Palla a spicchi

Tornando indietro di un annetto circa all'età di 15 anni mentre mi dilettavo nell'allenare i bambini mi dissero che nel nostro allenamento serale sarebbe arrivato un allenatore nazionale per sondare se tra i quindicenni c'era qualche atleta interessante per il settore nazionale giovanile.La mia testa cominciò a frullare immagini e frasi,che sinceramente a distanza di anni ho identificato come "confusione da entusiasmo ". La sera cambiato e pronto ,mi vedo entrare in palestra un signore di mezza età con la tuta della nazionale italiana,che senza tante parole si presentò e iniziò una serie di esercizi che testavano le nostre capacità nei fondamentali individuali.Finito l'allenamento ci saluta e ci ringrazia per la nostra disponibilità.In quel momento resto un po così a bocca aperta per una non risposta,ma poi me ne faccio una ragione. In un futuro non molto lontano il Sig.Mario Blasone sarebbe diventato e come allenatore ,e come modo di essere il mio mentore a distanza.Da li a 10 giorni sarebbe arrivata in società e a casa la convocazione al Decio Scuri cioè la convocazione alla selezione nazionale ,che si sarebbe svolta a Castelfranco Venetoi. Ero al settimo cielo.

Era la mia occasione,passato il momento dello stupore era ora di reagire e dimostrare le qualità di giocatore.A quel tempo i miei genitori avevano problemi e pensieri diversi per potersi dedicare pienamente a me e alla mia passione,sapevano che ero in palestra e quindi non per strada,ma ciò che rappresentava il basket per me, e le qualità di giocatore che avevo, ignoravano il tutto,quindi anche vla convocazione per loro era andare a giocare un po piu' lontano e basta.mio padre non avrebbe sicuramente lasciato il lavoro per accompagnarmi,mia madre spatentata,non rimaneva qualche anima buona in società che mi portasse.Bruno Palazzi (grande appassionato e dirigente capace )mi portò a Castelfranco Veneto,restò con me per il ceck-in poi mi salutò e mi ritrovai da solo a gestirmi il tutto.Mi feci coraggio e la mia avventura cominciò.

Al bancone della reception mi registrarono come cliente con prenotazione e salito al piano cercai il numero in quel lungo corridoio pensando a chi potesse essere in camera con me,era da una settimana che leggevo continuamente quel plico FIP che mi invitava alla selezione,dava tempistiche di colazione, pranzi, cene, allenamenti, riposi, incontri, uscite ecc ecc,e nell'ultima pagina la lista degli atleti partecipanti,atleti provenienti da tutto il Veneto,cio' che mi colpi'inizialmente i club di  provenivano, Petrarca Pd ,Benetton Tv,Vicenza Bg,Reyer,tutte società blasonate a livello nazionale....ma c'ero pure io ,e qualcosa voleva pur dire.Entrai in camera e mi accorsi che era una camera singola ,la prima sensazione fu di dispiacere,ma poi realizzai che ero anche l'unico che non aveva compagni da Rovigo ,e nemmeno accompagnatori.Puntai subito la sveglia per il risveglio del giorno dopo e cominciai ad occupare gli spazi.Per i prossini sette giorni quella sarebbe stata la mia base.

Una voce dal telefono sul comodino mi distoglie dai miei pensieri e mi invita in sala riunioni ,ancora dieci minuti e avrei conosciuto il resto dei partecipanti.

Arrivai fra i primi in sala riunioni,ad accogliermi Mario Blasone Coach che mi seleziono' a Rovigo, mi saluto' come fossi un vecchio amico, mi invito' a sedermi.Comincio' a domandarmi se fosse andato bene il viaggio ,se fosse di mio gradimento l'albergo se mi fossi piazzato in camera,ed io dopo una breve pausa di completo vuoto mentale cominciai a rispondere alle domande.Parlammo talmente a lungo da non accorgerci che la sala si stava riempiendo,conosceva molte cose di me,lo capivo e questo mi faceva piacere perche' per me significava che interessavo come giocatore ,ma soppratutto perche' avevo davanti un uomo che prima del Basket voleva conoscere le persone. La sala era gremita cercai un posto a sedere, non distolsi mai lo sguardo da Blasone nemmeno durante il discorso del delegato FIP del Veneto...Non ero piu' solo avevo anche se in veste ufficiale una persona a cui fare riferimento.Del discorso capii solo impegno,orari e buon lavoro.A riunione finita ci alzammo per andare al buffet di benvenuto,e solo allora mi accorsi delle altezze dei miei compagni di Basket.(allora erano vere le misure riportate nel plico FIP...pensavo fossero alterate)...Tra una coca e un tramezzino non ci volle molto a diventare amici,il contatto era avvenuto nel migliore dei modi.

Il programma settimanale consegnato durante il buffet recitava:

07.00 sveglia

07.30 colazione

08.00 pulmine palestra

08.30/10.30 allenamento

11.30 pranzo

12.30/14.00 riposo

14.30pulmino palestra

15.00/17 allenamento

18.00 cena leggera

19.00 riposo

20.00 pulmino palestra

20.30/22.30 allenamento

Ritorno albergo camera e a letto .

Questo era il programma della settimana. 

