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Un blog creato da merizeta21 il 27/05/2004

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parla il mio cuore... racconti dalla mia quarta vita -

 
 

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E adesso?

Post n°1062 pubblicato il 06 Settembre 2021 da merizeta21

E adesso che lo so, cosa provo? quasi nulla. La mia vita va avanti, su binari prescritti che mi sono scelta e che seguo senza discussioni e senza rimpianti. O forse no, qualche rimpianto ce l'ho, non avere viaggiato di più, non potermi prendere due giorni per scappare via nelle stagioni migliori. Ma è questo che volevo, avere una famiglia, dei parenti, degli amici. Volevo una vita che non fosse in solitudine. E ce l'ho, forse arriverò anche ad essere nonna. 

C'era davvero una parte di me che stava seduta sulla riva del fiume ad aspettare di veder passare un cadavere, il tuo, Alessandra? scrivo il tuo nome, tanto ci sono migliaia di persone che si chiamano così. Non lo so. Forse quella notte in cui mi facesti rispondere che "son cose che succedono a tutti" la mia strega dormiente ti ha mandato qualche accidente involontario. Di fatto ora tocca a te dimagrire e forse non dormire. Ma non mi rallegra.

Tu hai tua figlia, io avevo Gaspare e gli amici, grazie a loro ( e a Mauro, ovviamente) ne sono uscita. Forse per te sarà più facile, sei ancora giovane e sei sempre stata molto bella.Te lo auguro, senza retropensieri.

Vorrei poterti parlare, perchè abbiamo condiviso entrambe la stessa esperienza, ma so che non succederà mai. E vabbè.

La cosa confortante è che per qualche ora non ho pensato a Fabrizio, ed è stato un sollievo.  Avrò qualche risposta in futuro? forse. Forse mi sentirò meno indegna. Forse scoprirò che lui ha sempre rimpianto non me, ma la vita che avevamo. E questo l'ho scritto spesso. E nel rimpiangerla, involontariamente ha rimpianto anche me che gliel'avevo resa più facile, solo per amore. L' ho amato male, ho fatto mille errori. Sono cose che capitano. Ma ho fatto del mio meglio e questa è la sola cosa che ora conta. Buona fortuna.

 

 
 
 

CONTA

Post n°1061 pubblicato il 09 Febbraio 2021 da merizeta21

In verità una minima speranza l'avevo, scrivendoti, che la mia mail avrebbe resuscitato per un attimo la persona che credevo tu fossi. Ma sono passati otto giorni e non è successo nulla. Non hai risposto e non hai chiamato B. Allora mi sono seduta in silenzio in cucina e ho provato a pensare con la tua testa, come quella volta in giardino. Non avevo grandi speranze di riuscire ad evocarti, perchè sono passati 17 anni. Allora eri appena andato via, e il legame mentale fra noi era ancora molto forte. Adesso....

Invece ad un certo punto ho capito che il contatto c'era. Ho sentito chiaramente la tua voce chiedermi "ma secondo te, dopo 12 anni, cosa avrei dovuto fare? chiamare e dire ciao, mi hanno detto che sei stato male...adesso come stai?   Ti sembra che una persona come me possa arrivare a farlo? non ricordi che eri tu a decifrare i miei sentimenti, a raccontarmeli in modo che potessi accettarli? ti ricordi che per me queste persone non contavano niente, in realtà? contava solo la mia immagine dentro i loro occhi"

Si, mi ricordo. Mi ricordo di tutto. Ma lo stesso sono felice di essere riuscita a fare in modo che tu lo sapessi. Forse ti sarà servito e forse no, chissà. Ma non mi riguarda. Non è la mia immagine dentro i tuoi occhi che conta. Conta che ho imparato il valore di costruire ricordi, conta che so cosa possono valere, alla fine della vita, i bei ricordi. Conta che mi fa orrore la vita senza B. che era un tuo amico ed ora è il mio, lui, sua moglie e sua figlia. Conta che io sento, sento e non ho paura a farlo. Conta che le mie parole sono la mia cura, e del tuo silenzio egoista non mi importa nulla.

