Zagara&Pepe

Un Lavoro d'Autunno (capitolo XI)


-"Buongiorno signore, sono contenta di rivederla"- era proprio la voce di quella ragazza, di
Elena, quella che lo stava accogliendo? Gioacchino che aveva fatto il tratto di strada che lo portava da casa a quella gelateria in centro quasi in trance, ebbe un sussulto. Era pallido, sudava, guardò la ragazza ma non riusciva ad articolare parola. Vedendolo visibilmente agitato Elena soggiunse -"Si sente bene, signore?"- -"....si - alla fine riuscì a rispondere Gioacchino con la voce malferma - ....mi sento bene...grazie - parlava intercalando pause fra ogni parola, come se il respiro gli stesse per mancare. -...sarà un po' di caldo....- cercò di argomentare mentre si sedeva ad un tavolino. -"Vuole ordinare subito o aspetta un poco?"- gli chiese Elena. Gioacchino prese al balzo quell'inaspettata pausa nella quale avrebbe potuto cercare di ricomporsi e subito rispose:-"...aspetto un attimo.....grazie"- Era una bella giornata e, pur essendo mattina appena inoltrata, il sole già faceva la sua parte riscaldando quell'aria d'un caldo che si preannunciava opprimente. La gelateria non era per niente affollata a quell'ora, difficilmente, infatti, la gente vi si recava per fare colazione. Gioacchino si godeva dunque quel posto e, soprattutto, la visione di Elena che, non avendo nulla da fare, se ne stava un po' in disparte ma comunque a lui vicina, in attesa di poter prendere la sua ordinazione.
Passarono quattro o cinque interminabili minuti. Le palpitazioni di Gioacchino sembravano essersi placate un poco, così come la sudorazione. Chiamò la ragazza con un cenno della mano e lei subito si avvicinò. Gioacchino la guardava mentre si avvicinava. Com'era bella con quel suo muoversi leggero eppure deciso. E sempre con quel sorriso sereno scritto sul volto. Appena giunta acconto a lui Elena gli disse con un tono allegro e quasi confidenziale -" ha visto che bella giornata oggi? Farà caldo, certo, però io adoro il sole, mi mette di buon umore......ha deciso cosa posso portarle signore?"- ecco cosa lo colpiva di lei, quel suo modo naturale di dare confidenza alle persone, di non farle sembrare unicamente degli anonimi clienti. -"Vorrei un caffè... - disse - ed una bottiglietta d'acqua.." "Gliela porto naturale o gassata?"- -"come?......naturale....naturale, grazie..."- concluse Gioacchino. Una cameriera qualunque si sarebbe limitata a chiedere l'ordinazione. Elena invece ci metteva del suo, parlava come se lo stesse facendo con un conoscente, un amico. Era quello il suo modo speciale di far sentire a proprio agio le persone. Elena riusciva così subito simpatica.
Era quel tipo do persona che messa in uno scompartimento di treno, sale con altri anonimi sconosciuti e, lungo il viaggio riesce a parlare con tutti così che, quando scende, s'è fatta dei nuovi amici. A lei avrebbero raccontato i loro fatti personali, persino quelli che mai avrebbero confidato ad un amico d'infanzia, ad un parente. Elena aveva il dono di far sentire subito a proprio agio le persone. Una naturale vocazione al dialogo.Quando arrivò l'acqua Gioacchino se ne versò subito un bicchiere colmo e lo bevve d'un fiato. Sentiva un'arsura dentro che lo prendeva. Ne bevve un altro, più lentamente, ma si accorse che l'acqua non placava quella sua sete. Sfinito allora s'apprestò a sorseggiare il suo caffè.  (CONTINUA..........)