferroviarie.. opere pubbliche che erano considerate tutte iniziative inutili e deturpanti del paesaggio e dell’equilibrio naturale della regione, che rendevano sempre più ricchi gli amici dei banchieri..

Chiedevano inoltre di costruire per sopportare il freddo inverno, riscaldamenti a carbone molto inquinanti per l’atmosfera terrestre, tutto questo per arricchirsi ulteriormente investendo nelle loro miniere di carbone e ci riuscivano con la complicità del primo ministro loro prezzolato.

Le banche in nome della competizione chiedevano al re di far fallire aziende appartenenti alla concorrenza di opinione e per questo antipatiche a loro..i padroni di quelle aziende la pensavano in altro modo.. bisognava quindi impoverirle per causare il loro fallimento…

Intanto nel paese i poveri ed i disagiati erano paragonati ai lazzaroni ed ai lavativi..e si diffondeva nel regno la mentalità che non permetteva la comprensione dell’aver meno capacità.

I poveri disagiati si erano impoveriti durante la gioventù, poiché avevano lavorato poco tempo a causa della crisi economica, ed ora che erano anziani e ammalati nella salute, si ritrovavano ad avere pochi risparmi per la loro condizione, il giudicare delle poche famiglie ricche li faceva sentire anche in colpa, ma in realtà non era colpa loro, era colpa del metodo di amministrare voluto dalle banche che arricchiva sempre gli stessi, in quanto le banche erano consigliate da gente più furba e senza scrupoli.

Il re era dispiaciuto nel vedere tanto egoismo nel paese, poiché era in fondo un cuore nobile, fu così che il re pensò che c’era bisogno di chiedere aiuto agli eroi e si ricordò di Gideon Giulius, famoso eroe del paese, e chiese aiuto proprio a lui e mandò a chiamare Giulius per chiedergli consiglio.

Intanto il primo ministro era risoluto in questo poichè non era d’accordo a dover cambiare il metodo organizzativo della economia, poiché essa era favorevole a lui ed ai suoi amici massoni, infatti egli era un prezzolato delle banche avide, il re lo aveva capito questo da tempo e non si fidava molto di lui, ma doveva tollerare quel primo ministro eletto dai politici, non aveva prove della sua corruzione, poiché le scelte governative del paese di quei tempi volevano così.

Il re incontrò Gideon Giulius in segreto e gli disse: “ Giulius sei l’unico eroe che resta al nostro paese, sei l’unico eroe che non mi fa sentire uno stupido quando dico di aiutare di più i disagiati ed i poveri..la situazione che ti ho spiegato è questa..chiedo aiuto a te ed ai tuoi amici angeli che abitano la montagna dei miracoli per risolverla”.

Giulius ascoltò le richieste del re e lo comprese, questa volta Giulius Gideon comprese che bisognava aiutare il re, perché in questo modo avrebbe aiutato anche i numerosi poveri del suo popolo, quindi occorrevano creatività e idee.

Così un mattino Giulius si incamminò in direzione della montagna, e pensò che in quanto lui era un semplice, egli poteva chiedere aiuto al Signore senza vergognarsi, Giulius si incamminò sul sentiero della montagna dei miracoli per chieder consiglio ai suoi amici angeli.. che lo avevano sempre aiutato in passato.

Cammina e cammina per la lunga strada, a volte impervia, a volte in piano, finalmente Giulius arrivò in cima alla montagna degli angeli, in quel luogo poteva chiedere consiglio agli angeli della saggezza. Ed infatti essi apparvero nella loro luce splendida, vestiti di bianche vesti.

Essi avevano già giudicato con rimprovero l’egoismo e la poca solidarietà che il governo aveva per i poveri del paese, ed erano contrari a questo, essi avevano già visto la povertà in cui stava precipitando il regno e decisero di fare un regalo a Giulius.

“Devi sapere Giulius, che lo spirito della solidarietà, ha bisogno della amicizia di persone ricche e generose, ma anche di chi ha intenzioni sincere e di pietà per le sofferenze della condizione umana” dissero gli angeli.

“Noi angeli della saggezza non vogliamo rischiare che facendo solidarietà alla gente, di arricchire invece solo chi la governa, che sappiamo è già ricco!” ammisero gli angeli “ecco quindi in dono a te e al tuo re…un regalo miracoloso che permetterà di far solo solidarietà alla gente più povera”.

Gli angeli fecero apparire in quel luogo e diedero a Giulius un forziere ..”il forziere della solidarietà”

Gli angeli dissero a Giulius “questo è il forziere delle buone intenzioni che commuovono il Signore…se promettete aiuto disinteressato ai poveri..sarete esauditi ed avrete risorse per aiutarli!” dissero gli angeli.

“Dopo che tu ed il tuo re avrete recitato queste parole in tutta sincerità, parole che tra poco ti insegneremo …vedrete accadere un miracolo, il forziere fatato si aprirà..e vedrete all’interno le risorse indispensabili all’aiuto di chi ha problemi di economia ..ma badate.. le risorse che appariranno obbediranno solamente alla vera solidarietà per i poveri..e cioè a quel sentimento di bontà che commuove noi angeli ed il Signore, sentimento che il tuo re non riesce ad assecondare in quanto pieno di debiti…ma sappi che se qualcuno si approprierà con intenzioni illegittime di queste ricchezze..resterà deluso ..poiché queste risorse spariranno da lui.

