...Caterina...

Storie


  Ci sono drammi, che pur consumandosi sotto i nostri occhi, sono soffocati. Cose delle quali non ci piace parlare, facciamo finta di non conoscere, e forse veramente ne siamo all'oscuro.Ricordo ancora, lo sguardo attonito di una mia amica, tempo fa, non riuscivo a capire cosa fosse successo, quando in modo convulso cercava di raccontarmi qualcosa.Il fatto era semplice: un camioncino si era accostato al marciapiede, sostato un attimo, giusto il tempo necessario a una ragazza di colore di salire a bordo, nell’abitacolo c’erano tre uomini ad accoglierla. Tre operai, in fin di giornata si apprestavano a regalarsi una piccola gratificazione. Così, in un assolato pomeriggio d’agosto, sotto gli occhi di tutti.E non aveva mai visto l’altra, la ragazza romena, che si riparava dentro la siepe, d’estate quando il sole picchia impietoso. Qualche volta l’ho vista correre dall’altra  parte della rotonda, entrare velocemente nel negozio dei cinesi, e uscire con un vestito diverso da quello che portava prima, addosso. Così, con il suo abito nuovo, riguadagnare la postazione in prossimità della siepe, e mettersi in attesa del prossimo cliente. Le ho osservate quelle donne, nei lunghi pomeriggi d’estate, quando per pochi soldi lavoravo in un bar. Le ho guardate vendersi, attendere i loro clienti con pazienza e rassegnazione. Le ho viste, nei loro vestiti dai colori sgargianti, sudate, qualche volta dare segno di cedimento, eppure quelle donne spesso sudice, a qualcuno “facevano sangue”.  Mi son domandata in quale modo, un essere che per un po’ di euro, compra quei corpi, affronta il suo vivere, se non ha rinunciato ormai da tempo a vivere, e si limita a trascinare per il mondo una carcassa vuota di qualsiasi contenuto. Eppure c’è chi sostiene che la prostituzione non è una cosa indegna, come se fosse naturale considerare un essere umano alla stessa stregua di una merce, ma il racket della prostituzione frutta ogni anno miliardi, ed è al secondo posto dopo il mercato della droga. Allora in quest’epoca in cui solo i numeri sembrano contare, un essere umano può essere considerato merce, e l’acquirente, un banale utente. Ho ascoltato le stupide battute, a tal proposito, di uomini e a volte anche di donne, mentre bevevano il caffè. E mi son lasciata pervadere dallo sconforto, perché un dramma si consumava sotto i miei occhi ed io non avevo mezzi per contrastarlo.