Creato da KetherShemTov il 18/11/2007

L'ALBERO.DELLA.VITA

KABALLAH E DINTORNI

 

 

L'Imperatore

Post n°11 pubblicato il 21 Novembre 2007 da KetherShemTov

L'IMPERATORE

Con l'Imperatore inizia il secondo ternario dei Tarocchi. E' un ternario di ordine morale, relativo al sentimento e all'esercizio della volontà, quindi all'Anima. Dal punto di vista cabalistico l'Imperatore corrisponde alla quinta Sephirah: C'Hesed, misericordia, grazia, benignità, grandezza, magnificenza. 
E' la bontà creativa che chiama gli esseri all'esistenza, il potere che dona e diffonde la vita. 
Dal punto di vista delle costellazioni l'Imperatore è Ercole, l'Avvoltoio, la Corona Boreale. Astrologicamente corrisponde a Giove. E' Plutone imprigionato al centro delle cose; personifica il fuoco vitale che brucia a spese dello zolfo degli alchimisti, il cui segno è un triangolo sovrastante la croce. Le gambe dell'Imperatore si incrociano sotto un triangolo disegnato dalla testa e dalle braccia. Il suo trono è un cubo d'oro sul quale spicca un'aquila nera, in netto contrasto con quella dello stemma dell'Imperatrice. Qui non è più l'anima giunta al termine della sua ascesa, ma l'essenza stessa dell'anima, oscurata dalla sua incarnazione e tenuta prigioniera in seno alla materia da elaborare per riconquistare la propria libertà . Il rapace si collega con l'egoismo radicale, generatore di ogni individualità.

L'Imperatore è il principe di questo mondo; egli regna sul concreto, su ciò che è materiale; da qui il contrasto tra il suo impero inferiore, infernale, e il dominio celeste dell'Imperatrice, che si esercita direttamente sulle anime e sui puri spiriti. Per contrasto i corpi restano sottomessi all'Imperatore, che li anima e li governa dopo averli costruiti. Egli corrisponde al Demiurgo dei platonici e al Grande Architetto dei massoni. Gli esseri si organizzano e si sviluppano sotto il suo impulso; è il loro dio interiore, principio di fissità, di crescita, di azione. E' lo spirito individuale, manifestazione oggettiva dello spirito universale, Uno nella sua essenza creatrice, ma diviso dalla molteplicità delle sue creature.

Il suo trono cubico non può venire rovesciato: la sua stabilità deriva dalla forma geometrica attribuita dagli alchimisti alla pietra filosofale.
L'Imperatore corrisponde all'immutabile, poiché egli è seduto sul cubo perfetto, punto di partenza determinante di ogni cristallizzazione costruttiva. Egli rappresenta perfettamente il principio di fissità che entra in attività nel germe per costruire l'organismo. Il globo del mondo che egli regge nella mano sinistra è il simbolo dell'Anima del Mondo, entità grazie alla quale si compiono tutti i miracoli della natura e dell'arte. 
Nella mano destra l'Imperatore ha uno scettro massiccio che rappresenta l'insegna del sovrano potere iniziatico e magico. La mezzaluna inserita presso l'impugnatura promette una dominazione irresistibile su tutto ciò che è instabile, mobile, lunatico, secondo il termine consacrato nell'astrologia e nell'ermetismo. 
Ciò che è fisso e immutabile esercita un'azione determinante su ogni sostanza disorganizzata, è vago, fluttuante e lunatico.

Lo scettro imperiale termina in un fiordaliso: questo emblema ha per base un triangolo rovesciato che rappresenta l'anima. Una croce che lo sovrastasse ne farebbe il simbolo del compimento della grande opera, ma nel fiordaliso questa croce è costituita da due foglie che si innestano sul braccio orizzontale, mentre il braccio verticale si slancia verso il cielo come un germoglio vitale. Tutto questo allude ad una forza che emana dall'anima per elevarsi ed espandersi allo stesso tempo come indicano le due foglie laterali. 
Esse rappresentano le aspirazioni più nobili che fanno sbocciare l'idealità per assicurarle un domino irresistibile nelle sfere più alte del pensiero umano. L'Imperatore non è un despota che si impone con la propria volontà; il suo potere egli non lo esercita con la forza. Egli si esprime ad un ideale di bontà, gentilezza e bellezza. Il fiordaliso è imparentato in un certo senso con il giglio, emblema di purezza, il fiore dell'Imperatrice: ma alla virtù passiva e femminile contrappone l'azione espansiva maschile. 
Lo scettro coronato dal fiordaliso mostra che l'Imperatore si ispira alle aspirazioni sublimi dell'Imperatrice, perché egli è, sulla terra, il realizzatore dell'idea divina.