Quindi assicurati che il tuo re sia davvero sincero…nell’avere l’intenzione che il denaro che troverà in questo forziere sarà da lui utilizzato solo per opere di beneficenza e per aiutare i poveretti del paese”” consigliarono gli angeli.

“Ecco la poesia che tu ed il tuo re dovrete recitare vicino al forziere per far capitare la magia fortunata…dopo aver detto queste parole all’interno del forziere appariranno cose preziose!”

POESIA DEL GENEROSO

monete d’oro… pietre preziose

falle apparire e che siano numerose

in quanto persone gentili vogliamo restare

e vogliamo molta bontà dimostrare

e per non approfittare sempre dei più disagiati

facci trovare il denaro per aiutare anche i disperati

e se noi ti abbiamo un po’ commosso

facci trovare denaro a più non posso

che noi impiegheremo solo per aiutare

chi nella povertà è costretto a stare

e se saremo stati menzogneri in questo

che ci capiti di tutto e anche l’arresto

e se saremo stati traditori della promessa

in punizione la nostra anima sarà messa

ma noi vogliamo aiutare molti in verità

perché dei poveri sappiamo aver pietà

il vedere l’uomo solo e affamato

molta tristezza nel cuore ci ha causato

quindi vogliamo con questo vostro denaro rimediare

a chi dalla vita ha avuto poco e non può dare!

Giulius ringraziò gli “angeli della saggezza” e prese il forziere miracoloso, lo mise sulle spalle e provò che il peso era leggero, Giulius tornò in paese per andare a portare la lieta notizia al suo re.

Cammina e cammina, Giulius discese i sentieri della montagna e tornò in città, in direzione del palazzo del re.

Giulius arrivò al palazzo del re… e regalò al re quel forziere che aveva con se….perché ne facesse buon uso.

Giulius spiegò al re quello che gli avevano detto gli angeli…ma prima bisognava pensare a quale aiuto dover fare con il denaro che si sarebbe ottenuto con il generoso miracolo, dopo avere deciso cosa fare del denaro, Giulius insegnò al re a recitare le parole magiche indispensabili da dire e consigliate dagli angeli a lui:

POESIA DEL GENEROSO

monete d’oro… pietre preziose

falle apparire e che siano numerose

in quanto persone gentili vogliamo restare

e vogliamo molta bontà dimostrare

e per non approfittare sempre dei più disagiati

facci trovare il denaro per aiutare anche i disperati

e se noi ti abbiamo un po’ commosso

facci trovare denaro a più non posso

che noi impiegheremo solo per aiutare

chi nella povertà è costretto a stare

e se saremo stati menzogneri in questo

che ci capiti di tutto e anche l’arresto

e se saremo stati traditori della promessa

in punizione la nostra anima sarà messa

ma noi vogliamo aiutare molti in verità

perché dei poveri sappiamo aver pietà

il vedere l’uomo solo e affamato

molto tristezza nel cuore ci ha causato

quindi vogliamo con questo vostro denaro rimediare

a chi dalla vita ha avuto poco e non può dare!

Al termine di queste parole dette contemporaneamente dal re e da Giulius vicino al forziere.. il baule all’improvviso si aprì come per magia e cosa apparve al suo interno?

Al suo interno apparvero tanto denaro, tante monete, tanto oro e tante pietre preziose.

Il re era così felice adesso, con quelle risorse poteva finanziare iniziative per aiutare i poveri del paese senza che il primo ministro potesse opporsi alle sue intenzioni..e si! il re aveva un pò timore di quel primo ministro e dei suoi amici massoni…ma ora poteva disobbedire a loro, quelle risorse erano vere e non erano di certo risorse date dalle banche.

Il ministro della economia infatti, un uomo basso e vanitoso, vedendo tutta quella ricchezza disse all’improvviso : “mio re! non avrà mica l’intenzione di aiutare la parte peggiore del nostro paese con questo denaro!” ed il primo ministro continuò:” Mio re! Se una persona è povera da vecchio o debosciato da giovane è perché è un lazzarone o si è comportato da fanullone, sarebbe ricco come gli altri se non fosse così non le pare oh! re? meglio investire questo denaro tutto in una banca e approfittare degli interessi che ci daranno in cambio…mio re! mi dia retta..sia più furbo e meno sognatore..cosa è tutto questo buonismo!”

Gideon andò su tutte le furie quando udì quel dire dalla voce del primo ministro, ma non perse l’auto-controllo e gli rispose: ”i poveri non sono dei lazzaroni, essi hanno subito la poca fortuna casualmente, il metodo della competizione imposto dal suo governo e le loro poche capacità dimostrate li hanno ridotti in povertà ..e poi abbiamo promesso agli angeli di aiutare anche chi non merita con queste ricchezze poiché di aiutare solo chi merita é troppo facile ne sono capaci anche gli avidi e gli strozzini, dico il vero… mia maestà… ricordate la promessa fatta a me!” disse Giulius.

