Un Pensiero Trucido

Non so se ve l’ho mai detto, ma ho un metodo speciale per fare la spesa al Supermarket e cioè Ad Minchiam, per me la lista della spesa è del tutto inutile, quindi cerco di ricordare a memoria quello che mi serve per poi dimenticare tutto nell’esatto momento in cui vedo la prima donna con tacchi 12 slanciata, ma alta come una botte di aceto balsamico, che tenta di prendere i grisbì alla crema dall’ultimo ripiano. Non so se la scena è più sexy o più divertente. Di solito mi porto comunque dietro il mio promemoria: cioè mia madre. Ma fedele al motto. “In due si dimentica meglio” mi ritrovo in casa ben 8 deodoranti per ambienti, 5 confezioni di profumi per il water e manco un foglio di carta igienica. Potrei usare le lenzuola del vicino, ma rischierei il linciaggio… o forse qualche malattia al colon retto. Non sono in vena di rischiare la vita in questo periodo. Dovrei decidermi a dare una pulita a casa, so che il mio secondo nome è Trasandatezza, ma a tutto c’è un limite. Insomma, quando entro e cammino sul pavimento del salotto si alza un polverone che sembra di essere sulla superficie della Luna. E’ intollerabile! Devo dargli almeno una “aspirapolverata”. Un piccolo passo per me, ma un grande passo per la mia salute! Così torno al supermarket perchè ovviamente ho dimenticato i detersivi per pulire, e ovviamente senza lista compro un po’ di roba a caso. Mi lascio sedurre dalle confezioni. Cioè è freddo e cosa c’è di meglio dell’etichetta dell’ammorbidente per lana e delicati con una gnocca vestita solo con un maglioncino? Devo smetterla di fare il maniaco e concentrarmi sulla mia mission impossible. Pulire casa, certo per togliere il calcare dai rubinetti mi ci vorrebbe dell’esplosivo ma mi hanno detto che per quello devo rivolgermi direttamente al successore di Bin Laden.  Così mi faccio consigliare un prodotto a base di limone e aceto: mi chiedo se possa andar bene anche per condire l’insalata. Col mio inutile esame di chimica all’università in tasca compro tutti i prodotti con gli additivi chimici più nocivi: l’idea è quella di mescolarli tutti insieme appassionatamente per la serie “o muore lo sporco o si disintegra il pavimento”. Ma, mentre sto elucubrando il mio piano di pulizie, una signora tenta di prendere una confezione di assorbenti (interni) dall’ultimo scaffale. Con l’istinto del lupetto degli scout prendo la confezione e gliela porgo. “Sono per me” affretta a precisare. La guardo allibito, cioè avrà l’età delle gemelle Kessler, o meglio la somma di entrambe. Agghiacciante. Ora questo pensiero resterà radicato nella mia mente e non ci sarà agente chimico al mondo che riuscirà a scioglierlo… voglio morire… magari con un po’ di detersivo per lana e delicati.

Come i fiocchi di nubi
che ondeggiano a metronomo
accarezzo una schiena scordata
afona di incantevoli melodie.
Sento l’animo divenire piombo
inchiodato ad una parete
e negli spazi muti della casa
mi ritrovo a girare solo.
Osservare un tramonto affievolito,
in questo silenzioso ghetto,
sbiadisce in antico stornello:
nessun punto o nessuna riga,
nessun morso alla vita,
ritrarsi ai troppi dinieghi
è come spolpare una mela.
Ciò che resta è un buco
e mille sogni stretti attorno

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“Senza fretta i viaggi si possono fare, ma il portone di casa deve prima esser aperto”
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