Io, Xarium e Dio...

Post N° 16


Tanathos & Cronos... Ieri sera avevo incontro col Gruppo Giovani... il tema verteva sul rapporto tra fede, dottrina e vita; sopratutto per quanto riguarda concepimento, aborto ed eutanasia... Insomma, chi conosce la mia storia sa che per me quest'ultimo argomento tocca particolarmente da vicino... Ma la serata si conclude abbastanza bene, a mezzanotte passata mi rimetto in auto e mi dirigo verso casa, sono in tangenziale che corro tranquillo quando sono costretto a svoltare di brutto! Per una frazione di secondo ho evitato di travolgere un gatto che giaceva inerme a bordo strada...Sto ancora correndo, e mi chiedo che fare, sembrava morto quindi avrei anche potuto non tornare indietro, ma se invece fosse stato vivo? Lo avrei dovuto lasciare li ad agonizzare fino a che un'altra vettura lo finiva? E se invece fossi tornato indietro, avrei dovuto di certo occuparmene fino alla sua guarigione, magari girando per tutta Mestre a notte inoltrata in cerca di un veterinario aperto... E se invece non fossi tornato indietro, cosa avrei pensato di me ogni volta che avessi ricordato quell'episodio? Dovevo tornare indietro!Così alla prima uscita mi giro e dopo poco ritrovo la bestiola; mi accosto con le 4 frecce accese e lui era ancora li, immobile, con il sangue che aveva formato una piccola pozza fuori dalla sua bocca... Ho provato a toccarlo, delicatamente e sul dorso, con un piede per vedere se reagiva, ma nulla... Poi senza pensarci su, l'ho tirato a bordo strada... Ho pensato a lungo sul perché l'ho fatto... E non era per porre in sicurezza la strada ed evitare incidenti, no... Era per rispetto verso quel povero corpicino, che almeno così avrebbe presto potuto tornare a far parte del ciclo della vita... Era già solo un pezzo di carne, lo so, ma ho sentito, nemmeno io so perché, di fare quell'ultimo gesto di rispetto verso una vita appena conclusa... Sono tornato indietro, si... Ma ho dovuto pensarci, è l'eterna lotta con i nostri difetti, con le nostre paure, e l'unico giudizio che realmente conta, oltre a quello di Dio, dev'essere quello che abbiamo di noi stessi... Gli altri non conoscono quello che siamo ora nemmeno se li vediamo tutti i giorni, figuriamoci per coloro i quali non vediamo da mesi... Coloro che possono giudicare, ed essere giudicati, non su ciò che siamo, ma su ciò che eravamo, che non possono conoscere i nostri pensieri ed il nostro cammino... Che importanza può avere? Siamo noi che prima di tutto dobbiamo guardarci ogni mattina allo specchio, e riuscire a convivere con noi stessi, se siamo convinti che oggi siamo delle persone migliori di ieri, e che domani lo saremo di oggi, che altro giudizio possiamo temere?