Zagara&Pepe

Una lettera del marsala


Elena alzò il bicchiere guardandolo controluce. E fu allora che il liquido ambrato che era lì contenuto, attraversato dalla luce della lampadina, cominciò a spandere luci e mille colori e toni e sfumature che, a dirlo prima, non si sarebbero neppure immaginati. Eppure erano tutti lì, in quel piccolo calice ed in quel Marsala che da dodici anni attendeva d'essere aperto per svelare in un attimo, a chi ne avesse avuto la pazienza di andarlo ad esplorare, tutti i misteri di quel tempo trascorso ad invecchiare, ad affinare il gusto ed il colore dentro a fresche botti.Erano forse le luci dei tramonti di quei dodici anni che stavano esplodendo in quella stanza? Elena avvicino il bicchiere al naso per sentirne i profumi. Col rispetto e l'attenzione di chi s'attende da quell'attimo risposte infinite, che un istante di disattenzione potrebbe disperdere, indefinitamente, per sempre forse, e far tacere il mistero di quel vino che chiedeva in una forma tanto dirompente d'esser dischiuso d'ogni segreto. Esplorato, forse. Conosciuto. Capito. Amato infine.Abbozzò un sorriso di fronte a quei profumi che le salivano per il naso e che, pensava, il suo sistema nervoso avrebbe dovuto convogliare al cervello. Ma lei sapeva che in quell'attimo, tutti quei profumi le passavano direttamente la cuore. Perché Elena, da donna, col suo cuore ci parlava in ogni attimo della sua esistenza. Per lei il suo cuore era un amico, e di gran compagnia. Elena, come ogni donna, col suo cuore ci parlava. E questo lei lo sapeva, lo sentiva. In questo vi era una grande differenza con Giorgio, il "suo" Giorgio, che da uomo, e come ogni uomo, il cuore lo usava come un organo qualunque: come fosse lo stomaco, da ascoltare solo quando c'è un dolore, o un bruciore, o, al più, quando scoppiano i morsi della fame.Sorrise Elena pensando a quel paragone. Avvicinò il bicchiere alle sue labbra bevendone un piccolo sorso che dapprima sentì colpire le papille sulla punta della lingua, che per questo risultaron trafitte da quell'principiar tagliente dell'alcol, poi, man mano che quel liquido si spandeva per tutto l'incavo della bocca, prese possesso pienamente del suo sapore con quelle laterali ed, infine, con le ultime poste quasi sul terminare, prima dell'esofago. Un calore pieno si fece posto un po' dovunque, sul piano come sul palato. Restò quasi sorpresa. Per un attimo senza fiato. Immobile.Così fu quel primo sorso. Come un'amicizia appena nata, con tutto il piacere della scoperta e l'urgenza della riconferma. Avvicinò nuovamente il bicchiere alle labbra e sentì nuovamente il liquido aromatico avvolgerla completamente. Non fu un sorso ma quasi un bacio o forse di più. Gioì di quell'istante. Come se la felicità sfociasse d'incanto per quell'attimo dove il passato di quei dodici anni, trascorsi, i ricordi, quelli dolci come l'aroma di quel vino, o quelli levigati del passare, appunto, del tempo si fondevano in un sol punto, posto nell'intersezione fra i sensi del gusto, dell'olfatto e del suo cuore.