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Un blog creato da merizeta21 il 27/05/2004

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parla il mio cuore... racconti dalla mia quarta vita -

 
 

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EPPURE

Post n°1042 pubblicato il 25 Marzo 2016 da merizeta21

Non capisco, eppure, ci siamo amati tanto»
«Cos’è che non capisci?»
«Come abbia fatto a trovare la forza di trattarmi tanto male».

Mi fermo. Ripenso alle sue parole, così cariche di dolore, di incredulità. ...
Così piene di qualcosa che non si aspettava.
E resto smarrita.
Stavolta mi sa che non farò la cosa giusta, stavolta mi sa che non sarò d’aiuto a nessuno.
Ma all'improvviso mi viene in mente qualcosa e le chiedo:
«Te la ricordi l’ultima volta che ti ha detto ti voglio bene?»
Tentenna. Non è sicura di ricordarlo.
Poi mi dice:
«Sì, è stato un po' di anni fa, quando abbiamo fatto l’amore l’ultima volta».
Sto per rispondere, ma lei si affretta ad aggiungere:
«Veramente, l’amore l’ho fatto io da sola. Lui ha detto che era stata una bella parentesi».

Non commento, non mi pare il caso.

Le chiedo soltanto:
«E da allora?».
«Da allora niente, è tornato ad essere l’uomo scontroso e indifferente che era sempre stato».

Mi fermo di nuovo.
Devo trovare il modo per non ferirla.
«Perdonami, hai esordito dicendo che vi siete amati tanto e io non ho nessun motivo per metterlo in dubbio. Ma l’ultimo ti voglio bene l’hai sentito diversi anni fa, in un momento particolare dove mi pare di capire che tu sia stata guidata dal cuore e lui no. Dopo quel giorno, è tornato ad essere l’uomo scontroso e indifferente che era sempre stato. E allora scusa se te lo chiedo, ma quando di preciso VI siete amati tanto?».

Adesso si ferma lei. È visibilmente provata.
Credo che stia mettendo insieme pezzi di frasi, di ferite, di gesti tristi che ha subito senza mai reagire.
Ha gli occhi chiusi ma rivolti verso l'alto, come quelli di chi sta cercando un profumo nell'aria.
Come quelli di chi si sta accorgendo che un'emozione avariata, non è affatto un profumo.
Tira un lungo respiro e piange.
La lascio fare, sento che ne ha bisogno, che sta comprendendo e che le va bene così.
Non è infastidita, né arrabbiata.
È semplicemente cambiata.
Si alza, chiede se può abbracciarmi.
«Certo che puoi».
Si avvicina e mi stringe.
Nell’orecchio, con un filo di voce, sussurra:
«L’ho amato solo io».

L’abbraccio più forte.
Adesso è pronta per ricominciare davvero.

‪#‎SerenaSantorelli‬
‪#‎InPuntaDiCuoreLibro‬

 

 

 
 
 

quattro giorni a Natale

Post n°1041 pubblicato il 21 Dicembre 2015 da merizeta21

Dentro di me ci sono un Angelo ed un demone. L'Angelo guarda verso il futuro, e classifica il passato come "ciò che doveva succedere". Il demone non vede il futuro,  è rivolto verso il passato e sforna rimpianti, maledizioni e supposizioni fasulle. E' difficile staccargli la presa, è sempre sveglio, sempre con un occhio ai ricordi, alle risonanze, alle parole non dette, ai silenzi. Non tace mai, lui: un rovello nella testa, un continuo avanti e indietro di pensieri. L'Angelo lo guarda con compatimento, e si allontana. Non combatte. Gli Angeli non sono fatti per la guerra.
Il mio cuore è consumato oramai da questa lotta interiore, per cui ad ogni momento sereno ne seguono sempre tanti pieni di seghe mentali, di rimpianti, di rancore. Niente consuma quanto il rancore. Man mano che l'onda dell'amore (quello-che-credevo-fosse-amore) si allontana, resta una spiaggia arida piena di cocci di vetro, vetro tagliente come una lama: il rancore. Si augura il peggio per ognuno di quelli che mi hanno ferito, pur sapendo benissimo che la soddisfazione che ne deriverebbe non cura il cuore, non gli leva la sete di giustizia. Non c'è giustizia nell'amore. Non c'è diritto, non c'è bilancia. Si sceglie, e si spera che vada bene. Si spera che tutto sia come dev'essere. Si spera, a volte ci si illude. Non ci sono certezze. E non c'è perdono.