 

 
 
 

mai

Post n°1060 pubblicato il 20 Luglio 2020 da merizeta21

Ci sono cose che si nascondono dentro di noi, sono spesso introvabili. Non ce ne accorgiamo se non quando accade qualcosa che le risveglia. Ecco, anche a me capita. Basta un dolore notturno, un crampo, troppo caldo, troppo freddo, un disagio. Ed eccole li, vivaci e vitali come se fossero sempre state sveglie. Mi stupisco sempre di quanto possa essere inventiva la mia coscienza dormiente, costruisce racconti incredibili, pieni di spine e coltelli ogni volta sempre nuovi.

Meno male che la luce del giorno soffia via i sogni, li fa diventare polvere. Ma a me restano ancora per ore sullo stomaco.

 
 
 

TU MI FAI PENA!!

Post n°1059 pubblicato il 07 Ottobre 2019 da merizeta21

Eppure, dopo ben 16 anni, riesci ancora a reagire nei miei confronti, riesci ancora ad inquietarmi, riesci a farmi sentire sciocca. Non hai mai avuto senso dell'umorismo, quello che lega Mauro e me. Deve essere tutto sotto controllo.

Hai capito che era diretta a te la vignetta, vero? perchè ancora aspetti un cenno da parte mia, per poterlo rinnegare.

Ah, mi è impossibile dimenticare certe parole, mi è impossibile perdonarle, anche se le capisco. "potrei stare con lei qualche notte, e per il resto del tempo starei con te..." eh si, lo hai detto, eravamo in cucina seduti al tavolo e tu mi guardavi, ricordo ancora i tuoi occhi. Come sempre leggevo il tuo pensiero e sentivo la tua paura. Paura del cambiamento, paura della perdita del tuo mondo. No, io non c'ero dentro la tua paura. Non avevi paura di perdere me, già allora. Ero già sparita dal tuo orizzonte, mi chiedo ora se ci fossi stata mai dentro. Lei era una promessa, una promessa allettante, proprio come lo eri tu per me.

Io però non avevo mai pensato di tenere entrambi, tu e quell'altro che mi dormiva accanto quando ci incontrammo. Io volevo solo te. Ma io sono io, e tu mi hai definito forte, e ti sei definito debole. E adesso so che è vero, è proprio così. Sei un poverino, una persona con mille paure e mille incertezze. Sembravi forte solo a me, forte del tuo sapere sempre cosa fare. Ah, come mi sbagliavo...

Ricordo con dolore ogni volta che la mia inadeguatezza fisica mi è sembrata una terribile ingiustizia, ricordo il tempo passato a rendermi più accettabile possibile. Volevi una donna che confermasse il tuo essere uomo, volevi una bella donna accanto a te.

Ora ce l'hai, e se il destino ed il tempo saranno giusti, arriverai a sapere cosa vuol dire privilegiare l'esterno all'interno. E chissà se hai già cominciato a dare la colpa a lei di ogni cosa.

Sorge da dentro di me un grido che vorrei lanciarti addosso, ma sarebbe darti troppa soddisfazione. Mi limito a scriverlo qui, anche se so che mai lo leggerai.

TU MI FAI PENA!!!

 
 
 

NON SO

Post n°1058 pubblicato il 29 Maggio 2019 da merizeta21

B. ti ha mandato un messaggio di condoglianze, e si è lamentato della tua scarna risposta.

Non si rassegna. Gli manchi. O forse è la sua giovinezza a mancargli, di cui tu facevi parte.

Spero sempre che nel tuo cambiamento resti spazio per fargli una telefonata, ma in realtà so bene che non sarà così. Mi sono troppo vicini, loro. E anche gli altri. Te li ho rubati, penserai.
Ma non è vero, li hai allontanati tu, perchè erano un problema, era un problema il mio nome, erano un problema i ricordi. Non so che problema fosse, se non paragonandolo con il mio. Per anni frequentarli è stato come tagliarmi il cuore a pezzi. Ma io ero sola, e la mia era la vita-senza-di-te. Stare con loro era un raddoppiare la tua mancanza.

