merizeta

Elegia


Ho imparato con fatica a vivere alla giornata. Poi alla mezza giornata. Lo squillo del telefono mi chiude la gola. E nello stesso tempo il mio mondo, il mio piccolo mondo personale, fatto di amici, ma anche di vicini, di conoscenti, di figure abituali sullo sfondo, mi riempie di una terribile tenerezza. Mi viene voglia di abbracciare il giornalaio che ritrovo ogni giorno, sorrido al barista, chiacchiero con la commessa del supermercato.Sorrido disperatamente a gente che ha il volto grigio, la faccia segnata, gente che dimagrisce a vista d'occhio, invecchia improvvisamente. Soffro per loro, sono parte della mia vita oramai. Anche gli sconosciuti. Non tento più di parlare, tanto adesso che la verità sbuca fuori da ogni angolo, in mille rivoli che nessuno riesce più a fermare, vedo nei loro occhi il disperato bisogno di normalità. Ho paura, paura, paura. Per loro, e per me che temo di dover vivere in un mondo nel quale loro non ci sono più.Improvvisamente hanno assunto un'importanza che non hanno mai avuto, che non gli ho mai dato. Vorrei dir loro di fare della loro vita un giardino. Quando verrà l'inverno i ricordi della bellezza terranno loro compagnia.