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Storia. Anni 1890-1891. Parte terza.


Fonte Testi: Cronologia.Leonardo.itStoria. Anni 1890-1891. Parte terza.DIMISSIONI DEL MINISTERO CRISPINel gennaio del 1891, CRISPI presentò un disegno di legge sul riordinamento delle prefetture e delle sottoprefetture, proponendone la soppressione di alcune. Il disegno passò in prima lettura. Il 28 GRIMALDI (che aveva sostituito Giolitti alle finanze e al tesoro) fece l'esposizione finanziaria, da cui risultò che il disavanzo pubblico del 1890-91 era di 45 milioni, e per far fronte al pareggio presentò una serie di proposte d'inasprimenti fiscali; un aumento di diritto di confine e della tassa di fabbricazione degli spiriti (da 120 a 160 lire l'ettolitro) e altri.Discutendosi il 30 il disegno di legge sulle nuove tasse, RUGGERO BONGHI (1826-1895) (il fondatore de "La Stampa" di Torino, già ministro dell'istruzione; nel 1871 relatore della legge sulle Guarentigie) criticò aspramente la politica della Sinistra, e specie CRISPI, che in pochi anni aveva dissipato il pareggio, che con tanti sforzi era stato raggiunto dalla Destra.CRISPI rispose il giorno dopo calmo, poi, irritato dalle frequenti interruzioni, si fece violento:"Io non voglio - disse - dare alla discussione un carattere che possa menomamente dispiacere a certi oratori che hanno parlato. L'on. Bonghi ieri discusse lungamente e, accennando alla mia politica, disse parole abbastanza amare. L'on. Bonghi fu al potere dall'ottobre '74 al marzo '76. Il rispetto delle tombe m'impone di non esaminare l'amministrazione di quell'epoca. Potrei rispondere in modo da provare alla Camera come l'amministrazione di oggi, come la finanza di oggi, sono in condizioni abbastanza migliori di quelle di allora. Potrei dire qualche cosa di più: che allora non avevate né esercito e flotta, e che si devono a voi i danni di "una politica servile verso lo straniero"..Successe un putiferio. Dai banchi della Destra, che si riteneva offesa dalle parole del presidente, si alzarono grida; il ministro FINALI indignato si allontanò dal bancone dei ministri fra gli applausi della Destra e dei Centri; il DI RUDINÌ, molto agitato, urlò al Crispi: "Vergognatevi ! Noi non abbiamo che servito la politica del nostro paese e del re".Forse era giunto il momento che molti aspettavano per buttar fuori il "dittatore".Da più parti si gridò: "Ai voti ! ai voti !" Crispi, dominando con la sua voce squillante i rumori dell'assemblea, disse:"Ma date chiaro il vostro voto: io non voglio né voti sottintesi, né riserve future; voglio un voto sicuro, quale si deve ad un uomo onesto che sta qui come uno che adempia ad una missione .... Questo voto all'estero dirà se l'Italia vuole un governo forte o se vuole ritornare a quei governi, che con le esitazioni e colle incertezze produssero il discredito del nostro paese".La votazione fu fatta su un ordine del giorno di fiducia al governo presentato dall'on. VILLA, che fu respinto con 186 voti contro 123.Il giorno stesso il ministero presentò le dimissioni.La formazione di un nuovo ministero non fu facile. I tentativi di dare vita ad un gabinetto di coalizione (con Giolitti o Zanardelli) furono fallimentari.Dato il motivo scatenante, il nuovo ministero (di sinistra) non poteva non avere colore di destra.E a comporlo fu chiamato il (considerato) capo della destra; siciliano anche lui, ma nemico giurato di Crispi: il marchese ANTONIO STARABBA DI RUDINÌ … andiamo appunto a questo periodo dal 1891 al 1892 > > >