Non credo che tu provassi questo stesso dolore. Ma già, forse la tua soglia di sofferenza è più bassa.

In verità ti credevo infallibile, incorruttibile, onesto, legalitario e giusto. Tu mi hai provato il contrario. Per consolarmi mi dico che tutti siamo esseri umani imperfetti e che queste qualità erano quelle di cui avevo bisogno, e quindi le ho viste in te anche se non c'erano.
Eppure quel sesto senso che mi parla sempre, e che non so mai se ascoltare, mi racconta un'altra storia.

Dove sta la realtà? Chissà se un giorno riuscirò a scoprirlo.

 
 
 

TEMPO

Post n°1057 pubblicato il 28 Maggio 2019 da merizeta21

Rompo il silenzio sempre più raramente, i ricordi si allontanano e il peso si alleggerisce.

Si alleggerisce sul pensiero, perchè sul cuore oramai è calato un coperchio di cemento. Nessuna emozione intensa si affaccia. Se mi chiedessero oggi cosa vorrei, credo che non saprei rispondere.O forse si: un paio di giorni di pace con l'uomo che vive con me, un pò meno peso addosso, un pò più di certezze economiche. Niente di trascendentale. I desideri di tutti.

La morte di tuo papà non mi ha dato dolore. Del resto avrei sofferto per te, più che per lui, e c'è già qualcuno che si occupa di questo, o almeno lo spero.

Ci sono cose che stanno per sempre nel passato, dietro una porta, dentro una tomba. La porta è chiusa e la tomba è ricoperta di terra. Non ho voglia di aprire nè di scavare. E' finita, quella vita. Peccato che insieme sono finita anch'io, è finita l'idea che avevo di me, è finita la mia serenità e la gratitudine che avevo nei confronti del mio mondo. Quello si, mi manca tanto.

Nel profondo del cuore giace il mio essere indegna, il mio non valere niente, il mio essere incapace di ogni bene. E' un vuoto che non si colma, anzi ogni cosa buona crea una voragine più grande. E' una eco che pervade ogni mio gesto, ogni scelta, ogni soldo speso per cercare di dimenticare. E sempre più compatto mi avvolge un silenzio totale. Non lacrime, non risate, non sentimento. Zero.

Solo la mia capacità di andare oltre mi aiuta. Vado avanti, mi spinge il desiderio sincero di aiutare quest'uomo che mi vuole tanto bene ad essere felice, o almeno a vivere meglio. Gli voglio tanto bene anch'io, forse è l'unica forma di amore di cui sono rimasta capace. E' tanto diverso da quello che provavo in passato, ma anche io non sono più quella di una volta.

 

 
 
 

RICORDI

Post n°1056 pubblicato il 14 Febbraio 2019 da merizeta21

In questo periodo ogni anno mi assalgono visioni di montagne - dovrei dire della montagna, perchè per me la montagna è una sola, il Cervino - e della pista n°5 dalla quale scendevo con uno stile improbabile, sempre indietro rispetto agli altri che correvano avanti. Oppure dietro Rini che scendeva così elegante che mi aspettavo sempre di vederlo spiccare il volo da un minuto all'altro.

Ricordo la luce delle cinque, quando tutti rientravano nel sole calante e dietro la curva il paese era già in ombra mentre le cime erano tutte ancora immerse in una luce rosa. Come dei miei tramonti marini, non ne avevo mai abbastanza.

Il mio cuore era sempre perso nei sogni. Spesso con un nome e un cognome, a volte semplicemente nel tentativo di far passare il tempo il più lento possibile.

Tutto questo che per me era casa, ad un certo punto l'ho sacrificato in nome della mia vita nuova. Ma ogni anno mi manca di più, mi fa soffrire di più. Ogni anno sento che si allontana, insieme ai ricordi. Siamo tutti ancora vivi, siamo tutti vecchi ormai. Non ce la farei più a scendere, nemmeno per la cinque che è praticamente piatta. Non ce la faccio quasi più nemmeno a camminare. E la voce che ripete nelle orecchie "questa non sei tu. Dove sei andata a nasconderti?" Ma se voglio sopravvivere, questa parte non me la posso più permettere. Devo diventare vecchia, così smetterò di soffrire per cose che non si possono più cambiare. Sono lontane oramai. Una volta mi sentivo brutta, adesso sono solo anziana. Le cose sfumano. Prima o poi anche i ricordi lo faranno. Speriamo.

