Palla a spicchi

CHI DIFENDE A ZONA ROVINA ANCHE TE !!! DIGLI DI SMETTERE.  M.D'Antoni

I giorni passavano in una spensieratezza assoluta tanto che tutto sembrava irreale.Tutti pronti a collaborare a mettersi a disposizione per un fine comune.Passavano i giorni e quel rettangolo di asfalto grigio cominciava a prendere le sembianze di un campo vero e proprio.I nostri genitori non ci chiamavano più per sapere dove fossimo,anzi vivevano in tranquillità sapendo dove eravamo e cosa facevamo.La scuola era finita e noi passavamo dalla costruzione di capanne nel prato del seminario,al nuoto nell'adigetto ancora incontaminato e popolato da rane girini e i famosi "carbonazzi",serpenti d'acqua  più brutti che pericolosi.Tra una visita alla compagnia dei "palazzoni", un giro nelle campagne di Suriani a mangiare frutta direttamente dagli alberi,le battute di caccia degli ultimi gatti selvatici ci portava a sera in men che non si dica.Ripensando ora a quanta energia e quanta fantasia nell'inventare situazioni,mi sembra quasi di raccontare delle stronzate.Eppure questo e altro ancora è tutto vero e tutto real/passato più che mai.Il cuore batte solo al ricordo. Come dice un mio amico :Che spettacolo........

Cercare di trasmettere sport senza trasmettere emozioni è come non farlo.

Molte le occasioni di gioco dopo che il campo assunse una forma tale,un immagine che ricordo è di un ragazzo che si passa la palla dietro la schiena durante il terzo tempo,magia per quel tempo,poi negli anni divenne un compagno di scquadra e sopratutto un grande amico.Lino è il primo ricordo del mio primo pre partita.Con il gruppo della commenda si alternarono vittorie e sconfitte,sempre nel pieno rispetto e sano agonismo.I primi amici e futuri compagni di basket li conobbi proprio li.

Erano circa le 16.00 di quel settembre del 76 quando nel parcheggio del campo parcheggiò la sua 500 rossa quella che cambio la vita sportiva di tutti noi.Paola B stava andando nella palestra delle magistrali a tenere una lezione x i futuri allenatori di basket,ci vide e con il suo modo di fare deciso ma coinvolgente ci domandò se volevamo giocere con una vera società,al nostro timido si ci diede appuntamento alla parenzo vecchia per il giorno successivo e se ne andò.Da quel momento la mia testa cominciò a fantasticare, ed è cio che continuo a fare adesso a distanza di 35 anni...

Entrando alla parenzo, dopo una notte passata a controllare le mie emozioni,capii che non ne sarei piu' uscito.Il primo allenamento confermo' cio che vi sto dicendo ero completamente rapito dal basket,e le cose che mi chiedevano di fare mi riuscivamo come se le avessi sempre fatte.Il bello è che nel gruppo avevo reincontrato tutti i ragazzi della commenda con i quali avevo giocato contro piu' volte,ora eravamo tutti appartenenti alla stessa scquadra,e questo mi piaceva.Nel tempo il gruppo cominciava a crescere e in noi cresceva la voglia di competizione.Il calendario prevedeva la prima partita verso la metà di ottobre.Io da quel giorno non ricordo di avere mai saltato un allenamento...

Era impegnativo ma soddisfava l'anima,i risultati facevano da carburante ,arrivavo alla sera come diceva mia madre"stratolto",parola che rende molto lo stato di una persona.Passavano i gioni,le settimane si erano accociate nella mia testa. Andare a letto solo per poter rigiocare il giorno successivo,sogni nei quali schiacciavo a canestro con violenza ,tiri all'ultimo secondo,palle rubate e giochi di abilità erano all'ordine "della notte".Comunque da quel momento era iniziato il periodo della mia vita più intenso di emozioni.

Nel tempo imparavo sia a perdere che a vincere,la mia presenza in palestra costante a tal punto che decisi di investire il mio tempo al servizio del basket.Il primo corso per istruttori iniziò a settembre ed io ero presente.Un mese di lezioni ,quaranta partite arbitrate,esami a mestre e via,ero pronto...si fa per dire.Per allenare ho capito nel tempo che è il meno sapere tante cose,bisogna sopratutto saperle trasmetterle con passione ed entusiasmo. Prima bisogna appassionare al basket chi hai davanti trasmettendo le emozioni che hai provato ,e che si spera continui a provare,poi diventa più facile anche far capire il lato tecnico e le varie regole.     ((Penso che se hai passione puoi allenare e continuare nel tempo,se ti viene amancare è meglio per se stessi e per gli altri saper smettere ))...

Iniziai subito ad occuparmi di piccoli futuri cestisti,l'A.B.C Rovigo mi aveva dato la possibilità di allenare un gruppo di bimbi di M.Basket,con loro cercavo di trovare il mio metodo di allenamento,mi raffinavo in ciò che per me era importante insegnare ,cercavo le parole chiave per entrare in contatto con loro,era divertente e istruttivo anche per me.Le prime partitelle dei miei piccoli mi davano gioia e volontà di continuare,vedevo che passava il messaggio ,forse il mio modo funzionava....Ah nel mentre giocavo,e cominciavo a vedere chi mi allenava in un ottica diversa,avevo rispetto assoluto come sempre,però cercavo di parlare con lui per capire altri aspetti di ciò che si faceva.Era fatta...non ne sarei piu' venuto fuori.

Il tempo scorreva velocemente,e il mio basket insegnato e giocato mi dava una grande gioia.A volte mi mettevo in discussione perchè mi sembrava che le mie convinzioni fossero solo mie e non un pensiero comune.Avevo necessità continua di confrontarmi verbalmente e sul campo con chiunque lo volesse.Il risultato non contava, era importante capire carpire e mettere le mie idee e convinzioni in campo.Quell'anno poi mi riservò una sorpresa che in parte mi mise alle strette,dall'altra mi diede una scossa profonda e mi consacrò per l'opinione pubblica come un buon allenatore.