 
 
 

oggi

Post n°1040 pubblicato il 26 Giugno 2015 da merizeta21

Stamattina venendo al lavoro ho incontrato una ragazza con il capo coperto dal velo islamico, e per il resto vestita normalmente. E mi è venuto dal cuore un pensiero assolutamente automatico.

“cara, levati quel velo dalla testa: non è il dio che veneri che te lo ha imposto,  così come nessun dio regola le pratiche sessuali ed i gusti delle persone, nessun dio impone di restare insieme a qualcuno che non si ama più, nessun dio vieta di conoscere tutte le regole con cui funziona un corpo, nessun dio chiede la castità obbligatoria, nessun dio chiede l’infibulazione o altre mutilazioni, nessun dio impone di amare o provare attrazione per un corpo del sesso opposto al nostro. Sono tutte interpretazioni date dagli uomini, si UOMINI, perché tutte le religioni, con poche eccezioni, sono governate e rette e decise da persone di sesso maschile. Quel profeta che diceva “tutto è puro per i puri” nessuno lo ha davvero ascoltato, nessuno lo segue davvero. Perché diceva “amatevi l’un l’altro come io vi ho amato” ma non ha specificato il sesso, non ha posto nessuna regola. Tutto quel che c’è in mezzo è inutile.”

 
 
 

domande cosmiche

Post n°1039 pubblicato il 19 Gennaio 2015 da merizeta21

Ci son momenti in cui il pensiero lasciato libero di vagare ritorna indietro nel passato e compone immagini, a volte solo per verificare fino a che punto si sono sfocati i ricordi. Non ho più dolore, solo perplessità. In quei momenti mi torna il desiderio di parlarti, di scriverti, di spezzare il silenzio caduto fra noi. Mi viene voglia di chiederti che fine hanno fatto le tue convinzioni - granitiche - sul rispetto, sul guadagno di soldi, sui rapporti con i genitori, sui rapporti con la chiesa, sull'opportunità di battezzare i bambini e poi lasciarli liberi di scegliere la loro strada. Tutti argomenti sui quali abbiamo litigato ferocemente per anni. Tutti comportamenti che hai stigmatizzato e dei quali hai sempre detto "io non lo farò mai!" con una veemenza che ora ricordo a stento. Tutti comportamenti che nella tua nuova vita sono diventati comuni, accessibili, percorribili: tant'è che hai fatto tutto, o quasi. Dopo le ultime puntate, di cui volentieri avrei fatto a meno, posso dire a ragion veduta che non ti riconosco più. Amavo anche la tua durezza e le tue convinzioni, io che non ne ho mai avute di così ferme e stabili e invidiavo le tue e quelle di Elisabetta, invidiavo la vostra certezza di essere sempre e comunque nel giusto. Mi piacevi anche in quanto Savonarola, scherzando ti chiamavo Gerry ma la tua ...passami la parola, purezza, mi piaceva, come molte altre cose di te. Adesso tutto questo non esiste più, travolto dalla tua nuova vita, nella quale trova ampio riscontro il proverbio, un po' volgare ma autentico, che tira più un pelo di f..a che un carro di buoi. E io mi chiedo chi ho amato, per chi ho sprecato tempo, lacrime e rimpianti, per chi ho sofferto tanto, per chi la mia vita è diventata inutile ed indegna, ancora di più di quello che già non era. Non per questa persona che sei diventato, che io non ho mai conosciuto e che non voglio conoscere. Quando arrivo a questo punto, mi rendo conto che non posso più nemmeno scriverti. Tu - il "tu" che amavo - non esisti più. Sei sepolto in fondo al giardino insieme a Gaspare, e sulla tua tomba ogni anno crescono i fiori.

 
 
 

Epilogo

Post n°1038 pubblicato il 23 Dicembre 2014 da merizeta21

Perché questo è il riassunto di ogni cosa, e mi accompagnerà negli anni, ed accompagnerà anche te, anche se non lo saprai mai.

Tu hai reso la mia vita indegna di essere vissuta. E di questo, per quanto io possa lavorare su me stessa, credo che non potrò perdonarti mai.

