PER SEGUITARE...

LE STRADE


Il freddo a volte pare placarsi, a volte, invece, torna prepotente trasformandosi in gelo. Faccio come Pinocchio: in un'inutile ricerca di calore mi stendo d'avanti ad un immaginario fuoco, proveniente da un immaginario camino, dove arde legna immaginaria. Solo la mancanza di calore non è immaginaria. Credo d'aver la febbre alta perché, come in un delirio, i pensieri e le immagini si accavallano confondendosi. Penso... e mi ritorna in mente una splendida poesia di Hesse che ci piaceva tanto, ma mi fermo alle prime parole perché tutto il resto non ha più senso. "Per dire cos'hai fatto di me, non ho parole..." Ecco - penso - " cos'hai fatto di me ... cos'hai fatto ... di me!". Non lo so, non lo so più! E poi: "morire, dormine, forse sognare...". Che c'entra Shakespeare con Hesse. Forse è solo il recondito desiderio di dormire e non sognare? Ma non sognare non è come morire? E allora? Il recondito desiderio è forse quello di morire? Ma no! Sono già morta! E poi Sekmet che mi tormenta dall'interno... dall'interno di questo mio corpo che, invece, rimane quello della Piccola, Dolce Bastet. La mia presenza è ambita, temuta, satanicamente ammaliante, angelicamente rassicurante, ignorata, calpestata, osannata, odiata, amata. Io sono "una", ma per te sono "nessuno" mentre custodisco nel mio ventre i "centomila" volti di un' Anima impudica. ... <Tu puoi essere ciò che vuoi> diceva. E infatti come sarebbe possibile, altrimenti, attraversare Collodi, passando per Hesse, arrivare Shakespeare proseguire per Pirandello seguendo il filo logico di Sekmet. E' assurdo! Di quali strani percorsi è dunque capace la mia mente e la mia logica! In una illogicità assoluta è sempre così lineare e chiara. A questo punto spero davvero d'avere la febbre alta: sarebbe una  spiegazione al mio delirio.Yosè