Il suo dominio è legittimo e sacro, perché mette in opera tutte le forze vive, anche se sono opache nella loro sorgente impura. L'Imperatore regna sovrano sulla materia; egli agisce sulla sua generazione, conseguenza dell'unione del fuoco e dell'acqua combinata con quella dell'aria e della terra. In contrasto con l'Imperatrice che si presenta di fronte, egli è disegnato di profilo. I suoi lineamenti sono decisi ed energici; denotano un carattere sicuro e fermo, il suo occhio profondo è sovrastato da un sopracciglio contratto nero, come la barba ricciuta. 
La collana imperiale è una treccia, identica a quella di cui si orna la Giustizia; è un emblema di ordine rigoroso e di solidità. Un legame come questo non si rompe e non si allenta, ma è destinato a perdurare nel tempo. Il rosso che predomina nell'abito dell'Imperatore ricorda il fuoco stimolatore, che egli governa e dirige per animare e vivificare. Il rosso vivificatore spiega il verde che appare sulle maniche del suo abito. Ai suoi piedi si schiude il tulipano che appariva nel Bagatto, allo stato di bocciolo.

Per l'Imperatore l'azione è il fine dell'intelligenza e la saggezza non servirebbe a nulla se non si unisse alla forza; attraverso l'unione la loro energia penetra all'interno di questo mondo, di cui egli è il sovrano indiscusso. Questa lama rappresenta il governo, la protezione, il lavoro costruttivo ed intelligente la solidità, il consiglio, la tradizione, l'autorità del saggio. In senso negativo egli rappresenta l'opposizione tenace e testarda, la tirannia, l'ostilità e l'assolutismo. 
Sul piano psicologico l'Imperatore ci invita a prendere possesso di noi stessi a ordinare tutto nel senso della volontà di potenza; egli ci insegna a far valere la nostra autorità personale, la nostra affermazione e ci insegna a come difenderla a tutti i costi. 
Sotto il profilo divinatorio questa lama significa potere energico, diritto, volontà, fissità, concentrazione, certezza assoluta per deduzione matematica, costanza, fermezza, rigore, esattezza, equità e positivismo. Al negativo egli è lo spirito dominatore che influenza gli altri senza lasciarsi condizionare, il calcolatore che si affida solo al ragionamento, dimenticando il sentimento. Carattere incrollabile nelle sue decisioni, mancanza di idealismo, generosità senza prodigalità, avversario temibile e despota che, a sua volta, subisce l'influenza dei deboli; mascolinità brutale sottomessa indirettamente alla dolcezza femminile.

Ed ora vediamo la nostra meditazione . 
"HAI COMPIUTO UN GRADINO IN PIU'. ORA CONOSCI! E SEI PRONTO PER COMPRENDERE QUALCOSA ANCORA. 
Luce, un cielo color di rosa. Un grande uccello splendente dalle ali multicolori che simboleggia la libertà interiore vola alto nel cielo, sopra una montagna bianca: la Montagna della Saggezza. L'iniziato si guarda intorno estasiato: la sua meraviglia è grande di fronte ad un paesaggio soprannaturale, ed altrettanto soprannaturale appare la montagna altissima ed imponente. 
Essa si erge maestosa contro il cielo, simbolo di forza, vitalità, spiritualità, desiderio di conoscenza. Sembra chiamarlo, lo invita a scalarla, a superare gli ostacoli interiori iniziando la salita. Il giovane sa che dovrà conquistarla, ma prima di farlo dovrà fermarsi ai suoi piedi per conoscere il messaggio della sua nuova guida: l'IMPERATORE. 
Egli è seduto ai piedi del monte, davanti a lui si apre una valle incantata, con prati verdi e fiori rosa, la valle è attraversata da un sentiero violetto e vi scorre un piccolo corso d'acqua. 
L'Imperatore guarda l'iniziato immobile davanti a lui: il suo volto è serio, la sua personalità imponente come una montagna.
 "Abbi fede, coraggio, volontà, tempra il tuo carattere alla luce della saggezza e dell'amore; sii consapevole di essere un uomo di desiderio, sappi che la tua forza interiore non è data solo dalla fede, ma anche dall'amore. Solo l'amore può farti continuare e farti giungere alla meta. L'amore sarà la tua fonte di energia vitale. In questo luogo, che ti appare così simile ad un paradiso, non sentirti un estraneo; l'uomo nuovo che sonnecchia in te conosce queste cose e sa che il sentiero è impervio, ma che potrà comunque raggiungere la vetta. Tu dovrai arrivare in alto per sapere che non sei ancora giunto, che, dopo questa montagna, ve ne saranno altre. Ma non temere! Ora saprai affrontare le difficoltà in modo diverso, con un coraggio nuovo! Questa forza proviene dalla nuova conoscenza della tua anima. Ora conosci le forze benefiche dell'esistenza; sai di poter contare su di esse, e sai anche di possedere una forza interiore spirituale cha va ben oltre ogni coraggio fisico. Per cui ricordati che anche nelle difficoltà nulla è perduto! " L'Imperatore finisce di parlare e sorride, incoraggiante, egli conosce le possibilità dell'iniziato, ma anche che un piccolo aiuto psicologico lo farà sentire meglio.

