merizeta

Messaggio in bottiglia


Mia cara, non ti conosco e non ti conoscerò mai. Il destino ci ha legate nel modo meno gradevole possibile, almeno per quanto mi riguarda. E i casi della vita hanno fatto si che, mentre tu di me non sai nulla (e probabilmente nemmeno ti interessa), io so di te molte più cose di quanto vorresti. Non mi chiedo più il perché. Dovrei rispondermi che esiste sempre una punizione per il dolore che – anche involontariamente – causiamo ad un altro essere umano. Chiamalo karma, oppure più banalmente coincidenza. Sta di fatto che scrivo questo blog da undici anni. Per fortuna negli ultimi cinque anni la mia vita ha preso una piega migliore e finalmente sono riuscita a risorgere dalle mie ceneri e a ricostruirmi una quotidianità con un’altra persona, ad amare qualcun altro. Certo, non sarà mai più come prima. La persona entusiasta che andava a letto ogni sera ringraziando per il giorno appena trascorso, e sperando che anche il prossimo fosse così, non tornerà mai più. Quella persona, che aveva rivoluzionato la sua vita per un uomo, è morta. E’ brutto dirlo, ma l’hai ammazzata tu. Non è colpa tua, intendiamoci. Ognuno di noi vive la propria vita mettendo se stesso al centro, perseguendo i propri scopi, ed usando tutti i mezzi a disposizione. L’ho fatto anch’io, lo farò ancora se necessario. Stai per compiere 50 anni. E’ la fine della giovinezza? Non lo so. Io ne ho compiuto 60 e mi sono appena risposata. Dovrei dire di no. In realtà la fine della giovinezza viene quando smettiamo di fare progetti e di sperare nel futuro, quando smettiamo di dire “un giorno farò…”. E viene quando ti nasce un figlio e ti rendi conto che, come dice una mia amica che ne ha due, non puoi più essere responsabile e preoccuparti solo per te stessa. Di fatto tu ti senti vecchia, brutta, e rimpiangi la giovinezza in cui eri bella e spensierata. Bene, ho una notizia per te: Non puoi permetterti di essere infelice. Non ti è consentito, eccetto per eventi veramente gravi, riguardanti la tua famiglia. Per tutto il resto, le tue opzioni di infelicità sono esaurite. Perché? Perché tu mi hai – involontariamente, chiaro – portato via tutto quel che amavo, tutte le mie possibilità future. Hai avuto quel figlio che io non avrò mai, hai reso padre l’uomo che amavo e con cui avevo progettato di invecchiare. Hai separato per sempre me e le mie speranze da lui. Vivi con lui, dormi con lui, ci fai l’amore. E nei tuoi lamenti lui non ha nessuna parte. Non lo citi mai, come non esistesse. Come tu lo dessi per scontato. Sbagli. Niente è scontato nella vita, quello che oggi è la tua banale normalità domani potrebbe essere solo cenere. Non dimenticarlo mai! Io ho dovuto impararlo dopo sedici anni sebbene il mio subconscio,  che mi ha sempre caricato di sogni premonitori,  lo abbia sempre saputo. Per cui non ti permetto di essere infelice. Vai a casa, abbraccia la tua bimba, prepara una torta per quell’uomo che ti vive accanto dimentico di me e dei nostri ricordi, ricordi che solo a prezzo di un grande dolore sono riuscita a seppellire. E ringrazia ogni giorno nel quale nessuno – evento o essere umano – è venuto a portarti via la tua vita, come tu hai fatto con me. Non preoccuparti per me. Io non sono infelice adesso, anzi potrei dire che sono felice, per quanto il mio mezzo cuore me lo consente. Voglio solo stare seduta in casa mia, oppure nel mio giardino, circondata dai miei gatti, a vedere lentamente passare le stagioni, insieme con la persona che ha scelto di dividere la sua vita con me. Non mi interessa più viaggiare, conoscere altri posti: sto bene a casa mia, tra i miei libri, le piante, la musica, il mare, e gli amici di sempre: vedrò con gioia i loro figli crescere, trovare la loro strada e diventare genitori, e non soffrirò, da tanti anni ho accettato il  limite fisico che mi ha impedito di averne di miei.   Ma non sopporto di pensare che quell’uomo che ti dorme accanto vive con qualcuno che si permette di essere infelice per un motivo banale come il tempo che passa.