Liberamente

L'anima (I)


Nel Fedro Platone definì l'anima come "ciò che si muove da sé.Ogni corpo a cui il muoversi è impresso dal di fuori è inanimato, ogni corpo che si muove di per sé dal di dentro è animato: questa è la natura dell'anima". L'anima per Platone è una realtà individuale, unita al corpo che la ospita, ma da questo separabile. Nell'uomo è la parte più nobile, l'unica capace di eseguire operazioni cognitive, ossia di cogliere i significati veri delle cose (le idee eterne e universali), la dove i sensi mostrano una realtà mutevole e sempre particolare. Al termine idea Platone attribuisce una realtà sostanziale. Il mondo delle idee (invisibile, soprannaturale, eterno e immutabile) non solo esiste realmente, ma il suo grado di realtà è superiore al mondo visibile. La conoscenza deriva non dall'esperienza, ma da un sapere preesistente, prenatale e connaturato nell'intelletto. Lo strumento con cui l'uomo conosce è l'anima: nel suo viaggio nel mondo iperuranico l'anima ha conosciuto le idee, incarnandosi in un nuovo corpo le ha dimenticate, durante la vita e spinta dall'amore l'anima va via via riscoprendo le idee. Virtù dell'anima e vite precedenti sanciscono la superiorità di alcuni esseri umani.