Qual è il senso del suo messaggio? Certo esso contiene parole di saggezza, ma anche il giovane ha raggiunto un cero grado di saggezza; egli deve comprendere che per lui è indispensabile diventare l'imperatore di se stesso. Per fare questo l'iniziato dovrà comprendere gli errori compiuti nel passato, interiorizzare i passi falsi compiuti fino a quel momento, che dovranno diventare utili esperienze; il negativo del passato dovrà trasformarsi nel positivo del futuro.
 Il messaggio della sua guida adesso gli è chiaro: chiudere con il passato, riconoscersi potenziale imperatore e proseguire nella conquista delle "sue" montagne. Ad ogni passo si sente più leggero, crescono in lui sicurezza ed energia, la sua aura appare più netta e luminosa, il piano divino che lo concerne sembra più chiaro.
Per la prima volta egli sente di comprendere il suo destino, acquista la certezza di doverlo seguire, lasciandosi guidare dalle energie sottili che sente nella sua mente.
Il giovane ha compreso qualcosa di ancora più importante per lui, non tutti partiamo, nella nostra evoluzione, dallo stesso gradino, le nostre potenzialità interiori sono individuali, per questo motivo il punto di partenza è differente per ognuno di noi, ma il punto di arrivo è lo stesso: la nostra piena maturità spirituale. 
L'iniziato si rende conto che, attraverso l'Imperatore, egli è arrivato a scontrarsi con l'immagine che possedeva della sua personalità. La sua conoscenza interiore rinnovata ha fatto sì che egli potesse comprendere i propri desideri e le proprie passioni per trasformarli e diventare migliore. Ora che ha realizzato qualcosa di essenziale, sorride sereno e felice. Ecco, ora è giunto in cima e la vetta, finalmente, è sua: il suo guardo vaga ad ammirare il paesaggio intorno. Sa che, da semplice discepolo, diventerà un giorno maestro, ma la strada da percorrere è ancora lunghissima. 
Vi saranno per lui, ad ogni passo, nuovi ostacoli, ma non sarà solo: l'Imperatore in lui è vigile e forte: deve solo imparare ad ascoltarlo

 
 
 

L'Imperatrice

Post n°10 pubblicato il 20 Novembre 2007 da KetherShemTov

L'IMPERATRICE

Questo arcano astrologicamente è collegato alla Vergine. Corrisponde nella Cabala alla terza Sephirah, Binah, intelligenza e comprensione. 
L'Imperatrice è la sovrana splendente di luce che raffigura l'intelligenza creatrice, madre delle forme, delle immagini, delle idee. E' la Vergine Immacolata dei Cristiani, nella quale i Greci avrebbero riconosciuto la loro Venere-Urania, nata dai flutti cupi dell'oceano cosmico.
Regina del Cielo, si libra nelle altezze più sublimi dell'idealità al di sopra di tutto e di tutti, come indica il piede posato sulla mezzaluna, dalle punte rivolte verso l'alto. In questo modo lei afferma la dominazione nel mondo sublunare, dove tutto è mobilità, perpetuo cambiamento e trasformazione incessante. In contrasto con questo regno inferiore sul quale la Luna sparge un chiarore indeciso e fallace, la sfera dell'Imperatrice corrisponde alle Acque Superiori, oceano luminoso in cui risiede la suprema Saggezza. Tutto, qui, è fisso e immutabile, poiché perfetto; è la ragione degli archetipi, cioè delle forme ideali o delle idee pure secondo le quali viene creata ogni cosa. 

Per esprimere l'immutabilità delle cose, l'Imperatrice si mostra di fronte, in un atteggiamento improntato ad una certa rigidità ieratica. Ma il suo volto è sorridente, inquadrato da una chioma bionda; una corona leggerissima è posata sul suo capo, quasi senza peso, ed intorno gravitano dodici stelle, delle quali nove sono visibili. Esse ricordano lo zodiaco che regola la vita e il periodo di gestazione imposto dalla generazione. Come la Vergine dello zodiaco, l'Imperatrice è alata ma i suoi attributi sono ben diversi. Lei è la Regina del Cielo, regge lo scettro di una dominazione universale e irresistibile, poiché l'ideale si impone, l'idea comanda e gli archetipi determinano ogni produzione. 
Il suo blasone è l'Aquila d'argento sulla porpora, emblema, dell'anima sublimata in seno alla spiritualità. Il giglio che fiorisce alla sinistra dell'Imperatrice simboleggia il fascino esercitato dalla purezza, dalla dolcezza e dalla bellezza. 