 
 
 

ed infine

Post n°1055 pubblicato il 01 Giugno 2018 da merizeta21

Ci ho messo tanto tempo e forse, anzi sicuramente, ne sarebbe bastato molto meno.

Ma le cose che abbiamo davanti sono difficili da vedere. Preferiamo sempre evitarle. Soprattutto se sono così dolorose.

Tu – come me – sei cresciuto con un’idea di te stesso. Io l’ho distrutta, attraverso tutto quel percorso fatto insieme, che era solo un gioco ma che alla fine ci ha portato dove siamo adesso. Io qui e tu là.

Adesso, con il senno di poi, capisco che è stato un passaggio inevitabile. Eravamo già arrivati ad un capolinea dal quale in qualche modo occorreva ripartire.

Ma nessuno di noi due aveva gli strumenti per farlo, non io certo ma nemmeno tu. I miei fantasmi sempre presenti mi hanno spinto in una direzione, e tu mi hai seguito, e spesso preceduto. Adesso sono sicura che questa parte, la parte in cui hai deciso da solo, l’hai rimossa. La lettera, quell’ultima lettera, diceva

“molto hai fatto tu, qualcosa ho fatto anch’io” e lì è caduto il tuo asino personale.

Da quel momento le cose son precipitate vertiginosamente. E da quello si originano le distanze che hai preso da tutti quanti, amici, parenti e conoscenti.

Io conosco la verità e la posso raccontare. Quelli che frequento ancora possono saperla da me. Quindi via tutti.

E’ una verità banale, quasi infantile: dice che sei come tutti gli altri, che puoi commettere errori di valutazione e farti trasportare da istinti che abbiamo tutti ma che per te sono secondari e vanno tenuti a bada.

Ti do una notizia, ma magari la sai già. Nel tempo, le cose si sfumano, perdono importanza, diventano quel che veramente sono: sciocchezze, stupidaggini. Ne commettiamo di continuo. Un giorno anche per te sarà così, vedrai il passato come un insieme di giornate, alcune buone, altre belle, altre orribili, la maggior parte tranquille. E capirai che ogni cosa è dentro di noi, già scritta.
Io non ho raccontato nulla, non c’era nulla da dire.

Le persone che hai cancellato non sapranno mai perché, io le amate anche al posto tuo, sono stata loro amica anche al posto tuo, ho custodito insieme al nostro anche il tuo passato con loro. Un giorno forse imparerai che ha un valore e andrai a cercarlo, o forse no, forse quel giorno non verrà mai.

La persona che ti ha amato, quella me che conoscevi, è morta. Così come è morto il tu che ho amato io. Siamo sepolti insieme con Gaspare in giardino. Sulla nostra tomba in primavera nascono i fiori. Se arriveremo a diventare vecchi, ognuno nella sua vita di ora, forse faremo anche la pace.

Ma quello che eravamo insieme non tornerà mai più, e nemmeno quello che siamo stati prima di incontrarci. Abbiamo perso anche quello insieme alla nostra storia.

 
 
 

Qualcun altro

Post n°1054 pubblicato il 18 Maggio 2018 da merizeta21

Chissà. Nella vita le cose accadono, non sempre si sa il perchè. Ho imparato da tempo che bisogna non dargli mai troppa importanza. Questa volta però è difficile. E' difficile perchè non riesco a dirmi che non sono affari miei, non riesco a dirmi che non ha effetto sulla mia vita. Sarebbe vero, ma non del tutto.

