Zagara&Pepe

Un Lavoro d'Autunno (capitolo VII)


-“So a cosa stai pensando, sai Lumiere? E non mi piace per niente!"- era un tono
fintamente seccato quello che Elena stava usando con il suo gatto che se ne stava accoccolato con l'espressione beata nel suo cestino; -"Non avrai intenzione di tornartene al primo piano da quel...quel...- Elena si sforzava di non ridere fingendo di rimproverare il suo micio, poi, come se avesse ricevuto un suggerimento continuò-"ecco, appunto...quell'architetto? Vedi che ci stavi pensando?"- Lumiere stiracchio le zampe anteriori come per giocare. Infondo stava giocando con la sua padrona, un gioco di specchi, di riflessi, di luci e di proiezioni.-:Adesso siamo diventati di gusti facili, eh Lumiere?- continuava Elena con lo stesso tono di finto rimbrotto-"Ti sono bastate quattro carezze e un paio di occhiate dolci e ti sei fatto un nuovo amico...- poi si avvicinò al gatto, lo sollevò portandogli il muso all'altezza del suo volto e gli disse dolce e ridente, come facesse una confidenza all'amica del cuore:-"hai visto i suoi occhi Lumiere? Eh? Sembravano illuminare tutta la stanza."- Strofinò il suo naso e quello del gatto che, ricambiando quel gesto d'affetto, la leccò leggermente.
Appoggiò a terra il gatto:-"Scommetto che hai voglia di una bella passeggiata, vieni, dai, usciamo"- e dentro di sé, una voce che pure voleva scacciare, che non voleva ascoltare, le disse, forte -"...che magari, passando, lo incontriamo"- Scese le scale di corsa, com'era suo solito fare. Solo quando giunse sul pianerottolo del primo piano rallentò il passo. Guardò la porta di Marco, era chiusa; dal di dentro non proveniva alcun rumore, neppure quello degli oprerai che stavano restaurando l'appartamento. Ebbe un piccolo tuffo al cuore per quella speranza che seppur invisibile e nascosta, andava delusa. In strada pensava a lui:-"Chissà dove sarà, ora.... Forse era con la moglie, tornata da chissà quale parte del mondo, o forse...forse era solo, chissà dove"- quel pensiero le addolcì il cuore. Un rapido accelerare delle palpitazioni, solo per un momento, le fece avvampare le guance. Perché pensava a lui in quel momento? Era sposato, una storia impossibile...una di quelle che lei non avrebbe mai accettato. Eppure i suoi occhi avevano brillato in un modo strano quel giorno che l'aveva conosciuto. Forse si sentiva triste...forse la moglie troppo spesso lontana...Le erano parsi gli occhi d'un uomo ancora con un fondo di bambino. Fors'anche per via di quei capelli che gli si poggiavano sul capo con quell'accenno di boccoli tanto dolce e strano in un adulto... Forse...forse... La sua mente si affollava di domande a cui dava ogni volta una possibile risposta, senza accorgersi che ogni risposta le appariva plausibile solo quando provocava concordanza fra la ragione ed i battiti del suo cuore. Pian piano stava costruendosi un'immagine di "Lui" su misura di ogni sua aspettativa.
Riempiva l'involucro di quegli occhi d'ogni risposta alla sua voglia di compagnia. Era l'eroe romantico e paziente. Dolce seppur dominante. Era l'insieme di risposte chiare a quell'insieme di bisogni indistinti e contrastanti, ch'erano i suoi, di giovane donna, come quelli d'ogni vivente. Il suo amore lo avrebbe voluto pieno di tratti tanto grandi quanto discordanti che ad esser tutti presenti ci sarebbe voluto, se non un esercito o un battaglione, almeno un plotone d'esseri umani. (CONTINUA......)