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Controstoria. Etiopia tra miti, leggende.... e finzione.


CONTROSTORIA. SCHIAVISMO IN ETIOPIA.- L'ammissione dell'Etiopia alla Società delle Nazioni (1919)Il 2 giugno 1919, il Ministro delle Colonie, Colosimo, scriveva al Ministro degli Esteri, Sonnino, presso la Delegazione italiana alla Conferenza della pace, che, secondo le informazioni ricevute dal Ministro d'Italia ad Addis Abeba, Colli, in colloqui con il Principe Reggente Ras Tafari Makonnen, la missione etiopica inviata a Parigi per esaminare alcune questioni con le Potenze Alleate intendeva discutere anche la possibilità dell'ammissione dell'Etiopia alla Società delle Nazioni. Colosimo osservava:= Ritengo [...] superfluo ragionare sull ' eventualità di una domanda dell ' Etiopia per far parte della Lega delle Nazioni. I principi generali propugnati alla conferenza della pace si oppongono recisamente. Un paese che non ha forma di Governo civile, dove le popolazioni menano tuttora una vita primitiva, dove la barbarie ha ancora vigore con la schiavitù, le mutilazioni, la vendetta del sangue e il prezzo del sangue con diritto di vita o di morte a favore della parte lesa, un tale paese non ha qualità alcuna per far parte di quel consorzio di Nazioni che sarebbe destinato a regolare le vicende e le sorti di Stati i più progrediti e di conglomerati sociali civili» (Colosimo a Sonnino, Roma, 2 giugno 1919, ASE, CP, 71).
Etiopia. 1935. La Liberazione degli Schiavi. Click to Enlarge.In effetti, il 1° agosto 1923 l'Etiopia presentava domanda di ammissione alla Società delle Nazioni e il nuovo Ministro d'Italia ad Addis Abeba, Macchioro Vivalba, così ne informava il nuovo Ministro degli Esteri ad interim, Mussolini:«Mi risulta che [...] Degiac Tafari ha trasmesso telegraficamente a Ginevra domanda di Ammissione Etiopia Lega Nazioni. Sir Drummond [1] ha risposto telegraficamente avere inscritto domanda nell'ordine del giorno prossima assemblea ed avere preso nota che dei Plenipotenziari Etiopici appoggieranno dichiarazioni contenute nella domanda. [...] Non sembrami sia nostro interesse che Etiopia sia ammessa Lega delle Nazioni. Esistenza della schiavitù Etiopia è d'altronde argomento sufficiente perché domanda ammissione non sia accolta». (Macchioro Vivalba a Mussolini, Addis Abeba, 6 agosto 1923, h. 20.00, DDI, s. VII, v. II, p. 109)Il Governo italiano, tuttavia, dopo uno scambio di vedute con quello britannico e in considerazione del fatto che la maggioranza degli Stati membri si mostrava favorevole ad accogliere la domanda dell'Etiopia, decideva di non opporsi all'ingresso di questa nella Società delle Nazioni, a condizione, però, che il Governo etiopico fornisse precise garanzie in materia di abolizione della schiavitù e di regolamentazione del commercio delle armi e delle munizioni, secondo i principi consacrati dalla Convenzione di Saint-Germain del 10 settembre 1919 [2] . Istruzioni in tal senso venivano inviate da Mussolini, il 30 agosto 1923, alla Delegazione italiana alla Società delle Nazioni. Il 20 settembre successivo, nel corso della seduta della Sesta Commissione, incaricata di esaminare la domanda di ammissione dell'Etiopia, il Delegato italiano, Bonin Longare, affermava:= Deux questions se posent à propos de l ' Ethiopie: dans quelle mesure la traite des esclaves existe - t - elle encore et quelle est la condition des esclaves? Pour la traite, elle est interdite nettement par les lois éthiopiennes qui prévoient même la peine capitale. Cependant, malgré cette sévérité, on a pu la signaler, mais seulement dans des provinces eloignées. En ce qui concerne la condition des esclaves, l'adoucissement progressif des moeurs a amené un adoucissement dans leur situation, au point qu'on peut parler non plus d'esclaves, mais de serfs. Certe, la distinction entre serfs et esclaves est assez subtile et la condition du serf eloignée de la liberté. Cependant, l'Ethiopie fait un effort évident pour se rapprocher de notre