Creato da galatolomariuccia il 02/05/2008 |
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« La Civiltà Etrusca 2° parte | Tondi e quadrati » |
La Civiltà Etrusca 1° partela Ricerca è stata scritta per i ragazzi da me con la collaborazione di Osvaldo Barbetti storico e studioso, presso il Museo Archeologico di Grosseto.
Ci mancano oggi del tutto fonti scritte dirette, cioè opere di storia, letteratura o poesia in cui gli Etruschi facciano sentire la loro voce su questo , come su altri argomenti.
Ma che origini avevano gli Etruschi? Le notizie che ci pervengono dalle fonti storiche sono molto discordanti.
Si è pensato(Erodoto) che fosse un popolo venuto dall’Asia minore, dalla Lidia o anche dal mondo Egeo,a seguito di carestie e che gruppi isolati si sarebbero inseriti nelle comunità indigene, (civiltà villanoviana), influenzandola.
(La C.V. che trae il proprio nome dal sito di Villanova (Bologna)dove avvengono i primi ritrovamenti di questa cultura, presenta materiali pertinenti a sepolcreti e tombe a pozzo di persone cremate, con corredi molto semplici (armi utensili vari e numerosi oggetti di ornamento personale e con particolari ossuari biconici;questi vasi, utilizzati per contenere le ceneri dei defunti proprio per peculiarità e per la loro diffusione sono stati individuati come “fossili guida” attraverso i quali si sono potuti riconoscere altri siti interessati da tale cultura).
Inoltre, l’ipotesi che gli Etruschi venissero dal settentrione, ed infine che avessero una origine autoctona (tesi sostenuta dallo storico greco di età augustea, Dioniso di Alicarnasso).
Ma per quale motivo gli Etruschi o Rasenna, come loro stessi si chiamavano,o Tirreni come li chiamavano i Greci, avevano scelto anche la Maremma per stabilirvisi?
L’ariosità e la solarità dell’ambiente; le fresche e pure e pescose acque dei fiumi serpeggianti all’ombra di una fitta e rigogliosa vegetazione; le immense boscaglie gremite dei più svariati animali; il fertile suolo delle valli ; la ricchezza dei minerali; la panoramicità delle colline cui edificare i loro centri abitati; la tenera roccia calcarea: il tufo, grazie alla quale era loro consentito di praticare al meglio il culto dell’oltretomba. Ogni cosa insomma, nella terra che avevano scelto come seconda patria, non solo per condurre una vita serena e stimolante ma anche soprattutto, una concreta possibilità di avanzamento civile e sociale, com’è stato ben dimostrato.
Agli Etruschi si era sempre guardato come un popolo unitario sin dalla loro preistoria. Ma gli Etruschi, come unità ,con propria lingua e proprie usanze e religione risultano esistere solo dall’VIII secolo a.C. . Non esisteva una nazione etrusca nel senso moderno del termine, per intenderci con un potere centrale,bensì ad una confederazione di dodici città -stato che controllavano vasti territori mantenendo sempre un’autonomia politica e anche monetaria, con spesso rapporti conflittuali tra loro e fu una prima causa che le portò al declino .
Il mutamento, la svolta, avvenne tra il IX e l’VIII secolo a.C. , nella terra dei Tuscii (come gli chiamavano i latini) che si chiamerà Etruria e poi Toscana. Gli Etruschi fondarono la loro capitale, Tarquinia, e costruirono cittadelle espandendosi un po’ dovunque (trasformarono un villaggio di capanne nella futura Roma)
Quasi all’improvviso, con l’arrivo degli stranieri(soprattutto greci) che portavano con sé un bagaglio di cognizioni nuove, rivoluzionarie, tutto si trasformò: dov’erano macchie impenetrabili, o paludi come in Maremma, ecco distendersi piantagioni, giardini e perfino le prime industrie del metallo
Lo sfruttamento delle miniere e i commerci con i Galli, Fenici, Cartaginesi , Greci, e altri popoli orientali, furono all’origine della fioritura e lo sviluppo della loro civiltà
Erano un popolo sapiente ed evolutissimo, e fu precursore e maestro dei Romani in tutto, dall’ingegneria all’arte. La civiltà etrusca esplose come civiltà industriale che estraeva e commerciava ferro. Il ferro fu una rivoluzione. L’aratro di ferro o gli attrezzi per lavorare il legno e costruire le navi erano più resistenti ed elastici di quelli di legno, o di bronzo, non si spezzavano e per questo si produceva di più. Le armi di ferro erano migliori, si combatteva meglio.
Gli Etruschi trovarono il ferro in superficie, sulle Colline Metallifere, sui monti della Tolfa, all’Isola d’Elba.