In camera dopo aver letto il programma avevo ancora un po di tempo prima di partire per il primo allenamento,mi stesi per rilassarmi un po,ai piedi del letto la divisa piegata era pronta,la borsa aperta a terra,le scarpe a lato.guardavo la divisa ed ero fiero di rappresentare la mia società e la mia città,l'avrei indossata con gioia fierezza e rispetto,mi dissi che avrei dato il massimo per emergere e avrei giocato un basket di qualità senza eccedere in egoismi,...praticamente avrei giocato come sempre.

E' ora tutto dentro in borsa e via al pulmino. Non vedo l'ora...

Gli spogliatoi delle palestre hanno tutti lo stesso odore ,se poi frequentati da quindicenni l'olezzo si intensifica.

Pochi tiri in libertà mentre i coach parlano fuori dal campo,poi al fischio palla in mano e via al centro campo.

Poche parole per spiegare la finalità dell'allenamento e via...chi piu' ne ha piu' ne metta.

A distanza di 32 anni dall'evento e di 32 anni da allenatore le finalità sono rimaste uguali,l'unica cosa che è cambiata è lo spezzettamento dei movimenti singoli.

Ma come base per giocare a basket rimangono i fondamentali,necessari per identificare gli amanti dai giocatori.

Grande intensità nei giochi,tutti volevano farsi notare,io di mio ero molto tranquillo sapevo di poter giocare al meglio senza strafare,Blasone mi seguiva con lo sguardo e scuoteva la testa in segno di consenso.

Al termine delle due ore ero cotto, ma felice,stavo facendo a tempo pieno cio' che per me in quel momento era tutto il mio mondo.

Il pranzo terminò nei piatti di tutti come se non lo avessero mai portato,un vociare da mercato era la colonna sonora,tutti avevamo cose da raccontarci, gli allenatori parlavano fra di loro allungando lo sguardo verso gli atleti .

Al termine ci spostammo nella sala tv,li eravamo in libertà ,alcuni andavano in camera altri guardavano la tv,e qualcuno giocava la classica a carte.

Gli allenatori prendevano appunti e si consultavano sul da farsi nell'allenamento pomeridiano,io discutevo con un ragazzo di Mestre e un'altro di Treviso su chi fosse il giocatore migliore di tutti i tempi,ognuno per le ragioni che dava pensava di aver ragione,per me era Magic Johnson,uno dei pochi giocatori in grado di fare qualsiasi ruolo in maniera esemplare.

Ok tenetevi la vostra ragione c....

Avevo 15 anni e mi trovavo dove i sogni mi avevano portato di solito,solo che ora non stavo sognando ,toccavo tutto ,e tutto aveva una consistenza.

Era ora ,l'allenamento pomeridiano mi aspettava,sceso alla reception ci avviammo al palasport.

Quel pomeriggio nel palasport erano presenti molti allenatori sulle gradinate, venivano a vedere il settore nazionale come lavorava con i giovani , (gli attuali PAO),tra i visitatori vidi una persona che mi allenò per due anni di seguito,( colgo l'occasione per ringraziarlo per il suo apporto tecnico nella mia formazione cestistica,un po meno dal lato umano ) Mario Bergamo ,con la sua testa di capelli grigi e la sua barba argentata mi seguiva con lo sguardo per farmi un cenno con la mano,io appena realizzai corsi da lui per salutarlo ,appena vicino mi salutò,e con il suo fare senza nessun movimento facciale mi disse "datti da fare!!!!",non so se fosse un consiglio ,un augurio ,o un ordine...risposi che avrei dato tutto,e lo risalutai.

Il fishio sanciva l'inizio dell'allenamento ,dal centro campo di schiena alle gradinate riguardai Mario da sopra la spalla,avevo una persona amica presente.

A sedici anni ero allenatore in seconda dell'ABC Associazione Basket Club Rovigo che militava con un gruppo femminile in serie C regionale.

Una sera durante un allenamento di tardo settembre l'allenatore capo mi dice di continuare ad allenare ,lui appoggiando la lattina di birra sulla linea laterale esce dalla porta aperta per il caldo estivo che persisteva ,dicendomi che sarebbe ritornata a breve.

Solo il giorno seguente apprendemmo dalla cronaca locale che era stato arrestato fuori dalla palestra .

Continuai il campionato portandolo a termine con un risultato fantastico...Secondi in classifica.

L'allenatore capo seguì l'ultima partita di campionato dagli spalti,aveva pagato i suoi errori e si era presentato alla società per rientrare.

Il presidente gran signore e aperto di mente rinnovò la sua presenza in panchina .

Non era successo nulla...

Negli anni a seguire la coppia di allenatori dava conferme dentro e fuori dal campo.

Erano tempi diversi persone diverse, sentimenti profondi, il lato umano un valore primario .

Scherzammo del fatto ad ogni occasione,tutto riconduceva al fatto in versione comica,era ok e nulla ci toccava.

Purtroppo sei uscito di scena in modo crudo e inatteso.

Voglio ricordarti con il sorriso e la soddisfazione che avevi dopo una partita vinta,con la lattina di birra sulla linea laterale.

Buon viaggio "Edoardo Riccardo Quaglio" per noi" EDDY".