“Ma mio re!” disse il primo ministro..”questo oro e questo denaro dato in regalo ai poveri, causerà una inflazione economica rischiosa, la ricchezza che già possiedono le famiglie ricche diminuirà di molto, la suggestione di utilità che hanno oggi i lingotti di oro e il denaro, si indebolirà e causerà nei commercianti ed artigiani un rifiutare il loro uso, se noi ne facciamo un utilizzo sconsiderato, gli appartenenti a queste famiglie benestanti si sono sudati con il duro lavoro il loro denaro, ora esse disapproveranno il fatto che noi regaliamo queste ricchezze al popolo, senza richiedere al popolo in cambio nessun sacrificio..il denaro non avrà più valore a causa di questo, di conseguenza il sistema economico che adesso utilizziamo nel regno, subirà un tracollo finanziario di certo!” disse il primo ministro.

“il denaro che hanno i ricchi è così tanto che se diventeranno un pò meno ricchi di quanto sono a causa dell’inflazione, non se ne accorgeranno nemmeno un pò, infatti molto denaro di cui dispongono gli resterà ancora nelle loro banche!” rispose il re dimostrandosi molto determinato in questa sua decisione…

Nel paese di Giulius il debito pubblico causato dalle banche sarebbe restato, quei speculatori opportunisti e strozzini dei banchieri, ormai avevano impoverito il paese con la richiesta di interessi ..ma nonostante questo Giulius aveva ugualmente trovato il modo di aiutare i poveri, il re sarebbe stato ricordato dal popolo come un vero benefattore…ora il re aveva a disposizione il “forziere della solidarietà” .

Dovete sapere che a causa della sua avidità, il primo ministro utilizzando i suoi poteri ministeriali cercò di usare ugualmente le risorse del forziere magico per altri scopi..

Una sera, il primo ministro, approfittando del fatto che non c’era nessuno, entrò nella stanza dove era stato messo il forziere aperto, e si impossessò, mettendoli nella borsa che aveva con se, di parte delle ricchezze contenute, il giorno dopo si recò in banca, per depositare la somma rubata, dopo aver fatto accordi con gli amici massoni, ma quando aprì la borsa in loro presenza per dividere il contenuto con i banchieri, quelle risorse erano sparite magicamente dall’interno della borsa del primo ministro..e il primo ministro ricevette un rimprovero, avendo causato molta delusione e quindi nervosismo,…lo rimproverarono dicendo che non era affidabile il suo modo di organizzarsi.

Fu così che il primo ministro tornò a palazzo tutto indispettito, entrò nella stanza del forziere della solidarietà, e prese altre ricchezza dal suo interno e le mise ancora una volta nella borsa…questa volta controllò bene il tutto..

il giorno dopo si recò in banca, per depositare la somma rubata dopo aver fatto accordi con i suoi complici, proprio come la volta prima, ma quando aprì nuovamente la borsa in loro presenza per dividere il contenuto con i suoi amici, quelle risorse erano nuovamente sparite dall’interno della borsa del primo ministro..e il primo ministro non sapeva come spiegare questo imprevisto, ricevette questa volta un rimprovero definitivo…dicendo che non era degno di fiducia da parte di nessuno..”primo ministro lei è tagliato fuori…non ci fidiamo più di lei….poiché o si diverte a prenderci in giro oppure é matto!”.

“ ma lei è un distratto, si è dimenticato il denaro promesso in altro luogo, non ci fidiamo davvero più di lei sa!..lei non mantiene le promesse..lei ci prende in giro! E dove è finito il denaro che lei diceva di avere!” dissero i banchieri delusi nell’avidità tipica che li possedeva..

Le risorse rubate erano sparite dalla borsa…questo era strano davvero..

Dovete sapere che contemporaneamente quelle risorse rubate e poi sparite erano stranamente riapparse, come per miracolo, nella casa di Gideon, che capì in poco tempo cosa era accaduto e riportò le ricchezze apparse in casa sua.. subito a palazzo dove lo aspettava il re..che rimise subito le ricchezze rubate nel forziere della solidarietà..

Il re e Gideon Giulius intuirono lo imbroglio escogitato da quel primo ministro…il primo ministro fu obbligato quindi a confessare, di conseguenza fu smascherato e quindi destituito…privato delle sue amicizie influenti nessuno fu contrario alla sua revoca…i suoi amici massoni lo avevano lasciato solo …ormai era ritenuto quel ministro un imbroglione anche dai banchieri…poichè secondo loro aveva mentito anche agli amici non mantenendo la parola data….

Fu così che Gideon Giulius e il re decisero di occuparsi personalmente di finanziare: ospizi, orfanotrofi, collegi e comunità della carità, dormitori per vagabondi…e perfino mense per i poveri ed organizzazioni che aiutavano chi viveva di stenti e non aveva una dimora per se……

il re e Giulius finanziarono quelle organizzazioni con aiuti onerosi, se queste organizzazioni dimostravano che non avevano motivi di lucro nel loro esercitare e se garantivano che volevano solamente aiutare i poveri ed i disagiati, ed avevano bisogno di denaro pubblico solo per questo…queste organizzazioni adesso erano state informate che il re era in grado di aiutarli per davvero..