L'Imperatrice è vestita di azzurro e di porpora come la Papessa; la l'azzurro della veste sacerdotale della Papessa è scuro, per ricordare le profondità in cui si perde il pensiero, mentre il manto dell'Imperatrice è di un azzurro luminoso. La sua tunica è rossa per esprimere l'attività interiore da cui nasce l'intelligenza e la comprensione, in opposizione al manto esterno azzurro (che allude alla placidità ricettiva che raccoglie fedelmente le impressioni ricevute dall'esterno). Il suo mantello azzurro capta il pensiero vivo e lo rende percettivo; lei manifesta l'occulto che la Papessa mette in vibrazione, senza dargli corpo neppure spiritualmente. 
Nell'Uno tutto è nel tutto, confuso, senza distinzione; nel Due si concepiscono Agente e Paziente, l'occulto si rivela soltanto dal punto di vista mistico. Bisogna arrivare al Tre, l'Imperatrice, perché la Luce appaia nello spirito, specchio colpito dalla vibrazione impercettibile, che si riflette condensandosi per diventare manifesto. 

Lo scettro che l'Imperatrice ha in mano rappresenta le forze spirituali che dominano il mondo sul quale essa regna. Lo scettro è sormontato dal globo e dalla croce, segno alchimistico dell'antimonio che simboleggia l'anima intellettuale e lo spirito che si libera mediante l'evoluzione e la redenzione. L'Imperatrice è la Madre Cosmica, l'eterno femminino, la fecondità universale. 
Rappresenta tutte le ricchezze della femminilità pura: ideale, dolcezza, persuasione, ma anche la sua fragilità. 
Sotto il profilo della divinazione questo arcano significa discernimento, riflessione, intuito, osservazione, scienza induttiva. Istruzione, sapere, erudizione. Affabilità, grazia, potenza dell'anima, impero esercitato con la dolcezza, gentilezza, generosità, abbondanza e ricchezza. Al negativo significa vanità, frivolezza, lusso, prodigalità, civetteria, seduzioni, nEd ora meditiamo con l'Imperatrice: 
"MODIFICA IL TUO CARATTERE, CONDUCILO VERSO IL BENE, PERFEZIONATI OGNI GIORNO DI PIU', E CIO' CHE AVRAI OTTENUTO SARA' TUO PER SEMPRE.

Dolci colline sotto un cielo azzurro e terso , macchiato solo da poche nuvole bianche. Le colline hanno mille colori; dal verde tenero al bruno più cupo; sentieri dorati le attraversano. 
L'iniziato si incammina per uno di questi sentieri: esso va diritto, senza tortuosità, lineare come dovrà diventare la sua anima. Il paesaggio lo affascina e lo incanta; è piacevole, sereno, e tranquillo, gli dona forza interiore e calma. 
Mentre passeggia egli riflette: "Sono alla ricerca di qualcosa, ma non so neppure io di cosa". E' consapevole che solo la calma e la tranquillità potranno donargli un poco di saggezza; si rende conto che il suo passato gli è utile perché gli permette di comprendere il nuovo che lo attende. Attraverso le sue esperienze precedenti, grazie ad esse, egli ora possiede una mente aperta e ricettiva. Il giovane, in questo momento, percepisce nuove verità fino a quel momento sconosciute e si rende conto che esse, unite alla vera conoscenza, daranno uno scopo nuovo alla sua vita e faranno sì che egli impari a viverla in modo diverso. 
Sotto l'impulso dei mondi superiori, che ora egli ha imparato a conoscere, la sua anima si trasforma e nuove capacità gli si rivelano. Ma ecco che il sentiero, che sembrava continuare all'infinito, all'improvviso finisce sul punto più alto della collina. Egli alza gli occhi al cielo e tra le nuvole bianche scorge un trono dorato, circondato da una ghirlanda di fiori viola, con una giovane donna seduta. E' l'Imperatrice, la signora del cuore, dell'anima e della volontà. 
"La vita è dura e difficile- ella ammonisce- fatta di lotte interiori, rinunce e sacrifici. Questo paesaggio è pieno di colori, ma sei tu il pittore di questo quadro, se tu che scegli i colori della tua vita, tenui o vivaci che siano. Sappi che per raggiungere il tuo scopo finale devi migliorare te stesso, il tuo carattere, devi rendere la tua volontà più forte, il tuo cuore puro. Devi orientarti verso il vero bene della vita, comprendere te stesso per aiutare nel modo migliore il tuo prossimo. Dagli altri puoi sempre imparare qualcosa, basta sapersene accorgere. In questo modo ciò che avrai ottenuto ti apparterrà per sempre!". 