 
 
 

E poi

Post n°1037 pubblicato il 31 Maggio 2014 da merizeta21

E poi sono rinata. Non lo so come è successo.
Ho scavato dentro le ferite e, con ogni rigolo di sangue, ho tracciato nuove strade da percorrere.
Ho fatto in modo che le lacrime versate non fossero più inutili.
Ho deciso che stavolta, il d
olore avrebbe avuto un senso nuovo, quello di ricominciare a vivere.
Ti confesso che non credevo di potercela fare.
Tu eri l'amore che sentivo con assoluta certezza.
E non importava se litigavamo spesso e si stava giorni interi senza più parlare.
Ti amavo, questo mi bastava. Almeno, pensavo che bastasse.
Poi, un giorno, il litigio s’è fatto più brutto.
Mi hai urlato addosso le tue insoddisfazioni e io ti ho vomitato le mie.
«Voglio essere il centro della tua esistenza», ti ho detto,
«voglio non vederti mai stanco di appartenermi».
Mi hai guardato, si leggeva chiaro che non sapevi se fosse il caso o meno di rispondere.
Hai detto:
«Io, invece, voglio minore presenza. Desidero un rapporto che non mi riempia troppo le giornate e che mi dia spazio per fare altro».
Sono rimasta in silenzio.
Chiunque, ascoltandoci da fuori, avrebbe detto che avevi tutte le ragioni per desiderare di fare anche altro, oltre ad amare me.
Soltanto, che il tuo “altro”, occupava quasi tutto il giorno.
È stato allora, è stato in quel momento, che ho compreso quanto diversi fossero i nostri modi d’amare.
E ho scelto di rinascere. E ho scelto di far rinascere anche te. Perché nessuno dei due, in fondo, era davvero felice.
Adesso, guardaci, siamo noi stessi, finalmente.
Tu non hai il dovere di dedicarmi tempo, io non ho il dovere di toglierti presenza.
Perché l'amore non può essere un dovere.
Questo, l'ho imparato grazie a te.
L’ho imparato perdendoti.

Serena Santorelli

 
 
 

ANNO NUOVO

Post n°1036 pubblicato il 02 Gennaio 2014 da merizeta21

Dovrei essere molto felice in questo nuovo anno. E invece non riesco ad esserlo del tutto, come veramente vorrei. Non riesco perché l'eco di una sofferenza come la mia mi segue ovunque io vada, e non riesco a liberarmene. E allora, come sempre, provo a scrivere.
" Non posso aiutarti. Sento il tuo dolore ma non riesco a farci nulla, se non a soffrire con te. Lo so che non puoi capire, so che non ti sei accorta di niente. Io forse avevo da smaltire il mio peccato, avevo commesso un errore. Tu ritieni, onestamente, di non avere niente da rimproverarti. E forse è anche peggio. Però rifletti, non ti sei accorta di nulla, proprio di nulla, mentre io mi sono accorta subito che qualcosa non andava, proprio il giorno dopo a quello che ora è diventato il loro primo anniversario. Questa è la sola nostra differenza. Io ho colto un segnale, tu ne avevi sotto gli occhi uno grande e non hai visto, o non hai voluto vedere? fare l'amore ti pesava. Non è già questo un segnale? Nessun desiderio erotico. Nessuna mancanza fisica. Non sono già questi segnali? Non siete, nessuno dei due, esseri luminosi senza peso, angeli. Siete di carne e sangue. Siete persone. Io non gli ho chiesto mai niente, non gli ho chiesto di lasciarti, non gli ho detto "se non chiudi è finita fra noi". Nelle notti in cui dormivamo insieme non ho mai pensato che ti avrebbe lasciato definitivamente. Non l'ho forzato. Io sono l'effetto della vostra causa, non la causa in sé. Ti prego, credimi. Se avessi potuto avrei davvero evitato di dare un dolore ad un'altra persona.
Quando è capitato a me, nemmeno per un istante mi sarebbe venuto in mente di dire che ero una perla rara e che lui mi avrebbe rimpianto. Nemmeno per un attimo avrei pensato di dire che ero la donna della sua vita e che lui stava commettendo un errore. A che sarebbe servito? a nulla. Ma in verità non lo pensavo. Lui mi ha lasciato per una donna molto più giovane e più bella, e definita da lui "pulita, innocente" mentre io ero vecchia e brutta e sporcata da quello che era successo tra noi, che in buona parte era causato anche da lui, ma evidentemente questo non contava.
La verità è che non c'è un modo per lasciarsi che non faccia soffrire, che c'è sempre uno dei due che avrebbe preferito di no, che  vorrebbe tornare indietro, uno che resta solo in una casa dove ogni cosa è un ricordo. Io sono stata sola con un fantasma per anni e anni, me lo sono portato a spasso, all'estero, in spiaggia, al lavoro,  ha dormito con me per centinaia di notti. Quando sto male, ho la febbre oppure ho mangiato pesante ancora me lo sogno. Però almeno adesso, quando ci incontriamo, il mio cuore sobbalza perché mi ci vuole un momento prima di riconoscerlo. Non è più lui, non è più l'uomo che ho amato. Quell'uomo è morto, ed io, la persona che lo amava, sono morta insieme a lui. Se l'uomo che diceva di amarti ti ha delusa, il mio almeno non lo ha fatto. Non ha mentito nemmeno per cinque minuti. Io ho avuto la sua sincerità, e la lama del coltello nel cuore da subito. Nessuna illusione, sapevo che stavamo correndo verso la fine. Ti assicuro che non è meglio di quel che è toccato a te.  Ci abbiamo messo quattro mesi, giorno più giorno meno. Quattro mesi senza mangiare, senza poter dormire veramente, senza riuscire a fare più nulla. E poi, quando se n'è andato, anni di dolore e di rimpianti. Non te li auguro, spero che tu sia indignata, disillusa e amareggiata, spero che questo ti aiuti a passare oltre prima. Spero tu possa rinascere già stasera, domani, prima possibile, che tu possa smettere subito di soffrire. E lo dico davvero con il cuore, anche se so che probabilmente non leggerai mai"