Fu così che con tutto il denaro che appariva nel forziere, si potè aiutare molta gente e tutti i poveri del paese furono aiutati, il re organizzò un fondo per finanziare un reddito chiamato di “solidarietà” per aiutare i poveri ed i disoccupati del regno, lo Spirito della solidarietà era tornato sincero e sorridente in quei luoghi, compiaciuto della sincerità e dall’amore per la fraternità che la gente dimostrava, lo Spirito della solidarietà aveva ritrovato un buon esempio in quel re..

Dovete sapere che erano gli angeli della saggezza a riempire con i loro miracoli il forziere, ogni volta che Giulius ed il re dicevano le parole buone di quella poesia..promettendo al Signore di fare solidarietà ai poveri..ogni volta capitava un miracolo..

Gli angeli vivendo in Paradiso, si avvantaggiavano dell’abbondanza di quel luogo..era quindi possibile da loro ottenere in dono ricchezze e risorse da donare a loro volta al forziere miracoloso di Giulius e permettere in questo modo al re ed a Giulius di aiutare i poveri ed i disagiati del loro paese.

Tutti i poveri poterono da quel giorno vivere saziati e dissetati e quindi contenti grazie a Gideon Giulius ..che ritornò a essere considerato un eroe della povera gente.

Dovete sapere che le banche inesorabilmente continuarono nel tempo ad arricchirsi speculando sugli interessi esosi che pretendevano ..ma tutto questo non impediva più ai poveri di ricevere un aiuto materiale valido dal governo, che ora poteva garantire loro un minimo di dignità, pur nella triste condizione economica in cui vivevano, i poveri adesso ricevevano di certo un discreto sollievo..tramite un reddito garantito tutti i mesi..

Vedendo tutto questo, lo spirito della solidarietà, descrisse il paese di Giulius, come un luogo dove tutti si aiutavano volentieri..

Vedendo tutto questo, chi poteva pagare i contributi fiscali decise di continuare a pagarli con serenità, poichè aveva capito che anche i poveri ed i disagiati avevano un minimo di aiuto dallo stato e stavano bene per questo…tutti capivano che il loro dovere di contribuente fiscale..creava di certo buoni frutti, molti pensavano che era il loro denaro raccolto dalle tasse, che era utilizzato per far la carità alla povera gente…tutti nel paese si sentivano quindi dei benefattori..vedendo i benefici causati dalla carità e dalla generosità..

Anche questa volta l’eroe Gideon Giulius aveva aiutato il suo paese, con l’aiuto dei suoi amici angeli…

Proprio così, quando il re aveva bisogno di denaro per l’intenzione sincera di aiutare la povera gente, egli chiamava Gideon Giulius e insieme compivano la implorazione benefica agli angeli necessaria per dare anche allo stato la possibilità di aiutare, impedendo così che lo stato monarchico pensasse solo al massimo profitto…

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Giugno 2012)

giudizio: saggio

voto: (da 5 a 10): 9

 

Favola di Egidio: Gideon Giulius e la Fortuna

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(racconto di tipo verde e bianco)

tempo teorico dedicato per la lettura 35 minuti

FAVOLA DI EGIDIO

GIDEON GIULIUS E LA FORTUNA

INTRODUZIONE: quando la gente vede che le speranze non si realizzano più, occorre che un abile artista, sappia vincere il maleficio di un cattivo mago, che ha allontanato la fortuna dal suo paese per invidia, rendendola meritocratica eccessivamente.

Ma Gideon Giulius in questa favola, persuaderà la fata Fortuna a bendarsi gli occhi, ricordandole che il Signore Onnipotente Creatore di tutte le cose si vuole Santo con i peccatori, e convincerà la fata Fortuna a ritornare benevola.. ..ma…

INIZIO

Favola: Gideon Giulius e la Fortuna

C’era una volta, nel mondo delle favole, un paese tra le colline alberate.

Vi ricordate di Giulius-Gideon, il povero contadino che insegnò come essere felice a tutto il suo paese, consigliando la gente a scegliere di accontentarsi, liberandolo dall’opportunismo di un mago-dittatore…ecco un’ altra delle sue avventura raccontata per voi.

Giulius un giorno capì che non gli interessava più di essere pensato come un cavaliere, non era un incarico per lui quello, la gente non comprendeva per davvero i tanti sacrifici che causava ad un contadino quel tipo di eroismo…fare l’eroe al parere di Giulius….non permetteva di pensare mai a se stessi..

Vi dirò di più..il brutto carattere di Giulius, la sua vita imperfetta e la sua ignoranza, ora infastidivano l’immagine sapiente del paese, così la gente diventò ingrata non trovando perfezione ne integerrimità in Giulius, e preferì dimenticarsi di lui..

la gente chiese a Giulius di andarsene dal paese e di andare a vivere lontano… ad esempio in campagna, “si! che vada lontano nella sua casa di campagna ad abitare quell’anti-conformista ubriacone!” dicevano purtroppo in tanti.

Giulius non se la prese a male, poiché era una persona buona, li comprese ed obbedì… egli ripose le sue armi magiche in un baule e tornò a vestirsi da contadino e si dedicò al lavoro dei campi che era il suo vero lavoro, per la gente del paese ormai non era più nessuno ed infatti nessuno si curava più di lui, e Giulius affermò:” lascio la spada e riprendo la zappa..la mia vera natura è questa, di essere un contadino…così sarà!”.

