8 marzo

Post N° 27


più delle albe, più del sole, una donna ...Più dei tramonti, più del volo di un uccello,la cosa meravigliosa in assolutoè una donna in rinascita.Quando si rimette in piedidopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice: è finita. No, non è mai finita per una donna.Una donna si rialza sempre,anche quando non ci crede, anche se non vuole.Non parlo solo dei dolori immensi,di quelle ferite da mina anti-uomoche ti fa la morte o la malattia.Parlo di te, che questo periodo non finisce più,che ti stai giocando l'esistenzain un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame,peggio che a scuola.Te, implacabile arbitro di te stessa,che da come il tuo capo ti guarderàdeciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.Così ogni giorno,e questo noviziato non finisce mai.E sei tu che lo fai durare.Oppure parlo di te,che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo;che sei terrorizzata che una storia ti tolgal'aria, che non flirti con nessuno perchéhai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu,poi soffri come un cane.Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devigiustificare, che ti vuole cambiare,o che devi cambiare tuper tenertelo stretto.Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.Eppure te la racconti, te lo dici anche quandoparli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".E il cielo si abbassa di un altro palmo.Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere,ci hai abitato Natale e Pasqua.In quell'uomo ci hai buttato dentro l'animaed è passato tanto tempo,e ne hai buttata talmente tanta di anima,che un giorno cominci a cercartidentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.Comunque sia andata, ora sei quie so che c'è stato un momento che hai guardato giùe avevi i piedi nel cemento.Dovunque fossi, ci stavi stretta:nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.Ed è stata crisi, e hai pianto.Dio quanto piangete!Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.Hai pianto mentre camminavi in una stradaaffollata, alla fermata della metro, sul motorino.Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.E quella notte che hai preso la macchinae hai guidato per ore, perché l'aria buiati asciugasse le guance?E poi hai scavato, hai parlato,quanto parlate, ragazze! Lacrime e parole.Per capire, per tirare fuori una radice lungasei metri che dia un senso al tuo dolore."Perché faccio così? Com'è che ripeto semprelo stesso schema? Sono forse pazza?"Se lo sono chiesto tutte.E allora vai giù con la ruspadentro alla tua storia, a due, a quattro mani,e saltano fuori migliaia di tasselli.Un puzzle inestricabile.Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?E' da quel grande fegatoche ti ci vuole per guardarti così, scompostain mille coriandoli, che ricomincerai.Perché una donna ricomincia comunque,ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.Ti servirà una strategia, dovrai inventartiuna nuova forma per la tua nuova te.Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo,di presentarti a te stessa.Non puoi più essere quella di prima.Prima della ruspa.Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.Innamorarsi di nuovo di se stessi,o farlo per la prima volta, è come un diesel.Parte piano, bisogna insistere.Ma quando va, va in corsa.E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.Non importa da dove cominci, se dalla casa,dal colore delle tendeo dal taglio di capelli.Vi ho sempre adorato, donne in rinascita,per questo meraviglioso modo di gridareal mondo "sono nuova" con una gonna a fiorio con un fresco ricciolo biondo.Perché tutti devono capire e vedere:"Attenti: il cantiere è aperto,stiamo lavorando anche per voi.Ma soprattutto per noi stesse".Più delle albe, più del sole,una donna in rinascita è la più grande meraviglia.Per chi la incontra e per se stessa.È la primavera a novembre.Quando meno te l'aspetti.                     (Jack Folla)