Tanti anni fa, più di trenta, in un bar a Cervinia, mi capitò di leggere un trafiletto che parlava di un maestro elementare che molestava le bimbe della sua classe. Era un mio compagno di scuola, quello più bello, quello di cui tutte eravamo innamorate. Rimasi male, ma una parte di me si disse che ben gli stava (la Strega, ancora), che non sempre l'esterno e l'interno corrispondono. Le immagini  di quando tutto il gruppo dei miei compagni andava verso la fermata delle corriere, lui in mezzo, abbracciato alla fortunata di turno, ed io dietro, a distanza, con i brutti e gli sfigati, non me le sono ancora dimenticate. Ma non mi danno più nessun dolore. Il tempo si è vendicato al posto mio.

Ma con te non funziona. Mentre la Gio (cui so bene che occorre fare la tara, non è detto che abbia ragione) mi rovesciava addosso tutte le tue malefatte, alcune francamente incomprensibili, mi dicevo che non puoi essere diventato un'altra persona fino a questo punto.  Mi chiedevo cosa potesse esserti successo per farti diventare questa persona che tanti mi descrivono come impenetrabile, distaccato, freddo, cattivo, vendicativo e menefreghista.

Non so cosa pensare. E' perchè sei infelice che ti sei chiuso in una torre? è perchè sei troppo felice che del resto del mondo (inclusi i tuoi) non ti importa più niente al punto di non sentirlo e non vederlo più? 

Il tempo e la Strega stanno per vendicarmi un'altra volta?

Scrivo. Mi aiuta a vedere le cose da fuori. Ascolto "Acquarello" di Toquinho che è stata per un pò la nostra canzone (o forse è stata la mia e basta, a te non importava, sono scemenze) e mi sale in gola una specie di nausea. La parte di me più sana e normale dice basta, basta, basta. La mia vita è altrove, della tua non deve importarmi nulla.

....chi ho amato?

 
 
 

in memoria

Post n°1053 pubblicato il 10 Maggio 2018 da merizeta21

Tanti anni fa, eri ancora abbastanza sano, ti fermasti a chiacchierare con me. Non ricordo bene come accadde, forse ero assieme ad una amica carina. Ricordo che mi sembrò strano, perchè io non esistevo per quelli come te. Quelli come te vedono solo le fighe, le belle ragazze, giovani e carine. Il resto del mondo non aveva importanza. Ricordo che sentivo storie di gente che era venuta alle tue feste e che tu rimorchiavi alla grande. Quando ti sposasti ci sembrò incredibile, poi vedemmo tua moglie che era molto carina anche lei.

Di quel nostro colloquio ricordo solo che mi rivelasti come certe parole che erano diventate di uso comune le avessero create i pubblicitari. Ricordo che sembrava che noi fossimo una manica di imbecilli che si bevevano tutto.

Alla fine mi sembrasti un pò patetico. Non sapevo che il peggio doveva ancora venire.

E venne. E mi sembrasti un angelo caduto, uno che aveva vissuto ed ora era condannato a vedere gli altri vivere. Magari mi sbaglio, ma ho sempre avuto paura dell'effetto che hanno su di noi i nostri pregiudizi. Ho sempre avuto paura che prima o poi ci tocchi di passare dall'altra parte, da quella dove stanno quelli per i quali non abbiamo avuto pietà.

Perdonami per questo ricordo, riposa in pace. Son sicura che ora, di là, hai tutte le risposte.

 

 
 
 

Incontro

Post n°1052 pubblicato il 18 Gennaio 2018 da merizeta21

La parola "incontro" del titolo non è un sostantivo ma un avverbio. Non racconta di una cosa avvenuta ma di una direzione, quella che ho preso da tempo. Andare incontro al futuro, andare incontro ad ogni giorno, andare avanti. Non voltarsi.

Non c'è scampo, quella è la sola via. E me lo conferma il fatto che adesso, dentro, quando mi sveglio ogni mattina,  non sono più la persona che è stata lasciata, ma io, solo io. Con il bene e con il male, con le stupidaggini e il desiderio di giovinezza, con le paure e i limiti che ho imparato ad accettare.

E siccome dopo tanti anni e tanto cammino torniamo sempre da dove siamo partiti, ogni tanto mi viene voglia di abbandonarmi alla cattiveria. Ci rende felice il dolore altrui? no, diminuisce solo la nostra distanza con gli altri. Siamo uguali nell'abbandono, nella sofferenza, nella perdita. Siamo umani.