Intanto i suoi paesani vivevano felici e contenti, la stessa gente aveva capito che non aveva più bisogno di Gideon Giulius, ne di altri cavalieri ed eroi come lui, “a che servono gli eroi, ora sappiamo essere felici da soli , non abbiamo più veri problemi!” dicevano tutti.

Passarono giorni lieti per tutti, dove tutti potevano essere felici poiché avevano imparato ad accontentarsi con sincerità…e Giulius notando questo, non si lamentava mai della loro ingratitudine ne di niente…l’importante per lui era che la gente del paese fosse felice.

Ma in quel paese che viveva del continuo godimento della vita e della certezza della raggiunta felicita, qualcosa stava per cambiare, qualcuno lontano era stato reso invidioso dal loro vivere allegro e stava escogitando malefici.

Dove purtroppo l’egoismo e l’opportunismo erano ancora esistenti..ad esempio nei paesi confinanti, laggiù vivevano maghi invidiosi e malvagi in grado di fare magie e malefici giustificando con motivi futili la loro certa cattiveria.

Arrivò l’Inverno in quella regione e nessuno si era infatti premunito nei riguardi di esso, il raccolto era stato insufficiente quell’anno, la gente era stata troppo ottimista e la poca organizzazione unita a troppa faciloneria, il non programmare con abilità e il non organizzare la vita con puntiglio, avevano causato problemi alle risorse agricole..…

Inoltre l’invidia nei confronti del paese delle nazioni vicine, ed il dover essere sempre in competizione, presero il sopravvento e causarono l’irritazione e la antipatia per il paese, un mago invidioso inventava tutti i giorni castighi e punizioni anche traumatiche per la gente che gli stava antipatica..

Egli invidiava gli abitanti del paese in cui abitava Giulius e decise al riguardo di porre fine a quell’ingiustizia..”come mai la gente di quel paese deve essere sempre felice, mentre io non riesco ad esserlo?…non é giusto!” affermò il mago del castigo…”ora io punirò quel paese..e porrò termine a questa ingiustizia!”.

A causa dei malefici di quel mago nei riguardi del paese di Giulius, l’economia di tutti si ritrovò nella crisi più totale…e tutti si lamentavano della poca fortuna che si aveva nel vivere laggiù, ora nel paese a causa della prolungata carestia agricola, si faceva a volte la fame e molti pensavano per questo di emigrare lontano, la situazione era troppo grave anche per chi sapeva accontentarsi.

Era proprio così, una delle punizioni che aveva inventato l’invidioso mago con il suo maleficio, era che la speranza di ogni abitante del paese non fosse mai realizzata…

il maleficio aveva causato nel prossimo un pessimismo crudele …e tutti avevano la sensazione che la fortuna fosse sparita da quei luoghi…e il mago inoltre volle che la fame e la povertà comandassero le campagne e gli allevatori, causando la sofferenza economica di molti e per molti mesi..

poiché lui “il mago del castigo” affermava..”l’umanità va punita in quanto essa non merita ne perdono ne fortuna, poichè l’umanità è impura ed irrequieta e da sempre si è dimostrata capricciosa alla coerenza”.

Pensava inoltre il “mago del castigo” ridendo :”Ora vediamo se i filosofi della felicità, sapranno convincere ad accontentarsi, ed essere contenti ugualmente, nonostante queste condizioni di carestia esagerata che io sto causando loro!”.

Gli abitanti sopportarono, pensavano anche che pur accontentandosi del poco forse è possibile restare felici, ma poi i momenti di sacrificio e di rinuncia diventarono tanti e troppo duraturi, e tutti cominciarono a credere in loro con sgomento che mai la carestia sarebbe finita e che sarebbe durata per sempre, e la paura ed il pessimismo presero il sopravvento sull’ottimismo della gente..

Il paese a causa del diffuso esodo giovanile, rischiava di diventare disabitato di risorse umane..i giovani non facevano fortuna e pensavano ormai di partire per altri luoghi ..in quel luogo la terra da coltivare restava solamente un obbligo degli anziani…tutti a causa dei sacrifici necessari da compiere diventarono quindi depressi e tristi…

”i consigli filosofici di Giulius sono vinti finalmente!” affermò il mago del castigo nel suo casolare tra i monti, nel sapere di queste notizie…

Ma come mai la signora Fortuna aveva abbandonato il paese di Giulius?

Dovete sapere che quel mago cattivo chiamato “ il mago del castigo” aveva convinto la signora Fortuna a diventare più abile nel vedere e nel giudicare.

Il malvagio mago volle e disse che: “Bisogna che ella, la Fortuna, sappia come é erronea e stolta la gente del paese di Giulius!” e così accadde..

La Fortuna che era una bella donna sempre giovanile, cioè era una fata immortale, fu convinta da quel mago a non essere sostanziale nel giudicare ed ella disse, dopo avere visto e giudicato il mondo con pignoleria: “ora sò… ed ho capito, che solo chi merita ha diritto a usufruire dei miei benefici..ad avere momenti di vera fortuna!”.

