Dov'è l'acqua? Che io veda nel suo specchio l'infanzia
Dov'è lo specchio? che io veda i miei desideri,
persino il bianco non trovai
per poggiare il mio incubo.
Se trovassi una chiave mi porterebbe ad una porta,
Dove? Dove andò tutta la gente con cui parlai ieri?
E dormii per svegliarmi con questo dove?
Se trovassi una candela,
mi porterebbe ad una notte
e se trovassi una tavola, ci metterei
i fiori dei miei occhi.
Non ho faccia, senza altre facce
e non ho nome senza altri nomi,
cerco morti per spartire con loro i vermi
della mia testa, e bambini per queste focacce
che crescono nel mio braccio e la candela,
che esce dal buio del mio occhio
e il pane rimasto nei miei denti da ieri e cerco.
Cerco l'ultimo bicchiere rimasto su questa terra,
l' ultima immagine rimasta nella mente di un morto,
mi indossa,
e l'ultimo poeta con parole appese sulla punta della lingua.
Come verrò chiamato,
in mezzo a queste cose che si rifiutano di darmi i loro nomi,
come cominciare ciò che non incomincia,
dove sono i bambini per dar loro la barba
della mia vecchiaia, che ci si appendano.
Come iniziare questa terra, che non inizia?
Perché questo silenzio che il discorso non interrompe?
Questi rami d'albero
che la complicità di occhi non intreccia,
i fiori non trovano morti, perché?
questo spazio che fugge ogni forma,
e l'occhio che sfugge qualsiasi cosa,
e i poeti perché non scavano
una tomba nel mio corpo.
Non ho tracce che i venti portino altri venti,
né orologio che sgozzi il mio polso,
né tavolo che divori la mia testa
né casa che accolga un'altra casa nel mio corpo. |