merizeta

A MATITA


L'altra notte non riuscivo a dormire, mi si attorcigliavano addosso i pensieri come fili interminabili, e non riuscivo a capire da dove iniziassero e, cosa ancora più importante, dove finissero. Ad un certo punto, chissà perchè, ho iniziato un percorso nella mente, che partiva dalle cose che si perdono con il tempo.La fiction su Bassano del Grappa mi ha fatto l'effetto di un film girato in un cimitero, su una tomba. (La mia, nella fattispecie) Mentre lo guardavo sentivo solo un vago disagio, come quando stai seguendo un film che sai già finirà male e ti prepari all'inevitabile. Son diventata ipersensibile e mi da fastidio persino una palese finzione, mi dicevo. (Come si cambia, come si invecchia) Vabbè. Andando avanti, mentre mi sentivo sempre più estranea al posto, al panorama, non diciamo alla lingua che non c'era proprio, mi è venuta una immagine. Era l'immagine delle tue parole, scritte sul mio diario del 1990.Sono scritte a matita, nell'intenzione di non modificare una cosa altrui. Un intervento "in punta di piedi" lo definisti. Ma invece, con il tempo, le cose sono cambiate e adesso il motivo per cui hai scritto a matita mi è chiaro. Perchè sapevi che quel che stavi scrivendo sarebbe svanito, dalla pagina e dalle nostre due vite.Cara Melisa, che non sai nemmeno che scrivo ogni tanto qui (ma per fortuna sempre meno), io e te siamo d'accordo.La morte conserva i ricordi e puoi sempre rifugiartici. L'abbandono li distrugge, ma non con una fiammata. Diventano cadaveri e vanno in putrefazione, avvelenando il passato ed il presente.Meglio, mille volte meglio, dimenticare.