merizeta

circondata


Mentre l'estate faticosamente arriva, la diciannovesima estate di questo blog, l'anno prossimo saranno vent'anni che scrivo, ci sono momenti in cui mi sento immersa in una melma dalla quale non riesco ad uscire. Sono stanchissima, cammino davvero faticosamente. Niente di quello che faccio sembra avere un effetto positivo sul mio umore. Dopo la morte di Babi trovarsi con gli amici era già difficile, il Covid gli ha dato il colpo di grazia. Mentre la testa corre dietro alle montagne svizzere, pur sapendo che non serve a nulla perchè non potrei muovermi in nessun caso e forse nemmeno li starei bene, il resto dei pensieri è trasportato dal lavoro. Per essere una che è stata tacciata di pelandronismo, sono anni che non faccio che lavorare. Ma a che mi serve? non posso scappare, la notte mi sveglio e non riesco più a dormire. Vivo nella paura. Paura di tutto ciò che non posso prevedere, un'altra finta pandemia, il cambiamento climatico fasullo, e di nuovo sarei emarginata da questa gente che non vede al di là del proprio naso. Cosa vivo a fare? a volte mi dico che tanto bisogna morire, e che alla fine se dopo la morte ci sarà qualcosa, allora li in qualche modo questo tormento finirà. Subito dopo aver pensato questo, mi sento ingrata e mi vergogno. E poi tutto daccapo.