Dette queste parole, ella scappò dal dover vivere in quella società e andò ad abitare in un luogo segreto, affinché nessuno la avrebbe più toccata e provocata, poichè secondo lei, nessuna persona meritava mai più il suo aiuto.

Si! la signora Fortuna era un po’ emotiva e irascibile e facilmente ella si irritava..quindi bisognava stare attenti a quello che si diceva in sua presenza.

Da quel giorno le speranze dei giovani e dei deboli di quel paese erano disilluse dai malefici del mago ed il sapere di questo accadere si diffuse in ogni luogo..

”a chi chiedere aiuto?” si chiedeva la gente e così i paesani si ricordarono del loro passato e che esisteva ancora un eroe e dissero: “Presto Giulius occorre il tuo aiuto, abbiamo bisogno del tuo aiuto, ti preghiamo di aiutarci, scusaci per come ti abbiamo trattato anni prima..ti chiediamo aiuto.. per favore aiutaci tu!”

Dovete sapere che altri eroi disponibili, in quel paese non ce ne erano, in passato il mago dell’opportunismo nemico della felicità, come ricorderete nella precedente storia, li aveva vinti e allontanati e cambiati da eroi altruisti in persone egoiste.

Come sappiamo in seguito Giulius aveva sfidato e vinto il mago dell’opportunismo..era quindi lui ora, l’unica possibilità disponibile a risolvere i problemi del paese.

Quel contadino era il solo che li potesse aiutare..

e Giulius infatti capì le sofferenze della gente nel vedere sempre deluse le loro speranze

le suggestioni pessimistiche che subivano dovevano essere guarite e decise di aiutarli…”questo paese è vittima di un maleficio!” pensò Giulius “devo aiutarlo!”

Nonostante i suoi paesani avessero il permesso di essere felici, mancava loro l’ottimismo e soprattutto la fortuna di vedere andare a buon fine le loro iniziative e speranze, il loro sapersi accontentare non bastava…

Ma questa volta Giulius capì che non occorrevano armi magiche, bensì era necessaria la mente fine ed acuta di un artista.

Di conseguenza questa volta il contadino Giulius decise di vestirsi da artista, da poeta, ma anche da avvocato e decise di partire alla volta della montagna del Paradiso per chiedere consiglio agli “Angeli della saggezza” i suoi unici e veri amici.

Giulius sapeva che se avesse voluto, proprio per quanto amava il suo paese, avrebbe avuto lo aiuto dagli angeli, forse pensava Giulius: “solo Loro possono risolvere i problemi che disturbano l’ottimismo dei miei paesani poiché sappiamo e sono contento che si Vogliono Santi”

Cammina e cammina Giulius giunse sulla “montagna degli angeli” egli incontrò in quel luogo gli “Angeli della saggezza” e descrisse loro le sue preoccupazioni.

Fu così che Giulius capì che Il Signore del Cielo aveva creato la Fortuna, ma la aveva lasciata nello spirito libera di aiutare chi voleva… ma la Fortuna non era saggia, la Fortuna aiutava chiunque a causa della sola simpatia e delle emozioni del momento…infatti la Fortuna era un spirito impulsivo.

Gli “Angeli della saggezza” decisero di aiutare Giulius e lo consigliarono prima di tutto a capire quali erano i motivi per cui la Fortuna si negava da un po’ di tempo ai suoi paesani, per capire questo, essi interrogarono i cinque elementi che causano e influenzano la vita sulla Terra.

Questi elementi sono: gli spiriti del fuoco, dell’aria, dell’acqua e della terra e anche lo spirito dell’amore, essi furono interrogati per capire quel che stava succedendo nel mondo.

Dopo qualche giorno di attesa, questi spiriti risposero, e gli angeli seppero che i motivi per cui la Fortuna non aveva più simpatia per le speranza degli uomini erano i seguenti:

1) i paesani avevano timore della verità

2) essi erano poco rispettosi del Signore del Cielo loro creatore

3) essi nella vita erano stati molte volte egoisti con i deboli

4) essi nella recente vita fingevano di ritenere giusti i loro errori

5) essi si divertivano a discriminare il loro prossimo

6) essi non facevano un valido esercizio dell’intelligenza e dimostravano poca abilità nel lavoro…

Tutte queste cose alla lunga allontanano la Fortuna dalla gente.

Gli angeli della saggezza riferirono queste cose a Giulius, ed egli restò in silenzio a pensare.

In seguito Giulius chiese: “ma come farò a convincere la Fortuna a tornare benevola..questo é importante, poiché è a causa di questa simpatia per l’umanità che la Fortuna esaudisce le nostre speranze..l’umanità per restare ottimista deve avere la sensazione che la signora Fortuna sia sua amica”…”si! bisogna convincere la Fortuna a tornare come prima..amica del mio paese!” pensò Giulius.

Ma come fare?

Gli angeli risposero: “ solo tu Giulius lo puoi sapere, come un poeta dovrai scrivere e recitare la giusta poesia in rima..in modo da commuovere la Fortuna e farla tornare amica della tua gente”.