La sola cosa che ancora mi resta è quel desiderio di armonia che una volta per sbaglio ti uscì di bocca. L'avrai trovata, adesso? una parte di me spera di no. Ma è una speranza intermittente, che mi attraversa il pensiero solo ogni tanto, come un battito d'ali di farfalla.

 

 
 
 

LUCI D'INVERNO

Post n°1051 pubblicato il 27 Novembre 2017 da merizeta21

Non ci sono più confini. I confini siamo noi a crearli, ce li mettiamo intorno come si mette una barriera protettiva, e poi ci dimentichiamo che siamo stati noi stessi a costruirli.

E' più facile avere paura, è più comodo non muoversi. La strada di casa non muta, ogni passo un suono, ogni pietra un ricordo.

Ma andando avanti nel tempo ogni cosa si sfuma. Non sono troppi sessantuno anni per diventare grandi.

 

 
 
 

OBLIO

Post n°1050 pubblicato il 14 Novembre 2017 da merizeta21

E se dentro di te non c'è più felicità, impari ad apprezzare la serenità, l'appoggio, il calore di una mano, una gamba, un corpo nel buio. Impari a ridere delle piccole cose, costruisci abitudini, modi di dire, passato, ricordi. E impari che se non puoi più sanare le tue ferite, puoi sempre aiutare a curare quelle degli altri. Se non ha più valore  la tua vita, ce l'ha per qualcun altro che ha bisogno di te. Se non puoi più cambiare il passato, puoi rendere migliore il presente. Se non per te, per chi ha imparato a volerti bene.

Nient'altro ha più importanza.

 
 
 

A MATITA

Post n°1049 pubblicato il 11 Maggio 2017 da merizeta21

L'altra notte non riuscivo a dormire, mi si attorcigliavano addosso i pensieri come fili interminabili, e non riuscivo a capire da dove iniziassero e, cosa ancora più importante, dove finissero. Ad un certo punto, chissà perchè, ho iniziato un percorso nella mente, che partiva dalle cose che si perdono con il tempo.

La fiction su Bassano del Grappa mi ha fatto l'effetto di un film girato in un cimitero, su una tomba. (La mia, nella fattispecie) Mentre lo guardavo sentivo solo un vago disagio, come quando stai seguendo un film che sai già finirà male e ti prepari all'inevitabile. Son diventata ipersensibile e mi da fastidio persino una palese finzione, mi dicevo. (Come si cambia, come si invecchia) Vabbè. Andando avanti, mentre mi sentivo sempre più estranea al posto, al panorama, non diciamo alla lingua che non c'era proprio, mi è venuta una immagine. Era l'immagine delle tue parole, scritte sul mio diario del 1990.

Sono scritte a matita, nell'intenzione di non modificare una cosa altrui. Un intervento "in punta di piedi" lo definisti. Ma invece, con il tempo, le cose sono cambiate e adesso il motivo per cui hai scritto a matita mi è chiaro. Perchè sapevi che quel che stavi scrivendo sarebbe svanito, dalla pagina e dalle nostre due vite.

Cara Melisa, che non sai nemmeno che scrivo ogni tanto qui (ma per fortuna sempre meno), io e te siamo d'accordo.La morte conserva i ricordi e puoi sempre rifugiartici. L'abbandono li distrugge, ma non con una fiammata. Diventano cadaveri e vanno in putrefazione, avvelenando il passato ed il presente.

Meglio, mille volte meglio, dimenticare.

 
 
 

Dove ci siamo conosciuti

Post n°1048 pubblicato il 17 Gennaio 2017 da merizeta21

Dove ci siamo conosciuti? Mi chiedono

Non in un luogo 

non qui 

ci siamo conosciuti in mezzo al mare del mio dolore

in mezzo alle lacrime ed ai rimpianti

Ci siamo conosciuti per riconoscerci

due barche nella tempesta

ma tu tenevi il tuo timone

Eri abituato e non avevi paura 

io avevo lasciato andare il mio e solo per caso non mi sono schiantata su uno scoglio

Ci siamo conosciuti, persi e poi ritrovati

adesso che ho imparato a navigare da sola

ho potuto scegliere di farlo insieme a te. 

