Prendersi cura

Vettriano2

Siamo portatori sani di un certo tipo di relazioni: si è così. Non è un caso che certi schemi si ripetano nel tempo. Certe relazioni, di cui siamo protagonisti, si ripetono. Cambiano gli attori ma noi recitiamo sempre la stessa parte. È come nel cinema: infondo siamo tutti “caratteristi” e siamo usati dal grande regista della vita per recitare lo stesso ruolo, anche se in film diversi.

Io sono quindi un certo tipo di “attore” e mi ritrovo spesso ad interpretare un certo tipo di ruolo. Sono uno portato a “dare”, al di la del fatto che ricevo o meno. Questa è la mia natura e non ne faccio un vanto, è solo un modo di essere che mi viene naturale. Non c’è merito in questo, ne demerito. Una volta che l’ho capito ci dovrebbe essere anche pace per me, accettazione di come sono: dovrei “accogliermi”. Ma non è facile: mi rimprovero per comportamenti che so bene portano spesso su binari morti o peggio mi fanno soffrire, ma so che non scelgo di comportarmi cosi, sono solo fatto in un certo modo

“Prendersi cura”, come fa quest’uomo nel quadro di Vettriano, pittore che, come spesso accade, accompagna i miei scritti. Prendersi cura vuol dire anche riparare dalle intemperie, del cuore come del tempo. Prendersi cura vuol dire ripararti quando ne hai bisogno, vuol dire essere presente e darti ascolto, con il cuore prima che con l’orecchio. Voler bene vuol dire soprattutto “accogliersi” per quello che si è… senza remore, senza attese di ricevere qualcosa in cambio… volersi bene deve andare oltre la reciprocità: non è uno scambio, è donare.

Ma questo funziona fino ad un certo punto… perché, se volessi essere poetico, direi non si vola con un’ala sola… ma non sono poeta e dico che il mio modo di sentire funziona fino ad un ceto punto… poi pure io mi fermo, rallento, ho bisogno. Se scavi un po’ la superficie dell’uomo sorridente e sempre pronto ad una parola di conforto o di scherzo, c’è un’anima che ha bisogno… bisogno di tante cose…soprattutto di una….

Mentre ti riparo con il mio ombrello, ho bisogno di chiudere gli occhi e sentirmi abbracciato…

p.s.  in un post che parla di cura…  non potevo non aggiungere questo capolavoro

Prendersi curaultima modifica: 2019-07-26T16:56:41+02:00da viaggiatorenotturno

12 pensieri riguardo “Prendersi cura”

      1. buongiorno viaggiatore,
        scusa il “ritardo” nella risposta alla tua domanda, onestamente non avevo veduto. trovo d’ interesse la classificazione che fai in tipi comportamentali rispetto all’avere cura, fatto che evidenzia un certo ragionamento e un certo grado di consapevolezza. l’utilizzo di un immagine di vettriano a supporto è ancora più singolare. battiato non mi pare ci fosse nella stesura del post che ho letto, magari sbaglio; in ogni modo sono tre frammenti circa la cura, l’avere cura o riceverne che, in modo anche controverso, concorrono a raccontare. Infine “cura” mi è termine caro di qui il mio intervento . le parole hanno, ancora, peso, valore ed grado d’attrazione.
        abbi cura viaggiatore, 01

        1. tranquilla per il “ritardo” …ognuno scrive se e quando vuole, ogni commento è benvenuto comunque.
          Si forse il video l’ho aggiunto dopo, ma mi sembrava doveroso…
          Gli avvenmenti della vita, le relazioni che si intrecciano, i fili che compongono piano piano l’arazzo della nostra vita, mi hanno portato a queste riflessioni sulla cura, concetto ovviamente ancora più ampio e che amplierò di certo, prima o poi. Dentro questo post c’è una riflessione su come sono io e come ho tentato di prendermi cura di qualcuno….
          Ho cercato di capire se fosse stato il modo giusto. Essendo sostanzialmente la storia di un fallimento, il mio, è naturale che mi chiedessi “perchè, dove ho sbagliato”…
          Partendo dal presupposto che io sono così, nel bene e nel male sono così, cerco di prendere coscienza che la “cura” per poter fiorire pienamente, ha bisogno di impegno da parte di entrambi, ognuno a modo suo, ognuno per quel che può