“Noi ti possiamo aiutare e ti regaliamo uno strumento musicale magico, un mandolino di legno pregiato, con le parole che scaturiranno dal tuo cuore e con l’aiuto della sua musica magica, potrai convincere la Fortuna a tornare amica degli uomini, infatti questo altri non è che il “mandolino della persuasione”.

“E che altri argomenti avrò per convincerla?” chiese Giulius.

A sentire le parole di Giulius una voce nell’aria, era la voce spirituale di un angelo invisibile che diede a lui una risposta:

“la Fortuna e impulsiva ed a volte ingiusta non sempre obbedisce alla saggezza, quindi essa obbedisce alla suggestione ed alla emotività, il dissuadere dal fare solidarietà ha causato l’allontanarsi del far la carità, quindi anche la Fortuna è diventata egoista con i bisognosi, bisogna fare regali, facendo infatti un piccolo regalo a qualcuno si ottiene Fortuna dieci volte tanto per noi!” detto questo la voce tacque e gli angeli visibili della saggezza continuarono a dire tutti insieme:

“noi ti diciamo dove la Fortuna si è nascosta e tu Giulius che ti credi un bravo persuasore, cercherai di convincerla a tornare amica della gente del tuo paese, poiché devi sapere che “il mago del castigo” l’ha convinta a donare la propria influenza benefica sempre agli stessi, non obbedendo più alla commozione e alle sane emozioni della pietà e del voler compensare rimediando alle difficoltà della vita..”.

Rivelato a Giulius il luogo segreto dove si trovava la signora Fortuna, Essi fecero un’altra cosa, diedero a Giulius un altro regalo da donare alla Fortuna: “questo regalo ti aiuterà a convincere quello spirito impulsivo, ora diventata anche egoista, a tornare tua amica.

Ecco tieni una bottiglia di un vino zuccheroso e magico ed un rotondo dolce dal buon sapore!” dissero gli angeli.

Quando la signora Fortuna berrà il vino magico… diventerà più allegra.

Quando la signora Fortuna si nutrirà del magico dolce…diventerà più buona con la gente..” aggiunsero gli angeli.

Dopo avere capito queste cose Giulius era pronto e decise di andare a trovare la signora Fortuna ovunque si trovasse, saputo dagli angeli il luogo dove la Fortuna si nascondeva Giulius decise di andare laggiù per incontrarla.

Dovete sapere che la Fortuna aveva deciso per nascondersi di andare a vivere in segreto su un isola, in mezzo al mare Mediterraneo, si! ella ora viveva a nord della Sardegna sulla colline che sormontano la città di Porto Torres..in quel luogo lontano aveva costruito una delle sue case…laggiù si trovava la casa della signora Fortuna…che era una fata..

Giulius si organizzò a modo, raggiunse il porto di Genova e salì su una barca a vela a pagamento e così dopo qualche giorno, Giulius poté raggiungere il nascondiglio della signora Fortuna che ora non era più un segreto per lui…

Giunto nella casa di Porto Torres, vide la fata che stava prendendo il sole sdraiata su un lettino di foglie di palma, le si avvicinò e le parlò, e Giulius ebbe conferma che qualcosa era cambiato in lei, la signora Fortuna era cambiata ella non era più generosa, ella aveva deciso di diventare un giudice meritocratico e di vederci bene, ora vedeva con puntiglio la vita degli uomini…ed ora che la Fortuna aveva deciso così, ella credeva molto di più a quel che diceva il mago del castigo invece di credere nella virtù della bontà….il mago la aveva accusata di portare fortuna ingiustamente anche ai peccatori più matti, invece di limitarsi ad aiutare solo chi é serio e meritevole..

La Fortuna a causa del maleficio ipnotico di quel mago capì che non tutti meritavano la sua amicizia .. e quindi ora intendeva premiare solo chi meritava e cioè proprio nessuno, poiché la signora Fortuna purtroppo era stata resa anche pignola e si era proprio stufata dei bisticci degli umani, così la fata aveva deciso.

“A mio parere di certo la sua intelligenza subisce la magia di un mago malvagio!” pensò Giulius preoccupato..

Ma queste cose Giulius le sapeva di già e decise di porre rimedio in quel luogo parlando per un po’ con quell’essere fatato creato dal Signore del Cielo…

Giulius decise quindi di regalare alla Fortuna i suoi doni magici che aveva con se…che erano: una bottiglia di vino molto dolce (la magia del dimenticare i litigi rendendo tutti allegri) ed inoltre donò a lei una torta rotonda ripiena di frutta saporita (la comprensione del solo bene..la comprensione della generosità..e cioè di essere buoni con chi piace al Signore del Cielo facendo regali).

Mentre la Signora Fortuna beveva quel vino e si nutriva di quei alimenti prelibati, Giulius imbracciò il suo mandolino magico e si mise a suonare magiche note restando a Lei vicino, recitando queste parole, volute dal suo cuore, parole in rima ordinate dalla sua inventiva:

CANZONE DI GIULIUS

DAL TITOLO:

FORTUNA CHIUDI GLI OCCHI

oh! bellissima Signora dai poteri importanti

rendici contenti tutti quanti

le emozioni di gioia e di felicità causare

solo la Fortuna ce le può regalare..

seppur peccatori, noi umani siamo

ma sempre figli del Cielo noi ci vogliamo

Il Signore che è Padre di tutti anche di noi

Ti comanda a esaudire le nostre speranze se tu vuoi

Un pensiero fatato che merita rispetto

ad ogni speranza può dare ottimismo e sia detto

I nostri sogni non siano desiderati invano

Tu signora Fortuna puoi darci una mano?