 

 
 
 

Messaggio in bottiglia

Post n°1047 pubblicato il 20 Dicembre 2016 da merizeta21

Mia cara, non ti conosco e non ti conoscerò mai. Il destino ci ha legate nel modo meno gradevole possibile, almeno per quanto mi riguarda. E i casi della vita hanno fatto si che, mentre tu di me non sai nulla (e probabilmente nemmeno ti interessa), io so di te molte più cose di quanto vorresti.

Non mi chiedo più il perché. Dovrei rispondermi che esiste sempre una punizione per il dolore che – anche involontariamente – causiamo ad un altro essere umano. Chiamalo karma, oppure più banalmente coincidenza.

Sta di fatto che scrivo questo blog da undici anni. Per fortuna negli ultimi cinque anni la mia vita ha preso una piega migliore e finalmente sono riuscita a risorgere dalle mie ceneri e a ricostruirmi una quotidianità con un’altra persona, ad amare qualcun altro.

Certo, non sarà mai più come prima. La persona entusiasta che andava a letto ogni sera ringraziando per il giorno appena trascorso, e sperando che anche il prossimo fosse così, non tornerà mai più. Quella persona, che aveva rivoluzionato la sua vita per un uomo, è morta.

E’ brutto dirlo, ma l’hai ammazzata tu. Non è colpa tua, intendiamoci. Ognuno di noi vive la propria vita mettendo se stesso al centro, perseguendo i propri scopi, ed usando tutti i mezzi a disposizione. L’ho fatto anch’io, lo farò ancora se necessario.

Stai per compiere 50 anni. E’ la fine della giovinezza? Non lo so. Io ne ho compiuto 60 e mi sono appena risposata. Dovrei dire di no. In realtà la fine della giovinezza viene quando smettiamo di fare progetti e di sperare nel futuro, quando smettiamo di dire “un giorno farò…”. E viene quando ti nasce un figlio e ti rendi conto che, come dice una mia amica che ne ha due, non puoi più essere responsabile e preoccuparti solo per te stessa.

Di fatto tu ti senti vecchia, brutta, e rimpiangi la giovinezza in cui eri bella e spensierata. Bene, ho una notizia per te: Non puoi permetterti di essere infelice. Non ti è consentito, eccetto per eventi veramente gravi, riguardanti la tua famiglia. Per tutto il resto, le tue opzioni di infelicità sono esaurite.

Perché? Perché tu mi hai – involontariamente, chiaro – portato via tutto quel che amavo, tutte le mie possibilità future. Hai avuto quel figlio che io non avrò mai, hai reso padre l’uomo che amavo e con cui avevo progettato di invecchiare. Hai separato per sempre me e le mie speranze da lui. Vivi con lui, dormi con lui, ci fai l’amore. E nei tuoi lamenti lui non ha nessuna parte. Non lo citi mai, come non esistesse. Come tu lo dessi per scontato.

Sbagli. Niente è scontato nella vita, quello che oggi è la tua banale normalità domani potrebbe essere solo cenere. Non dimenticarlo mai! Io ho dovuto impararlo dopo sedici anni sebbene il mio subconscio,  che mi ha sempre caricato di sogni premonitori,  lo abbia sempre saputo.

Per cui non ti permetto di essere infelice. Vai a casa, abbraccia la tua bimba, prepara una torta per quell’uomo che ti vive accanto dimentico di me e dei nostri ricordi, ricordi che solo a prezzo di un grande dolore sono riuscita a seppellire. E ringrazia ogni giorno nel quale nessuno – evento o essere umano – è venuto a portarti via la tua vita, come tu hai fatto con me.

Non preoccuparti per me. Io non sono infelice adesso, anzi potrei dire che sono felice, per quanto il mio mezzo cuore me lo consente. Voglio solo stare seduta in casa mia, oppure nel mio giardino, circondata dai miei gatti, a vedere lentamente passare le stagioni, insieme con la persona che ha scelto di dividere la sua vita con me.

