Zagara&Pepe

Un Lavoro d'Autunno (capitolo IX)


Gran cosa avere un gatto con cui parlare. Se cercate un amico fedele nel senso più stretto
della parola girategli al largo, scegliete un cane. Ma se volete un amico che vi sappia ascoltare con il dovuto distacco e con quello anche consigliare, allora il felino è l'amico ideale. Un cane no, lui vi è troppo affezionato, si farebbe ammazzare per voi e nulla farebbe che potesse contraddirvi a meno che gli abbiate causato un grave dispiacere. Ma se lo farà sarà solo per farvi un dispetto e farvi accorgere che vi siete scordati di lui. Il gatto invece anche nei rapporti più intimi ed esclusivi, conserverà una sua indipendenza, una sua personalità. Saprà farvi capire d'esser presente, che vi vuol bene, con mille attenzioni ma...... ma resterà sempre legato a certe sue abitudini, ad un suo mondo e modo di fare. Così dovrebbe capitare anche fra amici dove un giudizio differente non pregiudica il rapporto. Fra amici ci si dovrebbe dire tutto, non è vero? Anche le cose sgradevoli, anche quello che non si vorrebbe mai sentire. Chi può criticare se non un amico? Una madre non è fatta per vedere i difetti del figlio; fra marito e moglie i difetti dell'uno tendono a diventar gli spigoli tondi pronti ad accogliere le insenature dell'altra. La convivenza infatti aiuta a modellare. Fra fidanzati i difetti non esistono, finché c'è l'amore. Poi, se l'amore finisce, i difetti dell'altro sovrastano ogni cosa e diventano gli aspetti più odiosi del suo carattere fino a quando la tempesta si placa ed il ricordo diventa, con gli anni, una brezza gentile, ed allora, ma solo allora, si riesce a guardare indietro, come in un cielo terso, e leggere le nuvole passate e quindi le colpe, spesso equamente distribuite.
Non è sempre così, sia ben chiaro. A volte le colpe dell'uno sovrastano indefinitamente quelle dell'altro. Si parla per casi, per così dire, generali. Elena parlava spesso con Lumiere, gli confidava ogni emozione, ogni pensiero, anche il più nascosto. Lumiere del resto si comportava bene come amico e non andava mai a confidare ad alcuno i loro discorsi. Era da qualche giorno che le loro conversazioni vertevano su un unico argomento: l'architetto Marco Bolzoni, il loro vicino di casa del primo piano. Dopo il primo incontro nessuno sembrava essere tornato più in quella casa che, chiusa, aspettava di tornare ad essere abitata. Lumiere a dire il vero, cercava in ogni modo di smorzare gli entusiasmi della sua padroncina verso quell'uomo. E' vero che, infondo, era stato lui la causa di quella conoscenza e di tutto quel trambusto che ne stava seguendo, ma, insomma....... Lui s'era accontentato di qualche coccola, di una carezza...... mica s'era deciso a cambiar vita per questo. Purtroppo, come spesso accade, chi chiede consiglio all'amico cerca solo una conferma alle risposte che s'è già dato dentro. Non si aspetta un parere opposto, e per intendere quel che Lumiere le voleva dire, Elena avrebbe dovuto prestare ben più di una semplice attenzione. Capitò così che Elena gli chiedesse, al termine di un lungo monologo -".........non sei d'accordo Lumiere?"- e il gatto rispondesse con uno scuotimento tale della testa, come a dire-:"No, non se ne parla nemmeno!"- cosa che Elena intese invece come uno starnuto e gli dicesse:-"Hai visto che ti sei raffreddato? Sempre in giro per il balcone, anche con questa pioggia!"-  Lumiere, se avesse potuto, avrebbe allargato le zampe, come a dire-:"...io c'ho provato!"- ma
una gatto, allenato dalla natura alle serenate notturne, è un essere romantico e sa bene quanto un cuore innamorato possa chiudere le orecchie. Allargò la bocca ed allungò una zampetta volendo attirare l'attenzione. Elena pensò invece ad un'improvvisa voglia di giocare-:"Ti sembra il momento di giocare questo? Fra poco devo andare al lavoro....o vuoi che faccia tardi così che poi mi licenzino e non ti possa più comperare da mangiare?"- Lumiere la guardò un poco sconsolato. Cos'altro avrebbe potuto fare per farsi intendere?  (CONTINUA..........)