In quanto il Creatore ti ha voluto al mondo per causare

che i nostri sogni ogni tanto si debbano avverare

Non badare ai nostri errori morali

noi ugualmente ci riteniamo tra noi tutti uguali

Dimostrando tra noi bontà e solidarietà

Comprendi se vuoi, solamente la nostra verità

Vedi soltanto le nostre buone azioni

E realizza per noi generosa…. solo i sogni buoni

Se vuoi aiuta chiunque, sia i servi che i padroni

aiuta se vuoi anche i giudici ed i ladroni

Perché chi ti ama, ti vuole generosa oh! signora Fortuna

Realizza le nostre speranze, dai almeno qualcheduna!

In quanto solo semplici uomini noi siamo

E solo la gioia di aver una speranza noi abbiamo

che il Volersi Santo del tuo Creatore ti porti consiglio

ed aiuti con la sua generosità ogni suo figlio..

E cosa accade?. Sarà stato per il buon bere ed il dolce mangiare, sta di fatto che la signora Fortuna ritornò pian piano benevola ed allegra.

Sarà stato per effetto della magica musica del mandolino e delle belle parole commoventi del poeta, sta di fatto che la signora Fortuna ritrovò anche la simpatia per la umanità.

La Fortuna, resa allegra, si mise allora a cantare così:

è giusto anche se sembra da sciocchi

che io mi preferisca bendata sugli occhi

e che io possa donare i miei poteri

a chiunque mi voglia e mi chiede aiuto volentieri

“Si! ho capito..ora son certa che sarò sostanziale nel giudicare

e che farò solo del bene e molta fortuna dare

..anche se la coerenza dei maghi non mi comprenderà,

ma le tante speranze della gente questa novità risolverà!.”

così si mise a cantare la signora Fortuna..in risposta alle belle parole di Giulius e sorridendo al suo nuovo amico..

Giulius sentendo queste parole dette dalla fata capì che la Fortuna era finalmente tornata mite ed amica degli uomini, Giulius chiese:”oh!Signora é  possibile che la Fortuna mi conceda un favore, mi conceda il permesso di mettere una magica benda sui suoi bellissimi occhi, che rappresenta la “sostanzialità” nel giudicare, se vorrà così questo  significherà che la Fortuna non sarà più pignola nel donarsi agli uomini!”.. con un sorriso la Fata acconsentì, fu così che finalmente bendata, che gentilmente la Fortuna decise che tutto il destino dell’umanità sarebbe tornato ad essere consigliato dal Caso e dalla Coincidenza e non più dalla severa Logica, che da sempre è nemica dell’amore e della bontà.

Ora la signora Fortuna poteva di nuovo influenzare qualsiasi individuo e costui poteva credere che la sua speranza segreta si realizzasse…infatti ogni tanto, come sappiamo, la speranza di qualcuno si realizza davvero a causa di un suo miglior momento di Fortuna.

Resa mite la signora Fortuna e fatta tornare allegra come ella era prima, Giulius la condusse dopo un lungo viaggio per il mare, al suo paese, ed essa in quel luogo apparì ai molti bendata sugli occhi e giovane donna, e tutti nel paese le poterono toccare le sue bianche vesti ed accarezzarle le sue guance rosee..in questo modo ella così provocata, decise di diffondere tutto intorno il suo potere positivo e di portare Fortuna a quell’uomo ed a quell’altro uomo così come per caso, e tutto questo capitò ovunque ed a chiunque nel paese.

I momenti fortunati finalmente ritornarono a diffondersi nel paese di Giulius e con essi con il passare del tempo tornò l’abbondanza dei raccolti e la ricchezza economica da tutti desiderata…finalmente era giusto tornare a sperare ed a sognare ancora.

Ora in quel paese era più facile per chiunque accontentarsi…infatti ogni tanto capitava davvero un bel momento fortunato, e così la gente poteva continuare a credere nell’ottimismo e con sincerità, e la sensazione di felicità si rafforzava continuamente, le speranze della gente si realizzavano finalmente..dovete sapere che giungevano notizie di momenti fortunati da ogni dove, fu così che la gente del paese sentiva dire:

“dovete crederci nel nostro paese non capiteranno mai più gravi inconvenienti, la Fortuna ci è tornata amica!” diceva Giulius alle persone che incontrava per strada ogni giorno.

“Tutto questo ottimismo è dovuto al nostro eroe Giulius che ha reso amica e benevola la signora Fortuna con la sua gente!”, rispondevano tutti quanti a quelle parole.

“Grazie Giulius..sei il nostro eroe!”

Ed a voi cari lettori, anche se non tutti lo meritano, ugualmente a tutti un augurio di Felicità e di tanta Fortuna.

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Settembre 2011)

Giudizio: interessante, originale

voto (da 5 a 10): 9