 
 
 

Vincere facile

Post n°1035 pubblicato il 14 Dicembre 2013 da merizeta21

 

L’uomo nella foto è alto e biondo, vestito di bianco, sulla cinquantina ma ancora “ ben portante”. La ragazza è bruna, e la pelle scura risalta sul candore del vestito da sposa tradizionale. Il suo sguardo felice è rivolto davanti a sé, verso qualcosa o qualcuno che non si vede. Lo sguardo dell’uomo invece è rivolto a lei, incantato, come se non potesse credere a ciò che vede.

 

L’uomo nella mail scrive che è infelice, che non ama più sua moglie ma resta con lei per i due figli, per i soldi, perché non sarebbe in grado di vivere da solo e mantenere anche loro. Dice che il suo matrimonio non esiste più, sono due compagni di strada che un giorno, quando i figli se ne saranno andati ognuno verso la propria vita, potranno alla fine lasciarsi senza sentirsi in colpa. Scrive “ti voglio conoscere, sto cercando l’amore, la passione, il sesso, ma sempre nel rispetto delle reciproche storie”.

 

La donna nella foto sorride mentre abbraccia il suo compagno, si mette in posa e studia l’inquadratura per dare l’immagine della coppia felice. L’uomo guarda nell’obiettivo del fotografo sorridendo. Poi si sciolgono ed ognuno  torna ai propri pensieri: lei ai soldi che non le bastano mai per fare tutto quello che  vorrebbe, lui ai soldi che non sa se basteranno per fare tutto quello che vorrebbe e al tempo che non sa come giostrarsi perché ne resti anche per vedere  la sua amante.

La donna al computer guarda la foto e immagina il viso dell’uomo, l’espressione che ha quando fanno l’amore, immagina quando lo faranno di nuovo. E poi si chiede come mai chiamano “amore” questo che invece si dovrebbe chiamare  con qualche altro nome, anche se non sa quale. E come mai a lei non è mai capitato di vincere facile.  

 
 
 

Danni collaterali

Post n°1034 pubblicato il 05 Agosto 2013 da merizeta21

 

Non è che la mia quarta vita sia poi così differente dalle altre tre. Più passa il tempo e più mi pare di ripetermi, senza riuscire a cambiare copione.

Oramai è sicuro che in qualche vita precedente io debba aver fatto qualcosa di particolarmente efferato in campo sentimentale, perché, come suol dirsi, non  ne va dritta una. Non c’è un mezzo che mi riporti su una via conosciuta, ma continuo ossessivamente a girare in tondo, come certi cani quando prendono una botta da una macchina. 

Incontro di continuo altre solitudini, gente con cui percorrere un pezzetto di strada, spesso schiantata sotto pesi terribili che scelgono di portare per qualche mal compreso senso di responsabilità o per espiare qualche colpa che a volte non è nemmeno la loro. 

