Zia Mariù racconta

Ettore Afferralamosca


Ettore Afferralamosca era un cavaliere di ventura,che amava far vedere quanto era bella la sua armatura.E veniva da lontano,là dove le nuvole si toccano con la mano,lì dove i cestini dei fiori son tutti quadrati,là dove i sogni son rosa e celestie corrono liberi in mezzo ai prati.Aveva un elmo, lo scudo , la corazza ,e la spada al fianco,ma tanto era il peso che gli amici gli urlavan dietro:“ehi,non lo vedi che prima di partir sei già stanco!”Ad ogni cantar d'uccello ,ad ogni calar del sole ,con un panno di lana,l'armatura Ettore si spolveravae con  occhi stralunati ,la mirava e gongolava.“Senza polvere,senza righi, senza graffi ,guai a chi si avvicina , AHAHUUUUMMche me lo mangio e poi mi lecco i baffi!Ma un giorno il re lo fece chiamare al suo cospetto.Ettorino pensò subito ad uno scherzo,ad un dispetto.E arrivato a corte ,davanti alle maestà si dovette inginocchiare,ma l' armatura cominciò a cigolare.E a forza di gnéééééé,scricscric,gnùùùùùùùle orecchie di tutti non ne potevan più.Mai grasso alle giunture,sempre e solo spolverature.E così Ettore si ritrovò il vestito cigolantee lo sentiva bene il suo cavallo Ferrante.Ad ogni passo : gnèèèèèè,scriccc e gnùùùùù.Ma un bel giorno,mentre i due se ne andavan a passeggio,con sempre nelle orecchie il rumor di quell' aggeggio,il povero cavallino si guardò un poco intorno...inbasso... in sue con un colpo di groppa ,BURRUDUNNNEttorino...buttò a testa in giù!
Zia Mariù 2019