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Ascari: I Leoni d' Eritrea. Coraggio, Fedeltà, Onore. Tributo al Valore degli Ascari Eritrei.

 

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L'Ascaro del cimitero d'Asmara.

Sessant’anni fa gli avevano dato una divisa kaki, il moschetto ‘91, un tarbush rosso fiammante calcato in testa, tanto poco marziale da sembrare uscito dal magazzino di un trovarobe.
Ha giurato in nome di un’Italia che non esiste più, per un re che è ormai da un pezzo sui libri di storia. Ma non importa: perché la fedeltà è un nodo strano, contorto, indecifrabile. Adesso il vecchio Ghelssechidam è curvato dalla mano del tempo......

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La Campagna contro i Dervisci 1890-1897. Parte Seconda.

Post n°103 pubblicato il 03 Settembre 2008 da wrnzla

La Campagna contro i Dervisci 1890-1897. Parte Seconda. (Segue da: Parte Prima)

Il Secondo Combattimento di SEBDERAT (18 marzo 1896).
I dervisci si avvicinano a Kassala, si fortificano a Tocfur (14 III) ed iniziano l'accerchiamento del forte italiano: occupano mente Mokram e la Cadmia (17 III), mentre un gruppo si apposta presso il lato sud della gola di Sebderat.
Il fortino di Sebderat è nuovamente attaccato (ore 6:30 del 18 III).
Il presidio ammonta a 100 uomini guidati dal jusbasci Serur Agà er-Radi e dalla banda del Sebderat.
Gli attaccanti si dividono in tre gruppi, attraversano il fiume ed investono il fortino frontalmente, a destra e sul retro. I difensori si ritirano a scaglioni verso la cima del monte Aurà dove sono raggiunti ed affiancati da 20 ascari a cavallo, guidati dal soldato telegrafista del genio Figna Ificrate.
A metà strada gli ascari si riordinano, costringono i dervisci a ritirarsi e respingono altri quattro attacchi.
Anche due tentativi dei dervisci di abbeverarsi ai pozzi, sono sventati dal violento fuoco degli ascari.
Visti vani gli assalti, i dervisci si ritirano.
L'Investimento di Kassala.
Il forte di Kassala ha pianta pentagonale, è munito di 2 capponiere, 2 piazzole con 6 pezzi ognuna, ed un tamburo all'ingresso. Il muro perimetrale è in mattoni, ha uno sviluppo di 500 metri, è alto 2,60 metri e spesso 1,10. La costruzione è circondata da zeriba (rami spinosi), da un reticolato largo 8 metri e un fosso largo 5 e profondo 3. L' artiglieria ammonta a 4 pezzi da 9 cm, 2 da 7 cm e 4 mitraglieri a 2 canne.
Il terreno intorno è sgombro, tranne a sud ove c'è della vegetazione, e a sud-ovest dove dove ci sono edifici e ruderi.
Gli assedianti ammontano a 4.000 fanti, 1.000 cavalieri ed alcune centinaia di lance, guidati da Amir Ahmed Fadil.
Il presidio è di 20 ufficiali, 82 soldati italiani e 1.225 ascari.
16 II - Al forte giunge il capitano Speck con l'VIIIo battaglione indigeni, ricostruito dopo Adua e forte di 400 uomini del Chitet e di Agordat, e con un plotone di cavalleria. La colonna ha portato indisturbata ben 500 cammelli con i rifornimenti necessari alla resistenza del forte.
19 III - Durante la notte i dervisci iniziano a disturbare la guarnigione con scontri di fucileria.
23 III - Da Agordat partono i primi scaglioni della colonna di soccorso guidata dal maggiore Stevani (h 15).