          1. sai io credo che ogni post sia, in piccolo, nel mio caso in minusocolo, una storia, legata magari da un filo rosso agli altri…
            Le mie parole seguono un filo che spesso non è lineare ne chiaro, capisco che vada spiegato, soprattutto se c’è quancuno che ha la bontà di interessarsi…
            avrò cura di me, cosi come cercherò di avere cura … di chi si avvicinerà cosi tanto da attirare le mie cure
            :-)))

  1. comincio con un sorriso che non guasta :-))
    Avere cura degli altri, ci sei portato, ce l’hai nel dna…possiedi un dote rara di questi tempi: la pazienza di ascoltare e non giudicare ….gran bella cosa 🙂
    Hai cura degli altri perché possiedi il fluido della generosità e nessuno te lo potrà togliere, sei fatto così e come altri sei sempre quello che da un po’ di più, che ci mette più forza, più passione..sei fatto così e il tuo bagagli di esperienze , anche non sempre eclatanti, non ti ha cambiato e non ti cambierà…
    rassegnati, avrai cura…:-))
    Ti somiglio…un po’ e abbiamo in comune anche un’altra particolarità, siamo un poco diabolici, perseveriamo…perché nonostante gli schiaffi che ci siamo presi…abbiamo sempre una buona cera :-)))
    e allora….abbi cura di te :-))

    1. Comincio anche io con un sorriso, che con te è naturale 🙂 Poi non posso che ringraziarti per le belle parole che spendi per me, davvero grazie…
      Ma venimo al post… come hai capito è diviso in due parti. La prima è la costatazione che ognuno di noi è fatto in un certo modo e tende a ripetere certi schemi anche nelle relazioni che intesse. Siamo cosi e le nostre relazioni, spesso ma certo non sempre, rispecchiano certi schemi. Per lo meno per me è cosi. Sono fatto in un certo modo ed è diffcile essere diverso, tentare di essere diverso. Faccio molta fatica.
      Ma poi c’è la seconda parte del post, quella più amara. perchè poi c’è chi se ne approfitta di questo mio modo di essere. Nel quadro di vettriano l’uomo ripara la donna e chiudendo gli occhi, sente il suo abbraccio… eccoa me a volte è capitato di sentire che, dopo aver chiuso gli occhi, non c’era più nessuno…purtroppo accogliere e non essre accolti è una cosa che fa tremendamente male…
      ma poi per fortuna… ritorniamo ad essere diabolici e torniamo alle nostre abitudini, ai nostri soliti comportamenti

  2. Non è che forse ce la andiamo a cercare le persone diverse da noi, magari un poco anafettive?
    Mi rendo conto, per esempio, che le persone che più mi attraggono sono quelle più difficili, contorte, che mi tengono un poco distante, che si concedono a piccole gocce e spesso poi è tanta sete…
    Le persone con un carattere particolare, spesso da schiaffoni…ecco…
    Forse siamo proprio noi che vogliamo finire in queste situazioni, proprio perché di affetto e disponibilità ne abbiamo una marea…e ne diamo una marea.
    E’ solo un’ipotesi ma spesso me lo chiedo e visto che è uno di quei misteri che non hanno risposta, credo me lo chiederò ancora tante volte….e per tante volte non avrò altro da fare che continuare a perseverare :-))) tu che fai?

    1. Sarà che cerchiamo persone anafettive? sai a volte mi do questa risposta. Le persone troppo sommerse di affetto tendono a non darne. Come dire, se ricevi tanto poi non hai bisogno di dare. Se ricevi senza bisogno di dare, alla fine non dai, ti accontenti (dal mio punto di vista, che poi non credo sia cosi diverso dal tuo) di ricevere tanto… Insomma è un po come se noi, con il nostro dare, dare, dare, causassimo negli altri, quelli strani che ci andiamo a cercare, una pigrizia affettiva.
      Io che faccio? :-)))) continuo a a dare, a curare le persone come posso, a tenere sempre la luce alla finestra, per qualcuno che volesse venire….
      e poi … vengo qui a tirare fuori le mie debolezze

    1. forse vuol dire anche esorcizzarle; poi essere costretti, in qualche modo, a definirle ci aiuta anche a ridurle…
      e spesso ci accorgiamo che sono più comuni di quanto non crediamo

I commenti sono chiusi