L'Imperatrice racchiude in sé i valori del Bagatto e della Papessa, ma vi aggiunge il bisogno di perfezione. Ed ella stessa corrisponde al tre, il numero perfetto per eccellenza. L'iniziato ha percorso i primi due passi, ha acquisito la spiritualità,la saggezza, la ragione, la capacità di vedere chiaro in se stesso; adesso deve compiere il terzo passo e capire le sue potenzialità, i suoi talenti nascosti, ciò che deve essere portato alla luce e sviluppato. 
L'Imperatrice, che domina il proprio sé interiore, che sa partire dall'umano per arrivare al divino, gli insegna ad aggiungere alla dolcezza femminile della Papessa anche la fierezza di sapersi una persona imperfetta, che ha, però, la capacità di diventare sempre migliore, facendo tesoro di tutto quello che ha acquisito dal Bagatto e dalla Papessa e di ciò che potrà acquisire in futuro dalla altre guide, senza mai dimenticare le sue umanissime debolezze. 
Questa donna, che in sé riunisce tutte le donne del mondo, gli fa capire quanta umiltà deve essere presente in ognuno di noi e quanta volontà serve per continuare il cammino. 
Con poche semplici parole ella gli ha donato un altro pezzetto per arrivare alla conoscenza di se stesso. Donna- gnosi- conoscenza. E la vera conoscenza significa essere consapevoli di noi stessi, conoscere il nostro obbiettivo finale e trovare, con il nostro intuito, la strada giusta per arrivarci.

 

 
 
 

La Papessa

Post n°8 pubblicato il 20 Novembre 2007 da KetherShemTov

Astrologicamente la Papessa corrisponde alla Luna. 
La sua costellazione è Cassiopea, la regina di Etiopia. Contrariamente al Bagatto, in perenne movimento, la Papessa è seduta, immobile, calma, silenziosa, impenetrabile. 
E' la sacerdotessa del mistero, Iside, la dea della notte profonda, che lo spirito umano non potrebbe penetrare senza il suo aiuto. 
Con la mano destra tiene socchiuso il Libro dei Segreti, che nessuno potrebbe mai scoprire se la Papessa non gli affidasse le chiavi che tiene nella mano destra. Di queste due chiavi che aprono l'interno delle cose, una è d'oro ed connessa al Sole; quindi rappresenta il Verbo, la Ragione. 
L'altra chiave è d'argento ed è connessa alla Luna; quindi rappresenta l'immaginazione, la lucidità intuitiva. Ciò significa che bisogna unire la logica all'immaginazione, se si aspira a conoscere ciò che è nascosto. 

 

La divinazione ispirata dalla Papessa si applica al discernimento della realtà che si nasconde dietro al velo delle apparenze sensibili. Per l'intuitivo i fenomeni sono una facciata rivelatrice che, arrestando la vista materiale, provoca la visione dello spirito. 
Abbiamo lasciato alle nostre spalle l'unità del Bagatto ed ora entriamo nel dominio del binario o della distinzione; siamo sul sagrato del Tempio di Salomone, dove si innalzano le due colonne Jakin e Boaz, tra le quali troneggia la Papessa, davanti ad un velo che nasconde l'ingresso del santuario. 
Una delle due colonne è rossa, l'altra azzurra. La prima corrisponde al Fuoco; è l'ardore vitale divorante, l'attività maschile, lo zolfo degli alchimisti; significa solidità. La seconda corrisponde all'Aria, ed è il soffio che alimenta la vita, la sensibilità femminile, il Mercurio dei saggi; significa sicurezza. 

Tutta la creazione proviene da questo dualismo; padre e madre, creatore e creazione, Dio e natura, Iside ed Osiride. 
La facciata del tempio è tenuta nascosta da un velo: la cortina che bisogna sollevare per poter entrare nel sacro recinto, lo schermo sul quale si proiettano le immagini viventi del pensiero. Queste immagini affascinano il visionario, che ama leggere nella luce astrale, seguendo l'esempio delle pitonesse. Ma questa luce è ingannevole, è paragonabile alla nebbia fosforescente che illuminerebbe l'immaginazione dei soggetti lucidi; porta però solo a vedere l'immagine esterna degli oggetti, senza penetrarne il profondo significato. 
Il vero iniziato non si ferma davanti a questo; per lui sono distrazioni che non lo interessano affatto ed egli vuole andare oltre le apparenze esteriori. Quindi, se egli se ne dimostrerà degno, la Papessa solleverà per lui il secondo velo ed egli potrà leggere nel suo viso e nel suo sguardo. Il vero iniziato non sarà schiavo dei miraggi, poiché possiederà il segreto delle cose, dato che egli si sarà esercitato ad immaginare nel modo giusto. Infatti l'insegnamento della Papessa si basa sull'immaginazione, come mostra la falce di luna che sovrasta la sua tiara. 

La Papessa è vestita di azzurro, il colore della spiritualità pura, e lei, infatti, la trasmette all'iniziato facendogli comprendere quanto questa dote sia importante per la sua crescita spirituale. E' avvolta in un ampio manto di porpora dai grandi bordi d'oro e dalla fodera verde. Quest'ultimo è il colore della vitalità posseduta interiormente dalle idee che traducono per noi le verità trascendenti. 
La Papessa rappresenta il subconscio, l'intuizione, il principio femminile per eccellenza. Lei insegna all'iniziato l'intuizione che gli permette di comprendere le situazioni e le persone in modo istintivo, riuscendo sempre a sapere come comportarsi correttamente. 
Nella Cabala alla Papessa è associata la seconda Sephira, la Saggezza. Essa corrisponde al pensiero creatore emanazione immediata del Padre, il suo primogenito, il Figlio, il Verbo, il Logos o la Suprema ragione. 

