PEZZI, pezzotti

APPELLO x CAPPELLO con il copia-incolla


Il copia-incolla va di moda, dicono. Mi adeguo e copio-incollo tre poesie di un poeta bravo e sfortunato, Pierluigi Cappello, che ho trovato (insieme ad altre, anche in dialetto friulano) sul sito di Repubblica (http://www.repubblica.it/cronaca/2012/01/03/news/appello_pierluigi_cappello-27523251/?ref=HREC1-12):ElementareE c'è che vorrei il cielo elementareazzurro come i mari degli atlantila tersità di un indice che dicaquesta è la terra, il blu che vedi è mareGericoÈ raro sentire cantare in stradamolto più raro sentire fischiareo fischiettarese qualcuno lo fal'aria sembra fargli spazioti sembra che un refolo muovala flora dei tuoi pensieriti metta dove prima non eri;ma come passa chi fischiala noia stende le vertebre al solee tu rientri dov'eridietro il douglas dei serramentidentro il livoredegli appartamential tango delle dita sul tavolo ti chiedida quali trombe scossescrollate le muraper quali brecce potremo vedere -  fresca  - come un sogno appena sbucciatola terra che calpesteremo, allegri.Parole povereUno, in piedi, conta gli spiccioli sul palmol'altro mette il portafoglio neronella tasca di dietro dei pantaloni da lavoro.Una sarchia la terra magra di un orto in salitala vestaglia a fiori tenuila sottoveste che si vede quando si piega.Uno impugna la motosegae sa di segatura e stelle.Uno rompe l'aria con il suo gridoperché un tronco gli ha schiacciato il braccioha fatto crack come un grosso ramo quando si è spezzatoe io c'ero, ero piccolino.Uno cade dalla bicicletta legatae quando si alza ha la manica della giacca strappatae prova a rincorrerci.Uno manda via i bambini e le cornacchiecon il fucile caricato a sale.Uno pieno di muscoli e macchie sulla canottieraIsolina portami un caffé, dice.Uno bussa la mattina di Natalecon una scatola di scarpe sottobraccioaprite, aprite. È arrivato lo zio, è arrivatozitto zitto dalla Francia, dice, schiamazzando.Una esce di casa coprendosi un occhio con il palmomentre con l'occhio scoperto piange.Una ride e ha una grande finestra sui denti davantianche l'altra ride, ma non ha né finestre né denti davanti.Una scrive su un involto da salumieresono stufa di stare nel mondo di qua, vado in quello di là.Uno prepara un cartelloda mettere sulla sua catasta nel bosconon toccarli fatica a farli, c'è scritto in vernice rossa.Uno prepara una saponetta al tritoloda mettere sotto la catasta e il cartello di primama io non l'ho visto.Una dà un calcio a un gattoe perde la pantofola nel farlo.Una perde la testa quando viene la seradopo una bottiglia di Vov.Una ha la gobba grandee trova sempre le monete per strada.Uno è stato trovatouna notte freddissima d'invernole scarpe nella nevei disegni della neve sul suo petto.Uno dice qui la notte viene con le montagne all'improvvisoma d'inverno è bello quando si confondonol'alto con il basso, il bianco con il blu.Uno con parole propriemette su lì per lì uno sciopero destinato alla disfattavoi dicete sempre di livorarema non dicete mai di venir a tirar pagaingegnere, ha detto. Ed è giàil ricordo di un ricordare.Uno legge Topolinogli piacciono i film di Tarzan e Stanlio e Ollioe si è fatto in casa una canoa troppo grandeche non passa per la porta.Uno l'ho ricordato adesso adessoin questo fioco di luce premuta dal buioma non ricordo che faccia abbia.Uno mi dice a questo punto bisogna metterela parola amenperché questa sarebbe una preghiera, come l'hai fatta tu.E io dico che mi piace la parola amenperché sa di preghiera e di pioggia dentro la terrae di pietà dentro il silenzioma io non la metterei la parola amenperché non ho nessuna pietà di voiperché ho soltanto i miei occhi nei vostrie l'allegria dei vinti e una tristezza grande.I LIBRI DI PIERLUIGI CAPPELLO SONO PUBBLICATI DA CROCETTI EDITORE.COPIATE-INCOLLATE E ADERITE AL GRUPPO FACEBOOK PER LA CONCESSIONE DEL VITALIZIO "ex lege Bacchelli" A PIERLUIGI CAPPELLO:http://www.facebook.com/groups/272311462818577/