19-04-2005

Post N° 48

caro diario, mi sembra di aprirti solamente per raccontarti cose tristi, forse perchè nell'ultimo anno non ho avuto cose bele da poter ricordare, e nemmeno il futuro mi sembra tanto più roseo.

Avrai già capito che in tutto questo c'entra sempre Lei, Ilenia, la donna che mi ha cambiato letteralmente la vita, vita che non sarà più la stessa.
Proprio quando stavo pensando di telefonarle per sentirla dopo tanto, mi ha chiamato Lei domenica pomeriggio (telepatia? empatia?). La telefonata, lunga, è stata piacevole e così ieri sera, su sua gentile e timida richiesta e con mia grande felicità, siamo usciti a bere una cosa: mi offriva l'opportunità di risolvere la situazione di stallo tra noi due, voglio dire un'amicizia sincera e senza tristi (per me) implicazioni. Mi chiedeva una prova di rassegnata maturità, per evitare che ogni volta che ci dovessimo incontrare non ci sia sempre, per entrambi, un palpabile imbarazzo ed eventuali conseguenze disastrose per la mia psiche (già abbastanza instabile) ed il mio fegato. 
L'ho rassicurata sul fatto che io le sono amico, ci mancherebbe, mica la odio, anche perchè quello che è successo è solo colpa mia.
Siccome mi ha informato che venerdì scorso non è entrata nel locale in cui mi trovavo perchè ha visto la mia vespa parcheggiata fuori e ha preferito evitare qualsiasi eventuale imbarazzo (anche perchè era con il suo ragazzo), ho insistito perchè in futuro non si formalizzi per questo, e che non è giusto che condizioni le sue scelte e la sua vita per me, che già gliel'ho condizionata abbastanza. Tanto, vederla no mi fa più male di come già io stia.In ogni caso a me fa molto piacere rivederla, come lo è per Lei. Quindi per me non c'è problema: ho promesso che non le avrei più fatto scenate di pianto e disperazione dopo averla vista.
Infatti.....

inizialmente ho resistito bene, nonostante facessi fatica a guardarla tanto è bella: abbiamo parlato un pò delle sue novità e della mia vita sempre uguale e del mio lavoro che, oltre a non gratificarmi come vorrei, ho paura di perdere per motivi troppo complessi.

Le ho chiesto se è felice. Mi ha risposto che è contenta.
Mi ha chiesto se lo sono io: ovviamente no....
E da lì è stato un crescendo: dopo aver parlato brevemente del suo rapporto sentimentale, non volevo troppo sbilanciarmi sulla mia relazione con Chiara, prima glissavo un pò ma poi ho ceduto: sto bene con lei ma non riesco ad innamorarmi, nonostante lei lo sia di me. Ci vuole un pò, dice Lei, ma io rispondo che mi conosco: o capita subito (come mi è sempre successo) o non capita. Non so come comportarmi con Chiara.
Ilenia tenta di farmi coraggio, mi chiede se a Chiara ho raccontato di Lei, certo che l'ho fatto, e Ilenia si incupisce man mano che racconto: del mio senso di disperazione, della mia incapacità di superare il nostro rapporto, di come l'averla (persa per colpa mia) abbia causato un vuoto incolmabile e la consapevolezza del mio fallimento come persona sia in campo affettivo sia nel resto della vita. Trattenevo a stento le lacrime. Anche lei.

Mi diceva di essere forte, di farmi forza come se l'era fatta Lei-che era in una situazione peggiore-che devo farlo per me stesso in primis, e che a Lei dispiace di vedermi così conciato.
ma forse Lei, un anno fa aveva qualche ragione-di qualsiasi tipo, presente o futura- per farsi forza: io invece no, me stesso non è una ragione sufficiente, soprattutto uno come me che tutto quello che ha costruito lo ha sempre demolito senza accorgersene, uno che ha un tesoro tra le mani e lo perde per distrazione, uno che ha delle buone carte in mano e se le gioca malissimo per superficialità ed eccesso di sicurezza.
Quello che mi circonda non mi offre stimoli che giustifichino uno sforzo così grande.

Con questa consapevolezza, certa, su che fondamenta potrei ricostruire qualcosa per me o per/con qualcun'altro?

Non sono una sicurezza per me, come potrei esserlo per altri che mi credono tale e che, dopo aver fatto affidamento su di me (come Lei), vedono smentite e deluse tutte le sloro aspettative?
No, io non voglio che questo succeda di nuovo, non voglio che altri stiano male per me.

Questo in sintesi ciò che ci siamo detti, questo il disastro che sono riuscito a combinare ancora: l'ho fatta di nuovo stare male per me, sono stato male io (ma questa è una mia costante), e corro il rischio di non vederla proprio più, il che mi farebbe impazzire ancora di più.
Ci siamo lasciati mestamente, ed il suo saluto mi è sembrato più un addio....Vorrei sbagliarmi.

Puoi immaginare caro diario come stessi quando sono tornato a casa: la voglia di urlare la mia disperazione era altissima, ma ho frenato, frenato, mandato giù i bocconi amari che la memoria mi offriva: istantanee sgranate e vorticose di Lei a casa, al mare, per strada, dei suoi occhi del suo sorriso del suo viso bellissimo, il suono della sua risata e del suo modo particolare di piangere. poche lacrime sono uscite dai miei ochhi, ma silenziose e cariche di dolore. Il cuore mi batteva a mille e ho fatto molta fatica ad addormentarmi.
Oggi non va molto meglio.

Vorrei farla finita una volta per tutte con tutto. Ieri pensavo a come sarebbe sparire di punto in bianco, e mollare tutto  ringraziando chi se lo merita e mandando a cagare gli altri.
ma ci sarebbero persone che ne soffrirebbero, e io non voglio questo. Oppure sono troppo vigliacco per farlo.
comunque sia, resto qua, nella mia schifosa ed inutile vita di trentaseienne allo sbando, abbarbicato alle ultime vestigia di una gioventù che mi sento dentro ma che forse è fuori tempo massimo, e che però mi aiutano in questo periodo, mi fanno sentire considerato. ma so che anche questo presto finirà, e allora mi rimarrà un'altro bello ma doloroso ricordo.

Quindi che fare? Rimango a galla in questo oceano, stanco di nuotare, fino a che approderò a qualche lido o il gorgo mi risucchierà in profondità.

E no, NON mi è dolce naufragare in questo mare.....