Dal punto di vista divinatorio questa Lama rappresenta il Giudizio, la volontà che ritiene o governa la vita donata. Essa è la coscienza, il dovere, la legge morale, la scienza religiosa, la metafisica, la Cabala, l'insegnamento. E' il sapere contrapposto al dovere, l'autorità, la certezza, la sicurezza, l'assenza di dubbio, l'influenza suggestiva esercitata sul sentimento e sul pensiero altrui. Significa affabilità, benevolenza, bontà e generosità. Al positivo questa carta rappresenta un direttore spirituale, il medico dell'anima, i consigli morali,  la funzione che conferisce prestigio. Al negativo significa immoralità.

 
 
 

IL BAGATTO o IL MAGO

Post n°7 pubblicato il 20 Novembre 2007 da KetherShemTov

IL BAGATTO o MAGO 

Astrologicamente il Bagatto corrisponde al segno del TORO, la sua costellazione è ORIONE. Simbolicamente il numero che lo rappresenta è il numero UNO, l'unità, l'inizio, il principio di tutte le cose. Egli è il prestigiatore per eccellenza, il Mago, il grande Ispiratore di tutti gli inizi di attività. In quanto mago, il Bagatto gioca con la bacchetta, cattura l'attenzione degli spettatori, li stordisce quasi con i suoi giochi incessanti e con l'espressione mobilissima del suo viso. 
I suoi occhi brillano di intelligenza, hanno uno sguardo penetrante e magnetico. Da essi emana una luce radiosa splendente: la luce della vera intuizione. Egli, infatti intuisce, conosce, sa. 
Conosce il proprio futuro, vuole attuarlo, intuisce le difficoltà che incontrerà sul suo cammino, ma non le teme, perché sa come combatterle. Egli è il principio creativo: infatti il Bagatto crea, intuisce; egli desidera conoscere ed è pronto a compiere il primo passo per arrivare alla vera conoscenza. 
Dinnanzi a lui sono presenti quattro simboli: COPPE (il SAPERE), la SPADA(l'OSARE), il BASTONE (il VOLERE), i DENARI (il  TACERE). Questi quattro oggetti rappresentano le virtù che il Bagatto deve conoscere ed interiorizzare. 
Il giovane ha un viso serio e riflessivo; è un personaggio molto fine ed intelligente, poco disposto a confidare il proprio pensiero. Infatti la sua virtù migliore è il silenzio. Egli è discreto nella sua esuberanza, anche se è molto giovane. Simbolicamente il Bagatto rappresenta il giovane presente in ognuno di noi; colui che possiede tutte le migliori virtù, in potenza, e che è pronto a realizzarle nella propria vita. 

Egli rappresenta la VOLONTA', il Figlio, la manifestazione in atto dell'idea del padre. E' il giovane Mercurio, la Parola vivente, il Logos. Cabalisticamente è il sentiero che conduce da Kether a Binah. Poiché Kether è la Corona dell' Albero delle Sephiroth, l'inizio di tutte le cose, la Causa prima di tutto, e Binah è la Comprensione intellettuale, il Bagatto è il messaggero degli dei: rappresenta la Parola della creazione. E' la base fluidica di ogni trasmissione di attività e, nella teoria dinamica dell'universo, ne è egli stesso la sostanza. 
Davanti a lui vi è un tulipano in boccio. Questo fiore rappresenta l'iniziazione del giovane; il suo percorso iniziatico è solo agli inizi, è appena cominciato. Come il fiore dovrà crescere, svilupparsi, aprirsi completamente, così la mente del giovane iniziato dovrà aprirsi alla Verità. 
Dal punto di vista della divinazione, il Bagatto è l'inizio di tutte le cose, l'Unità-Principio, la Causa Prima, lo Spirito Puro. E' il soggetto pensante, unico e universale, che si riflette nell'Io di tutte le persone intelligenti. Questa Lama significa, quindi, iniziativa, centro d'azione, spontaneità d'intelligenza, acutezza di pensiero, presenza di spirito, padronanza di sé, autonomia, rifiuto di ogni suggestione estranea. Significa destrezza, abilità, finezza, diplomazia, perseveranza. Al negativo, astuzia, furbizia, assenza di scrupoli, arrivismo. E' uno sfruttatore della credulità umana, intrigante e mentitore, un truffatore ed un ciarlatano. Questa carta significa l'influenza di Mercurio, sia in bene che in male. 

