Sformato dagli anni….

Diciamoci la verità, viviamo in un mondo in cui la forma conta talora molto più della sostanza… A parte quando ti fanno i regali per il compleanno. Che cavolo, un regalo schifoso resta tale anche se la confezione sembra studiata da Dolce e Gabbana! Così ho cominciato anche io a “deformarmi” o a “conformarmi” con il resto della calca… Ma mentre le donne quando chiedi loro l’età iniziano a balbettare, a sottrarsi qualche anno, sempre che non dribblino la “question” manco fossero Ronaldinho con gli avversari (ovviamente parliamo del calciatore e non dell’attuale pseudo ceppo in campo che è tornato in Brasile da pensionato d’oro), io ho cominciato a ragionare in lustri. Quando mi chiedono quanto sono vecchio (e non quanti anni ho) rispondo sempre “Raquanti lustri”… Il problema sorge quando mi chiedono quanto mi manca per andare in pensione… Se rispondo “Raquanti lustri” mi guardano come se avessi ormai un piede nella fossa e facessi a gara con Napolitano su chi raggiunge prima i 90!
Perchè diciamocelo… l’aspetto conta molto e anche la pelle… Così come per gli elefanti. Già! Si può riconoscere l’età di un elefante dalla pelle, così come quella di un albero dal numero di anelli… Ma così non è giusto. Io che c’ho la pelle che sembra carta vetrata parto sempre svantaggiato… Già iniziano a considerarmi di un’età superiore a quella effettiva, mentre all’Amico_D, che ha una pelle tipo culetto di Bambino, danno sempre un età prossima all’adolescenza… ma senza i tipici brufoli! (Anche perchè quanto male fanno i brufoli sul culo?). Su questo tuttavia l’ho preso molto in giro perchè a me nessuno ha, almeno per ora, dato del “faccia da culetto”… Comunque sia tutto questo per raccontarvi un aneddoto che risale ai tempi dell’Università… E al tempo ero un “allegro” rincretinito a metà guado tra i venti e i trenta… Ero entrato in un negozio per comperare delle cosette per una Amica (no tranquilli, non era Intimissimi), la commessa tra una chicchierata e l’altra mi dà del “Giovanile Quarantenne…” What’s? Forse era lei che voleva finire in quarantena nel reparto grandi fratturati dell’osso sacro! Ma in fondo la MISS aveva ragione, con le occhiaie nere come un Panda, capelli storpi che sembravano stoppa (o steppa?) e barba sfatta sembravo davvero un disadattato! Mentre prima lo sembravo ora invece lo sono… Ah la vita… E comunque gli anni passano per tutti, vedi i tuoi nipoti surclassarti a calcetto, al caciobalilla, a tutti i videogiochi in commercio… E poi ti consoli… beh se è viva la Rita Levi Montalcini…
“Ti comunico che è morta”
Ecco appunto!

Quanto rumore fa un amore che muore?
non quello della foglia che posa al suolo,
nè quello della piuma che lenta volteggia
ripresa a tratti da refoli avversi di vento.
Non è un arcobaleno a frantumarsi negli occhi
nè i vestiti lasciati in disparte sul pavimento
nè lacrime versate davanti ad uno specchio
o il trucco che lento cola a ridisegnare il viso…
Anche se l’anima desolata s’incrina,
anche se un dolore sommesso diventa uragano
anche se il cielo sopra di noi cade a pezzi.
Mai sapremo del frastuono che provoca:
perchè l’abisso più scuro
la solitudine più cupa
e l’ombra che si attorciglia ai piedi
hanno tutte il medesimo suono…
quello strano crepitio che fa il silenzio…

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“Spesso non riesco ad immaginare come sarei diventato senza i miei angoli di silenzio e le poche lacrime non versate”
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o
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E a San Valentino, manco un bacino

Diciamoci la verità, da qualche giorno (tipo un mese) è passato San Valentino, ovvero la festa dei fiorai… Ops intendevo dire la festa degli innamorati, di qualsiasi natura; coppie gay, etero e trans, che si scambiano doni e teneri bacini e tanti fluidi corporei sotto le lenzuola giurandosi eterno amore. Io l’ho sempre ritenuta una sorta di “giorno della memoria”, per ricordarsi di non dimenticare di dare un bacino al vostro lui o alla vostra lei (ehi tu smetti di baciare la tua tartaruga). Liebe macht frei (l’amore rende libero o una roba del genere) insomma. Dunque San Valentino, la festa degli innamorati, quella festa che non tiene conto del fenomeno single. Nessuno ha mai provato interesse per questa categoria di esseri pucciosi e al tempo stesso sfigati che hanno tutte le carte in regola per divertirsi con metodi alternativi, tipo comprarsi una bambola gonfiabile (e chiamarla Lola), noleggiare un film porno (o scaricarlo illegalmente da internet), contattare un’agenzia di incontri a caso (a caso sta per l’incontro non per l’agenzia), organizzare una meravigliosa festa per single (in modo da sentirsi soli in mezzo a tanta gente), dedicarsi alla distruzione della festa di san valentino (scrissi un post su come distruggere la festa di San Valentino anni fa, forse qualcuno se lo ricorda, sennò amen). Tutti gli altri esseri viventi, invece, spendono il 10% del PIL italiano in cose utilissime tipo rose rosse, manette, sexy toys, baci perugina, vasellina etc., etc. I più trasgressivi e amanti dell’estremo, tipo 50 sfumature di bianco e nero, legano il proprio amorino ad un palo della lap dance (o ad un lampione fulminato) e poi lo lapidano con i tomini scaduti. A differenza dell’Amico_D, che molto probabilmente si fa sottomettere (in tutti i sensi) dalla propria lei, e visto che ormai ho già provato tutti i metodi alternativi all’accoppiamento coatto, ho deciso di volermi un po’ più bene. Nell’aver constatato (esami del sangue alla mano) di avere il colesterolo a 257, da buon Veneto, da buon polentone, da buon Padano (ma non grana, bensì portatore di grane) mi sono preparato seduta stante uno dei migliori dolci della tradizione Regionale: la pastiera napoletana. Siete tutti invitati a casa mia a guardarmi mentre la mangio… Ah ne volevate un assaggino? Sti cazzi, con l’anno nuovo mica sono diventato più buono.