Mi sento spesso come sdoppiata, come se guardassi la loro vita da fuori E da dentro, e mi succede di capire i loro motivi, non quelli che dicono di avere,ma quelli veri, quelli che stanno dietro alle loro scelte, e che loro non riescono a vedere. La persona che ero “prima” si sarebbe gettata in spiegazioni e avrebbe tentato di mostrar loro la verità. Quella che sono adesso, osserva in silenzio e si allontana. Non posso fare niente, questo finalmente mi è chiaro. Posso solo ascoltarli e aspettare che il tempo passi e gli dia la chiave che stanno cercando, sapendo che quel momento potrebbe anche non venire mai. In tal caso vuol dire che dovranno aspettare ancora per qualche altra vita, come me. Il mio cuore è chiuso, probabilmente per sempre. L’unica persona a cui ho provato a voler bene, non me ne vuole  abbastanza da scegliermi. Il pezzo di strada che stiamo percorrendo insieme è a tempo, e quando avremo raggiunto il limite della mia sopportazione, finirà. Non so fra quanto, cerco di non chiedermelo. Ma scricchiolo sempre di più. Mi sono abituata alla solitudine come ci si abitua a vivere senza una gamba, senza un braccio, senza un occhio: senza qualcosa di indispensabile, ma che non c’è più, per cui bisogna farne a meno.  

E’ un delitto lamentarsi con tutte le belle cose che ho. Un giorno forse mi rimangerò ognuna di queste parole. Ma ho bisogno di scriverle, perché alla fine tutto quello che non scrivo marcisce nel mio cuore e mi fa soffrire.

 

 
 
 

LASCIA PERDERE

Post n°1033 pubblicato il 17 Maggio 2013 da merizeta21

Anni che non scrivo, non ho più aperto nessun altro blog. Continua ad essere questo il solo posto dove mi ritrovo. Ho cercato di riprendere a scrivere a mano e non sono riuscita a sentire, fra le pagine, l'eco del cuore che ascolta. Per cui eccomi qui. Forse cancellerò ogni cosa appena arrivata in fondo a questo post. Chissà.

Il vecchio dolore non c'è più, la cicatrice è ricoperta oramai dalla pelle nuova. Una pelle fragile come quella dei bambini appena nati, che si arrossa facilmente e duole. Mi basta provare a mettermi nei panni di chi sta percorrendo lo stesso sentiero, anche se a farlo è una perfetta sconosciuta. Mi sale dal profondo un desiderio di dirle lascia perdere.

Lascia  perdere i vani e sconnessi tentativi di parlare con la tua presunta rivale, lascia perdere le minacce di suicidio, lascia perdere le maledizioni. Non ti serviranno a niente, solo a far scappare più presto chi adesso dici di amare, e che hai lasciato andare senza pensare che poteva non tornare più. Non ti sto facendo una colpa, lo so che a volte è difficile capire, immersi nella vita quotidiana, che l'altro che sembra essere qui con noi in realtà non c'è più. Lo so che il lavoro, i bambini piccoli, le malattie, le preoccupazioni ci portano lontani. Ma so anche senza timore di dubbio che se di una persona ti importa ti accorgi se è altrove. A me è successo, rapidamente e senza ritorno. Se questa persona fosse un'amica, le direi impara a vivere da subito senza di lui, senza la vostra quotidianità, senza il sempre che credevi fino a ieri. Impara la solitudine, impara la sofferenza ed accettala, se c'è una strada per il ritorno passa attraverso questo, se non c'è, sarai già a buon punto quando sarà chiaro. Non sempre la vita è giusta, non sempre ci perdona gli errori, non sempre ci dà subito ciò che meritiamo. Ma se seguiremo la via più saggia, sarà tutto più facile, meno doloroso, meno pesante. Alla lunga si soffre di meno. Perché una gran parte del dolore è roba già nostra, che ci segue dal passato e si nutre del presente. Questo vecchio dolore non ha un nome, o un volto, che sia diverso dal nostro. Ti abbraccio, sconosciuta. Spero tu possa leggere, anche solo per caso. E il caso, lo so, non esiste...

 
 
 

per il futuro

Post n°1031 pubblicato il 05 Settembre 2011 da merizeta21

Sono stata tutti questi mesi senza scrivere nemmeno una riga. Ma nel mio cuore il dialogo non riusciva a chiudersi. Sono arrivata alla conclusione che ho ancora bisogno di raccontarmi. Ma non lo farò più qui. Aprirò un altro blog, altrove, e sarà rigorosamente anonimo, senza foto e senza profilo.

Il tempo è terminato, molte cose sono cambiate, molte altre no. Dentro di me c'è una consapevolezza nuova, un senso della vita che va oltre il mio piccolo mondo circoscritto.
Certe cose di me non cambieranno mai, ora lo so. E il futuro è un'incognita densa di incertezze e di dolori inevitabili. Ma la strada è questa, l'alternativa è la morte. E a me vivere piace.
Quindi farò così. E se a qualcuno facesse piacere leggermi ancora, lasci pure una traccia qui sopra, nei messaggi o via mail, e quando avrò aperto il nuovo blog gli manderò il link.