La colonna (2.500 uomini) è obbligata a scaglionarsi per la scarsezza d'acqua lungo il percorso e a marciare solo di notte a causa del caldo. Le truppe sono già demoralizzate per la recente cocente sconfitta di Adua.
25 III - I dervisci aprono il fuoco dal monte Mokram contro il forte con due vecchi cannoni da montagna catturati agli Egiziani, senza alcun risultato.
27 III - Durante la notte sul 28 gli assedianti cominciano la realizzazione di fossi, siepi e muri a secco a 2 chilometri a nord e a est del forte, poi si avvicinano anche da sud e da sud-ovest.
L'assedio ha già causato ai difensori 2 caduti e 20 feriti, oltre a quelli di Gulusit, e 2 caduti e 9 feriti tra i civili.
28 III - Le avanguardie della colonna Stevani giungono a Sabderat.
31 III - Giunge a Sabderat il grosso della colonna Stevani che durante la marcia ha perso un terzo degli efettivi, principalmente per diserzioni.
Il Combattimento di Monte MOKRAM (2 aprile 1896).
Il primo obiettivo della colonna Stevani è lo sfollamento delle bocche inutili dal forte, circa 2.000 civili e invalidi.
17:00 - La colonna esce da Sabderat (1 IV) ed avanza in quadrato verso il monte Mokram, che viene aggirato da nord.
Il colonnello Stevani dispone di 3 battaglioni indigeni (IIIo, VIIo ed VIIIo guidati rispettivamente dai capitani Zoli, De Bernardis e dal maggiore Amadasi), e di una sezione di artiglieria da montagna indigena (tenente Racina).
20:15 - Giunge a Sebderat il VIo battaglione (capitano Vignola), retroguardia della colonna Stevani, dopo una marcia di 60 chilometri in 20 ore.
21:15 - Dopo un ora di riposo il VIo battaglione esce da Sebderat diretto alle falde meridionali del monte Mokram che deve presidiare per coprire il rientro del grosso della colonna.
24:00 - Il grosso della colonna giunge indisturbata nel piano di Kassala ma gli sfollati non le sono venuti incontro.
2:00 - Il grosso della colonna entra nel forte aggravando la situazione logistica.
2:30 - Il VIo battaglione raggiunge la posizione assegnatagli, ignaro che la colonna è già all'interno del forte.
2:45 - I dervisci assaltano il battaglione isolato. Inizia lo scambio di fucileria e gli spari richiamano il grosso della colonna dal forte: i 3 battaglioni e la sezione d'artiglieria da montagna indigena, rinforzati dal IIo battaglione ed una sezione d'artiglieria della guarnigione.
Durante la marcia, a causa dell'oscurità, il IIIo ed il VIIIo battaglione (450 uomini) si scambiano erroneamente alcune fucilate; il maggiore Amadasi viene ferito gravemente.
Alcuni dervisci si avvicinano al forte e scambiano fucilate con gli uomini del Chiter, rimasti di guarnigione al comando del capitano Speck.
3:30 - La colonna raggiunge il battaglione attaccato.
Alle prime luci gli italiani si schierano ma i dervisci sono già in ritirata verso nord-ovest del Mokram e verso sud.
Alcuni gruppi di dervisci appostati nella gola e nella Cadmia sono facilmente dispersi e lasciano circa 50 caduti e 30 prigionieri.
15:00 - Le bocche inutili iniziano lo sgombro scortate da due compagnie.
17:00 - Le due compagnie iniziano il rientro al forte mentre gli sfollati continuano la marcia.
21:00 - Gli sfollati giungono a Sabderat.

