la luce del buio

tentare il cammino


Mi trascino nel viottolo della vita,serpeggio barcollante,gronda la mia fronte, è china la mia testa.Le mosse inconsulte d'un bastone sono queste ferite e riportarle al nascere non feci conto.In silenzio chiassose sonoriesco a fatica ad azzittirle tutte.E' ora che mi rimetta in posizione eretta magari stando su di un sasso per guardare in alto , dove non c'è riflesso delle curve e degli anfratti e degli strabiombi raggelanti.Lì tutto è chiaro, netto, nitido.Ad un promontorio anela la mia muta inquietudine, la cromia dei suoi sgargianti colori, la sua forma invitante richiede con sollecita grazia la mia attenzione, parea di constatare che tutto fosse disposto e disponibile, ho creduto appartenesse a qualche fortunato padrone.Come un ébete strofino le mie mani in quest'illusione, racchiudo il cuore di uno sconcerto amore, rendo palese le ragadi sospese, ho il fiato corto mentre mi aggrappo.La rauca voce  dipinge l'unica sola lacrima che aspetta di essere asciugata da un soleinatteso.Oh !  riuscissi  ad arrivare su quel piccolo promontorio!Si ! Lì ci  abiterei, desinerei, vivrei, così anche se prigioniera di un'infame realtà, io sto già più in alto a guardare oltre le curve, gli anfratti e gli strapiombi raggelanti.