 


 
 
 

oltre la porta

Post n°1030 pubblicato il 21 Maggio 2011 da merizeta21

Questo blog ha esaurito la sua funzione. La porta è stata oltrepassata.

Oggi parlavo con un'amica, e le dicevo di volermi fare un piccolo tatuaggio, sul polso o forse sulla caviglia. Lei commenta " i tatuaggi devono sempre avere un motivo, un significato" e io improvvisamente le ho detto, assolutamente senza pensare, "si, è per celebrare un cambiamento. Il mio. Non sono più legata, sono libera adesso"

Non ho pensato alle parole, le ho ascoltate mentre le stavo pronunciando.
Si, il cambiamento c'è stato. E' stato lento, ma è avvenuto. Sono felice, serena, non ho più quasi angoscie. Ho curiosità, si, ed un lato infantile che non sempre riesco a domare. Ma ci abito insieme con gioia, e a volte con dolore e con rimpianto. Ma riguarda soltanto me. Inizia l'estate, e io sono viva. Non ho dolori.
Basta e avanza per essere felici.
E' come se si fosse tagliato un cordone ombelicale, come se si fosse aperta una porta, e io sono passata dall'altra parte. E il mondo, visto dall'altro lato, è diverso ed insieme uguale.
Non sento quasi più il bisogno di scrivere, vivo e basta.
Scrive il mio cuore, su altri cuori.
Grazie. Il resto, se deve venire, verrà.

 

 
 
 

viaggio in Scozia

Post n°1029 pubblicato il 08 Maggio 2011 da merizeta21

Per un motivo o per un altro, erano anni che volevo andare in Scozia.
E' stato un bellissimo viaggio, benedetto da un tempo bello e soleggiato e da una serie di coincidenze positive, come i tasselli di un puzzle che si mettono improvvisamente insieme uno dopo l'altro e compongono una bellissima immagine di serenità e gioia.

Come anche il viaggio in Bretagna, che mi fece da cura per la fine della mia storia con Mauro, anche questa volta sono partita con un dolore, che poi in realtà non è stato nemmeno tale.
Piuttosto che un dolore, la notizia che avrai un bambino è stata una occasione di consapevolezza.
E anche una sorta di giustificazione. Ho sofferto così tanto - e ancora mi accompagna questa sofferenza - ma almeno da questo nascerà qualcosa di buono, vita che si aggiunge alla vita. A qualcosa è servito tutto questo soffrire, ecco, questo pensiero mi è di sollievo e anche di aiuto ad andare verso qualcosa di diverso. E' ora che io giri davvero questa pagina, non ce la faccio più, la vita di tutti quanti prosegue in una direzione o nell'altra, solo la mia resta ferma nel rimpianto e nella mancanza.

Durante questo viaggio ho avuto fortissima la sensazione che è veramente il momento di cambiare.

E' ora che io vada oltre te, oltre al passato, oltre ai ricordi. 

 
 
 

un'altra volta primavera

Post n°1028 pubblicato il 15 Aprile 2011 da merizeta21

Un'altra volta primavera, il giardino fiorisce e l'usignolo è tornato a cantare fuori dalla mia finestra.

Un'altra volta primavera, e la casa ha bisogno urgente di una imbiancatura.Sono passati undici anni dall'ultima volta.

Un'altra volta primavera, ho un anno di più, altre rughe sul viso.

Un'altra volta primavera, e la mia vita scorre. I bambini diventano ragazzi, i ragazzi adulti, gli adulti anziani.

Un'altra volta primavera, ed io sono sola, come otto anni fa.

Un'altra volta primavera, nella quiete del mio presente si accendono piccoli fuochi di gioia. Ma l'amore resta sempre lontano.

Un'altra volta primavera.

 
 
 

GUARDA L'ALBA - Carmen Consoli

Post n°1027 pubblicato il 15 Aprile 2011 da merizeta21

Già natale, il tempo vola, l'incalzare di un treno in corsa, sui vetri e lampadari accesi nelle stanze dei ricordi.
Ho indossato una faccia nuova, su un vestito da cerimonia ed ho sepolto il desiderio intrepido di averti affianco.

Allo specchio c'è un altra donna, nel cui sguardo non v'è paura. Com'è preziosa la tua assenza in questa beata ricorrenza. Ad oriente il giorno scalpita non tarderà..

Guarda l'alba che ci insegna a sorridere, quasi sembra che ci inviti a rinascere.
Tutto inzia, invecchia, cambia forma, l'amore, tutto si trasforma .
L'umore di un sogno col tempo si dimentica..