"PER OGNI PASSO CHE COMPI VERSO LA LUCE, ALTRETTANTI SIANO QUELLI CHE FARAI PER MIGLIORARE TE STESSO." 
Queste sono le prime parole che mi nascono nella mente ogni volta che medito con questa Lama: il Bagatto è colui che ha compreso il significato della propria iniziazione che sa amare, e vuole fare agli altri il dono del suo amore. Rappresenta colui che parte, che inizia il cammino: il sentiero luminoso, la Via di Luce è davanti a lui. 
Il suo cuore è libero ed aperto, colmo di un amore che chiede solo di essere donato. Non si pone delle domande su ciò che lo attende: la sua forza interiore è essere pieno di fiducia nei confronti di se stesso e della vita. 
E' consapevole di dover trasformare la pietra grezza in pietra cubica per poter partecipare alla costruzione del Tempio della Saggezza. Si rende conto che molta di quella saggezza gli manca ancora e, per poterla possedere, da Bagatto deve diventare Imperatore e poi Papa. 
In quel momento vede sul sentiero una figura. E' un giovinetto snello e sorridente che gli viene incontro. Ora è davanti a lui e gli parla:
"Io sono la tua guida; ti aiuterò ad iniziare il tuo cammino. Ti indicherò la strada da percorrere e ti darò le armi giuste per proseguire: FORZA e VOLONTA'. Queste sono le prime doti che devi fare tue: la luce non è lontana! Sappi che ad ogni passo che compirai verso la luce, altrettanti dovrai compierne su te stesso per migliorarti".
Il giovane si rende conto che l'iniziazione lo ha cambiato; lo ha precipitato in un abisso di confusione, paura e dolore e gli ha lasciato l'anima a pezzi. Con fatica ha raccolto i brandelli di se stesso; il dolore lo ha reso più forte e resistente, la rabbia ha rafforzato la sua volontà.
 Egli sa di possedere due grandi talenti: VOLONTA' e DESIDERIO.
Dovrà svilupparli per continuare il suo cammino. Egli si è purificato nel dolore, ha imparato a conoscere meglio se stesso e le sue potenzialità. Ora il giovane è un iniziato: morto alla vita precedente, rinato alla vita futura. 
Ha compiuto la sua scelta: non sarà certo l'unica della sua vita, ma solo la prima di tante, e nessuna sarà facile. Ma questa, la prima, è stata la più importante: egli ha deciso tra bene e male, tra vita e morte, tra essere e non essere. E' stato il primo passo per diventare una creatura di luce proiettata nel futuro. 
Il tempo terreno ha perso ogni significato, le porte dell'eternità si sono spalancate davanti a lui e nascono immagini nuove. Spade, denari, coppe e bastoni. Il libro si apre e compare la prima immagine. Un cavaliere gli porge la coppa; il liquido che essa contiene è rosso e sembra vibrare di vita. Egli sa che è la coppa del Graal, la coppa del sacrificio che egli dovrà bere fino in fondo, perché solo attraverso la sofferenza si comprende e si cresce. 
Il giovane sa che può fare di se stesso un essere perfetto se lo desidera: "trasformarsi" deve diventare il suo obbiettivo, "perfezionarsi" far sì che l'uomo superiore che dormi in lui si svegli e diventi cosciente di se stesso. 
Questa trasformazione parte dalle radici della sua anima, la sconvolge, la turba e la rigenera. In questo modo egli saprà governare la sua vita e dominare i suoi pensieri, trasformarli da negativi in positivi. Imparerà la virtù del silenzio per ascoltare in esso le voci che gli parlano. 
Ora è pronto. Nella sua mano è ben saldo il bastone della saggezza, nel suo cuore sente il verde della speranza e l'azzurro della spiritualità: i colori che diventeranno la sua ancora di salvezza.

 
 
 

...Sefirot...