Il Combattimento di TUCRUF (3 aprile 1896).
Il giorno successivo gli italiani attaccano l'accampamento fortificato dei dervisci a Tucruf (3 IV) ma il terreno non è stato adeguatamente esplorato.
Il campo dei dervisci è composto di una robusta palizzata di 2 o 3 file di tronchi intercalate da terra. È circondato da zeriba (rami spinosi), internamente ha due file di trincee concentriche a sezione trapezioidale, utili a ripararsi dagli shrapnel. Vi sono poi fossi e tettoie.

6:00 - Gli Italiani escono dal forte guidati dal colonnello Stevani, si dispongono in quadrato e iniziano la marcia a semicerchio verso il campo nemico a Tucruf, mentre dal forte di Kassala i pezzi da 9 cm aprono il fuoco su Tucruf, a 4.000-4.600 metri di distanza.
Il fronte è tenuto da 3 compagnie del IIo battaglione affiancate da 2 sezioni di artiglieria da montagna.
Sul fianco destro marciano i battaglioni IIIo (capitano Zoli) e VIo (capitano Vignola).
Sul fianco sinistro marciano il VIIo battaglione (capitano De Bernardis) ed una compagnia dell'VIIIo.
In coda al quadrato marciano due compagnie dell'VIIIo battaglione, una del IIo e la banda di Kassala.
Al centro del quadrato c'è un plotone di cavalleria.
In totale sono 62 ufficiali, 31 graduati italiani e 2.600 ascari.
7:30 - Il quadrato giunge a due chilometri dal forte ed apre il fuoco con l'artiglieria, impegnata anche a tenere a distanza la cavalleria baggara che è comparsa sulla destra.
Avvicinandosi ancora è vista la polvere di persone che si allontanano (sono le donne e gli inermi che ripiegano su Gulusit) e gli esploratori giunti a 400 metri non vedono segni della presenza del nemico.
8:00 - Il campo è creduto abbandonato, ma quando una compagnia del IIo battaglione si avvicina a 200 metri è fatta a segno da un nutrito fuoco che le causa perdite gravissime.
I lati del quadrato sono velocemente spiegati ed il campo è investito da tutti i lati al di qua del fiume Gasc. I dervisci reagiscono con un intenso fuoco che blocca il IIIo battaglione sulla destra mentre la sinistra riesce a penetrare attraverso la cinta estenrna presso il greto del Gasc, ma le posizioni dominanti dei difensori ed il terreno esposto (è stato sgombrato dai possibili ripari) lo contringe a ritirarsi.
8:15 - Gli attaccanti iniziano a ritirarsi a gruppi fuori dalla zona battuta, ributtando un tentativo di inseguimento.
8:20 - Gli Italiani riassumono la formazione a quadrato ed iniziano la marcia di rientro mentre la cavalleria nemica si tiene a distanza.
L'azione ha causato la perdita di 4 ufficiali caduti e 7 feriti, 157 ascari caduti e 344 feriti, pari a circa 1/5 degli effettivi. I dervisci hanno subito perdide lievi.
La Fine dell'Assedio di Kassala.
Giunge l'ordine di sgomberare Kassala (4 IV). Inizia quindi l'evaquazione dei feriti (6 IV), sotto la protezione del cannonneggiamento del campo dal forte che prosegue per due giorni (fino all'alba dell'8 IV), effettuato allo scopo di consumare le munizioni. I dervisci, temendo un nuovo attacco, hanno frattanto sgombrato Tucruf, Gulusit e si sono ritirati (notte sul 7 IV).
Per la liberazione di Kassala vengono assegnate 11 medaglie d'argento e 4 di bronzo. Kassala non è sgomberata ma a seguito delle trattative con l'Abissinia è ceduta all'Inghilterra (19 XII 1897).
La vittoria inglese a Omdurmán (2 IX 1898) segna la fine della grande rivolta madhista.

Tratto da: www.metalrockmuseum.com

 
 
 

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Un blog di: wrnzla
Data di creazione: 27/05/2005
 

 
   Agli Ascari d'Eritrea 

- Perchè viva il ricordo degli Ascari d'Eritrea caduti per l'Italia in terra d'Africa.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare alla bandiera al corpo Truppe Indigene d'Eritrea.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare al gagliardetto dei IV Battaglione Eritreo Toselli.

 

 

Mohammed Ibrahim Farag

Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.

Unatù Endisciau 

Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.

 

QUESTA È LA MIA STORIA

.... Racconterà di un tempo.... forse per pochi anni, forse per pochi mesi o pochi giorni, fosse stato anche per pochi istanti in cui noi, italiani ed eritrei, fummo fratelli. .....perchè CORAGGIO, FEDELTA' e ONORE più dei legami di sangue affratellano.....
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A DETTA DEGLI ASCARI....

...Dunque tu vuoi essere ascari, o figlio, ed io ti dico che tutto, per l'ascari, è lo Zabet, l'ufficiale.
Lo zabet inglese sa il coraggio e la giustizia, non disturba le donne e ti tratta come un cavallo.
Lo zabet turco sa il coraggio, non sa la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un somaro.
Lo zabet egiziano non sa il coraggio e neppure la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un capretto da macello.
Lo zabet italiano sa il coraggio e la giustizia, qualche volta disturba le donne e ti tratta come un uomo...."

(da Ascari K7 - Paolo Caccia Dominioni)

 
 
 
 

 
 
 
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