Già natale il tempo vola, tutti a tavola che si fredda, mio padre con la barba finta ed un cappello rosso in testa ed irrompe impetuosa la vita, nell'urgenza di prospettiva.

Già vedo gli occhi di mio figlio e i suoi giocattoli per casa, ad oriente il giorno scalpita, la notte depone armi e oscurità.

Guarda l'alba che ci insegna a sorridere, quasi sembra che ci inviti a rinascere, tutto inizia, invecchia, cambia forma, l'amore, tutto si trasforma.
Persino il dolore più atroce si addomestica.
Tutto inizia, invecchia, cambia forma, l'amore, tutto si trasforma.
Nel chiudersi un fiore al tramonto si rigenera.

 

 

 
 
 

tu

Post n°1026 pubblicato il 14 Aprile 2011 da merizeta21

“io sarei morta, morta di dolore"

E io infatti sono morta, mia cara. Sono morta e come l'Araba Fenice sono rinata dalle mie ceneri, e sono andata avanti con una parte della mia vita.
Solo con una parte, perché il resto non esiste più.

Ho una pietra al posto del cuore, e un coltello piantato nello stomaco.
Per gran parte del  tempo non me ne accorgo. Ma quando me ne rendo conto - e basta poco, un pensiero, un ricordo, un incontro - il dolore ritorna uguale. Una parte di me vive nell'illusione, alimentata dai discorsi degli amici, e dalle rune, dalle carte, dai sogni, dagli oroscopi, dalle sensazioni. Un'altra vive nell'assenza, nella mancanza, nel rimpianto. Tu mi hai ucciso. Questa è la verità incontrovertibile. La persona che ero non valeva granché. Ma io le volevo bene, era la me che avevo imparato ad amare attraverso i tuoi occhi. Senza il tuo sguardo poteva solo morire, ed infatti è stato così. Insieme a lei sono morte tutte le persone che avrei potuto essere, e che forse ero. Io sono qui, ma non c'è traccia in me di quella donna che ha lasciato casa, lavoro, famiglia, amici, abitudini, per correre incontro alla nostra vita. Non è colpa tua se non posso andare avanti. Non lo hai fatto apposta a farmi soffrire, lo so questo. Ma nemmeno io faccio apposta a conservare questa sofferenza: se potessi estirparla come si fa con una mala pianta, l'avrei già fatto, credimi.

 

 
 
 

non c'è scelta

Post n°1025 pubblicato il 10 Aprile 2011 da merizeta21

Non c’è scelta. La vita spesso non ce la dà. Possiamo fabbricarci illusioni, e viverci dentro come fossero casa, letto, abitudine, tempo.

Ma prima o poi dovremo svegliarci e renderci conto che sono solo illusioni.

Non è detto che ciò che ci accade sia giusto. Ma accade ugualmente, e la sola cosa che puoi fare è ACCETTARLO.

“Concedimi di cambiare ciò che posso cambiare, accettare ciò che non posso cambiare, e dammi l’intelligenza per saperli distinguere.”

 

 
 
 

Primavera quasi estate

Post n°1024 pubblicato il 06 Aprile 2011 da merizeta21

"Certe volte capisco come le persone arrivino a desiderare di morire.
Ci sono giorni come questi, in cui la primavera diventa lentamente estate, nei quali sono al mare, il primo mare della stagione, tranquillo come ora che e' già quasi sera.
E in momenti come questi mi manchi talmente che e' come avere un dolore in mezzo al cuore, un chiodo piantato proprio li. Ti sarebbe piaciuto questo giorno, quest'ora.
Il rumore del mare e la brezza dolce, quasi come d'estate.
Volevo invecchiare con te e invece sarò costretta a farlo da sola e sara' un altro dolore troppo grande. Mi manchi. Mi manchi. Mi manchi."

Si, tu mi manchi sempre, come manca una gamba, una mano, qualcosa senza il quale la vita non sarà mai più come prima. Che ci posso fare? Niente, risponde il mio cuore.

Mi fanno sorridere le persone a cui voglio bene, che si arrabbiano a morte perchè cercano in ogni modo di piegare la vita ai loro desideri. La vita se ne sbatte, e va avanti per conto suo. Possiamo solo seguire il suo flusso, cercando di tenere il timone e di non naufragare ad ogni onda che incontriamo. Lo so che non è facile.
Stasera è dura ingoiare le lacrime. Per non pensarci leggo un libro allegro prima di dormire. Per non pensarci mi concentro sul concerto di domani sera.
Enrico Rava. Ti ricordi, mio fantasma? te l'ho detto, sto diventando te.