Capirono che per fondere i minerali era necessario coprire il fuoco. Gli Etruschi coprirono il fuoco come in un forno, facendo moltiplicare la temperatura fino a 1300 gradi. Così facendo, i minerali come oro, ferro,rame, si fondevano e si aveva la possibilità di lavorarli e venderli. A seguito della colonizzazione greca sull’isola di Ischia alcuni artigiani greci impiantarono un emporio frequentato anche da genti fenicie, da quel momento si intensificarono gli arrivi di ceramica greca (ceramica dipinta soprattutto con motivi geometrici, volatili, cavalli e figure umane stilizzate) prima sporadici, poi si aprirono empori anche nei principali centri dell’Etruria meridionale. I greci facevano scuola nelle loro botteghe insegnando nuove tecnologie per la lavorazione della ceramica:l’uso del tornio veloce la depurazione delle acque per ottenere ceramiche più raffinate, la decorazione dipinta .
Perfino nell’abbigliamento gli Etruschi furono maestri ai Romani . La famosa toga divenuta l’abito nazionale romano, infatti, prima era stata etrusca. Bravissimi nella lavorazione dell’oro amavano indossare preziosi monili come spille, bracciali, collane, orecchini ecc… Gli Etruschi erano tipi allegri, amavano la buona tavola e bevevano abbondantemente con le donne distese accanto ai propri mariti, sui comodi triclini . La cucina degli Etruschi si basava innanzi tutto sul farro, la cui minestra era assai diffusa in tutte le classi sociali, così come basilare era l'uso dei legumi come lenticchie, ceci, fave. Ma i resti giunti fino a noi ci testimoniano anche il consumo della carne di bovini, ovini, suini e cacciagione, soprattutto di cervi e cinghiali che venivano cucinati alla brace su treppiedi ,spiedi, graticole o in grandi calderoni di bronzo e che erano ovviamente riservati alle classi più abbienti, serviti soprattutto nei banchetti, vere e proprie cerimonie che testimoniavano l'appartenenza sociale. Su queste tavole non mancava neanche il pesce, visti i ritrovamenti di ami e di reti; ma certamente questo alimento era meno diffuso rispetto alla carne perché la disponibilità era decisamente inferiore. I condimenti erano prevalentemente di origine animale, ma a partire dal secolo VII a.C. veniva prodotto anche l'olio d'oliva (la coltivazione dell’olivo si deve ai contatti con il mondo greco)che era usato principalmente nell'industria degli unguenti e dei profumi, ma anche nella preparazione dei cibi. La bevanda di base, l'unica di cui ci sono giunte testimonianze, era il vino, proveniente dalla Grecia nel corso del VIII secolo a.C., ma già dal secolo successivo prodotto in tutta l'Etruria e perfino esportato in varie regioni del Mediterraneo. Un vino che non poteva essere bevuto puro, perché fortissimo; doveva essere mescolato con abbondante acqua usando grandi vasi dalla bocca larga ( crateri) che consentissero di attingerlo agevolmente. Era l'unica bevanda riservata ai simposi e ai banchetti e veniva servito da anfore o brocche in coppe di varia forma da numerosi servi. La donna etrusca, diciamo, è stata la prima femminista. Molto emancipata, nelle immagini dipinte ritrovate appare ingioiellata, truccata e godeva di una libertà del tutto sconosciuta nel mondo greco-romano. Il comportamento della donna etrusca era considerato dai greci molto disdicevole. I bambini etruschi come gli altri bambini dell’epoca , come ci testimoniano Orazio, Marziale, Cicerone, praticavano molti di quei giochi che, a distanza di oltre duemila anni sono pervenuti a noi. Giocavano, spesso insieme agli adulti, a ‘Par imparar’ (Pari o Dispari) , ‘Caput et navis’ (Testa o croce), al tiro al bersaglio, a moscacieca, con i birilli, a nascondino,a cavalluccio, con la corda, con la trottola (turbo) con lo jo-jo ; amavano far trascinare un carretto da un topo, amavano cavalcare una canna, facevano il girotondo, costruivano aquiloni…,si cimentavano nel tiro alla fune, nel gioco della morra (micare digitis), con gli astragali (ossicini di animali)e le bambine giocavano con le bambole in terracotta i più piccoli avevano sonagli a forma di animale (gatto,topolino). I giovani praticavano, inoltre, molti giochi con le noci e se da piccoli giocavano con noci e astragali, da grandi sfidavano la sorte giocando d’azzardo con i dadi e fritilli, i bussolotti in terracotta per mescolare i dadi. Il “colpo di Venere” con quatto 6 era il più invocato. Il “colpo di cane”quello con quattro 1 il più sfortunato. Gli Etruschi suonavano il flauto e danzavano, facevano sport, erano bravi architetti e ingegneri, sapevano commerciare, costruivano città con piani urbanistici razionali, Le loro case erano grandi. Le case romane sono state fatte sul modello di quelle etrusche, avevano un ingresso coperto che portava a un cortile senza tetto a forma di croce,i colori usati per dipingerle erano scuri, rosso, viola, marrone. Usavano il denaro. Possedevano un’imponente flotta, navigavano, sapevano combattere, e sicuramente si dedicavano alla pirateria.
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