Liberamente

La baronessa di Carini II


Accusato dai Beati Paoli dell’assassinio di Nele e assolto dopo un bizzarro ‘processo’, Luca viene rilasciato; dopo una fugace visita amorosa a Laura, il giovane si rifugia a Palermo, presso l’amico Enzo Santelia, segretario del principe di Castelnuovo. Ricevuto dal principe, che è alle prese con questioni piuttosto serie (il re dovrà forse rinunciare al progetto di promulgare la Costituzione e stroncare così il feudalesimo), a Luca si prospetta l’ipotesi di vedere annullata la sua missione. Intanto a Carini Corbara è ufficialmente ricercato come l’assassino di Nele Carnazza. Anche Laura visita il castello, ed è anch’essa impressionata dall’impronta e dalla stanza ‘viva’. Luca prosegue le sue indagini: scopre — dalla lettura di un’iscrizione tombale in una chiesa — che la baronessa di Carini fu uccisa non dal marito, come erroneamente si crede, ma dal proprio padre, don Cesare Lanza. Questa notizia si aggiunge a quanto Luca già conosce: l’attuale feudo di Carini comprende quello di ‘Daina Sturi’, usurpato tre secoli prima ai Vernagallo con il pretesto del delitto d’onore. Mentre Luca è preso dalle sue riflessioni, nella chiesa entra Laura, trafelata e sconvolta: il sicario del barone ha scoperto il suo rifugio, Luca deve quindi fuggire e nascondersi in una torre sul litorale di cui la donna gli offre le chiavi. A Carini, intanto, i Beati Paoli sequestrano il barone d’Agrò.