état social, et il faut l'encourager. La seule garantie réelle que nous puissons lui demander, c'est d'accepter les principes contenus dans la Convention de St-Germain. Il n'y a dans cette demande rien qui puisse froisser son amour-propre, puisque d'autres Etats, d'une civilisation plus avancée, ont consenti à signer des engagements internationaux qui n'étaient pas compris dans le Pacte» (S.d.N., Quatrième Assemblée, Sixième Commission, 1923, p. 18).Su parere favorevole della Sesta Commissione, l'Assemblea ammetteva l'Etiopia alla Società delle Nazioni con Risoluzione del 28 settembre 1923, a condizione, tuttavia, che il Governo etiopico sottoscrivesse una dichiarazione con la quale si impegnava ad adoperarsi per abolire la schiavitù e a rispettare, in materia di commercio di armi e munizioni, i principi formulati nella Convenzione di Saint-Germain del 10 settembre 1919 [3] .Note[1] Segretario Generale della Società delle Nazioni.[2] Testo in Trattati e Convenzioni, v. XXIV, pp. 754-781.[3] Cfr. S.d.N., Quatrième Assemblée, Séances plénières, 1923, pp. 125-126.---------------------------------------------SCHIAVISMO IN ETIOPIA.- Trattato Italo_abissino di Uccialli (Wuchale). 2 maggio 1889.Su richiesta italiana.Art. 14.La tratta degli schiavi essendo contraria ai principî della religione cristiana, Sua Maestà il Re dei Re d’Etiopia s’impegna d’impedirla con tutto il suo potere in modo che nessuna carovana di schiavi possa attraversare i suoi Stati.Firmatari:in fede di che il conte Pietro Antonelli, in nome di Sua Maestà il Re d’Italia, e Sua Maestà Menelik Re dei Re d’Etiopia, in nome proprio, hanno firmato e apposto il loro sigillo al presente trattato fatto nell’accampamento di Uccialli il 25 miazia 1881 – corrispondante al 2 maggio 1889.(Bollo imperiale d’Etiopia)Per Sua Maestà il Re d’ItaliaPer trattato completo rif. Link>>>---------------------------------------------SCHIAVISMO IN ETIOPIA.- Tratto da Wikipedia.In Etiopia, gli schiavi erano solitamente impiegati nelle case, per i lavori domestici, e non nei processi produttivi. Erano considerati come membri della famiglia, sebbene di un grado diverso dai familiari. Dalla famiglia che li possedeva ricevevano cibo, vestiario e protezione. Le schiave avevano anche il ruolo di concubine. Gli schiavi potevano girare indisturbati e avere un proprio commercio. L'imperatore Tewodros II (1855-1868) sancì la fine dello schiavismo all'interno dell'impero, anche se di fatto la pratica rimase legale sino al 1923, quando l'Etiopia venne accolta dalla Lega delle Nazioni. Secondo le stime della Società contro lo schiavismo britannica, vi erano allora due milioni di schiavi su una popolazione stimata di otto milioni di persone. Le forze di occupazione coloniale ordinarono la fine della schiavitù in tutto il paese.Sotto la pressione delle forze Alleate, che avevano contribuito alla sconfitta degli italiani, nel 1942 l'Etiopia soppresse definitivamente sia la pratica della schiavitù e dei servi della gleba nello steso anno, con una legge proclamata dall'imperatore Haile Selassie il 26 agosto.---------------------------------------------Non condivisa con Wikipedia la quasi benevolenza/pressapochismo con cui viene trattato l'argomento. (considerati come membri della famiglia ???? anche i minorenni costretti al concubinaggio ricevevano protezione????) Seguirà appropriato commento.--------------------------------------------SCHIAVISMO IN ETIOPIA.- Tratto da ConservapediaThe Anti-Slavery Society estimated that there were 2 million slaves in the early 1930s Ethiopia, out of an estimated population of between 8 and 16 million. Slavery continued in Ethiopia until the brief Second Italo-Abyssinian War in October 1935, when was abolished by order of the Italian occupying forces. In response to pressure by Western Allies of World War II Ethiopia officially abolished slavery and serfdom after regaining its independence in 1942. On August 26, 1942 Haile Selassie issued a proclamation outlawing slavery.