zagreus_va

Non voglio una pistola


 Non voglio una pistola, sparerei a un essere, e quello saprei – essere io Mi butto così per le strade con ginocchia da ragazzo sbucciate o schiacciate nel buio, tra poltrone di un cinema senza più schermo e pallottole che fischiano nel vento   Ricordo le tue lettere sotto la pioggia, le mie parole dopo l’illusione; continuavamo a intrecciare incontri e parole, era un plot senza copione, stava in piedi solo per la bravura di noi attori-esseri di strada   Tu: la donna del film dopo, io: di tutto il dopo l’uomo; del mai prima per te, del senza primavera, dell’eterno autunno del nostro scontento incontro, incendiato dai colori del vino nel cielo, nei baci, nel tormento dei sogni, nelle sparatorie della realtà.   Un duello d’inverno, con in canna una notte d’agosto in agguato, sterminata nel tempo tra le stelle, le costellazioni dei ricordi ritagliate sulla pelle sudata come sedizione celeste dei sensi   Ora l’aria è uno schermo sgualcito sulle mura mute, sbrecciate delle strade, sbucciate le ginocchia, le ossa schiacciate nel saloon, cieco rimango dei tuoi occhi   non voglio una pistola, solo a quell’essere-io nel film ormai saprei sparare. (Zagreus_va)