Me ne sarei andato tardi,
sbattendo la porta rossa
dietro alle mie spalle,
o mi sarei sfilato gentilmente
come un foglio dalle tasche,
o sarei sublimato al sole
come un cubetto di ghiaccio.
Inutile invocare altre aurore
o improvvisi scrosci d’acqua
per potermi trattenere oltre.
Dico la verità:
non ho l’indole del giunco
che sa piegarsi alla brezza
non so rendere le parole pazienti,
ma capisco d’esserti scomodo,
un appuntito sasso nella scarpa
e non più l’incanto della chimera
che risorge con la prima luce…

Glitter lips

“Ti ho spesso promesso la luna senza aver l’altezza adeguata per afferrarla!”

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La Regola Dell’Amico

Vi dirò che noi maschi odiamo essere relegati da una donna nella famosa “zona amico”, un posto freddo e inospitale nel quale anche la benché minima forma di mascolinità è in grave pericolo di estinzione. D’altronde lo cantava pure quell’eroinomane di Max Pezzali: ” La regola dell’amico non sbaglia mai: se sei amico di una donna non ci combinerai mai niente, mai” (o forse sono in preda al raptus alcolico del Jack Daniels e me lo sono appena inventato). Di solito questa forma informe di esclusione sociale inizia con la fatidica frase “Mi piaci, ma…” e termina con “…Forse è meglio se restiamo amici” o “Non vorrai rovinare un così bel rapporto” (la frase ha più effetto se ascoltata con in sottofondo l’ultimo atto del Don Giovanni di Mozart). E’ l’epilogo del famoso due di picche. Di solito si manifesta con altre frasi simili alla precedente tipo: “No, il nostro segno zodiacale non sarebbe compatibile.” o “Sono lesbica. Da due secondi.” o ancora “Non posso perché ti amo troppo, ma ti farei del male!”…
Insomma è una sorta di eiaculazione precoce inversa. Colpisce un sesso (di solito le donne) e ne danneggia un altro (di solito gli uomini). Per un maschietto può essere dura accettare l’esistenza di un simile disastro, soprattutto dopo la pubertà, periodo della vita in cui ormoni, feromoni, testosteroni e rottura de marroni si manifestano con una ciclicità e periodicità pari al battito di ciglia. Che poi lo sanno tutti che alle donne piacciono i maschi infami: avendo la possibilità di scegliere fra l’amico fidato e disponibile e il criminale conosciuto mentre tentava, a bordo di un vespino, di scipparle la borsetta trascinandola sull’asfalto per 250 metri, lei sceglierebbe il secondo, farebbe di tutto per gambizzarlo e poi farsi ricoverare nel medesimo ospedale, stessa camera e possibilmente stesso letto…. Eh sì le donne sanno sempre cosa vogliono, ma anche questa è una verità come quella di Babbo natale che arriva a bordo di un’astronave con il circuito di mille valvole e lancia il maglio rotante! Invece noi maschi siamo degli stronzi. Ci frega solo del sesso! Mentre le donne vorrebbero qualcuno che le stesse ad ascoltare… Non sia mai che non debba allora giocarmi il mio asso nella manica… una frase ad effetto del tipo: “….Ma io sono diverso”. Forse dovrei esser più colto e citare Alberto Sordi “Io so io e voi non siete un caxxo…” (Dal Marchese del Grillo) così oltre che due di picche potrò mettermi a contare pure i punti di sutura sulla crapa… Dicono che assieme al conteggio delle pecore aiuti a dormire… Speriamo…

Nella notte mi intingo
in pensieri vigliacchi
che mordono i polsi,
il collo e l’anima,
li vorrei incastonare
tra righe di un libro
o meglio fra le pieghe della pelle.
indosso la luce degli occhi,
quella più luminosa, per guardarti,
vorrei mi portassi tra gli arcobaleni
che profumano di temporali estivi
ubriacandomi di sole e di baci buoni,
giusto il tempo per addormentarmi,
giusto il tempo per imparare a sognare.

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“L’irrealtà del tutto sembra solo la madre di altre disperazioni”
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