 

 
 
 

ma non posso

Post n°1023 pubblicato il 29 Marzo 2011 da merizeta21

Che voglia terribile che ho di cambiare la vita delle persone, soprattutto quando il mio istinto, oppure le circostanze,  che attiro come falene attorno ad una lampada, mi consentirebbero di farlo....che voglia di prendere il telefono, chiamare e dire le parole che mi urgono sulle labbra! A volte mi devo inchiodare alla sedia, devo legarmi le mani. Non posso. Una volta, in una vita che oramai giace sotto chili di cenere, lo avrei fatto. Avrei parlato e insultato e incoraggiato e avvicinato mondi, tagliato legàmi, aiutato a fuggire prigionieri.
E poi mi sarei sentita dire "tu manipoli le vite altrui, trami, lavori, segui, anticipi..." e sarebbe stato vero.
Mio caro amore perduto, le mie intenzioni erano buone. Credevo di far bene, credevo di aiutare. E anche con te, anche con te, credevo di fare la cosa migliore. Sbagliavo,  ora lo so.
Cosa ho dovuto attraversare per impararlo!
Non faccio più nulla, adesso, più nulla. Ascolto, conforto se posso, imparo se posso, invidio se non riesco a farne a meno, ma basta. Ognuno ha la sua strada, la sua vita, le sue scelte. Ad ogni passo corrisponde una reazione, e se non voglio che avvenga devo restare ferma, aspettare, e nell'attesa tenere per me il dolore inevitabile di vedere le persone commettere i loro errori, perdere, vincere, ingannare.
Non sono brava a mentire, non lo sono mai stata. E quindi mi resta soltanto il silenzio. Tanto lo so che quando non trovo la via giusta, è
solo nel silenzio e nell'attesa che la vedrò. E lo stesso vale per tutto il resto del mondo.

 
 
 

compleanno

Post n°1022 pubblicato il 27 Marzo 2011 da merizeta21

Adesso che sono tornata a casa, i pensieri e le sensazioni di questo ultimo viaggio - che poi un vero viaggio non è stato, ma piuttosto un ritorno, - si compongono lentamente. Per prima cosa, non ho più quel senso di perdita che avevo la volta scorsa. Ho nostalgia, ma una nostalgia buona, senza mancanze. Sono stata bene, sono stata felice, e serena, e ho avuto pensieri tristi e felici e allegri, e mi sono sentita libera di essere solo la persona che sono davvero. Chiunque quella persona sia.
E' stato come se il peso del mondo mi fosse scivolato via dalle spalle.
Non ho risposte, non ho ricette, non ho segreti.
Sono io,  e basta. Questa me con le rughe e con le contraddizioni e le mancanze, questa me con i dolori, con la tua assenza, con il bisogno di amore, di coccole, di attenzioni, di vedere il proprio riflesso negli occhi di un uomo. Questa sono io. Sono un pò di mia madre, e un pò di mio padre, e un pò di mio nonno e di mia nonna, e un pò di ognuno degli amici che mi vogliono bene e che mi conoscono spesso più di me.
Ah, mai come ora sono certa che il mio riscatto passa attraverso il mio volermi bene ed accettarmi così, senza pretendere troppo, ma nemmeno troppo poco.
La notte di luna piena salivo verso Cervinia e le montagne brillavano come quella volta, nella mia prima vita, in cui scendemmo dal Plateau Rosà con gli sci a mezzanotte, con la stessa luna, e in cima al Cervino era accesa una corona di stelle luccicanti. Sono passati più di venticinque anni, e i miei ricordi stanno sbiadendo. Ma la luce la ricordo ancora. E ho pensato che avrei dovuto fermare quel momento in qualche modo, con una foto, o con un racconto. 
Per molte cose che ho amato, è tardi.
E' tardi per imparare bene a sciare, per non avere paura, per non diventare una rana in cima alle piste più ripide. E' tardi per imparare a cadere senza farmi male, per girare in bikini con il tanga, è tardi per le minigonne inguinali. E' tardi per andare a correre e a ballare il liscio nella stessa giornata. E' tardi per curare la cellulite e le vene azzurre sulle gambe.
Ma non è troppo tardi per volermi bene e per imparare ad essere felice delle piccole cose belle che ho attorno. Per vivere pienamente ogni istante, per poterlo ricordare nel tempo e dire "io l'ho vissuto davvero" .
Per quello non è tardi, non è mai troppo tardi.

 
 
 
 

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