Non mi interessa più viaggiare, conoscere altri posti: sto bene a casa mia, tra i miei libri, le piante, la musica, il mare, e gli amici di sempre: vedrò con gioia i loro figli crescere, trovare la loro strada e diventare genitori, e non soffrirò, da tanti anni ho accettato il  limite fisico che mi ha impedito di averne di miei.  

Ma non sopporto di pensare che quell’uomo che ti dorme accanto vive con qualcuno che si permette di essere infelice per un motivo banale come il tempo che passa.

 

 

 

 

 
 
 

RANCORE

Post n°1046 pubblicato il 12 Settembre 2016 da merizeta21

Le parole non dette con il tempo ci marciscono dentro e avvelenano ogni ricordo. E' facile gettarsi ogni cosa alle spalle, tanto non sono nostre le domande senza risposta, quelle girano in altre teste, e le notti in bianco non le passiamo a chiederci come, dove, quando, perchè. Abbiamo altri motivi, noi, più sani, più comuni. 

Le parole non dette generano dolori che sedimentano e formano malattie, e maledizioni inconsce, e desideri cattivi.

Per questo, mentre per il novantanove per cento del tempo non ti penso, quell'uno per cento in cui succede, sento francamente di odiarti. Odio l'estraneo che sei diventato, e che ha preso il posto di quello che è sepolto in fondo al mio giardino. E non ho nessuna paura di scriverlo.  

 
 
 

e tu dove sei

Post n°1045 pubblicato il 29 Marzo 2016 da merizeta21

E tu dove sei, mentre lei piange tristezza e nostalgia? dove sei a curare le tue ferite, dove sei ora che hai tagliato tutti i legami? dove sei, dopo tutte le parole sciocche che hai pronunciato, tutti i buoni propositi dissolti?

Oh come mi sono sbagliata, che occhi ciechi ho avuto, che stupida sono stata. Ho scambiato un mucchio di parole vuote con un'immagine che avevo costruito io con i lego del mio cuore.

Oh si, funzionano le maledizioni. Sempre, purtroppo. Anche quando vorresti ritirarle perchè non ti interessa più.

 
 
 

L'arte di perdere

Post n°1044 pubblicato il 29 Marzo 2016 da merizeta21

L’arte di perdere non è difficile da imparare;

così tante cose sembrano pervase dall’intenzione

di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.

 Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento

delle chiavi perdute, dell’ora sprecata.

L’arte di perdere non è difficile da imparare.
Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:

luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare.

 Nessuna di queste cose causerà disastri.
Ho perduto l’orologio di mia madre.

E guarda! L’ultima, o la penultima, delle mie tre amate case.

L’arte di perdere non è difficile da imparare.
Ho perso due città, proprio graziose.

E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente.

Mi mancano, ma non è stato un disastro.
Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato).

Questa è la prova. È evidente,

l’arte di perdere non è difficile da imparare,

benché possa sembrare un vero (scrivilo!) disastro.

(Elizabeth Bishop - L'arte di perdere)

 
 
 

COME PER ME

Post n°1043 pubblicato il 25 Marzo 2016 da merizeta21

"Le persone che ho molto amato, fossero amiche oppure no, non mi hanno mai perso all’improvviso.
È stato sempre un perdermi pian piano, pezzetto per pezzetto.
Non le ho mai cacciate dal mio cuore, mai.
Ho lasciato che se ne andassero in libertà, con gesti consapevoli e mancanze volontarie.
Ho chiesto spiegazioni quando ritenevo necessario e non mi sono risparmiata monologhi noiosi....
Ho sempre voluto la certezza che fosse chiaro il mio dolore.

Sono convinta che, chi sceglie di andarsene da un cuore, debba conoscere con precisione l'importanza della ferita che sta lasciando.
Perché, se quella ferita ha la grandezza di un cratere, bisogna che chi se ne sta andando sappia che quello sarà il cratere nel quale precipiterà, qualora un giorno decidesse di tornare...

‪#‎InPuntaDiCuoreLibro‬

Serena Santorelli

 
 
 
 

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