Post n°6 pubblicato il 19 Novembre 2007 da KetherShemTov

Le Sefirot

La trama dello Zohar si concentra fondamentalmente sulle sefirot. Penetrando la superficie letterale della Torah, i commentatori mistici trasformano la narrazione biblica in una biografia di Dio. La Torah nella sua interezza è letta come un nome di Dio che esprime l’essere divino. Anche un versetto apparentemente insignificante può rivelare le dinamiche interne delle sefirot: il modo in cui Dio percepisce, reagisce e agisce, la maniera in cui Lei e Lui si pongono in intima relazione tra loro e con il mondo.
Il capitolo di apertura della Genesi apparentemente descrive la creazione del mondo, ma in realtà allude ad un ancor più primordiale inizio: l’emanazione delle sefirot, la loro derivazione dall’Infinito, o En Sof (letteralmente “senza fine”). In antitesi con il Dio personale delle sefirot, l’En Sof rappresenta l’essenziale trascendenza di Dio. Niente più del suo nome può essere detto. Qui i mistici ebrei adottarono la teologia negativa di Maimonide che aveva insegnato:
La descrizione di Dio per mezzo di negazioni è quella corretta, una descrizione autentica, che non indulge a facili linguaggi… Più aumentano le negazioni che riguardano Dio, più ci si avvicina alla sua comprensione”.
La prima sefirah condivide la natura negativa dell’En Sof ed è talvolta indicata come Ayin, Nulla. Secondo la definizione di un cabalista:
L’Ayin esiste più di tutti gli esseri mondani, ma poiché è semplice, e tutte le cose semplici sono complesse se comparate alla loro semplicità, si chiama Ayin.
In questo stato originale, Dio è un essere indifferenziato, né questo né quello, una non-cosa.
La prima sefirah è più comunemente chiamata Keter, Corona. E’ la corona sul capo di Adam Qadmon, l’Adamo primordiale. Secondo il capitolo di apertura della Genesi, l’essere umano viene creato a immagine di Dio. Le sefirot costituiscono l’archetipo divino di quell’immagine, il modello mitico dell’essere umano, la nostra originaria natura. Le sefirot sono anche descritte come un albero cosmico che cresce verso il basso con le radici poste in alto, in Keter, la radice delle radici.
Dalle profondità del Nulla risplende il punto primordiale di Hokmah, Sapienza, la seconda sefirah. Questo punto si espande in un cerchio, la sefirah di Binah, Intelligenza. Binah è il grembo, la Madre divina. Ricevendo il seme, il punto di Hokmah, essa concepisce le sette sefirot inferiori. Anche l’essere creato trova in lei la sua origine: essa è “la totalità di tutte le individuazioni”.
Queste tre sefirot superiori (Keter, Hokmah e Binah) rappresentano la testa del corpo divino e sono considerate più occulte della discendenza di Binah. Essa dà luce innanzitutto a Hesed (Amore) e Gevurah (Potenza), anche conosciuta come Din (Giudizio). Hesed e Gevurah sono le braccia, rispettivamente destra e sinistra, di Dio, due poli della personalità divina: amore che fluisce liberamente e giudizio rigoroso, clemenza e restrizione. Entrambi sono essenziali per il corretto funzionamento del mondo.
Idealmente il raggiungimento di un equilibrio è simboleggiato dalla sefirah centrale, Tif’eret (Bellezza), anche chiamata Rahamim (Misericordia). Se il giudizio non è ammorbidito dall’amore, esso attacca con violenza e minaccia di distruggere la vita. Qui riposa l’origine del male, chiamato Sitra Ahra, l’Altra Parte. Da una prospettiva più radicale, il male deriva dal pensiero divino che, prima di emanare il bene, elimina gli scarti. Il demoniaco è radicato nel divino.
Tif’eret è il tronco del corpo sefirotico, chiamato anche Cielo, Sole, Re e il Santo, sia egli benedetto, il nome rabbinico di uso corrente per Dio. Esso è figlio di Hokmah e Binah.
Le due successive sefirot sono Netzah (Eternità) e Hod (Fasto) che costituiscono le gambe, rispettivamente destra e sinistra, del corpo e sono la fonte della profezia. Yesod (Fondamento) è la nona sefirah e rappresenta il fallo, la forza generativa dell’universo. E’ anche chiamato Tzaddiq (il Giusto) e a lui, secondo le interpretazioni, si riferisce Proverbi 10, 25 “Il giusto è il fondamento del mondo”. Yesod è l’axis mundi, il pilastro cosmico. Attraverso di lui vengono incanalate, verso l’ultima sefirah, Malkut, luce e forza delle precedenti sefirot.
Malkut (Regno) è anche nota come Shekinah (Presenza). Nella letteratura ebraica più antica, la Shekinah compare frequentemente come l’immanenza di Dio, ma non è ancora apertamente femminile. Nella Cabala, la Shekinah diviene completamente una Lei: figlia di Binah, sposa di Tif’eret, la metà femminile di Dio. La Shekinah è “il segreto del possibile”, essa riceve l’emanazione dall’alto e genera la molteplicità delle forme di vita in basso.
Dall’alto in basso, le sefirot rappresentano il dramma dell’emanazione, il passaggio dall’En Sof alla creazione. Dal basso in alto, le sefirot costituiscono una scala che sale verso l’Uno. Dall’unione di Tif’eret e Shekinah nasce l’anima umana e il viaggio mistico inizia con la presa di coscienza di questo spirituale evento della vita. La Shekinah è l’apertura al divino: “Chi entra, deve farlo attraverso questa porta” (Zohar). Una volta all’interno, le sefirot non sono più un astratto sistema teologico, ma divengono una mappa della coscienza.

 
 
 
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xchè nn parli anche del sentiero. ciao
Inviato da: ali6x3
il 26/02/2010 alle 21:36
 
blog davvero molto interessante,continua così. ciao .savra72
Inviato da: savra72
il 14/12/2007 alle 15:17
 
bellissimo il tuo blog... complimenti! ciao carezze :-)
Inviato da: carezzediparole
il 21/11/2007 alle 20:39
 
saustivo.ciao
Inviato da: ali6x3
il 20/11/2007 alle 12:15
 
FINALMENTE UN BLOG DIVERSO ! E SOPRATTUTTO SENZA...
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il 19/11/2007 alle 19:38
 
 

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